La profezia dice..
(capter twenty-third)
"Divenni pazza con lunghi intervalli di orribile sanità mentale"
'Che ci fai tu qui?' chiesi continuando a tenere il contatto con i suoi occhi.
'Sono venuto a trovare i miei, a m i c i.' mi rispose senza distogliere lo sguardo da me.
'Dove sono Damon e Stephan?' chiesi subito senza muovermi di un millimetro.
'Hanno ricevuto una telefonata, a quanto pare tu hai fatto un incidente..' mi rispose per poi sorridermi e avvicinarsi sempre di più a me.
'Cosa vuoi da me?' chiesi con voce tremante una volta che potevo sentire il suo respiro sulla mia faccia, il che significava che era troppo vicino, fin troppo vicino per i miei gusti.
'Puoi fare amicizia con mio fratello ma con me no?' si allontanò e andò verso il tavolo degli alcolici di Damon.
'Kol non ho intenzione di legarmi alla famiglia degli Originali. E poi io e tuo fratello non siamo amici..' risposi mettendo tutto il peso su una gamba e incrociando le braccia sul petto.
'A me non sembra..' rispose per poi bere un po' di Bourbon.
'Perché hai dovuto dire ai ragazzi quella stronzata?' chiesi con tono più duro.
'Perché è divertente prendersi gioco dei Salvatore' rise.
Mi avviai verso la porta di casa per andare a prendere il telefono per chiamare Damon e dirgli che io non avevo fatto nessun incidente, ma bensì mi trovavo nella pensione insieme a Kol, quando Kol mi superò con la velocità vampiresca e lo prese prima di me.
'Cercavi forse questo?' mi chiese sorridendo per poi mettermi il telefono davanti alla faccia.
Cercai di muovermi velocemente per prendermelo, ma lui velocemente mi spinse contro il muro e si mise davanti a me.
'Mi piacciono le tipe toste' disse per poi accennare un sorriso.
'Lasciami andare.' Dissi a denti stretti, dimenandomi sotto la sua presa possente.
Dopo di che lo fece e io presi in mano il telefono.
*Kol vi ha preso per il culo. Venite qui alla pensione, non riesco a farlo andare via*
Inviai un messaggio invece di chiamare, perché potevo dire quello che volevo, che tanto lui non l'avrebbe saputo.
'Tilbury, Tilbury, Tilbury..hai fatto qualche ricerca o no?' mi chiese per poi tornare verso i divani e sedersi su uno dei due. Io poggiai il telefono sul tavolino dov'era prima e poi recuperai qualche pezzo di legna per poi buttarla dentro al camino e con i fiammiferi che si trovavano sopra di esso, lo accesi; dopo di che mi sedetti sul divano davanti a lui.
'No, ma se sai qualcosa puoi dirmela tu, mi faciliteresti le cose..' risposi portandomi le gambe contro il petto per poi appoggiare la testa sulle ginocchia e aspettare, magari, una risposta positiva da parte sua.
*Flash Back*
'Ti ho detto di andartene.'
'Ti ho aiutato io nel bosco Charlotte, non me ne vado!'
'Kol, non voglio aver niente a che fare con te, ne con tutti i tuoi fratelli e tutta la tua famiglia!'
'Non siamo così cattivi, vogliamo farlo credere ma non lo siamo'
'Kol, Damon sta per tornare, vattene.' Dissi a denti stretti cercando di fargli capire che doveva lasciarmi in pace.
'Charlotte, stai male, devi farti vedere, ti si è rotta una costola.'
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
FanficStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"