CAPITOLO 85

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Victoria's pov
"Amore? Posso sapere dove mi stai portando?" mi aveva già trascinato fino al parcheggio del college, e entrambi salimmo sulla sua auto.
Lui iniziò a guidare, ed io nemmeno riconoscevo la strada che stavamo percorrendo.
"Amore...stai tranquilla! Non voglio né ucciderti, né rapirti! Lo vedrai! Capirai tutto quando saremo arrivati." rispose scherzando.
Io non dissi più nulla.
Scrollai solo le spalle.
Gli avrei dimostrato tutta la mia fiducia verso di lui.
Quando arrivammo a destinazione, Michael fu il primo a scendere.
Io feci lo stesso, e nel frattempo notai che stesse togliendo due valigie dal portabagagli dell'auto.
"Michael? Cosa significa questo? Perché siamo in stazione?" eravamo appena arrivati in stazione e quelle valigie dicevano tutto.
Voleva portarmi da qualche parte, ma dove?
"Stiamo partendo. Ho già pensato a tutto io. Avremo un bel tragitto da fare in treno, poi prenderemo l'aereo." qualcosa mi diceva che sarebbe stato un viaggio molto lungo, ma io continuavo a non capire.
"Ma non possiamo partire così senza dire niente a nessuno! Dobbiamo anche andare al college!" non ero del tutto convinta di voler davvero partire senza neanche sapere la destinazione.
"Amore...ci ho pensato molto, okay? I miei genitori vogliono allontanarmi da te definitivamente, e i tuoi non ti rivolgono nemmeno più la parola da quando stai con me. Se partiamo, nessuno potrà più vietarci niente! Io voglio stare con te! Ti prego...voglio solo stare con te..." pensai immediatamente alle sue parole, e improvvisamente mi sentii il sangue ribollirmi nelle vene.
Non ero arrabbiata...ero furiosa!
"Oh fanculo! Scappiamo insieme!" decisi di andare con lui: era tutto ciò di cui avevo bisogno.
"Sì! Sapevo che avresti accettato! Dai! Andiamo!" era ovvio che lo sapesse: aveva già preparato anche la mia valigia a mia insaputa.
Così andammo a prendere il nostro treno consapevoli che il viaggio sarebbe stato piuttosto lungo.
"Ora posso sapere dove mi stai portando?" ancora non sapevo la destinazione, ma forse non l'avrei saputa finché non saremmo effettivamente arrivati.
"Non ancora! Smettila di chiedermelo! Non te lo dirò, okay?" Michael si mise a ridere, e io non mi stupii della sua risposta.
Così mi rassegnai e appoggiai la testa sulla sua spalla solo perché avevo bisogno del suo contatto fisico.
"E se ci trovano? Come facciamo? Io non voglio che ci trovino..." dopo un po' mi venne quel dubbio.
Come avremmo fatto a isolarci da tutti quelli che ci avrebbero cercati?
"Se i nostri genitori ci cercheranno, ti assicuro che ci metteranno parecchio a trovarci...e soprattutto a raggiungerci." era chiaro che il luogo in cui saremmo andati sarebbe stato davvero molto lontano, ma continuavo a fidarmi.
"Cazzo! Mi sta chiamando Luke...cosa gli dico?!" in quel momento mi squillò il cellulare, ed io mi ritrovai a non sapere cosa fare.
"Dammi!" Michael mi prese subito il cellulare dalle mani, abbassò un po' il finestrino del treno, e lanciò fuori il mio telefono.
Lo vidi andare in frantumi, ed io rimasi letteralmente a bocca aperta.
"Ma allora sei un coglione! Ti rendi conto di che cazzo hai fatto?! Sei impazzito?! Ora dammi almeno una motivazione valida per ciò che hai fatto!" mi stavo davvero arrabbiano per quel gesto.
Come poteva averlo fatto?!
"Sei stata tu a dire che non vuoi che i nostri genitori ci trovino. Con il cellulare ci avrebbero rintracciato immediatamente." mi spiegò con tono ovvio.
"Okay...questa è una valida motivazione! Ma hai distrutto il mio cellulare, cazzo!" accettavo il fatto che l'avesse fatto per noi, ma ora non avevo più un cellulare.
"Appena arriviamo te ne compro un altro. Stai tranquilla..." lui cercò di tranquillizzarmi, ma io non lo ero affatto.
"Non è quello ciò che mi interessa! Io avevo tutto in quel cazzo di cellulare! I numeri di telefono, tutti i ricordi dei concerti, dei viaggi, i video...e tutte le foto con te!" ero palesemente agitata.
Lo ero fin troppo.
Ma a me importava solo del contenuto di quel cellulare.
Avrei perso tutto...
"Amore...stai parlando con un semi-hacker. Ci metto un attimo a recuperare tutti i dati. Recupererò ogni singolo, video, canzone, foto, e numero di telefono. Anche i salvataggi di tutti i giochi e le password dei tuoi social...che sono certo che non te ne ricordi neanche una. Quindi stai tranquilla." mi ero quasi dimenticata delle sue abilità tecnologiche, e ciò mi rassicurò molto.
"Va bene. Ma per favore, basta con le cazzate..." speravo non prendesse nessun'altra iniziativa assurda, altrimenti non ci avrei messo molto a lasciarlo da solo e tornare a casa.
"Non preoccuparti. Dai, riposati un po'." a quel punto Michael mi fece appoggiare nuovamente la testa sulla sua spalla e iniziò ad accarezzarmi i capelli.
Cercai di chiudere un po' gli occhi rilassandomi sotto il suo tocco, finché...
"Amore, siamo arrivati." evidentemente mi ero addormentata per tutto il tragitto, e Michael mi svegliò.
"Siamo già arrivati? Dove siamo?" gli chiesi mentre assonnata scesi dal treno con lui.
"Dobbiamo ancora prendere l'aereo. Dai, andiamo." mi ero già dimenticata che avremmo avuto molte altre ore di aereo...e nemmeno sapevo dove fossimo.
In ogni caso, andammo direttamente a prendere il nostro aereo, e quando salimmo, fu Michael ad addormentarsi.
Provai a stare sveglia, ma mi annoiavo, e dormii anch'io in quanto non avessi nulla da fare: niente cellulare, niente computer...
"Hey dormigliona! Svegliati!" ancora una volta venni svegliata da Michael.
Era ora che si svegliasse, almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare.
"Mikey...mi annoio..." gli dissi abbracciandolo appena aprii gli occhi.
"Anche io...per questo ti ho svegliata. Abbiamo ancora qualche ora di volo..." sembrava stessimo andando dall'altra parte del mondo per quanto fosse lungo il viaggio.
Non ne potevo già più.
Speravo di arrivare il prima possibile.
"Ma io mi annoio..." continuavo a ripeterlo come un bimba capricciosa, ma diventavo così quando mi annoiavo troppo.
Così iniziai a lasciargli dei baci sul collo, poi succhiai la sua pelle per fargli un succhiotto.
"Amore...se vuoi davvero passare il tempo così, quando arriveremo avrò il collo completamente viola." lui si mise a ridere, ma aveva ragione: non potevo divertirmi a fargli succhiotti per tutto il viaggio.
"Facciamo qualcosa?" gli chiesi ancora per poi dargli un bacio a stampo, poi un altro e un altro ancora, in fine gli morsi il labbro inferiore tirandolo leggermente.
Solo dopo decisi di baciarlo davvero chiedendogli l'accesso con la lingua, e lui mi mise subito una mano su un fianco accarezzandomi leggermente.
"Ti amo." ormai avevo perso il conto di quante volte glielo avessi già detto quel giorno, ma se era vero...perché non ricordarglielo?
"Ti amo principessa." rispose.
"Ah! Non te l'ho detto! Preparati per domani perché c'è una bella sorpresa." ero sempre più curiosa di sapere cosa avesse preparato e cosa avesse in mente, ma dovevo solo aspettare.
"Come facevi a sapere che avrei accettato tutto questo?! Voglio dire...tu avevi già preparato anche la mia valigia!" volevo davvero sapere come avesse fatto, perché tutto ciò era incredibile.
"Forse perché ti conosco più di chiunque altro. Ho preparato ogni cosa questa mattina. È stata una decisione improvvisa, ma qualcosa mi diceva che tu non avresti rifiutato, quindi...eccoci qui." mi spiegò con un sorriso.
Mi stupivo solo del fatto che lui fosse estremamente tranquillo a riguardo, come se nemmeno avesse potuto immaginarsi un rifiuto da parte mia.
"Tu sei incredibile! Sei una cosa assurda! Questa non è solo una pazzia: è molto di più! Ti rendi conto che stiamo scappando solo per amore?" non potevo ancora credere che lo stessi facendo davvero.
Era davvero impensabile scappare da Sydney solo perché nessuno accettava la nostra relazione, eppure lo stavamo facendo.
"Quindi...possiamo considerarla una fuga d'amore." affermò sorridendo.
"Lo è, cazzo! Lo è! E ti giuro che non avrei mai fatto una cosa del genere. Sappi che è solo colpa tua!" lo dissi scherzando, ma era davvero colpa sua: era solo colpa di Michael se mi ero follemente innamorata di lui e avrei accettato ogni sua proposta.
"Hey! La colpa è tua! Io non ho mai provato alcun tipo di sentimento prima di conoscere te!" forse eravamo entrambi dei folli, ma a noi piaceva così.
Non ci saremmo mai pentiti di nulla.
Passarono altre ore, e dopo aver fatto uno scalo a metà strada e poi ripartiti, finalmente arrivammo a destinazione.
Appena scesi dall'aereo mi resi subito conto di dove fossimo.
"Oh mio dio! Mikey! Mi hai portato a Los Angeles?! Tu sei pazzo! Siamo dall'altra parte del mondo!" ora si spiegavano tutte quelle ore di viaggio.
"È l'unico posto oltre a Sydney dove ho una casa tutta mia. E poi conosco bene la città: ho vissuto qui per anni." sapevo che Michael avesse una casa a Los Angeles, ma non mi sarei mai aspettata che mi avrebbe portata proprio lì.
"Non avevi detto di avere anche una casa in montagna?" gli domandai.
Sapevo anche che lui andasse spesso in montagna con i suoi genitori, ma non sapevo dove si trovasse esattamente casa sua.
"Sì, ma è dei miei genitori ed è troppo vicino a Sydney. Ci avrebbero trovati subito. Questa invece è casa mia. È di mia proprietà e probabilmente loro nemmeno conoscono l'indirizzo." Michael sembrava parecchio sicuro di sé.
Ora capivo perché mi avesse portata proprio lì.
"Ora andiamo, almeno ci sistemiamo. Poi dovremmo anche andare a fare la spesa." aggiunse ridacchiando.
A quel punto prendemmo un taxi e andammo a casa sua.
Quando arrivammo, Michael prese anche la mia valigia, e intanto io mi guardavo intorno per capire in che zona di Los Angeles mi trovassi: ero già stata lì parecchi anni prima, ma ero rimasta poco.
"Ecco! Siamo arrivati. Premetto che non è grande come la mia casa a Sydney, ma...si sta bene anche in due." Michael si sentì in dovere di avvertirmi che casa sua non sarebbe stata grande, ma mi importava ben poco della casa.
Così entrammo, e subito notai che non ci fosse un piano superiore: tutte le stanze erano su un solo piano, ma nonostante questo, casa sua non era affatto piccola.
C'erano comunque due camere, tre bagni, la cucina, e un salotto piuttosto spazioso.
Saremmo stati bene esattamente come a Sydney.
"Quella sarà la nostra camera. Sistema pure i tuoi vestiti dove vuoi." andai subito nella stanza che mi aveva indicato, e appena entrai rimasi a bocca aperta.
"Michael!" urlai, e lui venne immediatamente da me chiedendomi se fosse successo qualcosa.
"Che cazzo è questo?! Dove pensi di dormire stanotte?!" sul letto c'erano decine di magliette e pantaloni, sul pavimento c'erano fogli di carta accartocciati, libri e quaderni ovunque...quella camera era un disastro, e lui sapeva quanto io odiassi il disordine.
"Ehm...presumo di dover mettere un po' a posto, vero?" lui sapeva che quella volta non l'avrei fatto io: c'erano sempre di mezzo le tre settimane in cui lui doveva fare tutto ciò che volevo io.
"Se vuoi che io dorma con te...la risposta è sì." mi piaceva avere il controllo su di lui, anche se quella volta avevo tutto il diritto di chiedergli di ordinare camera sua.
"Non voglio correre il rischio..." rispose mettendosi a ridere.
Così, lui iniziò a sistemare e a pulire tutto.
"Io intanto vado a fare la spesa, okay? Ho visto che c'è un supermercato qua dietro l'angolo. Devo comprarti qualcosa in particolare?" io intanto, decisi di andare a comprare qualcosa da sola, almeno non avrei perso tempo.
"Birra!" dovevo aspettarmelo da parte sua.
"Ho capito...comprerò qualcosa a caso." non avevo altra scelta: avrei deciso io cosa comprare.
"Va bene, ma stai attenta a non perderti. Segnati l'indirizzo da qualche parte." a quel punto uscii.
Ero certa che non avrei corso nessun rischio, perché quel supermercato era veramente dietro l'angolo.
Così andai a comprare un po' di cose, e dopo circa un'ora tornai a casa senza problemi.
"Amore! Sono arrivata!" dissi entrando in casa.
Michael non mi rispose, ed io entrai in camera sua.
Era al computer e probabilmente stava già recuperando tutti i dati persi del mio cellulare.
Evidentemente quel computer era già nella sua stanza.
"Hey! Amore, ho già recuperato ogni cosa. Guarda! Ho salvato tutto qui." Michael mi mostrò ciò che aveva fatto ed io lo ringraziai con un bacio.
Poi andammo insieme a sistemare la spesa.
Nel frattempo era già arrivata ora di cena, e dovevo ammettere di essere un po' affamata: non avevo nemmeno pranzato.
"Mikey? Prepari tu qualcosa da mangiare?" la verità era che io non avevo assolutamente voglia di cucinare.
Nonostante avessi dormito parecchio durante il viaggio, continuavo a sentirmi stanca.
"Ci provo...ma se mando a fuoco qualcosa, sarà solo colpa tua!" avevo sempre cucinato io, e forse sarebbe stata la prima volta che lui si metteva ai fornelli, ma doveva pur esserci una prima volta, no?
"Michael...sei capace di mettere delle bistecche su una cazzo di padella?!" gli dissi ridendo.
Nemmeno io sapevo cucinare, ma sapevo almeno arrangiarmi in qualche modo.
"Ehm...sì! Certo! Non preoccuparti. Vai pure in salotto. Ci penso io." feci almeno finta di fidarmi, così andai a sedermi sul divano accendendo la TV.
Passarono dei minuti, poi Michael iniziò ad urlare chiamandomi.
Tutto ciò che feci, fu correre velocemente da lui per vedere cosa fosse successo.
"Oh porca merda! Michael! Ma come cazzo hai fatto?!" appena entrai in cucina, vidi Michael nel panico e la bistecca completamente in fiamme ancora nella padella.
Improvvisamente scoppiai a ridere per la scena che mi ero trovata davanti.
"Non lo so! Ha preso fuoco da sola! Io non ho fatto niente!" sapevo che non fosse vero, ma non era il momento di parlarne.
Intanto lui ci buttava sopra dell'acqua, ma la situazione sembrava peggiorare.
"Potresti smetterla di ridere e aiutarmi, per favore?" era chiaro che io non riuscissi a smettere di ridere per la cazzata che avesse fatto, ma fui costretta ad aiutarlo se non volevo che l'intera cucina prendesse fuoco insieme alla bistecca.
Infatti, chiusi la padella con un coperchio, aprii il rubinetto del lavandino e la buttai sotto l'acqua fredda.
Fortunatamente le fiamme si placarono fino poi a spegnersi.
"Sei un idiota..." affermai continuando a ridere.
"Tu stai bene, vero? Non ti sei bruciata?" in ogni caso, Michael si preoccupò per me, e subito mi prese le mani controllando se mi fossi fatta male.
"Amore...sto bene. È tutto a posto. Ma...facciamo che cucino io, okay?" lo rassicurai, poi facendolo sedere al tavolo che c'era lì.
Era evidentemente spaventato.
"Scusa..." si scusò abbassando lo sguardo, ed io mi sentii in colpa anche se non avevo motivo di sentirmi così.
"Non preoccuparti. Ci penso io." gli sorrisi, poi gli diedi un dolce bacio sulle labbra e iniziai a cucinare qualcosa.
Finalmente arrivò il momento di mangiare, dopodiché lo aiutai a pulire e andammo sul divano a guardare la TV.
"Amore? Adesso puoi dirmi qual era la sorpresa? Dai....sono curiosa!" dopo quasi un'ora che eravamo lì seduti, mi ricordai che lui mi avesse detto che ci sarebbe stata una sorpresa per me.
"E va bene...ma chiudi gli occhi!" a quel punto lui si alzò e mi obbligò a tenere gli occhi chiusi.
"Mikey? Dove sei?" erano già passati un paio di minuti, e lui ancora non era tornato da me.
"Un attimo! Non lo trovo!" iniziai a perdere la pazienza.
Almeno speravo ne valesse la pena.
"Ecco! Trovato! Tieni gli occhi chiusi, eh!" finalmente tornò da me, e come promesso, non aprii gli occhi.
Lui mi prese la mano, poi appoggio qualcosa sul mio palmo.
"Ora puoi riaprirli." mi disse, e appena lo feci, vidi subito che fossero due biglietti per un concerto: il concerto dei Nickelback che ci sarebbe stato proprio il giorno successivo lì a Los Angeles.
Non ero mai stata ad un loro concerto in quanto non fossero mai venuti a Sydney, e finalmente avevo la possibilità di vederli dal vivo.
Ero così emozionata che mi misi ad urlare scattando in piedi e saltellando come una bambina felice.
"Non posso crederci che andremo a vedereli insieme! Wow! Mikey, io ti amo tantissimo! Non so come ringraziarti!" esultai saltandogli in braccio e riempiandolo di baci.
Era il mio modo di ringraziarlo, anche se non sarebbe stato abbastanza.
"Amore...però non sono i posti migliori...non sono riuscito a prenderli perché li ho comprati all'ultimo. Mi dispiace...spero che a te vada bene lo stesso." nonostante la mia esultanza, Michael sembrava piuttosto dispiaciuto.
"Non mi importa dei posti migliori! Mi basta vederli dal vivo e stare con te." non desideravo altro.
Io non ero una che pretendeva sempre le cose in grande, e nemmeno le volevo.
Amavo i piccoli gesti, apprezzare le piccole cose...eppure ogni cosa che Michael faceva per me, mi sembrava davvero grande, ed io non sarei mai riuscita a ringraziarlo abbastanza.
"Principalmente vederli dal vivo, vero?" scherzò.
La verità era che volendo ci sarei andata anche da sola, ma con lui sarebbe stato molto meglio.
"Già..." risposi ridendo.
"Lo immaginavo. Ora scendi scimmietta." a quel punto Michael mi mise giù dandomi poi una pacca sul sedere.
"Hey! Non sono una scimmietta!" protestai subito quel nuovo soprannome che aveva usato: non mi piaceva affatto.
"Sembri una piccola scimmia quando ti aggrappi a me in quel modo." beh...in fondo era un soprannome affettuoso.
"E tu sembri un gattino coccoloso!" ora anche io avevo trovato un soprannome per lui: 'gattino' gli si addiceva proprio.
E poi...lui amava i gatti.
"Ah sì? Quindi io sarei un gattino coccoloso?! Allora vieni qua e fatti abbracciare!" detto questo, iniziammo a rincorrerci per tutta la casa, finché non entrai in camera sua e mi lanciai sul letto, e ovviamente lui fece lo stesso mettendosi sopra di me e abbracciandomi forte.
Avevo perso, ma iniziai a ridere senza riuscire a smettere.
Era incredibile che mi stessi divertendo tanto lì a Los Angeles con lui.
Non pensavo sarebbe successo.
"Dai! Lasciami! Mi soffochi!" mi stava abbracciando così forte che quasi faticavo a respirare.
"Solo se mi chiami ancora in quel modo." evidentemente gli piaceva quel nomignolo, ma qualcosa mi diceva che l'avrei usato molto raramente: preferivo chiamarlo 'Mikey', oppure 'Amore'.
Era così che lo chiamavo sempre.
"Gattino coccoloso! Adesso fammi respirare!" finalmente lui smise di stringere, ed io feci un grosso respiro.
"Fanculo! Mi stai facendo diventare sdolcinata...sono schifata..." sbottai poi tirandogli addosso un cuscino.
Ero davvero schifata da come stessimo diventando: mi ero sempre lamentata di quanto Calum e Grace mi facessero venire il diabete solo a guardarli da lontano, e ora Michael ed io stavamo diventando come loro.
Non andava affatto bene.
"Già...sono schifato anch'io. Non parliamo più di soprannomi, okay?" mi trovai assolutamente d'accordo con lui.
In ogni caso, sembrava proprio che io fossi l'unica tra i due a non aver ancora trovato un nomignolo dolce per chiamare il mio fidanzato.
Lui mi chiamava 'Principessa', 'Piccolina'...mentre per me lui era solo...'Mikey'.
"Già...forse è meglio." conclusi io.
"Dormiamo?" a quel punto Michael propose di andare a dormire, e forse era proprio il caso.
"No. Non ancora." prima di dormire, volevo stare un po' con lui.
Così lo abbracciai facendolo sdraiare con me.
"Ma cos'hai oggi?!" mi chiese mich ridacchiando.
"Voglio le coccole..." ammisi sorridendogli e spostandogli i capelli da davanti gli occhi.
Forse quel giorno ero fin troppo appiccicosa, ma sentivo un estremo bisogno di lui...di sentire la sua vicinanza.
Così, senza aggiungere altro, lui si avvicinò ulteriormente a me iniziando ad accarezzarmi un fianco, mentre i nostri sguardi si incrociarono.
Aveva degli occhi così belli che sarei rimasta lì a guardarli per ore.
Poi avvicinò lentamente il suo viso al mio, fino a far sfiorare le nostre labbra...quasi avessimo entrambi paura di dare inizio ad un bacio.
Io chiusi gli occhi per godermi il momento, e lui eliminò quella distanza unendo definitivamente le nostre labbra.
Sentii le farfalle nello stomaco come impazzire, e dei brividi a percorrermi la spina dorsale.
Era una sensazione bellissima.
Le nostre labbra iniziarono a muoversi le une sulle altre, e non c'era sensazione più bella di sentire quelle labbra così morbide e perfette sulle mie.
"Le senti anche tu?" gli domandai dopo un po' riferendomi a quelle farfalle che non smettevano di svolazzare incessantemente nel mio stomaco.
"Esattamente come il primo giorno..." aveva capito di cosa stessi parlando senza neanche dirlo.
Riusciva a capirmi anche senza il bisogno di parlare, e ciò dimostrava che fossimo davvero fatti per stare insieme: tutte quelle sensazioni, il fantastico rapporto che avevamo...non potevo desiderare altro.
"Ti amo amore mio." gli sussurrai.
"Ti amo principessa." lui sorrise dandomi un altro bacio a stampo, ed io mi rendevo sempre più conto di quanto fossi fortunata ad avere Michael nella mia vita.
Era la cosa più bella che mi potesse capitare, e lo era anche essere lì con lui.
Fu bellissimo restare lì a farci le coccole fino ad addormentarci.

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