CAPITOLO 27

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Grace's pov
Avevo appena saputo che mia sorella sarebbe partita.
Avrei tanto voluto fermarla, ma non sarebbe servito a nulla.
Non ero poi così arrabbiata con lei, in fondo era stato Calum a fare tutto.
L'unico colpevole era il mio ragazzo.
O meglio...ex ragazzo.
Anche se la verità era che già mi mancava.
Nonostante ciò che mi aveva fatto, ero disposta a perdonarlo solo perché lo amavo alla follia.
Sapevo che era sbagliato.
Sapevo che non avrei dovuto cedere.
Probabilmente Calum non provava per me lo stesso sentimento che io provavo per lui, e questo mi uccideva, mi spezzava il cuore...
"Hey piccolina...cosa ti succede?" improvvisamente Ashton mi risvegliò dai miei pensieri asciugandomi qualche lacrima che ancora stava scendendo lungo le mie guance.
Ashton ed io stavamo guardando la TV da quando mia sorella era andata in camera sua.
Ci trovavamo lì seduti sul divano, senza dire una parola...finché i miei pensieri non tornarono a Calum.
"Mi manca Cal..." ammisi cercando di non scoppiare a piangere come una bambina.
"Lo so Grace...lo so. Aspetta solo un po', prima di prendere una decisione definitiva. Anche io voglio che tu e Calum torniate insieme, ma non voglio vederti soffrire ancora. Capisci cosa voglio dire?" il suo tono era dolce, e i suoi modi di fare erano come quelli di un fratello maggiore.
Era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento.
"Il problema è che per una volta vorrei essere forte, vorrei che fosse lui a tornare da me, ma non ce la faccio, Ash...ho bisogno di lui..." avrei vuoto non amare Calum così tanto, o almeno...avrei voluto essere ricambiata.
Continuavo a pensare di essermi illusa...di aver preso troppo seriamente la nostra relazione.
Ma era proprio ciò che Calum aveva voluto farmi credere, ed io ci ero cascata come una povera stupida.
"Fidati di me: devi solo aspettare. Prima o poi sarà lui a tornare da te." sapevo che Ashton avesse ragione, ma sarei riuscita ad aspettare?
"E...e se non lo farà?" avevo davvero paura che non sarebbe tornato da me.
"È ovvio che tornerà! Sappiamo entrambi com'è fatto Calum. E io posso assicurarti che ti ama alla follia. Te l'ho detto centinaia di volte: non fa altro che parlare di te! Sempre!" non potei fare a meno di accennare un sorriso nel sapere che Calum parlava spesso di me.
Ma non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che lui non mi amasse poi così tanto.
"Tu credi che se davvero fosse innamorato di me, mi avrebbe tradito con altre ragazze? Per di più con mia sorella! Sinceramente...non so cosa pensare..." sospirai abbassando lo sguardo come sconfitta.
"Ha solo commesso un errore, e questo può capitare. Ma la cosa più importante è che si sia subito scusato." non capivo perché Ashton continuasse a difenderlo.
Non aveva senso...
"Si è scusato?! Ma cosa stai dicendo? Se non fosse stato per Michael e Victoria, non avrei saputo assolutamente nulla! Calum avrebbe continuato a tradirmi a mia insaputa!" questa era la cosa peggiore.
Ero felice di avere degli amici come Michael e Victoria, perché era solo grazie a loro se avevo capito che persona era davvero il mio ragazzo.
"Senti...vai a prepararti, okay? Fra meno di un'ora dobbiamo vederci con Vic e Mike..." probabilmente Ashton decise di non rispondere a ciò che avevo appena detto perché sapeva che avevo ragione.
Ma io mi alzai senza protestare, e lasciandolo lì in salotto, salii le scale fino ad andare in camera mia.
Feci solo una doccia e mi cambiai i vestiti.
Scelsi il solito outfit che usavo per andare a lezione.
Non mi importava di come ero vestita: non dovevo impressionare nessuno...non più ormai.
Quando uscii da camera mia, incrociai Naomi.
Stava portando le valige fuori da camera sua.
"Te ne vai adesso?" le chiesi con la speranza che cambiasse idea.
"Sì. Mi aiuti a portare giù le valige, per favore?" senza dire niente, presi due borse e le portai al piano di sotto.
Ashton, appena ci vide, venne subito ad aiutarci.
"Quindi...ci salutiamo qua?" Ashton sembrava dispiaciuto della partenza di Naomi, e lo ero anch'io.
"Se volete...posso darvi un passaggio fino a dove dovete incontrare i vostri amici..." si offrí lei.
Io lanciai uno sguardo ad Ashton in modo che fosse lui a rispondere.
"Non preoccuparti. Sono qui in macchina." era decisamente molto più comodo per tutti se fosse stato Ashton a portarmi da Michael e Victoria.
"Va bene...pensa tu a mia sorella...almeno per stasera." Naomi abbracciò Ashton sussurrandogli quelle parole così dolci.
"L'ho sempre fatto..." rispose lui con un gran sorriso.
Non stava mentendo: Ashton si era sempre preso cura di me, soprattutto quando le cose con Calum non andavano bene.
"Ciao tesoro. Voglio che tu sappia che mi dispiace, okay? Chiamami quando vuoi tu. Quando te la senti. Non voglio forzarti a perdonarmi." a quel punto, Naomi venne ad abbracciare anche me.
"Ti ho già perdonata. So che la colpa non è solo tua. Scrivimi quando arrivi." odiavo dirle 'addio' ancora una volta, ma dovevo rispettare la sua volontà.
"Lo farò. Divertitevi!" lei ci congedò e uscì di casa.
"Allora...sei pronta? Possiamo andare?" Ashton mi sorrise strofinandomi una mano sulla schiena.
Io annuii e anche noi uscimmo di casa.
Appena salimmo in macchina, fortunatamente lui accese la radio, almeno non si sarebbe creato quel solito silenzio imbarazzante.
Infatti, il tragitto fu piuttosto silenzioso, e quando arrivammo, ovviamente Victoria e Michael non erano ancora arrivati.
"Quei due sono sempre i soliti! Cosa facciamo? Prendiamo un tavolo e iniziamo ad accomodarci?" mi propose Ashton, in quanto i nostri amici fossero in ritardo come al solito.
"Assolutamente sì! Fra poco questo posto si riempirà. Tu vai a prendere il tavolo, io intanto chiamo Victoria. Le chiedo a che punto sono entrambi..." mi offrii di chiamare io la mia amica.
Così, uscii un attimo dal locale.
Speravo mi rispondesse, ma non fu così.
Era inutile chiamare anche Michael: probabilmente era lui che stava guidando.
Forse erano in moto e nemmeno lei poteva rispondere.
Beh, non ci restava che aspettare.
Quando rientrai, Ashton era già seduto, e ovviamente, come già mi aspettavo, non era solo.
Stava parlando con una ragazza.
Beh...ci aveva messo poco a dimenticare Isabelle.
"Vai pure...resto io qui..." dissi sedendomi.
Sapevo che stava solo aspettando che io occupassi il tavolo per poter portare quella ragazza al bancone del bar.
Ashton si voltò solo per mimarmi un 'grazie' con le labbra, poi andò via lasciandomi lì da sola al tavolo.
Speravo che i nostri amici arrivassero in fretta.
Restai lì seduta per circa venti minuti, poi finalmente Michael e Victoria arrivarono.
Mi raggiunsero con tutta tranquillità ridacchiando tra loro come se nulla fosse.
Come se nemmeno fossero in ritardo.
"Alla buon'ora..." dissi subito, appena si sedettero di fronte a me.
"Prenditela con lei! Ho perso il conto delle ore che ci ha messo per prepararsi..." commentò subito Michael, lanciando un'occhiata a Victoria, poi entrambi si misero a ridere.
Ma cosa avevano quei due?!
"Ho fatto solo una doccia!" lei si giustificò.
"Già...una doccia lunga quasi un'ora...poi hai cercato qualcosa da metterti per altre ventisette ore, e ti sei truccata per altre quaranta..." con i suoi modi di dire capii che potevo solo immaginare quanto tempo Michael avesse aspettato Victoria.
Ma non potei fare a meno di ridacchiare tra me e me: a volte sembravano davvero una coppia.
"Non rompere! Io faccio quello che voglio!" concluse Victoria.
Poi, per qualche minuto parlammo del più e del meno, finché Michael non decise di ricominciare con le domande.
"A proposito...ma sei qui da sola? Non doveva esserci anche Ash?" solo in quel momento si rese conto che all'appello mancasse solo il suo migliore amico.
Forse era troppo preso a parlare con Victoria per accorgersi di tutto il resto.
"C'è anche lui. Indovinate un po'?! È al bancone del bar con una ragazza..." risposi, cercando di vedere Ashton tra la folla di persone che erano entrate.
"Che cosa?! Ma quale cazzo è il suo problema?!" improvvisamente Michael si innervosì.
Mi resi conto che dopo ciò che era successo tra sua sorella e Ashton, avrei solo dovuto stare zitta.
"Mikey...stai calmo, okay?" Victoria era sempre la prima a cercare di tranquillizzare Michael.
"Porca merda! Non dirmi di stare calmo! Come cazzo faccio a stare calmo? Lo sapevo! Ho sempre saputo che è un coglione!" Michael sbottò alzandosi in piedi di scatto.
Victoria cercò subito di trattenerlo tenendolo per un braccio.
"Michael, stai qua! Lascialo stare! Non era questo ciò che volevi?" sapevo a cosa lei si stesse riferendo.
Tutti noi lo sapevamo, ma Michael sembrava deciso.
Non avrebbe mai cambiato idea.
"Non rompere il cazzo!" lui si liberò dalla presa di Victoria, per poi camminare a passo deciso verso il bancone del bar.
Io ero già nel panico più totale.
Ero come pietrificata.
Non sapevo né cosa dire, né cosa fare.
"Grace! Vieni! Veloce!" Victoria si alzò immediatamente in piedi chiamando anche me.
Forse sapeva che io sarei riuscita a far ragionare Ashton in caso fosse successo qualcosa.
Così la raggiunsi senza dire nulla.
Era tutto ciò che io potessi fare...
"Hey! Ma che cazzo stai facendo?" Michael si precipitò subito da Ashton che appena lo vide, si alzò dallo sgabello su cui era seduto.
"Che cazzo vuoi? A te che importa?" Ashton rispose a tono.
Proprio ciò che doveva evitare di fare...
"Tu stai uscendo con mia sorella! Che cazzo ci fai qui con un'altra ragazza?!" solo in quel momento mi resi conto di ciò che stava facendo Michael: forse, in fondo, lui voleva che Ashton uscisse con Isabelle.
"Che cosa?! Sei fidanzato?! Mi avevi detto di essere single! Sei come tutti gli altri...coglione..." la ragazza con cui Ashton ci stava provando, intervenne mollandogli uno schiaffo e andandosene via.
Probabilmente faceva più male a me, che a lui.
Il mio migliore amico non poteva essere trattato in quel modo.
"Grazie Michael! Guarda cos'hai fatto!" il tono di voce di Ashton cambiò: ora si sentiva quel velo ti tristezza.
"Io? Sei tu che fai il coglione con tutte mentre esci con mia sorella!" era comprensibile che Michael si preoccupasse tanto per Isabelle, ma non ero per niente d'accordo con ciò che stava facendo.
"Vorrai dire che uscivo con tua sorella! Tu le hai vietato ogni contatto con me! Non mi hai dato nemmeno una possibilità!" era questa la cosa peggiore: Michael aveva subito allontanato Ashton da Isabelle, senza sapere niente, senza parlarne prima con loro.
Aveva agito solo di testa sua.
"È proprio per questo che non ti ho dato neanche una possibilità! Perché sei una testa di cazzo! Solo ieri uscivi con Isabelle, e oggi sei già qui con un'altra! Non ci hai messo molto a rimpiazzarla!" quella volta ero d'accordo con Michael.
Non potevo fare a meno di esserlo...anche se ciò voleva dire andare contro al mio migliore amico.
"Non vuoi che io esca con tua sorella, ma non vuoi nemmeno che io mi veda con altre ragazze...dimmi cosa cazzo vuoi, Michael! Cosa cazzo vuoi da me?!" Ashton urlò più con dispiacere, che con rabbia.
"Volevo che mi dimostrassi di non essere il solito Ashton che ci prova con tutte! Volevo che mi dimostrassi di poter cambiare per una cazzo di volta! Come posso fidarmi di te se continui a fare il coglione con tutte?! Sai una cosa? Sono felice di averle vietato di vederti! L'avresti solo fatta soffrire..." in parte Michael aveva ragione: Ashton non sarebbe mai riuscito a restarle fedele...non ci era riuscito nemmeno quando stava con Victoria.
Ma questo non significava che non sarebbe mai cambiato.
Qualcosa mi diceva che con Isabelle avrebbe fatto sul serio...o almeno ci avrebbe provato.
"Cambierebbe qualcosa se te lo dimostrassi? Io non credo! Troveresti comunque uno stupido pretesto per accusarmi di qualcosa e allontanarmi ancora da lei!" l'atteggiamento di Ashton era sbagliato.
Avrebbe potuto ascoltare Michael e vedere come sarebbero andate le cose.
"Forse sarà così, ma pensi davvero che non valga nemmeno la pena provare?! Se è questo ciò che pensi, allora possiamo finirla qua: tu non uscirai più con mia sorella, e io non ti darò mai una possibilità. Se è questo ciò che vuoi, possiamo benissimo smetterla di perdere tempo a discutere." Michael concluse abbassando il tono di voce.
"No! Aspetta! Voglio provarci! Per Isabelle sono disposto a farlo..." alla fine Ashton cedette abbassando lo sguardo in segno di sconfitta.
"Bene...comincia da adesso..." a quel punto Michael si allontanò da noi, trascinando con sé anche Victoria.
"Ash...andrà tutti bene, okay?" la prima cosa che feci, fu quella di andare a consolare il mio migliore amico.
"No...Mike ha ragione. Volevo provarci con altre ragazze come ho sempre fatto, solo per non pensare a Isabelle. Ma non avevo pensato a cercare di convincere Michael che io sia quello giusto per sua sorella." non potevo credere che Ashton fosse convinto di essere quello giusto per lei: nemmeno la conosceva bene.
Era incredibile che si fosse innamorato di lei così velocemente.
Ma in fondo...a me era successo lo stesso con Calum.
"Se non sei sicuro di ciò che provi...è meglio che tu lasci perdere. Lo dico per Isabelle, ma soprattutto per te." avevo molta paura per Ashton: se avesse fatto soffrire Isabelle, Michael si sarebbe vendicato...ne ero più che certa.
"Senti...a me piace tutto di lei. Sono sicuro di ciò che provo, e sai perché? Perché non ho mai provato niente di simile prima d'ora. Passerei intere giornate con lei, anche solo a chiacchierare, o a guardarla studiare...ma ormai non mi è più possibile farlo..." forse stavo avendo la conferma che il suo fosse davvero amore.
Dovevo ammettere che ero un pochino gelosa.
Sapevo che se Ashton avesse trovato una fidanzata, non avrei più passato i pomeriggi con lui come avevamo fatto fino a quel momento.
Soprattutto ora che Calum era uscito dalla mia vita.
"Se è davvero così...cerca solo di dimostrare a Michael che sei cambiato. È l'unico modo che hai per poterti ancora avvicinare a lei." non era bello, ed era sbagliato, ma quella era l'unica soluzione.
"Ce la farò." sorrise.
Finalmente lo vedevo convinto e felice.
Ero sicura che prima o poi ce l'avrebbe fatta.
A quel punto, Ashton si alzò e raggiunse Michael e Victoria.
Ovviamente io lo seguii.
"Se hai intenzione di rimanere il solito coglione che sei sempre stato, puoi benissimo andartene." commentò secco Michael, interrompendo la sua allegra conversazione con Victoria.
Nel frattempo, loro avevano già preso da bere, e probabilmente non avevano bevuto solo un bicchiere.
"Allora resterò. Ora prendiamo da bere e andiamo al tavolo." pensai subito che Ashton avesse fatto bene a dirgli quali fossero le sue intenzioni.
Era orgogliosa di lui.
"Ti tengo d'occhio, Irwin..." concluse Michael, ordinando subito dei drink sia per lui, sia per Victoria.
Appena furono pronti, li prese e li portò al tavolo.
"Dai, prendiamo anche noi qualcosa." Ashton fece esattamente ciò che aveva fatto Michael con Victoria: prese da bere anche per me.
Poi, entrambi andammo al tavolo dai nostri amici.
Michael non poté fare a meno di continuare a lanciare occhiatacce ad Ashton, e evidentemente Victoria se ne accorse.
"Perché non facciamo un bel brindisi ad Ashton che cambierà altrimenti gli spacco il culo?" Michael era sempre pronto a provocare, e Victoria, che era seduta accanto a lui, gli tirò una gomitata sul fianco.
"Sono d'accordo. Facciamo questo brindisi!" inaspettatamente Ashton sorrise, e Michael rispose con un sorrisetto più provocatorio che mai.
"Benissimo." rispose lui.
A quel punto, tutti noi facemmo quel brindisi, dopodiché iniziammo a bere.
Quello non fu l'unico bicchiere che bevemmo.
Dopo di quello ne ordinano tanti altri.
Uno dopo l'altro.
Ognuno di noi aveva un buon motivo per bere tanto da dimenticare tutto.
Come al solito, io fui la prima a perdere la cognizione di ciò che accadeva intorno a me, ma era una sensazione davvero bella.
"Hey piccolina! Tutto bene? Hai bevuto un po' troppo?" solo in quel momento mi accorsi di aver appoggiato la testa sulla spalla di Ashton, ma il mio sguardo era perso nel vuoto.
"Non abbastanza. Voglio un altro drink." subito mi alzai, ma la testa mi girva già molto forte.
"Grace? Vuoi che venga con te?" si offrí Victoria, ed io senza esitare accettai.
Non sarei riuscita a raggiungere il bancone del bar senza qualcuno al mio fianco.
"Vicky? Visto che ci sei...mi prendi una bottiglia di tequila, per favore?" appena Victoria si alzò, Michael le chiese ciò che lui avrebbe voluto bere.
"Una bottiglia intera? Almeno spero che tu voglia dividerla con me..." effettivamente una bottiglia intera di tequila l'avrebbe praticamente ucciso...dopo tutto ciò che aveva già bevuto.
"L'idea era questa. Ah! E anche una birra..." chiese ancora Michael.
"Desidera qualcos'altro, signore?" lei sbuffò infastidita dal fatto che la stesse trattando come cameriera personale.
"Per ora sono a posto così, grazie." ancora una volta Michael la provocò.
"Fottiti..." rispose Victoria.
"Ash? A te prendo qualcosa?" anche io chiesi ad Ashton se volesse qualcosa.
Glielo avrei portato volentieri.
"Sì, grazie. Un altro drink. Quello che vuoi tu." beh, non era poi così tanto in confronto a ciò che aveva richiesto Michael.
Così, Victoria ed io andammo verso il bancone.
"Non credi di aver già bevuto abbastanza?" mi disse la mia amica notando che non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi.
Senza rispondere alla sua domanda, ordinai direttamente quattro drink da farmi portare al tavolo.
Victoria scosse la testa, poi ordinò anche lei e tornammo al tavolo ad aspettare.
"Hai preso solo la bottiglia di tequila?!" Michael si lamentò appena vide che Victoria avesse in mano solo quella.
"Idiota! Il resto arriva." lei sbuffò infastidita, e dopo pochi minuti, un cameriere ci porto il tutto al tavolo.
"A chi finisce prima?" entrambi riempirono un intero bicchiere con la tequila, e Victoria lanciò la sfida.
"Ci uniamo anche noi!" proposi prendendo il mio drink e lanciando un'occhiata ad Ashton, che nonostante il suo sguardo un po' dubbioso, alla fine accettò.
"Che vinca il migliore!" disse Michael dando il via alla sfida.
I primi a finire furono Ashton e Michael, poi Victoria, e come già mi aspettavo: io ultima.
I due, ovviamente, accesero una discussione per chi si sarebbe aggiudicato la vittoria.
Inutile dire che Michael ebbe la meglio.
Andammo avanti a bere tutto ciò che avevamo ordinato, e ormai, nessuno di noi era più cosciente delle proprie azioni.
Forse quello messo meglio sembrava Michael...finché inspiegabilmente non iniziò a sussurrare qualcosa all'orecchio di Victoria, poi le morse il lobo, e cominciò a darle piccoli baci sul collo.
Avevo come l'impressione che sarebbe andata a finire molto male.
Quei due erano fin troppo vicini, e a lei sembrava piacere ciò che stava accadendo.
Se a loro l'alcool aveva fatto piuttosto bene, a me aveva fatto l'effetto opposto.
Mi sentivo triste, giù di morale.
Non riuscivo a smettere di pensare a Calum.
Dovevo ammettere che pensavo molto meno a lui quando ero sobria.
"Ash...vorrei che Calum fosse qui..." sospirai, appoggiando la testa sulla spalla del mio migliore amico.
"Manca anche a me....ma ti ha fatto soffrire! Dimenticalo!" sapevo che Ashton avesse ragione, ma c'era troppo alcool che circolava nel mio corpo, e non riuscivo a pensare correttamente.
"Non posso dimenticarlo. Io lo amo! Ho bisogno di lui..." continuai estraendo il cellulare dalla mia borsa.
"Grace? Che stai facendo?" mi domandò subito lui.
"Lo chiamo..." appena dissi quelle parole, Ashton mi tolse il cellulare dalle mani.
"Questo lo tengo io! Anzi...Vic! Tienilo tu." passò il mio cellulare a Victoria, che nel frattempo si era allontanata da Michael.
Nelle sue mani era più al sicuro.
"Ma perché? Deve sapere che lo amo! Lasciate che io lo chiami e glielo dica..." non potei fare a meno di insistere, ma se c'erano di mezzo Victoria e Michael...avrei perso sicuramente.
"Grace, non ci pensare nemmeno! Non devi essere tu a cercarlo! Lascia che sia lui a farlo!" evidentemente tutti erano contro di me.
E non capivo nemmeno il motivo per cui lo stessero facendo.
"Io...io...vi odio! Tutti voi!" ero offesa, ma non li odiavo davvero.
Non sapevo neanche perché l'avevo detto...
"E...e ora...vado in bagno!" senza pensarci due volte mi alzai in piedi, e con molta difficoltà andai verso il bagno.
Quando entrai, fortunatamente c'erano alcune ragazze che si sistemavano il trucco davanti allo specchio.
"Scusa? Potresti prestarmi il tuo cellulare, per favore? Dei miei amici me lo hanno rubato e...dovrei fare una telefonata..." chiesi cortesemente a una di loro.
Subito smise di truccarsi, e mi guardò con aria perplessa.
"Aspetta...fammi capire bene: dei tuoi amici ti hanno rubato il cellulare?" alla sua domanda io annuii.
Non era una bugia: me lo avevano rubato davvero.
"I tuoi amici?! E perché te l'hanno rubato?" continuò lei.
"Perché si sono schierati tutti contro di me..." ammisi abbassando lo sguardo.
"E va bene...a chi devi telefonare?" non capivo perché mi stesse facendo tutte quelle domande.
A lei cosa importava?
"Al mio...ragazzo...credo..." potevo ancora considerare Calum il mio ragazzo?!
Beh...forse no.
Gli avevo detto di uscire dalla mia vita, quindi era finita.
"Ed è ancora il tuo ragazzo?" sembrava che quella ragazza non volesse prestarmi il suo cellulare e che stesse trovando ogni pretesto per non farlo.
"Io...io non...credo che..." non sapevo cosa rispondere.
Riuscii solo a balbettare.
"Come sospettavo. Fammi indovinare...vi siete lasciati, tu sei venuta qui a bere come se non ci fosse un domani per dimenticarlo, e ora vuoi tornare con lui...dico bene? Se è così, sappi che la mia risposta è no! Ci sono passata anch'io e posso solo dirti che cercarlo è la cosa più sbagliata che tu possa fare. È meglio che tu lasci perdere. Torna dai tuoi amici, okay?" la ragazza aveva capito ogni cosa.
Ma come aveva fatto?!
"Vuoi una mano? Ti aiuto a tornare da loro?" mi chiese, vedendo che faticavo a mettere un piede davanti all'altro.
Ma io rifiutai, e dopo averla ringraziata, uscii dal bagno.
Non mi sarei arresa.
Qualcuno disposto a prestarmi il suo cellulare doveva pur esserci.
Infatti, appena lì fuori feci la stessa richiesta ad un ragazzo che senza esitare mi prestò il suo telefono.
Fortunatamente riuscii a ricordarmi il numero di Calum.
Il cellulare squillava, e quasi avevo paura che non rispondesse, ma alla fine rispose.
"Sì? Chi è?" il tono di Calum era perplesso, ma risentire la sua voce era una cosa bellissima.
"Cal!" non riuscii a dire altro.
"Oh mio dio! Grace! Amore mio! Da dove mi stai chiamando? Tu...tu stai bene, vero?" sentirlo chiamarmi ancora in quel modo mi rendeva sempre più felice.
Forse mi sbagliavo a credere che non mi amasse più.
"Sono al solito bar...gli altri mi hanno rubato il cellulare e l'ho chiesto ad un tizio a caso..." non risposi nemmeno a tutte le sue domande, non ne ero in grado.
