AXEL

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Tommaso mi aveva raccontato delle bugie della mia nipotina e di quale fosse realmente la sua storia.

Ero rimasto orripilato e non potei fare a meno di sentire una profonda rabbia nei confronti di mio fratello.

Comunque, iniziammo immediatamente le ricerche nell'area descritta da Tisha e non passò molto prima di rintracciare la loro nuova casa.

Decisi di non andare lì da solo ma con delle guardie, in fondo non li vedevo da più di quindici anni e potevano non essere le stesse persone che erano prima.

Anzi, ero quasi certo che non fossero le stesse persone, non avrebbero mai abbandonato Tisha altrimenti.

Durante il viaggio sentivo un mix di emozioni: rabbia, nervosismo ma anche impazienza e felicità.

In tutti quegli anni avevo pensato spesso a Xavier.

Ormai temevo che fosse morto.

Quando arrivai alla casa vidi che era una villetta graziosa e con un bel giardino.

Si vedeva che economicamente stavano bene, allora per quale ragione l'avevano mandata via? Mi appressai alla porta d'ingresso, feci un respiro profondo per calmarmi, mi venne quasi da ridere, non avevo paura di trovarmi una pistola puntata in faccia ma temevo di rivedere mio fratello e Caterina.

Bussai alla porta con forza.

Venne ad aprirmi una donna di trentuno anni che a stento riconobbi come Caterina,

Venne ad aprirmi una donna di trentuno anni che a stento riconobbi come Caterina,

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era ancora bellissima come quando l'avevo conosciuta sedici anni prima.

Appena mi vide rimase paralizzata "A-Axel?" chiese scioccata.

Annuii "come te la passi Caterina?" la salutai, ci volle qualche secondo perché riuscisse a parlare di nuovo "c-come hai fatto a trovarci?" chiese di nuovo.

Incrociai le braccia "te lo direi molto volentieri, ma hai intenzione di farmi entrare? Non è molto sicuro parlare qui fuori" la esortai.

Si fece da parte controvoglia ed entrai.

La casetta era semplice ma molto carina e di sicuro non era la casa di due persone che se la passassero male.

Mi fece cenno verso il divano "accomodati pure, desideri qualcosa?" mi chiese.

Mi sedetti ma scossi la testa "no, grazie, dovè Xavier?" non avevo infatti notato mio fratello da nessuna parte.

Abbassò lo sguardo "è al lavoro, tornerà solo tra un paio d'ore" feci in modo di incontrare il suo sguardo "scrivigli di tornare subito, se sono qui è per via di una questione urgente" le ordinai.

Caterina obbedì subito, per quanti anni passassero alcune donne del nostro mondo non si sarebbero mai liberate dell'abitudine ad essere sottomesse.

Mi venne quasi da ridere, Tommaso mi aveva riferito che Tisha era tutt'altro che remissiva, soprattutto nei confronti degli uomini.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora