CAPITOLO 88

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Michael's pov
I giorni lì a Los Angeles passorono, e Victoria ed io ci eravamo già dimenticati di chiamare almeno Luke.
A Sydney nessuno sapeva ancora niente di noi, ma non ci importava.
Noi stavamo bene lì...o quasi.
Dal giorno dopo il concerto decidemmo di non parlare più di ciò che ci eravamo detti, ma questo non significava che non ci fosse più la volontà di mettere su famiglia insieme.
Orami quello era il nostro sogno, e speravo che un giorno l'avremmo realizzato.
Ovviamente decidemmo di non dire nulla nemmeno al nostro amico Andy, perché quelle cose dovevano rimanere tra noi.
Lui ci avrebbe sicuramente preso per pazzi, e forse lo eravamo davvero, ma non erano comunque affari suoi.
In ogni caso, Victoria ed io tornammo a stare a casa mia che finalmente era stata tutta sistemata.
Ma i problemi iniziarono proprio da lì: la sera dopo quella del concerto decidemmo di uscire tutti insieme a bere qualcosa, e dovevo ammettere che ci eravamo divertiti...ma nulla di più.
Quella dopo ancora andammo in una discoteca, e anche lì andò tutto alla grande.
Tutto cominciò dalla sera dopo di quella: io cominciavo ad essere un po' stanco di quella routine, così andai via prima e lasciai Victoria nelle mani del nostro amico Andy.
Inutile dire che mi fidavo ciecamente di lui.
Io aspettai a casa sveglio e seduto sul divano, e Victoria tornò a casa quando quasi era mattina, ed era piuttosto ubriaca.
Lei uscì anche la sera successiva, mentre io rimasi a casa ormai stanco di tutte quelle feste.
Anche quella volta lei tornò a casa completamente ubriaca, e lo stesso per le serate seguenti.
"Vicky! Ora basta! Io non ne posso più di tutto questo. Voglio tornare a Sydney." nonostante anche quella sera lei fosse tornata ubriaca, decisi di parlarle dando voce ai miei pensieri che da troppo tempo tenevo dentro.
"Ma io mi sto divertendo! Non voglio tornare..." si lamentò buttandosi sul mio letto.
Beh...sembrava anche inutile parlarle: non era nelle condizioni di capire.
"Torni a casa ubriaca tutte le sere! Questo non è normale! Ti stai facendo del male!" volevo che si rendesse conto che quella vita non l'avrebbe portata da nessuna parte.
Stava esagerando veramente.
"Stai zitto Michael..." rispose tappandosi le orecchie con le mani.
"Perché lo stai facendo? Dimmi almeno quale cazzo è il problema!" se aveva cominciato a comportarsi così, un motivo c'era, e io volevo sapere quale fosse.
Avevo solo paura che la vecchia Victoria tornasse, ed io non potevo permetterlo, perché quella non era la vera Victoria, ed io non mi ero innamorato di lei, ma di quella vera che solo io conoscevo.
"Non c'è nessun problema! Rilassati! Mi sto solo divertendo. Ora dormi..." a quel punto, lei chiuse gli occhi e si addormentò quasi subito.
Dovetti toglierle almeno la giacca e le scarpe...esattamente come ogni sera.
Forse era vero che non c'era nessun problema, ma era come se io non ci fossi più per lei: dal giorno dopo il concerto, era già tanto se mi dava un veloce bacio prima di uscire.
Non ci facevamo più le coccole a letto, non facevamo neanche più l'amore da ormai troppo tempo.
Quel posto a lei non faceva affatto bene.
Dovevamo tornare.
Solo così tutto sarebbe tornato alla normalità.
Arrivai addirittura a pensare che forse si comportava in quel modo perché l'avevo spaventata dicendole di volere una famiglia con lei: le avevo praticamente chiesto di diventare mia moglie, e forse era stato tutto troppo affrettato, ma pensavo lo volesse anche lei.
