"Non era quello che mi aspettavo"
(capter thirty-five)
"Se come ritorno, si intendeva tornare e fare tutto quello
che facevo prima insieme a loro, allora la mia risposta
è un no. Il ritorno non era quello che mi aspettavo.."
Charlotte Gesmin, nei prossimi capitoli.
Ero in macchina. Come tutte le volte. Respiravo per calmarmi, e non avevo intenzione di andare sotto i 100 km/h. Non avevo paura di prendere una multa, nemmeno di pagarla. Il telefono era appoggiato nel sedile di fianco al mio, e vedevo ogni tanto una luce, significa che mi stavano chiamando, ma non avevo intenzione di rispondere, e per non sentire quella suoneria rompi cazzo, accesi la radio e misi su un mio cd, con il volume a ¾, il che significa quasi al massimo.
Non credo che la cosa sia stata grave, non credo proprio che Harry avrebbe fatto qualcosa, il fatto del perché mi ero incazzata era perché comunque aveva accettato il fatto di parlare, da soli, in una stanza, con la porta socchiusa, e il fatto che Taylor, mi aveva tanto leccato il culo, per poi pugnalarmi alle spalle.
Se ci aggiungi il fatto che comunque non mi arrabbiavo da troppo tempo, e la voglia di menare qualcuno era tanta, decisi che la cosa migliore era andarmene, da sola e stare da sola finchè la cosa non mi passava. Non avevo intenzione di fare casini, nemmeno di uccidermi o di addirittura uccidere qualcuno. Semplicemente volevo stare sola e basta. Chiedevo troppo? Non credo.
Stava andando tutto bene, qualche semaforo rosso, notando che non ce l'avrei mai fatta, mi fece inchiodare. Secondo me le gomme erano al quanto lisce, cosa che mi fece pensare al fatto che se non rallentavo, la prossima inchiodata che avrei fatto, mi avrebbe sicuramente fatto fare un incidente. Ma non mi interessava, so guidare una macchina, ho fatto anche il rally una volta. Dopo l'incidente avuto l'anno scorso quando Scott o Eric mi avevano tolto i freni della macchina, mi sono messa a imparare i mille modi di frenare, anche senza i freni, e ho scoperto, facendo rally, che ne esistono a milioni. Quindi il problema di guidare la macchina, da parte mia, anche ai 120 all'ora, non era un problema. Forse il problema era più che altro per le altre di macchine che giravano a quell'ora della notte per Londra.
'Ma vaffanculo! Guarda bene la strada la prossima volta e magari metti la freccia ignorante!' urlai fuori dal finestrino contro una macchina che aveva girato a sinistra, senza aver messo la freccia quindi mancava poco che non gli finivo addosso.
Il cd era finito, quindi mi ero stufata di sentire quel cazzo di telefono suonare, lo presi e me lo portai all'orecchio, senza nemmeno aver fatto caso a chi mi stava chiamando.
'Pronto?' chiesi con tono duro, mentre cercavo di tenere gli occhi sulla strada e il volante fermo.
'Dove diavolo sei sparita!?' mi urlò contro quello dall'altra parte della comunicazione.
Tirai il telefono via dall'orecchio e guardai chi era che mi aveva chiamato: "baby".
'Niall sono andata a fare un giro, non mi sentivo bene, quindi ho preso la macchina e sono andata, ma Bruce è ancora lì, quindi il passaggio di ritorno ce lo avete..' dissi cercando di far sentire la voce tranquilla.
'Adesso mi dici dove sei e ti vengo a prendere. Non puoi scappare così perché ne hai voglia, so che è successo qualcosa, ormai ti conosco da troppo tempo, e so che quando sei così le cose finiscono male..' disse lui arrabbiato ma con il tono di uno preoccupato.
'Non mi succederà niente amore..' dissi io cercando di farlo calmare.
'Charlotte, ti prego..' mi disse lui con tono dolce.
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Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena- Trilogy
Fiksi PenggemarStoria di Carlotta Corvi Trilogia: "Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che ne varrà la pena" "Sono un vampiro e questa è la mia storia" "Tilbury's Fate"