CAPITOLO 87

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Victoria's pov
Riuscii a dormire benissimo quella notte, e quando mi svegliai, mi resi conto che fosse già mezzogiorno.
Decisi di alzarmi dal letto, ma feci attenzione a non svegliate Michael.
Doveva essere davvero molto stanco dopo tutto ciò che aveva fatto per me.
Lo guardai per qualche secondo solo per vedere quanto fosse bello anche quando dormiva...i capelli sul viso...l'espressione rilassata...le sue labbra morbide e rosee socchiuse...era semplicemente perfetto.
Avrei voluto farmi una doccia e cambiarmi, in quanto indossassi ancora il pigiama.
Non avevo neanche avuto il tempo di cambiarmi quando ero uscita dalla finestra della casa di Michael, e lo stesso valeva per lui.
In ogni caso, decisi di uscire dalla camera per controllare se il nostro amico fosse in casa, ma come previsto, lui era al college.
Non avevo nulla da fare, e non avevo nemmeno voglia di mangiare qualcosa, così tornai in camera e Michael era già in piedi.
"Hey...stai bene?" gli chiesi vedendolo seduto sul bordo del letto con lo sguardo perso nel vuoto.
"Hey! Amore, non preoccuparti..." mi disse mentre io andai a sedermi accanto a lui appoggiando la testa sulla sua spalla.
Era evidente che qualcosa non andasse.
"Sai che con me puoi parlare. Se qualcosa non va, puoi dirmelo." speravo si sentisse abbastanza sicuro da poter parlare con me...in fondo si fidava di me.
"È che...ho perso tutto! Vicky...io non so cosa fare adesso che la casa è completamente distrutta! Io...io voglio che tu sia al sicuro..." io non avevo ancora pensato al fatto che non potessimo più stare a casa sua, e la cosa sorprendente era che la sua priorità fossi io.
"Mikey, stai tranquillo. Chiameremo qualcuno che in giornata riesca a sistemare i danni. E comunque...so che saremo al sicuro perché sono già entrati in casa a rubare una volta, non torneranno una seconda volta." ero certa di ciò che dicevo, ed io mi sentivo parecchio tranquilla.
Ormai avevano rubato tutto ciò che avevano da rubare, e non sarebbero tornati, questo era certo.
"Vicky, io..." iniziò prendendosi la testa fra le mani.
"È tutto okay! Ci penso io. Tutto si risolverà, te lo prometto." lo rassicurai dandogli solo un bacio sulla guancia, perché non sapevo cos'altro fare.
Detto questo, non ci restava altro da fare se non aspettare che Andy tornasse a casa.
Fortunatamente arrivò solo dopo poche ora.
Quando arrivò, la prima cosa che ci chiese, fu se avevamo mangiato.
Ovviamente la risposta era no.
"Mike...sicuro di stare bene? Non ti ho mai sentito dire che non hai fame." scherzò il nostro amico, ed io mi misi a ridere perché sapevo che avesse ragione.
"È solo un po' preoccupato perché casa sua è completamente distrutta. Tu non sai chi potremmo chiamare per far sistemare tutto entro stasera? Non importa quanto costerà. Pagherò tutto io." ero davvero disposta a farlo: i soldi non erano affatto un mio problema.
"Entro questa sera sarà un po' difficile, ma ci posso provare. Comunque potete andare a prendere i vostri vestiti e stare qui da me finché da voi non sarà tutto sistemato. Mi farebbe davvero molto piacere avere un po' di compagnia." ci disse sorridendoci cordialmente.
"Andy...non lo so. Non voglio disturbare. Questa sera abbiamo anche un concerto, e...torneremo molto tardi." non volevo essere di intralcio per lui.
Nonostante lo conoscessi da parecchi anni, non volevo approfittare della sua disponibilità: mi sarei sentita a disagio.
"Non importa. Vi lascio le chiavi di casa mia, così tornerete quando volete. Non avete alternativa: o qui, o in strada. A voi la scelta..." lui decise di scherzarci su ancora una volta, ed io lanciai uno sguardo a Michael in modo da far prendere a lui la decisione finale.
"Eh dai! Restate qua! Ve lo dico perché è impossibile trovare qualcuno che finisca i lavori entro stasera..." ancora una volta, Andy aveva ragione.
Non avevamo scelta.
"Se per te non è un problema..." iniziò Michael.
"Non lo è assolutamente! Ora vi accompagno a prendere i vostri vestiti, così li porterete qui e vi togliete quel pigiama." così, Andy ci accompagnò, e appena arrivammo a destinazione, mi fermai a guardare la casa dall'esterno: era un totale disastro.
Le finestre erano rotte, la TV era sparita, tavoli e sedie sottosopra, cassetti sul pavimento e armadi con le ante aperte, e alcuni mobili erano anche stati spinti per terra.
Si salvava solo la camera di Michael, in quanto fosse stata chiusa a chiave proprio da lui.
Vidi Michael sospirare.
Abbassò lo sguardo coprendosi il viso con le mani.
Non potei fare a meno di andare da lui e abbracciarlo forte a me.
Non mi piaceva vederlo così.
"Troveremo il modo di sistemare tutto questo. Fidati di me." gli sussurrai.
Se c'era un problema, andava affrontato, e quello era decisamente risolvibile.
Avremmo solo avuto bisogno di tempo.
"Aspettaci in macchina, okay? Andremo Andy ed io a prendere le nostre cose. Tu stai lì tranquillo." pensai che sarebbe stato molto meglio che per il momento lui non entrasse in casa, così lo accompagnai a sedersi nell'auto del nostro amico, dopodiché entrammo e feci il più veloce possibile a recuperare tutto perché anche a me faceva un certo effetto stare lì dove tutto era a soqquadro.
"Comunque non mi hai ancora detto di te e Michael. Ti trovi bene con lui? Lo ami davvero?" mentre cercavamo di mettere tutti i vestiti nelle valige, Andy decise di fare conversazione.
"Mi trovo benissimo con lui. Tu nemmeno puoi immaginare quanto io lo ami. Onestamente...dopo la morte di Zach...avevo represso ogni mio sentimento, e non pensavo che sarei ancora riuscita a provare qualcosa per qualcuno, ma Michael mi ha insegnato ad amare ancora, e...non saprei cosa fare senza di lui." ammisi senza troppi problemi.
Non c'era nulla di sbagliato in ciò che dicevo, perché quella non era altro che la verità.
"Sembra che tu lo ami più di quanto amavi Zach..." a quella sua affermazione mi bloccai smettendo di fare ciò che stavo facendo.
Non capivo perché l'avesse detto.
"Andy...io quando stavo con Zach avevo solo diciotto anni! Ero immatura e forse troppo piccola per sapere cosa fosse davvero l'amore. Non nego di essere stata innamorata di lui, ma ora mi rendo conto che che forse lo amavo in un modo...diverso. Invece...con Michael è diverso. Ora penso di essere grande abbastanza, e so ciò di cui ho bisogno. Voglio dire...non ho mai provato un sentimento così forte per qualcuno. Michael mi fa sentire bene, mi fa sentire viva, e...e io ad oggi posso anche immaginare una vita con lui. Quando stavo con Zach invece...non era così: non provavo nulla di tutto ciò...non avevo neanche mai pensato a un futuro con lui..." non riuscivo a spiegare la differenza tra i due casi, ma speravo che Andy afferrasse il concetto.
Era troppo difficile dire a parole ciò che avevo provato per Zach e ciò che invece provavo per Michael.
"Hey...non preoccuparti. Non l'ho detto perché mi dà fastidio il fatto che tu ti sia resa conto di non aver mai provato nulla di tutto ciò per colui Zach. Sono contento che tu sia riuscita ad andare avanti, ed è giusto così. E poi...Michael è davvero una bella persona, e anche tu lo sei! Quindi...vi meritate davvero di essere felici insieme." lui mi sorrise, ed io capii che fosse sincero.
Si era dimostrato davvero un buon amico.
"Grazie per aver capito. Significa molto per me." lo ringraziai perché finalmente qualcuno supportava la nostra relazione, ed era bello sapere che non c'era un'altra persona a volerci separare.
A quel punto lo abbracciai forte, poi ricominciammo a infilare le nostre cose nelle valige.
Quando finimmo e uscimmo di casa, Andy caricò le valige nel portabagagli della sua auto, ed io raggiunsi Michael che ancora aveva lo sguardo perso nel vuoto.
"Perché ci avete messo così tanto?" mi chiese subito con un tono di voce che sembrava quasi quello di un bambino.
Effettivamente ci avevamo messo più del previsto.
"Ci siamo persi in chiacchiere. Scusa amore..." mi scusai solo per averlo lasciato troppo tempo da solo pur sapendo che lui non stava molto bene.
"Non importa..." rispose accennando un sorriso.
Proprio in quel momento, Andy salì a bordo, poi partimmo, e quando arrivammo a casa sua, portammo le valige nella camera dove avevamo dormito quella sera.
Andammo immediatamente a farci una doccia, e io mi preparai già per andare al concerto.
Michael fece lo stesso subito dopo di me, e nel frattempo Andy aveva già chiamato qualcuno per far sistemare la casa di Michael.
Ora lui sembrava decisamente più tranquillo, e anche un po' più sorridente di prima.
Infatti, dopo aver mangiato qualcosa tutti insieme, lui si mise a giocare ai videogiochi con Andy, ed io intanto andai a preparare uno zainetto con tutto ciò che ci sarebbe tornato utile al concerto.
Ero così emozionata!
Non vedevo l'ora di andare.
"Ma voi non dovete andare?" dopo parecchi minuti, sentii Andy parlare con Michael, ma io non osai dire nulla: Michael si stava divertendo e io non avevo alcun diritto di interromperlo.
"Cazzo! Me lo stavo per dimenticare! Amore! Tu sei pronta?" Michael mi chiamò ad io andai da loro dicendo che ero già pronta da un bel po' di tempo e che stavo aspettando solo lui.
Così uscimmo di casa e andammo al luogo in cui ci sarebbe stato il concerto.
Finalmente arrivammo, ed era inevitabile l'attesa in coda per entrare nella struttura anche se avevamo i posti numerati.
"Tu sei mai stato ad un concerto dei Nickelback?" gli domandai per parlare un po' con lui.
"Certo! Questo è il terzo loro concerto a cui vado! Ti giuro che li amo..." lui non sembrava tanto emozionato quanto lo ero io.
Forse perché la mia sarebbe stata la prima volta.
E poi...era stato proprio Michael a farmi conoscere quella band, ed era ovvio che lui li avesse già visti e io no.
"Anche io! Però è la prima volta che vado a un loro concerto e...sono così emozionata! Ti avverto...piangerò parecchio." lo avvertii ancora prima di entrare perché sapevo che avrei pianto, in quanto quasi ogni singola canzone dei Nickelback toccasse qualche tasto dolente della mia vita personale.
Ogni canzone raccontava una storia, ed era proprio questo ciò che rendeva i loro testi così unici e in grado di trasmettere emozioni forti.
"Non pensare che io possa restare impassibile! Anche io ho dei sentimenti! Quindi...mi sa proprio che piangeremo insieme. Hai portato i fazzoletti?" mi domandò scherzando.
Io mi misi a ridere, ma comunque estrassi dallo zaino due pacchetti di fazzoletti.
"Tutti tuoi!" risposi dandogli uno dei due pacchetti.
"Ah! E...visto che ci sei, tieni tu lo zaino." non pesava, ma mi era solo un po' scomodo, ed io ne approfittai in quanto le tre settimane in cui doveva fare tutto ciò che volevo io, non fossero ancora finite.
"Va bene...dammi qua..." lui accettò senza protestare, ma sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Era evidentemente infastidito, ma sapeva di dover stare ai miei ordini.
"Hai portato anche del cibo?" aggiunse dopo un po'.
"Ma tu pensi sempre a mangiare?! Comunque...sì. Qualcosa dovrebbe esserci." gli dissi ricordandomi di aver messo nello zainetto anche del cibo, principalmente per lui in quanto io non avessi mai molta fame, soprattutto se ero ad un concerto.
"Che cazzo vuoi?! Ho fame, okay? E tu invece? Non mangi?" Michael prese subito un pacchetto di patatine porgendomelo, ma io rifiutai.
Così lui cominciò a mangiare, e appena prese in mano una patatina, io gliela mangiai direttamente prendendola con i denti dalle sue dita.
Lui mi guardò come se ci fosse rimasto davvero male, ma io risi.
"Dai! Mangia anche questa!" mi sfidò subito mettendosi un'altra pattina tra le labbra, ed io non esitai a mangiare anche quella, e fu inevitabile che dopo io lo baciai.
"Okay, ora basta. Levati di mezzo e fammi mangiare." improvvisamente lui interruppe il bacio allontanandomi, poi ricominciò a mangiare.
"Sei un bastardo!" gli dissi ridendo e fingendosi offesa per il fatto che amasse di più il cibo, piuttosto che me.
"E sappi che se provi a rubarmi ancora il cibo, ti mollo all'istante!" era difficile che lui condividesse il suo cibo, ma a volte con me lo faceva.
"Non ne saresti capace..." protestai sapendo che non sarebbe stato in grado di rompere con me neanche se la situazione fosse stata seria.
Nel frattempo, le ore passarono e finalmente era arrivato il momento di entrare.
Prendemmo posto, e ora non ci restava altro che aspettare l'arrivo sul palco dei Nickelback.
Forse ero più agitata di quanto previsto.
"Ora che ci penso...l'ultima volta che siamo stati ad un concetto insieme, era a quelli degli AC/DC con Ash. Quando ancora ci odiavamo tanto. Ti ricordi?" ogni tanto mi piaceva riportare alla luce qualche ricordo di noi...anche se forse erano più i ricordi in cui ci odiavamo, piuttosto che quelli in cui andavamo d'accordo.
"Già...il giorno in cui tutto è cominciato. È stato proprio quel giorno a farci avvicinare tanto da spingerci a vederci di nascosto dai nostri amici." forse Michael aveva ragione: tutto era cominciato da lì...da quando Ashton aveva avuto la geniale idea di lasciarci soli dopo il concerto.
Beh...allora dovevamo ringraziare lui.
"È bello che tu te lo ricordi." ammisi sorridendo.
Mi faceva piacere che lui si ricordasse così tante cose di noi.
Eppure...io avevo la memoria piuttosto corta, ed era già tanto se mi ricordavo il giorno del nostro anniversario.
"Perché? Tu hai già rimosso tutto quanto dalla memoria?!" la domanda di Michael era retorica, e forse non avrei dovuto rispondere, ma lo feci lo stesso.
"Ehm...più o meno..." almeno ero stata sincera: c'erano davvero tantissime cose che faticavo a ricordarmi.
"Che cosa?! Com'è possibile che non ti ricordi un cazzo?! E poi dici a me...! Ti sei incazzata tanto quando io mi ero dimenticato del nostro mesiversario, e poi tu nemmeno ti ricordi quando abbiamo cominciato ad andare d'accordo..." protestò.
Non capivo se fosse davvero offeso, o se stesse solo fingendo di esserlo.
"Ma è diverso! Tu ti sei dimenticato dei nostri sei mesi insieme! Era una data importante!" puntualizzai.
Era ovvio che avessi ragione io: non pretendevo che se lo ricordasse ogni mese, ma almeno i sei mesi...
"Dobbiamo per forza discutere di questo? Mi avevi già perdonato, e...e per tre settimane devo eseguire ogni tuo ordine. Cosa vuoi di più?" disse con dispiacere.
Effettivamente era davvero assurdo discutere di qualcosa che entrambi avevamo già superato, soprattutto in un momento come quello.
"Nulla. Mi basta che tu stia sotto il mio controllo almeno per questo periodo di tempo. È divertente, sai?" decisi di sdrammatizzare scherzandoci su, anche sapendo che lui ne sarebbe stato infastidito.
"Ti odio..." rispose mettendosi a ridere.
"Fanculo..." dissi tirandogli un pugno sul braccio.
Ci divertivamo sempre a stuzzicarci a vicenda dicendoci cose che nemmeno pensavamo.
Improvvisamente sentimmo il pubblico urlare e il nostro sguardo andò subito verso il palco.
"Hey Mikey! Oh mio dio! Stanno salendo sul palco! Oh mio dio! Non ci credo!" appena vidi i Nickelback sul palco, scattai in piedi saltellando e schiaffeggiando il braccio di Michael per l'emozione.
Lui non disse nulla.
Si mise solo alle mie spalle abbracciandomi poi da dietro e appoggiando il mento sulla mia testa.
Dopo una breve introduzione, il concerto iniziò, e per la prima metà ci scatenammo entrambi urlando, cantando e saltando, e un po'...anche ballando.
Poi...arrivò il momento delle canzoni che ci avrebbero fatto piangere in pochi secondi.
La prima fu 'Lullaby' che parlava di depressione...di perdite...poi fu il turno di 'Far Away', e di 'I'd Come For You' che parlavano di amori finiti, di addii.
Non potei fare a meno di scoppiare in lacrime pensando al fatto che tutto ciò potesse riguardare me.
Guardai Michael, e anche lui era in lacrime.
Istintivamente lo abbracciai forte.
Avrei voluto che nulla finisse.
"Promettimi che non mi lascerai mai..." forse gli chiedevo troppo, ma era la speranza che avevo in quel momento.
Michael mi prese le mani e mi guardò negli occhi per qualche secondo, poi parlò anche lui.
"Voglio passare la mia vita con te. Ti amo così tanto..." anche Michael, con le lacrime agli occhi, mi disse quelle parole così dolci che mi fecero venire i brividi.
"Anche io...promettimelo Mikey! Promettimi che staremo sempre insieme. Ho bisogno di te...per tutta la vita..." ammisi cercando di accennare un sorriso.
"Te lo prometto. Non voglio stare neanche un giorno senza te al mio fianco." era tutto così bello.
L'atmosfera era qualcosa di magico: la musica dal vivo dei Nickelback, le lacrime, le emozioni, noi...
"Ti amo Michael." sussurrai.
"Tu...tu vuoi passare la tua vita con me?" non capivo il motivo di quella sua domanda, ma una risposta ce l'avevo, ed era ben chiara.
"Ma che domande sono?! Certo che voglio! Non desidero altro!" era quella la verità, ma non potevo dirgli ciò che volevo perché forse sarebbe stato troppo presto.
Intanto la canzone andava avanti e noi non riuscivamo nemmeno a trattenere le lacrime per parlare senza singhiozzare.
"Intendo dire...per sempre..." continuò Michael.
"Ho detto di sì! Per sempre, Mikey...voglio avere un 'per sempre' con te." ridacchiai un po' solo per il fatto che continuasse ad insistere per avere certezze.
Non avevo mai creduto al 'per sempre'.
Ero sempre stata convinta che prima o poi tutto sarebbe finito, ma con Michael era diverso perché provavo un forte senso di speranza.
Credevo davvero nel nostro amore, ed ero certa che non mi sarei mai pentita di aver dato tanto nella nostra relazione.
"Io...vorrei che un giorno tu diventassi mia moglie..." non potevo credere che me l'avesse detto davvero.
Era come un sogno che si realizzava: un matrimonio, una famiglia...
"Oh mio dio...Mikey..." non sapevo cosa dire a riguardo.
Mi misi solo a piangere ancora di più dalla commozione, e istintivamente lo baciai, mentre lui mi mise le mani sui fianchi per attirarmi il più vicino possibile al suo corpo.
"Un giorno avremo una famiglia insieme. Te lo prometto." la sua era letteralmente una proposta di matrimonio, ed io non potei che accettare, perché era esattamente ciò che volevo dalla nostra relazione.
Mi rendevo conto che forse stavamo correndo troppo, e forse era proprio quel momento così magico a farci dire quelle cose, ma le pensavamo davvero.
"Siamo già una famiglia...tu sei la mia famiglia." replicai sorridendo.
Quando non si ha mai ricevuto affetto dalla propria famiglia, è facile sostituirla, e Michael ora era la mia famiglia...quella vera.
Il motivo di tutto questo?
Semplice! L'amore.
Noi ci amavamo alla follia, ed era proprio questo che avrebbe dovuto caratterizzare una vera famiglia.
Nella mia non c'era mai stato amore...

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