"Torneo, boxe. pt. 2"
(capter thirty-nine)
Sentii un rumore provenire dal retro della macchina e misi subito gli occhi sullo specchietto retrovisore e vidi una delle due macchine contro la mia che continuava a venirmi addosso, mentre dopo spostai lo sguardo a sinistra, dove avevo la seconda macchina con su Maicol e Josh e continuava a spingermi a destra. La mia reazione fu accelerare perché se una delle due finiva davanti, io ero spacciata.
Arrivai fino ai 120, poi i 130, 135 e loro continuavano a starmi dietro. L'unica cosa che venne a mio favore fu una curva, per la quale la macchina dietro di allontanò e fece entrare in corsia quella che era sulla mia destra. Il punto è che scoprii dopo che era una strada chiusa, e che deve su un parco. Iniziai a suonare subito per far capire alla gente di spostarsi, nel caso ci fosse stato qualcuno nel parco. Per mia fortuna non c'erano molti alberi o panchine e io riuscii ad andare dritta senza pericoli.
Mancava poco a dove la polizia mi stava aspettando, quindi decisi di fare tutto velocemente. Non avevo ancora frenato in tutta questa corsa, e immaginatevi che cosa successe? I freni erano andati.
'No. Un'altra volta no!' urlai.
Stavo andando ai 130 km/h, il che era molto difficile frenare con il freno a mano. Ora non ero messa come l'ultima volta, avendo fatto il corso di rally sapevo più o meno cosa fare, il punto è che non potevo fermarmi e potevo vedere la macchine della polizia tutte messe bene in fila, però trovai uno spazio, dove il mio suv sicuramente sarebbe passato. Iniziai a suonare per far capire che ero io, e speravo su dio che quelli dietro di me non si accorgessero di niente.
Mentre continuavo ad avanzare, cercando di diminuire la velocità, notai tre suv neri messi un po' lontani dalle macchine della polizia, il che mi fece pensare al fatto che lì dentro c'erano i miei ragazzi, le ragazze, Justin, Simon, Usher e Bruce. Ma perché non potevano starsene a casa?
I poliziotti iniziarono a sparare contro le ruote delle macchine dietro di me, e credo che una l'abbiano beccata, perché sentii un rumore di freni e poi un rumore forte, il punto è che io dovevo ancora fermarmi.
Superai il posto di blocco, e uscirono tutti dai suv, aspettandosi magari che io mi fermassi, ma non successe.
Avevo comunque abbastanza spazio per fare quello che volevo fare io, quindi non aspettai un attimo. Mi serviva velocità per potermi girare di 180° con la macchina usando il freno a mano. Quindi accelerai, mi allargai un po' a destra per riuscire nel mio intento, e una volta pronta con tutto, girai tutto a sinistra, tirai il freno a mano, la macchina fece il suo giro di 180° gradi, dopo di che si alzò su due ruote, ma di poco e poi ritornò per terra, dritta. La spensi, e aprii il cofano, dal momento che usciva del fumo, ma non era sicuramente niente di grave.
Mi slacciai la cintura e scesi dalla macchina sbattendo la portiera più forte che potevo. Ero arrabbiata, arrabbiata con tutti quelli stronzi che con tutto quello che potevano farmi, mi hanno tagliato i fili del freno. Amo le mie macchine, e soprattutto amo il mio suv. Uno l'ho perso per colpa loro e sempre per i freni, e da quel giorno odio tutti quelli che mi toccano la macchina. Andai davanti aprii il cofano e lo bloccai per farlo rimanere aperto. Dopo di che mi voltai verso i miei amici e la polizia che era riuscita a prendere tutti quanti.
Iniziai a camminare con un solo obbiettivo: spaccare la faccia a chi aveva avuto l'idea di togliermi i freni.
Superai i ragazzi, Simon, Usher, Justin, le ragazze e Bruce, i quali continuavano a parlarmi e a chiedermi se stavo bene, ma io me ne fregavo e continuavo ad avanzare con velocità moderata, finchè non arrivai davanti alla macchina dove avevano messo dentro Maicol. Aprii la portiera lo presi per il colletto e lo tirai fuori.
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
Fiksi PenggemarStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"