Soccer.
(capter thirty-two)
Ero in prima pagina su tutti I giornali di gossip, e anche alcuni telegiornali avevano dedicato due minuti del loro tempo su di me.
Mille fotografi mi aspettavano sempre sotto l’hotel, sperando di vedere anche uno dei ragazzi con me, così sarebbe stata una notizia doppia, ma io cercavo sempre di non dare all’occhio.
Simon continuava a rilasciare interviste su di me e dato che puntava sempre sulla pubblicità, non mancava un incontro.
Molti amici di vecchia data si fecero risentire, strano. Vecchie amiche, vecchi fidanzati, amici di famiglia per esempio. Già la famiglia che io ormai non avevo più. Non sentivo mamma e papa da molto tempo, anzi l’ultima volta che sentii mia mamma non era affatto felice di vedermi anzi aveva anche permesso a sua sorella, la mamma di Jay, di tirarmi della puttana. Non le aveva detto niente, come se fosse d’accordo con lei. Questo mi spezzò il cuore e sinceramente, non avrei avuto il coraggio di rivolgerle ancora parola dopo quello che è successo. Mio padre invece si faceva sentire molto più spesso e questo mi aiutava a tenere la calma in certe situazioni.
Vi ricordato di Emily? Ecco io e lei, cominciammo a sentirsi quasi tutti i giorni, come ai vecchi tempi. Avevamo litigato perché io sono partita senza dirle niente, non è che comunque mi interessava, in tuti i casi ora siamo ancora amiche ed il passato l’ho cancellato.
I ragazzi mi stavano vicino sempre, capendo il mio stato d’animo. Ero una novellina in quel campo e loro mi aiutavano a fare la cosa giusta.
Prima regola: guardati sempre più di una volta allo specchio, ogni secondo potrebbero esserci dei paparazzi. Denti sempre bianchi e capelli sempre in ordine.
Seconda regola: indossare sempre quello che si vuole, non dare nell’occhio indossando tutte le volte dei completi firmati.
Terza regola: sorridi sempre come se ti stessero facendo mille foto.
Ultima regola: sii spontanea, ma seguendo le regole precedenti.
Ah okay, quindi mi state dicendo di essere una statua di cemento, ma che però si deve muovere? Bene, son contenta.
Tutto nuovo per me. Era tutto fottutamente nuovo. Ogni giorno dovevo leggere delle pile di documenti per poi firmarli tutti, e non si trattava di una semplice firma in fondo, ma almeno di altre cento in mezzo ai fogli.
Ero già andata ad alcuni appuntamenti con delle radio e ad alcuni programmi televisivi e, ovviamente Simon era sempre con me.
Non vedevo molto i ragazzi e questa cosa non mi piaceva. Avevo bisogno di loro, del mio migliore amico e soprattutto del mio moroso.
Stanca e stressata, così mi sentivo alla fine del giorno. Usher si preoccupava del mio stato, perché dormivo troppo poco e anche se amante del cibo, facevo solo un pasto al giorno, cioè quando avevo tempo.
‘No Simon, è a me che non interessa un cazzo, il patto era che il weekend era per me, nessun impegno e io ti ho già dato buono il weekend scorso. Ho bisogno di divertirmi e di riposarmi, voglio stare con i ragazzi, mi manca ridere e scherzare con loro! Diamine ho bisogno del mio spazio!’ urlai al telefono, mentre ero nella stanza di registrazione. Davanti a me c’erano Niall, Louis e Usher, avete presente no, nella stanzetta davanti per controllare la musica, il volume e balle varie. Mi guardavano preoccupati. ‘io non ce la faccio più.’ Conclusi buttando il telefono a terra.
Come cazzo si era permesso? Mi aveva dato la sua parola, avevo già programmato un weekend tutti insieme, e invece no. Simon Simon, stai attento a quello che fai, perché se supero la pazienza, sono guai.
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
FanfictionStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"