Michael's pov
Ero davvero dispiaciuto per come fossero andate le cose con Victoria e la mia famiglia, ed era evidente che lei ci stesse male.
Infatti, nonostante io avessi provato ad avvicinarmi a lei, non avevo ottenuto altro che un veloce bacio.
Continuava ad allontanarsi, e dopo poco si addormentò.
Non pretendevo di fare l'amore con lei anche quella sera, perché a me bastava anche solo parlare o giocare ai videogiochi con lei.
La nostra relazione era fatta così.La mattina dopo, mi svegliai con la paura che Victoria fosse arrabbiata con me.
Lei si era già alzata ed era già andata in bagno per prepararsi...e nemmeno mi aveva svegliato.
Così mi alzai anche io raggiungendola in bagno.
"Cazzo! Mikey! Mi hai fatto spaventare!" effettivamente non avevo nemmeno bussato.
Lei era sotto la doccia, ed io restai sedendomi su uno sgabello che trovai lì.
"Vicky...tu ce l'hai con me..." affermai appoggiando i gomiti sulle ginocchia e prendendomi il viso fra le mani.
"No! Come puoi pensare che io ce l'abbia con te? Tu non mi hai fatto nulla!" non sapevo se quella fosse stata la verità, oppure no, ma presto l'avrei saputo.
"Ma c'entra la mia famiglia..." continuai.
"È tutto a posto. Me lo aspettavo che tua madre non mi avrebbe accettato, e va bene così..." anche io me lo aspettavo, ma mia madre avrebbe almeno potuto evitare di far notare a Victoria quanto lei fosse contraria alla nostra relazione.
"No! Non va bene così! Ti stai comportando in modo strano con me!" non volevo discutere con lei, ma se non mi avesse detto cosa non andava, probabilmente sarebbe successo.
"Okay! Ammetto che ieri sera ero un po' arrabbiata, ma ci ho dormito su. Se ti riferisci al fatto di non averti svegliato questa mattina, l'ho fatto semplicemente perché volevo lasciarti dormire. Se ci fosse qualcosa che non va, te lo direi. Ma come ti ho già detto: è tutto a posto." disse lei mettendosi l'accappatoio e uscendo dalla doccia senza neanche degnarmi di uno sguardo.
"A me non sembra che sia tutto a posto..." lo vedevo dai suoi occhi che qualcosa non andava.
Ormai la conoscevo molto bene, e mi bastava un solo sguardo per capirla.
Infatti, per dimostrarle che avevo capito, andai ad abbracciarla da dietro dandole dei baci sul collo.
E come previsto, lei si allontanò subito.
"Vuoi ancora farmi credere che sia tutto a posto?!" non capivo perché continuasse a comportarsi in quel modo, e improvvisamente sentivo come se la colpa fosse mia.
"Vuoi davvero saperlo?! Bene! La verità è che io non potrò mai presentarti ai miei genitori perché loro non ci penserebbero due volte ad insultarti e a fare di tutto per farmi rompere con te! Ecco qual è la verità! E ci penso da tutta la notte, perché ora so come ci si sente a non essere accettati, e non voglio che accada lo stesso anche a te!" spiegò lei gesticolando nervosamente.
"E pensi che il modo giusto per affrontare tutto questo sia proprio ignorarmi?! A quale scopo, Vicky?! Dimmi qual è il tuo obiettivo!" stavo alzando la voce con lei, e odiavo farlo, ma volevo che capisse.
"Io...io non lo so!" forse ero riuscito a farla ragionare.
"Senti...scusa Mikey...è solo colpa mia, okay?!" rimasi a bocca aperta a ciò che aveva detto.
Non potevo crederci...
"Che...che cosa?!" non si era mai scusata durante una discussione.
Solitamente pretendeva di avere ragione, ma non quella volta.
"Sì...mi sono scusata con te, e ammetto che hai ragione. Cos'altro vuoi che ti dica?!" forse lei non aveva capito che quello era stato il modo migliore per farsi perdonare.
"Guardami!" le imposi, in quanto fino a quel momento si fosse rifiutata di guardarmi negli occhi.
Bastarono pochi secondi, poi lei mi baciò chiedendomi subito l'accesso con la lingua che non esitai a concederle.
Era un bacio di cui entrambi avevamo bisogno.
Un bacio che forse non sarebbe rimasto solo un bacio.
Infatti, lei mi tolse la maglietta, ed io la sollevai da terra senza smettere di baciarla.
Poi aprii la porta del bagno e raggiunsi velocemente il letto dove la feci sdraiare sotto di me.
Con un gesto lento, Victoria iniziò ad abbassarmi i boxer ed io allungai un braccio verso il comodino per prendere un preservativo, in quanto sapessi che quella volta ci saremmo spinti oltre.
