CAPITOLO 26

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Grace's pov
Quel giorno, quando uscii dal college, non aspettai nemmeno Calum.
Perché avrei dovuto farlo?!
Non l'avevo più visto dall'ora di pranzo, e anche se morivo dalla voglia di sapere cosa stesse facendo, dovetti resistere.
Così andai direttamente a casa dove avrei iniziato a fare qualsiasi cosa pur di distrarmi un po'.
Quando arrivai, mia sorella venne ad aprirmi la porta.
Speravo di non vederla in quanto fosse stata solo colpa sua se mi trovavo in una situazione del genere.
Ma non potevo avercela con lei: era pur sempre mia sorella, e dovevo volerle bene.
"Ciao Nini." la salutai entrando in casa e buttando il mio zaino sul pavimento accanto alla porta.
Poi, senza aggiungere altro andai in cucina.
Avevo una fame terribile...soprattutto quella volta che ero agitata.
"Grace? Tutto bene?" Naomi mi seguí notando subito che qualcosa non andava.
"No...ma non voglio parlarne adesso. Magari stasera ti racconterò tutto..." cercavo solo di non piangere ancora una volta.
Nel frattempo, Naomi iniziò ad aprire le ante dei mobili della cucina buttando nella sua borsa un paio di merendine.
"Stai uscendo?" le chiesi non riuscendo nemmeno a guardarla negli occhi.
"Sì. E sono anche piuttosto in ritardo." lei mi sorrise.
Beh...dovevo essere felice che almeno lei stesse bene.
"Davvero? Con chi?" le chiesi, anche se in realtà non mi importava molto.
"Con Calum. Perché? Non te l'ha detto? Mi ha chiesto di uscire e...spero che a te non dispiaccia..." erano proprio quelli i momenti in cui avrei voluto avere un carattere più forte.
Non fui in grado di dire nulla.
Era ovvio che io non sapessi nulla a riguardo.
"Non c'è problema...vai pure..." sospirai andando a prendere una vaschetta di gelato in frigorifero solo per non guardarla negli occhi e non farle capire quanto stavo male.
"Grazie tesoro. Ti assicuro che è solo un'uscita tra amici. Ci vediamo stasera." a quel punto, lei mi congedò ed uscì velocemente di casa.
Io mi misi sul divano davanti alla TV a mangiare gelato, esattamente come si faceva nei telefilm quando si veniva lasciati.
Avrei solo voluto avere lì con me il mio migliore amico.
Sapevo che non sarebbe venuto fino a casa mia, ma almeno potevo chiamarlo.
Anche giusto per sapere come stava.
Infatti, digitai subito il suo numero sul mio cellulare.
Ashton rispose dopo parecchi squilli.
Speravo non fosse impegnato...
"Ciao Ash...come stai?" gli domandai cercando di nascondere i miei singhiozzi.
"Meglio...credo. Sto solo cercando di accettare il fatto di non poter più vedere Isabelle. Ma so che è questo che devo fare per mantenere la mia amicizia con Michael. È sempre stato il mio migliore amico, e non posso fargli questo..." beato lui che era già riuscito a superare il tutto.
Potevo benissimo sentire che stava meglio anche solo dal suo tono di voce.
"E tu invece? Perché stai piangendo? È successo ancora qualcosa?" nonostante i miei tentativi di nasconderlo, Ashton si accorse subito dei miei continui singhiozzi.
Così iniziai a raccontargli ogni singola cosa che era successa.
Ci misi un po' in quanto il pianto continuasse ad interrompere le mie frasi e a spezzare le mie parole.
"Con tua sorella? Ma cosa cazzo gli salta in mente?! Senti...va bene se vengo da te?" era tutto ciò che volevo.
Era come se fosse riuscito a leggermi nel pensiero.
"Sei sicuro di voler venire? Te la senti? Se no...non importa. L'importante è che tu stia bene." mi preoccupavo sempre per lui, ma cos'altro potevo fare? Era il mio migliore amico...
"Hey...niente storie. Ho detto che vengo da te, okay? Stai tranquilla. Fra una mezz'oretta sarò da te. A dopo piccolina." mi piaceva quando mi chiamava in quel modo: mi faceva capire quanto anche lui tenesse a me, ed era gratificante soprattutto ora che non mi sentivo più amata neanche dal mio stesso fidanzato.
Non mi restava che aspettare.
Continuai a mangiare quel gelato ormai mezzo sciolto, finché non sentii suonare alla porta.
Corsi subito ad aprire, e appena lo vidi, gli saltai addosso abbracciandolo.
"Grace...piccolina non piangere, per favore..." ricominciai a piangere proprio sulla sua spalla.
Sapevo che non gli piaceva vedermi in quel modo, ma non riuscivo più a trattenermi.
"Dai. Andiamo a sederci." Ashton mi strinse a sè con un braccio, poi andammo a sederci sul divano.
"Grazie per essere venuto qui..." non riuscii a dire altro, ma almeno riuscii ad alzare la testa per guardarlo negli occhi.
"Non ringraziarmi. Sai che farei di tutto per vederti felice." mi consolò dandomi poi dei piccoli baci sulla tempia.
"A volte vorrei che Cal fosse come te..." lo pensavo davvero, e lui lo sapeva bene.

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