CAPITOLO 2

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"Finalmente siamo arrivati! Levatevi tutti! Il divano è mio!" eravamo appena entrati in quella casa, e già Michael si era appropriato del divano, tanto da sdraiarsi immediatamente.
Nessuno di noi si stupí: ormai lo conoscevamo e sapevamo com'era fatto.
Anche se in realtà...avrei voluto essere io la prima a saltare su quel divano.
"Mike, alzati un attimo! Non dovremmo prima decidere in che stanze stare? Almeno portiamo i bagagli in camera." disse Ashton, costringendo Michael a mettersi seduto.
Già mi chiedevo con chi avrei dovuto stare in stanza.
Onestamente, speravo di convincere gli altri a farmi stare con Luke.
"Okay! Io sto con la mia Grace! Se lei vuole, ovviamente..." iniziò subito Calum, lanciando uno sguardo alla sua ragazza.
"Ma certo che voglio stare con te, amore mio." rispose lei.
Bene...ricominciavano a fare la coppietta sdolcinata.
Forse li preferivo quando non stavano più insieme.
Era brutto da dire, ma spesso quei due esageravano, e nemmeno se ne rendevano conto.
"Io voglio stare in stanza con Ashton!" si aggiunse Luke parlando velocemente.
Non potevo credere che l'avesse detto davvero.
"Luke! Dici sul serio?! Io pensavo che..." cercai di protestare, prima di essere interrotta proprio da lui.
"Eh invece va così. Starai in camera con Michael." continuò il mio migliore amico con un sorrisetto perfido stampato in faccia.
Non solo avrei dovuto sopportare Michael nella stessa casa per un'intera settimana, ma dovevo sopportarlo anche nella stessa stanza.
Odiavo la mia vita.
"Io non sto in camera con lei! Piuttosto dormo sul divano!" anche Michael la pensava come me.
Sarei stata disposta a dormire anche io sul divano, pur di non averlo accanto.
"Vedetela come una sfida: per quanto tempo riuscirete a sopportarvi dovendo condividere gli stessi spazi? Volete vincere la sfida? Allora dimostrare di poterlo fare..." evidentemente Luke mi conosceva fin troppo bene da sapere che non avrei mai rifiutato una sfida.
Rifiutarla avrebbe significato perderla, ed io non perdevo mai.
"Ci sto!" gridammo all'unisono Michael ed io.
"Che la sfida cominci adesso!" aggiunsi per poi correre al piano di sopra con la valigia in mano.
Michael fece lo stesso, e subito scegliemmo la stanza migliore.
Dopo averle girate tutte e tre, però, ci rendemmo conto che avevano tutte il letto matrimoniale.
Era assurdo.
Entrambi ci guardammo contrariati.
I nostri amici ci volevano male...non c'era nessun'altra spiegazione.
"A questo punto...prendiamo quella stanza là?" proposi sbuffando.
Non c'era nessuna stanza migliore di un'altra, in quella casa erano tutte uguali.
Potevano farne almeno una con i letti separati.
"Abbiamo alternative? Queste cazzo di stanze sono tutte uguali!" anche lui si lamentò, dopodiché entrammo nella stanza che avevamo scelto e comiciammo a sistemare le valige.
"Hai portato anche la chitarra?" notai, voltandomi verso di lui con aria incredula.
"Te ne sei accorta adesso? È ovvio che io l'abbia portata." mi rispose senza neanche voltarsi verso di me.
Effettivamente non ci avevo proprio fatto caso, neanche quando avevamo ritirato i bagagli.
"Me la farai provare, vero?" gli domandai con tono decisamente speranzoso.
Speravo che almeno avrebbe accettato di continuare a farmi quelle strane lezioni di chitarra che ormai facevamo da tempo.
"Ci devo pensare. Non faccio mai toccare a nessuno la mia piccolina." mi rispose, abbracciando la sua chitarra come se fosse sua figlia.
"La tua piccolina? Tu sei pazzo! Dai! Fammela provare! Tu usi sempre la mia..." sicuramente la sua chitarra era migliore della mia, e morivo dalla voglia di provarla.
Magari con il suo aiuto.
"Ho detto che ci penserò! Ora puoi lasciarmi in pace, per favore?" alzò la voce, per poi togliersi le scarpe e sdraiarsi su un lato del letto.
"Ti prenderei a pugni ogni volta che fai così! Sei insopportabile, Michael." mi lamentai, iniziando a sistemare alcune cose dalla mia valigia.
Se quella non fosse stata una sfida, avrei sicuramente minacciato qualcuno dei miei amici per fare cambio di stanza.
"Allora fallo! Sarebbe sicuramente meglio di passare una settimana con te nella stessa stanza." mi provocò con tono piatto e indifferente.
La guerra era appena iniziata.
"Smettila di essere così idiota e preparati! Fra poco andremo a pranzo con gli altri." nonostante fossero le due del pomeriggio, ero certa che i nostri amici avrebbero deciso di andare a pranzo da qualche parte.
"E va bene! Ma non lo faccio perché me lo dici te, ma perché ho fame e non vedo l'ora di mangiare!" cercò di giustificarsi, esattamente come avevo fatto io quel giorno stesso.
"Sbrigati, idiota! Ti aspetto al piano di sotto." lo congedai scendendo poi le scale e andando a sedermi sul divano.
"Vicky!" improvvisamente sentii Luke urlare il mio nome dal piano di sopra.
Ma cos'era successo?!
Perché urlava tanto?!
"Che cazzo vuoi, Luke? Scendi! Sono in salotto!" urlai a mia volta per farmi sentire, e in men che non si dica, mi ritrovai il mio migliore amico proprio lì di fronte a me.
"Vicky! Hai avvisato i tuoi genitori della nostra partenza?" non sapevo dove volesse arrivare, ma sapevo che la sua domanda non avrebbe portato a nulla di buono.
"Ehm..." non sapevo nemmeno cosa dirgli.
Mi ero completamente dimenticata di avvisarli.
"Ti rendi conto che ho sei messaggi e quattro chiamate perse da tua madre? Dove cazzo hai messo il tuo cellulare?" effettivamente il mio cellulare era ancora da qualche parte nella borsa.
Era da quella mattina che non controllavo nemmeno l'orario sul mio telefono.
"Le hai risposto?" gli chiesi soltanto.
"È davvero l'unica cosa che ti viene in mente di dire?! Non le ho ancora risposto, ma sei tu che dovresti farlo!" probabilmente i miei genitori si sarebbero fidati più delle parole di Luke che delle mie.
Sarebbe stato meglio se fosse stato lui a rispondere.
"Non me ne frega un cazzo di loro. Se proprio vuoi...parlaci tu." era insopportabile il fatto che i miei genitori si interessassero a me solo quando faceva comodo a loro.
Non mi avevano mai considerata.
"E va bene, lo faccio io. Ma sappi che sono incazzato con te per questo! Mi metti sempre nei guai con i tuoi genitori!" a Luke dava fastidio quando facevo come se i miei genitori nemmeno esistessero, ma doveva capire che io con loro non avevo lo stesso rapporto che lui aveva con sua madre.
"Okay. Basta che non ci metti ore..." ogni volta che Luke chiamava mia madre, stavano al telefono per ore.
Probabilmente ero nata dalla madre sbagliata: sapevo che lei avrebbe voluto Luke come figlio, ma forse non lo conosceva abbastanza.
"Cosa avete da gridare tanto? E perché gli altri non sono ancora scesi? Ho fame!" Michael ci raggiunse, e subito si sedette accanto a me sul divano.
Intanto Luke uscì nel giardino sul retro per parlare al telefono.
