LIDIA

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Ero furiosa con mio marito, dovevo parlargli immediatamente.

Appena gli amici di Kevin e Vittorio andarono a casa presi Tommaso per mano e lo portai nella nostra ala della villa.

Appena fummo li, lontani da orecchie indiscrete gli tirai un ceffone su quella sua stupida faccia "perché non vuoi dare a Tisha il permesso di tornare ad essere un soldato? Me lo spieghi?" gli gridai contro.

Mi guardò malissimo "ho fatto quello che avrei dovuto fare quattro anni fa, potrà scegliere cosa fare liberamente ma non le permetterò di fare ancora qualcosa di così rischioso!" mi gridò contro.

Ero davvero furiosa con lui "ho sempre saputo che hai l'empatia di un comodino, ma cerca di ragionare!" risposi, poi abbassai sia la voce che lo sguardo "Tisha non è come i nostri figli, non ha avuto un ambiente sereno in cui crescere, non ha mai vissuto prima di arrivare qui da noi. Ogni singolo giorno doveva concentrarsi per arrivare a fine giornata. L'unica cosa in cui sa di essere bravissima è combattere, non ha altri hobby o passioni, per lei esiste solo il combattimento, se le togli anche questo non saprà più cosa fare della sua vita" dissi con le lacrime agli occhi.

Tommaso mi prese il viso tra le mani "capisco cosa vuoi dire, ma non può vedersi solo come un soldato, se continuasse così ritornerebbe in questa situazione se dovesse capitarle qualcosa che le impedisse di combattere. Ho sbagliato a imporglielo come ordine, lo so, ma quando sarà guarita vorrei convincerla a crearsi anche un interesse oltre al combattimento, magari a proseguire gli studi all'università inoltre non vorrei che si precludesse la possibilità di avere una famiglia un giorno oppure di avviare un'altra carriera" mi confessò.

Rimasi sorpresa dalle sue parole "davvero?" lui mi sorrise e mi abbracciò "si, in realtà glielo avrei proposto comunque dopo la prima missione, ma con tutto quello che è successo non ci sono riuscito" era imbarazzato.

Lo abbracciai forte e piansi "ho paura Tommaso, siamo stati così vicini a perderla così tante volte ormai che mi sembra quasi impossibile che non sia successo" anche la sua voce tremò "si lo so, non siamo riusciti a farla aprire con noi, a dimostrarle che poteva farlo senza essere giudicata, ora dobbiamo rimediare" cercò di rassicurarmi.

Quella sera tornarono da noi anche Xavier e Caterina, abbracciai forte la mia amica per confortarla "com'è potuto succedere tutto questo Lidia?" mi chiese singhiozzante, le diedi qualche pacca sulla spalla "non preoccuparti, il medico ha detto che è stabile, vedrai che ne uscirà, è una ragazza forte" le sussurrai, mi sorrise debolmente.

Vedevo che le avventure degli ultimi anni l'avevano distrutta del tutto, era come se fosse spenta.

Mi dispiaceva vederla in quelle condizioni ma sapevo che in fondo anche lei e Xavier avevano le loro colpe.

Passò una settimana prima che Tisha uscisse dal pericolo di vita, appena accadde venne trasferita nella sua camera, Tommaso capì che rinchiuderla in isolamento sempre non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione.

La camera imbottita e insonorizzata era comunque pronta per qualsiasi evenienza.

Mi misi accanto a lei ad aspettare il suo risveglio con ansia, a nessuno dei ragazzi era permesso entrare per il momento.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora