Victoria's pov
Erano passate appena due settimane dal giorno del mio compleanno, nonché dal giorno in cui Michael ed io avevamo fatto un mese insieme, e le cose andavano alla grande.
Durante quei giorni, come promesso, mia zia venne a stare da noi a Sydney, e forse era arrivato il momento di portare Michael a casa dei miei genitori.
Ovviamente lei sapeva ogni cosa, e fin dal primo giorno in cui era arrivata, aveva cominciato ad introdurre il discorso 'fidanzato' ai miei genitori.
Dovevo ammettere che sembravano un po' più aperti riguardo ad una mia ipotetica relazione.
Ma lo sarebbero stati anche con Michael?!
"Posso almeno sapere cos'hai detto ai tuoi genitori?" quel giorno ero andata a prendere Michael in macchina per portarlo a casa mia, e avevo anche avvisato i miei genitori che avremmo avuto un ospite.
"Ho solo detto che oggi saresti venuto da noi. Parlo spesso di te in casa, e ho dovuto anche dire che sei il migliore amico di Luke: loro si fidano solo di lui...e poi c'è mia zia, quindi penserà lei a tutto." spiegai velocemente.
Ultimamente parlavo spesso di Michael ai miei genitori, e il fatto che in tutto ciò c'entrasse anche Luke, li faceva sentire un po' più tranquilli.
"Okay...e come intendi dire a loro che noi stiamo insieme da un mese e mezzo?" continuò lui.
"Mikey...non lo so! Sicuramente non glielo dirò a voce. Forse potremmo farci beccare in qualche modo..." pensai che quella fosse l'unica soluzione, ma non sapevo se avrebbe funzionato.
"Sicura che sia l'idea migliore? Non è meglio parlarne prima con loro?" Michael sapeva cosa fosse successo con Ashton quando i miei genitori ci avevano visti insieme, ma la situazione era un bel po' diversa.
"Non lo so. In ogni caso...sanno che provo interesse per il cosiddetto 'migliore amico di Luke'. Parlo così tanto di te, che forse non ne possono più nemmeno loro." spiegai sorridendo.
"Provi interesse? Davvero Vicky?" lui si finse offeso e incrociò le braccia al petto per farmelo capire.
"Sei un idiota! Secondo te posso dire ai miei genitori di essermi follemente innamorata di te?! Pensi che la prenderebbero bene?!" come potevo dire la verità in quel modo senza provare imbarazzo, o senza pensare ad una loro possibile reazione?
"Io...non lo so! Non conosco i tuoi genitori..." a quel punto gli dissi di stare calmo, altrimenti avrebbe fatto agitare anche me, e quando arrivammo a destinazione, mia zia venne ad aprirci la porta.
Accolse subito Michael abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia, e lui ricambiò con un sorriso.
"Per ora potete stare tranquilli: i tuoi genitori arriveranno fra un'oretta." ci avvertì lei facendoci accomodare sul divano.
"Sono così felice di vedervi ancora insieme! Volete che vi porti qualcosa? Michael, vuoi una birra?" ci chiese mia zia.
"No grazie, non bevo." ormai Michael era diventato completamente astemio dal giorno del suo incidente, anche se quando eravamo a Melbourne, una birra l'aveva presa.
E dovevo ammettere che anche io bevevo decisamente molto meno.
"Zia, non preoccuparti. Ci penso io." decisi di andare a prendere delle patatine, dell'acqua e una Coca-Cola per lui.
"Grazie amore." Michael mi ringraziò dandomi un veloce bacio a stampo.
Ormai mia zia ci era abituata a vederci, in quanto fossimo rimasti a casa sua per un intero weekend.
"Ora vi lascio soli. Sappiate che qualunque cosa accada oggi, io prenderò le vostre difese. Spero che tutto vada per il meglio." sapevo che mia zia sarebbe sempre stata dalla nostra parte, e forse...in fondo lo sarebbe stato anche mio padre.
Il problema era solo mia madre.
Così, Michael ed io restammo lì a guardare la TV e a mangiare.
Quando i miei genitori arrivarono, Michael si alzò in piedi presentandosi cordialmente, e stringendo la mano ad entrambi.
Inizialmente lo guardarono dall'alto in basso: probabilmente guardavano com'era vestito, ed era perfetto con quella camicia che lo rendeva elegante e così bello.
Poi gli sorrisero e se ne andarono in cucina con mia zia.
Beh...era andata bene.
O almeno così speravo.
"Amore? E adesso cosa facciamo? Glielo vuoi dire?" pensai che forse sarebbe stato meglio non dire nulla ai miei genitori, in quanto sembrava avessero accettato Michael almeno come mio amico.
"Ci baciamo appena vediamo che stanno venendo qui?" proposi ancora.
"Cazzo...no! Tuo padre verrà a prendermi sotto casa con il fucile..." solitamente erano i padri ad essere protettivi verso le figlie, ma non era quello il mio caso.
"Potrebbe farlo mia madre..." ammisi ridendo.
"Non è per niente rassicurante..." appena disse quelle parole, notai che i miei genitori stavano uscendo dalla cucina, ed io mi precipitai sulle labbra di Michael baciandolo e chiedendogli subito l'accesso con la lingua.
Non potevo credere che lo stessi facendo davvero.
Stavo veramente limonando con il mio ragazzo davanti ai miei genitori?!
Dovevo essere impazzita!
Mi staccai da lui solo quando i miei genitori non erano più in salotto.
"Mikey! Non ci hanno detto niente!" gli dissi quasi esultando per il fatto che non l'avessero aggredito come avevano fatto con Ashton, ma anzi...non avevano detto assolutamente nulla.
"Tutta questa tranquillità non mi convince affatto..." il suo tono di voce era serio e preoccupato, e un po' lo ero anche io: era tutto fin troppo tranquillo.
In ogni caso, nessuno ci disturbò per tutto il pomeriggio.
Avremmo tanto voluto andare in camera mia, ma non era il caso: sarebbe stato troppo sospettoso.
Poi, ad un certo punto, mia zia venne a sedersi accanto a me sul divano.
"Hey...tutto bene?" ci chiese lei.
Michael ed io ci guardammo con sguardo perplesso.
Perché ci stava facendo quella domanda?
"Ehm...sì. Cosa succede?" domandai quasi avendo paura di una risposta.
"I tuoi genitori vi hanno visto che vi baciavate e...vorrebbero parlarvi." sapevo che sarebbe successo, ma non pensavo così presto.
"Ed è...positivo, o negativo?" non facevo altro che fare domande, ma prima di andare dai miei genitori, avrei almeno voluto prepararmi psicologicamente a ciò che avrei dovuto affrontare.
"Penso che tu già lo sappia. Ma giuro che andrà tutto bene. Vi starò vicino, okay?" mi zia ci rassicurò, ed io presi Michael per mano perché avevo bisogno del suo contatto per mantenere la calma.
"Amore...non preoccuparti per me. Stai solo tranquilla. Andrà tutto bene." Michael lanciò uno sguardo a mia zia dicendo quelle parole.
Era evidente che anche lui sapesse che nulla sarebbe andato per il meglio.
Così, mi alzai con titubanza tenendo Michael il più stretto possibile a me.
"Volevate parlarci?" appena arrivammo da loro, cercai di non attaccare i miei genitori, ma di ascoltare prima cosa avessero da dire.
"Sì, e penso che entrambi sappiate di cosa dobbiamo parlare." iniziò mia madre.
"Prima che voi possiate dire qualsiasi cosa, voglio farvi notare quanto io sia cambiata...quanto io sia felice. Ho imparato ad amare, e...mi sono innamorata veramente per la prima volta." per tutto il tempo strinsi la mano di Michael.
Speravo che i miei genitori capissero che nulla avrebbe potuto farmi allontanare da lui.
"Tu sei quel Michael? Michael della famiglia..." sembrava che i miei genitori non avessero ascoltato neanche una delle mie parole, ed evidentemente conoscevano il mio ragazzo e la sua famiglia, ma non mi stupivo: i miei genitori conoscevano tutti.
A volte mi chiedevo come potessi non sapere neanche il cognome del mio fidanzato, ma era qualcosa che lui voleva tenermi nascosto e io non avrei insistito.
"Ehm...sì! Esattamente..." rispose Michael interrompendo i miei genitori.
"Scusa...potresti lasciaci soli un attimo?" chiese mio padre cercando di allontanare il mio ragazzo.
"No! Mikey...ti prego..." cercai di trattenerlo, ma sapevo che non sarebbe rimasto.
"Vicky...probabilmente ci sono cose che io non dovrei sentire. Vado solo nell'altra stanza...sono qui, okay? Stai tranquilla." detto questo, lui mi lasciò lì con i miei genitori e con mia zia che si mise subito al mio fianco.
"Per favore, non vietatemi di vederlo...io lo amo!" dissi subito.
Sapevo che mi avrebbero allontanato da lui solo perché 'non era uno di noi', ma io lo amavo, e questo non sarebbe cambiato.
"Victoria...questa volta è una cosa seria. Non ti diremo di non frequentarlo più soltanto perché a noi non piace, ma te lo diciamo perché è un ragazzo pericoloso. Non puoi stare con uno come lui. Abbiamo solo paura per te..." mia madre sembrava essere veramente seria e preoccupata.
Ma cosa stava succedendo?!
"Pericoloso? Michael non è pericoloso! Io lo conosco da tempo, ed è un ragazzo fantastico!" non capivo come potessero pensare che Michael fosse pericoloso.
Tutto ciò aveva sempre meno senso.
"Anche io lo conosco e posso assicurarvi che è un bravo ragazzo. È astemio, non fuma, e tratta Victoria come fosse una principessa. Le dà tutto ciò che può darle, e credo di non aver mai visto qualcuno amare come si amano loro." mia zia intervenne.
Come promesso, aveva preso le nostre difese.
"Kate, capisco che tu voglia stare dalla loro parte, ma quel ragazzo è pericoloso! È un assassino! E dovrebbe solo essere in carcere! Non voglio mettere in pericolo la vita di mia figlia!" mia madre parlò con tanta rabbia, e a quelle parole mi si gelò il sangue.
Non sapevo se credere alle loro parole, o se fosse solo una stupida bugia.
"Victoria, tu non lo conosci veramente! Ha ucciso una persona, e se non te l'ha detto, è perché forse non si fida abbastanza di te." aggiunse mio padre.
"Mi state prendendo in giro?! Come potete dire che sia un assassino?! Lui è il ragazzo migliore che io abbia mai conosciuto!" ero convinta di ciò che dicevo.
Non potevo credere alle loro parole.
"Lo dicono i giornali, la televisione, lo dice internet...Michael è un assassino! È stato espulso dal college per questo! Puoi decidere se crederci, oppure no...ma noi non vogliamo che tu ti metta in pericolo stando con lui. E se uccidesse ancora? E se volesse fare lo stesso con te?" in quel momento vidi la preoccupazione negli occhi di mia madre e di mio padre.
Non capivo più nulla.
Era come se mi stessero facendo conoscere un Michael che io non conoscevo affatto, e ciò mi preoccupava.
"Non lo farebbe mai! Lui mi ama!" risposi cercando di convincere anche me stessa.
"Non puoi saperlo! Non conosci il suo passato! Non sai in che guaio ti sei messa! Se tu dovessi lasciarlo, potrebbe farti fare la stessa fine del ragazzo che ha ucciso, e lo farebbe solo per vendetta. Ti ho detto che è pericoloso!" non conoscevo nulla riguardo al passato di Michael, ma una parte di me continuava a fidarsi di lui.
Però...c'era sempre l'altra parte di me che stava ascoltando ciò che mi stavano dicendo i miei genitori.
"Io...io non voglio credere a tutto questo..." dissi correndo subito da Michael.
Lui era seduto sul divano, con i gomiti appoggiati alle ginocchia e il viso fra le mani.
Appena alzò lo sguardo verso di me, notai subito che stava piangendo, e i suoi occhi erano già rossi.
"Mikey..." andai subito da lui preoccupandomi.
Era evidente che avesse sentito ogni cosa.
"No! So che non avrei dovuto, ma...io...io ho sentito tutto, e..." non riusciva a parlare a causa dei singhiozzi, e ciò mi spezzava il cuore.
"Mikey...mi dispiace...io...io non credo a tutto questo, okay?" lui si alzò, ed andai subito ad abbracciarlo, ma mi respinse.
