Not now Harry..

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Not now Harry..
(capter fifty-three)









Ero scioccata. Scioccata per colpa di quella telefonata.

James era sparito quando io avevo quindici anni, quindici fottutissimi anni e mi aveva lasciato da sola, da sola in quella casa ormai diventata gelida con la sua assenza, quasi..insignificante.

‘Chi era?’ chiese Louis, prendendo coraggio al posto degli altri.

Io ancora tremavo, e prima di rispondergli, appoggiai il telefono sul tavolino, e mi sedetti sul pavimento, portandomi le ginocchia vicino al ventre e abbracciandole più forte che potevo.
Guardavo un punto fisso, guardavo nel vuoto davanti a me, e la stanza diventò vuota.
Era come se le mura mi stessero spiaccicando. Sentivo il battito del mio cuore che aumentava, la mia vista diventò sfuocata. Ero solo io.

A farmi tornare nella realtà fu il tocco di qualcuno che poggiava la sua mano leggera sulla mia spalla.

Io lo guardai.

‘Charlotte, chi era?’ mi richiese Louis.



‘Era..’ spostai il mio sguardo verso il pavimento ‘era mio fratello..’


‘Non sapevo ne avessi uno..’ disse Niall ‘non mi avevi mai detto niente’ continuò.

‘Lo so..’ risposi con un sottile tono di voce che uscì quasi come un lamento.

‘E perché non hai mai accennato qualcosa su di lui?’ chiese Zayn.

‘Perché..giusto perché..’ finii la frase così.

‘C’entra con Scott anche lui?’ chiese Harry.

NO’ sbottai io senza nemmeno guardarlo.



Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

Liam mi venne vicino e mi aiutò ad alzarmi.


‘Stai bene?’ mi chiese.

‘No..non sto bene..’ risposi.

Le forze mi mancavano, il corpo non mi rispondeva, e tutto questo per colpa di una semplice chiamata.

‘Vieni, ti faccio coricare sul letto’ disse mettendo un mio braccio dietro il suo collo.


Tutti mi raggiunsero in camera.


Io mi coricai sul letto, guardando il soffitto, e cercai di tranquillizzare il mio respiro che ormai era troppo accelerato. Zayn si sedette in fondo al letto e così anche Harry. Niall si coricò al mio lato sinistro e Louis a quello destro, mentre invece Liam andò in bagno per poi tornare con una salvietta bagnata e appoggiarla sulla mia fronte che scottava.

‘Se vuoi, e se sei in grado, puoi spiegarci il perché di questa reazione, se non c’entra con Scott?’ chiese Zayn.

Incrociando le mie dita con quelle di Niall, così per unirci le mani, sapendo che con il suo tocco mi sarei tranquillizzata, iniziai a spiegare.



‘James, ci ha lasciato..avevo quindici anni quando se n’è andato di casa..’ feci una pausa ‘aveva litigato con mio papà..aveva una fidanzata, Samantha, la sua Sammi..è morta in un incidente, e alla guida..’ feci un’altra pausa ‘alla guida c’era James. La macchina si è andata a schiantare contro un muro. James non aveva bevuto quella sera, solo una birra e i poliziotti hanno dichiarato che l’incidente era per colpa di una ruota che si è staccata mentre lui stava andando veloce..mio padre incolpò comunque James, e James fece lo stesso. Diceva che era colpa sua se non aveva portato la macchina dall’elettrauto. Quella sera, mio padre aveva bevuto e hanno incominciato  a litigare e a lanciare piatti in tutta la cucina..’ le lacrime cominciarono a scendere sulla mia guancia ‘io ero terrorizzata e mia mamma cercava di fermare mio papà.. mi misi in mezzo, volevo che la smettessero di comportarsi così, e fu così che ricevetti un pugno in faccia da James. Non l’ha fatto apposta, e io lo so per certo, e così mio papà si è arrabbiato il doppio. L’ha buttato a terra. Finalmente mia mamma riuscì a portare mio papà in salotto, il quale appena toccato il divano si addormentò.’ Mi asciugai un po’ di lacrime e continuai  ‘Io mi avvicinai a James, era pieno di sangue..era bruttissimo..lui mi chiese per tutto il tempo scusa, scusa per il pugno, il pugno che non mi avrebbe tirato se io non mi fossi intromessa. Così una volta alzato, mi prese in braccio e mi portò in camera, mia mamma cercava di fermarlo, ma io gli dissi che era tutto okay, che io stavo bene e non volevo vedere più papà in quella casa. Mi portò in camera e mi medicò il piccolo taglietto che si era formato sul labbro. Poi io feci lo stesso con lui..dormimmo insieme  quella notte..e la mattina dopo non c’era più..chiesi a mio padre il perché..e lui mi disse solamente che lo aveva buttato fuori di casa.’ Feci una pausa e mi tirai su, appoggiando le schiena al muro dietro il letto. ‘odiai mio padre con tutto il mio cuore e non rivolsi parola ai miei per un paio di mesi, scrivevo a James tutti i giorni, senza ricevere una risposta fu proprio quel martedì che decisi di togliermi dalla testa il suo nome e proprio quel giorno che bloccai la porta della sua stanza. Non fu stata più aperta. I miei si sono dimenticati di lui, voglio dire mia mamma no..non si può dimenticare un figlio, ma mio padre si.’ Decisi di concludere così il discorso.