Speravo non volesse prendere l'iniziativa di farmi parlare con i miei genitori.
"Non rompere le palle! Sta parlando con i miei genitori. Fra poco andiamo." sbuffai, non degnandolo nemmeno di uno sguardo.
Restammo lì per parecchi minuti...senza dire niente...con lo sguardo perso nel vuoto.
Forse ciò che volevamo era solo non essere costretti a stare così vicini.
Sarebbe stato difficile.
"Bene, Vicky. Ho risolto tutto. Ma rispondi almeno ai messaggi di tuo padre, chiedono solo questo." evidentemente Luke era stato abbastanza bravo da convincere i miei genitori a non starmi troppo addosso.
"Lo farò quando, e se avrò voglia..." risposi, facendo l'indifferente.
"Mi aspettavo una risposta del genere. In ogni caso...dove sono gli altri? Ho fame anche io." Luke cambiò discorso, e ancora mi chiedevo com'era possibile che quei due fossero sempre così affamati.
Non pensavano ad altro.
"Non lo so...vai a vedere. Ma sbrigati! Non sei l'unico che si mangerebbe un intero fast food." replicò Michael.
"Quando la smetterete di darmi ordini, voi due?! Siete insopportabili! Devo sempre fare tutto io!" si lamentò Luke, salendo comunque al piano di sopra come gli aveva detto Michael.
Quando tornò da noi, il suo sguardo era particolarmente sconcertato.
Chissà cosa aveva visto...
"Allora?" gli chiesi, invitandolo a darci delle spiegazioni.
"Ehm...Calum e Grace sono a letto insieme..." dalla sua espressione capimmo immediatamente cosa avesse visto.
"Oh mio dio! Li hai visti fare sesso? Non ci posso credere...che imbarazzo!" rise Michael prendendo in giro il nostro migliore amico.
"No! Certo che no! Erano anche completamente vestiti, ma...erano sdraiati uno sopra l'altra e...che schifo...non voglio pensarci..." sospirò Luke, strizzando gli occhi e scuotendo la testa.
Io mi unii alla risata di Michael.
Come si faceva a stare seri dopo aver sentito qualcosa del genere?!
"Okay...presumo che Grace e Cal non ci saranno...e Ash, invece?" continuai a chiedere.
Forse, dopo ciò che aveva visto, si era anche dimenticato di andare a chiedere ad Ashton se si sarebbe unito a noi.
"Ash sta dormendo. Dopo che è stato male in aereo...credo che abbia bisogno di riposare. Non voglio svegliarlo." Luke aveva ragione: Ashton aveva bisogno di tranquillizzarsi un pochino, e riposare l'avrebbe sicuramente aiutato a stare meglio.
"Cazzo...succede sempre così! Ogni volta! E...e vorrei fare qualcosa per lui, ma...non c'è mai niente che io possa fare!" parlò Michael palesemente dispiaciuto.
Capivo bene come potesse sentirsi.
Quando succedeva qualcosa a Luke mi sentivo allo stesso modo.
"Mikey, hai fatto tanto. Noi non avremmo saputo cosa fare se non ci fossi stato tu." improvvisamente sentivo di dover dire qualcosa di carino a Michael.
Sembrava proprio che si stesse colpevolizzando, e non era affatto giusto.
"Dai, Mike. Starà bene molto presto, e lo sai anche tu. Non preoccuparti. Ora alzati e andiamo a pranzo, almeno la smetterai di sentirti in colpa." scherzò Luke nel tentativo di farlo reagire.
Dovevo ammettere che non me l'aspettavo, ma funzionò.
A quel punto uscimmo di casa, e Michael attivò subito Google Maps per cercare un posto dove mangiare.
Inutile dire che ci ritrovammo da Burger King.
Se si era in compagnia di Michael, ci si trovava sempre in qualche fast food o in pizzeria, ormai lo sapevamo.
E onestamente...non mi dispiaceva affatto.
Anche io preferivo quelli piuttosto che i ristoranti.
"Tu mangi solo quello?" mi chiese Michael stupito, appena mi sedetti al tavolo con il vassoio.
"Intendi un semplice menù? Ehm...sì. Siete voi che avete preso otto panini e quattro porzioni di patatine in due." sembrava che volessero dare a me della strana, ma erano loro quelli fuori di testa.
Come potevano mangiare quattro panini e due porzioni di patatine a testa?!
"Cosa vuoi? Ho fame, okay? Mangerei anche il tuo panino." mi rispose Michael, puntando gli occhi sul mio vassoio.
"Se ci provi ti dò fuoco!" lo minacciai, guadagnandomi una risata da parte sua.
"Credo che sia la prima volta che ti vedo mangiare davvero." aggiunse Michael.
Io subito abbassai lo sguardo.
Mi stava già passando la voglia di mangiare.
Ero fatta così...era solo una cosa mia personale. 
"Mike...è meglio che tu non le dica niente riguardo al cibo, poi ti spiegherò." gli sussurrò Luke.
Ma forse lui non sapeva che Michael aveva già capito tutto fin da quando ci eravamo conosciuti.
Anche se non gliene avevo mai parlato, aveva imparato a conoscermi piuttosto bene, e sapevo che mi capiva.
Anzi...a volte mi capiva anche più di quanto potesse capirmi Luke.
"Lei sa che quando è con me deve mangiare. Anche perché...chi finisce tutto per ultimo subirà una penitenza!" annunciò Michael, proponendomi una sfida che di certo non avrei rifiutato.
Avevo già detto che odiavo perdere?!
Così, cominciai a mangiare più velocemente che potevo, anche a costo di stare male.
Anche se stavo facendo veloce, però, Michael e Luke, nonostante tutto ciò che avessero davanti, sembrava stessero finendo prima di me.
O forse mi sbagliavo.
"Finito!" gridai pochi minuti dopo, gettando sul mio vassoio il tovagliolo con cui tenevo il panino.
"Anch'io!" si aggiunse subito dopo Michael.
Beh, avevo vinto.
"Hemmo...qualcuno subirà una penitenza..." cantilenò Michael voltandosi verso il nostro migliore amico.
"Ma la sfida era tra voi due...cosa c'entro io?" evidentemente Luke non aveva capito di far parte di quella sfida almeno quanto noi, e aveva perso.
Probabilmente Michael mi aveva fatto vincere sapendo che sarebbe stato Luke l'ultimo.
"Hai perso. Non puoi tirarti indietro." insistette Michael.
"Eh va bene...appena finisco di mangiare farò ciò che vuoi. Ma almeno dimmi di che cosa si tratta." Già mi stavo chiedendo cosa gli avrebbe fatto fare.
Michael aveva una mente del tutto malefica...un po' come me.
"Dovrai scrivere a Jenna. E se non lo farai tu, lo faremo io, o Vicky con il tuo cellulare." quella di Michael suonava più come una minaccia, ma non avrei mai potuto adorare Michael come lo adoravo in quel momento.
Ma come faceva a sapere di Luke e Jenna?
Possibile che avesse intuito qualcosa?
"Voi siete pazzi! Io...io non posso! Capite che è fidanzata?! Non posso e basta!" Luke cominciò a balbettare evidentemente agitato.
"Se tu non puoi...lo faremo noi. Nessun problema Hemmo, siamo qui apposta." Michael lo prese in giro.
"Ma mi prendi per il culo? Mike! Ho già fatto a botte con Tyler una volta, se scrivo alla sua ragazza, quello mi disintegra." mi stupí il fatto che Luke avesse paura di Tyler, ma in fondo lui aveva paura di tutto.
"Tranquillo, non lo permetterei mai. Mi basta solo avvicinarmi a lui per farlo correre via piangendo." disse Michael con soddisfazione.