"Vicky...i tuoi genitori hanno ragione: io...io sono solo un assassino...ho ucciso una persona, e non merito niente! Non merito una ragazza fantastica come te! Mi dispiace di non averti detto nulla...volevo solo lasciarmi il passato alle spalle, ma...ma...credo che per questa volta dovresti dare ascolto a loro..." non pensavo che Michael avrebbe confermato ciò che avevo sentito dai miei genitori, e ciò faceva molto male.
Faceva male vederlo piangere e strofinarsi gli occhi per asciugarsi le lacrime.
"Forse...forse sono davvero pericoloso per te. Ed io sono d'accordo con loro. Forse dovresti davvero starmi lontano..." a quel punto piansi anche io sapendo che il suo sarebbe stato un addio.
Mi stava lasciando, ed io non avrei potuto sopportarlo.
"No...Mikey...per favore...io ti amo!" ora nemmeno io riuscivo a parlare: stavo piangendo così tanto, che facevo quasi fatica a respirare.
"Anche io ti amo, e sai che non smetterò mai di farlo, ma è meglio che io me ne vada e...e che tu stia lontano da me. Ascolta i tuoi genitori. Loro hanno ragione." almeno avevo la certezza che mi amasse ancora.
Ma allora perché mi stava lasciando?!
"Voglio...voglio solo scusarmi con tutti voi per tutto questo trambusto che ho creato. Mi...mi dispiace davvero tanto...mi sento uno schifo. Ora...è meglio che io vada..." a quel punto, Michael uscì da casa nostra in lacrime, ed io non feci altro che guardarlo andare via.
Ero così distrutta che non riuscivo nemmeno a muovermi da lì.
"Si vede che è innamorato veramente, ma è meglio che sia andata così." mia madre cercò di consolarmi venendo ad abbracciarmi, ma io la respinsi.
"Avete rovinato tutto! Io ho passato i momenti più belli della mia vita con lui! E...e ora...per colpa vostra mi ha lasciata! Non è giusto!" sbottai continuando a piangere.
Era come se ormai non avessi più nulla da fare.
Come se improvvisamente la mia vita non avesse più senso.
Era questo ciò che si prova a ad essere innamorati.
"Credo che sia meglio uscire un po'. Vic, andiamo a fare un giro. Ti farà bene prendere una boccata d'aria fresca." improvvisamente mia zia mi trascinò di forza fuori casa.
Non me l'aspettavo, e la verità era che nemmeno avevo le forze di uscire.
Poi mi fece salire sulla sua macchina, e ancora mi chiedevo dove volesse portarmi.
"Dimmi dove abita!" mi impose mia zia.
"Vuoi...vuoi portarmi da lui? Come puoi farlo dopo tutto ciò che hai saputo?" le chiesi subito asciugandomi gli occhi.
"Ho imparato a conoscere Michael, okay? E può anche essere un assassino, ma io credo che se un ragazzo come lui sia arrivato a tanto, allora ci sia qualcosa dietro. Qualcosa che l'ha spinto a farlo. Deve aver avuto i suoi buoni motivi. Ed io gli credo. Mi fido ciecamente di lui. E ora tu andrai da Michael e parlerai con lui!" anche io la pensavo esattamente come lei, ma lui mi aveva lasciata, ed io sapevo che quando prendeva una decisione, niente poteva fargli cambiare idea.
In ogni caso, le diedi l'indirizzo di casa di Michael, e appena arrivammo, mia zia mi lasciò lì dicendomi di chiamarla in caso io avessi avuto bisogno.
Lei avrebbe detto ai miei genitori che sarei rimasta da Luke, e forse l'avrei fatto davvero.
"Mikey! Ti prego, apri! Ho bisogno di parlarti!" urlai bussando alla porta di casa sua.
"Vattene! Sono troppo pericoloso per te! Sono...una cattiva persona!" rispose senza neanche aprire.
Volevo solo parlargli faccia a faccia.
"No! Tu non lo sei, e io credo in te! So per certo che se hai fatto ciò che hai fatto, c'è un motivo più che valido! Io mi fido di te!" non sapevo più cosa dire, e per un momento pensai che stesse aprendo quella dannata porta, ma poi non lo fece.
"Vicky...ti prego...vai via. Capisci che non possiamo stare insieme? Il nostro è solo un amore proibito! Non possiamo andare avanti così!" forse il nostro era davvero un amore proibito: non potevamo stare insieme, e lo sapevamo bene.
Nessuno era a favore della nostra relazione: non facevano altro che tentare di dividerci, e forse erano riusciti a farlo.
"Mikey...io resterò qui finché non mi aprirai la porta! Sarò disposta anche a dormire qui! Giuro che lo faccio!" l'avrei fatto davvero, e iniziai sedendomi per terra davanti a quella porta.
Sembrava che il tempo non passasse più.
Passò l'ora di cena, passarono le dieci di sera...e Michael ogni tanto mi pregava di tornare a casa altrimenti mi sarei ammalata.
Inutile dire che non l'avrei fatto.
Ormai era mezzanotte, ed io cominciai a sentirmi stanca.
Cercai di resistere al sonno, ma gli occhi mi si chiudevano da soli.
Quella notte faceva freddo anche se era estate, ma ad un certo punto mi addormentai comunque.
La mattina successiva ci misi un po' a capire dove fossi, e ci misi un po' anche a capire cosa fosse successo.
"Oh cazzo! Finalmente ti sei svegliata! Mi hai fatto preoccupare così tanto! Tu sei impazzita! Ma come ti viene in mente di metterti a dormire lì al freddo?! Ti rendi conto che se non mi fossi accorto che tu eri ancora lì fuori, probabilmente saresti morta congelata? Hai avuto la febbre tutta la notte! Mi sono spaventato! Ero spaventato per te, cazzo!" appena aprii gli occhi, oltre ad essermi resa conto che Michael mi avesse portata in casa sua, avevo dovuto anche subire una sua ramanzina.
"Volevo solo parlarti..." dissi con un filo di voce.
Non volevo altro che parlare con lui.
Chiedevo tanto?
"Non ora. Resta coperta bene, okay? Ti ho appena preparato una tazza di tè caldo. Se hai ancora freddo, dimmelo: ti porterò un'altra coperta." lui mi sorrise accarezzandomi i capelli.
Improvvisamente era come se nulla tra noi fosse cambiato: si stava preoccupare per me...per la mia salute...esattamente come aveva sempre fatto.
Eppure mi aveva lasciata.
Era orribile pensare che non stessimo più insieme, ma le cose stavano così.
"Mikey...stai qui vicino a me..." appena lui cercò di andarsene, io mi misi seduta e lo fermai prendendogli la mano.
Lui mi guardò, poi sospirò e si sedette accanto a me.
Inutile dire che appena lo guardai negli occhi per qualche secondo, scoppiai a piangere un'altra volta.
"Hey...è tutto a posto..." Michael mi abbracciò immediatamente facendomi appoggiare la fronte sulla sua spalla.
"No! Non è tutto a posto! Tu...noi...non..." balbettai singhiozzando.
Nulla stava andando bene.
Ma lui non rispose.
Si limitò ad accarezzarmi la schiena come faceva sempre quando mi sentivo triste.
"È meglio così." disse quasi con freddezza.
"Ma io...io non riesco a stare senza di te! Non riesco proprio! Starti lontano mi distrugge..." ammisi guardandolo negli occhi.
Speravo capisse, e forse l'avrebbe fatto, ma non avrebbe ceduto.
"E pensi che io riesca a stare senza di te?! Ti sbagli, Vicky! Io starei con te anche per tutta la vita! Ma..." sapevo che era sincero: capivo quando mentiva anche solo guardandolo negli occhi.
"Allora qual è il problema?! Torna con me! Torna ad essere il mio fidanzato! Siamo sempre stati bene insieme!" era la prima volta che supplicavo un ragazzo di tornare con me, ma quella volta ne valeva davvero la pena.
"Il problema è che mi sento uno schifo! Sono un mostro, Vicky! Sono un cazzo di assassino! Tutti mi temono ovunque io vada, e anche mia sorella è terrorizzata da me! È solo che...in realtà sono io ad aver paura..." ora i punti si univano sempre di più, ed era comprensibile la sua paura, ma ciò che pensavo era che se non l'avessero mai arrestato per ciò che aveva fatto, un motivo c'era.
"Ma io mi fido di te! So che non mi faresti mai del male! So che non mi toccheresti mai neanche con un dito. Michael...tu non sei cattivo!" ero certa che non mi stessi mettendo in nessun guaio con lui.
Forse voleva farmi credere di essere davvero pericoloso, ma io sapevo chi fosse il vero Michael.
"No! Tu non mi conosci! Non conosci il mio passato, e se io ti avessi detto la verità fin da subito, tu nemmeno mi avresti rivolto la parola! Anche tu avresti avuto paura di me, esattamente come tutti gli altri!" odiavo il fatto che avesse alzato la voce con me, e l'avrei fatto anche io se solo non mi fossi sentita così debole e senza forze.
"Questo non è vero! Guarda! Guarda, Michael...sono qui! Sono venuta da te anche se so ciò che hai fatto! Non ho paura di te, perché so che c'è un motivo se sei arrivato al punto di uccidere! Ci deve essere!" avrei tanto voluto sapere la sua storia, ma forse non sarebbe mai successo...non ora che non ero più la sua ragazza.
"Hai la febbre troppo alta. Stai delirando. Credo che sia meglio che qualcuno ti venga a prendere." lui rispose con freddezza.
Come faceva ad essere così distaccato se fino a pochi minuti prima diceva di amarmi?!
"Tu non mi ami..." dissi a bassa voce.
"Che cosa?! No! Ma che...?! Vicky! Come puoi dire una cosa del genere? Io ti ho sempre amata!" sbottò.
Ormai non sapevo più se credergli.
"Se fosse vero, non mi avresti lasciata." non c'era altra spiegazione.
Forse aveva smesso di amarmi, e ora aveva trovato un pretesto per rompere con me.
Stavo pensando a mille ipotesi.
"Ma noi non possiamo stare insieme! Tutti ce lo impediscono, ed io...sono troppo pericoloso per te. Non voglio farti del male." continuava ad insistere sul fatto che lui non facesse per me.
Forse c'era qualcos'altro che mi stava nascondendo.
"Mi stai facendo del male adesso." dissi con fermezza.
Era la verità.
Lui mi stava facendo del male solo dicendomi che non poteva stare con me.
"E sarebbe peggio se la nostra relazione andasse avanti!" continuò.
Non mi guardava nemmeno negli occhi, e ciò mi faceva pensare molto.
"Chi è lei?" gli chiesi con tono piatto.
"Lei chi?" non capiva di cosa stessi parlando.
"C'è un'altra ragazza in mezzo a tutto questo. È l'unica spiegazione, Michael. Se stai solo cercando di trovare un pretesto per lasciarmi perché ti sei innamorato di un'altra, è meglio che tu me lo dica subito. Almeno avresti una vera ragione per rompere con me...altrimenti tutto questo non avrebbe senso." era incredibile che fossi arrivata al punto di sperare che lui si fosse innamorato di un'altra ragazza, ma sarebbe stato decisamente meglio che essere lasciati solo perché lo volevano i nostri genitori.
"Non c'è nessun'altra ragazza! Questo è assurdo!" sbottò ancora.
"È più assurdo il fatto che tu mi abbia lasciata senza un motivo!" continuavo a non avere delle spiegazioni a riguardo, e ciò faceva male.
"Ancora? Il motivo lo sai! Lo faccio per il tuo bene e per il bene della tua famiglia! Ora smettila di insistere! Ho detto che non torneremo insieme! Forse non sarà questo il meglio per me, ma lo sarà per te! Quindi accettalo." inutile dire che scoppiai a piangere ancora di più alle sue parole.
"Ora è meglio che tu vada. Chiamo tua zia." sapevo che Michael fosse sempre stato in contatto con mia zia, e subito le telefonò.
Le disse di venirmi a prendere, senza neanche spiegare cosa fosse accaduto.
Quando arrivò, Michael la accolse subito.
Io restai sdraiata sul divano avvolta dalle coperte perché continuavo a tremare dal freddo: forse avevo davvero la febbre alta.
Mentre mia zia andò in cucina con Michael, e rimasero lì a parlare per più di mezz'ora.
Forse lui le stava spiegando cosa fosse successo tra noi, e qualcosa mi diceva che lei sarebbe stata dalla sua parte, e non di certo dalla mia.
Ma in qualche modo speravo che mia zia fosse in grado di far cambiare idea a Michael.
Volevo davvero tornare con lui.
Quella situazione era straziante.
Volevo che tutto tornasse come prima.
Volevo stare con il mio Michael, ma ciò non sarebbe successo, e la colpa era solo dei miei genitori.
Improvvisamente mi pentii di averlo presentato a loro.
Se non l'avessi fatto, non avrei mai saputo nulla riguardo al passato di Michael, e lui non si sarebbe autoconvinto di essere pericoloso per me.
Perché io ero certa con non lo fosse.
Conoscevo il vero Michael, e sapevo che era un bravo ragazzo.
Neanche il fatto che avesse ucciso qualcuno avrebbe potuto farmi cambiare idea.
Ed io non avrei mai smesso di provarci.
Non avrei mai smesso di provare a riavvicinarmi a lui, perché se non potevo averlo come fidanzato, avrei almeno voluto averlo come amico...anche se tutto ciò sarebbe stato...triste.
"Vic! Tesoro...ora ti porto a casa, okay?" in quel momento mia zia tornò in salotto con Michael, ed io mi alzai nonostante mi sentissi debole.
Mi limitai ad annuire, ma poi notai Michael asciugarsi gli occhi.
Era evidente che stesse piangendo, o che avesse appena smesso di farlo.
"Mikey...stai bene?" gli chiesi andando verso di lui.
"S...sì. Non preoccuparti. Kate...per favore...ha la febbre alta...portala a casa, e...prenditi cura di lei." lui si allontanò, e mia zia si mise in mezzo mettendomi un braccio attorno alle spalle.
"No! Voglio andare da Ashton!" non sapevo nemmeno perché l'avessi detto.
Forse perché speravo che Michael reagisse in qualche modo.
Anche se...forse avrei davvero voluto andare da lui: era uno dei miei migliori amici, e magari avrebbe potuto aiutarmi.
Vidi mia zia lanciare uno sguardo a Michael: lei sapeva bene che Ashton era il mio ex fidanzato.
"Non in queste condizioni! Non ti lascerò andare a casa del tuo ex!" mia zia continuava a guardare Michael.
Sapevo che lo stava facendo più per lui, che per me.
"So bene cosa vuai fare, e conosco le tue intenzioni...ma ti chiedo solo di pensare bene a quale sia la scelta giusta da fare." intervenne Michael restando sempre a debita distanza da me.
"Tu mi hai lasciata! Potrei dirti la stessa cosa! Pensaci bene, Michael...è davvero questa la tua scelta giusta?" se pensava di poter fare il moralista con me, si sbagliava di grosso.
Dopo ciò che aveva fatto, doveva solo stare zitto.
"È giusto che sia così. Tua zia lo sa." disse abbassando lo sguardo.
Non potevo credere che mia zia sapesse tutto, mentre io ero ancora all'oscuro di ogni cosa.
"E allora è anche giusto che io voglia stare in compagnia di Ash!" dovevo ammettere che in quel momento avrei preferito stare sola, e forse stavo sfruttando troppo il nome di Ashton solo per il fatto di essere il mio ex fidanzato.
"Non ti ho mai vietato di uscire con lui mentre eri la mia ragazza, e non te lo vieterò nemmeno adesso. Ti ho solo detto di pensare bene a quello che fai." a quel punto mia zia si allontanò da me andando ad abbracciare Michael che aveva ricominciato a piangere.
Pensai subito che fosse colpa mia.
Non volevo fargli del male, ma lo stavo facendo dicendogli qualcosa che non avrei fatto in ogni caso.
Non sarei andata da Ashton.
Non volevo farlo.
"Michael...stai tranquillo. Andrà tutto bene..." mia zia lo rassicurò, e anche io avrei tanto voluto andare da lui per abbracciarlo forte, ma non potevo.
"Ci sentiamo, okay? Il mio numero ce l'hai." concluse mia zia tornando da me.
Michael annuì, e mia zia cercò di trascinarmi fuori da casa nonostante io stessi opponendo resistenza.
La verità era che non volevo andarmene perché sapevo che appena avrei messo un piede fuori da quella porta, non avrei più potuto tornare indietro.
Tutto sarebbe finito.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...