Victoria's pov
Erano già passati alcuni giorni dall'incidente di Michael.
Ormai avevo perso la cognizione del tempo.
Non sapevo esattamente quanto fosse passato da quel maledetto giorno, e la mia vita era cambiata radicalmente.
Sì...ora faceva ancora più schifo.
Non avevo più una vita sociale: passavo tutte le mattine a lezione al college, e ogni pomeriggio ero in quell'orribile ospedale.
Avevo smesso di parlare con tutti i miei amici.
Non li vedevo neanche più se non qualche volta a lezione, o a pranzo.
L'unico con cui riuscivo ad avere delle conversazioni sensate, era il dottore che mi aveva promesso che si sarebbe preso cura di Michael.
E quel pomeriggio non fu diverso.
Anzi, forse lo sarebbe stato presto.
"Dottore? Quando potrò vedere Michael?" ero lì seduta su quella panchina davanti alla stanza di Michael già da ore.
Quel giorno c'era parecchio trambusto in quella stanza: continuavano ad entrare ed uscire medici da tutto il pomeriggio, e forse da quella mattina stessa.
"Non lo so. I miei colleghi stanno discutendo riguardo al futuro di Michael. Sai cosa succederà domani, vero?" il dottore che ormai conoscevo da tempo si sedette accanto a me.
Le sue parole erano come una doccia ghiacciata, come un'ennesima pugnalata al cuore.
Sapevo benissimo cosa sarebbe successo il giorno successivo.
"Davvero...davvero non si può fare niente? Giuro che sono disposta a pagare qualsiasi cifra per non fargli staccare le macchine! Sono disposta a pagare tutto di tasca mia! Gli pagherò io le terapie e...e tutto il resto. Dico davvero: i soldi non sono un mio problema, ma lui non può morire! Non potete farlo morire così! Dategli ancora del tempo! Per favore...non chiedo altro..." mi ritrovavo a supplicare il dottore per salvare Michael.
Sarei stata disposta a tutto.
"I soldi non serviranno a nulla, ed io non posso fare niente. Purtroppo non ci sono stati miglioramenti. Fino ad oggi non ha fatto altro che peggiorare..." avevo già le lacrime agli occhi.
Non avrei mai accettato di non vedere più Michael.
"Ma dottore..." cercai di trovare un buon pretesto per impedire ai medici di staccare il respiratore a Michael, ma lui mi interruppe.
"Niente 'ma'. Mi dispiace, ma conosci la procedura." il dottore abbassò lo sguardo.
Sapevo che fosse dispiaciuto almeno quanto me, e sapevo anche che lui non potesse fare nulla.
Le condizioni di Michael non erano più state stabili negli ultimi giorni: non faceva altro che avere peggioramenti.
Fortunatamente non era mai successo quando io ero con lui...
"Questa notte...voglio restare qui. Non mi importa se direte che non posso farlo. Io resterò al suo fianco fino al momento in cui...in cui..." non riuscivo nemmeno a pronunciare quelle parole così orribili.
In ogni caso, quello era ciò che avrei fatto: avrei tenuto per mano Michael per tutta la notte finché non sarebbe arrivato quel fatidico momento.
"Nessuno te lo impedirà. Per il tuo bene ti direi di tornare a casa, ma capisco il motivo per cui tu voglia restare." apprezzavo il fatto che almeno lui mi capisse, ma non riuscivo a smettere di piangere per ciò che sarebbe accaduto il giorno successivo.
"Quando...quando mi faranno stare con lui?" rimasi per qualche minuto in silenzio, poi feci di nuovo la stessa domanda.
Volevo vederlo.
Volevo vedere il mio Michael per l'ultima volta.
"Molto presto. Non preoccuparti." non capivo come quel dottore potesse restare così calmo.
Ma in fondo...non era lui che stava perdendo una persona cara.
Aspettai solo qualche minuto ancora, finché non vidi uscire dalla stanza di Michael circa cinque o sei medici.
Poi lanciai uno sguardo al dottore ancora seduto accanto a me, e aspettai un suo consenso.
Non esitai nemmeno un secondo prima di entrare.
Corsi direttamente da lui chiudendomi la porta alle spalle.
"Mikey! Finalmente sono qui! Non vedevo l'ora di vederti...mi mancavi così tanto..." iniziai subito a parlare con lui accarezzandogli delicatamente il viso.
Fino a qualche giorno prima non avevo nemmeno il coraggio di avvicinarmi più di tanto a lui per paura di fargli male, ma avevo bisogno del suo contatto, avevo bisogno di sentirlo davvero vicino a me, avevo bisogno di sentirlo vivo.
"Oggi...credo di avere molte cose da dirti. Ma sai che sono più brava a scrivere...per questo ho deciso di scriverti una lettera. Io...non l'ho mai fatto, quindi...non so cosa sia venuto fuori, ma visto che non puoi farlo tu...la leggerò io..." avevo davvero preparato una lettera.
Ero sempre stata più brava a scrivere, piuttosto che a parlare.
L'avevo scritta la sera prima tra le lacrime dell'idea di non poter più prendere Michael per mano.
Sapevo già che leggendola sarei scoppiata a piangere un'altra volta.
Potevo considerarla una lettera d'addio, anche se non era facile ammetterlo.
"Hey Mikey.
Questo inizio potrà sembrarti banale, ma volevo utilizzare questo soprannome ancora una volta. So che ti piace quando ti chiamo in questo modo.
Ma non è di questo che voglio parlarti.
Vorrei iniziare col dirti che mi hai cambiato la vita: il giorno in cui ci siamo conosciuti al parco, ho capito subito che tra noi ci sarebbe stato un legame forte. Purtroppo però, le cose non erano andate come speravo, ma nonostante tutto, siamo riusciti ad andare d'accordo...ma tu questo lo sai.
Era come se volessi sempre stupirti.
Fare colpo su di te in qualche modo...volevo smentire le voci di corridoio con la consapevolezza che tu non sapevi nulla di me.
Sono cambiata solo grazie a te, e non potrò mai ringraziarti abbastanza.
Mi sento una persona migliore...o meglio...così è stato fino a pochi giorni fa.
La verità è che quando mi hai baciato ho provato delle sensazioni che non avevo mai provato prima.
Mi sono sentita bene, ma allo stesso tempo ero spaventata da ciò che sarebbe potuto accadere in futuro.
Non avrei mai dovuto scappare in quel modo da te.
So di averti fatto soffrire, e so che non te lo meritavi.
Ciò che ti ho fatto è stato orribile: hai fatto un viaggio così lungo solo per venire da me, ed io ti ho cacciato via.
Non dovevo farlo...lo so.
Dovevo dirti la verità fin da subito, ma ora non posso più farlo.
È tutta colpa mia...è colpa mia se tu ora ti trovi qui, e credo anche che non mi perdonerai mai, ma voglio provarci.
Solo ora che sono sul punto di perderti mi rendo conto di una cosa: non sai quanto io tenga a te...non puoi neanche immaginarlo.
Significhi molto...per me sei tutto.
Non potrei immaginare un solo giorno senza vederti.
Vorrei rivedere i tuoi occhi, vorrei vederti sorridere un'altra volta, vorrei risentire la tua voce...adoro sentirti cantare e suonare per me, e ormai credo che tu l'abbia capito.
La verità è che..."
Ormai i miei occhi erano pieni di lacrime.
Non riuscivo nemmeno più a vedere ciò che avevo scritto, ma non mi restava molto da dirgli.
Sapevo perfettamente cosa avessi scritto, e sarei riuscita a dirglielo anche senza leggerlo.
Così piegai quella lettera, la misi sotto il suo cuscino, e gli presi la mano.
Era bello tenerlo ancora per mano con le mie dita intrecciate alle sue...
"La verità è che ti amo Michael. Me ne sono resa conto troppo tardi, lo so...ma è così. Mi sono innamorata di te veramente. Sai che solitamente sono fredda come il ghiaccio, e mi è difficile dire queste cose. Ma almeno puoi avere la certezza che ciò che dico sia vero: ti amo Mikey...e non smetterò mai di farlo. Rimpiango solo il giorno in cui ti ho mandato via. Odio il fatto che le ultime parole che hai sentito da me siano state parole così piene di cattiveria, ma voglio che tu sappia che non è vero che non mi importa di te...non è vero che non ti sopporto. Tutto ciò che provo per te, è amore. Io ti amo Michael." a quel punto mi venne istintivo abbassarmi e baciarlo delicatamente sulle labbra.
Era la prima volta che ero proprio io ad appoggiare le mie labbra sulle sue.
Per un momento sperai che accadesse come nelle fiabe: quando al bacio del principe, la principessa si sveglia, ma quella era la realtà.
Non sarebbe accaduto.
"Vorrei tanto che tu mi dessi un segno per farmi capire che mi senti..." a quel punto sospirai arrendendomi e lasciandomi cadere sulla sedia accanto al suo lettino.
Non riuscivo a smettere di guardarlo.
Aspettavo un segno.
Pensai anche che forse non volesse farmi capire che mi sentiva perché io avevo fatto lo stesso con lui.
Beh...se così fosse stato, me lo meritavo.
Restai lì per ore, senza lasciargli la mano nemmeno per un secondo.
Non riuscivo a fare a meno di quel contatto fisico con lui, soprattutto sapendo che sarebbe stata l'ultima volta.
Le ore passarono, ed io cominciavo a sentirmi stanca.
Chiusi gli occhi appoggiando la testa sul bordo del lettino.
Non avrei voluto farlo, ma i miei occhi si chiudevano da soli.
Avrei solo voluto passare ogni singolo minuto, godermi ogni singolo istante con lui.
Ci provai a restare sveglia, ma non riuscii.
Mi addormentai senza neanche rendermene conto.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...