"Mi piacerebbe sapere perché tutti hanno paura di te. Voglio dire...hai solo un aspetto e un carattere un po' intimidatori, ma non tanto da intimorire qualcuno in questo modo." ormai era troppo tempo che mi chiedevo il motivo per cui tutti scappassero da Michael.
Ma sapevo che era solo per il suo stile e per il suo carattere di merda.
In fondo, al college avevano paura anche di me, ed io non avevo mai fatto un granché.
"Fatti i cazzi tuoi, e non cercare di cambiare discorso! Scriverai a Jenna!" gli impose Michael.
Sapevo che Luke avrebbe ceduto: ormai faceva tutto ciò che gli diceva Michael...forse perché anche lui aveva paura di una sua reazione.
"Va bene...va bene. Lo farò, ma...mi aiuterete, vero?" ci chiese Luke con uno sguardo più speranzoso che mai.
E poi lui era quello che diceva di non provare nulla per Jenna...
"È ovvio che ti aiuteremo. Altrimenti come faremo a sapere se le hai scritto davvero?'' a quel punto Luke si alzò senza dire niente, andò a sistemare il suo vassoio e si diresse all'uscita senza neanche aspettarci.
"Dici che è preoccupato per ciò che accadrà?" chiesi a Michael mentre ci alzammo anche noi.
"Credo di sì. Ma prima o poi avrebbe dovuto farlo comunque..." evidentemente anche Michael aveva capito che tra Jenna e Luke poteva esserci qualcosa...se solo lui avesse fatto almeno un passo verso di lei.
"Hey Lukey...cosa ti prende?'' appena raggiungemmo Luke, gli misi una mano sulla spalla per fargli capire che io c'ero.
"Ho paura anche solo di mandarle un messaggio, okay?! So già che mi dirà cose orribili, e dopo ciò che è successo con Jessica...pensate davvero che io possa sopportare altro?!" era incredibile che fosse ancora così preso da Jessica.
Non poteva piacergli ancora dopo tutto ciò che gli aveva fatto.
Ma Luke si affezionava sempre troppo alle persone, e spesso era lui a rimetterci.
"Hemmo, dimentica quella troia! Se non scrivi anche solo un 'ciao' a Jenna, non ti riavvicinerai mai a lei!" insistette Michael.
"Jessica non è una troia! Smettila di chiamarla così! E comunque...chi ti dice che io voglia riavvicinarmi a Jenna?" scattò Luke, guardandoci entrambi con occhi lucidi.
"Quante cazzate...Luke! Parli di lei continuamente! Davvero vuoi farmi credere che non ti importi di Jenna?! Puoi mentire a qualcun altro, ma non a me, e tanto meno a Vicky!" ero felice che Michael avesse incluso anche me, ed ero pienamente d'accordo con lui.
Su ogni cosa.
"Ma certo che mi importa di Jenna! È solo che...lei mi odia. E sembra che sia felice senza di me, quindi...cazzo! Non so cosa fare!" se davvero Luke pensava che Jenna lo odiasse, si sbagliava di grosso.
Come al solito non capiva niente.
"Luke! Smettila di essere così cretino! Sai benissimo cosa pensa di te! Non ricordi quella lettera?" quella lettera che aveva scritto Jenna era stata la rovina di tutto: della loro amicizia, della nostra, e anche la rovina di Luke stesso.
L'aveva portato a fare cose che prima non avrebbe mai fatto.
"Ti sembrerò pazzo se dico che la porto sempre con me..." sembrava così...romantico...eppure non lo era affatto.
"E svegliati una buona volta, coglione!" sbottò Michael, tirandogli una sberla sul collo.
"Ma che cazzo fai?" Luke si rivoltò, quasi con rabbia.
Ma in fondo sapevamo che non era arrabbiato.
Nonostante questo, però, a me dava comunque fastidio il fatto che Michael avesse colpito in quel modo il mio migliore amico.