Tutti rimasero senza parole. Niall mi abbracciò e così anche Louis.

‘Non cerco conforto, non voglio che mi capiate, non voglio che mi diciate niente..’ dissi.

‘È per questo che ti sei messa con Scott? Voglio dire..’ interruppi Zayn, annuendo.

‘Avevo bisogno di una figura fraterna, per questo abbiamo fatto amicizia, che poi si è trasformata in amore, perché andiamo avevo sedici anni quando ho conosciuto Scott, non sapevo niente sull’amore, ma lui, lui mi completava..’

‘Un mostro così?’ chiese Liam.

‘Non era un mostro ai miei occhi..’ risposi innervosendomi.

‘Non vi ho detto niente, perché, sinceramente, non mi ricordavo veramente di James, è brutto da dire, ma non posso farci niente..’ aggiunsi.

‘Ti capiamo Charlotte, puoi stare tranquilla con noi..’ disse Zayn con voce sicura.



Io sorrisi.

‘Stai meglio ora?’ mi chiese Niall.

‘Certo baby, sto molto meglio è stato solo..un attacco di..boh, non lo so nemmeno io!’ dissi gesticolando.

‘Ti è dispiaciuto per la morte di Scott?’ chiese Harry all’improvviso mentre tutti noi ci stavamo preparando per ritornare in salotto.


Io lo guardai, mentre tutti misero lo sguardo su di me.

‘Si..si a dire il vero si..nonostante quello che mi ha fatto e quello che faceva, io lo amavo..e si mi è dispiaciuto, lui è stato la mia infanzia, la mia adolescenza, mi ha aiutato e molto..’ risposi.

Lui fece uno sguardo deluso.

‘Possiamo parlare?’ mi chiese con tono distrutto.

‘No Harry, mi dispiace, non mi va di parlare con te ora..non può sempre succedere così, devi pensare prima di far qualcosa e soprattutto prima di aprire quella tua meravigliosa bocca, e..potevi difendermi con Taylor, invece gli hai dato corda, a questo punto non è un problema mio..devi scegliere se vuoi che io rimanga nella tua vita o no..’ gli risposi.


Poi lo abbracciai.


‘Ma qualunque scelta tu faccia, io ti vorrò sempre bene e ti vorrò comunque sempre al mio fianco!’ dissi.


Lui ricambiò l’abbraccio, ma non era uno dei suoi soliti abbracci, era privo di amore, era troppo deluso da quello che avevo appena detto.

Tornammo tutti in salotto, ormai era passata l’ora di pranzo, e stranamente nessuno, specialmente Niall, si era lamentato di questo.



‘Andiamo fuori? Voglio dire, ho fame..’ dissi io cercando di cambiare totalmente discorso.

‘Si..andiamo da Nando’s!’ rispose subito Niall.

‘Non vuole Simon, dobbiamo andare in un ristorante più privato..’ disse Liam.

‘Uffa!’ esclamò Niall, come una bambino.

Eravamo tutti pronti, tutti ci eravamo cambiati e dopo essere usciti, ci avviamo in un ristorante qualunque.
Ordinammo tutti qualcosa da mangiare e mentre aspettavamo il cibo mi squillò il telefono.


Avevo paura che fosse di nuovo lui, ma vedendo apparso il nome di Justin, mi tranquillizzai.


‘Dimmi Jus?’
‘Oggi pomeriggio andiamo a fare un giro? Voglio dire, palestra, un giro nel parco, qualsiasi cosa?’
‘Certo, opterei per la palestra io!’ rispose sorridendo.
‘Già, anche Simon e Usher hanno detto che la palestra è meglio..’
‘Quindi facciamo alle quattro sotto l’hotel?’ dissi subito io.
‘Ti vengo a prendere come un principe azzurro okay? Come nelle fiabe!’ rise.
‘Va bene guardia del corpo, ti aspetto allora!’ risposi io ridendo.

Arrivò il cibo, e mentre tutti erano in silenzio per assaporare meglio il cibo, Harry, pulendosi la bocca mi chiese.

‘Andate in palestra quindi?’

Io lo guardai, cercando di fargli capire che era tutto okay.

‘Si, si andiamo in palestra..’ risposi sorridendo.

Stranamente il pranzo continuò al meglio, solo risate uscivano da quel tavolo, risate di tutti, persino di Harry.
 


Prima o poi avrei dovuto parlare con lui..ma avevo deciso che non era quello il momento giusto.

Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora