Victoria's pov
Erano passati un paio di giorni da quando Michael aveva mostrato segni di ripresa, e tutto era cambiato.
Per esempio...Luke si era fidanzato con Jessica...un'altra volta.
Jenna lo sapeva in quanto fosse stato proprio lui a dirle tutto.
Nonostante questo, però, lei aveva deciso di riprovarci, ma i suoi tentativi di riavvicinamento, non funzionarono mai: Jenna aveva provato più volte a parlare con Luke, ma ormai era lui a non voler più sapere nulla di lei.
Per lui esisteva solo Jessica.
Diceva di essere felice, e che noi non dovevamo interferire con la loro relazione.
In poche parole: Jessica l'aveva allontanato da noi.
Per quanto riguardasse Isabelle, invece, non era mai venuta a sapere nulla di ciò che stava per accadere tra me e Ashton.
Era decisamente meglio così.
Nel frattempo lei tornò anche a dormire nella nostra stanza, ed eravamo tornate ad essere amiche.
Isabelle mi aveva anche parlato di quella sera in cui i suoi genitori le avevano chiesto di Ashton: il padre ormai aveva scoperto tutto e aveva accettato la loro relazione, ma avevano preferito non dire nulla alla madre...diceva che non era ancora il momento.
Michael, invece, sembrava migliorare di giorno in giorno: dava sempre più segnali che presto si sarebbe risvegliato.
I dottori ci avevano assicurato che Michael non avesse subìto alcun danno cerebrale, e alla mia domanda riguardo alla perdita di memoria, mi avevano solo preso in giro dicendomi che guardavo troppi film.
Eppure avevo solo chiesto se al suo risveglio avrebbe perso la memoria.
In ogni caso, ero felice che non sarebbe successo...anche se avevo come il presentiamo che non si sarebbe ricordato nulla dell'incidente.
In fondo...era anche parecchio ubriaco.Improvvisamente sentii qualcosa vibrare nella mia tasca: era il mio cellulare.
Qualcuno mi stava chiamando, ma io ero a lezione.
Erano solo le nove del mattino.
Appena vidi chi fosse il mittente, non esitai ad alzarmi e a chiedere al professore di uscire un attimo.
Era Isabelle, e non avrei di certo rifiutato una sua chiamata in quanto lei fosse all'ospedale con Michael.
Ormai era sempre lì, e ogni cosa che accadeva, lei me la diceva.
"Pronto? Hey Isabelle! Dimmi! È tutto a posto?" quando arrivai fuori dalla classe, risposi al telefono.
"Oh mio dio! Oh mio dio! Vic, è successa una cosa incredibile! Non puoi immaginare..." lei iniziò quasi urlando.
Sembrava felicissima.
"Che cosa? Cosa è successo? Raccontami tutto! Ogni cosa, okay?" volevo sapere tutto, ed ero già agitata.
"Va bene! Ascoltami attentamente...ero da sola nella stanza di Mike. Sai che è raro che lui reagisca quando non ci sei tu qui con lui, e...beh, è successa una cosa incredibile! Io gli stavo parlando, gli stavo raccontando delle mie giornate al college, di Ash...un po' di tutto insomma..." Isabelle si stava dilungando troppo.
Ero così impaziente di sapere cosa fosse successo...
"Arriva al punto, cazzo! Non ce la faccio più!" la interruppi chiedendole di tagliare tutti i particolari inutili.
A me interessava il succo del discorso.
Nient'altro.
"Aspetta! Con calma! Lasciami spiegare! Dicevo...quando avevo finito di parlare...anche se in realtà non avevo finito, stavo solo riprendendo fiato. Sai che quando ho molto da raccontare divago un po' tra un discorso e l'altro, ma non lo faccio apposta, è che..." ormai sapevo che Isabelle era fatta così.
A volte sapeva essere logorroica almeno quanto Ashton.
Eppure...prima che diventassero una coppia, lei non parlava così tanto...
"Isabelle! Dimmi quello che devi dirmi! Smettila di girarci intorno!" sbottai quasi innervosita.
"Scusa! Il punto è che ha parlato! Mike ha parlato! Significa che si sta svegliando! Non è fantastico?!" finalmente mi aveva raccontato l'accaduto, ed io non potevo credere alle mie orecchie.
"Porca merda! Cazzo! È fantastico! Perché cazzo non ero lì?! E...e cos'ha detto?" imprecai più e più volte, ma non mi importava: ero troppo felice.
"Vuoi proprio saperlo? Tieniti pronta perché questo ti renderà ancora più felice. Michael ha detto il tuo nome! Ha detto solo: 'Vicky', poi nient'altro. È così che ti chiama sempre, vero?" mi veniva quasi da piangere dalla felicità.
Ero così emozionata all'idea che Michael avesse pensato a me.
Era incredibile che io fossi stata la prima persona di cui si era ricordato.
Come potevo non esserne contenta?
"Wow...sì...sì è così che mi chiama. Dio...mi hai dato una notizia incredibile! Non mi sembra neanche vero! Non vedo l'ora di poterlo riabbracciare! Vorrei essere lì in questo momento..." avrei tanto voluto assistere a ciò che era appena successo, ma quel giorno avevo deciso di andare a lezione.
Ultimamente ci andavo poco per stare accanto a Michael, e proprio quando avevo deciso di andarci, lui faceva progressi.
"Non credo che tu voglia essere davvero qua: c'è anche Catherine..." effettivamente, meno vedevo quella ragazza, meglio era per tutti.
La odiavo.
La odiavo con tutta me stessa.
Eppure avrei dovuto provare solo indifferenza più totale nei suoi confronti, ma non ci riuscivo.
"In tal caso...spero vivamente che lei abbia assistito al momento in cui Michael ha detto il mio nome e non il suo." la presi sul ridere, ma ero seria.
Quella ragazza doveva solo capire di dover lasciare in pace Michael.
Non era di sua proprietà!
"Purtroppo no...ma riferirò. Credo di dover avvertire prima i dottori..." ero sicura che Isabelle sarebbe stata abbastanza stronza da dirlo a Catherine, ma sapevo anche che lei non le avrebbe creduto.
Isabelle la odiava, ed era un dato di fatto.
"Va bene. Grazie per avermi avvertito. Fammi sapere se fa altri progressi. Magari questo pomeriggio ti raggiungo lì. Se Michael si sarà svegliato...mi piacerebbe parlargli..." forse, se si fosse svegliato, non sarebbe comunque riuscito a parlarmi più di tanto, ma a me bastava sentire la sua voce, qualunque cosa fosse riuscito a dirmi.
"Sono certa che anche lui non veda l'ora di parlarti. Avete molte cose da dirvi." a quel punto non avevamo più nulla da dirci.
La conversazione terminò, e per quel giorno non avrei più avuto nessuna notizia da parte sua.
Forse non c'erano stati altri miglioramenti.
Magari era troppo presto per Michael: il fatto che avesse detto una parola, non significava che si sarebbe svegliato dal coma immediatamente.
Infatti, quando quella sera Isabelle tornò nella nostra stanza, mi disse che non era successo nient'altro, ma i medici le avevano assicurato che il risveglio di Michael sarebbe avvenuto molto presto.
Io andai a lezione anche il giorno successivo, e Isabelle tornò in ospedale da suo fratello.
Non ricevetti nessuna telefonata, e ormai era già arrivata l'ora di pranzo...non ci speravo più.
Ero ancora in sala pranzo, e come al solito, Luke non era con noi.
Ormai, da quando era tornato con Jessica, preferiva anche pranzare da solo.
Eravamo rimasti solo Ashton, Grace, Calum ed io.
Da quando non c'era Michael, il gruppo non era più lo stesso.
"Scusate, Isabelle mi sta chiamando..." in quel momento Ashton si alzò e si allontanò dal tavolo per parlare con la sua ragazza.
Mi chiedevo perché non avesse chiamato me.
Pensai che forse voleva solo parlare privatamente con lui.
Finché Ashton non tornò al tavolo da noi correndo.
"Ragazzi! Michael si è svegliato circa due ore fa! Oh mio dio...ancora non ci credo! È uscito dal coma! È fuori pericolo!" nessuno di noi parlò.
Eravamo rimasti letteralmente a bocca aperta.
Non ce lo aspettavamo.
"Che cosa? Andiamo lì! Adesso!" dopo un po' realizzai ciò che ci aveva appena detto Ashton, ed io scattai in piedi.
"Bella, possiamo venire? Vic non vede l'ora..." lui era ancora al telefono e subito chiese alla sua ragazza se potevamo raggiungerla.
"Ha detto che ora chiede a Mike se ha voglia di vedere qualcuno..." mi avvertì Ashton.
Dopo un paio di minuti vidi la faccia di Ashton rattristarsi.
Qualcosa non andava...
"Ehm...Vic...credo che Isabelle debba parlare direttamente a te..." lui mi passò il suo cellulare, ed io risposi ad Isabelle quasi con timore.
"Senti Vic... Ash ti ha detto che mio fratello si è svegliato da un paio d'ore, e...e so che vuoi venire qui, ma...Michael ha detto di non volerti vedere..." improvvisamente mi si spense tutto l'entusiasmo.
