London...

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'London..'
(capter nine)







Dio è ovunque, peccato che in ogni luogo si fermi soltanto per qualche istante.
-Carl William Brown





CHARLOTTE'S POV







'Lasciami stare!' gridai cadendo dal divano e ritrovandomi così su un pavimento gelido.


'Ahi' accennai rialzandomi dolorante su tutto il corpo.


Una volta in piedi, cercai di capire dove diavolo mi trovavo, dal momento in cui l'ultimo ricordo era la faccia di Klaus prima di cadere dalla scogliera.


Mi strizzai gli occhi ben bene prima di poter capire in che posto del cazzo mi trovavo.


Riconobbi la libreria, il tavolino degli alcolici, e del camino. Ero a casa Salvatore.


Indossavo una camicia nera, con dei pantaloncini della tuta, apparentemente miei okay, ma la camicia?


Nessuna traccia di nessuno, casa vuota, e troppo fredda, quindi decisi di andare fuori a prendere un po' di legna, nella speranza che Damon l'abbia già presa dal bosco e portata sotto il portico.
Andando verso la porta, notai il mio telefono sul tavolino che era all'entrata, con un specchio sopra.
Cacciai un urlo appena mi vidi allo specchio. Sembravo davvero un mostro. Ricomponendomi, presi in mano il telefono.


'Le cinque di pomeriggio..' sbottai una volta visto l'orario.


Nessun messaggio e nessuna chiamata.


Prima di uscire di casa andai velocemente verso il frigo del sangue, e ne presi una sacca di B positivo, e si, Caroline aveva ragione era il migliore, e una volta nutrita, tornai di sopra, ripresi il telefono in mano e riguardai l'orario.
Me lo misi in tasca e aprii la porta. Una volta aperta un vento gelido venne a contatto con la mia pelle, e io iniziai a strofinarmi la braccia con le mani, il che suona stupido dal momento in cui i vampiri non dovrebbero sentire niente.


Cercando sotto tutto il portico, non trovai nessuna traccia di legna, e quindi, contro voglia, dovetti andare nel bosco.


Avevo legna a sufficienza, quindi tornai dentro casa. Con difficoltà riuscii ad aprire la porta e una volta entrata, la chiusi con il culo. Alzai la testa ee..


'Cristo santo!' esclamai lanciando tutta la legna per terra.


Davanti a me c'erano tutti, tutti che urlavano il mio nome per la casa.


'Dove sei stata?' chiese subito Damon.

Io iniziai a raccogliere la legna e grazie alla mia velocità vampiresca ci misi poco, e una volta raccolta tutta, la buttai dentro il camino e poi l'accesi.


'Quando ti sei svegliata?' chiese Elena aspettando che io finissi quello che stavo facendo.


Tirai fuori il telefono dalla tasca, per poi rispondere: 'Un quarto d'ora fa..'


'Come ti senti?' chiese Caroline avvicinandosi.


'Stranamente bene..' risposi sedendomi.


'Ti ricordi tutti?' chiese Jeremy ancora in piedi, mentre gli altri erano giù tutti seduti, che aspettavano la mia risposta.


'Se mi ricordo la faccia di Klaus prima di buttarmi giù dalla scogliera? Si.' Feci una pausa 'il resto, buio totale.'


'Elena si è buttata per salvarti!' esclamò subito Bonnie.


Guardai Elena con un faccia incredula e lei diventò subito rossa. 'Tu' dissi indicandola con il dito 'sei pazza'.


Mi bloccai con faccia seria, dopo di che le sorrisi e mi alzai per abbracciarla 'ma ti ringrazio!' le sussurai nell'orecchio . Lei ricambiò la stretta.


Una volta in piedi guardai tutti per poi scoppiare in una risata, che non fu seguita da nessuno.


'Una vita normale per me no è..' aggiunsi sbuffando.


'Glielo diciamo vero?' chiese Caroline a bassa voce a Stephan. 'Shh'.


'Dirmi cosa?' chiesi girandomi.


'NIENTE' risposero tutti all'unisolo.


'No, forse non avete capito' mi misi davanti a loro, puntandogli con il dito, uno ad uno 'adesso me lo dite.'


'Abbiamo delle belle notizie e delle brutte notizie..' sbottò subito Elena.


'Oh, ma ora ti ci metti pure tu? Di Caroline ne basta solo una!' esclamò Damon.


'Tanto prima o poi deve saperlo in parte, e magari l'altra parte lo scoprirà o tanto meno dirgliele entrambe e bon!'


'Bonnie, ma non è meglio che le cose vengano a galla col tempo?' chiese Damon, anche se più che una domanda era un "Stai zitta".


'Oh, basta! Ditemelo e piantatela!' urlai io ormai stufa di aspettare.


'Quelle buone o quelle cattive?' chiese Elena.


'BUONE' risposi senza pensarci, dal momento in cui l'unica cosa che mi interessare era sapere, e basta.


'Sappiamo che compi gli anni il 19.' Si aggiunse Caroline battendo le mani.


'Mi sembrava di aver chiesto quelle buone..' sussurai.


'Cosa?' chiese Bonnie. 'Niente, andate avanti!'


'Il nostro regalo è in anticipo, ma capirai il perché..'


Stephan passò la borsa ad Elena, la quale tirò fuori una busta, che poi mi porse.



'Dovrei aver paura?' chiesi cercando di aprirla.


Appena presi in mano il contenuto, e tenendolo ben stretto, sfilai la busta.
I miei occhi si spalancarono alla vista di QUEI biglietti.


