Luke's pov
Victoria ed io stavamo andando all'ospedale non tanto per andare a trovare Michael, ma per parlare con Ashton.
Avevo davvero bisogno di lui in quel momento.
Nonostante Michael fosse stato il mio migliore amico fin dall'inizio, Ashton era quello che mi aveva sempre aiutato di più.
Sapeva sempre cosa dire per farmi stare meglio, e dava davvero dei buoni consigli.
Non avrei saputo cosa fare senza di lui.
"Lukey! Io...ehm...ho cambiato idea. Torniamo a casa tua? Se no...possiamo fare un giro..." appena Victoria scese dalla mia moto diventò improvvisamente strana.
Non capivo cosa avesse, ma l'avrei capito presto.
"Se hai paura della madre di Michael...beh...non preoccuparti. Ci sono io qui con te." quella fu la prima cosa che mi venne in mente, ma ero pronto a difenderla anche a costo di litigare con i genitori del mio migliore amico.
"No, Luke! Non è per lei! Andiamo via e basta!" lei insistette, cercando di trascinarmi via dall'ingresso dell'ospedale.
Continuavo a non capire...
"Vicky, smettila di essere così infantile ed entriamo. Vedrai che non succederà nulla." ancora una volta la rassicurai prendendola poi per un braccio e trascinandola letteralmente.
"Luke! Luke! Fermo! Tu non capisci!" nonostante continuasse a divincolarsi, io ero abbastanza forte da tenerla.
Non risposi nemmeno alle sue continue lamentele.
Finché alla fine cedette e mi seguí fino all'ascensore che ci avrebbe portato al piano della stanza di Michael.
"Ti sei calmata?" le chiesi mettendomi a ridere mentre eravamo ancora in ascensore.
"Io ti dico che dobbiamo andarcene! Cazzi tuoi..." sembrava essere sicura di ciò che diceva.
Avrei solo voluto sapere di cosa stesse parlando.
In ogni caso, quando arrivammo, iniziai a camminare lungo il corridoio con Victoria al mio fianco.
Finché non mi bloccai proprio a metà.
Victoria aveva ragione.
Avrei dovuto ascoltarla.
"Luke, te l'avevo detto. Torniamo indietro, okay?!" non feci in tempo nemmeno a reagire.
Avrei davvero dovuto tornare subito a casa, ma sembrava non ne fossi in grado.
"Wow! Quanto tempo, Luke! Sembrano passati secoli." improvvisamente si avvicinò a me l'unica persona che non avrei voluto vedere: era Jessica.
Appena mi vide, venne verso di me toccamdomi i capelli e dandomi un bacio sulla guancia.
Anche se...in realtà quel bacio era anche fin troppo vicino alle mie labbra.
L'aveva fatto apposta!
Lo sapevo!
"Lascialo stare! Hai già fatto abbastanza!" Victoria si mise subito in mezzo spingendola via.
Aveva fatto bene.
Io non sarei stato in grado di farlo.
"Io non credo. Vieni a sederti, Luke?" quando Jessica si rivolse a me, mise un braccio attorno ai miei fianchi spingendomi a seguirla, ma io non mi mossi da lì.
"Quale parte di 'lascialo stare' non capisci?! Luke non è di tua proprietà! Non puoi riprendertelo quando ne hai voglia tu!" ancora una volta Victoria la spinse via, ma Jessica si mise a ridere come se non le importasse di nulla.
"Perché non me lo dice lui? Non è in grado di pensare con la propria testa?" come al solito, Jessica risultava piuttosto arrogante...e lo era.
"Ma che cazzo sta succedendo qui?!" finalmente arrivò Ashton: era all'interno della stanza di Michael, e forse aveva sentito tutto, per questo motivo era intervenuto.
"A te cosa sembra? Ho semplicemente rivisto il mio Luke dopo secoli." rispose Jessica con un sorrisetto che avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque.
"Sei una stronza, Jess! Dai, vieni Luke." a quel punto Ashton mi prese per un braccio e mi portò nella stanza di Michael.
Per l'ennesima volta non fui in grado di dire nulla.
Avevo Michael davanti a me, e non potevo che pensare solo al mio migliore amico.
"Quindi...è vero che Mike è vivo. Se...se gli prendo la mano, me la stringerà come ha fatto con Vicky?" avrei tanto voluto avere una conferma di ciò che era successo.
Al momento, era come se mi fossi completamente dimenticato di Jessica.
"Non lo so...puoi provare. Ma fino ad ora ha reagito solo con Vic. Ci ha provato anche Isabelle, ma...nulla." Ashton sorrise, e venne da sorridere anche a me.
Poi mi avvicinai ancora di più a Michael e gli presi la mano.
Inutile dire che Ashton avesse ragione.
Lui non reagiva nemmeno con me.
"Hai ragione. È evidente che anche lui provi qualcosa per Vicky..." dissi sorridendo.
"Credo che ormai questo l'abbiano capito anche i muri." Ashton si mise a ridere con la sua solita risata contagiosa, ed io mi unii a lui.
"Non vedo l'ora che si svegli da questo fottuto coma. Mi manca così tanto..." vedere Michael in quelle condizioni faceva sempre male.
"Manca anche a me..." ammise Ashton, poi tra noi calò il silenzio.
"Ash? Cosa ci fa qui Jessica?" improvvisamente mi tornò in mente il motivo per cui mi trovassi lì con Ashton.
"A quanto pare è amica di Catherine, la troia che pretende di stare con Michael. Tra le due...non so chi sia peggio." ormai sapevo bene chi fosse Catherine, e sapevo anche che Victoria non avesse mai odiato così tanto qualcuno, come odiava lei.
Era così semplicemente perché si era resa conto di avere una valida rivale.
"Ho lasciato Jenna..." sentii subito il dovere di dirglielo.
La mia migliore amica non era riuscita ad aiutarmi, ma lui ci sarebbe riuscito...l'aveva sempre fatto.
"Ti prego, Luke...dimmi che non l'hai fatto per Jessica." Ashton venne subito verso di me mettendomi una mano sulla spalla e cercando il mio sguardo.
Sembrava preoccupato.
"No, no! È che...le ho chiesto una pausa. Lei odia il fatto che io sia sempre qui, e anche che io non le presti più tanta attenzione a causa delle condizioni di Mike. Sinceramente...tutto questo non mi sta bene, e ho bisogno di pensare. Ma Jessica...continuo a pensare a lei nonostante io sia innamorato di Jenna." ammisi, evitando il suo sguardo che mi stava quasi mettendo a disagio.
"Sei sicuro di essere innamorato di Jenna, o ti senti solo in dovere di ricambiarla?" in quel caso era riuscito a mettermi in difficoltà.
Non mi ero mai posto quella domanda.
"Non lo so...io...io credo di amarla." avevo appena cominciato a pensare davvero a quella domanda.
Il problema era che nemmeno io riuscivo a rendermene conto davvero.
Qual era la verità?
Come facevo a capirlo?
"Se dici che credi di amarla, probabilmente non la ami davvero. Ne è la prova anche il fatto che tu continui a pensare ad un'altra." finalmente avevo capito che Ashton avesse ragione.
Dovevo pensarci un bel po' prima di tornare con Jenna.
"Mi stai dicendo che dovrei riprovarci con Jess?" non capivo...Ashton mi stava davvero spingendo a tornare con lei?!
"Se ci provi, ti uccido con le mie stesse mani! Non provare ad avvicinarti a lei! Quella stronza non ti fa altro che male! La vostra è quella che definisco una relazione tossica. So quello che ti ha fatto, e so anche quanto hai sofferto. Devi andare avanti, Luke! Vai avanti senza guardarti indietro." in quel momento realizzai che in fondo quello era più o meno ciò che mi aveva detto anche Victoria.
L'unica differenza era che lei era stata piuttosto diretta e molto meno delicata di Ashton.
Tipico...
"Non capisco Ash...in poche parole vuoi dire: niente Jenna, e niente Jessica?" Continuavo a fare domande.
Ero certo che di lì a poco mi avrebbe mandato a quel paese.
"Sicuramente sto dicendo 'niente Jessica', e riguardo a Jenna, invece...devi sentirtela tu. Per ora aspetta a tornare con lei. Aspetta che Michael si riprenda, visto che alla fine è lui la causa della vostra rottura. E in questo periodo di pausa, pensa solo a ciò di cui hai bisogno. Fai caso alle piccole cose. Ad esempio...se ti manca, se hai voglia di vederla, di baciarla, di tenerla per mano...capito cosa intendo?" Ashton era stato davvero molto chiaro.
Non potevo chiedere di meglio.
"Sì...capisco. Grazie Ash." detto questo, lo abbracciai.
Ashton era davvero l'amico che tutti avrebbero voluto avere.
Senza di lui sarei stato perso.
"Aspetta! Le senti anche tu?" improvvisamente sentii delle voci fuori da quella porta, e la situazione non sembrava affatto tranquilla.
"Cazzo! Sapevo sarebbe successo..." Ashton andò subito ad aprire, e ciò che ci trovammo davanti non fu di certo ciò che ci aspettavamo...o forse sì.
"Tu devi stargli lontano! Sei solo una puttana!" Victoria aveva appena spinto contro il muro Catherine e la teneva ferma per il colletto della maglietta.
"Lascia stare mio fratello! Questa volta non lo avrai!" anche Isabelle si intromise urlando contro a quella ragazza, mentre Ashton ed io restammo lì fermi a bocca aperta.
Loro non si erano accorte di noi, e noi non eravamo neanche in grado di reagire.
"Voi non mi conoscete! Nessuno sa chi sono io!" replicò poi Catherine, divincolandosi appena a causa della troppa vicinanza di Victoria e Isabelle.
"Strano...perché solitamente le puttane sono conosciute da tutti...e a quanto pare è proprio ciò che sei." il bello di Victoria era che sapeva sempre cosa dire, aveva sempre la battuta pronta.
Quasi mi venne da ridere.
"Lasciami subito!" Catherine iniziò a lamentarsi.
Ormai era completamente impotente, ma la sua arroganza non mancava mai.
"Lasciala, okay?" in quel momento intervenne anche Jessica.
Ma appena si avvicinò per difendere la sua amica, Victoria le tirò un pugno in pieno volto.
"E tu devi stare lontana dal mio migliore amico, troia che non sei altro!" le urlò contro Victoria.
Ero felice che avesse preso le mie difese, ma stava esagerando.
"Tu non tocchi la mia amica!" replicò Catherine nonostante Victoria la stesse tenendo ferma contro il muro.
"Se volete fare le gemelline, per me non c'è problema, sai? Anzi...mi farebbe solo piacere spaccarti quel bel nasino finto." Ashton ed io avremmo dovuto fare qualcosa, ma nessuno di noi due si mosse.
Forse in fondo volevamo davvero che Victoria facesse a pezzi quelle due.
La cosa strana era che in quel momento non c'era proprio nessuno tra i corridoi, nemmeno un dottore o un infermiere.
"Pensa a come ci rimarrebbe Michael a sapere che hai picchiato la ragazza che lui stesso ha sempre amato..." Catherine cercò di trovare una scappatoia, e forse aveva capito che il punto debole di Victoria fosse proprio Michael.
"Chiudi quella cazzo di bocca! Non sei tu la ragazza di cui è innamorato!" sfortunatamente per lei, però, Victoria reagí urlandole contro e spingendola ancora di più contro il muro facendole sbattere la testa.
La situazione stava degenerando.
Non pensavo potesse arrivare a tanto...anche se in realtà quella ragazza se lo meritava.
Ashton ed io ci lanciammo uno sguardo come per dirci che forse era il caso di intervenire, e così facemmo.
"Vic. Lascia stare! Non ne vale la pena..." Ashton fu il primo a parlare.
Appoggiò subito le sue mani sulle spalle di Victoria tentando di farla calmare.
Io che la conoscevo bene, sapevo che non avrebbe funzionato.
"Grazie Ash..." era come se Catherine avesse pensato ad un atto di supporto da parte di Ashton.
"Non illuderti! Lui non è dalla tua parte!" Victoria nemmeno si volto verso Ashton.
Stava facendo tutto lei, e ancora una volta spinse la ragazza contro il muro.
"Vicky...pensa a Michael! Sai che lui è contro queste cose!" a quel punto intervenni anche io puntando sul fatto che lei amasse Michael.
Forse, se fossi stato io a dirglielo, avrebbe ceduto.
E poi...quella era solo la verità: Michael odiava la violenza, a meno che non fosse stata strettamente necessaria ovviamente.
In quel caso non lo era.
Se Michael avesse saputo che Victoria aveva picchiato Catherine, ci sarebbe rimasto davvero male: in fondo...lui aveva amato davvero quella ragazza.
Avrebbe perso la fiducia in Victoria.
"Non finisce qui, puttana!" finalmente lei lasciò andare la ragazza che teneva in 'ostaggio', e Catherine fece subito un sospiro di sollievo.
Anche se cercava di nasconderlo, era evidentemente spaventata.
"Isabelle, tu ed io dobbiamo parlare." poi, Ashton raggiunse Isabelle parlandole con estrema serietà.
"Non sei mio padre..." nessuno si aspettava una risposta del genere da parte sua, ma in fondo aveva ragione.
"Ma sono il tuo ragazzo. Più tardi dovremo parlare." il tono autoritario di Ashton fece capire che oltre ad essere il suo fidanzato, le stava facendo anche da fratello.
"Ora vai a tenere compagnia a tuo fratello. Credo che sia il caso che io accompagni Vic a prendere una boccata d'aria." Isabelle alzò gli occhi al cielo, ma avrebbe ascoltato il suo ragazzo.
"Aspetta..." proprio mentre Ashton stava per andarsene, Isabelle lo fermò per dargli un semplice bacio a stampo, poi lo lasciò andare via con Victoria, mentre lei entrò nella stanza di Michael.
Ero rimasto da solo con Jessica e Catherine.
Mi sentivo in imbarazzo e completamente a disagio.
"Ehm...Jess, stai bene?" dovevo rompere il ghiaccio, e in fondo ero davvero preoccupato per lei.
Era solo seduta su quella panchina tamponandosi il naso sanguinante con un fazzoletto.
"A te cosa sembra? Quella stronza mi ha rotto il naso!" era evidente che non fosse vero: il suo naso non era affatto rotto.
"Mi...mi dispiace." non potevo far altro che scusarmi per il comportamento di Victoria.
Mi sentivo responsabile in qualche modo.
"E quindi? Che cosa vuoi fare? Resti lì a fissarmi come un deficiente, o mi dai una mano a cercare un dottore?" disse poi alzandosi in piedi e prendendomi per mano.
Non sapevo il motivo, ma la lasciai fare.
"Ehm...s...sì...andiamo..." fu lei a trascinarmi letteralmente lontano da lì.
Quando entrammo in ascensore, notai che non smetteva di guardarmi.
"Grazie per esserti preoccupato per me, Luke." sussurrò appoggiandomi le mani sul petto.
Era troppo vicina a me, ed io non sapevo nemmeno cosa dirle: la verità era che mi sentivo in dovere di aiutarla.
"Sai che mi sei mancato..." la sua voce era sempre più bassa, e il suo viso sempre più vicino al mio.
Non sapevo cosa fare.
Non riuscivo a reagire.
Finché le sue labbra non toccarono le mie.
Cercai di resistere, ma cedetti come un cretino.
Ricambiai il bacio mettendole le mani sui fianchi.
Non mi sentivo più in imbarazzo.
"Sapevo che non mi avresti dimenticato..." appena l'ascensore arrivò a destinazione, lei si staccò da me e uscì lasciandomi lì.
"Jess! Aspetta!" qualcosa mi diceva di correrle dietro.
Forse avevamo un conto in sospeso.
"Sì? Dimmi..." era come se non fosse successo nulla.
Come se usciti da quell'ascensore, tutto si fosse cancellato.
"Non credi che..." non sapevo nemmeno cosa dirle, non sapevo come iniziare.
Perché doveva sempre essere tutto così complicato?!
"Si vedrà, Luke. Fatti sentire. Il mio numero ce l'hai." forse lei aveva interpretato male le mie parole...o forse no.
Ero solo confuso.
"Ma tu...tu mi hai baciato..." forse mi aspettavo molto dal suo gesto, ma non avrei dovuto illudermi.
"Già. Sapevo che non ti sarebbe dispiaciuto." lei scrollò le spalle con indifferenza.
Ma cosa significava tutto quello?
"Pensavo mi odiassi..." sapevo che Jessica non avesse mai preso bene il fatto che io l'avessi lasciata: aveva fatto anche circolare quel maledetto video che se non fosse stato per Michael avrebbero visto tutti.
"Acqua passata." ancora una volta mostrò tutta la sua indifferenza a riguardo.
"Ma...non capisco...qual è il tuo scopo? Vuoi tornare ad essere la mia ragazza?" le chiesi ingenuamente.
"È una richiesta? Mi stai chiedendo di tornare con te?" Jessica non mostrava un minimo di felicità.
Sembrava non le importasse di nulla.
"No Jess. È solo una domanda." d'altra parte, la mia non era affatto una proposta.
"Beh...in questo caso ti risponderei che forse tornerei con te, ma ti lascio il beneficio del dubbio." il suo sorrisetto mi fece subito capire che quella fosse solo una provocazione.
Avrei solo voluto essere abbastanza forte da non cedere in quel modo.
"Comunque...mi riaccompagni a casa? Non posso andare in giro da sola in queste condizioni." aggiunse lei.
Voleva farmi credere di non essere in grado di tornare da sola, ma sapevo la verità: era solo una stupida scusa per restare con me, in quanto il suo naso non sanguinasse più già da un bel po' ormai.
"Pensavo avessi bisogno di un dottore." replicai ricordandole il motivo per cui avessimo preso l'ascensore.
"Mentivo. Era solo una scusa per stare con te." già...mentiva...l'aveva sempre fatto, e ovviamente io ci cascavo sempre.
"Ora mi accompagni a casa? Sono venuta qui in macchina con Catherine, ma lei deve restare qui. Anzi! Andiamo a casa tua? È più vicina." stava davvero facendo tutto lei.
Aveva programmato ogni cosa, ed io non potei far altro che accettare.
Fortunatamente, quando uscimmo dall'ospedale, Victoria e Ashton non erano lì, altrimenti mi avrebbero ucciso.
Salimmo sulla mia moto, dopodiché partii verso casa mia.
Quando entrammo, lei si sedette sul mio divano e accese la TV, esattamente come se fosse stata a casa sua.
"Posso...posso offrirti qualcosa?" glielo chiesi solo per educazione, ma anche per rompere il ghiaccio.
"Hai della vodka?" mi chiese.
Io scossi la testa in segno di negazione.
Ma che richiesta assurda era quella?!
"Allora niente. Dai! Siediti qui con me." ero un po' titubante, ma alla fine lo feci.
Intanto lei estrasse una canna dalla sua borsa, e proprio mentre la stava per accendere, io la fermai.
"Se devi fumare, non farlo in casa, per favore." quella sera sarebbe arrivata mia madre, ed ero certo che avrebbe sentito un odore diverso da quello delle semplici sigarette.
"Credo che tu abbia bisogno di rilassarti un po'. Tieni. È pura, quindi vacci piano." improvvisamente estrasse dalla sua borsa un'altra canna.
Il fatto che l'erba non fosse mischiata con il tabacco, mi spaventava un po'.
Ma avevo quasi paura a rifiutarla.
Era come se io avessi paura di lei.
A quel punto mi diede anche l'accendino, ed io accesi quella canna.
Faci un tiro senza neanche buttare giù il fumo.
"Tutto qui? Ritenta, Luke." forse ero io lo stupido, ma feci ciò che mi aveva detto.
Iniziai subito a tossire, ma poi ci feci l'abitudine.
Forse perché tutto quel fumo mi arrivò subito alla testa.
Stava succedendo di nuovo...era tutto esattamente come il giorno in cui aveva fatto quel video che mi avrebbe rovinato la vita.
Era tutto come un brutto déjà vu.
"Allora? Ti senti meglio?" mi chiese dopo aver quasi finito l'intera canna.
Il problema era che non avevo più il controllo delle mie azioni.
Infatti, senza nemmeno pensarci, la baciai.
"E adesso? Cosa vuoi fare?" mi domandò Jessica con un sorrisetto beffardo.
"Prova a indovinare..." le risposi.
Se solo non avessi fumato...tutto ciò non sarebbe successo.
Ma non ero in grado di comprendere ciò che stavo facendo.
Successivamente, Jessica mi prese per mano facendomi alzare, poi mi portò in camera mia.
Evidentemente lei aveva ancora la testa sulle spalle, pronta ad ottenere ciò che voleva.
Mentre io ero completamente incosciente delle mie azioni.
Mi sarei pentito di ogni singola cosa non appena l'effetto dell'erba sarebbe svanito.
Nel frattempo, Jessica ed io ci spogliammo a vicenda.
Fortunatamente ebbi quel briciolo di lucidità per ricordarmi il preservativo.
Poi...successe quel che successe...
"Jess...credo che ora sia il caso di tornare giù." ormai era accaduto.
Avevamo fatto sesso, e l'effetto della marijuana non era ancora svanito.
Se fossimo rimasti lì a letto, probabilmente mi sarei addormentato.
"Certo, tesoro mio." a quel punto lei si alzò, ed io feci lo stesso rimettendomi solo i pantaloni.
Lei rimase in mutande e reggiseno, poi entrambi andammo al piano di sotto.
Improvvisamente mi era venuta fame.
Avrei mangiato anche il tavolo, ma era normale dopo aver fumato così tanto.
"Jess, vieni a mangiare qualcosa!" io andai subito in cucina e la chiamai per farla venire da me.
Appena mi raggiunse, mi baciò ancora e inspiegabilmente tutto ciò mi piaceva.
Era sbagliato, ma solo dopo me ne sarei reso conto.
"È tutto come quando stavamo insieme. Non è fantastico?!" disse appena si staccò da me.
La verità era che aveva ragione.
Anche i sentimenti sembravano essere li stessi.
"Lo è..." le sorrisi baciandola ancora, e ancora.
Era come essere tornati indietro nel tempo.
"Presto dovrai fare una scelta, Luke..." disse poi rimanendo sul vago.
Perché non capivo?
Perché non riuscivo a capire di cosa stesse parlando?
Che scelta avrei dovuto fare?
Mi persi per un po' tra i miei pensieri, pensando e ripensando alle sue parole.
Finché non mi risvegliai a causa del suono del campanello di casa.
"Tranquillo. Vado io. Tu prepara qualcosa da mangiare." dopo avermi dato un altro bacio, Jessica si avviò alla porta, ma non fece nemmeno in tempo ad aprire che qualcuno aveva già aperto con le chiavi.
"E tu chi cazzo sei? Dov'è Luke?" all'inizio nemmeno riconobbi quella voce.
Ma mi fidavo di Jessica, e lasciai tutto nelle sue mani.
"Beh...come puoi vedere...Luke è piuttosto impegnato in questo momento." rispose Jessica.
Io mi misi solo a ridere sapendo che avesse aperto la porta indossando solo indumenti intimi.
"Quel bastardo! Luke! Dove cazzo sei?!" in quel momento riuscii a capire chi fosse solo perché sentii la voce più vicina.
Entrai subito nel panico più totale.
"Luke! Che cazzo ci fai mezzo nudo con questa troia in mutande?!" era Jenna che entrò in cucina urlando e spintonandomi.
Mi ero completamente dimenticato di lei...come avevo potuto farlo?!
"Jen! Posso spiegarti..." quella era la classica frase che dicevo quando in realtà non avevo nulla da spiegare.
"Pezzo di merda! Ero preoccupata! Ti ho chiamato centinaia di volte senza avere una cazzo di risposta! Poi sono venuta qui e...e ti trovo con una puttana del genere?! Sei un coglione, Luke! Sei solo un coglione!" urlò ancora, per poi tirarmi un forte schiaffo in faccia.