Era stato come un colpo al cuore...un altro.
Non potevo credere che Michael avesse detto di non volermi vedere.
Anche se in realtà era abbastanza comprensibile...
"Perché, Isabelle? Vorrei almeno sapere il motivo...per favore..." il motivo già lo sapevo, ma dovevo sapere cosa pensava lui veramente.
"Anche io non mi spiego tutto questo e...e mi dispiace. Da quando si è svegliato...io mi sono allontanata solo per mezz'ora da lui e...e quando sono tornata...ha cominciato a dire cose assurde! Eppure...c'era qui solo Catherine..." non sapevo nemmeno cosa pensare.
Non riuscivo ad accettare il fatto che lui non volesse più sapere nulla di me.
Faceva male...
"Posso...posso sapere cosa ti ha detto?" se dovevo rinunciarci, almeno avrei voluto delle valide motivazioni.
"Ha saputo di essere stato in coma per giorni, e i dottori gli hanno spiegato cosa gli è successo. Ora mio fratello è convinto che sia stata solo colpa tua. Oltretutto...continua a dire che a te non importa nulla di lui...che non sei venuta qui neanche una volta mentre lui era in coma, e...e io non so chi gli abbia messo in testa queste cose! Io ho provato a dirgli la verità! Gli ho detto che tu sei rimasta qui giorno e notte, ma non mi ha creduto! Dice che sono solo menzogne, che lo dico solo perché tu sei mia amica. Nemmeno io so cosa fare...se l'è presa anche con me..." Isabelle mi spiegò ogni cosa, e se lei ancora non fosse arrivata ad una conclusione, io l'avevo già fatto.
"Non importa...non preoccuparti. Se Michael non vuole...non verrò più. Ti chiedo solo di parlare con Catherine perché è lei l'unica ad aver parlato con lui dopo di te." ormai non potevo far altro che rassegnarmi.
Sembrava proprio che Catherine avesse vinto, ed io avessi perso.
Accettavo la mia sconfitta.
"Vic...mi dispiace davvero tanto..." lei era davvero dispiaciuta, ma sapevo che Isabelle non potesse farci nulla.
"È...è tutto a posto. Va bene così. Io...io ora ti saluto..." a quel punto diedi nuovamente il cellulare ad Ashton, ed io corsi via.
Andai a rifugiarmi nella mia stanza e mi buttai subito sul letto in lacrime.
Perché faceva così dannatamente male?!
Dopo poco sentii bussare alla porta.
Non mi importava chi fosse: non volevo vedere nessuno in ogni caso.
"Vattene!" urlai con tono svogliato.
"Vic...sono Grace! Posso entrare?" evidentemente lei mi aveva seguita.
"Sei sola?" pensai che forse potessi farla entrare.
Forse un po' di compagnia non mi avrebbe fatto male.
"No...ci sono qui anche Calum e Ashton. Possiamo entrare? Per favore..." alla fine li feci entrare, ma io rimasi sdraiata sul letto.
I ragazzi rimasero per un po' lì in piedi all'ingresso senza dire nulla, invece Grace si sedette sul letto.
"Hai voglia di dirci cos'è successo?" forse avrei dovuto rispondere con un secco 'no', ma se non gliel'avessi detto io, lo sarebbero venuti a sapere da qualcun altro.
"Michael...ha detto di non volermi vedere! E tutto perché Catherine gli a messo in testa cose assurde! Io non ci posso credere! Quella ragazza mi rovinerà la vita! Anzi...l'ha già fatto!" provavo sempre più odio nei suoi confronti.
Mi pentivo solo del fatto di aver dato ascolto ad Ashton qualche giorno prima: avrei potuto spaccarle la faccia quando ne avevo avuto l'occasione.
"Vic...si è appena svegliato dal coma. Dagli il tempo di riprendersi e di rimettere insieme le idee. È ovvio che presto vorrà rivederti: dopo tutto ciò che c'è stato tra voi, le sue reazioni, la sua ripresa...è stato tutto merito tuo, e presto lo capirà. Dagli solo un po' di tempo." Calum intervenne per la prima volta quel giorno, e dovevo ammettere che per un secondo mi stava quasi convincendo, ma lui mi conosceva bene: ero più testarda di un mulo.
"Davvero pensate questo? A Michael sono bastati solo pochi minuti con quella stronza per convincersi di tutte le cazzate che lei gli ha raccontato! Credete davvero che non sia in grado di trascinarselo definitivamente dalla sua parte? Dovreste sapere com'è fatta Catherine...soprattutto tu Ash." risposi difendendo le mie idee.
Come aveva sempre detto Ashton: lei era sempre stata una manipolatrice, e Michael era sempre stato debole di fronte a lei.
"Catherine può dirgli tutto ciò che vuole, ma Mike sarà sempre legato a te. Dopo tutto ciò che avete passato insieme...è inevitabile! Più volte ti ha fatto capire di essere innamorato di te. E pensi che lui non abbia mai parlato di questo con noi ragazzi? Non ha mai smesso di parlare di te. È ovvio che noi non ti abbiamo mai detto nulla, ma te lo stiamo dicendo adesso, okay? Ci abbiamo messo molto a farlo capire anche a lui, ma Michael è innamorato di te! Non di Catherine!" Ashton era convinto di ciò che diceva, ma quella volta ero io a non volergli credere.
"Facciamo finta che sia vero...cambierebbe qualcosa se tanto Catherine gli metterà in testa altre cazzate per fare in modo che Michael torni con lei? Beh...io non credo proprio! È finita! Basta! Me ne farò una ragione..." non mi restava che arrendermi.
Cos'altro avrei potuto fare?
Nulla.
Proprio nulla.
"Vic! Non è finita! Michael tornerà con Catherine solo se tu gli permetterai di farlo! Perché non tiri fuori le unghie come hai sempre fatto?" Calum intervenne ancora.
Lui mi conosceva da più tempo degli altri e sapeva che ero sempre stata forte e che avevo sempre lottato per ciò che volevo, ma non sarebbe stato quello il caso.
"No, Cal. Devi capire che Michael ha preso una decisione, ed è quella di non vedermi più e...e io la rispetto. Rispetto questa decisione. Non voglio insistere su qualcosa che lui non vuole. Non sarebbe giusto, capisci?" non avrei nemmeno cercato di far cambiare idea a Michael.
Lui aveva il diritto di fare ciò che voleva, e di prendere delle decisioni senza essere influenzato da me.
"Vic, per favore...ascolta ciò che ti stiamo dicendo..." Ashton continuò.
"No! Se lui è felice con Catherine, io me ne tiro fuori. Ha il diritto di essere felice, e anche io sono consapevole che con me non lo sarebbe affatto. Pensate che io non sappia di essere sbagliata? So di essere io l'errore, e Michael è decisamente troppo per me. Lui merita di meglio, e non ci vuole molto a trovare qualcuno migliore di me..." mi sentivo uno schifo, e lo stavo anche dimostrando.
Non avevo paura di dire che avrei messo la felicità di Michael davanti a tutto.
"Catherine non lo renderà mai felice come lo rendi felice tu, e questo lo sai. Devi solo avere più fiducia in te stessa. Michael non è perfetto: anche lui ha i suoi difetti, e uno di questi è proprio quello di farsi condizionare facilmente dalle persone. Non sei tu quella sbagliata, Vic. L'unica sbagliata in tutto questo è solo Catherine." Ashton stava cercando di mostrarmi tutto il suo affetto e tutto il suo supporto, ma per me era difficile.
"Non importa. A lui piace Catherine...è felice con lei, e io non posso farci nulla." ormai mi ero arresa definitivamente.
"Se lo vedi sorridere, non significa che sia davvero felice. Tu conosci Michael più di chiunque altro, e non venirmi a dire che non ti accorgi se il suo è un sorriso vero, oppure no...perché non ti crederei affatto." Ashton aveva ragione: un sorriso poteva nascondere mille sentimenti negativi, e spesso anche io usavo i sorrisi come maschera.
Ma io non risposi.
Rimasi lì ferma a guardare il soffitto singhiozzando.
"Vic...ma la lettera che avevi lasciato sotto al cuscino di Mike? Non dovrebbe averla già letta?" dopo pochi minuti di silenzio, Ashton ricominciò a parlare.
Mi ero completamente dimenticata di quella lettera, e sinceramente, ormai non mi interessava più.
Era stato un errore scriverla.
"Non c'è più già da un paio di giorni. Credo che i dottori l'abbiano buttata via, ma forse è meglio così..." l'ultima volta che ero andata a trovare Michael, avevo già notato che sotto il suo cuscino non ci fosse più nulla.
Dovevano essere stati i medici a toglierla da lì.
Forse era stata la cosa migliore.
Ormai non ero neanche più sicura di amarlo davvero, in quanto non avessi più speranze con lui.
Sapevo che sarebbe stato inutile provarci.
"Se l'avesse letta..le cose non sarebbero andate così..." commentò Ashton, mentre Calum e Grace sembravano un po' perplessi, ma non dissero nulla.
Loro non sapevano di quella stupida lettera.
"Ash...credimi se ti dico che è meglio così. Forse...ho anche smesso di provare quel qualcosa per lui...qualunque cosa fosse..." ero confusa...e amche tanto indecisa.
"Non puoi smettere di amare una persona in questo modo dall'oggi al domani! È impossibile che accada!" rispose lui.
Poteva avere ragione, ma in quel momento, l'unico sentimento che provavo era solo tristezza.
Non riuscivo più a provare amore...se così si poteva chiamare.
"Per favore...adesso basta. Non mi va più di parlare di lui..." tutto ciò che volevo era restare un po' da sola.
Ero stanca delle loro domande.
"Va bene. Allora riposati, okay? Se hai bisogno chiamaci. Io passerò qui questa sera con Isabelle." finalmente Ashton capì che per un po' non volevo avere nessuno nella mia stanza.
"Ash! Aspetta! Mi farai sapere come sta Michel, vero?" prima che i miei amici uscissero, li fermai.
Non potevo non chiederglielo.
"Certo che te lo diremo! Non preoccuparti. Piuttosto dormi un po'...poi ti sentirai meglio." Ashton tornò indietro per darmi un bacio sulla guancia, e dopo avermi salutato, tutti loro uscirono.
Restai sdraiata sul mio letto a piangere ancora, finché non mi resi conto di non poterne più.
Senza pensarci chiamai il mio migliore amico.
Era l'unica persona di cui avevo bisogno in quel momento.
"Lukey...vieni da me...per favore..." rispose quasi subito, e ne fui felice in quanto fossero giorni che non ci parlavamo più.
"Cos'è successo? Perché stai piangendo?" ero felice anche del fatto che si stesse preoccupando per me.
In fondo...era sempre Luke, lo stesso che conoscevo da tutta la vita.
C'era solo qualcuno che cercava di cambiarlo.
"Verresti qua? Voglio stare un po' con te..." non volevo spiegargli cosa fosse successo tramite un telefono...volevo parlargli personalmente.
"Ora sono con Jess..." dovevo immaginarlo, ma non mi sarei aspettata che potesse usare una scusa del genere per non stare con me.
"Lukey..." non sapevo nemmeno cosa dire.
Sembrava che oltre a Michael avessi perso anche Luke, ma non potevo dare la colpa a lui.
"Senti Vicky...ho saltato le ultime ore di lezione per stare con lei...io..." lui si giustificò, ma non era obbligato a farlo.
"Luke...ho bisogno di te..." non riuscivo a smettere di piangere.
Mi sentivo sola.
Eppure ero stata proprio io a mandare via i miei amici.
Mi sentivo quasi in colpa.
"Se vuoi posso venire e portare anche Jess." non potevo credere che Luke l'avesse detto davvero.
Come poteva farmi una cosa del genere?
"Sai che non la voglio vedere...ma non importa. Ciao Luke..." il mio non era un modo per far sentire in colpa anche lui.
Ero del tutto sincera.
Se non voleva venire da me, non l'avrei obbligato a farlo.
"No! No...Vicky aspetta! Sei la mia migliore amica...sei mia sorella...io...io non posso lasciarti sola..." evidentemente sentiva lo stesso i sensi di colpa, e a dir la verità non mi dispiaceva affatto.
"Solo...solo se ti va, okay?" ero certa che si sentisse obbligato a venire da me.
"Certo che mi va! Ora lo dirò a Jess. Ma lei non verrà. Puoi stare tranquilla." Luke mi rassicurò, e dopo aver messo fine alla telefonata, aspettai il suo arrivo.
Non era al college, quindi ci avrebbe messo un bel po' ad arrivare, ma quando arrivò, non esitò ad abbracciarmi forte come solo lui sapeva fare.
Quei suoi abbracci che mi facevano sempre sentire meglio.
Era segno che non era cambiato poi così tanto.
"Vicky! Mio dio...hai un aspetto orribile. Cosa ti è successo?" Luke si accorse subito che fossero ore che piangevo.
Forse avevo gli occhi rossi.
Ero certa che prima o poi avrei anche finito le lacrime.
"Michael...lui è..." avrei voluto dirgli che si era svegliato, ma non riuscivo a fare nemmeno quello.
"Che cosa? Cos'è successo a Mike? Non è peggiorato, vero?" lui si era subito preoccupato per Michael, il che mi faceva davvero piacere, ma quella volta non era di lui che doveva preoccuparsi.
"Lui si è...si è svegliato..." confessai, e subito Luke spalancò gli occhi.
Ci mise qualche secondo per realizzare ciò che gli avevo detto, poi iniziò ad esultare e a saltare per tutta la stanza.
"Vicky! Non potevi darmi notizia migliore! Finalmente potrò parlare ancora con il mio migliore amico! È fantastico, davvero! Ma...perché tu non sei felice? Dovresti essere la persona più felice tra tutti noi..." solo dopo essersi calmato un attimo si rese conto che in realtà io non esultavo affatto.
Ovviamente ero contenta che si fosse svegliato: dopo aver sofferto tanto per la sua assenza, non avrei di certo sperato che lui morisse.
Per me Michael era tutto...
"Lo sono. Sono felice per lui, ma...ma Catherine gli ha già messo in testa mille cazzate e...e Michael ha detto di non volermi più vedere. Mi odia. Me l'ha detto Isabelle." dicendo quelle parole, dai miei occhi scesero ancora più lacrime.
Era tutto così assurdo...
"Davvero sono bastate due cazzate per fargli cambiare idea su di te?! Dev'essere impazzito! Secondo me gli hanno dato troppi farmaci..." speravo che Luke stesse scherzando: non potevano essere di certo i farmaci a fargli dire quelle cose.
"No! È solo Catherine, ma...Michael è felice con lei. E poi...io non sono nemmeno più sicura di provare qualcosa per lui..." l'avevo detto anche ai miei amici, e non c'era niente di più vero.
"Se tu non provassi nulla, non saresti qui a piangere come una bambina..." pensai subito che lui potesse avere ragione, ma come potevo esserne certa?
"Non importa. Tutto ciò che farò, sarà stargli lontano. Se lui non mi vuole vedere, allora farò in modo che non succeda. A me basta che lui sia felice. Sarei anche disposta a cambiare tutti gli orari di tutte le mie lezioni. Lo farei per lui..." ammisi più convinta che mai.
"Non puoi mettere la sua felicità davanti alla tua! Perché non lotti per ciò che vuoi?" anche lui, esattamente come gli altri, non capiva cosa provassi.
Era tutto così complicato...
"Sarebbe inutile. Conosco Michael, e so quanto sia testardo. Fargli cambiare idea sarebbe praticamente impossibile." forse nessuno conosceva Michael meglio di me, e Luke non poteva sapere come lui avrebbe reagito.
"Ma Catherine ci è riuscita! Perché pensi di non poterci riuscire anche tu? Sai anche tu che Mike farebbe di tutto per te. Non so perché tu abbia deciso di lasciar perdere e di non provarci nemmeno, ma posso solo dirti che stai facendo un grosso sbaglio! Presto te ne pentirai. Se dico questo è perché ti conosco forse anche più di quanto tu possa conoscere te stessa. Credimi Vicky...stai sbagliando." ero contenta che Luke parlasse con me con la più totale sincerità, ma il problema ero solo io.
"Non mi pentirò della mia scelta. Come ti ho detto...voglio solo che Michael sia felice, e se la sua felicità è Catherine, allora così sarà. Fa male...fa molto male, e...e so che forse tu puoi capirmi...ma non posso fare a meno di lasciarlo libero. Non merita di stare con qualcuno con cui non vuole stare, e quel qualcuno sono proprio io..." non avrei mai smesso di dire che se si teneva davvero a qualcuno, bisognava lasciarlo andare, ed era proprio ciò che stavo facendo.
Era la cosa giusta.
"Esatto! L'hai detto tu: non merita di stare con qualcuno con cui non vuole stare! Per questo devi fare qualcosa! Sai anche tu che in realtà lui non vuole stare con Catherine! Lei è solo una manipolatrice! Quante volte dobbiamo ripetertelo prima di farti reagire? Pensi che stare qui a piangerti addosso possa cambiare le cose?" dovevo ammettere che in qualche modo Luke mi stava convincendo, ma non sarebbe stato facile.
"Ho solo paura che lui possa odiarmi più di quanto già mi odi. L'ho già perso...e non voglio peggiorare le cose. Mettiti nei miei panni, Luke!" se solo avesse capito cosa stavo provando...
"Va bene...allora...allora fai ciò che vuoi, ma sai come la penso." concluse.
A quel punto pensai che se ne volesse andare lasciandomi sola, ma non dissi nulla.
"Senti Vicky...non ce la faccio a vederti così! Sei la mia sorellina e sai che se soffri tu, soffro anche io. Quindi alzati da lì e andiamo a fare un giro! Ti compro tutti i gelati che vuoi, okay?" Luke mi prese la mano e cercò il mio sguardo.
Sapevo che odiava vedermi piangere: la maggior parte delle volte andava a finire che si metteva a piangere anche lui.
Non c'era persona più empatica di lui...
"Lukey...non mi va di fare un giro..." la verità era che non avevo proprio voglia di alzarmi.
"Allora...vieni a casa mia! Mia madre ha preparato i pancake alla Nutella proprio questa mattina e mi aveva anche detto di portateli, ma mi sono dimenticato. Sai che dimentico sempre tutto...comunque sono lì...sono ancora a casa mia. Vuoi venire?" Luke tentò in tutti i modi di farmi uscire da quella stanza, e dovevo ammettere che ci stavo pensando veramente.
Come aveva fatto a convincermi?
"È un sorrisetto quello che vedo? So che stai sorridendo, piccola stronza..." lui rise, cominciando a farmi il solletico.
Era inevitabile che anche io mi mettessi a ridere.
"Sì! Ce l'ho fatta! Ora andiamo!" senza pensarci, mi lasciai trascinare, così uscii dalla stanza e lo seguii fino alla sua moto, poi arrivammo a casa sua.
Ma c'era qualcosa che non mi aspettavo di trovare, o meglio...qualcuno...
"Finalmente! Mi avevi detto di aspettarti davanti a casa tua ma ce ne hai messo di tempo! E lei cosa ci fa qui?" non mi aspettavo di rivedere Jessica.
Quella ragazza era ovunque, e la cosa peggiore era il fatto che lei l'avesse baciato lì proprio davanti ai miei occhi.
"Jess...tesoro...credo che sia meglio che tu torni a casa. Vicky non sta bene, e non posso lasciarla al college completamente da sola. Cerca di capire..." ancora mi chiedevo come facesse a stare con lei.
Era semplicemente una persona orribile.
Non avevo di certo nulla da dire sul suo aspetto fisico, ma era il suo modo di fare che mi infastidiva.
"Non posso credere che tu mi stia dicendo questo! Sono io la tua fidanzata! Non dovresti preferire lei a me!" già...la vera Jessica era proprio quella.
Simpatica, vero?
"È un'emergenza! Te l'ho detto: sta male! Ti chiamerò più tardi. Puoi stare tranquilla, okay?" Luke la rassicurò, per poi salutarla con un bacio.
Ero semplicemente disgustata.
"E va bene...ma sappi che qualsiasi cosa tu faccia, io la verrò a sapere. Prendila pure come una minaccia." provai in tutti i modi a non lanciarle un'occhiataccia, ma fu difficile.
La odiavo almeno quanto odiavo Catherine.
Anzi...Catherine la odiavo forse molto di più.
A quel punto si salutarono definitivamente, e dopo che Jessica si allontano, noi entrammo in casa.
Non osai dire nulla...non volevo farlo innervosire.
"So a cosa stai pensando, ma io sto bene con lei..." appena ci sedemmo sul divano, Luke tenette a commentare ciò che avevo visto.
"Non sono neanche nelle condizioni di dire qualcosa. Ti dico solo di stare attento. Non voglio che tu ti ritrovi a percorrere una brutta strada, e sai cosa intendo." Luke non capiva quanto quella ragazza fosse sbagliata per lui.
Anche io ero sbagliata, ma Jessica avrebbe portato Luke su una brutta strada: riusciva anche a comandarlo a bacchetta, e questo non andava affatto bene.
"So quello che faccio. Non devi preoccuparti per me..." ovviamente gli auguravo il meglio.
Volevo vederlo felice, e se lo era davvero, io non potevo dire niente.
L'unico problema era che quella relazione non avrebbe portato a nulla di buono.
"Lo spero per te..." risposi sospirando.
"Stai tranquilla. Vado a prenderti i pancake..." era evidente che lui non ne volesse parlare, e in fondo nemmeno io volevo, perché come avevo già detto: non ero nelle condizioni di discutere.
Così Luke si alzò e andò a prendermi i pancake.
Mangiai in silenzio guardando la TV, ma sapevo che Luke avrebbe tanto voluto dire qualcosa, lo vedevo da come mi guardava.
"Se vuoi dirmi qualcosa...fai pure. Tanto...peggio di così non potrei stare." commentai evitando anche il suo sguardo.
"Perché stai così male per Mike?" mi aspettavo una domanda riguardante Michael, ma pensai fosse incredibile che ancora Luke non avesse capito.