In ogni caso...non mi restava che dormirci su, e quando si sarebbe svegliata ne avremmo parlato.
Ma quando io mi svegliai, lei ancora dormiva.
Sapevo che quel giorno Andy fosse a casa, così andai da lui.
Forse era il primo con cui avrei dovuto parlare.
"Hey Mike! Cosa ci fai qui? Dov'è Vic?" appena arrivai, le domande da parte sua non mancarono, ed io iniziai a parlare solo dopo essermi accomodato sul suo divano.
"Vicky è a casa. Era con te ieri sera?" chiesi arrivando subito al punto.
"Sì, certo. Perché? Sta bene, vero?" Andy sembrava preoccupato, ma forse sarei stato io l'unico a doverlo essere.
"Senti...tu sei mio amico, e...voglio essere chiaro con te. Io sono stanco di tutto questo: Vicky torna a casa ubriaca ogni singola sera da quando siamo qui. Non le fa bene, capisci? Oltretutto...è come se io non esistessi più per lei. Non pretendo che lei smetta di divertirsi, ma sta davvero esagerando." l'unica mia certezza era che lui tenesse d'occhio la mia ragazza, perché Andy non beveva mai più di un drink...al contrario di Victoria.
"Perché non vieni anche tu con noi?" evidentemente non aveva capito nulla.
"Andy...io mi sono stancato di questa routine. Voglio tornare a Sydney. Mi mancano i miei amici...mi manca la solita vita quotidiana con la mia Vicky...questo non è il posto adatto a noi! A lei fa male tutto questo! Pensa anche alla sua salute fisica: credi che le faccia bene bere così tanto fino ad ubriacarsi e stare male praticamente ogni giorno?" cercai di fargli notare ciò che accadeva, e quando abbassò lo sguardo, io capii che ci stava davvero pensando.
"Io...non ci avevo pensato. Scusa Mike...non pensavo di creare così tanti problemi tra voi, è che...io non la vedo da tanti anni. Volevo solo passare del tempo con lei..." forse l'avevo sopravvalutato: continuava a capire solo ciò che voleva lui.
"Lascia stare il fatto che lei sia la mia fidanzata! Non mi importa se non ha voglia di fare l'amore con me! Starei con lei comunque! Ciò che intendo dire è che non le fa affatto bene tutto quell'alcool! Ho paura che torni ad essere la vecchia Victoria che si comporta da stronza, insensibile e menefreghista. Quella che tutti considerano una troia. Lei non è così! Io conosco la vera Victoria, e...e io amo come è lei adesso." in realtà la 'vecchia Victoria' non era mai esistita veramente, perché quella era solo una maschera che lei stessa si era creata...solo un personaggio.
"Mike...stai tranquillo. Ho capito cosa intendi. Ma penso anche che Vic sia abbastanza grande da capire ciò che fa." forse lui in parte aveva ragione, ma io non potevo che essere preoccupato per Victoria.
"Come fa a capire ciò che fa se è sempre ubriaca?! Non può continuare così!" dissi ancora.
"Okay...ma tu cosa vorresti esattamente?" speravo che almeno quella volta avesse capito, perché non avrei trovato un altro modo per spiegargli la situazione.
"Tornare a Sydney! Voglio solo tornare a casa!" non desideravo altro, e non mi importava se saremmo tornati proprio dove la nostra relazione era ostacolata, ma avevo bisogno di stabilità.
"Parlane con Vic. È davvero tutto ciò che ti posso dire, Mike. Io non posso fare molto. Posso solo dirle che stasera non uscirò con lei." Andy aveva ragione: io me la stavo prendendo con lui, ma non c'entrava nulla in tutto ciò.
"Promettimi solo che verrete a salutarmi prima di partire. Mi mancherete così tanto..." a quel punto lui venne ad abbracciarmi, ed io ricambiai con titubanza, poi uscii da casa di Andy per tornare da Victoria.
Quando arrivai, lei si era appena svegliata.
"Tutto bene?" le chiesi quasi con freddezza.
Dovevo ammettere di essere arrabbiato, ma non dovevo assolutamente farglielo notare.
Lei si limitò ad annuire, poi prese solo una mia maglietta per stare in casa e andò in bagno.
Ero rimasto deluso dal fatto che non mi avesse neanche rivolto la parola, ma forse l'avrebbe fatto dopo.
Così, la aspettai sul divano, e quando finì di prepararsi, venne a sedersi accanto a me appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Ho un mal di testa terribile...neanche puoi immaginare..." non disse altro.
Furono le uniche parole che lei riuscì a dire.
"Forse perché stai esagerando con l'alcool..." commentai alzando gli occhi al cielo.
"E quindi? Voglio solo divertirmi finché posso." sorrise stiracchiandosi.
Evidentemente era ancora assonnata, ed era normale che lo fosse a causa dei suoi orari pressoché notturni.
"Sì, ma ora stai esagerando." appena dissi quelle parole, lei alzò gli occhi al cielo come se fosse infastidita dalla mia opinione a riguardo.
"Torni sempre a casa ubriaca da giorni! Ti stai distruggendo! Tutto questo non fa per te!" aggiunsi cercando di usare un tono dolce.
"Non fa per me?! Ma che cazzo stai dicendo?! Prima di conoscere te ho sempre vissuto in questo modo." sapevo che fosse vero, e in fondo, quel suo comportamento non era affatto una novità.
"Ma tu sei cambiata! Avevi detto definitivamente addio a quella Victoria del passato! Perché ora vuoi farla tornare?" le rivelai la mia paura senza girarci intorno, perché speravo capisse, ma l'avrebbe davvero fatto?
"La Victoria del passato non c'entra nulla! La Victoria del passato sarebbe andata a letto con degli sconosciuti! Invece io non ho fatto nulla! Né un bacio, né una parola con qualcuno...niente di niente! Ho solo bevuto troppo per troppi giorni. Cosa c'è di male?" non avevo pensato neanche per un secondo al fatto che lei avesse potuto tradirmi: mi fidavo di lei, e sapevo che non avrebbe fatto cazzate.
Non dopo il discorso che avevamo fatto al concerto dei Nickelback.
"Torniamo a Sydney." dissi quasi con tono autoritario e con lo sguardo perso nel vuoto.
"Che cosa?! No! Io voglio restare!" già sapevo che si sarebbe opposta alla mia decisione, e nonostante mi sarebbe dispiaciuto non accontentarla, era necessario andare via.
"Vicky...io voglio tornare. Non mi piace più stare qui. È come se...ti stessi perdendo e...non ce la faccio più a stare qui." ammisi abbassando lo sguardo.
La verità era che mi mancava ogni singola cosa, e non avrei mai creduto che potesse accadere.
"Tu non mi stai perdendo! Siamo sempre gli stessi..." forse lei non aveva notato nessun cambiamento nella nostra relazione, ma io sì.
Da quando aveva cominciato ad andare alle feste ogni sera, era diventata molto più fredda e distaccata nei miei confronti.
"Ah sì? Allora dimmi quando è stata l'ultima volta che abbiamo passato del tempo insieme! Neanche un semplice bacio! Vicky, noi viviamo insieme! È assurdo che io non possa mai avere neanche un'ora al giorno per stare con te!" ormai sembrava che fossimo solo due amici...o solo conoscenti in quanto non ricevessi più attenzioni da lei.
Volevo solo passare del tempo con la mia fidanzata.
Era questo il motivo per cui eravamo scappati da Sydney: per stare insieme...ma il risultato non era stato quello.
"Almeno dimmi se c'è un motivo per cui tu ti stia comportando così! È per quello che ti ho detto al concerto? Se è per quello...possiamo parlarne e risolvere le cose." volevo davvero trovare una soluzione, perché così non potevamo andare avanti.
"No, Mikey...non è per quello! Sono stata io la prima a dire che voglio passare il resto della mia vita con te, e lo penso davvero." beh, almeno avevo la conferma che non avesse smesso di amarmi.
"E allora quale cazzo è il problema?!" sbottai al limite della mia pazienza.
"Nessuno! Mi sto solo divertendo uscendo con un amico di vecchia data!" non ero ancora convinto di ciò che diceva.
Doveva per forza esserci altro che non mi diceva.
"Vicky, ora basta! Io voglio tornare a Sydney! Voglio tornare alla nostra solita routine! So che è da egoisti obbligarti a seguirmi, ma io non ne posso davvero più di stare qui!" a quel punto mi alzai andando poi a sedermi su una poltrona per stare lontano da lei almeno di qualche metro.
"Perché Mikey? Dimmi il perché!" mi impose non capendo il motivo della mia scelta.
Eppure pensavo di essere stato chiaro a riguardo.
"Mi manca tutto! Vicky...mi mancano i nostri amici, le partite ai videogiochi con Luke, le passeggiate alla sera, il nostro piccolo spazio di paradiso in cima alla collina del parco...mi manca il rapporto che abbiamo sempre avuto...mi manchi tu!" spiegai in altre parole con un groppo in gola.
Cercai di trattenere le lacrime, ma inutilmente.
"Mikey..." finalmente sembrava avesse capito, e Victoria si alzò venendo verso di me asciugando le lacrime dalle mie guance.
"Voglio tornare a casa..." aggiunsi ancora singhiozzando.
"Mikey...perché non me l'hai detto prima? Io...mi dispiace. Non pensavo fosse un problema per te. Ho sbagliato, e solo ora me ne rendo conto. Odio vederti piangere..." lei iniziò ad accarezzarmi i capelli come faceva sempre per tranquillizzarmi, e forse ci stava riuscendo davvero.
"Non pensavo stessi così male per questo. Scusami Mikey. Sono stata così stupida a trascurati! Non mi ero nemmeno resa conto di ciò che stavo facendo." lei si giustificò ed io ero così innamorato di lei che la perdonai immediatamente, ma non le dissi nulla.
"Fin'ora non ti ho detto niente perché volevo lasciarti diventare: ti vedevo felice...ma ora...mi sono reso conto che mi manchi...mi manca ogni cosa..." dissi ancora non riuscendo neanche a smettere di piangere.
Perché faceva così male?!
"No...Mikey, dovevi dirmelo prima! Per te farei qualsiasi cosa, e...se le cose stanno così...allora possiamo tornare anche domani stesso. Io non voglio che tu soffra." a quel punto si sedette sulle mie ginocchia abbracciandomi e facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
Improvvisamente mi sentivo un po' meglio: era il suo tocco a farmi sentire bene...erano la sua vicinanza e il suo affetto.
"Tu...tu poi sarai felice lo stesso?" le domandai preoccupandomi per lei.
Se Victoria non fosse stata felice, come avrei potuto esserlo io?
"Io sono sempre felice quando sono con te. Sia qui, che a Sydney...che ovunque tu voglia. Ora rilassati, okay? Più tardi cercherò il primo volo disponibile e torneremo a casa. Te lo prometto." detto questo, tra noi calò il silenzio.
Un silenzio piacevole.
Un silenzio necessario per riacquistare la tranquillità.
"Questa sera starò a casa con te. Per oggi sarò io a fare tutto ciò che vuoi. Qualsiasi cosa..." Victoria aspettò che io mi calmassi prima di parlare ancora.
Ero felice che avesse capito come mi sentissi.
Così lei fece un sorrisetto, poi appoggiò le labbra sulle mie, ed io ricambiai il bacio.
Come potevo non farlo?
Mi era mancato così tanto quel contatto fisico con lei!
La feci sedere a cavalcioni su di me senza smettere di baciarla.
Le mie mani scesero subito fino al suo sedere, come facevo sempre, e Victoria iniziò a muovere i fianchi contro il mio bacino.
"...tutto ciò che vuoi..." ripeté lei staccandosi di pochi millimetri dalle mie labbra.
Se il suo scopo era provocarmi e farmi eccitare, ci stava riuscendo molto bene.
Più che bene...
"Fanculo!" risposi.
Ormai non riuscivo più a resisterle.
Avevo ceduto.
Infatti mi alzai tenendola in braccio, poi raggiunsi il mio letto e la adagiati delicatamente sopra con la schiena.
Le tolsi la maglietta, poi lei fece lo stesso con la mia, e in poco tempo entrambi eravamo completamente nudi sul mio letto...al buio.
Era decisamente più eccitante fare l'amore al buio.
A noi piaceva così.
Ci baciammo ancora, poi la feci voltare e mettere a pancia sotto e facendole alzare il bacino, le misi le mani sui fianchi e entrai in lei con una spinta decisa.
Era soddisfacente sentirla ansimare e genere il mio nome mentre era sotto il mio controllo.
Notai che stava raggiungendo il culmine del piacere quando inarcò la schiena e strinse le lenzuola tra le mani, poi venni anche io.
Aspettai qualche secondo prima di uscire dalla sua intimità, e subito dopo mi sdraiai accanto a lei.
Senza dire nulla iniziammo a farci le coccole, e non c'era niente di più bello e rilassante.
"Ti amo così tanto! Scusa amore...scusa..." dopo un po', lei decise di scusarsi ancora, ed io le sorrisi.
"Non pensiamoci più. Ti amo principessa." le sussurrai baciandole il collo.
"Cosa pensi succederà quando torneremo a casa?" mi chiese ancora dopo qualche minuto.
Ci pensai un po' su perché non sapevo trovare una risposta.
Ormai eravamo partiti da una settimana, e nessuno sapeva niente di noi.
Eravamo come fuori dal mondo: senza cellulari, senza vie di comunicazione con la nostra città natale...niente di niente.
"Non lo so. Spero che nel frattempo non sia successo nulla. Spero non ci stiano cercando. Avranno capito che siamo scappati per stare insieme, no?" i nostri amici, forse, erano gli unici che avrebbero capito il motivo per cui non eravamo più lì, ma i nostri genitori...non volevo nemmeno sapere cos'avessero pensato di tutto ciò.
"Dici che c'è la possibilità che abbiano messo in mezzo la polizia?" la sua domanda mi fece venire un brivido di paura lungo la schiena.
Se così fosse stato, allora eravamo davvero finiti in grossi guai.
"Non voglio pensarci..." ammisi cercando di non guardarla negli occhi.
"Ho un po' di paura. E se dopo ciò che abbiamo fatto, le cose peggioreranno? Voglio dire...i miei genitori ti odiano! Penseranno che tu mi abbia fatto del male..." non avevo preso in considerazione il fatto che i suoi genitori mi avessero sempre etichettato come assassino, e forse era a questo che avevano associato alla nostra fuga.
"Si vedrà. Non mi preoccupo...ormai so bene cosa pensano di me." non avevo altro da dire perché ormai avevo accettato la situazione.
"Amore...ora io vado a preparare la cena. Tu intanto vai a vedere quand'è il primo volo per Sydney." dopo un po', lei si alzò, si rivestì, e dopo essere andata in bagno, uscì dalla stanza.
Anche io mi alzai, indossai solo i miei boxer e mi misi subito al computer.
Non ci misi molto a trovarne uno per la mattina successiva, e senza dire nulla a Victoria, comprai due biglietti.
Li stampai, li misi nello zaino e iniziai a preparare le valige.
Non vedevo l'ora di tornare!
Ero così felice al solo pensiero di rivedere i miei migliori amici!
"Mikey? Mi dai una mano?" feci in tempo a preparare solo la mia valigia, poi Victoria mi chiamò dalla cucina, ed io andai subito da lei.
"Perché hai messo tutti i piatti là in alto?! Non ci arrivo!" lei si lamentò, ed io mi misi a ridere, perché l'avevo fatto apposta.
"Almeno avresti chiamato me per prenderli." mi piaceva aiutarla quando non riusciva a fare qualcosa, e forse poteva sembrare che tutto ciò non avesse senso, ma lo aveva per me.
"Sei un idiota! Ma ti amo lo stesso..." non si era arrabbiata, infatti mi fece abbassare per baciarla.
"Vicky, ho trovato un volo per domani mattina." la avvertii staccandomi dalle sue labbra.
"Hai comprato i biglietti?" mi domandò.
"Sì. Stavo prendendo le valige." le dissi.
"Anche la mia?"
"Non ancora. Ma se vuoi lo faccio io." l'avrei fatto io se lei non mi avesse chiamato prima di poter iniziare.
"Non preoccuparti. Lo faccio io dopo. Ora è pronta la cena." detto questo, andammo sul divano a mangiare.
Tra una chiacchiera e l'altra ci mettemmo più tempo del previsto, ma non ci importava perché era troppo tempo che non parlavamo.
Era incredibile come fossimo passati a prometterci amore eterno, ad allontanarci tanto in un solo giorno, ma fortunatamente avevamo risolto, e sembrava che le cose fossero tornate alla normalità.
O meglio...sarebbero tornate alla normalità quando saremmo tornati a Sydney.
Così, quando finimmo di mangiare, mi offrii di sistemare la cucina e lavare i piatti.
Intanto lei andò a preparare la sua valigia, ed io la raggiunsi quando lei aveva appena finito.
"Sei arrabbiata con me?" le domandai, in quanto mi sembrasse improvvisamente fredda e distaccata.
"Assolutamente no! Amore...io sono solo un po' preoccupata per ciò che ci aspetta quando arriveremo a casa..." ammise lasciando perdere ciò che stava facendo per venire ad abbracciarmi.
"E...e tu? Sei arrabbiato con me?" domandò poi cambiando discorso e abbassando lo sguardo.
"Non più. Ti ho perdonato immediatamente. Anzi...forse non sono mai stato davvero arrabbiato con te." ammisi ridacchiando.
Forse ero giusto un po' seccato dal suo comportamento dei giorni precedenti, ma mai mi sarei arrabbiato con lei.
"Mi sento in colpa..." era evidente che lei fosse giù di morale per ciò che aveva fatto.
"Ma no, amore...non preoccuparti. Ora mettiti il pigiama e andiamo a letto, okay? Dobbiamo svegliarci molto presto." così le diedi un veloce bacio sulle labbra, e poi una pacca sul sedere per spingerla a fare ciò che le avevo detto.
Victoria finalmente sorrise, e dopo essersi messa il pigiama si sdraiò accanto a me sul letto.
"Prima di andare in aeroporto...ti va di andare a salutare Andy?" le chiesi ricordandomi della promessa fatta al nostro amico.
Lei si limitò ad annuire, e senza dire niente appoggiò la testa sul mio petto iniziando a tracciare cerchi immaginari sul mio stomaco.
Chiusi gli occhi rilassandomi sotto il suo tocco.
Non pensavo fosse possibile amare così tanto una persona, eppure era successo proprio a me.
"Buonanotte amore mio." sussurrò dopo un po', e mentre cercava di sistemarsi con la testa sul cuscino, io la fermai: volevo che restasse su di me.
Volevo sentire il suo contatto.
"Buonanotte principessa. Ti amo." risposi dandole un bacio sulla fronte.
Così ci addormentammo entrambi.
Avevo solo una strana sensazione di ansia perché non sapevo cosa ci aspettava una volta tornati a Sydney.
Ma presto l'avremmo scoperto.
Bastava una sola notte, e le cose avrebbero potuto cambiare radicalmente.
Poteva accadere qualsiasi cosa, e noi l'avremmo scoperto solo il giorno successivo.

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