Wait, I'm coming!
(capter twenty-eight)
Mi svegliai nel letto da sola, anche se non era quello che mi aspettavo, in tutti i casi dovetti alzarmi. Non ancora in forza, dovetti aspettare prima di scendere dal letto. Mi strofinai gli occhi e poi con un gran sospiro, mi avviai verso la cucina, nella speranza di trovare qualcuno. Ma non fu così.
Non era mai successo che i ragazzi uscirono di casa così presto la mattina dal momento che erano solo le dieci di mattina e per la precisione, di sabato mattina. Comunque la cosa non mi toccava tanto, quindi mi feci un caffè. Una buona colazione di prima mattina aiuta sempre e dal momento che avevo smesso di fumare, la mia droga era diventata la caffeina e il cibo. Ormai non fumavo più da un anno e, si certe volte la mia bocca avrebbe voluto chiedere a Zayn una sigaretta, ma la mia mente la fermava.
Meglio per me, in tutti i casi ora dovevo capire dove diavolo erano andati. Nessun biglietto, nessuna chiamata e nemmeno un messaggio . ‘Figa mi amano davvero’.
Mi misi sul divano guardando un po’ di video su youtube.
Mi ero innamorata della canzone di James Arthur ‘Impossible’. Aveva vinto X-Factor e la sua prima canzone era al quanto magnifica. Andai subito sul testo per poterla imparare a memoria, studiando anche la tonalità di voce che usava per cantarla. ‘Meraviglioso’. Ogni tanto accennavo quando finivo di cantare una strofa.
Non esitai col chiamare Usher per chiedergli se oggi ci saremmo visti per provare.
‘Ehi, ho una canzone da farti sentire, Impossible, di James Arthur, e già la so a memoria ee..voglio fartela sentire perché me ne sono innamorata!’
‘Ehi ragazza, buongiorno anche a te!’
‘Si, scusami è che sono felice, buongiorno Ush! Allora ci vediamo?’ chiesi impaziente. Lui ci pensò su un attimo, ma poi mi rispose.
‘Certo perché no, si può fare! Stessa ora, stesso posto! Va bene?’
‘Sarò lì sicuramente in anticipo! Grazie mille allora a fra poco!’ risposi felicissima per poi chiudere la chiamata.
Avevo ben quattro ora vuote. Cercai di chiamare i ragazzi ma nessuno mi ripose. Cazzo che considerazione.
Magari avevano da fare, who cares, decisi di uscire e di fare un po’ di shopping, da sola dal momento in cui le ragazze avevano da fare e i ragazzi erano spariti. Avevo comunque bisogno di distrazioni per far passare quelle immense quattro ore.
‘Bruce, hai da fare?’ non potevo uscire da sola e all’uscita dell’hotel c’era sempre lui, come al solito.
‘No tesoro, vuoi fare qualcosa? Devi andare da qualche parte?’ mi chiese abbracciandomi
‘Vorrei fare un po’ di shopping e dato che non posso uscire da sola..ehm volevo chiederti se potevi accompagnarmi..’ dissi mettendomi una mano fra i capelli ‘ma non è uno shopping come fanno le solite ragazze, io punto sui negozi di sport e cose così..’ cercai di convincerlo.
Ce l’ho fatta. Dopo pochi minuti eravamo già in macchina pronti ad andare ad un qualsiasi centro commerciale. Arrivati, assicurandosi che nessuno potesse vedermi, mi portò dentro al primo negozio che avevo scelto. Provai qualche maglietta così alla cazzo con qualche jeans, cercando di abbinare le cose, ma Bruce diceva che non mi ci vedeva con quei vestiti addosso. Sapete io ero una un po’ semplice, forse troppo.
In tutti i casi continuammo così per altri cinque o sei negozi. Finchè Bruce non mi invitò ad entrare in uno. Un negozio sportivo, stupendo, i miei occhi appena lo videro si riempirono di felicità, come quando una bambina piccola viene portata al Luna Park. Stavo morendo dalla voglia di provare tutti i completi possibili.
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
FanfictionStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"