Solo io ero autorizzata a farlo!
"Ti faccio aprire gli occhi! Possibile che tu non capisca mai un cazzo?! Se tieni così tanto a lei, allora scrivile! Ci vuole molto?!" ormai era evidente che Luke e Jenna fossero fatti per stare insieme.
Forse Michael faceva bene a spronarlo, ma c'erano comunque altri modi per farglielo capire.
"Ho detto che lo farò, okay?! Ora possiamo tornare all'appartamento, per favore?" ci chiese Luke con un filo di voce.
Era frustrante il fatto che Michael ed io fossimo riusciti a fargli cambiare umore fino a fargli diventare gli occhi lucidi...e tutto in così poco tempo.
A quel punto, entrambi assecondammo la richiesta del nostro migliore amico.
Quando arrivammo all'appartamento, però, sentimmo delle voci al piano superiore.
Evidentemente Ashton si era svegliato e ora stava parlando con Calum e Grace.
Qualcosa mi diceva che non avrebbe portato a nulla di buono.
"In che senso devi parlarmi? E che cosa c'entra Ash?" era Calum che stava parlano in quel momento, e subito capii di cosa si trattasse.
"Saliamo anche noi?" la domanda di Michael era decisamente stupida e inopportuna.
A volte la sua curiosità prendeva fin troppo il sopravvento.
Ed era sempre più insopportabile.
"No, idiota! Stai zitto, così ascoltiamo." in realtà anche io ero piuttosto interessata a sapere cosa stesse succedendo, ma non tanto da andare da loro ed intromettermi.
"Cally, amore mio....sai che amo solo te, vero?" Grace stava decisamente cercando di addolcire Calum prima di dargli il colpo di grazia.
Ma avrebbe funzionato?
"Grace...cosa succede? Dimmi cosa mi stai nascondendo! E per l'ennesima volta: dimmi che cazzo c'entra Ash!" la voce di Calum sembrava parecchio preoccupata, e forse, già piena di rabbia.
Ma avevo più paura per lui, che per Ashton.
"Beh...ieri, dopo ciò che è successo tra noi...lo sai che sono uscita con Ash e..." a quel punto Grace si interruppe, come se stesse aspettando che Ashton continuasse.
"E niente, Cal. Grace è uscita con me. Non è necessario che..." Ashton stava cercando di nascondere l'accaduto, ma sapevo che Grace avrebbe raccontato tutto a Calum in ogni caso.
"E invece sì che è necessario, Ash! Non rendere tutto più complicato di quanto non lo sia già..." si lamentò lei.
"Volete dirmi cosa cazzo sta succedendo?" disse Calum nervosamente, alzando la voce.
Era difficile che lui alzasse la voce, soprattutto in presenza della sua ragazza, ma quella volta mi trovavo costretta a schierarmi dalla parte di Calum.
"Amore...io...sai che per me era un momento un po' così...ero triste e non smettevo di piangere a causa tua...stavo davvero male e..." Grace iniziò, ma forse non sapeva come spiegare a Calum il presunto tradimento.
Non doveva essere per niente facile.
"E cosa? Dove vuoi arrivare?" insistette Calum.
"Prima promettimi che non ti arrabbierai con nessuno..." la richiesta di Grace era a dir poco assurda.
Come avrebbe potuto non arrabbiarsi?!
"No! Non te lo prometto! Voglio solo sapere cosa cazzo sta succedendo! Perché mi sto innervosendo parecchio, okay?!" ormai non riuscivo più a capire come si stesse sentendo Calum, ma sicuramente non avrebbe mantenuto la calma.
"Beh...io...io...ehm...ho baciato un altro ragazzo. Ma è stato solo un bacio a stampo, Cal. Giuro che non ho provato niente. Io amo solo te, lo sai..." Grace parlò tutto d'un fiato, come se stesse già cercando di giustificarsi.
"Che cosa?! Grace, ma cosa cazzo ti salta in mente?! Io mi sono sempre fidato di te! E poi...chi cazzo è questo ragazzo? Giuro che se lo vedo, io...io..." Calum era letteralmente fuori di sé.
In quel momento, probabilmente sarebbe riuscito benissimo a fare a pezzi qualcuno.
Quando si trattava della sua ragazza, Calum impazziva letteralmente.
"Cal...sono io quel ragazzo." il tono di voce di Ashton, sembrava piuttosto freddo e distaccato, quasi intimidatorio.
"Tu? Come cazzo ti permetti di baciare la mia ragazza?! Pezzo di merda! Pensavo fossi mio amico!" gridò Calum.
Forse era arrivato il momento di andare al piano di sopra a fermarli, altrimenti...non avevo nemmeno il coraggio di pensare a cosa sarebbe accaduto.
Così corsi su per le scale seguita da Michael.
Subito ci ritrovammo davanti a Calum intento a spintonare Ashton.
Non sarebbe finita per niente bene...
"Che cazzo vuoi? Sei stato tu a lasciarla!" Ashton continuò a provocarlo, per poi spintonare Calum a sua volta, ma quella volta molto più forte, tanto da farlo indietreggiare di parecchi passi.
"Cal! Non fare così, per favore! È stato solo un bacio a stampo! È colpa mia! Ash mi ha respinta..." cercò di dire Grace.
Speravo solo che Calum credesse alle sue parole.
"Non me ne frega un cazzo! Vi siete baciati! Ce l'ho soprattutto con te, Grace! Pensi di poter fare quel cazzo che vuoi dopo una semplice discussione?! Beh, ti sbagli! Mi hai tradito, cazzo!" nel frattempo, Michael ed io ci guardammo non sapendo esattamente cosa fare.
Noi non c'entravamo nulla con quella storia, ma dovevamo fermarli prima che potesse scoppiare una rissa tra i due.
E mancava davvero poco.
"Non permetterti di urlarle contro! Lascia stare Grace! Prenditela con me, piuttosto!" Ashton urlò a sua volta avvicinandosi pericolosamente a Calum.
Improvvisamente vidi Michael scattare verso Ashton.
Lo placcò tenendolo fermo per le braccia e trascinandolo lontano da Calum.
"Ma che cazzo...?! Michael, lasciami!" era inevitabile che Ashton cominciasse a dimenarsi: voleva portare a termine ciò che aveva iniziato.
Intanto, io mi posizionai in mezzo ai due litiganti, cercando di tener fermo Calum che minacciava di andare ad attaccare Ashton.
"Ash! Smettila di fare la testa di cazzo! Muoviti! Entra!" continuò Michael, spingendo Ashton nella stanza che avrebbe condiviso con Luke.
La porta si chiuse, e per un po', di loro non avremmo saputo più nulla.
"Vic! Ora basta! Lasciami andare! Tu non sai cosa è successo!" continuò Calum, sempre con voce parecchio alta.
"Tu dici? Beh, ti sbagli! So tutto! Ora fammi il piacere di calmarti, perché reagire così non serve proprio a nulla!" speravo mi ascoltasse, ma non sarebbe stato facile.
"Come faccio a stare calmo? Quel coglione ha baciato la mia ragazza!" evidentemente era Calum a non aver capito niente di quella storia.
"Cal, è colpa mia! Ashton non ha fatto niente..." intervenne Grace appoggiando una mano sulla spalla del suo ragazzo.
"Cazzate!" gridò Calum spostando bruscamente la mano di Grace.
"Ora basta, Cal! Stai esagerando!" a quel punto spinsi Calum nella sua stanza.
Parlargli in privato sarebbe stata la cosa migliore.
"Mi spieghi cosa cazzo significa questo?" sbottò Calum, andando a sedersi sul letto.