"No! Cazzo! Smettetela! Non qui davanti a me! Perché ogni volta che vengo qui, voi siete sempre in fase pre-sesso?!" improvvisamente sentimmo la voce di Luke nella stanza, e Victoria mi spinse subito via coprendosi il più possibile con l'accappatoio che ancora indossava.
Ancora? Ma com'era entrato?!
"Luke! Ma che cazzo vuoi?! Te ne vai?!" sbottai, in quanto lui avesse appena rovinato quel bel momento con la mia fidanzata.
"Sono venuto qua e vi ho aspettati qui seduto per tutto questo tempo solo per chiedervi com'era andata la cena di ieri, e...e voi uscite dal bagno per scopare?! Non potevate farlo là dentro?! Almeno non sarei rimasto così traumatizzato..." scherzò con aria sconcertata.
"Luke! Non è il momento! Ne parleremo più tardi, okay?! Ora vattene!" cercai di mandarlo via.
Volevo restare da solo con la mia ragazza, e ne avevo tutto il diritto.
"E va bene! Divertitevi..." finalmente Luke uscì, ed io mi misi seduto.
Ormai aveva rovinato tutto, e non ci restava altro che andare a lezione.
"Hey! Vuoi davvero lasciarmi qui così?! Torna qua, idiota!" Victoria mi sorrise, e tirandomi per un braccio mi fece tornare sopra di lei.
Beh...non avrei di certo rifiutato di fare l'amore.
Così riprendemmo da dove eravamo rimasti: mi misi il preservativo, e dopo esserci baciati ancora e ancora, entrai in lei.
Fu bellissimo esattamente come la nostra prima volta.
Con lei era diverso: sentivo le farfalle nello stomaco...il mio corpo più accaldato che mai...e lei era così bella.
Ancora mi chiedevo come fosse possibile che ad una come lei potesse piacere uno come me...ero così fortunato ad averla al mio fianco!
Quando entrambi raggiungemmo il culmine del piacere, mi sdraiai al suo fianco.
Nessuno di noi due parlò e il silenzio calò nella stanza.
Si sentivano solo i nostri respiri ancora affannosi e il rumore dei nostri baci.
Era bello tenerla tra le mie braccia e accarezzare il suo corpo dopo un momento così speciale.
Ci piaceva restare lì a farci le coccole, ed era sempre un buon momento per farlo.
Finché improvvisamente sentimmo le chiavi girare nella serratura della porta.
"Oh cazzo! Vicky, vestiti! Veloce!" sapevo che fosse ancora Luke che presto sarebbe entrato in camera...e noi eravamo entrambi completamente nudi...
"Non ho preso i vestiti! Non li ho!" mi avvertì.
"Non trovo i miei boxer...cazzo!" continuavo a guardarmi intorno, ma probabilmente Victoria lì aveva lanciati da qualche parte.
"Non entrare!" urlai appena vidi la maniglia della porta abbassarsi.
"Michael? Cosa ci fai qui? E perché non dovrei entrare?" inaspettatamente, non era Luke, ma era mia sorella.
"Non entrare e basta! Non farlo, okay?" nel frattempo, Victoria cercò di nascondersi con il lenzuolo, e io non potevo che fare lo stesso.
"Non rompere! Questa è ancora camera mia!" detto questo, lei entrò e rimase lì ferma a bocca aperta vedendoci in quella situazione così imbarazzante.
"Ehm...mi lanceresti i miei boxer, per favore?" le chiesi appena notai che erano vicino alla porta.
Ma come ci erano arrivati lì?!
Meno male che era solo mia sorella...
"Credo che non ci sia cosa peggiore di beccare il proprio fratello fare sesso..." affermò Isabelle portandomi ciò che le avevo chiesto.
"Non stavamo facendo sesso!" intervenne Victoria ridendo.
Intanto io indossati i miei boxer e mi alzai facendo attenzione a lasciare la mia ragazza coperta con il lenzuolo.
"Sì...certo...e allora cosa facevate nudi sotto le coperte e con la carta vuota di un preservativo sul pavimento?" Isabelle ci aveva beccati in pieno, ed io non avrei risposto perché non sapevo se Victoria avrebbe voluto che mia sorella lo sapesse.
"Io non ho detto che non l'abbiamo fatto! Ho detto che non lo stavamo facendo quando sei entrata tu." evidentemente lei non aveva problemi ad ammetterlo, e tanto meno io...
"A proposito...tu casa ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?" le domandai.
Victoria ed io avevamo saltato la prima ora per stare insieme, ma avremmo dovuto tornare a lezione molto presto.
"La prima ora è già finita, e la seconda ora ce l'ho libera. Quindi ne ho approfittato per farmi restituire le chiavi da Luke, e venire qui e riprendere il mio cellulare che ho lasciato qui settimana scorsa." spiegò velocemente.
Non mi ero nemmeno reso conto del tempo che era passato.
