Victoria's pov
Ero appena arrivata a casa dei miei genitori, e loro già erano pronti.
Così uscimmo immediatamente per dirigerci al ristorante.
"Comunque mi sono rotta di andare a cena con tutte queste famiglie di ricconi viziati. Non si può fare qualcosa di diverso dalle cene di lavoro almeno per una volta?!" non feci altro che lamentarmi di questo per tutto il tragitto e i miei genitori mi ripetevano solo che era quello l'ambiente di cui facevamo parte, e che dovevamo stare con persone come noi.
Non ero mai stata più in disaccordo con loro come in quel momento.
Il loro pensiero era orribile.
La loro mentalità era estremamente chiusa.
In ogni caso, quando arrivammo a destinazione andammo a sederci al nostro tavolo e aspettammo giusto qualche minuto prima dell'arrivo degli insopportabili ricconi con cui avrei dovuto passare la serata.
Ma quando alzai lo sguardo vidi Michael con i suoi genitori.
Cosa significava tutto quello?!
Salutai cordialmente i suoi genitori, poi andai da Michael.
"Che cazzo significa?! Questa doveva essere una cena di lavoro! Cosa ci fai qui?!" non mi infastiva il fatto di dover passare la serata con il mio ragazzo, ma ero infastidita dal fatto che improvvisamente era come se non sapessi nulla di lui.
Se si parlava di cena di lavoro significava che il riccone insopportabile era proprio lui.
Non potevo credere che me l'avesse nascosto per tutto quel tempo.
Oltretutto ero la sua fidanzata!
"Non qui. Parliamone dopo, okay?" mi sussurrò invitandomi a sedermi accanto a lui.
"Mi devi delle spiegazioni più che valide! Mi hai nascosto tutto per sette fottuti mesi!" risposi a bassa voce in modo che mi potesse sentire solo lui.
"Parliamone a casa. Per favore..." Michael insistette.
Questo significava che avremmo dovuto fingere che fosse tutto a posto fino alla fine della serata.
Tutto ciò era assurdo.
"Va tutto bene?" chiese mia madre notando forse che qualcosa non andasse.
"Alla grande..." risposi falsamente, poi tirai a Michael un calcio sotto il tavolo.
Ero così arrabbiata con lui...
"Vicky! Ma che cazzo...?!" si lamentò cercando sempre di farsi sentire solo da me.
"Stai zitto!" non volevo nemmeno parlare con lui.
Non finché non saremmo arrivati a casa sua per parlarne.
Speravo davvero avesse delle valide motivazioni per avermi nascosto tutto ciò, altrimenti avrei pensato a come agire di conseguenza.
Così, la cena andò avanti con sorrisi e atteggiamenti falsi.
Mi venne quasi da pensare che i nostri genitori l'avessero fatto apposta perché sapevano come sarebbe andata a finire.
"Voi volete andare a fare un giro in centro?" quando tutto terminò, i nostri genitori ci avvertirono che loro sarebbero rimasti ancora, ma che noi eravamo liberi di andare.
Non aspettavo altro.
"Sì. Certo. Non vedevo l'ora." risposi sempre falsamente.
Non vedevo l'ora di dirne quattro a Michael.
"Amore, dove vuoi andare?" mi domandò quando ormai eravamo rimasti soli.
"A casa! E non chiamarmi in quel modo!" già...ero giusto un po' arrabbiata, e non avevo neanche voglia di fare un giro con lui.
Volevo solo andare a casa e ricevere le spiegazioni che mi doveva.
"Va bene. Scusa..." Michael si scusò, ma non sarebbe servito a nulla.
Così tornammo a casa sua e quando arrivammo, al posto che sedermi accanto a lui sul divano, rimasi in piedi fermandomi davanti a lui.
"Allora? Non hai nulla da dirmi? Michael Clifford..." avevo anche appena scoperto il suo cognome e tutto ciò non mi andava giù.
"Vicky...io non ti ho detto nulla perché non volevo che tu sapessi da che famiglia provengo. Non volevo nemmeno che tu sapessi che anche io fossi uno di quelli che tu chiami 'ricconi insopportabili'. Volevo che tu mi accettassi per quello che sono realmente...e l'hai fatto." come previsto, le sue motivazioni non erano neanche lontanamente valide.
Non erano neanche sensate.
"In che modo?! Cazzo, Michael...mi hai mentito fino ad adesso! Io mi fidavo! Pensavo di sapere tutto di te!" non riuscivo a sbollire la rabbia, e se quella non fosse stata casa sua, probabilmente l'avrei già sbattuto fuori di casa con tutta la sua roba.
"Non ti ho mai mentito! In fondo...pensavo che tu avessi capito chi fossi. Davvero pensavi che io non possedessi un soldo? Te l'ho fatto capire in mille modi! Colanna e anello di diamanti, viaggio in Giappone, suite presidenziale, limousine...! Io te l'ho fatto capire anche se non te l'ho detto direttamente. Sei tu che non l'hai capito. E poi...non volevo che tu stessi con me solo per soldi come hanno fatto tutte le altre." ciò che diceva aveva sempre meno senso.
Anche se in effetti...un po' aveva ragione: lui me lo aveva fatto capire, ma io nemmeno ci avevo fatto caso, perché per me tutto ciò era normale.
"Non me ne frega un cazzo dei tuoi soldi! Probabilmente la mia famiglia ne ha anche più di quanti ne possa avere la tua! Io mi sono innamorata di te per ciò che sei sempre stato, e non per i regali che mi fai!" i soldi erano decisamente la mia ultima priorità, ed era incredibile che lui non l'avesse mai capito.
"Io...io pensavo che una come te cercasse solo ragazzi di alto livello, e...e io non volevo essere uno dei tanti. Volevo conquistarti senza che tu sapessi nulla di me..." forse avevo sempre sopravvalutato troppo Michael.
Era stupido esattamente come tutti gli altri.
"Ma che cazzo stai dicendo?! Come potevi pensare una cosa del genere di me? Michael...stiamo insieme da ben sette mesi e ci conosciamo da quasi un anno! Possibile che tu non abbia ancora capito chi sono io?!" avevo sempre creduto che lui sapesse che se ero innamorata di lui era solo perché amavo la sua personalità, il suo carattere di merda, i suoi bellissimi occhi verdi, il suo sorriso...come poteva credere che io pensassi solo ai soldi?!
Lui mi conosceva più di chiunque altro!
Forse anche più di quanto potesse conoscermi Luke.
"Non è solo questo! È che...pensavo odiassi la mia famiglia come la odiano i tuoi genitori. Per questo avevo paura che sapendo il mio cognome, tu non avresti mai accettato di stare con me." non capivo nemmeno di cosa stesse parlando...
"Ma io nemmeno so chi sia la tua famiglia! È la prima volta che sento il tuo cognome!" quella era la verità, forse perché anche se i miei genitori ne parlavano, io non li ascoltavo: non mi importava delle questioni di lavoro.
"Davvero?" lui sembrava stupito della mia affermazione.
"Sì, cazzo! Guarda che cos'hai fatto! Hai creato tutto questo caos per una cazzata!" sbottai dando tutta la colpa a lui.
"Una cazzata?! Vicky, ti conviene non parlare se non sai nulla!" improvvisamente sbottò anche lui scattando in piedi e urlandomi contro.
"Allora dimmi ciò che non so! Avanti, fallo!" forse la mia era una sfida ma, volevo davvero sapere cosa fosse successo.
"Pensi che i miei genitori provino odio per te senza un motivo?! Beh, ti sbagli! Mia madre ha sempre investito sulla vostra azienda e possiede non so quante azioni da cui guadagna molto, e mio padre? Beh, lui era un dirigente, ma è stato mandato via per ciò che ho fatto io! La tua famiglia mi ha sempre considerato un assassino, e per questo se l'è presa anche con i miei genitori! Per questo le nostre famiglie sono entrate in conflitto! Lo sono da anni! Loro ti odiano solo per il fatto di essere una Brooks! E non è una cosa da poco! Tu non sai quello che abbiamo passato!" mi accusò innervosendosi, ed io, anche se scoprii tutto in quel momento, ancora non capivo dove volesse arrivare.
"E io cosa ci posso fare? Te la stai prendendo con me per qualcosa di cui io non sapevo nulla! Non è colpa mia! Non ho deciso io di licenziare tuo padre!" tenetti a dire che io mi tiravo fuori da tutto ciò che i miei genitori facevano.
Non avevo mai voluto saperne nulla, e quella volta non sarebbe cambiato.
"Sei tu che te la stai prendendo con me senza sapere nulla! Senza sapere cosa ci sia dietro la mia decisione di tenerti all'oscuro di tutto!" non era neanche in grado di prendersi le sue colpe...non era per niente diverso dagli altri.
"Ma tu mi hai mentito! Michael, io sono la tua ragazza da sette fottuti mesi! Avevi promesso che non mi avresti mai mentito, e neanche nascosto qualcosa di così grande! È come se io non sapessi più chi sei..." volevo che provasse a mettersi nei miei panni: non era facile rendersi conto di non conoscere la persona con cui si è fidanzati da così tanto tempo.
"E a te cosa cambia? Hai solo scoperto che sono quello che tu chiami 'riccone insopportabile'! Qual è il problema? Sono sempre io! Sono sempre lo stesso che ero fino a qualche ora fa!" sotto quell'aspetto, lui aveva ragione, ma non era quello il punto.
"Okay, non è cambiato nulla...a parte il fatto che mi hai mentito! Dovevo proprio scoprire in questo modo chi sei veramente?!" gli urlai ancora contro non riuscendo nemmeno a calmarmi.
Ero così nervosa e arrabbiata con lui...
"Ancora con questa storia?! Io non ti ho mentito! Ti ho solo nascosto le mie condizioni economiche!" insistette ancora.
"È esattamente questo il problema! Mi hai nascosto qualcosa! E chissà quante altre cose mi hai nascosto..." arrivai addirittura a pensare che Michael mi stesse nascondendo altro.
E se fosse stato così?
"Non ti ho nascosto nient'altro! Solo ciò che ora sai! Ma davvero lo trovi così rilevante per la nostra relazione?! Perché io credo che non lo sia affatto!" mi ero sempre fidata di lui, ma ora?
Avrei dovuto fidarmi ancora?
"Lo è! È rilevante! Perché non capisci?!" lui continuava a non capire.
"Sei tu che non capisci, e..." non lo lasciai neanche finire di parlare.
Ne avevo abbastanza.
"Bene! Quindi per te sono io a non capire?! Perfetto. Me ne vado." a quel punto andai a prendere la mia valigia, e dopo aver preso le chiavi della sua auto, uscii di casa.
Caricai la valigia nel portabagagli e salii a bordo.
"Hey! Quella è la mia macchina!" sbottò lui cercando di fermarmi.
"Vai a lezione a piedi e riprenditela!" urlai dal finestrino mentre mettevo in moto.
"Cazzo! Vicky! È la mia macchina! Vaffanculo, okay?! Vaffanculo!" partii a tutta velocità in modo da non sentire le sue imprecazioni.
Fortunatamente non era ancora mezzanotte e potei entrare al college.
Sperai che non fosse così, ma Isabelle era lì.
"Vic! Non dovresti essere con mio fratello?" mi domandò subito.
Era ovvio che volesse delle spiegazioni.
"Abbiamo litigato piuttosto pesantemente: io me ne sono andata, lui mi ha mandato a quel paese, e...eccomi qui." non aggiunsi altro perché in fondo non erano affari suoi, e nemmeno volevo parlarne.
"Non vi siete lasciati, vero?" continuò.
Beh, almeno non mi aveva chiesto i dettagli della discussione.
"Forse dovresti chiederlo a lui." risposi facendogli un cenno verso il suo cellulare che stava squillando, e il mittente era proprio Michael.
Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo, poi rispose attivando il vivavoce.
"Hey Mike. Cosa vuoi?" iniziò Isabelle.
"Vicky è lì?" domandò subito Michael.
"È arrivata adesso. Perché me lo chiedi?" fortunatamente Isabelle fece finta di niente...come se non sapesse nulla.
"Io...io non so. Sono preoccupato..." ammise senza aggiungere altro.
Ma la sua voce era spezzata.
Stava davvero singhiozzando?!
Non potevo crederci!
Mi aveva appena mandato a quel paese, e ora piangeva perché me n'ero andata?
"Preoccupato di cosa?" Isabelle continuò a fare domande lanciandomi sguardi.
"Vicky non mi vuole più..." disse tra i singhiozzi.
"Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto!" forse non avrei dovuto intervenire, ma lo feci lo stesso.
"Quindi...mi vuoi ancora? Vuoi ancora stare con me?" mi chiese, ed io mi ritrovai a non sapere cosa rispondere.
Mi passarono per la mente mille pensieri anche contrastanti.
"Risponditi da solo." il mio era un modo per evitare di prendere una decisione che non volevo prendere.
"Vicky...ti prego..." almeno si era pentito di avermi trattata in quel modo, ma non gliel'avrei fatta passare liscia.
"Lasciami in pace! Voglio dormirci su." forse la notte mi avrebbe portato risposte, o almeno lo speravo.
"Capisco. Buonanotte Vicky. Ti amo." concluse lui.
"Buonanotte Michael." a quel punto, Isabelle mise fine alla telefonata, ed io mi buttai sul letto esausta.
Non ricambiai neanche il suo 'ti amo', perché avevo veramente bisogno di pensare.
"Quindi...ci penserai davvero, o romperai con lui?" sapevo che Isabelle avrebbe voluto sapere subito una risposta, ma come potevo dargliene una?
"Non credo proprio che romperò con lui. Voglio solo che capisca come mi sento..." non pensai nemmeno a quello che stavo dicendo, e nemmeno mi resi conto che in realtà una decisione l'avessi già presa.
Ma non sarebbe comunque stato facile.
"Sono d'accordo con te. Fallo spaventare un po', almeno si sveglia e la smette di fare il coglione." disse Isabelle ridendo, ed io non potei fare a meno che unirmi alla sua risata.
"Non esagerare! Poi mi sentirei troppo in colpa..." mi sarei sentita veramente troppo in colpa, e già provavo quell'orribile sentimento solo per il fatto di averlo fatto piangere.
Ma dovevo anche pensare a me stessa e a ciò che aveva fatto, e ancora mi saliva una tale rabbia...
"Dai, ora andiamo a dormire. Conosco mio fratello abbastanza bene da sapere che domani mattina all'alba sarà qui davanti alla porta di camera nostra per chiedere il tuo perdono." io non ero certa che l'avrebbe fatto, ma se lo diceva sua sorella, forse avrei dovuto crederci.
Così andammo entrambe a dormire.
Non feci altro che pensare a Michael per tutta la notte, e fu davvero difficile prendere sonno.
Alla mattina, la sveglia non suonò nemmeno perché a svegliarci fu un altro rumore: qualcuno bussava alla porta.
Si alzò Isabelle ed io mi misi seduta.
"Sarà Michael, ma tu stai lì, okay? Non cedere! Non devi farlo!" mi consigliò prima di aprire la porta.
E quando aprì, vidi Michael che entrò senza neanche salutare sua sorella.
"Vicky!" disse subito avvicinandosi a me con un mazzo di fiori in mano.
"Questi sono per te. E...hai lasciato questo a casa mia..." Michael mi diede i fiori, poi mi porse il peluche che il giorno prima avevo lasciato a casa sua.
"Grazie, ma sono ancora arrabbiata con te." lo ringraziai comunque, ma io non avrei ceduto.
"Mi sento in colpa. Scusa Vicky." non sapevo nemmeno se accettare le sue scuse perché non riuscivo ancora a sbollire la rabbia, ma in fondo volevo che tutto tornasse alla normalità.
"Fai bene a sentirti in colpa..." non lo guardai nemmeno negli occhi seguendo un po' il consiglio di Isabelle: forse sarebbe servito a qualcosa spaventarlo un po'.
"Oh mio dio...tu...tu vuoi lasciarmi, dico bene? È questo che vuoi davvero?" come previsto, lui iniziò ad agitarsi.
Volevo vedere fin dove sarebbe arrivato.
"Vado a prepararmi." detto questo, mi alzai, presi dei vestiti e andai in bagno a farmi una doccia.
Feci in tempo solo a mettere l'accappatoio, e mi trovai Michael lì.
"Hey! Ma che cazzo fai?! Esci!" volevo che uscisse solo perché volevo stare tranquilla almeno lì.
"No! Non finché non avrai preso una decisione." forse era impaziente, e al suo posto, chiunque lo sarebbe stato.
"Lasciami in pace..." sbuffai stanca della sua insistenza.
E appena aprii di poco la porta del bagno per uscire, lui la richiuse con forza sbattendo me con la schiena contro di essa.
Per qualche secondo mi guardò negli occhi, poi iniziò a parlare.
"Dimmi cosa provi per me." mi impose risultando piuttosto sicuro di sé.
"Michael...lo sai bene che ti amo, ma..." non feci neanche in tempo a finire la frase, che lui iniziò a baciarmi intensamente.
Ed io come facevo a rifiutare quel bacio?!
"Pensi che basti questo per sistemare le cose?" non volevo rendergli le cose facili.
"Sei sicura che non basti?" lui mi sussurrò all'orecchio, poi iniziò a darmi dei baci sul collo molto lentamente facendomi venire i brividi in tutto il corpo.
Le sue mani si infilarono sotto l'accappatoio che indossavo fino ad arrivare al mio seno.
"Mikey...smettila. Basta...per favore..." non volevo che mi facesse cedere, ma la verità era che ero già caduta ai suoi piedi un'altra volta.
"Hey! Voi due! Muovetevi! Devo entrare in bagno anch'io!" proprio in quel momento Isabelle cominciò a battere sulla porta attirando la nostra attenzione.
Entrambi ci mettemmo a ridere, e sembrava proprio che io non fossi più arrabbiata con lui, ma lo ero ancora...almeno un po'.
"Dai, idiota. Esci." a quel punto aprii la porta e lo spinsi fuori.
Restai da sola, e per qualche minuto mi guardai allo specchio per riflettere su ciò che avevo fatto.
Riflettevo sul fatto che fino all'anno precedente non avrei mai ceduto...non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa il quel modo, ma con Michael succedeva di continuo.
Così, dopo essermi vestita, uscii dal bagno, ma Michael non c'era più.
"Allora? Cosa avete fatto là dentro?" Isabelle iniziò subito a farmi domande tiramdomi delle leggere gomitate sul fianco.
"Nulla! Davvero! Mi ha solo baciato, e..." mi fermai perché non sapevo nemmeno come descrivere ciò che avevo provato.
Sapevo solo che era stato bellissimo.
"Quindi?" forse lei voleva ancora la risposta che anche Michael aspettava.
"Quindi non l'ho ancora perdonato. Non voglio cadere ai suoi piedi così facilmente! Voglio che sappia che tra i due sono io che comando." era esattamente ciò che volevo.
Volevo essere io quella più forte nella coppia, ma allo stesso tempo volevo che lui mi tenesse testa...non troppo, ovviamente.
"Voi due siete troppo strani...dico davvero!" disse Isabelle...che effettivamente aveva ragione.
"Forse. Comunque...dov'è quell'idiota?" domandai ancora non capendo il motivo per cui non mi avesse aspettato.
"È andato via con Luke. Penso siano andati alla caffetteria." un po' ero infastidita, ma in fondo aveva tutto il diritto di stare con il suo migliore amico che non vedeva da una settimana.
Così, io andai direttamente in classe e aspettai lì.
Quando finalmente arrivarono anche loro, decisi di impedire a Michael di sedersi accanto a me, e Luke si sedette in mezzo.
Era decisamente meglio così.
"Dai, Vicky...perché fai così?" mi chiese Michael sembrando veramente dispiaciuto.
"Lo sai benissimo. Un bacio non sistema le cose, e neanche dei fiori!" ormai non mi rendevo neanche più conto se stessi solo fingendo di essere arrabbiata, o se lo fossi davvero.
"Ti ho già chiesto scusa..." insistette.
Nel frattempo, Luke che si trovava in mezzo, stava assistendo a tutta la scena con sguardo perplesso.
"Non basta." dissi con fermezza sporgendomi verso di lui.
Michael ne approfittò subito per sporgersi verso di me e baciarmi.
"No! Michael, stai dalla tua parte!" mi lamentai allontanandolo e spingendolo dalle spalle.
Ma a lui non interessava, e senza pensarci si appoggiò alle gambe di Luke per tenersi in equilibrio e sporgersi il più possibile verso di me.
"Ho detto di stare dalla tua parte!" dissi per la seconda volta allontanandomi, mentre lui quasi si sdraiò sopra al nostro migliore amico pur di raggiungermi.
"Hey! Avete finito?! Si può sapere che cazzo state facendo?!" ovviamente Luke si lamentò...e come biasimarlo?!
"Stai zitto, Luke!" urlammo Michael ed io all'unisono.
Capitava spesso che dicessimo la stessa cosa contemporaneamente, e questo era un po' inquietante a volte.
"Okay...scusate. Ma siete comunque sopra di me..." ci fece notare, mentre noi ci lanciammo uno sguardo e scoppiammo a ridere.
Inutile dire che quel tira e molla andò avanti ancora.
"Ora basta! Datevi questo cazzo di bacio, e non rompete più i coglioni a me!" Luke sbottò improvvisamente.
Così noi ci fermammo, ma non sarebbe stato comunque facile.
Infatti, quando Michael si sporse verso di me, io mi allontanai ancora.
"Visto? È lei che non vuole!" il mio fidanzato si lamentò rivolgendosi al nostro migliore amico.
"Vicky...per favore, accontentalo se no va avanti a rompere per tutto il giorno! Quindi...o lo baci tu, o lo faccio io!" non mi aspettavo tale affermazione da parte sua, ma lo trovai divertente.
"Allora fallo tu. Dai...sto aspettando..." la mia era una sfida, perché sapevo che non l'avrebbe fatto...o forse mi sbagliavo.
Infatti Luke si avvicinò a Michael dandogli prima un bacio sulla guancia.
"Vicky...ti avverto: lo sto per fare." mi avvertì, ed io ci pensai un attimo.
Forse l'avrebbe fatto veramente.
"No! Michael, digli qualcosa! Non puoi farlo!" protestai immediatamente fermandoli.
"E se invece io volessi? O tu, o lui..." Michael non faceva altro che provocarmi, ed io iniziai a provare gelosia nonostante fosse solo Luke.
"Luke! Non ci provare! Stai dalla tua parte! Lui è mio!" mi alzai mettendomi subito in mezzo ai due.
Non potevo permettere che qualcun altro lo baciasse, neanche se quel qualcuno fosse Luke.
"Finalmente è tornata la mia Vicky! Allora? Questo bacio? Lo sto ancora aspettando..." Michael parlò subito dando per scontato che ora tutto fosse sistemato.
Così, mi abbassai verso di lui e appoggiai le labbra sulle sue dando inizio a un bacio che tanto aveva aspettato.
Ovviamente lo feci soltanto dopo aver alzato gli occhi al cielo e sbuffato infastidita dal fatto che ormai avessi ceduto.
"Grazie per la bella vista Vicky." disse subito Luke facendomi notare che piegandomi per baciare Michael, avevo letteralmente messo il sedere in faccia a Luke.
"Ricordati che puoi guardare, ma non toccare! Ti tengo d'occhio..." intervenne Michael facendomi sedere sulle sue gambe.
"Altrimenti?" domandò lui con tono di sfida.
"Altrimenti ti distruggo, Luke. Se ci provi con la mai ragazza, non mi importerà né se sei il mio migliore amico, e nemmeno se sei mio fratello." improvvisamente Michael diventò serio, e nessuno di noi due si aspettava che lui avrebbe preso la cosa così seriamente.
"Mikey...dovresti essere meno geloso, sai?" stava un po' esagerando, ed io glielo feci notare senza problemi.
"Sono anche fin troppo paziente: tutto il college ci prova con te, e io non ho ancora picchiato nessuno..." commentò.
Io lo guardai male anche se sapevo che avesse ragione.
Non era presunzione, era semplicemente la verità...ma la differenza era che tutti quei ragazzi che ci provavano con me lo facevano solo per la popolarità...o principalmente per i soldi.
"Ci mancherebbe solo questo...stai tranquillo. Amo solo te, idiota." tenetti a ricordarglielo perché forse era troppo tempo che non glielo dicevo.
Dopodiché mi alzai dalle sue gambe, gli diedi un veloce bacio a stampo, e tornai al mio posto.
Poi la lezione cominciò.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...