Due settimane dopo il medico torno da noi per visitare Tisha, in quelle due settimane lei non aveva mai ripreso i sensi.
Dopo la visita chiese di vedere solo noi genitori dentro allo studio per parlarci.
Quando si fu seduto sospirò con aria sconfitta "non ho buone notizie purtroppo" ci annunciò.
Eravamo tesi come corde di violino mentre parlava "per fortuna le ferite stanno guarendo, così come i lividi, posso togliere i punti tranquillamente, ma le infezioni non stanno guarendo come dovrebbero e la febbre non si abbassa" sentii Lidia sussultare sulle mie ginocchia "ma perché dottore?" chiese spaventata.
Lo sguardo dell'uomo era triste "il suo corpo non sta provando a curarsi, possiamo risolvere tutto aumentando le dosi di antibiotici ora che gli antidolorifici non servono quasi più. Purtroppo, la cosa peggiore è che i tendini sono stati recisi e devo per forza di cose affrontare un intervento chirurgico per sistemarli, devo farlo il prima possibile, due settimane fa non era possibile farlo, il suo corpo era troppo provato per affrontare questo e speravo che aspettando saremmo riusciti a ristabilire il suo sistema immunitario per l'intervento. Se non sta lottando per salvarsi dalle infezioni significa che il suo sistema immunitario rischierà di non agire nemmeno in caso di questa operazione" ci spiegò.
Caterina era avvolta tra le braccia del marito "quali sono i rischi di entrambe le possibilità?" chiese Xavier, il medico si fece ancora più scuro in volto "affrontare un'operazione con le infezioni ancora in corso può essere fatale anche a causa dell'anestesia completa, ma se non la opero quanto prima rischierà di rimanere con gli arti completamente paralizzati" tutti sussultammo per la sorpresa.
Io e Lidia ci guardammo "dottore, operatela pure" decretai, Caterina e Xavier mi guardarono male "è nostra figlia! Se davvero rimarrà paralizzata la porteremo dove vorrà ma almeno sarà viva!" gridò mia sorella, ma io scossi la testa "fidatevi, per Tisha una vita senza muoversi sarebbe insostenibile, la renderemmo infelice per sempre" spiegò Lidia, anche Margaret e Pietro ci appoggiarono.
I due chinarono la testa "in fondo voi la conoscete meglio, e va bene, facciamo l'intervento" concordarono.
Il medico si inchinò e andò dalla sua paziente.
Nicolò andò ad assisterlo visto che stava studiando per laurearsi in medicina.
Le ore dell'intervento vennero occupate da tutti in maniera diversa, ma si vedeva che eravamo tutti nervosi e agitati.
Quando finalmente il medico rientrò feci richiamare dentro noi genitori e si accomodò davanti a noi "allora l'intervento è andato bene per fortuna, siamo riusciti a sistemare tutti i tendini danneggiati, però" si interruppe titubante teso.
Pietro chiese "però cosa?" lo sentii sospirare "però abbiamo aspettato abbastanza a lungo prima di sistemarli ed erano conciati molto molto male, Tisha potrebbe non poter più fare tutto quello che faceva prima" confessò.
Mi sistemai meglio sulla sedia e chiesi confuso "in che senso dottore?" allora lui si spiegò meglio "potrà fare tutte le azioni di vita quotidiana senza problemi, potrà persino nuotare e correre, ma è quasi impossibile che possa tornare a combattere, le torture hanno debilitato parecchio il suo fisico, i suoi muscoli sono stati danneggiati, potrebbe non avere più la forza per combattere come faceva prima, potrebbe essere che siate costretti ad esonerarla dall'essere un soldato" io e Pietro sbiancammo.
Tisha aveva lavorato tantissimo per diventare uno dei nostri soldati, per essere all'altezza di tutto ed era orgogliosa dei suoi risultati.
Come avrebbe fatto a sopportare una vita senza tutto questo?
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SPERDUTA NELLA NEVE
AksiBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...