CAPITOLO 21

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Victoria's pov
"Ho capito...vuoi che ci parli io. Mi chiedo perché devo sempre essere coinvolta in questo tipo di situazioni..." avevo capito il motivo per cui Michael mi guardasse in quel modo.
Pensavo avesse le palle per affrontare i suoi problemi, ma forse mi sbagliavo...
"Grazie Vicky...grazie davvero..." a quel punto, io andai a sedermi accanto a Isabelle, mentre Michael rimase in piedi continuando a camminare nervosamente avanti e indietro.
"Hey, Isabelle...come va?" non sapevo nemmeno come cominciare.
Non ero brava in quelle cose.
E continuavo a chiedermi perché stessi facendo tutto quello...
"Male! Io voglio il mio Ash..." singhiozzò alzando la testa per guardarmi negli occhi.
Era strano sentirle dire 'il mio Ash': non stavano nemmeno insieme, e già lo considerava suo?!
"Senti...per ora va così, okay? Dai a tuo fratello il tempo di accettare tutto questo. Lui vuole solo proteggerti da delle delusioni quasi certe. Ed io...sinceramente sono d'accordo con lui: Ashton non è il tipo di ragazzo che fa per te. Ma se tu sei felice...allora lascia a tuo fratello il tempo che gli serve. Prima o poi lo accetterà, ed io farò di tutto per farglielo capire." quella era una promessa.
Avrei fatto davvero di tutto.
E sapevo di potercela fare in quanto il mio rapporto con Michael ormai fosse più che solido.
"Ti ringrazio per il supporto, ma mio fratello è troppo testardo. Non cambierà mai idea..." sapevo quanto Michael potesse essere testardo...lo sapevo molto bene, ma ultimamente, per qualche strano motivo, riuscivo quasi sempre a fargli cambiare idea, e mi dava anche ragione!
"Prima o poi dovrà farlo. Fidati. Ce la faremo." Isabelle sospirò.
Forse cominciava a credere alle mie parole...forse iniziava ad avere fiducia.
"Ora perché non vai da lui? Ti assicuro che Michael ci sta male almeno quanto te. Ha bisogno del tuo supporto. Prova a collaborare, e vedrai che le cose andranno meglio. Ma vai da lui, per favore...non sopporto di vedere Michael così..." non riuscivo a sopportare di non vederlo felice.
Era come se riuscisse a trasmettere anche a me tutta la sua tristezza e malinconia.
Non faceva bene a nessuno di noi...
"Sì, hai ragione. In fondo, le sue sono solo buone intenzioni. So che lo fa per me." finalmente aveva compreso le vere intenzioni di suo fratello.
Lui non lo faceva di certo per cattiveria.
Così lei si alzò andando a prendere delicatamente la mano di suo fratello.
Io restai lì seduta senza fare nemmeno caso a ciò che si stavano dicendo.
Feci caso solo al modo in cui lui le asciugava le lacrime, al modo in cui le toccava i capelli, e anche al fatto che lui non ricambiò l'abbraccio di sua sorella.
Sembrava così strano...e i suoi continui sguardi verso di me, mi facevano capire che forse era preoccupato per qualcosa.
Forse aveva paura di mostrare emozioni.
Ma con me era diverso: non aveva paura di abbracciarmi, o di dimostrare affetto.
Ero confusa.
Chi era il vero Michael?
Quello che conoscevo io, o quello che stavo conoscendo in quel momento con Isabelle?
A quel punto, lei prese suo fratello sottobraccio, ed entrambi tornarono verso di me.
Era incredibile che Michael continuasse ad essere così freddo.
Sembrava gli fossero spariti anche quei pochi sentimenti che aveva.
"Grazie...ora è tutto a posto..." Isabelle mi sorrise, ma lo sguardo di Michael diceva tutt'altro.
"Mikey? Confermi?" chiesi.
Ci mise qualche secondo a rispondere.
"Ehm...s...sì...è tutto a posto..." era chiaro che non fosse convinto di ciò che diceva, e forse Isabelle avrebbe anche potuto crederci, ma non io.
"Forza...siediti tu..." dissi alzandomi, e spingendo Michael a sedersi al mio posto.
"Se vuoi puoi sederti su di me...per favore..." era come se stesse cercando di farmi capire che aveva bisogno di me.
Oppure ero solo io a volere questo.
Magari me lo stavo solo immaginando: lui non aveva veramente bisogno di me.
"No!" subito rifiutai.
Mi vergognavo a dirgli che mi sentivo a disagio a stare così vicino a lui.
"Cioè...volevo dire...che non mi va di stare seduta. Non preoccuparti." aggiunsi con un falso sorriso, cercando di non fargli capire ciò che provavo in quel momento.
"Posso portarvi a cena fuori se volete. Poi vi riporto io al college." ci propose Michael con uno strano tono di voce dopo qualche secondo di silenzio.
"Io...non saprei...forse dovreste andare solo voi due..." mi sentivo estranea a loro.
Oltretutto...Isabelle aveva detto di non aver più frequentato suo fratello da molto tempo.
Avrei dovuto lasciarli soli.
"Perché no? Dai! Vieni con noi! Tanto offre Michael." scherzò Isabelle insistendo nel farmi venire con loro.
"Ne approfitti sempre, eh?! Avrei offerto io in ogni caso..." commentò Michael, forzando una risata.
Mi chiedevo cosa avesse.
Era strano da quando aveva parlato con sua sorella.
"Quindi Vicky? Stai con noi? Tieni conto che se non accetti, dovrai tornare al college a piedi." sapevo che la sua era solo una scusa, ma se ci tenevano tanto...allora avrei accettato.
"Se a voi va bene...allora ci sarò..." non sapevo cosa dire, ma mi sentivo in dovere di assecondare la loro richiesta.
"Perfetto! Cosa volete mangiare?" io una risposta ce l'avevo, e forse anche Isabelle.
"Cosa ne dite di una semplice pizza?" proposi sapendo che era ciò che voleva sentirsi dire Michael.
"E se andassimo in un ristorante normale? Non è meglio per tutti?" effettivamente si poteva fare anche così.
Almeno ognuno di noi avrebbe potuto prendere ciò che voleva.
"Sei sempre la solita rompicoglioni!" sbuffò Michael guardando male sua sorella.
"E dai! La pizza puoi mangiarla ovunque! Accontentami per una volta! Devo sempre fare quello che vuoi tu..." in parte Isabelle aveva ragione, ma se Michael voleva andare da un'altra parte, perché non assecondarlo?
"Sei insopportabile! Allora facciamo decidere a Vicky! A te va bene la sua proposta? Se va bene a te...allora andremo dove dice lei." che situazione complicata.
Perché dovevo decidere io?
Dovevo andare contro Michael, o contro Isabelle?
"Per me è uguale. Dico davvero. Mi va bene ciò che ha detto lei." a me non avrebbe fatto differenza.
Mi sarebbe andata bene qualsiasi cosa pur di passare un'altra serata con colui che ormai potevo considerare il mio migliore amico.
"Okay. Andiamo?" Michael scrollò le spalle, perché in fondo nemmeno a lui importava davvero dove andare: l'importante era mangiare.
Pensava solo a quello.
Dopodiché si alzò, mi avvolse un braccio attorno alle spalle, e iniziò a camminare come se si fosse completamente dimenticato di sua sorella.
"Hey! Non mi aspetti?" commentò Isabelle.
"Alza il culo, piccolo topo!" all'inizio mi fece ridere il soprannome che Michael diede a sua sorella, ma poi realizzati di aver già sentito qualcosa del genere.
Ci pensai un attimo...
"Aspetta! Ma quindi è lei quella che ti ho sentito chiamare più volte 'topolina'?" piano, piano i punti si univano sempre di più.
Tutto cominciava ad avere più senso.
"Già...sono io. Ma come fai a saperlo?" intervenne Isabelle.
"Ha sentito qualche nostra telefonata. Ma lasciamo perdere...Vicky mi ha rotto i coglioni per settimane solo perché era convinta che fossi fidanzato..." spiegò Michael ridendo.
Ed era vero: ero sempre stata certa che mi avesse mentito a riguardo, ma non era così, e ora ne avevo la conferma.
"Ma tu non sei fidanzato!" tenette a dire lei.
"Visto Vicky? Adesso sai che ti stavo dicendo la verità..." non sapevo perché, ma mi sentivo sollevata da quella conferma che avevo appena avuto.
"E ora sai anche che ogni volta che sparivo era per stare un po' con lei. Sai anche chi mi rompe sempre i coglioni chiamandomi prima di dormire, e...il resto credo che te l'abbia già raccontato lei..." forse si riferiva al fatto che inizialmente mi odiasse.
Beh...ora sapevo davvero tutto...o quasi.
"Perché non mi hai mai detto di avere una sorella?" chiesi a Michael cambiando completamente discorso.
Volevo sapere la verità.
"Ti ricordi la nostra litigata del mio primo giorno al college? Se ti avessi detto fin da subito che l'avevo fatto per difenderla, e se ti avessi detto che Isabelle è mia sorella...te la saresti presa con lei! Le cose sarebbero peggiorate radicalmente..." effettivamente Michael aveva ragione: se avessi saputo che la mia compagna di stanza fosse la sorella del ragazzo con cui litigavo tutti i giorni, avrei scaricato tutta la mia rabbia su di lei.
Sarebbe scoppiato un casino madornale.
"Così mi fai apparire come un mostro. Io non sono cattiva..." sospirai abbassando lo sguardo.
Michael stava iniziando a farmi sentire una vera e propria stronza, ma io non ero così.
Dovevo ammettere di aver esagerato forse un pochino con Isabelle, ma non potevo sembrare sempre io la cattiva...
"Non lo sei. Sei solo un po' stronzetta." Michael sorrise, poi si abbassò a darmi un bacio sulla tempia.
Mi aveva appena insultato, eppure non riuscii a far altro che sorridere.
Perché quel gesto mi sembrava così dolce?
"Michael, non trattarla male! È l'unica che riesce a sopportarti..." Isabelle cercò di difendermi, e di certo non me lo sarei mai aspettato dopo come l'avevo trattata fino a qualche tempo prima.
"Ma perché tutti pensano che sia Vicky la vittima? È lei che mi maltratta!" Michael tenette a precisarlo.
Beh...un po' aveva ragione.
Ed effettivamente, Isabelle non era neanche la prima persona a dirlo.
"Ma smettila, idiota! Ti vizio anche fin troppo!" lo presi in giro facendogli notare che molto spesso ero io a portarlo a bere alla sera.
Ma in fondo eravamo pari: lui offriva sempre la cena, e io compravo gli alcolici.
"E io invece? Ti porto a pranzo, a cena, a mangiare il gelato...a volte anche a fare shopping! Come la mettiamo adesso?" sapevo che la questione non erano i soldi: a nessuno di noi due importava di quello.
La questione principale era quante volte uno di noi accontentava l'altro.
"...e poi ci sono io. Non mi hai mai portato da nessuna parte! Solo qualche volta a cena...e oltretutto sono tua sorella! Grazie mille Mike..." non capivo se Isabelle stesse scherzando, o se fosse davvero arrabbiata.
Probabilmente, io al suo posto ci sarei rimasta davvero molto male.
"Tu me l'hai mai chiesto?" disse Michael con indifferenza.
"No! Proprio perché ho sempre saputo che tu odi andare in giro, soprattutto andare a fare shopping!" era evidente che Isabelle fosse infastidita da tutto questo.
Avrei tanto voluto dire che in realtà io non avevo mai chiesto nulla a Michael: era sempre stato lui a proporre cosa fare, ed io accettavo.
Anche se molto spesso ero io a proporre, ma in ogni caso, lui accettava sempre.
"Ma lei non è come te! Vicky sa già cosa deve comprare. È molto più decisa: entra nel negozio, fa un giro veloce, e se le piace qualcosa lo compra, altrimenti se ne va. Tu invece ci passi pomeriggi interi per poi uscire senza aver comprato nulla. E poi...vogliamo parlare dei negozi in cui vai tu? Una sola parola: schifo! Vicky ed io facciamo addirittura shopping insieme. Si veste esattamente come me!" beh...era evidente che Michael e Isabelle avessero gusti e stili completamente opposti.
La fortuna era che Michael ed io avevamo lo stesso stile: compravamo vestiti negli stessi negozi...a parte per i pantaloni ovviamente.
"Hey! Io non mi vesto come te! Sei tu che mi copi!" scherzai, tentando di sciogliere la tensione che si era creata tra Isabelle e Michael.
"Ma che cazzo stai dicendo?! Io..." lui iniziò a difendersi, ma sua sorella lo interruppe subito.
O meglio...interruppe entrambi.
"Vi prego...non ricominciate a litigare..." Isabelle sbuffò alzando gli occhi al cielo.
"Dovresti iniziare a farci l'abitudine, perché sarà sempre così. Per sempre...!" rispose Michael mettendosi a ridere.
Stava davvero dicendo che saremmo rimasti amici per sempre?!
A volte avevo paura che tutto ciò potesse finire, ma ora avevo la conferma che non sarebbe successo.
La presi come una sorta di promessa.
"Basta che non esagerate..." in fondo...a Isabelle non importava più di tanto di ciò che avremmo fatto suo fratello ed io.
O forse le importava, ma per una volta non voleva intromettersi.
Nel frattempo arrivammo ad un ristorante in cui ero già stata un paio di volte per delle cene d'affari con i miei genitori.
Non era male quel posto, anche se mi ero sempre annoiata a morte.
Ma con Michael e Isabelle sarebbe stato ben diverso: con loro mi sarei divertita, soprattutto con quell'idiota di Michael.
Tutti e tre ordinammo, e aspettammo l'arrivo dei nostri piatti.
Michael ed io, come previsto, avevamo ordinato una pizza, mentre Isabelle una semplice pasta ai frutti di mare.
Così, nell'attesa, lei prese in mano il cellulare, ma ciò richiamò subito l'attenzione di Michael.
"Cosa stai facendo al telefono? Chi ti sta scrivendo?" chiese lui immediatamente.
"Potresti non starmi addosso, per favore? È un mio compagno della classe di latino. Stiamo solo confrontando gli ultimi appunti..." lei sospirò bloccando il cellulare, e rimettendolo nella tasca della sua giacca.
"Fammi vedere." Michael pretese ancora collaborazione da parte di sua sorella, e per sua fortuna, lei non replicò nemmeno.
"Ecco! Vedi? Sono solo appunti. Niente di più..." Isabelle mostrò lo schermo del suo cellulare a Michael, e lui iniziò a scorrare sulla chat per leggere i messaggi precedenti.
Fossi stata al posto di Isabelle, gli avrei detto di farsi i cazzi propri...e forse...l'avrei anche preso a pugni.
Nessuno poteva dirmi cosa fare!
"Gli hai scritto: 'Ci vediamo dopo'?  Stai scherzando?!" commentò Michael, guardando sua sorella con sguardo severo e prendendole il cellulare dalle mani.
"Gliel'ho scritto stamattina! Siamo nella stessa classe..." spiegò lei sospirando e abbassando lo sguardo.
"Con quanti cazzo di ragazzi ti stai vedendo?! Non bastava quel coglione di Irwin?!" lui sbottò trattenendosi dal non alzare troppo la voce.
"È solo nella mia classe di latino! Mi sto vedendo solo con Ash!" rispose Isabelle.
Quella ragazza continuava a farmi pena.
Poverina...non poteva avere una vita sociale con suo fratello.
Solo ora capivo perché fosse così...strana.
"Vorrai dire: 'Ti vedevi con Ash'! Perché non lo vedrai più per molto tempo! Ne abbiamo già parlato!" il tono di Michael era sempre di più deciso e autoritario, e lo sguardo di Isabelle era sempre più triste.
Istintivamente, afferrai la mano di Michael sotto al tavolo.
Il mio era un semplice tentativo di tranquillizzarlo.
Lui mi strinse forte la mano, come per scaricare la tensione.
Isabelle se ne accorse immediatamente, e non esitò ad accennare un sorrisetto nonostante il suo pessimo stato d'animo del momento.
"Lascia perdere almeno per stasera. Andrà tutto bene, okay?" gli sussurrai, avvicinandomi al suo orecchio.
Quella volta ero davvero certa che tutto sarebbe andato per il meglio, e lui sembrava aver capito.
Infatti, mi lanciò uno sguardo, mimando un 'grazie' con le labbra.
Poi iniziò ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice.
Sentii una strana sensazione...come se dovesse succedere qualcosa...un senso di ansia...o preoccupazione.
Non sapevo cosa fosse esattamente, ma stavo bene.
"Vic? Tutto bene?" mi chiese Isabelle.
Forse avevo lo sguardo perso da qualche parte.
Forse stavo pensando a chissà cosa...nemmeno io lo sapevo.
"S...sì...io...ho solo bisogno un attimo del bagno..." non capivo cosa mi stesse succedendo.
Cos'erano quei miei continui sbalzi d'umore?!
Magari...stare sola qualche minuto mi sarebbe stato utile.
Così mi alzai, mi guardai un po' intorno per capire dove fosse il bagno, dopodiché mi diressi lì a passo svelto e deciso.
Subito appoggiai le mani su uno dei tanti lavandini, e mi guardai allo specchio per qualche secondo.
Aprii il rubinetto, e senza pensarci mi gettai dell'acqua fredda sul viso.
Poteva sembrare un gesto insensato, ma almeno mi fece riprendere consapevolezza di ciò che stava accadendo.
Anche se ancora non capivo...
"Vic!" improvvisamente sentii qualcuno toccarmi la spalla e pronunciare il mio nome.
"Porca merda! Isabelle, mi hai fatto spaventare." sbottai appena mi voltai di scatto verso di lei.
"Scusa...volevo sapere se stavi bene. Sembri...strana." lei si scusò, ma sapevo cosa avrebbe voluto chiedermi.
"Sto bene. Ho solo...strane sensazioni." risposi andando a prendere dei fazzoletti di carta che c'erano in quel bagno per asciugarmi il viso...e anche per non guardare Isabelle negli occhi...
"Che tipo di sensazioni?" domandò ancora.
"Non lo so nemmeno io..." non osai neanche voltarmi verso di lei.
"Perché hai lasciato Michael da solo?" aggiunsi cambiando discorso.
In quel momento non era di me che dovevamo parlare.
"Io..." lei iniziò, ed io finalmente mi voltai a guardarla con sguardo perplesso.
Forse avevo capito...
"Cosa vuoi? Chiedi pure..." sospirai, sapendo che fosse lì solo per chiedermi un favore...o qualcosa del genere.
Non voleva davvero sapere come stavo.
"Vic...mi devi aiutare. Ti chiedo per favore...ho bisogno del tuo aiuto..." detto così sembrava una questione di vita o di morte.
Ma sicuramente aveva i suoi buoni motivi.
"Cosa intendi dire?" avrei dovuto sapere dove volesse arrivare, ma inizialmente non ci pensai nemmeno.
"Con Ashton. Ti prego, fai qualcosa. Ho bisogno di lui. Non può finire così..." avrei dovuto capire fin da subito che si trattava di Ashton.
Ma non pensavo che lei ci tenesse così tanto.
E soprattutto...lui ci teneva allo stesso modo?
O voleva solo portarsela a letto come aveva fatto con la maggior parte delle ragazze del college?
"Cosa vuoi che faccia?! Ho già parlato con Michael! Non posso fare più di ciò che ho già fatto..." spiegai tentando di farle capire che doveva solo lasciar perdere.
"Sì che puoi! Per favore femmi fare una telefonata con il tuo cellulare! O anche solo un messaggio...! Ho bisogno di sentirlo...di sapere se sta bene..." Isabelle pareva testarda almeno quanto suo fratello.
Probabilmente era quello l'effetto che faceva una cotta come la sua...
"Non posso! Non voglio andarci di mezzo anche io! Fosse per me, ti porterei anche a casa sua, ma devi ascoltare tuo fratello!" la verità era che avevo paura di perdere Michael per una stupidaggine del genere.
Lui si fidava di me, e non avrei mai potuto tradire la sua fiducia.
"Capisco...non importa..." lei sembrava averci rinunciato, ma ci era rimasta davvero molto male.
Si diresse verso l'uscita del bagno, ma poco prima di aprire la porta, si fermò.
"Ah! Vic! Non dire a mio fratello che te l'ho chiesto...per favore..." a quel punto io annuii senza dire niente, la raggiunsi, ed entrambe tornammo al tavolo.
"Hey! Vicky! Cos'è successo? Sei diventata strana così all'improvviso..." appena tornammo a sederci al nostro posto, Michael si rivolse a me.
Non pensavo se ne fosse accorto...
"Nulla...non è successo nulla..." risposi rimanendo sul vago e lanciando uno sguardo a Isabelle che nel frattempo stava utilizzando il suo cellulare.
Mi chiedevo cosa stesse facendo.
"Sai che con me puoi parlare, e...e se non ti senti bene posso riportarti al college anche adesso. Se stai male devi dirmelo, okay?" lui mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ancora una volta, il lato dolce di Michael era uscito allo scoperto.
Così, io mi limitai a sorridergli.
Finché il cellulare di Michael non iniziò a fare un suono strano.
Quando lo prese in mano, per qualche secondo andò avanti a cliccare di qua e di là sullo schermo.
Dopodiché, si voltò immediatamente verso Isabelle, cambiando completamente espressione.
"Isabelle! Che cazzo stai facendo?!" Michael sbottò improvvisamente, forse alzando un po' troppo la voce.
"Niente!" lei tentò di nascondere il cellulare, ma non ce l'avrebbe fatta.
Ma cosa stava succedendo?!
"Cercare di entrare sul mio profilo Instagram, è 'niente' secondo te?! Pensavi che non me ne sarei accorto?! Beh, ti sbagli! Sei pure stupida! Non sai nemmeno la password!" solo ora avevo capito: evidentemente Isabelle stava cercando di accedere al profilo di Michael solo per riuscire a scrivere ad Ashton.
Beh...quella ragazza era un piccolo genio.
Ma non abbastanza furba...
Doveva sapere che lui fosse una specie di hacker.
"Volevi scrivere a quel pezzo di merda, non è così?! Come cazzo ti viene in mente di fare una cosa del genere? Ma sei impazzita?!" continuò urlando contro sua sorella.
Michael mi guardò per qualche secondo...come se aspettasse che io dicessi qualcosa.
"Non guardare me! Io non c'entro nulla..." mi difesi quasi con timore.
"Mike...Victoria non c'entra nulla. Anzi...le ho chiesto di poter usare il suo cellulare per chiamarlo e lei non mi ha neanche permesso di farlo...è stata una mia iniziativa." fortunatamente Isabelle si prese le responsabilità delle sue azioni.
Ci rimasi un po' male per il fatto che Michael avesse dubitato di me anche solo per un secondo.
"Non aggiungere altro! Alzati! E dammi quel cazzo di cellulare!" inaspettatamente lui si alzò, spingendo Isabelle a fare lo stesso.
"Cosa...cosa vuoi fare?" bambettò lei spaventa.
"Ti riporto al college! Adesso!" Michael era decisamente furioso, almeno quanto lo era con Ashton.
Odiavo la situazione in cui mi trovavo.
"Ma..." Isabelle cercò di dire qualcosa, ma inutilmente.
"Niente 'ma'! Ce ne andiamo!" a quel punto lei si alzò, e senza fiatare si mise accanto a suo fratello.
"Senti, Vicky...mi dispiace davvero tanto che tu abbia dovuto assistere a tutto questo...scusa davvero..." Michael tornò un attimo verso di me, e con quella poca dolcezza e calma che gli erano rimaste, si scusò con me.
"Tranquillo. È giusto che tu pensi prima a tua sorella." non ce l'avevo con lui.
C'erano cose che avrebbero dovuto avere la priorità, e Isabelle era una di quelle.
"Riporto lei al college e poi andremo a cena solo noi due. Intanto vieni con noi. Non puoi restare qua da sola al buio. Dovrei lasciarti qui per troppo tempo..." sapevo che a quell'ora della sera, la strada per il college sarebbe stata più lunga a causa del traffico.
Ma a me non importava.
Avrei anche potuto restare lì.
"Non preoccuparti...so cavarmela da sola. Posso..." iniziai insistendo per aspettarlo lì, ma lui mi interruppe.
"Cazzo, Vicky! Non mettertici anche tu. So quanto odi quando qualcuno ti impone di fare qualcosa, ma per favore...vieni con noi. Ho bisogno di te, altrimenti non credo che riuscirò a mantenere la calma." mi faceva piacere il fatto che Michael avesse così tanto bisogno di me, e mi faceva ancora più piacere che l'avesse ammesso senza problemi.
Ma stava esagerando veramente.
"E va bene...ma che sia l'ultima volta che accetto ordini da te! Tienilo bene a mente!" non volevo che prendesse l'abitudine di darmi ordini.
Nessuno poteva farlo, e nessuno ci era mai riuscito...tanto meno lui.
Alla fine seguii entrambi verso l'auto di Michael.
Quando salimmo, nessuno parlò, e forse era meglio così.
Michael aveva decisamente bisogno di sciogliere la tensione che aveva addosso.
Il suo nervosismo era evidente anche dal modo in cui teneva il volante, dal modo in cui guardava la strada: solitamente non esitava a lanciarmi qualche sguardo.
Il tragitto fu decisamente lungo, e quando arrivammo al college, decisi di salire anche io fino alla camera.
"Vicky? Tu sei a posto? Possiamo andare?" mi chiese Michael dopo soli pochi minuti che eravamo entrati in stanza.
"Sì ma..." io ero pronta, ma non potei evitare di fargli un cenno verso Isabelle che si era già sdraiata sul suo letto, dandoci le spalle.
"Isabelle! Tieni i soldi per la cena. Fattela portare qui. E fai quel cazzo che vuoi, ma non rompere i coglioni a me! Hai già fatto abbastanza!" sbottò lasciandole dei soldi sulla scrivania.
Io lo guardai male per il tono che aveva usato con lei che già stava male per ciò che stava succedendo.
"Voglio proprio vedere come farò ad ordinare la cena senza cellulare, né computer..." commentò lei in quanto suo fratello avesse ancora il suo cellulare, e nel frattempo le aveva 'sequestrato' anche il computer.
"Ti lascio solo il tuo cellulare. Prova a fare qualcosa che non devi, e te ne pentirai. Sai di cosa sono capace." la sua era una minaccia forte, ma almeno le aveva lasciato il cellulare.
"Ti odio!" disse lei tra i denti.
"Dovresti solo ringraziarmi! Se mamma e papà lo venissero a sapere, probabilmente ti spedirebbero in un collegio svizzero. Ma fai comunque quello che vuoi! Non ascoltarmi! Presto potrai considerarti figlia unica!" le disse ancora attaccandola sul fatto che loro due fossero fratelli.
Continuavo a scoprire un Michael che non conoscevo, e non mi piaceva affatto...
"Sai quanto io abbia bisogno di te! Sei solo uno stronzo!" Isabelle non si voltò nemmeno verso di noi.
Probabilmente stava piangendo.
"Chi è davvero lo stronzo? Io che ti proteggo, o tu che esci con il mio migliore amico? Pensaci Isabelle...pensaci..." a quel punto Michael concluse quella discussione, mi prese per mano, e insieme uscimmo dalla stanza.
Solo appena arrivammo all'esterno della struttura ricominciai a parlare anche io.
"Michael...non mi piace affatto come hai trattato tua sorella." non riuscii a stare zitta: dovevo dirglielo, e volevo che capisse cosa stesse facendo...che stava sbagliando.
"Vicky, ne abbiamo già parlato. Questa è la mia decisione, che sia sbagliato, o no, è così! Potrò forse cambiare idea in futuro, ma per ora Isabelle starà da una parte, e Ashton dall'altra." sapevo che non avrebbe cambiato idea, forse anche a causa del suo orgoglio.
"Ma non capisci che tua sorella si sta innamorando di lui? Ha addirittura tentato di accedere al tuo profilo Instagram! Sta cercando di contattare Ashton in ogni modo, anche a costo di finire nei guai. Isabelle è cotta di lui già da tempo!" lei era sempre stata affascinata da Ashton.
Era stato una sorta di amore a prima vista...un colpo di fulmine...anche se io credevo ben poco a queste cose.
Ciò che era certo era che fin da quando Ashton era il mio ragazzo, Isabelle aveva già cominciato a farmi domande su di lui.
Ma era scontato che non sapesse che in realtà, colui che era il mio ragazzo, era anche il migliore amico di suo fratello.
"È proprio ciò che voglio evitare. Non può innamorarsi di qualcuno che non potrebbe mai ricambiare!" Michael non si rendeva conto che al contrario di lui, Isabelle avesse dei sentimenti.
Quella ragazza doveva solo essere aiutata, ma soprattutto 'salvata' da suo fratello.
"Non puoi evitarlo! Ormai ci è dentro! Non può smettere di amarlo da un giorno all'altro! E non è nemmeno giusto che lo faccia!" probabilmente di lì a poco, avrei litigato con Michael.
Avrei voluto evitarlo, ma sembrava inevitabile.
"È giusto che si allontani da Ashton fin da subito, se poi dovrà soffrire a causa sua! Conosco mia sorella, e so quanto sia sensibile! Una minima stronzata potrebbe farla star male per giorni!" sbottò guardandomi fissa negli occhi.
Michael sapeva l'effetto che i suoi occhi avevano su di me, e spesso ne approfittava.
Ma non quella volta.
Non avrei ceduto.
Sapevo di aver ragione, e avrei insistito finché anche lui non l'avrebbe capito.
"Sei solo tu a farla stare male! Se in questo momento fosse con Ashton, starebbe benissimo!" lo accusai puntamdogli un dito contro.
"Non ti importava così tanto di lei finché eri tu a deriderla e ad insultarla! Forse ancora non ci sei arrivata, ma è proprio quello che farà anche Ashton!" urlò ancora.
"Cosa cazzo ne sai? Forse non lo conosci abbastanza! So che può cambiare, e forse Isabelle è il suo unico mezzo per farlo! Perché non gli dai una cazzo di possibilità?!" volevo solo che Ashton potesse avere anche solo una piccola possibilità con Isabelle.
Perché Michael non poteva lasciarlo fare?
Il suo comportamento era...assurdo.
"Se pensi che Ashton sia così perfetto, perché non torni tu con lui? Perché adesso non lo chiami ed esci con quel coglione al posto che con me?!" la sua sembrava una vera e propria scenata di gelosia.
Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi...
"E tu perché non te ne vai a fanculo? Perché non capisci che a me non interessa Ashton?! Non sarei qui con te, se davvero volessi stare con lui! Ma tu non capisci! Fottiti, Michael! Fottiti!" dopo avergli urlato contro, rimasi lì qualche secondo cercando il suo sguardo.
Nessuno di noi due parlò, finché io non mi voltai per andarmene.
Non mi importava più della cena, né tanto meno di lui.
Ormai quello stato di pace ed equilibrio era sparito definitivamente.
Era incredibile come le cose potessero cambiare così radicalmente in un solo giorno.
Improvvisamente, ciò che Michael ed io eravamo, era svanito.
Tutto si era trasformato in odio, e probabilmente non saremmo più tornati indietro.

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