Intanto, io aprii l'armadio prendendo almeno delle mutande e un reggiseno a Victoria, e le portai il tutto in modo che anche lei potesse alzarsi da lì.
"Non posso credere che non siate andati a lezione per stare qui a fare sesso!" scherzò Isabelle.
"E invece l'abbiamo fatto, ma questi non sono cazzi tuoi! Piuttosto...parlami di Ash. Come va con lui?" le chiesi nonostante sapessi che non era un argomento che avrei dovuto tirare fuori.
"Ho passato giorni a cercare di recuperare il rapporto che avevamo, ma lui mi respinge...mi ignora...e dice di non voler più sapere nulla di me. Ora sto cercando di andare avanti e di non pensare più a lui...per questo sono tornata a casa da mamma e papà. Ma io...io non ce la faccio, Mike..." improvvisamente mia sorella si mise a piangere, ma io non feci niente per consolarla.
"Dimenticalo. Lui si troverà un'altra ragazza, e tu farai lo stesso." Isabelle sapeva che io mi ero schierato dalla parte di Ashton, ma lei restava sempre la mia sorellina, ed io non potevo che pretendere il meglio per lei.
"Michael! Non vedi che ci sta male?!" Victoria intervenne usando un tono di rimprovero nei miei confronti, e subito mi sentii un po' in colpa.
"Cosa dovrei dire?! Io non posso farci nulla..." quella era la verità.
Cosa avrei potuto fare se non spingerla a dimenticare?
"Mike...per favore, parla con Ash. Ti prego..." insistette mia sorella.
Ci pensai un attimo.
Forse avrei potuto farlo.
"Isabelle, so che non c'entro nulla in tutto questo, ma io credo che tu debba arrangiarti da sola. Se Michael andasse a parlare con Ash, peggiorerebbe solo le cose, perché lui ci ha detto chiaramente di non voler sentire parlare di te, e se Michael lo facesse...probabilmente rischierebbe di rovinare la loro amicizia." era come se Victoria avesse dato voce ai miei pensieri, perché era esattamente ciò che pensavo.
"E poi...anche io sono stato malissimo per parecchio tempo, e quando io ti chiedevo di andare a parlare con Vicky, tu nemmeno lo facevi!" avevo passato molto tempo a piangere a causa di Victoria, ed ero stato così disperato da ritrovarmi a supplicare mia sorella di andare a parlare con Victoria...cosa che non aveva mai fatto in ogni caso.
Ma in fondo, era comunque merito suo se Victoria era tornata a parlarmi e fidarsi di me: era partito tutto dal giorno in cui lei ci aveva chiuso in quella stanza...uno dei giorni peggiori della mia vita.
"Non lo ha fatto perché io non volevo più sentir parlare di te. È la stessa situazione." rispose Victoria.
Beh...non era nulla che già non sapessi.
"Okay...ma potresti non ricordarmelo, per favore? Non me ne frega più un cazzo di quella storia, perché ora ho ottenuto ciò che volevo." sorrisi avvicinandomi a lei.
"Lo dici come se io fossi un oggetto..." Victoria si finse offesa, ma non esitò a venire ad abbracciarmi appoggiando la testa sul mio petto.
Mi piaceva quando lo faceva, perché così si rendeva conto dell'effetto che lei aveva su di me: il mio cuore batteva all'impazzata quando Victoria mi toccava.
"Questo non è vero! Sai quanto ti amo..." sussurrai baciandole la fronte.
Era come se Isabelle non ci fosse, e nemmeno i suoi continui singhiozzi a causa del pianto.
Era come se fossimo rimasti solo noi due.
Così, lei puntò i suoi occhi nei miei, e ancora una volta ci baciammo.
E proprio in quel momento, sentimmo la porta della stanza sbattere forte.
Isabelle era uscita correndo, ma a me non importava, e restai lì con Victoria tra le mie braccia.
"Amore...ora vado a prepararmi...fra non molto dovremo andare a lezione. Ti lascio il mio cellulare. Se chiama qualcuno rispondi tu." a quel punto, le diedi un semplice bacio a stampo, e dopo aver preso i vestiti che avrei indossato, entrai in bagno a farmi una doccia.
Le lasciai il cellulare perché non avevo nulla da nascondere, e anche perché sapevo che lei non aveva intenzione di controllarmi come faceva Grace con Calum, o Jenna con Luke.
"Michael?" appena uscii dal bagno, Victoria mi chiamò facendomi andare verso il suo letto dove si era seduta.
Perché mi chiamava in quel modo?
Solitamente mi chiamava 'Mikey', oppure 'Amore'...qualcosa non andava.
"Cosa succede?" le chiesi cercando di non sembrare preoccupato.
"Senti...sai benissimo che io non ti controllerò mai il cellulare perché mi fido di te, e non l'avrei fatto nemmeno questa volta se non continuassero ad arrivarti messaggi da parte di Catherine. Posso...posso sapere cosa significa?" non ero arrabbiato.
La sua preoccupazione era comprensibile.
In fondo...Catherine era stata la mia fidanzata per molto tempo, ed era giusto che Victoria fosse gelosa.
"Amore...lei mi manda messaggi dal giorno in cui ho rotto con lei, ma non hai assolutamente nulla di cui preoccuparti. Guarda..." decisi di dimostrarle che non c'era bisogno di essere gelosa.
Così presi il mio cellulare e andai sulla chat con Catherine, poi le mostrai ogni singolo messaggio.
"Vedi? Sono praticamente tutte minacce, e poi...come puoi vedere...io non le ho mai risposto." non avevo davvero nulla da nascondere, ma il fatto che lei fosse gelosa almeno un po', mi fece capire che ci tenesse davvero.
Nessuno di noi due era geloso veramente, ma esserlo almeno un pochino non guastava mai.
Anche se...io lo stavo diventando anche fin troppo: bastava che un ragazzo la guardasse anche solo da lontano per farmi incazzare.
Non andava affatto bene.
La gelosia era un sentimento nuovo per me, e non sapevo ancora come gestirla.
"Grazie per avermelo detto...e scusa se sono stata gelosa per un attimo." Victoria si scusò anche sapendo che non aveva bisogno di farlo.
"Mi piace quando fai la gelosa." le sorrisi dandole un bacio a stampo.
Dopodiché andammo a lezione, e il fatto che non fossimo più nella stessa classe, forse aiutava a rimanere concentrati, perché lei sarebbe stata una grande distrazione per me...e almeno non venivo più sbattuto fuori dalla classe.
O meglio...succedeva comunque, ma meno di prima.
All'ora di pranzo, avvisai Victoria che quel pomeriggio non avremmo potuto vederci: la mia intenzione era andare a parlare con i miei genitori di ciò che era successo la sera precedente.
Volevo la loro opinione su Victoria, anche se già la sapevo.
Ma a lei non dissi nulla.
Non mi chiese nemmeno cosa avessi di tanto importante da fare.
Lei si fidava, ed io ne ero felice.
Quando uscimmo dal college, evidentemente lei sarebbe uscita con qualcuno, ed io non facevo altro che chiedermi con chi sarebbe uscita perché Jenna era andata via con Luke, Grace con Calum, Ashton da solo, e mia sorella...non sapevo nemmeno dove fosse.
"Stai aspettando qualcuno?" mi chiese lei in quanto io fossi rimasto lì.
"Ehm...no...e tu?" domandai facendo finta di niente.
Forse ero troppo geloso, ma come facevo a non esserlo sapendo che tutta la città ci provasse con la mia fidanzata?
"Evidentemente sì. Sei qui perché vuoi sapere con chi esco?" continuò Victoria mettendosi a ridere.
Aveva capito tutto...
"No! Ma figurati! Io? No, no...non mi interessa affatto..." balbettai.
Non sapevo nemmeno cosa dire.
"Idiota! Bastava chiedermelo...esco con Julia." pensavo si arrabbiasse, e invece si mise a ridere.
Non pensavo bastasse chiederglielo per sapere con chi sarebbe uscita.
Non pensavo nemmeno che me l'avrebbe detto.
"Ora vorrei proprio sapere con chi uscirai tu..." forse anche lei se lo stava chiedendo, e il fatto che io non fossi l'unico geloso, mi faceva sentire un po' meno in colpa.
"Vado dai miei genitori a sapere cosa pensano di te..." ammisi guardandola negli occhi.
Il motivo per cui non volevo dirle nulla, era proprio per il fatto che non volessi farla sentire a disagio.
"Allora divertiti..." Victoria scherzò abbracciandomi e puntando i suoi occhi nei miei.
"Non ne parliamo...mi aspetta un lungo pomeriggio..." ero già preoccupato per ciò che sarebbe successo.
Avrei sicuramente litigato con i miei genitori.
A quel punto abbassai il capo per darle un bacio sul naso, e poi sulle labbra.
Ma mi staccati subito da lei quando qualcuno toccò la mia spalla.
Ovviamente era Julia che non esitava mai ad interrompere i nostri baci.
"Hey piccioncini!" lei ci salutò, e noi facemmo lo stesso.
"Scusa Michael. Devo rubarti la fidanzata per un pomeriggio. Come va?" mi avvertì Julia.
Ultimamente quella ragazza mi stava particolarmente simpatica, eppure l'avevo sempre odiata.
Forse perché ora era amica di Victoria.
"Direi che va tutto alla grande. Ora vado. Julia, tieni d'occhio la mia ragazza!" detto questo, me ne andai.
Avevo ancora la macchina di mio padre lì al college, così usai quella per raggiungere la casa dei miei genitori.
"Puoi dirci perché tua sorella è tornata a casa piangendo?!" appena entrai in casa, venni subito attaccato da mio padre.
Nemmeno mi avevano salutato...ma me lo aspettavo.
"Perché date per scontato che sia colpa mia?" ovviamente era sempre il fratello maggiore ad essere accusato di ogni cosa.
Era così ingiusto!
"Ce l'ha detto lei." disse mia madre.
Non mi aspettavo che Isabelle potesse dare la colpa a me per qualcosa in cui io non c'entravo assolutamente nulla.
"Ma seriamente?! Ma che cazzo di problemi ha?! Si è lasciata con Ash, ed io le ho solo detto di trovarsi un altro ragazzo! Non è colpa mia se lei non sa tenersi un fidanzato!" iniziai subito ad alzare la voce perché odiavo essere accusato ingiustamente.
"Tu le hai presentato Ashton! È il tuo migliore amico! Sapevi che sarebbe finita così, e tu avresti dovuto evitarlo!" insistette mia madre.
Tutto ciò non aveva senso.
"Ho cercato di evitarlo! Le ho tolto il telefono, il computer, le ho vietato di vederlo...ma lei l'ha fatto comunque! Ma sapete una cosa? Non sono io a doverle fare da genitore, okay?! Occupatevene voi!" sbottai innervosito.
"E comunque Ashton è un bravo ragazzo! E sarebbe un fidanzato fantastico se solo Isabelle non si comportasse da puttana!" aggiunsi pensando davvero ciò che avevo detto.
Non potevo parlare diversamente di lei, perché quella era la verità.
"Non parlare così di tua sorella!" evidentemente mia madre non sapeva cosa dire davanti alla sola e unica verità.
"Ha tradito Ashton con uno sconosciuto in discoteca! E oltretutto era anche ubriaca! Pensi ancora che sia colpa mia?!" non sapevo perché l'avevo detto, ma almeno evitai di dire che era rimasta incinta.
Quello non avrebbero mai dovuto saperlo.
"Sì Michael! È colpa tua! Finché eri a Los Angeles, Isabelle era una brava ragazza, era seria e studiosa! Mentre adesso è una ribelle esattamente come te!" non potevo credere che mia madre avesse preferito che io restassi dall'altra parte del mondo.
Sapevo di essere odiato, ma non pensavo così tanto...
"Ma vattene a fanculo!" risposi andando in cucina a bere un bicchiere d'acqua.
Forse non avrei dovuto risponderle in quel modo, ma tutto ciò mi faceva arrabbiare così tanto!
"Non posso essere d'accordo con te per il modo in cui hai trattato tua madre, ma io non credo che sia colpa tua. Isabelle è grande abbastanza da sapere ciò che fa." inaspettatamente, mio padre mi raggiunse per prendere le mie difese, ma io nemmeno mi voltai verso di lui.
Decisi di ignorarlo.
"Come va con Victoria? Sei rimasto con lei ieri sera?" ci furono un paio di minuti di silenzio, poi cambiò discorso.
Almeno a lui piaceva la mia ragazza.
"Sì, sono rimasto. Soprattutto dopo il modo in cui è stata trattata ieri sera!" ero davvero arrabbiato: per colpa loro avevo anche discusso con lei.
"A me piace quella ragazza. Ti vedo finalmente felice dopo tanto tempo, e da quanto ho visto...lei è veramente innamorata di te. E poi ho visto i tuoi voti. Questa relazione ti sta facendo davvero bene." sapevo come la pensava lui, e sapevo anche che ci sarebbero stati molti 'ma'.
"E allora quale cazzo è il problema?!" ancora una volta alzai la voce.
Forse non avrei dovuto prendermela con lui, ma ero davvero arrabbiato.
"Andiamo da tua madre. Ne parleremo anche con lei." lo seguii in salotto completamente controvoglia.
Non volevo parlare con lei, ma era necessario.
Appena mio padre introdusse l'argomento a mia madre, lei riprese da dove eravamo rimasti.
"Michael...il problema è che lei è una Brooks! E non permetterò a qualcuno con quel cognome di entrare nella nostra famiglia!" sapevo benissimo che sarebbe stato quello il problema principale.
"E lei che colpa ne ha?! A me non importa se voi odiate i Brooks, o qualunque cosa voi abbiate contro quella famiglia! Ma Victoria non c'entra nulla! Io la amo! Mi sono innamorato davvero di lei, e per una volta...per una cazzo di volta...lascia che io sia felice! Ti dà così tanto fastidio vedermi sorridere?!" avevo così tanta rabbia dentro che non facevo altro che urlare, e anche se mi veniva da piangere, nemmeno le lacrime sarebbero riuscite a scendere dai miei occhi.
"Tu non la ami! E nemmeno lei ti ama! La tua è semplicemente una cotta passeggera! Sai benissimo com'è fatta quella ragazza, sai le voci che girano su di lei! Ti farà soffrire, ma a lei non importerà perché si troverà sicuramente un altro ragazzo da manipolare!" sentire quelle parole mi fece perdere il controllo di me.
"Ora basta!" sbottai lanciando sul pavimento il bicchiere di vetro che avevo in mano.
"Tu non sai un cazzo di lei! Non la conosci! Non ti permetto di parlare in questo modo della ragazza che amo! Tu non capisci! Per una cazzo di volta una ragazza si è innamorata davvero di me! Mi ama per ciò che sono, e non le importa di ciò che pensano, o dicono gli altri di me! Tu non capisci un cazzo!" intanto, i miei genitori guardavano il bicchiere in frantumi sul pavimento, e se avessi avuto qualcos'altro in mano, probabilmente avrei distrutto anche quello.
"Non ti accetterebbe se conoscesse il tuo passato! Ma se sei tanto convinto che lei ti ami, allora perché non lo fai? Perché non le dici ciò che hai fatto?! Hai per caso paura?!" odiavo quando mia madre ricordava il mio passato, ma quella era la verità: avevo paura di ciò che Victoria avrebbe potuto pensare di me.
"E a te cosa importa?! Continua a ignorarmi come hai sempre fatto! La vita è mia e ci faccio quel cazzo che voglio! Io mi sono innamorato, e non sarai tu ad impedirmi di amare!" non mi sarei mai aspettato di poter dire quelle parole, perché era la prima volta che provavo dei veri sentimenti per qualcuno.
"Io non ti capisco proprio...perché hai rinunciato a Catherine? Lei è la ragazza perfetta per te..." mia madre abbassò il tono di voce, ma solo a sentire pronunciare quel nome, la mia rabbia aumentò ulteriormente.
"Quella stronza mi ha usato! Ha chiaramente detto di stare con me solo per i soldi! Ha finto di amarmi, e mi ha manipolato raccontandomi mille bugie! Mi impediva di studiare, di vedere i miei amici, e sai cos'altro c'è?! Si è impossessata del mio cellulare, e non è finita qui perché mi ha praticamente prosciugato la carta di credito! È questa la ragazza che mi merito?! Davvero mi vuoi così male?!" non potevo credere che mia madre preferisse Catherine a Victoria.
Doveva volermi proprio male per volere questo per me.
"Sei stato tu a volere questo." replicò mia madre.
"Io? Come potrei voler essere trattato in quel modo?! Ma ti rendi conto di ciò che dici? Per te è sempre colpa mia! Sempre, e comunque! Ma pensa ciò che vuoi, perché non me ne frega un cazzo della tua opinione!" urlai ancora tirando un calcio al tavolino del salotto.
"Michael, ora calmati! Ti rendi conto che stai rinunciando alla tua famiglia per stare con una ragazza?" la verità era che era proprio mia madre a mettermi davanti a quella scelta che io nemmeno volevo fare.
"Io sono venuto qui con i migliori propositi, e le migliori intenzioni! Volevo riavvicinarmi a voi in qualche modo, e questo è ciò che ottengo da voi?! A quanto pare siete voi che state rinunciando a me! Anche se già so che sono indesiderato in questo posto di merda!" non riuscivo a smettere di urlare contro a mia madre.
Ciò che dicevo era solo la verità.
"Cosa...cosa succede?" improvvisamente vidi mia sorella raggiungere il salotto.
Evidentemente era rimasta in camera sua per tutto il tempo e aveva deciso di scendere a vedere cosa stesse succedendo.
"E tu che cazzo vuoi?! Torna in camera tua e non rompere i coglioni!" ce l'avevo anche con lei principalmente per aver detto ai nostri genitori che ero stata io a farla piangere.
"Isabelle, chiama Victoria per favore..." intervenne mio padre.
"No! Lei non merita di essere trattata di merda da voi!" oltretutto, Victoria era fuori con una sua amica, e non volevo disturbarla per stupidaggini come quelle.
"Michael...credo che sia meglio che..." Isabelle venne verso di me mettendomi una mano sulla spalla, ed io la allontanai immediatamente spingendola forse con troppa forza.
"Non toccormi! Stammi lontano, e vai a prendere le chiavi della stanza del college! Muoviti!" tutto ciò che volevo fare, era restare un po' da solo in quella stanza, altrimenti le cose sarebbero finite molto male.
Isabelle sussultò quando feci un passo verso di lei.
Sapevo che fosse sempre stata spaventata da me, e odiavo che lo fosse, ma in quel momento era meglio così.
Infatti, corse subito in camera sua a prendere ciò che le avevo chiesto.
"Ora calmati..." insistette mia madre.
"Non dirmi che devo calmarmi! Come cazzo faccio a stare calmo se voi mi accusate in continuazione e parlate male della mia ragazza?! Ma vi rendete conto di ciò che state facendo?! Mi state rovinando la vita, cazzo!" gridai ancora.
Fortunatamente, in quel momento Isabelle tornò in salotto porgendomi le chiavi, ed io le afferrai senza nemmeno ringraziarla.
Mi avviai subito alla porta per andarmene da lì.
"Michael? Tornerai?" mi chiese mio padre.
"No! Per ora no! Chiamatemi quando avrete deciso di accettare Victoria, altrimenti potete dimenticarvi di me. Ah! È vero! L'avete già fatto molti anni fa! In ogni caso, pensateci. Avete tutto il tempo che volete. Fanculo!" conclusi uscendo da casa.
Presi la macchina di mio padre per andare al college, e lui non avrebbe potuto dire niente.
Quando arrivai, mi buttai subito sul letto di Victoria ripensando a ciò che mi aveva detto mia madre.
E se avesse avuto ragione?
Se per Victoria fossi solo una cotta passeggera?
Sapere qualcosa del genere mi avrebbe distrutto, e forse lo ero già.
Scoppiai a piangere affondando il viso nel cuscino.
Persi anche la cognizione del tempo, finché non sentii delle risate, poi la porta si aprì.
"Mikey! Cosa ci fai qui? Stai bene?" sapevo che fossero Julia e Victoria, e lei venne subito da me appoggiando una mano sulla mia schiena.
"Io...io non..." i singhiozzi mi impedivano di parlare.
Era come se fossi tornato indietro a quando Victoria non voleva nemmeno saperne di me.
Stavo male allo stesso modo.
"Okay...non preoccuparti. Ci sono io qui con te." lei mi fece mettere seduto e mi abbracciò.
"Tu...tu cosa provi...per me?" dopo un po' di minuti di silenzio, non potei fare a meno di domandarglielo.
"Io ti amo, Mikey! Perché me lo chiedi? Lo sai cosa provo..." disse sciogliendo l'abbraccio e guardandomi negli occhi con aria perplessa.
"È che...io..." ero così agitato che improvvisamente i singhiozzi mi impedirono di respirare.
Mi mancava l'aria e iniziai a respirare affannosamente, tanto da avere la sensazione che presto sarei svenuto.
Era un attacco di panico...mi capitava spesso.
"Vic...cosa gli succede? Posso fare qualcosa? Io...io mi sto preoccupando..." non capii cosa stesse succedendo, sentii solo la voce di Julia.
"Tranquilla. È un attacco di panico. Ne soffro anche io, quindi so cosa fare. Mikey...amore, tu sdraiati e cerca di respirare. Vado a prenderti dell'acqua." il fatto che lei soffrisse di attacchi di panico come me, le diede la prontezza di mantenere la calma, e poi...non era la prima volta che mi vedeva in quello stato.
A quel punto non sentii più la presenza di Victoria.
Cercai comunque di seguire il suo consiglio.
Dopo poco, Victoria tornò mettendomi un asciugamano bagnato sulla fronte, e poteva sembrare strano, ma risultava molto utile quando avevo attacchi di panico.
"Rilassati, okay? Sono qui con te..." lei mi rassicurò accarezzandomi i capelli, ed io riuscii a tranquillizzarmi.
Passarono lunghi minuti, e quando iniziai a sentirmi meglio, mi misi seduto prendendomi il viso tra le mani.
"Michael? Stai meglio adesso?" mi chiese Julia, ed io annuii senza dire nulla.
Victoria mi spinse ad appoggiare la testa sulla sua spalla, ed ero felice che non avesse già cominciato a farmi domande.
"Scusate...avrei dovuto evitarlo..." dissi dopo un paio di minuti alzandomi in piedi per evitare il loro sguardo.
Mi sentivo in colpa, e mi dispiaceva davvero che anche Julia si fosse preoccupata per me.
"Amore...non scusarti. Non potevi evitarlo." Victoria mi prese per un braccio e mi fece sedere sulle sue gambe.
Tutto ciò era così strano: solitamente era lei a sedersi sulle mie gambe.
"Guarda che peso...non voglio farti male..." finalmente accennai un sorriso.
Solo lei riusciva a farmi sorridere anche nei momenti peggiori.
"Beh...ora siete entrambi in buone mani. Vi lascio soli..." a quel punto, Julia si alzò avviandosi alla porta.
"Se vuoi...puoi cenare con noi, anche se...non so ancora dove andremo..." mi venne spontaneo invitare anche lei, e speravo che Victoria ne fosse felice.
"Credo sia meglio che rimaniate un po' soli. Sarà per un'altra volta...grazie lo stesso. Ora vado. Michael, tu cerca di stare bene, okay? E Vic...stagli vicino...ne ha bisogno." detto questo, lei se ne andò ed io mi alzai in piedi per bere un bicchiere d'acqua.
"Vicky...vorrei parlarti di ciò che è successo con i miei genitori..." iniziai.
Sapevo che tutto ciò l'avrebbe fatta soffrire, ma tra noi non dovevano esserci segreti, così iniziai a raccontarle tutto.
Ogni cosa...ogni singola cosa.
Lei mi lasciò parlare senza dire nulla, e quel silenzio mi faceva quasi paura.
"Mikey...io ti amo davvero, e non ti farei mai soffrire per nessun motivo. Sai che sei stato il mio primo 'ti amo', e sai che non sono mai stata così sincera con qualcuno, ma...la famiglia è la famiglia, e...lo capisco. Voglio solo il meglio per te, e io non voglio essere il motivo del tuo allontanamento definitivo da casa dei tuoi genitori..." evidentemente aveva interpretato male le mie parole.
"No! Vicky...non hai capito! Ammetto che quando sono venuto qua ho ripensato a ciò che mi hanno detto...al fatto che la tua possa essere solo una cotta passeggera, ma io ti conosco! So chi sei, e so che sei una persona fantastica! Io ho scelto te! Non sono mai andato d'accordo con i miei genitori, e le cose non sono nemmeno peggiorate, perché il clima in famiglia è sempre stato questo. Quindi non sei tu il problema, ma sono loro. Mi cercheranno quando avranno deciso di accertarti nella nostra famiglia, altrimenti possono andare a fanculo entrambi...anche se mio padre non c'entra nulla." ero consapevole che il problema non fosse lei, e non mi importava del fatto che io avessi litigato pesantemente con i miei genitori: non era di certo la prima volta che succedeva.
"Non lo so, Mikey...sembra che io stia creando così tanti problemi nella tua famiglia, e...e mi sento in colpa..." ammise abbassando lo sguardo.
Improvvisamente mi sentivo male di nuovo...
"Che...che cosa vorresti dire?!" domandai spaventato dalla realtà.
Victoria si limitò ed evitare il mio sguardo, e non rispose.
"Vicky...ti prego...non dirlo. Io ti amo..." avevo come l'impressione che lei volesse rompere con me, e la causa di tutto erano solo i miei genitori.
"Anche io ti amo! Ti amo come non ho mai amato nessuno, ma..." quel suo 'ma' mi fece preoccupare ancora di più.
Iniziai a camminare nervosamente avanti e indietro nella stanza, e lei venne subito verso di me fermandomi per un braccio.
"Tu...tu vuoi rompere con me solo perché mia madre non ti accetta! Io...io...ho fatto del mio meglio..." eravamo sempre stati molto bene insieme, e se il problema era quello...tutto ciò sarebbe stato ancora più assurdo.
"Io non voglio farlo! Ma capisci che mi sento in colpa? Sto spezzando la tua famiglia, e io non voglio che succeda a causa mia!" capivo come potesse sentirsi, ma non era quello il modo giusto di affrontare le cose.
"La mia famiglia era già spezzata da tempo! Per favore...non mi lasciare...io...io ho bisogno di te! Per la prima volta mi sono innamorato veramente, e...e io non voglio perderti..." non avrei mai creduto che un giorno mi sarei trovato lì a supplicare una ragazza di non lasciarmi, ma lei era diversa e avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederla felice.
"Non romperò con te. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, e sai bene che anche io non potrei mai fare a meno di te...ma almeno promettimi che proverai a riavvicinarti alla tua famiglia..." le sue parole mi tolsero ogni paura, ed io mi trovai costretto a dover accettare il compromesso.
Ma lo facevo solo per lei, non di certo per i miei genitori.
"Sai che piangi di più di un bambino?" a quel punto lei cercò di strammatizzare prendendomi in giro sul fatto che io mi fossi messo a piangere per l'ennesima volta.
Era bello che fu proprio lei ad asciugare le mie lacrime, poi mi abbracciò come non aveva mai fatto prima.
"Sei una stronza!" risposi scherzando e stringendola tra le mie braccia.
Dopo poco, lei alzò la testa aspettandosi che io la baciassi, e non esitai a farlo.
"Se il fatto che mi ami è tutta una bugia...allora spero che continuerai a mentirmi..." dissi staccandomi dalle sue labbra.
Se tutto ciò era solo una menzogna, era proprio una bellissima menzogna che non volevo finisse.
"Mentirei se dicessi di non amarti..." sorrise chiedendo un altro bacio.
Il fatto che fosse quasi due spanne più bassa di me, mi permetteva di avere il controllo: se non fossi stato io ad abbassarmi, lei non sarebbe mai arrivata alle mie labbra.
Mi piaceva il fatto che non fosse alta: la rendeva ancora più bella, ed era più piacevole abbracciarla.
Tutto ciò mi faceva sentire in dovere di proteggerla, ed era esattamente ciò che avrei fatto.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...