A little me..
(Prologo.)
Avete presente quando i vostri genitori non capiscono il perché dei tuoi comportamenti?
Ecco a me è successo proprio così, quindi appena compiuti i diciott'anni mi sono trasferita a Londra.
Londra la città dei miei sogni, la città dove avevo sempre visto il mio futuro fra quelle strade, la città dove l'unica cosa di cui puoi essere sicura è che è meglio uscire con l'ombrello ogni giorno.
Negli ultimi anni avevo lavorato per guadagnare dei soldi, per non arrivare là senza niente.
Mia madre e mio padre non amavano l'idea, ma era la mia vita, e l'avrei vissuta al meglio.
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Era arrivato il giorno. La sveglia continuava a suonare. Io la sentivo ma non volevo alzarmi, nonostante fosse il giorno in cui la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.
Ma dovevo comunque alzarmi quindi, presi la valigia, lasciai un biglietto a mamma e papà con su scritto 'non voglio alzarvi così presto quindi prenderò un taxi, mi dispiace non salutarvi, ma forse è meglio così. Charlotte xx' , ed infine uscì di casa, salì sul taxi che avevo chiamato.
Lo stavo facendo davvero, ero davvero pronta ad andare in nuova città, a vivere da sola, a farmi da mangiare da sola, a non aver più regole e a dovermi fare il bucato da sola.
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Il volo durò ben otto ore e ventun minuti. Non ne potevo più, ero stanca e volevo solo dormire.
Così fuori dall'aereoporto chiamai un taxi e mi feci portare nell'appartamento che aveva già pagato mio padre via Internet.
Entrata nell'appartamento non feci in tempo a disfare le valigie, che in pochi secondi mi ritrovai distesa sul letto a dormire..
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Fui svegliata dal cinguettio di due uccellini bianchi, appoggiati sul davanzale della mia finestra.
Ma non mi alzai dal letto subito. Passarono altri cinque minuti prima che i miei piedi toccassero il pavimento. 'Cazzo' sussurai 'non ho scritto a mamma e papà saranno preoccupati e sicuramente si incazzeranno con me'. Presi il telefono e mi accorsi che erano le due di pomeriggio e pensai 'quanto ho dormito?!' , devo darmi da fare.
Così andai in bagno, feci una doccia, mi misi addosso una t-shirt e un paio di jeans e me ne andai in cucina per farmi un caffe e mangiare qualcosa..
Presa la borsa e il giornale dove c'erano scritti su gli indirizzi dei lavori e dando un ultima occhiata alla casa, mi ricordai di dover prendere su la mappa 'che stordita dove sarei andata senza questa'.
Chiusa la porta, presi in mano la mappa e la aprii cercando il posto in cui mi trovavo ora.
'Devo andare dritto, prendere la seconda via sulla destra e poi la prima sulla sinistra'
Il primo negozio che cercava una ragazza era un Parrucchiera, entrai per chiedere ma quando mi spiegarono cosa avrei dovuto fare, dissi che non sapevo fare niente e quindi ringraziai e me ne andai.
Il secondo era un bar, ma appena entrata mi dissero che avevano già trovato una ragazza, quindi ringraziai lo stesso e me ne andai.
Il terzo era un negozio che vendeva cose elettroniche, ma mi dissero che ero troppo piccola, andiamo ho diciott'anni non sono poi così piccola o forse si.
Non me ne resi conto ma erano già passate due ore e quindi decisi di cercano un qualsiasi bar/pub che dava da mangiare e da bere..
Mi ritrovai davanti a un ristorante Nando's, non sapevo se entrare o no, ma mi ispirava e poi andiamo era l'unico che avevo trovato dopo mezz'ora di camminata tra viette che non finivano più, quindi entrai.
Mi sedetti al primo tavolo che trovai libero, tirai fuori il telefono e aspettai la cameriera.
Avevo un messaggio da visualizzare, erano i miei che mi diceva che erano tranquilli e che ci saremmo sentiti nei giorni successivi su skype.
Attaccai gli auricolari all'ipod e incominciai ad ascoltare un po' di musica..
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Erano passati ben dieci minuti e nessuna era ancora venuto a chiedermi cosa volevo ordinare..ero invisibile forse?
Arrivò finalmente la cameriera, ordinai un trancio di pizza e un bicchiere di coca-cola.
Finito tutto, pagai e me ne andai a casa.
Era finito il mio primo giorno, ma non potevo dire di essere felice, non avevo trovato lavoro e mi serviva davvero un lavoro..non mangiai niente per cena, avevo ancora il trancio di pizza sullo stomaco, quindi mi feci una tazza di te e mi coricai nel letto, sotto le coperte.
Incominciò a piovere, e con il rumore della pioggia che picchiettava sulle tegole del tetto, mi addormentai presto..
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Volevo specificare inoltre che la storia é di Carlotta Corvi , una cara amica che ha accettato di farmi pubblicare la sua storia....
Il copyright e diritti SONO SUOI.... Ci tenevo a specificare che questa ff NON É MIA
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
FanfictionStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"