"Gli altri chi? Chi ti ha rubato il cellulare?" mi chiese ancora.
"Ashton, Victoria e Michael...mi odiano. Ma io amo te. Tanto, tanto..." ammisi, sorridendo e mordendomi le labbra.
Se solo fosse stato lì con me...
"Ma sei ubriaca?" era così evidente che lo fossi?!
"Io...credo proprio di sì...e tu?" non sapevo nemmeno perché glielo avevo chiesto, quando era evidente che non lo fosse.
"Io? No! Perché dovrei esserlo? Sono semplicemente a casa mia. Ora passami Ashton, per favore." ovviamente non potevo assecondare la sua richiesta.
Ashton nemmeno sapeva che avevo telefonato a Calum.
"No!" dissi soltanto.
"È perché no? Senti...sei ubriaca, ed è molto tardi. Fatti riportare a casa." la sua sembrava una vera e propria imposizione, e forse avrei dovuto ascoltarlo.
"Non credo proprio che sia possibile." mi misi a ridere senza motivo, intanto lanciai un'occhiata al tavolo dei miei amici.
Si stavano divertendo: erano lì a ridere e scherzare.
E Victoria e Michael erano tornati a non sembrare più una coppietta felice.
"Sono messi tutti male, vero? Ora dimmi come cazzo tornerete a casa! Ma ti sembra normale tutto questo?! Siete lì in quatto e nessuno di voi è sobrio! Nessuno di voi è in grado di guidare! State fottutamente scherzando?!" Calum si stava preoccupando per tutti noi, ma doveva farsi gli affari suoi.
"Io...io non lo so...torneremo a piedi...credo..." quello era l'unico modo che avevamo di tornare a casa.
"Scordatelo! Chiamo un taxi e vi raggiungo! Adesso!" non mi aspettavo lo dicesse.
Oltretutto non ero nemmeno più certa di volerlo vedere seriamente.
"E come farai a tornare? Come torneremo tutti?" anche i nostri amici avrebbero dovuto tornare in qualche modo.
Come avrebbero fatto?
Non potevano guidare!
"Aspetta...ma sono quasi le due di notte, e il college chiude a mezzanotte! Michael non ha riaccompagnato Victoria?" non avevo pensato a cosa avrebbe fatto lei.
Era davvero nei guai adesso.
"No...siamo ancora tutti qui..." risposi.
"Eh va bene...ci penso io. Ora torna dagli altri. Stai vicino ad Ash, okay?" era bello che si fidasse così tanto di lui.
E soprattutto era incredibile che fossero diventati così tanto amici: fino a poche settimane prima non riuscivano nemmeno a guardarsi in faccia.
"Va bene. Ti aspetto al tavolo." conclusi mettendo fine alla telefonata.
Poi restituii il cellulare al ragazzo, e tornai dai miei amici.
Nessuno di loro mi disse nulla.
Sembravano presi dalla loro conversazione apparentemente insensata.
Io decisi di non partecipare.
Aspettammo per circa un quarto d'ora, finché non arrivò Calum.
Ma sembrava non essere solo.
"Finalmente ragazzi! State bene?" lui venne subito verso di noi affannato e preoccupato.
"Cal? Cosa ci fai qui?" Ashton intervenne subito.
"Mi ha chiamato Grace, ed io ho chiamato anche Luke." solo in quel momento vidi Luke alle sue spalle.
Aveva un aria davvero assonnata.
Probabilmente Calum l'aveva svegliato.
Appena Michael notò Luke, scattò in piedi, e andò ad abbracciarlo urlando: "Hemmo! Mi sei mancato!".
Era evidente che anche lui non avesse più il controllo delle sue azioni.
"Michael, andiamo a casa! Sai che ore sono?" lui scosse la testa.
"Sono le due e un quarto! Non dovevi riportare Vicky al college? Sai che ora non potrà più rientrare?" Luke non si fece problemi a rimproverare Michael.
"Non rompere i coglioni. Il modo si trova." Michael rise senza un valido motivo.
"Già...verrete a casa mia perché non ci sono altre soluzioni. Dai! Vicky, alzati anche tu!" era strano sentire Luke con un tono così autoritario, ma soprattutto, così sicuro di sé.
"Io faccio quello che voglio! Vado via solo perché è tardi, non perché me lo dici tu!" come al solito, Victoria protestò: odiava quando qualcuno le imponeva qualcosa.
"Dai Vicky...andiamo, altrimenti Luke rompe i coglioni." solo quando glielo chiese Michael, lei si decise ad andare.
Dopo averci salutato, tutti e tre uscirono dal locale sorreggendosi a vicenda, in quanto Michael e Victoria faticassero anche solo a mettere un piede davanti all'altro.
"Ancora non capisco perché Grace ti abbia chiamato..." Ashton sembrava arrabbiato con me, e forse faceva bene ad esserlo.
"Senti Ash...so che Grace è la tua migliore amica, ma per una volta lascia risolvere a noi le cose. Per favore..." Calum sembrava quasi disperato, e solo in quel momento notai che avesse gli occhi rossi.
Conoscendolo...aveva pianto tutto il giorno.
E alla fine, era ciò che avevo fatto anche io.
"Fate come volete...io torno a casa..." a quel punto Ashton si alzò, ma venne subito fermato da Calum.
"Hey! Non sei nelle condizioni di guidare la tua macchina! Resta qui. Aspettiamo un taxi, e andrai a casa con quello." Calum aveva ragione: non poteva far tornare Ashton da solo.
Nemmeno si reggeva in piedi.
"Tra quanto arriva?" gli chiese infastidito.
"Tra poco. Stai calmo lì seduto, ed evita di picchiare chiunque ti capiti davanti." gli disse Calum, sapendo che spesso, quando Ashton si ubriacava, diventava aggressivo.
Fortunatamente ascoltò il suo migliore amico, e appena arrivò il taxi, Calum ci aiutò ad alzarci conducendoci fuori dal locale fino alla macchina lì davanti che ci aspettava.
"C'è tua sorella a casa?" mi chiese Calum una volta saliti sul taxi.
Quella domanda mi faceva davvero male, ma forse il suo intento non era davvero quello di ferirmi.
"Te l'ho chiesto perché non puoi stare sola. Se c'è tua sorella, saprò che sei in buone mani." mi spiegò, e lì capii che in realtà si stava solo preoccupando per me.
"No, non c'è...è tornata a casa sua. Posso...posso stare da te?" non sapevo come chiederlo.
Ero diventata improvvisamente timida anche con lui.
"Ma certo che puoi. Sai che ci sono sempre per te." avrei tanto voluto dirgli che lo amavo, ma se l'avessi fatto in presenza di Ashton, mi avrebbe uccisa.
Nel frattempo, Calum diede al guidatore l'indirizzo di casa sua, ci accompagnò, e si fermò.
"Ash? Se vuoi puoi dormire da me." gli propose Calum.
Onestamente, io non ero molto d'accordo.
Volevo passare del tempo da sola con Calum.
"Non ci penso nemmeno! Sei un pezzo di merda!" sbottò incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
"Ho la birra a casa. Vieni?" qual era il modo migliore di attirare un ubriaco se non offrirgli altro alcool?
"Vengo solo perché hai la birra!" finalmente anche Ashton scese dal taxi.
Calum pagò l'autista, dopodiché entrammo tutti in casa.
"Allora? Dov'è la birra?" quella fu la prima cosa che Ashton chiese.
"Non c'è. Vai di sopra nella stanza degli ospiti." Calum si guadagnò un'occhiataccia che avrebbe potuto ucciderlo, ma senza dire nulla, Ashton salí le scale tenendosi saldamente al corrimano.
Sentimmo poi sbattere la porta, segno che fosse entrato in camera.
"Grace? Amore? Cos'hai?" non sapevo nemmeno io cosa avessi, ma improvvisamente mi sentivo male.
"Io...io...sto per vomitare..." corsi subito verso il bagno più vicino, e Calum mi seguí.
Rimase accanto a me per tutto il tempo tenendomi i capelli.
Aspettai un po' prima di alzarmi, ma ora che avevo rigettato quasi tutto l'alcool che avevo in corpo, mi sentivo meglio.
"Come va?" mi chiese, ed io risposi che stavo meglio.
"Se te la senti...ti lascio un po' da sola, okay? Vado a prendere il tuo pigiama. Lì ci sono le tue cose e...beh...sai tutto." orami era come se mi fossi trasferita a casa sua.
C'erano cose mie ovunque.
Ma forse, presto tutto ciò sarebbe finito.
Intanto lui uscì dal bagno.
Io riuscii solo a lavarmi i denti.
Non avevo le forze nemmeno di fare la doccia.
"Posso entrare?" Calum bussò prima di aprire la porta, e dopo il mio consenso entrò.
"Ecco. Metto tutto qui. Ti aspetto sul divano." lui appoggiò le mie cose su un mobiletto del bagno, e proprio mentre stava per uscire, io andai ad abbracciarlo.
"Mi sei mancato..." sussurrai stringendolo forte a me, e appoggiando la fronte sulla sua spalla.
"Anche tu..." mi rispose.
Non mi sembrava molto convinto della sua affermazione, ma a me bastava che me lo facesse credere.
Detto questo, mi staccai da lui, e mentre Calum tornava in salotto, io mi cambiai i vestiti, ed indossai il pigiama.
Poi lo raggiunsi sul divano sedendomi accanto a lui.
"Pensi di potermi almeno guardare come facevi prima?" gli chiesi notando che lui non mi avesse ancora degnato di uno sguardo.
"Non credo..." quelle parole mi arrivarono dritte al cuore come una pugnalata.
"Cosa significa? Perché no?" stavo già cercando di non scoppiare a piangere per l'ennesima volta...speravo di riuscirci.
"Perché non stiamo più insieme. Non posso guardarti come ti guardavo quando eri mia." effettivamente non avevo pensato al fatto che non fosse più il mio ragazzo.
"Posso esserlo ancora. Posso essere ancora tua." gli dissi avvicinandomi a lui il più possibile.
Speravo capisse il mio intento, ma l'unica a non capire ero io: continuava a chiamarmi 'amore'...e aveva ripetuto di amarmi.
Cosa c'era che non andava?!
