KEVIN

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Quando tornammo indietro e vidi Tisha rimasi senza parole, era circondata da uomini con il mitra, Gary la stringeva ma nei suoi occhi non c'era segno di paura, quella sicurezza che non aveva mai mostrato ora sprizzava da tutti i pori e la faceva quasi brillare di luce propria.

Sentivamo tutto quello che dicevano grazie all'ottima acustica, quando sentimmo parlare del passato di mia cugina mio padre mi guardò con sguardo interrogativo, scossi la testa, neanche io ne sapevo nulla.

Sentii che era stato Alessandro a tradirla, sentii che lei gli aveva permesso di averla per tutti quei mesi, sentii che la sera precedente l'aveva punita, sentivo la rabbia di mia cugina irradiarsi ad ondate da lei.

Vidi Tisha rovesciare il porco, uccidere ogni singolo uomo che le si gettò contro e immobilizzare Gary con solo un coltello, poi la vidi avvicinarsi sicura ad Alessandro, infilzarlo con un coltello molto sottile e lui si accasciò a terra svenuto.

Poi venne verso di noi le corsi in contro e l'abbracciai "stai bene?" i miei occhi la scrutavano frenetici per assicurarmi della sua salute, mi sorrise "si, sto bene" vidi che si accasciava contro di me, era evidente che quella situazione avesse fatto emergere dei ricordi che la stavano facendo crollare "dovete prendere Alessandro, è dentro, dopo vi spiego" Massimo corse dentro con Teo e tornare con il bastardo, proprio in quel momento svenne.

La presi subito in braccio "papà, ha bisogno di un medico?" mio padre si avvicinò e l'esaminò con uno sguardo "no, credo che debba solo riposare, le vostre valige sono già nelle macchine, torniamo a casa, appena si sveglierà avrà parecchie cose da spiegare" annuii, mio padre si rivolse a mio cugino "Niccolò vai a prendere gli altri in camera di Nadia, torniamo a casa subito" mio cugino annuì e corse via.

Meno di un'ora dopo eravamo radunati nelle macchine diretti a casa, Tisha era seduta su di me e la stringevo forte, il suo viso era nell'incavo del mio collo, si agitava nel sonno "no, Maxim no, ti prego, non farlo, lasciami andare, non voglio" la sua voce era debole e terrorizzata, come quella di una bambina.

Le accarezzai i capelli "shh, stai tranquilla, va tutto bene" ma lei si dimenava ancora di più ogni volta che cercavo di rassicurarla "no, non me la sento, no" gemeva, guardai mia madre preoccupata, lei sussurrò qualcosa a mio padre che le porse una siringa, prese un braccio di Tisha e le iniettò in vena il contenuto della siringa "tranquillo, è solo un anestetico, così riposerà meglio" annuii e la tenni stretta per tutto il viaggio, smise di parlare nel sonno ma non smise di agitarsi per tutto il tempo, si vedeva che il suo sonno era tormentato di incubi.

Qualche ora dopo arrivammo a casa e l'appoggiai sul suo letto, ci pensarono mia madre e mia zia a spogliarla e metterla sotto le coperte.

Alessandro venne portato nelle segrete, mio padre mi mise le mani sulle spalle "Kevin, tu, Vittorio e i ragazzi andate da Tisha, voglio che sorvegliate la sua stanza, è evidente che c'è qualcuno di pericoloso che la vuole morta, non dovete perderla di vista" io scossi la testa "papà, io vengo con voi, voglio sentire cosa dice quel bastardo di Alessandro!" mio padre sospirò "e va bene ma non aprire bocca, saremo io e tuo zio a gestire l'interrogatorio" annuii, non mi importava di non poter parlare, volevo solo vedere con che coraggio ci avrebbe rivelato tutto quello che le aveva fatto in quei mesi.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora