Victoria's pov
"Vicky...sono Isabelle. Posso entrare? Ashton non c'è. Sono sola..." la giornata era passata molto lentamente.
Finalmente era pomeriggio, e anche Isabelle aveva finito le sue ore di lezione.
Non potevo impedirle di entrare: in fondo era anche camera sua.
"Sì...entra pure." lei aveva anche avuto la decenza di bussare, ed io le risposi sbuffando, come se ce l'avessi con il mondo intero.
"Oh mio dio, Vic! Hai un aspetto orribile! Cos'è successo?" appena aprì la porta, Isabelle buttò lo zaino sul pavimento e venne subito verso di me.
Io ero seduta sul letto, ancora una volta con lo sguardo perso nel vuoto.
Non pensavo di avere un aspetto così terribile.
"Grazie..." dissi ironicamente senza alcuna espressione.
"Dico davvero! Hai pianto tutto il giorno, vero?" non pensavo nemmeno che si vedesse così tanto.
Ma ormai anche la tristezza sembrava finita.
Anche quell'unico sentimento che provavo si era prosciugato.
Niente più tristezza, niente più felicità...niente di niente.
"È probabile..." scrollai le spalle non degnandola nemmeno di uno sguardo.
"Anche Mike piange da tutto il giorno. Non so se lo sai, ma è tornato a casa. Ho provato a chiamarlo e mi ha detto di lasciarlo in pace. So che non vuoi sentire parlare di lui, ma ci tenevo a dirtelo. Volevo che sapessi che non sei l'unica a starci male..." sapevo che Michael avesse pianto, ma non era affatto da lui farlo.
"Prima o poi si dimenticherà di me e gli passerà." ovviamente ero dispiaciuta dello stato in cui si trovasse Michael, ma come avevo già detto: era meglio così.
"Come può dimenticarsi di te dopo tutto quello che avete passato insieme? Sai che non lo farà!" ero convinta che Isabelle avesse torto.
Prima o poi doveva succedere.
"Ma deve farlo, okay?!" sbottai guardandola per la prima volta da quando era entrata.
Sembrava che l'unico sentimento che riuscissi a provare fosse la rabbia.
"E tu? Sarai in grado di dimenticarlo?" il tono di Isabelle sembrava più che serio.
Aveva toccato un punto che non avrebbe dovuto toccare.
"Mai! È stata una persona troppo importante per me..." io non sarei mai riuscita a dimenticare Michael in nessun modo.
Rimanevo sempre legata al passato.
"E allora perché dovrebbe farlo lui? Per Michael sei tutto! Ora mi credi se ti dico che è innamorato di te? Te lo dico da mesi! Conosco mio fratello!" per un momento pensai che forse Michael potesse aver parlato con Isabelle in precedenza, ma poi mi ricordai delle sue parole.
Probabilmente nessuno sapeva cosa fosse successo la sera precedente, e probabilmente nessuno sapeva dei suoi sentimenti per me.
"Se ciò che dici è vero...allora questo è un motivo in più per cui Michael deve dimenticarsi di me! Io...io non faccio per lui..." ciò che volevo dire era che non mi meritavo di stare con una persona meravigliosa come lui.
"Ti dico che non lo farà! E come fai a dire che tu non fai per lui? È stato lui a scegliere te! Ti dico che non è mai successo che stesse così male per una ragazza. In realtà...ha sempre avuto paura di innamorarsi...esattamente come te. Se lo tratti in questo modo, perderà la fiducia in te e in tutte le ragazze. Già non si fida di nessuno..." Isabelle pensava solo al bene di suo fratello, ma chi pensava al mio?
E poi...era proprio per il bene di suo fratello se mi comportavo in quel modo.
"Ma capisci che lui non può fidarsi di me? Non può! Con me soffrirebbe e basta!" continuai a sostenere la mia idea.
"Ma lui ha deciso di fidarsi! Dimostragli che può farlo! Voi siete fatti per stare insieme!" la sua insistenza cominciava a darmi sui nervi.