"No. Non puoi. Ti ho fatto soffrire troppo. A quanto pare non sono in grado di essere...ciò che eravamo." era come se avesse paura a dire la parola 'fidanzato'.
Continuava a non degnarmi di uno sguardo...
"Ma...ma tu...Cal...dimmi cosa provi per me." gli imposi cercando di capire cosa fare.
"Io ti amo, e non smetterò mai di farlo. Ma non posso continuare a stare con te, se devo vederti soffrire a causa mia." il suo tono continuava ad essere piatto, e il suo sguardo perso nel vuoto.
Forse avevo ancora un po' di alcool nel corpo...forse ancora molto.
Non sapevo cosa mi avesse fatto reagire davvero, ma lo baciai nonostante avessi paura di un rifiuto.
Lui non si staccò da me, finché non sentii delle gocce salate bagnare le nostre labbra ancora unite.
"Mi dispiace, Grace...mi dispiace..." disse allontanandosi da me.
Stava piangendo.
"Ti ho già perdonato." ammisi sorridendo e asciugando le sue guance dalle lacrime.
"Ma questo non è giusto..." commentò abbassando lo sguardo.
"Tu non preoccuparti. È giusto per me...è giusto per noi." risposi convinta di ciò che dicevo.
"Capisci che non riesco a stare senza di te? Nonostante tutto ciò che mi hai fatto, io ho bisogno di te. Voglio che tu sia sempre al mio fianco. Capisci che io ti amo?!" non sapevo più cosa dire per farlo tornare con me.
Stavo per perdere le speranze...
"Anche io ho bisogno di te! Anche io ti amo, e questo lo sai bene. Ma se devo vederti soffrire a causa mia, forse è meglio lasciar perdere. È meglio evitare di essere ancora una coppia. E fidati...fa più male a me, che a te." evidentemente lui non capiva cosa provavo io in quel momento.
Ero completamente distrutta dalle sue parole.
"No, Cal...non è meglio lasciar perdere! Io voglio stare con te! Se tutto questo sta bene a me, perché non dovrebbe stare bene anche a te?!" ciò che volevo dire era che erano solo affari miei se ero disposta a soffrire ancora per lui.
"Perché sei ubriaca! Ora andiamo a letto. Ne parleremo domani mattina." concluse alzandosi e porgendomi una mano per invitarmi a fare lo stesso.
Senza dire niente, lo seguii fino in camera sua, dove lui si spogliò rimanendo solo con i boxer.
L'aveva sempre fatto.
Poi si sdraiò a letto dandomi le spalle.
Io ero già sdraiata accanto a lui, ma non potei evitare di avvicinarmi e fare in modo che si girasse verso di me.
Appena i suoi occhi incontrarono i miei, lo baciai, ancora, e ancora.
Lui non si tirava più indietro.
Ma eravamo ancora troppo distanti.
Tutto ciò doveva finire.
Dovetti solo ringraziare l'alcool se riuscii a far scendere le mani lungo il suo corpo fino a sfilargli i boxer.
E ben presto, anche il mio pigiama finí da qualche parte nella stanza.
Ero felice del fatto che nonostante tutto, lui volesse la stessa cosa che volevo io...o forse no.
Si fermò solo quando era arrivato il momento di sfilare i miei indumenti intimi.
"Mi dispiace, Grace..." sussurrò lui, staccandosi leggermente da me, e guardandomi negli occhi.
"Facciamolo, Cal. Ti prego..." avevo davvero bisogno di sentirlo mio.
Era troppo tempo che non succedeva.
"Domani mattina te ne pentirai, e...e darai la colpa a me..." spiegò lui.
"Non lo farei mai. So quello che voglio. E so che anche tu lo vuoi." avevo paura di aver sbagliato tutto...che lui non mi volesse più davvero.
"Lo voglio anch'io....ma non posso..." insistette, dandomi un dolce bacio sulla fronte.
"Non puoi perché stai pensando ad un'altra?" la domanda mi sorse spontanea.
Come potevo non pensarlo, dopo aver fatto ciò che aveva fatto con mia sorella?
"No! No! Amore...come puoi anche solo pensare una cosa simile?! Non potrei mai!" sembrava sincero, e decisi di credergli.
"Allora dammi una spiegazione! Dimmi perché non puoi!" lui non rispose.
Rimase a guardarmi negli occhi per interminabili secondi.
"Dimmelo..." continuai accarezzamdogli il petto, e avvicinandomi a lui con il bacino per provocarlo.
Se non fosse stato per l'alcool, tutto ciò non sarebbe successo...
"Eh che cazzo...come faccio a resistere se fai così?!" lui rise.
Poi, inaspettatamente, si mise a cavalcioni su di me.
Iniziò a baciarmi, e finalmente sfilò l'unico indumento che ancora indossavo.
Le mie mani vagarono su tutto il suo corpo.
Volevo sentirlo mio il più possibile.
Così, delicatamente entrò in me.
Non utilizzò nemmeno il preservativo...non ce n'era bisogno.
Non l'avevamo mai usato: ci fidavamo l'una dell'altro.
E ad ogni spinta dentro di me, sentii una sensazione indescrivibile: non era come le altre volte.
Era tutto diverso...come se avessimo ricominciato tutto da capo.
Come se fosse stata la nostra prima volta...

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