Quando entrammo in casa c'erano tutti i maschi davanti a noi, appena mi videro rimasero a bocca aperta "come cazzo sei vestita?" vidi che zio Tommaso stava diventando rosso come un peperone, sembrava quasi che avesse ingoiato il più piccante dei peperoncini messicani, zia Lidia mi oltrepassò e andò da lui "smettila di fare l'idiota amore, è bellissima con questo look" incrociai gli occhi di Kevin e Vittorio che mi fecero segno di due pollici in alto.
Gli sorrisi grata "la zia mi ha detto che avrei potuto scegliere tutto quello che volevo e a me piace questo stile" dissi timidamente rivolta allo zio, vedendomi così timida lui sorrise "stai benissimo solo che non sono abituato a questo tipo di abbigliamento" mi rassicurò "Kevin, Vittorio, aiutate vostra cugina a portare le cose in camera sua" i due ragazzi si affrettarono ad aiutarmi a prendere i vari sacchetti e scatole e insieme andammo in camera mia.
Una volta dentro al sicuro i ragazzi appoggiarono tutto sul pavimento con uno sbuffo "ma quante cose hai comprato? Pesano un quintale!" sorrisi malignamente "e io che pensavo che i ragazzi della mafia fossero forti e tosti, mi sembrate due mocciosi a lamentarvi per qualche borsa di vestiti" poi mi affrettai a togliere i vecchi vestiti di mia madre dall'armadio e a riporli con cura in un angolo dell'armadio.
Iniziai a svuotare le borse "le nostre sorelle non si sono mai vestite così" commento Vittorio "be le vostre sorelle non sono come me, sono cresciute qui per essere delle principesse della mafia, io sono cresciuta per strada per essere una guerriera, fino ad ora ho sempre indossato solo vestiti rattoppati e zia Lidia ha insistito perché prendessi tutte queste cose" Kevin scoppiò a ridere "oh si mia madre sa insistere benissimo quando si tratta di fare compere" la prese in giro.
Sistemai tutto nell'armadio ordinatamente "spero che i capelli non siano un problema per la scuola" Vittorio scosse la testa "no, non ci sono regole precise sull'aspetto, basta indossare la divisa" Kevin prese il telefono "ehi Tisha, mio padre dice di andare in salotto, è ora di farti il tatuaggio" sorrisi contenta riponendo l'ultimo paio di scarpe "vado subito, venite con me?" chiesi ai miei nuovi cugini preferiti.
Sorrisero e mi offrirono il braccio entrambi "con piacere signorina" presi il braccio di entrambi e mi scortarono giù dalle scale.
Un lettino da medico era stato sistemato al centro del salotto con una sedia accanto dove era seduto Tommaso "vieni a sdraiarti Tisha" annuii e mi avvicinai "levati la maglietta e legati i capelli così ti faccio il tatuaggio sulla nuca" annuii e feci come mi era stato detto.
Due ore dopo avevo un tatuaggio sulla nuca, non mi aveva fatto male neanche un po', ma già lo sapevo, dopo quello che avevo sopportato in passato questo non era nulla.
Ovviamente la mia mancanza di lamenti avevano lasciato Vittorio e Kevin senza parole "è impressionante la tua capacità di sopportare il dolore" esclamarono mentre andavamo in camera a prepararci per la cena "solo perché la soglia di sopportazione del dolore di voi maschi è estremamente bassa" il biondino si imbronciò "devi sempre essere così gentile con noi?" scoppiai a ridere con Kevin "sei davvero permaloso Vittorio".
Il finesettimana passò tranquillamente e domenica, visto che era l'Epifania, trovammo tutti dei calzini strapieni dolci in camera nostra.
Finalmente arrivò Lunedì, visto che era il primo giorno non ci sarebbero state lezioni, avrei approfittato di quella giornata per sistemare la mia camera nel campus.
La sveglia suonò alle sette e mi alzai puntuale, due ore dopo un'autista portava noi sette ragazzi e ragazze al campus che si trovava in mezzo alla campagna toscana "stai bene Tisha?" mi chiese Laura, io annuii "certo che si, solo che non sono mai andata a scuola, non vorrei fare figuracce" Kevin mi strinse la mano "vedrai che andrà tutto bene, comunque potremo passare del tempo assieme senza problemi durante il tempo libero, inoltre condivideremo alcune ore, ci divertiremo un mondo" sorrisi riconoscente a mio cugino.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...