Non ne potevo più delle sue cazzate.
"No! Ho detto di no, Isabelle! Smettila, okay?! Non sono affari tuoi! Se ho deciso di stargli lontano, un motivo c'è! E sai benissimo perché lo faccio!" lei sapeva perché la mia decisione fosse quella.
Ma evidentemente faceva finta di non capire.
"Allora...cosa intendi fare? Non puoi rimanere chiusa qui dentro per sempre. È inevitabile che tu veda Michael tra i corridoi." Isabelle aveva ragione.
Potevo cambiare tutti gli orari di tutte le lezioni che avevo in comune con lui, ma l'avrei visto in ogni caso, sia nella mensa, sia tra i corridoi.
"Lo so. Per questo parto." non sapevo nemmeno cosa avevo detto, ma l'istinto mi disse di dirlo.
"Che cosa?! Parti? E quando?" lei rimase letteralmente a bocca aperta per la mia decisione improvvisa.
Ma forse il mio istinto aveva ragione.
Dovevo farlo.
"Domani mattina. Inizio a preparare le mie cose." detto questo, mi alzai, presi una borsa grande, e cominciai a buttarci dentro dei vestiti.
In fondo...non sarei stata via per tanto tempo, era solo uno spostamento momentaneo.
"Dove...dove andrai?" quella era una bella domanda, ma avevo già un'idea.
"A Melbourne. Da mia zia." era l'unico posto in cui potevo andare.
Mia zia mi avrebbe capito.
"Che cosa?! Ma è a otto ore di macchina da qua! Cosa direbbero gli altri?" quello era qualcosa a cui non avevo pensato, ma di una cosa ero certa...
"Non lo sapranno! Né Luke, né gli altri, né tanto meno Michael! Tu non dirai nulla! Sai di cosa sono capace! Fai una mossa sbagliata, e sarà la tua fine!" nonostante ormai fosse mia amica, non potei fare a meno di minacciarla.
Nessuno doveva sapere dove andavo.
Michael avrebbe potuto scoprirlo.
"Io non lo dirò a nessuno, ma mio fratello impazzirá se non ti vedrà qui. Lo conosco! So che verrà a controllare ogni giorno. Passerà di qui ogni mattina!" sapevo che fosse vero.
Michael sarebbe stato capace di qualsiasi cosa, soprattutto in quelle condizioni.
"L'importante è che non sappia dove vado." quello era tutto ciò che contava.
Una volta partita, non avrei saputo più nulla di lui per un po'.
"Tu non capisci! Ti cercherà ovunque! E credimi se ti dico che ti troverà in ogni caso!" dubitavo di ciò che diceva.
Michael non poteva trovarmi.
E anche se avesse saputo dove fossi, avrebbe rinunciato a venire a cercarmi: Melbourne era a più di otto ore di macchina da Sydney.
"Come farà a trovarmi?!" era impossibile, ne ero sicura.
"Gli hai mai parlato della casa di tua zia a Melbourne?" mi chiese Isabelle guardandomi quasi con sguardo di sfida.
"Ehm...io...credo di sì. Forse gliene ho parlato vagamente..." Michael sapeva praticamente ogni cosa di me.
Ma non poteva ricordarsi tutto.
"Cara Vic...sei fottuta! Troverà il modo di raggiungerti ovunque tu andrai." nonostante Isabelle fosse convinta del contrario, io restavo della mia idea.
"Ma smettila! Melbourne è una città enorme, non può trovarmi!" come avrebbe potuto?
Mia zia aveva il cognome di mia madre, non il mio.
Avrebbe potuto cercare quanto voleva, ma non ce l'avrebbe fatta.
"Allora tu non lo conosci! Minaccerá Luke per avere l'indirizzo. Stanne certa. Farà di tutto per raggiungerti." sapevo che avrebbe potuto farlo, e forse Luke si sarebbe anche fatto picchiare, ma non gli avrebbe mai dato l'indirizzo di casa di mia zia.
"Luke non cederà." non ero mai stata così sicura di ciò che dicevo.
"Eh va bene...non importa. Vuoi venire a cena da qualche parte? O scendiamo e mangiamo qui?" Isabelle ebbe la buona idea di cambiare discorso, ed fu decisamente meglio così.
"Non mi va...non ho fame." la verità era che avevo lo stomaco talmente chiuso da avere anche la nausea.
"Da quando non mangi?" mi domandò cercando di guardarmi negli occhi, ma io abbassai lo sguardo.
"Da ieri sera...credo..." in realtà, la sera precedente non avevo neanche mangiato poi così tanto: ero andata via a metà della cena.
"Come pensavo. Anche mio fratello.. Vi state distruggendo entrambi..." non mi aspettavo che Michael si rifiutasse di mangiare.
Non era affatto da lui.
Ciò significava che stava davvero male.
"Me ne farò una ragione." a quel punto, iniziai a prendere il mio pigiama.
Ero pronta a farmi una doccia e ad indossarlo.
"Non devi vederti con Ash questa sera?" le chiesi sperando che lei uscisse, almeno sarei rimasta da sola un'altra volta.
"Non lo so. Lui lavora, ma posso mangiare lì e aspettare che stacchi." speravo lo facesse.
Ormai usciva sempre con Ashton.
"Puoi sempre provare..." Isabelle alzò gli occhi al cielo alla mia affermazione.
"Guarda che l'ho capito che non mi vuoi tra i piedi! Neanche tu dovessi passare la notte con mio fratello..." lei aveva capito tutto, ma quella sua frase finale fece male.
Per qualche minuto ero riuscita a non pensare a Michael, e ora...
"Scusa...non volevo che..." lei cominciò a scusarsi, ma non era colpa sua, era abitudine: io dormivo quasi ogni sera con Michael, e quasi ogni sera Michael mandava via sua sorella per stare da solo con me.
"Non importa...non devi scusarti." le dissi tornando ad infilare vestiti a caso in quel borsone.
Ovviamente evitai di portare qualsiasi cosa potesse ricordarmi Michael: le sue magliette, la sua giacca...
"Okay...quindi...ora me ne vado." Isabelle sembrava incerta.
Pensavo avesse capito che volevo restare sola.
"Vai pure. Ma sappi che non so quando ci rivedremo." se lei fosse tornata a mezzanotte, io sarei stata già a letto, e la mattina successiva mi sarei alzata molto presto, forse alle cinque, o alle sei.
Non avrei visto per un po' nemmeno lei.
Improvvisamente Isabelle venne ad abbracciarmi forte, quasi come se non ci saremmo mai più viste.
"Per favore...non fare cazzate. Tornerai, vero?" non capivo cosa intendesse con 'cazzate'.
Forse partire era una cazzata.
"Tornerò. Ma non so quando..." ammisi non avendo la minima idea di quanto mi ci sarebbe voluto per staccare da tutto ciò che stava accadendo.
"Buona fortuna Vic..." forse ne avevo bisogno.
Avevo bisogno di molta fortuna.
"Prenditi cura di Mikey..." era chiaro che io fossi ancora legata a lui.
Lo sarei sempre stata, soprattutto dopo tutte le emozioni che aveva scatenato in me.
"Lo farò." a quel punto lei sorrise, poi uscì dalla stanza.
Rimasi sola.
Per ammazzare il tempo decisi di guardare la televisione, ma presto mi stancai anche di quello e cominciai a leggere uno dei soliti libri di Harry Potter che ormai avevo letto centinaia di volte.
Forse...rifugiarmi in un mondo diverso dal nostro mi avrebbe aiutato.
Avrei tanto voluto vivere in quel mondo.
Poi, ad un certo orario puntai la sveglia e mi misi a dormire.
Grazie a quel libro il tempo passò velocemente.
Speravo solo di riuscire ad addormentarmi...
STAI LEGGENDO
Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...