TISHA

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Il giorno prima dell'inizio della scuola uno dei ragazzi grandi aveva rotto una tazza dando la colpa a me, sono stata portata dalla signora Tatiana nello studio del direttore capo "Tisha ha rotto un'altra tazza" l'uomo mi guardò severamente ma potevo vedere l'eccitazione nel suo sguardo "d'accordo Tatiana, mi occupo io di portarla in isolamento, torna pure al lavoro" la signora mi spinse dentro e chiuse la porta dietro di me.

Maxim mi fece cenno di andare da lui, appena arrivai davanti alla sua sedia mi tirò sulle sue ginocchia e mi baciò con passione "bimba mia, se vuoi passare più tempo con me non devi per forza combinare dei disastri, posso passare da te più spesso" le sue mani mi spogliarono freneticamente, come se fosse passato troppo tempo dall'ultima volta che era stato a contatto con la mia pelle.

Appena fui nuda mi mise seduta sulla scrivania sistemandosi tra le mie gambe "anche un giorno senza averti è troppo amore" e ricominciò con il solito incubo.

Avevo imparato da tempo che la cosa peggiore per lui era vedermi indifferente, sapevo anche che sarebbe andato avanti finché mi avesse vista fredda ma non mi importava, non gli avrei mai dato la soddisfazione di sentire gemiti di piacere uscire dalla mia bocca.

All'improvviso mi afferrò per i capelli e si allontanò da me per guardarmi in faccia "allora piccolina mia facciamo un patto, sono stanco di sentirti così freddina nei miei confronti. Tu inizi a ricambiare i miei gesti e ad apprezzare la premura che ho nei tuoi confronti e io ti permetto di partecipare a concorsi per borse di studio in modo che tu possa studiare in scuole più prestigiose alle medie e al liceo" mi propose.

La mia indifferenza si infranse, andando in scuole prestigiose avrei potuto avere un vero futuro, un bel lavoro e tirarmi fuori dalla merda in cui ero costretta a vivere "di solito non permettiamo queste cose ai nostri ragazzi quindi devi darmi qualcosa in cambio se vuoi avere questa possibilità, non avendo nient'altro dovrai ripagarmi in un altro modo" lo stronzo aveva capito il mio punto debole.

Immediatamente mi costrinsi a sottomettermi "tutto quello che vuoi Maxim" sussurrai con voce dolce.

In tutti quegli anni avevo capito cosa gli piacesse ma facevo tutto il contrario di proposito per non dargli piacere.

Quando le sue labbra si infransero di nuovo sulle mie gli strinsi le mie braccia corte al collo e ricambiai il bacio con tutto il trasporto che mi è stato possibile.

Da quel momento e per tutti i cinque anni successivi il verme non aspettò più l'isolamento.

La notte raggiungeva la mia camera con dei corridoi segreti, passava tutta la notte con me e spariva alle prime luci dell'alba.

Di giorno andavo a scuola e studiavo se non ero in isolamento e di notte veniva lui a divertirsi, grazie a questo non dormivo quasi più.

Il più grande sacrificio era fingere che mi piacesse ma non potevo buttare all'aria il mio futuro per una ribellione inutile che non serviva a nulla, tanto si era già preso quello che voleva.

Ma se fossi riuscita ad entrare in una scuola prestigiosa almeno avrei avuto un posto dove sentirmi al sicuro, magari trovare degli amici o addirittura trovare qualche adulto che mi avrebbe aiutata a scappare da quel maniaco.

Quelle poche volte che riuscivo a dormire un incubo infestava i miei sogni.

Vedevo il nero tutto intorno a me, sentivo solo dolore, la brutta sensazione di non avere più speranza.

Poi un lampo color cremisi e vedevo che il sangue mi lordava tutto il corpo nudo, la sensazione di tante mani calde addosso a me comparve e iniziai a sentirmi come una bambola di pezza, mi sentivo vulnerabile e indifesa, non in grado di reagire e questa era la cosa più brutta di tutte, mi sentivo impotente.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora