CAPITOLO 50

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Michael's pov
Erano già passati giorni dal mio incidente in macchina.
Ormai non sapevo neanche più che giorno fosse.
Mi ero risvegliato dal coma solo da pochi giorni, e inizialmente fu piuttosto traumatico.
Non capivo dove fossi, non mi ricordavo assolutamente nulla, e non avevo le forze di fare niente.
Mi sentivo debole e dolorante.
Vidi solo mia sorella lì accanto a me.
Le chiesi dove mi trovassi e lei mi spiegò che ero in ospedale, ma preferì chiamare i medici per fornirmi delle spiegazioni.
Così mi dissero che avevo fatto un incidente andando a sbattere contro il guardrail di una strada, e tenettero a precisare che ero anche parecchio ubriaco.
Solo lì cominciai a ricordare qualcosa.
Ma non ebbi il tempo di aggiungere altro che mia sorella uscì dalla stanza dicendomi che doveva chiamare mamma e papà...anche se non avrei nemmeno voluto vederli.
Dopodiché, i dottori uscirono dalla stanza, ma dopo pochi minuti entrò qualcun altro.
La riconobbi subito: era Catherine, la mia ex ragazza.
La ragazza per cui avevo perso la testa anni prima.
Il mio primo amore...quell'amore deludente e tossico che mi aveva fatto perdere per sempre la speranza.
Era lei il motivo per cui odiassi tanto l'amore e ogni gesto d'affetto...il motivo per cui fossi diventato un pezzo di ghiaccio.
Mi parlò a lungo dicendomi che era sempre stata al mio fianco, poi chiesi di Victoria, perché forse lei sapeva qualcosa.
Mi disse che era venuta qui solo una volta...che aveva detto che non gli importava di me...che se fosse stato per lei, avrebbe preferito vedermi morto.
Inizialmente non riuscivo a crederle.
Non riuscivo più a fidarmi di lei, ma poi cominciò ad assicurarmi di essere cambiata, di essere ancora innamorata di me, e il fatto che mi avesse anche scritto una lettera, confermava il tutto.
Poi anche Catherine uscì, e mia sorella tornò dicendomi che mamma e papà sarebbero venuti a trovarmi verso sera.
Poi, appena disse il nome di Victoria, sentii una tale rabbia quasi incontrollabile.
Non volevo vederla, non volevo parlarle...niente di niente!
Era solo una stronza!
In fondo...dovevo aspettarmi che a lei non importasse nulla di me.
Ero stato solo un illuso a sperarci.
Infatti, dopo che Isabelle aveva detto a Victoria della mia decisione, lei non si fece più viva in nessun modo.
Quel giorno sarei tornato finalmente a casa, e tutti i miei amici erano lì...tranne Victoria, ovviamente.
Ci rimasi un po' male, ma in fondo ero stato io a chiederle di starmi lontano, e forse le avevo fatto solo un favore.
Sapevo che lei non fosse neanche mai venuta in ospedale a vedere come stavo, era così e dovevo farmene una ragione.
"Mike, posso accompagnarti io a casa? Avrei bisogno di parlarti." eravamo già usciti dall'ospedale, ed eravamo lì fermi sul marciapiede a decidere cosa fare.
"Luke...se riguarda Victoria, la mia risposta è no!" avevo come l'impressione che Luke volesse riaccompagnarmi solo per convincermi a tornare da lei, ma non avrebbe funzionato.
Spesso mi aveva detto di quanto Victoria soffrisse, che le mancavo, che stava male ormai da settimane...ma io mi rifiutavo di credere a quelle cazzate.
Catherine mi aveva detto la verità.
"Eh dai Mike! Riguarda me! Ho bisogno di dirti delle cose! Sei o non sei io mio migliore amico?!" capii subito che fosse sincero.
Aveva passato un periodo troppo lungo senza di me, e ora dovevamo recuperare il tempo perduto.
"Va bene...va bene. Andiamo a casa tua?" così accettai, e dopo il suo consenso andammo a casa sua.
"Allora? Di cosa mi devi parlare?" gli chiesi appena ci sedemmo sul divano.
Nel frattempo, Luke mi chiese se volessi qualcosa da mangiare, ma io rifiutai: mi sentivo ancora debole e terribilmente stanco anche per mangiare.
"Beh...ecco...io...della mia fidanzata." pensai che forse avesse avuto qualche problema con lei, ma ero certo si sarebbe risolto.
L'avrei aiutato per quanto avrei potuto.
"Ah! Giusto! Non ti ho più chiesto nulla di Jenna...scusa. Come va con lei?" gli domandai scusandomi.
Ultimamente pensavo solo a me stesso.
Non mi interessavo dei problemi degli altri da un bel po' di tempo.
"Con Jenna...ci siamo lasciati. Ora sto con Jessica e..." iniziò a raccontare, ma non lo lasciai nemmeno finire di parlare.
"Ma vaffanculo! Sei tornato con quall'approfittatrice per farti prendere per il culo un'altra volta?!" inutile dire che avevo sempre odiato quella ragazza.
Aveva sempre sfruttato Luke per comprarsi tutto ciò che voleva.
Era quello il suo unico scopo.
"Non puoi incazzarti con me quando tu sei tornato con Catherine!" mi disse con aria di sfida.
"Lei è cambiata, okay? Mi ha detto delle parole bellissime e...e io...ho ceduto. Ma a me piace davvero." Catherine mi era stata vicino dal momento in cui ero uscito dal coma, e non mi aveva mai abbandonato neanche per un attimo.
Con lei stavo bene, ed era stato inevitabile che lei tornasse ad essere la mia fidanzata dopo tanto tempo.
Mi era mancata davvero tanto nonostante tutto ciò che mi aveva fatto passare, ma ora era cambiata e me lo stava dimostrando.
"Ti piace, o ne sei innamorato veramente?" alla sua domanda così stupida, alzai gli occhi al cielo.
Ero infastidito dalle sue parole.
"Luke! Smettila! So dove vuoi arrivare, e sai già cosa ne penso a riguardo: non voglio mai più sentire parlare di Vicky, okay?" Luke annuì senza aggiungere altro.
Ero stanco di sentir parlare di lei.
Tra noi non c'era mai stato nulla, e mai ci sarebbe stato.
Era tutto sbagliato fin dall'inizio, e noi lo sapevamo.
Sapevamo di essere noi quelli sbagliati, e due sbagli non potevano far altro che crearne uno ancora più grande.
Avrei solo dovuto cercare di dimenticare Victoria, e non sarebbe stato difficile farlo.
"Luke...ma lei...cioè...Vicky non ha un...un fidanzato, vero?" chiesi abbassando poi la voce e lo sguardo.
Come non detto.
Non sapevo nemmeno perché gliel'avessi chiesto.
"No. È chiusa nella sua stanza da quando ha saputo che non vuoi più vederla. Te l'ho detto: sta malissimo. Ma perché improvvisamente ti importa di lei?" nonostante quella domanda finale, almeno avevo ottenuto la risposta che volevo.
"Lascia stare...hai ragione...a me non importa di lei..." cos'altro potevo fare se non dargli ragione?
Dovevo dimenticare Victoria.
Dovevo farlo proprio ora che avevo una ragazza che mi amava veramente, e quella ragazza non era di certo Victoria.
"Ti crederò solo quando avrai le palle per dirle in faccia tutto ciò che vuoi far credere a tutti." Luke mi rispose con tono completamente indifferente.
Nemmeno credeva alle mie parole...
"E tu dovresti essere il mio migliore amico?! Fanculo Luke!" a quel punto mi alzai e andai verso la porta.
Sapevo che non avrei dovuto accettare di passare del tempo con lui.
Forse, per colpa di Victoria avrei perso anche Luke, e anche se avevo paura di questo, dovevo andarmene: ero uscito da poco dall'ospedale e mi sentivo così stanco da non essere neanche in grado di reagire.
"Mike...io lo dico per te, okay? Non voglio che tu te ne vada. Dopo tutto quello che ho passato per te...ho anche lasciato Jenna per te! Sei il mio migliore amico..." a quelle parole mi fermai ancora prima di aprire la porta d'ingresso.
Non potevo credere alle mie orecchie.
"Che cosa? L'hai lasciata per me? In che senso? Mi devi confessare qualcosa, Luke?" inizialmente la presi sul ridere.
Mi chiedevo cosa volesse dire...
"No Mike! Non sono gay, e non sono innamorato di te, se stai pensando a questo. Ho lasciato Jenna perché non accettava il fatto che io passassi tanto tempo in ospedale con te nella speranza di un tuo risveglio. Era come...gelosa. Voleva che io stessi con lei ogni singolo momento della giornata, ma ultimamente ci eravamo allontanati proprio perché io preferivo stare con te piuttosto che con lei..." confessò.
Potei facilmente notare i suoi occhi lucidi.
"Sei un coglione, Luke!" non potevo far altro che rimproverarlo.
Come poteva aver lasciato Jenna per stare all'ospedale con me?!
"Mi ha messo davanti ad una scelta! Mi ha chiesto di scegliere tra lei e te. Io ho scelto te perché sei come un fratello per me. Come potrei fare a meno di un idiota che mi rompe i coglioni dalla mattina alla sera?!" in quel momento mi venne istintivo tornare da lui e abbracciarlo forte.
Forse nessuno aveva mai fatto qualcosa del genere per me, e per una volta mi sentii speciale...importante per qualcuno.
"Non puoi nemmeno immaginare quanta paura di perderti io abbia avuto. Se lo fai ancora, sarò io stesso ad ucciderti." non aveva molto senso ciò che mi stava dicendo, ma apprezzavo il fatto che lui mi volesse così tanto bene.
"Tranquillo. Credo che non toccherò più l'alcool per un bel po' di tempo. Oltretutto...per ora sono anche senza macchina..." ciò che dicevo era vero: da quando i dottori mi avevano detto che ero finito in coma a causa dell'alcool, mi ero ripromesso di evitarlo per un lungo periodo.
Per quanto riguardava la mia auto, invece...avrei dovuto comprarne una nuova in quanto la mia ormai non esistesse neanche più.
Al momento mi sarei accontentato della mia moto.
"Ora non esagerare. Se diventi astemio...io con chi uscirò a bere alla sera?" lui ci scherzò su per sdrammatizzare, ma sapevo che in realtà anche lui avrebbe voluto che io non bevessi più definitivamente.
Forse anche lui avrebbe cominciato a bere di meno.
In fondo...ciò che era successo a me non era una cosa da niente, e poteva servire da lezione a tutti.
"Ma se non sei mai venuto a bere con noi! Ci andavo sempre e solo con..." improvvisamente tornai serio e non finii nemmeno la frase.
Faceva troppo male parlarne...
"...con Vicky..." Luke continuò la frase al posto mio, ma io non risposi.
Mi limitai ad abbassare lo sguardo.
"Non sei obbligato ad evitarla, sai? Potrai pensare ciò che vuoi riguardo a Vicky, potrai dare la colpa a lei per ciò che ti è successo. In fondo...neanche lei ha mai smesso di colpevolizzarsi...ma ti è sempre stata vicino. Ogni singolo giorno restava lì accanto al tuo lettino a piangere. Spesso passava anche la notte lì. E...ed è solo grazie a lei se ti sei risvegliato dal coma. Hai iniziato a dare segni di ripresa solo quando lei era con te. Le hai stretto la mano, e la prima parola che hai detto è stata proprio il suo nome. Lei non ti ha mai lasciato, e tutti noi lo sappiamo." decisi di lasciarlo finire di parlare nonostante sapessi che quella non fosse la verità.
Evidentemente i miei amici si erano messi tutti d'accordo per raccontarmi la stessa storia: erano le stesse cose che mi aveva raccontato anche mia sorella.
Ma non ce la facevo più di sentire tutto ciò.
"Adesso basta! Basta, Luke! Smettila!" a quel punto sbottai e corsi nel bagno più vicino.
Mi chiusi dentro e cominciai a piangere.
Perché faceva così male ricordare?
"Mike! Cosa succede? Stai bene?" Luke venne subito a bussare, ma io nemmeno ebbi la forza di rispondere.
Continuavo a pensare a Victoria e alle parole di Luke.
E se ciò che mi dicevano tutti fosse vero?
Eppure...quella che ora era la mia fidanzata mi aveva detto tutt'altro.
Ma forse era a lei che dovevo credere: in fondo...lei non ne avrebbe tratto nessun vantaggio dicendomi una bugia...
"Per favore, apri! Dimmi che stai bene! Non farmi preoccupare..." Luke continuava a bussare sempre più forte.
Sapevo che fosse davvero preoccupato.
"Luke...ho bisogno di restare un po' solo...ho bisogno di pensare..." risposi cercando di trattenere i singhiozzi.
Era difficile.
Non sapevo nemmeno perché stavo piangendo per una ragazza come Victoria.
"Okay...quando te la senti...apri per favore. Io aspetterò qua fuori..." sapevo che sarebbe rimasto lì finché non sarei uscito.
Sapevo che l'avrebbe fatto.
Lasciai passare solo un paio di minuti.
Giusto il tempo necessario per asciugarmi del tutto le lacrime, poi aprii la porta lasciando entrare il mio migliore amico.
"Mike...cosa succede? Perché improvvisamente sei scoppiato a piangere? Sai che con me puoi parlare, e...e se ti va puoi farlo..." Luke si precipitò ad abbracciarmi un'altra volta, ma non ricambiai.
Pensai solo al fatto che si fosse accorto che piangevo...anche se non ci voleva un genio a capirlo.
"A chi stai pensando?" continuò in quanto io non avessi risposto.
"A Vicky. So che non dovrebbe importarmi di lei ma...ho paura...sono preoccupato..." ammisi sapendo che da quel giorno in poi per me non sarebbe più esistita nessuna Victoria.
Doveva uscire definitivamente dalla mia vita, ed io dovevo uscire dalla sua.
"È giusto che sia così. Se vuoi sapere qualcosa di lei...chiedi pure." c'erano tante cose che avrei voluto sapere di lei...forse troppe.
"Sta andando a lezione?" forse la mia era una domanda stupida, ma mi sarebbe servito saperlo, almeno mi sarei preparato psicologicamente a rivederla, e al momento non ero pronto.
"Solo qualche volta...ma è più il tempo che passa chiusa in quella stanza. Comunque...ora ha cambiato tutti gli orari delle sue lezioni in modo da non averne neanche una in comune con te. Ho cercato di convincerla a non farlo, ma pensava fosse la cosa più giusta per te..." non mi aspettavo che Victoria avrebbe fatto di tutto per non vedermi.
Dovevo ammettere che forse mi sarebbe mancata la sua presenza in classe, ma era così che doveva andare.
"Già...forse è meglio così..." sospirai pensando a cosa dire.
"Quindi...non sta più uscendo dalla sua stanza? Ma come sta? Almeno mangia?" quella era la mia preoccupazione più grande: spesso lei smetteva di mangiare quando stava male.
"Mike...te l'ho detto: Vicky non sta per niente bene. Non vuole più vedere nessuno, piange tutti i giorni, e...e non mangia praticamente nulla a meno che non sia io a trascinarla da qualche parte con la forza. Onestamente...credo proprio che stia perdendo troppo peso e..." quelle parole facevano davvero male.
Lo stava facendo solo per farmi sentire in colpa?
Beh...se era così, ci stava riuscendo molto bene.
Eppure lo interruppi.
Non lo lasciai finire di parlare, e senza volerlo scoppiai a piangere un'altra volta.
Quella volta però, piangevo per ciò che Victoria stesse facendo a sé stessa.
Avevo il terrore che potesse succederle qualcosa di brutto.
E se fosse successo?
Di certo non me lo sarei mai perdonato.
Sarebbe stata solo colpa mia.
"Luke...promettimi che ti prenderai cura di lei ogni giorno. Fammi sempre sapere se sta bene. Non importa se ormai ho una fidanzata. Non importa. Voglio solo sapere che lei sta bene. Aiutala il più possibile e stai vicino a lei. Io non posso più farlo, quindi fallo tu al posto mio." non potevo fare a meno di preoccuparmi per lei anche se avrei dovuto provare solo odio nei suoi confronti.
Speravo che un giorno sarei stato in grado di dire che non mi interessava più.
Speravo succedesse molto presto perché ero stanco di soffrire per qualcuno a cui di me non importava affatto.
"Pensi che lei possa tornare quella di prima senza di te?" una frase così...poteva benissimo essere evitata.
Luke stava parlando a sproposito, e a me risultava sempre più difficile trattenere le lacrime.
"Lei non ha bisogno di me. È abbastanza forte da superare ogni cosa...qualunque cosa stia passando. E lo stesso dovrei fare io. Devo solo dimenticarla." cercai di sembrare il più indifferente possibile ai suoi occhi, e forse ci stavo riuscendo.
"Come fai? Come fai a rimuovere ogni ricordo che hai di lei?" mi domandò con un tono che quasi mi chiedeva di non farlo.
"Non lo so! Adesso vorrei solo non averla mai incontrata, perché è troppo difficile da dimenticare..." nonostante non volessi piangere ancora, una lacrima scese lungo la mia guancia.
Era incredibile quanto io stessi male a causa sua.
Avevo anche quasi perso la vita a causa sua: avrei solo dovuto odiarla, ma non ci riuscivo.
"Questo non è ciò che vuoi davvero. Pensa a com'era la tua vita prima di incontrarla. Non avevi me, per esempio. Né Cal, né Grace...niente serate in compagnia, niente battaglie ai videogiochi...non avevi neanche un cretino come me a cui dare lezioni di chitarra, e andresti male a scuola perché non ci sarei io ad aiutarti. E tua sorella? Sarebbe mai uscita dal suo guscio se non fosse stato per Vicky? Ora Isabelle ha degli amici, e un fidanzato che la ama davvero. Non ti rendi conto di quanto abbia fatto lei per te?" non sapevo quanto Victoria avesse cambiato la mia vita in meglio, ma questo non significava nulla.
"Non mi importa! Ora al mio fianco c'è una ragazza che mi ama davvero, e al momento voglio solo lei. Mi rende felice, e mi fa stare bene. Potrei chiedere di più?" Catherine mi rendeva felice, e dopo tutto ciò che mi era successo, ne avevo proprio bisogno.
Mi faceva ridere, mi faceva stare bene, e soprattutto evitava di ricordarmi Victoria.
"Mi dispiace Mike, ma non ti credo..." il bello di Luke era che mi diceva sempre ciò che pensava, ma quella volta faceva male non essere creduto.
"La cosa più importante è che io creda a me stesso." conclusi per poi uscire dal bagno.
Finalmente avevo smesso di piangere, e tutto ciò che volevo era tornare a casa mia.
"Dove vai? Vuoi che ti accompagni io a casa?" si offrí Luke vedendo che stavo recuperando le mie cose per uscire da casa sua.
"No. Credo di aver bisogno di camminare un po'." così uscii e tornai a casa mia.
Mi feci solo una lunga doccia, poi mi misi a letto.
Mi sentivo davvero stanco...

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