'Partiamo stanotte..' disse Bonnie, facendomi uscire dallo stato di shock.


Tenevo nella mano sinistra quattro biglietti per il concerto dei miei ragazzi, e in mezzo c'era il PASS per il backstage, invece nella mano destra, i biglietti del volo per Londra, che dicevano chiaramente che il volo sarebbe partito a mezzanotte.


'Io..' presi un po' d'aria 'io non so cosa dire..' guardai i biglietti e poi loro 'un grazie non basta però..' mi bloccai.


'Però?' mi incitò Stephan ad andare avanti.



'Però credete che sia la cosa migliore, cioè voglio dire, gli ho distrutto la vita e..comunque non hanno fatto niente per cercarmi quindi- -'


'Sbaam. Io non ho intenzione di prendermi la colpa, quindi' disse Damon alzandosi e salendo le scale, oltrepassandomi con un sorrisino stampato in faccia.


'Cosa..?' chiesi gesticolando il motivo della scomparsa di Damon.


'Ora passiamo alle brutte notizie.' Esclamò Jeremy.


'Ti hanno cercata Charlotte, ma noi, cioè James ha chiesto a noi di..' Elena si bloccò.


'Vi ha chiesto di fare cosa?!' chiesi infuriata.


'Di togliere tutto, le varie lettere, i tweet su twitter, di bloccare i siti dove pubblicavano dei video dove i ragazzi chiedevano di te ee..' si fermò.



'Mi avete fatto credere di essere odiata dalla mia VITA?' chiesi inarcando il sopracciglio ' mi avete ingannato tutto questo tempo? Dio, ora penseranno che sia io quella che li odia' cominciai a camminare avanti e indietro 'certo che dovete essere proprio insensibili per farmi questo. Ah già è vero probabilmente avete "spento le emozioni". Cioè vi ho donato il cuore, mi sono fidata di voi sin dall'inizio, ho cercato di aiutare tutti, persino Damon, e voi- - chissà quante volte vi ho detto che ho pianto tutta la notte per loro e voi mi consolavate, sapendo che loro facevano lo stesso.' Presi un lungo respiro 'Elena io n-non ci posso credere, Bonnie tu mi hai sempre consolata e tu Caroline, la ragazza che non sa stare zitta, perché lo sei stata proprio con me?' il mio respiro si faceva sempre più intenso, mi sentivo come i giorni prima della trasformazione, la rabbia si stava impossessando del mio corpo.


Non riuscivo nemmeno a guardarli in faccia, mi facevano schifo.



'James ci ha chiesto questo' disse Jeremy con gli occhi lucidi, cercando di difendere tutti quanti.


'Non mi interessa Jeremy, non penso che vi abbia soggiogati, avevate una scelta e per quanto, sotto sotto, l'avete fatto per me, non mi sta bene!'


'Volevamo, cioè, pensavamo che andare al loro concerto, cioè..ci avresti perdonato..' disse Elena con un tono triste. Dopo averci pensato su, risposi:
'Non ho intenzione di non accettare questi biglietti, ma solo per un motivo..' presi un respiro ' me ne pentirei, e io voglio vederli, voglio..poterli riabbracciare e..' una lacrima scese come una scheggia sulla guancia sinistra, subito me l'asciugai e spostai leggermente la testa di lato.


'devo preparare la valigia quindi..voglio stare sola..'





Avevo il cuore distrutto, sembra stupido dal momento in cui non batteva già da mesi, ma mi sentivo come se il mondo mi era caduto addosso e io dovevo reggere quel peso. Mi era già capitato di sentirmi così, ma non dovevo rialzarmi da sola, c'era Niall con me, c'era Harry, lo stupido Louis, il daddy Payne e il mio ciuffo non si tocca Zayn.


Loro mi avevano sempre aiutato e soprattutto consolato.


Dovevo rialzarmi da sola, dovevo consolarmi da sola, anche se la mia nuova famiglia era lì per aiutarmi.


Non mi ero mai fatta vedere piangere da loro, cioè forse si qualche volta, ma non come lo stavo facendo ora, il mio era un pianto isterico, quello che ti faceva perdere il respiro per vari secondi, quello che usava una bambina quando voleva qualcosa e la mamma non glielo comprava. Ero davvero patetica, stavo piangendo perché ero felice di vederli, perché ero arrabbiata con gli altri e perché avevo paura che una volta incontrati loro, i MIEI RAGAZZI, mi avrebbero mandato a fanculo, e forse non ne avevano tutti i torti.


Continuavano a correre nella stanza, avevo aperto la valigia, appoggiandola sul letto, per poi continuare a prendere dei vestiti alla cazzo e buttarli dentro, e non ci davo molto peso alle mie scelte dal momento in cui vedevo tutto sfuocato per colpa delle lacrime.


Il viaggio sarebbe durato una settimana, e in quella settimana mi sarei divertita, avevo bisogno di una pausa e..dato che venivano anche le ragazze, nonostante tutto, sapevo che mi sarei divertita con loro, come sempre.






****





Ah, la mia cara dolce Londra.
'Allora l'albergo dove si trova?' chiese Caroline ormai stufa con le sue 56489562893 valigie.
'Per di qua ragazze! E non date nell'occhio, non voglio fare scena..' cercai di sembrare seria.
'Sono così eccitata!' esclamò Elena.
'Siamo a Londra!' cominciò ad urlare Bonnie.


Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora