Michael's pov
Andare alle terme aveva veramente aiutato a rilassarci e forse anche ad avvicinarci un po' dopo quella litigata.
Infatti, quando uscimmo da lì, Victoria mi concesse anche di tenerla per mano, e tutto sembrava andare bene...finché non si ricordò di ciò che le avevo detto mentre percorrevano quella strada all'andata.
"Mikey? Facciamo un giro nel bosco? Me l'avevi promesso..." non pensavo se lo ricordasse...o almeno lo speravo.
In ogni caso, non mi restava altro che accettare.
"Guarda cosa mi tocca fare per amore..." commentai guadagnandomi una risata da parte sua.
"Almeno stammi vicino. Fai andare avanti me." nonostante non fossi molto tranquillo, la mia priorità era lei.
"Stai scherzando? Io vado avanti anche senza di te." inutile dire che lo fece davvero, e per lunghi minuti camminammo per il bosco: io la seguivo cercando di tenere il suo passo.
"Mikey! Guarda là! È una casa abbandonata?" improvvisamente Victoria vide qualcosa e iniziò a correre.
Ancora una volta le stavo dietro a fatica.
"Non entrare! Torna indietro! E se ci fosse qualcuno dentro?" a quel punto iniziavo ad avere davvero paura.
Quelle cose non facevano per me.
"Se c'è qualcuno in questa casa, sicuramente non è qualcuno di vivo. Al massimo ci sarà qualche entità...qualche spirito." lei sembrava seria, e a me vennero i brividi al solo pensiero che ciò che avesse detto fosse vero.
"Amore...andiamo via..." insistetti ancora mentre lei ormai era già entrata in quella casa.
"Stai zitto!" non mi fece nemmeno parlare.
Cominciò a guardarsi intorno, ed era tutto così inquietante.
Era come se lì il tempo si fosse fermato.
Come se chi ci abitava avesse lasciato quella casa in fretta.
Tutto era ancora lì: pentole sui fornelli, piatti sul tavolo...
"Questo posto è affascinante." Victoria sembrava così felice di essere lì, ma io non potevo dire lo stesso.
"No! Non lo è! Andiamo via!" l'avevo già ripetuto mille volte, ma lei voleva restare.
"Pensa se adesso qualcuno di...poco vivo facesse un rumore! Non sarebbe figo?" Victoria non fece neanche in tempo a finire di parlare, che sentimmo un rumore molto forte provenire dal tetto, ed io lanciai un urlo.
"Vaffanculo te, e anche quel qualcuno di poco vivo! Vaffanculo!" tutto ciò era inspiegabile, e iniziavo a pensare che lì ci fosse davvero qualcosa di paranormale.
"Michael! Calmati!" lei mi urlò contro mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi negli occhi.
"Come cazzo faccio a calmarmi?! Cos'era quel rumore?!" ero spaventato perché lì non c'era assolutamente nessuno a parte noi.
"Non lo so! Ma è fantastico!" disse sorridendo e continuando a guardarsi intorno.
"Tu sei pazza! Se sei stata tu, dimmelo subito, per favore!" il fatto che avessi una fidanzata pazza e completamente fuori di testa, già lo sapevo e non era nulla di nuovo, ma fino a quel punto...
"Come faccio ad essere stata io? Sono sempre stata qui ferma!" cercai di trovare una spiegazione razionale a tutto ciò, ma sapevo che non ce ne fosse una.
"Va bene. È vero. Ma ora torniamo a casa. Ti prego...questo posto è infestato! Ne sono certo!" ormai era quasi mezz'ora che ero lì a pregarla di andare via.
Non volevo stare lì un minuto di più.
"Sei un fifone del cazzo! Dai...va bene...andiamo..." finalmente Victoria decise che fosse davvero arrivato il momento di andare, così uscimmo da quella casa.
Fortunatamente lei si ricordava la strada di ritorno, perché ero certo che io mi sarei perso in quel bosco così fitto.
"Ti avverto! Non ti seguirò mai più in posti del genere! Mai più!" la avvisai, perché quella era la prima e ultima volta che sarei andato in una casa abbandonata nel bosco.
Avevo davvero avuto molta paura.
Ancora non capivo come lei potesse non essere spaventata da quel posto e dai rumori.
"Sei solo un fifone!" ormai eravamo arrivati davanti a casa, e lei non esitò a prendere della neve e lanciarmela addosso.
"Questo non dovevi farlo!" le dissi scherzando e ricambiando con una palla di neve che le arrivò dritta in faccia.
"Oh mio dio! Scusa...non l'ho fatto apposta..." non l'avevo fatto apposta.
Avevo anche paura di averle fatto male.
Inutile dire che lei si vendicò immediatamente correndo verso di me e infilandomi la neve dentro la maglietta.
Urlai e mi divincolai a causa del freddo e lei quasi stava piangendo dalle risate.
Così andammo avanti a giocare a palle di neve davanti a casa a lungo.
Finché io non decisi di fare lo stesso che lei aveva fatto a me, ma Victoria si difese spingendomi fino a farmi cadere sdraiato di schiena sulla neve, ed io la trascinai sopra di me.
"Sai che sei una stronza?" le sussurrai ridacchiando.
"Almeno quanto te." Victoria sorrise, poi abbassò il viso per baciarmi mentre infilava le sue dita tra i miei capelli.
Era come essere in un film: la neve, il buio, le stelle in cielo, i baci...
"Ti amo." le dissi.
Poi lei si alzò da me ricominciando con le palle di neve, e tornammo a giocare come due bambini.
"Ragazzi! Entrate in casa, o vi prenderete un bel raffreddore!" proprio in quel momento mio padre aprì la porta invitandoci ad entrare.
Probabilmente era rimasto lì a guardarci fino a quel momento.
"Dai! Toglietevi le giacche e scaldatevi davanti al camino." aggiunse, e noi seguimmo il suo consiglio.
Andammo subito a sederci davanti al camino acceso, e dovevo ammettere che stavo congelando.
"Amore...stai tremando. Vado a prenderti una coperta?" lei aveva sempre freddo.
Era quel tipo di persona che dormiva con le coperte pesanti anche in piena estate.
"No, non preoccuparti. Ancora qualche minuto e vado a farmi una doccia calda." avrei voluto farlo anch'io, peccato che il bagno fosse uno solo...
"Faccio la doccia con te..." proposi sottovoce per evitare che i miei genitori sentissero.
"Mikey! No! Te lo concederei se fossimo da soli!" forse aveva ragione, perché i miei genitori ci tenevano d'occhio.
"Già...ora vai. Così dopo vado io." non vedevo l'ora di mettermi sotto l'acqua calda, quindi speravo che Victoria facesse in fretta, ma ne dubitavo fortemente.
Quando lei salì, io andai in cucina dai miei genitori.
"Allora? Come va tra voi due? Tuo padre mi ha detto che avete discusso...che l'hai fatta piangere..." sapevo che mio padre avrebbe raccontato tutto a mia madre.
Ora avrei dovuto dare delle spiegazioni anche a lei.
"Abbiamo chiarito. Ma ora fa un po' fatica a fidarsi di me, e...ha detto che vuole iniziare a tenermi d'occhio almeno un pochino." risposi abbassando lo sguardo.
Mia madre ridacchiò scuotendo la testa, e mio padre le lanciò subito uno sguardo.
"Io controllavo tuo padre in ogni singola ora della giornata. Peccato che non c'erano i cellulari, altrimenti avrei controllato ogni messaggio o chiamata che avesse ricevuto." spiegò lei, ed io rimasi stupito di quante cose non sapessi riguardo ai miei genitori.
In fondo non avevo mai parlato con loro.
"Già...mi ricordo molto bene!" commentò mio padre.
"Comunque...cosa pensate di Vicky?" a quel punto volevo davvero sapere cosa pensavano di lei, anche se la loro opinione non avrebbe cambiato la mia.
"A me piace, ma già lo sai." mio padre rispose subito.
Beh...la sua opinione già la sapevo.
"Io...beh...devo ammettere che non è male: è simpatica, gentile, intelligente, ed è anche una bella ragazza. Non pensavo che l'avrei mai detto, ma in fondo lei non ha mai fatto nulla di male a nessuno di noi. È evidente che sia innamorata." non potevo credere che ora anche a mia madre piacesse Victoria.
Era come un sogno che si realizzava.
"Lei è fantastica! È perfetta! Io la amo così tanto...vorrei stare con lei per sempre..." stavo fantasticando forse troppo sulla mia ragazza, e forse stavo dando fin troppa voce ai miei pensieri.
"Hey! Vacci piano, okay?" mia madre intervenne con tono di rimprovero.
Forse doveva ancora farci l'abitudine.
Io non risposi, anche perché in quel momento Victoria venne da noi indossando una tuta e un maglione che sembrava quasi natalizio.
La guardai per un po' con un sorriso da deficiente stampato in faccia.
"Sei così bella..." sussurrai dando ancora una volta voce ai miei pensieri.
"Tu lo sei anche di più." mi rispose scompigliamdomi i capelli.
Dopodiché andai al piano di sopra a togliermi finalmente i vestiti bagnati che ancora indossavo.
Finché non entrò Isabelle in camera mia.
"Tu! Bastardo! Come ti permetti di fare questo a Victoria?! Papà mi ha detto tutto! Sono schifata, Mike! Veramente! Come hai potuto?" venne da me come un treno e appena finì di parlare tentò di darmi uno schiaffo, ma la fermai stringendole il polso.
Se c'era qualcuno che poteva permettersi di schiaffeggiarmi, quella era Victoria.
Solo lei.
Ma poi...da dove era spuntata fuori mia sorella?!
Non l'avevo più vista fino a quel momento...
"Stanne fuori. Non sono cazzi tuoi. E comunque è tutto sistemato." tenetti a dire sperando se ne andasse e mi lasciasse in pace.
"Non sono cazzi miei?! Mike! L'hai tradita! Se lei avesse fatto lo stesso con te, tu avresti rotto con lei all'istante!" in parte aveva ragione: pretendevo che Victoria mi perdonasse, ma se lei avesse fatto la stessa cosa che avevo fatto io, probabilmente l'avrei lasciata e non avrei voluto più avere niente a che fare con lei...o probabilmente mi sarebbe servito molto tempo per riacquistare la fiducia nei sui confronti.
"Hey...Isabelle, lascialo stare. Tra noi ora è tutto a posto. Lo terrò d'occhio forse un po' di più, ma se ho accettato io tutto questo, perché non devi farlo anche tu?" improvvisamente anche Victoria entrò nella mia stanza mettendosi in mezzo a me e Isabelle.
Non mi aspettavo avrebbe preso le mie difese, e soprattutto non mi aspettavo parlasse con un tono così calmo e rilassato.
"Ma lui ti ha tradito! Ha tradito anche la tua fiducia!" non capivo quale fosse in problema di mia sorella.
Perché desiderava tanto vederci litigare?
"No, non l'ha fatto. E per quanto riguarda la fiducia...lui lo sa: sa che ci metterò un po' a tornare a fidarmi totalmente, e nel frattempo controllerò almeno un pochino ciò che fa. Ma oltre a questo, non c'è nient'altro. Quindi...non preoccuparti." Victoria cercò di tranquillizzarla, ma Isabelle non sembrava affatto intenzionata a farlo.
"Michael sei un idiota! Un deficiente!" Isabelle sbottò.
Qualcosa mi diceva che era un po' invidiosa del fatto che io fossi felice con la mia fidanzata, mentre lei non sarebbe mai tornata con il ragazzo che amava.
"Già...questo lo so anch'io. Ma lo amo lo stesso." ammise Victoria sorridendo, ed io la abbracciai da dietro come per ringraziarla del supporto.
"Papà! Digli qualcosa!" in quel momento arrivò anche mio padre per vedere cosa stesse succedendo, in quanto Isabelle stesse urlando da quando era entrata nella mia stanza.
"Isabelle...capisco che tu possa essere un po' gelosa, ma lascia stare tuo fratello. Lascialo essere felice con Victoria. Le loro questioni se le devono risolvere loro. Non intrometterti!" fortunatamente anche mio padre era dalla mia parte, ed era strano, perché non ero abituato a tutto questo.
"Ora scendi e aiuta tua madre con la cena." mia sorella sbuffò, ma alla fine obbedì a papà.
"Scendo anche io." aggiunse poi Victoria.
Ed io rimasi lì con mio padre.
"Domani mattina presto noi andremo in paese a girare per i mercatini di Natale. Verrà anche tua sorella. Tu e Victoria avrete casa libera fino all'ora di pranzo, quindi...divertitevi finché non siamo in casa." a quel punto mio padre mi diede una pacca sulla spalla, poi se ne andò lasciandomi lì più imbarazzato che mai.
Non pensavo sarebbe stato così imbarazzante, ma lo era.
In ogni caso, andai a farmi una doccia calda, e rimasi lì a lungo, in quanto stessi ancora congelando.
Dopodiché, mi misi anche io una tuta, un maglione e i miei occhiali da vista.
Solitamente non li mettevo, ma avrei proprio dovuto, perché senza ci vedevo ben poco.
E poi...alla mia Vicky piaceva quando mettevo gli occhiali.
Così scesi al piano di sotto e la cena ancora non era pronta.
"Hey amore, non preoccuparti. Vai a sederti sul divano in salotto. Qua ci penso io." quando arrivai in cucina, vidi Victoria apparecchiare la tavola, ma io andai da lei spingendola a lasciare fare a me.
"Non so cosa tu abbia fatto a mio figlio, ma mi piace! Non ha mai voluto aiutarmi a fare nulla in casa." scherzò mia madre.
Beh...io non ridevo affatto.
"Aspetta qualche mese ancora, e vedi che tornerà esattamente come prima." intervenne mio padre ridendo.
Ma perché mi stavano facendo questo?
Cosa avevo fatto di male?
"Falsità! Si chiama falsità..." aggiunse poi mia sorella passando dietro di me e tirandomi uno schiaffo sulla nuca.
"Qua l'unica falsa sei tu..." replicai subito facendole lo sgambetto e facendola quasi cadere.
Mi dispiaceva solo che non fosse caduta.
"Deficiente..." continuò.
Poi dicevano che la colpa fosse mia...ma era lei che mi provocava!
"Avete finito?! Sembrate due bambini!" ovviamente mia madre ci rimproverò, ma a Victoria scappò una risatina.
"E tu non ridere! Ora lascia stare la tavola e andiamo sul divano." le dissi cercando di trascinarla via.
Victoria lanciò uno sguardo ai miei genitori che annuirono con un cordiale sorriso.
Quasi non li riconoscevo più.
Ci raggiunse anche Isabelle accendendo subito la TV e sedendosi sul divano con noi.
Fortunatamente non si era seduta vicino a me.
"Chi ti ha detto che puoi stare con noi?" mi lamentai, in quanto io volessi stare un po' da solo con la mia ragazza.
"Ehm...mamma e papà?! Senti Mike...non rompere, okay? Tu ignori me, e io ignoro te." non capivo perché improvvisamente mi odiasse così tanto...anche più del solito, ma accettai la sua proposta di pace.
"Comunque ci chiameranno loro quando sarà pronta la cena." aggiunse poi facendo un cenno verso la cucina.
Io non le risposi nemmeno: come promesso, la ignorai.
Victoria non disse nulla perché ormai era abituata a vedermi litigare con mia sorella.
Restammo davanti alla TV in silenzio.
Solo ogni tanto Victoria ed io ci scambiavamo qualche parola, e...ogni tanto anche qualche piccolo bacio veloce.
Quando i miei genitori ci chiamarono, andammo a tavola a mangiare, poi aiutammo a pulire e andammo tutti nuovamente in salotto.
Victoria ed io decidemmo di non stare sul divano, ma presi delle coperte e ci sedemmo davanti al camino.
Era così bello essere lì con la mia fidanzata: l'atmosfera era bellissima.
Si sentiva un senso di pace e tranquillità quasi indescrivibile.
A un certo punto i miei genitori andarono a letto, e verso mezzanotte andò anche mia sorella.
Finalmente ero rimasto solo con Victoria.
"Amore, stai qua. Vado a prepararti una tazza di tè." dopo un po' mi alzai andando in cucina.
Preparai due tazze, e poi le portai il tè caldo che aspettava.
Io appoggiai la mia tazza sul tavolino davanti al divano, poi andai a prendere la mia chitarra.
Sì, avevo chitarre praticamente ovunque: a Sydney sia a casa mia, sia in quella dei miei genitori, a Los Angeles, e anche lì in montagna.
"Mikey? Dove vai?" mi chiese lei.
"Stai qui. Arrivo subito." così, tornai da lei con la mia chitarra.
"Amore...che intenzioni hai?" lei capì subito, ma probabilmente voleva che glielo dicessi io.
"Voglio suonare e cantare per te..." avevo già in mente ogni cosa.
Avevo già scelto la canzone: 'Perfect' di Ed Sheeran.
C'era canzone più adatta di quella in una situazione così?
Non era di certo il mio genere, e forse l'avrei cantata anche male, ma almeno ci avrei messo il cuore.
Era una canzone d'amore per dirle ciò che provavo per lei, quanto per me fosse bella e perfetta, quanto per me fosse importante, e soprattutto quanto io sperassi in un futoro con lei al mio fianco.
Iniziai, ed era inutile dire che lei scoppiò in lacrime.
Si commuoveva sempre quando cantavo per lei, e a me faceva solo piacere.
Lei mi guardò per tutto il tempo con la sua tazza di tè in mano, un sorriso enorme stampato in faccia e le lacrime agli occhi.
Era così bella...ed io la amavo tanto...forse troppo.
Quando finii, Victoria rimase senza parole.
Non sapeva cosa dire, ed era evidente.
"Ti amo Mikey...ti amo così tanto! E tu...tu sei bravissimo...sei meraviglioso!" finalmente parlò asciugandosi le lacrime.
"Ti amo principessa..." a quel punto la abbracciai per poi farla sedere a cavalcioni sulle mie gambe.
Victoria mi strinse a sé ed io la baciai approfondendo il bacio, mentre le mie mani scesero fino al suo sedere.
"Amore...dormiamo qua." proporsi dopo un po'.
Sarebbe stato bello dormire davanti al camino acceso con coperte e cuscini sul pavimento.
"Ma i tuoi genitori non vogliono che dormiamo insieme..." Victoria tenette a ricordarmi le parole dei miei genitori.
"Hanno detto che non possiamo dormire nella stessa camera, ma non hanno detto niente riguardo al salotto." se non volevano che dormissimo insieme, avrebbero dovuto essere più specifici, perché io avrei comunque trovato un modo per non rispettare del tutto le regole.
"Tu sei pazzo!" lei rise.
"Già! Ma lo sei anche tu! Dai, ora dormiamo. Buonanotte piccolina mia." a quel punto le diedi un ultimo bacio, poi entrambi ci addormentammo.
Fu una notte fantastica, diversa dal solito, ma lei era al mio fianco e ciò sarebbe bastato in ogni caso.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...