"Mi dispiace...io..." non sapevo cosa dire.
Quello schiaffo fu così umiliante...
"Ti dispiace di cosa? Di avermi rimpiazzato con una prostituta?" non mi aspettavo che Jenna credesse questo di Jessica, ma in fondo si era presentata completamente nuda...
"Non è una prostituta! È Jessica!" lei sapeva chi fosse Jessica anche se non l'aveva mai vista.
Non c'era bisogno che io spiegassi.
"Ah! Allora pensi che così sia tutto risolto, giusto? Mentre io ero preoccupata per te, tu eri qui a scopare con la tua ex! Sapevo di non potermi fidare di te!" Jenna sembrava come impazzita all'idea che Jessica fosse in casa mia.
Forse aveva ragione.
"Ma Jen...noi non stiamo più insieme." era sbagliato, ma le ricordai che quella mattina stessa io l'avevo lasciata.
"Questo non significa nulla! Avevi detto che volevi una pausa? Bene! Eccoti accontentato! Abituati pure a questo, perché sarà una pausa molto lunga!" quello era decisamente un modo piuttosto diretto per rompere definitivamente con me.
"No Jen! Ti prego non lasciarmi...io...io ti amo..." avevo fatto una cazzata, ma sapevo che se tentavo di rimediare avrei solo peggiorato le cose.
"Se tu mi amassi davvero, non mi avresti rimpiazzato con lei!" non potevo darle torto.
Potevo solo giustificare le mie azioni dando la colpa al fumo, ma sapevo che se le avessi detto che avevo fumato, mi avrebbe odiato ancora di più.
"Ma io..." cercai di dire fermandomi subito in quanto non avessi nulla da dire veramente.
"Niente 'ma', Luke. È finita. Addio." a quel punto, Jenna si voltò.
Non avevo nemmeno la forza di piangere.
Non riuscii neanche a fermarla.
Faceva male vederla allontanarsi da me.
Ma ormai il danno era fatto.
Mi meritavo tutto quello.
"Potresti spiegarmi quante cazzo di persone hanno le chiavi di casa tua?" appena Jenna sbattè la porta alle sue spalle, Jessica commentò subito.
Non era affatto necessario quel commento.
"È la mia ragazza! È ovvio che abbia le chiavi di casa mia!" risposi con tono acido.
"Vorrai dire che era la tua ragazza! Sbaglio, o ti ha appena detto addio definitivamente?" lei sorrise dicendo quella frase.
Ovviamente non poteva che essere felice del fatto di avere il via libera con me.
"Smettila Jess! Smettila! Io la amo, okay? È tutta colpa tua se ora lei non mi vuole più!" io amavo davvero Jenna, e la colpevole della mia rottura con lei era solo Jessica.
Iniziavo ad odiarla...
"È colpa mia se tu mi hai trascinato nel tuo letto?" mi sfidò mettendo in evidenza il fatto che a lei non importasse.
"Jessica...mi hai drogato...mi hai spinto a fumare tanto, contro la mia volontà. E sei tu che mi hai provocato a tal punto da farmi cedere!" ormai erano ore che mi provocava.
Aveva fatto tutto lei.
"Io non ti ho drogato! Ti ho proposto di fumare, e tu l'hai fatto. E riguardo al sesso? Vogliamo parlarne? Sei tu che hai infilato il tuo pene nella mia vagina!" a volte non sopportavo la sua volgarità, era troppo anche per me che ero abituato alla scarsa finezza di Victoria.
Ma lei non era come Jessica, lei lo faceva solo per scherzare.
"Vattene!" non volevo più discutere con lei.
In fondo aveva ragione: io avevo accettato ogni cosa fino a spingermi così tanto oltre.
"Vai a vestirti ed esci da qui!" le dissi ancora.
Così, senza dire nulla, lei mi diede ascolto e salì in camera mia.
Non avevo neanche più fame.
Andai a sedermi sul divano dove la TV era ancora accesa.
Dopo pochi minuti la vidi di nuovo in salotto.
Non mi salutò nemmeno, e non disse nulla.
Si limitò ad uscire dalla porta da cui pochi secondi dopo entrò mia madre.
"Lucas! Alzati subito da lì!" qualcosa mi diceva che avrei litigato anche con lei.
Ero già nei guai fino al collo, infatti andai subito da lei.
"Mamma..." non avevo mai visto quello sguardo.
Sembrava avere tanta rabbia dentro di sé.
"Ancora con quella ragazza?! Ti ho detto che non devi più vederla! Che cosa hai fatto con lei? Pensi che io sia tanto stupida? Jenna si è sempre fidata di te! Non è questo il modo di trattare una ragazza!" mia madre mi gridò subito contro prendendo le difese di Jenna.
Aveva sempre odiato Jessica soprattutto per come mi avesse fatto sentire...per come mi avesse distrutto.
Ero stato davvero male per lei, e mia madre lo sapeva.
Sapeva anche che non era per nulla una brava ragazza.
"Ho lasciato Jenna questa mattina." ammisi abbassando lo sguardo.
"Questo non significa che devi andare a letto con Jessica! Non veglio che metta piede in casa nostra, e questo lo sai molto bene. Ti credevo più responsabile!" forse non ero affatto responsabile, e ancora meno lo ero in quel momento: anche se l'effetto dell'erba stava svanendo, ne ero ancora sotto effetto.
E proprio quando mia madre iniziò ad avviarsi verso il divano, realizzai che presto mi avrebbe scoperto.
"Che cosa sono questi? Hai fumato degli spinelli? Devi essere impazzito! Ti rendi conto di ciò che hai fatto? E guardami in faccia quando ti parlo!" urlò ancora prendendo in mano i due mozziconi che avevamo lasciato Jessica ed io.
Nemmeno stavo guardando in faccia mia madre, tanta era la vergogna che provavo.
Ebbi solo un po' di coraggio per avvicinarmi a lei a testa bassa.
Finché non mi diede un fortissimo schiaffo.
Non l'aveva mai fatto.
Mi faceva davvero male...sentivo la pelle bruciare.
Faceva così male che mi venne da piangere.
"È inutile che piangi! Ritieniti fortunato che non ti abbia già sbattuto fuori di casa! Mi chiedo solo dove ho sbagliato con te..." mia madre abbassò un po' il tono di voce.
La verità era che non era lei ad aver sbagliato, ma ero io che non facevo altro che combinare guai.
Avrei voluto dirglielo, ma me ne restavo lì fermo con le lacrime agli occhi e una mano sulla guancia che ancora mi bruciava.
"Vai in camera tua. È meglio che io non ti veda almeno per questa sera." la sua suonava molto come una minaccia, ma senza pensarci due volte corsi nella mia stanza.
Mi rannicchiai subito sul mio letto piangendo, e piangendo ancora.
Avevo bisogno solo di qualcuno con cui parlare, così chiamai la mia migliore amica.
Quando rispose, mi chiese più volte di ripetere in quanto io nemmeno riuscissi a parlare.
"Mia...mia madre mi ha picchiato..." dissi per l'ennesima volta, cercando di farmi capire.
"Che cosa? Dici davvero? E perché l'ha fatto?" mi domandò, finalmente capendo le mie parole.
"Lei ha...ha scoperto che ho fumato erba..." ammisi tentando di non piangere più, ma era difficile farlo.
"Beh...che dire...sei un coglione! Questa volta ha ragione lei." non potevo darle torto.
Ero stato davvero un coglione.
"Se ti dico anche un'altra cosa...prometti di non uccidermi?" le chiesi tra i singhiozzi.
Lei mi rispose che ci avrebbe provato, ma sapevo com'era fatta: mi avrebbe ucciso...
"Io...ehm...ho portato qui Jessica, mi ha spinto a fumare, ho fatto sesso con lei, e Jenna ci ha beccati. Ora...non ne vuole più sapere nulla di me. Cosa dovrei fare adesso?" quel giorno non avevo fatto altro che combinare guai.
Mi sentivo così in colpa...
"Un'idea ce l'avrei: sali sul tetto di casa tua, e buttati giù." anche se stava scherzando, sapevo che era un modo per dirmi che non avevo nulla da fare per risolvere ciò che avevo fatto.
"Vicky...dico davvero...aiutami..." avevo davvero bisogno di lei, ma non lo capiva.
"Senti, Lukey. Preparati. Passo a prenderti in macchina e andiamo a cena con Ash, okay? Ti farà bene uscire un po', così potrai avere un'opinione anche da parte sua." la sua proposta era decisamente la migliore.
Stare in casa mi avrebbe solo fatto male.
"Lucas! Vieni giù! Adesso!" improvvisamente sentii mia madre chiamarmi dal piano di sotto.
Dovevo scendere immediatamente.
"Vicky...mi sta chiamando un attimo mia madre. Tu...tu resta in linea. Arrivo subito." forse avrei dovuto aggiungere che se non sarei più tornato, sarebbe stato meglio che chiamasse un'ambulanza per me...o direttamente le pompe funebri.
Avevo paura di andare da mia madre, ma se non l'avessi fatto, sarebbe stato anche peggio.
"Avevo messo qui cento dollari per andare a fare la spesa. Dove sono andati a finire? Dimmelo!" non sapevo cosa dirle.
Nemmeno sapevo che c'erano dei soldi sul mobiletto all'entrata di casa.
"Quali soldi? Io non ne so niente..." ammisi sperando mi credesse.
"Perché li hai presi? Hai finito i tuoi anche sulla carta di credito?!" mia madre sapeva che avevo molti soldi sia nel portafoglio, sia nella carta di credito.
Non avevo motivo di prenderli.
"Giuro che se li hai usati per pagarti gli spinelli, puoi già considerarti un senzatetto!" aggiunse mia madre.
Solo quando nominò ciò che avevo fumato, mi venne in mente cosa forse poteva essere successo.
"Oh...ehm...in effetti...li ho presi io, ma..." in realtà non era vero, ma non potevo far altro che assumermi la colpa.
"Dovrei essere contenta del fatto che tu non sappia mentire. Li ha presi quella ragazza, vero? Se è così, dimmelo!" mia madre aveva capito tutto ancora una volta.
A volte mi chiedevo come facesse.
Forse mi conosceva troppo bene, tanto da sapere anche che quando non rispondevo alle sue domande significava solo che lei avesse ragione.
Mi ero limitato ad abbassare lo sguardo, sentendomi profondamente in colpa.
Era una sensazione orribile.
"Luke. Mi dispiace, ma devo denunciarla. Ha rubato in casa nostra, e in più ti ha dato della droga. Non posso fare altro." in quel momento mia madre prese in mano il telefono.
Avevo paura.
Non poteva farlo.
"No! Mamma non farlo! Ti prego...guarda! Te li ridò io!" tirai subito fuori dal mio portafoglio cento dollari.
Gliene avrei dati anche di più se fosse stato necessario.
Speravo funzionasse, ma conoscendo mia madre, avrebbe fatto di testa sua.
"Non sei tu che devi ridarmeli. Se pensi che non denunciandola potrai continuare a portartela a letto, ti sbagli di grosso. Quella ragazza non metterà mai più piede qui. E se scopro che continui a vederla, anche tu non metterai più piede qui. Ora torna in camera tua, e non azzardarti neanche a scendere per la cena." senza replicare, tornai in camera mia con la certezza che non avrebbe denunciato Jessica.
"Vicky? Sei ancora lì?" subito tornai al telefono.
"Sì, sono qui. Ma è tutto a posto?" mi domandò lei preoccupata.
"No! Jessica ha rubato dei soldi in casa mia, e ora mia madre vuole denunciarla..." ammisi sospirando.
"Fa bene! Se non lo fa lei, lo faccio io! Spero che almeno ti abbia detto di starle lontano..." Victoria sembrava felice di sapere che Jessica fosse nei guai.
Sapevo cosa pensava di lei.
"Mi ha vietato di vederla...mi ha anche minacciato di cacciarmi fuori di casa. Se mai dovesse succedere...posso contare su di te, vero?" avevo davvero paura di un litigio con mia madre.
L'avevo combinata davvero grossa quella volta, e non sapevo se mi avrebbe perdonato.
"Ma certo, Lukey! Potrai sempre contare su di me, ma credo che tua madre non ti caccerebbe mai da casa." lei mi rassicurò inutilmente.
Avevo comunque paura.
Ero molto legato a mia madre, e tutto ciò che avevo fatto, le avrebbe fatto perdere la fiducia in me.
"Adesso preparati, cretino! Ashton ed io arriveremo lì fra un quarto d'ora." Victoria stava per concludere la telefonata, ma dovevo ancora dirle una cosa.
"Aspetta! Quando arrivate fatemi una telefonata. C'è mia madre a casa. Non vuole che io esca questa sera." avrei dovuto trovare il modo di uscire senza farmi vedere, e l'avrei trovato.
"Okay, ma muoviti!" a quel punto la conversazione finí, ed io andai subito in bagno a farmi una doccia, mi vestii, e aspettai la chiamata di Victoria stando sdraiato sul mio letto.
Quando chiamò, risposi subito, e ovviamente la prima cosa che volle sapere, fu che cosa avrebbe dovuto fare, ed io le dissi di venire sotto la finestra della mia camera.
"Luke! Ma cosa vuoi fare?" forse lei aveva capito quale fosse il mio intento.
"Scendo da qua! Cos'altro potrei fare secondo te?!" risposi affacciandomi alla finestra e vedendo che lì sotto c'erano Victoria e Ashton.
"Muoviti, cretino!" a quel punto misi il cellulare in tasca e mi sedetti sul davanzale.
Victoria mi fece cenno di buttarmi, ma non era poi così facile come pensavo.
"Ragazzi, ho paura! È troppo alto qui!" in realtà non era poi così alto, ma io ero sempre stato un fifone, e non potevo farci nulla.
"Dai, principessa! Ti prendo io! Buttati!" mi disse Ashton prendendomi in giro.
Così, trovai il modo di scendere da lì, ed effettivamente Ashton mi aiutò ad attutire la caduta.
Ero stato fortunato a non farmi male, e inspiegabilmente neanche Ashton si era fatto male.
Fino a quel momento stava andando tutto bene, ma avevo come la sensazione che presto sarei stato scoperto.
Dovevo solo stare tranquillo...lasciare tutto al caso e vedere come sarebbe andata.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...