Sempre i Mikaelson
(capter twenty-two)
Meglio uccidere un desiderio nella culla, che cullare desideri irrealizzabili.
Mi svegliai per colpe del sole e della troppa luce, che veniva a contatto con i miei occhi, ed è proprio in quel momento che mi sono maledetta per non aver chiuse le tende, e per essere crollata subito sulla superficie morbida e bianca che mi ero ritrovata davanti.
Così mi alzai e mi misi seduta sul letto.
Mi strofinai gli occhi e mi stiracchiai un po', prima di finire a fissare un punto qualsiasi nella stanza. sapete per me non è così diretto passare dallo stato di sonno, a quello attivo.
Dopo di che, mi legai i capelli in una cosa alta e decisi di mettermi in piedi, recuperai il telefono e mi avviai verso il bagno. Poggiai il telefono vicino al lavandino, mi guardai un attimo allo specchio, e poi mi lavai la faccia, sciacquando anche la bocca tutta impastata e poi ripresi il telefono e tornai in camera per vestirmi.
Lanciai il telefono sul letto e aprii l'armadio. 'Ma che cazz?' sbottai, quando invece che trovare i miei bellissimi vestiti colorati e non, mi ritrovai davanti dei jeans, delle camicie e delle cose senza colori, tutte scure. Chiusi l'armadio e dopo vari secondi mi guardai intorno.
Ma dove diavolo sono finita?
Presi in mano il telefono e controllai l'orario. Minchia alla faccia, menomale che mi sono svegliata. Erano le undici di mattina e io avevo dormito anche troppo.
Uscii dalla stanza e guardai dove mi trovavo. 'Dannazione' esclamai, accorgendomi di essermi risvegliata nella stanza di Damon. Dopo di che corsi nella mia e mi misi addosso la felpa che mi aveva dato Niall prima di partire, ma non una qualunque, la sua preferita. Diceva di amarla perché la prima volta che abbiamo dormito insieme la indossavo e il giorno seguente l'aveva portata per tutto il giorno perché aveva il mio profumo e diceva anche che gli piaceva sentirsi avvolto dal mio profumo, come se io fossi stata con lui per tutto il giorno.
Uscii dalla stanza, scesi le scale e mi sedetti sul divano.
'Buongiorno bellezza'
Mi voltai e mi ritrovai un Damon con la salvietta legata al bacino, e a torso nudo.
'B-Buongiorno' dissi per poi tornare a fissare il cuscino davanti a me, diventando tutta rossa.
'Hai sbagliato stanza ieri' disse con sarcasmo.
OH DIO GRAZIE AL CIELO.
'Oh, si scusami tanto, è che ero stanchissima..' risposi subito sorridendogli.
'Che c'è? Perché sei tutta bianca e rossa? Pensavi che io e te..?' i suoi occhi color ghiaccio erano fissi nei mie color cielo.
'N-si..' risposi arrendendomi, anche perché alla fine non mi vergognavo quando stavo con Damon e Stephan, se dovevo dire qualcosa la dicevo subito, diretta e senza pensarci su due volte, ma più o meno facevo così con tutti.
'Che tenera, sai un pensierino ce l'ho fatto ma, poi mi sono detto: è mia sorella, e quindi il pensiero è sparito in pochissimi secondi' disse ridendo.
'Non sono tua sorella Damon!' gli sbottai contro.
'Si lo so, ma io ti vedo come una sorella..' rispose lui per poi salire le scale e chiudersi in camera.
Dio, quel ragazzo non lo capirò mai.
Come sempre mi rinchiusi nei miei pensieri, e cominciai a pensare a come il mio carattere è cambiato in un anno. Sono sempre stata una di quelle ragazze che si mostra dura, felice e stronza alla gente, così da far capire a loro, che se mi trattano male, io non ci rimango male, ma non è così. Ogni amico che ho perso, ogni persona al mio fianco che ha deciso di andarsene, ogni insulto, ogni persona che mi diceva di volere bene, ogni persona che mi ha detto che sarebbe rimasta e ora non c'è più, ogni ragazzo che mi diceva che ero brutta, queste cose mi facevano star male. Tutte le persone mi vedevano come la ragazza coi guantoni, solo perché il mio sport era tirare calci e pugni ad un sacco appeso al muro. Non rimpiango niente della mia vita.
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
FanficStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"