'Credo proprio di sì..'
(capter fourty-five)
Continuai a berlo, finchè non arrivai all'ultimo quarto di sacca, al quale decisi io di smettere, e quindi l'appoggiai sul tavolino, dopo di che guardai Damon, per fargli capire che forse quello di cui avevamo parlato al mio arrivo, era davvero la verità. Non ci volevo credere, era una cosa fuori dal normale che una persona riuscisse a bere il sangue umano, quando al solo odore, gli viene il voltastomaco. Tutti restavano muti, io decisi di alzarmi e prendere una boccata d'aria, e mentre stavo andando alla porta, Damon disse: 'Aspetta Charlotte!' per poi venire con me sotto il portico.
'Non è normale Damon.. tutto questo non è normale..' dissi soltanto, quando sentii il suo corpo di fianco al mio.
'Non devi trarre conclusioni adesso Charlotte, magari ti piace il sangue umano cosa ne so io!' disse lui.
'No, perché se metti una sacca di sangue vicino a qualsiasi persona, ti chiede se sei pazzo, oppure la butta via, oppure l'annusa e gli viene il voltastomaco, o peggio ancora ci prova e poi vomita. Ti sembra che io abbia avuto queste reazioni?' chiesi per poi voltarmi verso di lui 'mentre lo bevevo avevo quella parte di me che mi diceva di andare avanti Damon..' continuai.
Lui mise le mani sulle mie spalle, e mi guardò dritta negli occhi. 'Non è detto che tu debba per forza essere un vampiro, perché il tuo destino era questo, okay?'
Io crollai, e mi scese qualche lacrima, e di conseguenza lui mi abbracciò. Dicendomi che sarebbe andato tutto bene, baciandomi nel frattempo i capelli, e cercando di tranquillizzarmi.
Una volta entrati, decisi che non volevo parlare con loro, e avevo chiesto a Damon di non farlo, quindi data la buonanotte a tutti, andai subito in stanza di Damon e mi coricai sul suo letto.
Mi trovavo nel bosco da sola, era buio, era notte fonda, e la luna illuminava gran parte di quel posto. mi guardai attorno, ma non vidi nessuno. Chiamai il nome di Damon, ma non mi rispose, chiamai Stephan, ma nemmeno lui mi rispose. Notai qualcuno, qualcuno che ero sicura di aver già visto. La persona di oggi.
'Fermati!' urlai per poi inseguirlo. Correvo veloce verso di lui, e notai che dopo un po' si fermò.
E pian piano si voltò. Era buio, e lui indossava il cappuccio. Mentre se lo stava togliendo, iniziai a sudare freddo. Avevo paura, potevo capirlo dal fatto che iniziai a tremare, e il mio cuore impazzì. Portò due mani al cappuccio e pian piano se lo levò, rivelando così la sua identità. Mark.
'Ora sai chi sono..' disse lui, lasciandosi scappare una risatina del cazzo.
'P-perché sei scappato da me?' chiesi io, non capendo.
'Dovevo riuscire a incontrarti, da solo..' mi rispose solamente lui, avvicinandosi sempre di più.
'Da sola?' chiesi io, facendo un passo all'indietro.
'Hai paura per caso?' mi chiese lui.
'Si..' risposi io.
'Fai bene..' disse lui ridendo. 'Però non avevi paura, o emozioni, quando hai permesso ai tuoi amichetti di uccidermi. O sbaglio?' mi chiese lui, diventando più serio.
'Stavi per uccidere Kol, e nei nostri piani non c'era. Mi son sentita in colpa per lui, gli ho spezzato le ossa del collo e gli ho preso il sangue, solo per egoismo, perché volevo tornare umana, ma non avrei mai accettato di farlo uccidere da te. Non avrei mai accettato se la mia vita doveva significare che doveva perderla lui.' Risposi io, cercando di tenere un tono tranquillo.
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
FanfictionStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"