"Significa che Grace è una mia amica, e tu la stai trattando come se fosse una nullità! A volte mi chiedo se tu non stia con lei solo per la popolarità. Ci metto un secondo a farti tornare lo sfigato che sei sempre stato! Non sfidarmi, Hood! Non ti conviene!" era inevitabile che io cominciassi a minacciarlo in quel modo.
Quella poca pazienza che avevo si era esaurita del tutto, e di certo Calum non l'avrebbe passata liscia.
"Per la popolarità? Ma cosa stai dicendo?! Io amo Grace! La amo con tutto me stesso, ma non posso accettare che abbia baciato il nostro migliore amico! Non ce l'ho solo con lei, ma anche con Ashton!" il fatto che lui la amasse davvero, era più che chiaro ormai, ma ultimamente Calum stava facendo sorgere dubbi a tutti noi.
Sembrava fosse cambiato da quando stava con Grace, e stava continuando a farlo.
Che si stesse montando la testa?
Beh, era possibile.
"Ma sei stupido, o cosa? Hai sentito quello che ti ha detto Grace? È stata lei a baciarlo, e Ash l'ha respinta. Ha avuto solo un attimo di debolezza, può capitare a chiunque. E poi...pensa anche al fatto che lei abbia avuto il coraggio di confessartelo. Non è da tutti, Cal. Facendo così la perderai. Non fare finta di essere chi non sei. Torna ad essere il Calum Hood che sei sempre stato, quello di cui Grace si è innamorata." improvvisamente tornai a parlargli dolcemente, almeno per quanto mi fu possibile.
Calum non aveva mai avuto un carattere forte, ma ultimamente era come se stesse cercando in qualche modo di averlo.
Cercava di essere come Ashton, o come Michael...ma non capiva che Grace era innamorata del Calum dolce e sensibile, non di quello stronzo e menefreghista.
"Io...io non voglio perderla..." sembrava che le mie parole avessero funzionato.
Ma forse avevo peggiorato le cose perché ora Calum stava piangendo, ed io non sapevo cosa fare.
"Cal...non la perderai, okay? Dipende solo da te, e so che ce la puoi fare." non sapevo nemmeno cosa dire.
Non mi capitava spesso di dover consolare qualcuno, a parte Luke, ma con lui era diverso.
"Vic...ho paura. Non so cosa devo fare. Io...io volevo solo essere la persona di cui ha bisogno. Volevo essere il ragazzo forte, pronto a difenderla e a fare di tutto per lei, ma non lo sono! Non lo sono mai stato, e mai lo sarò..." finalmente aveva capito quale fosse il nocciolo della questione...o almeno così credevo.
"Lei ha bisogno di te! Non devi cercare di essere Ashton, o...Michael...o Luke. Sii solo te stesso, e fallo per Grace! Lei ti ama, e continuerà a farlo finché sarai te stesso. Se cambierai...chi può assicurarti che continuerai a piacerle?" avevo sempre pensato che cambiare totalmente per una persona fosse sbagliato, ed era proprio ciò che lui stava facendo.
"Vic...io non so più cosa sto facendo. Cosa dovrei fare? Io ho bisogno di lei..." Calum continuava a singhiozzare, ormai aveva già gli occhi arrossati.
Mi faceva davvero pena vederlo così.
"Inizia con il chiederle scusa, vedrai che lo apprezzerà." quella poteva essere una soluzione, ma non ne ero certa: io non ero un'esperta di relazioni...
"Mi...mi accompagneresti da lei?" mi chiese tentando di asciugarsi le lacrime dagli occhi, facendoli solo diventare più rossi.
"Ma certo. Dai alzati e andiamo da lei." gli dissi sorridendo, e a quel punto lui mi seguí.
Andammo al piano di sotto, e la scena che mi trovai davanti fu a dir poco patetica.
Mi chiedevo cosa io ci facessi ancora in quella casa...

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