"Non lo so nemmeno io. Avevo solo tanta paura di perderlo per sempre, e ora è successo. Ma almeno è vivo e...dovrei essere felice per lui, e in fondo lo sono. Ma non riesco ad essere davvero felice sapendo di non poterlo più vedere in ogni caso. È questo ciò che mi fa stare più male." dovevo ammetterlo: non potevo nascondere quanto tutto ciò facesse male.
"Non dire così. Sai bene che questa è solo una situazione momentanea..." non riuscivo a credere alle sue parole...non ne ero in grado.
"Sì...certo...come la tua relazione con Jessica?" se avesse detto che anche la sua relazione fosse solo una situazione momentanea, allora avrei potuto credergli.
In fondo non era così diverso da ciò che stavo passando io: Jenna ed io eravamo esattamente nella stessa situazione.
"No! È diverso! Io ho chiuso con Jenna! E Jessica mi ama davvero..." non capivo come potesse affermare una cosa del genere.
Chiunque sapeva che non fosse affatto vero.
"Jessica non ama te, ma la tua carta di credito. Esattamente come Catherine ama quella di Michael. Ma voi ragazzi siete tutti uguali: cascate nella loro trappola come dei deficienti! Pensavo solo che Michael fosse diverso..." lo avevo sempre pensato, ma ormai avevo cambiato idea.
Michael era esattamente come tutti gli altri.
"Perché devi fare così? Non puoi semplicemente essere felice per me? Per Michael è diverso! Catherine l'ha preso in un momento di debolezza e ha avuto la meglio su di lui, ma lui ti ama! Ama solo te! Per questo dico che è diverso dalla mia relazione con Jess." disse Luke, ma tutto ciò che feci fu alzare gli occhi al cielo.
"Non posso essere felice per te se so che Jessica ti sta allontanando da me. E non dire che sei diverso da Michael, perché non è vero! Siete uguali! Siete due idioti! Vi siete fatti manipolare da ragazze che amano solo i soldi e la visibilità e..." non avrei mai smesso di andare contro Jessica e Catherine.
Sapevo di avere ragione.
"Vicky...ti ho detto che so quello che faccio. Non c'è bisogno che tu mi dica di lasciare la mia fidanzata, perché non lo farò, okay?" Luke mi interruppe per far valere le sue ragioni.
Lo stavo odiando...
"Non ti sto dicendo di rompere con lei!" se glielo dicevo era solo perché tenevo a lui, ma non capiva...
"E allora che cosa vuoi?" sbottò lui innervosito.
"Voglio solo che stai attento! Ti ha già rubato dei soldi! Ora che sta con te, ne sta approfittando per svuotati il portafoglio!" non sapevo più come dirglielo.
"Come fai ad esserne così sicura? Tu non la conosci!" mi accusò.
"Se non mi credi, allora prova a smetterla di offrirle la cena, di comprarle vestiti, bracciali, gioielli, e...e tutto il resto! Vediamo cosa fa se smetti di viziarla!" la mia non era una sfida, ma semplicemente un modo per fargli aprire gli occhi.
"Non posso far pagare a lei quando la porto a cena..." forse Luke aveva ragione, ma solo in parte.
"Allora non portarla più a cena per un po'! Fidati Luke, se smetti di pagarle ogni cosa che vuole, sarà lei a lasciarti. Se non credi alle mie parole, allora fai ciò che ti dico e vedrai." forse avevo convinto Luke a seguire il mio consiglio.
"Okay! Lo farò! Ma sarò io a dimostrarti che Jessica non ama solo i miei soldi, ma ama me." Luke sembrava convinto, ma sarebbe rimasto deluso.
"E comunque...come fai a dire che Catherine è interessata solo ai soldi? Chi ti dice che Michael ne abbia tanti? Non sappiamo nulla di lui e della sua vita...non sappiamo se sia...come noi..." aggiunse poi.
Non avevo mai pensato alle condizioni economiche di Michael, e onestamente non mi importava.
Ashton era l'unico a sapere.
"Non lo sto dicendo! Ne so quanto te. Ma dovresti sapere che Catherine ha provato a manipolare anche Ash, e lui non è come noi. Sappiamo quanto lavora per pagarsi l'affitto, e lo ammiro per questo: lui sa cosa significa guadagnare, mentre Catherine è solo un'approfittatrice." avevo sempre ammirato Ashton per ciò che faceva.
Lui non era come noi, era molto meglio!
"Perché noi sappiamo cosa significa guadagnare? Eh dai, Vicky! Ammettiamolo! In fondo noi siamo solo dei viziati di merda. Non abbiamo mai lavorato, e neanche mai provato a farlo. Abbiamo sempre vissuto con i soldi dei nostri genitori. Forse non siamo poi così tanto diversi da Catherine." ci pensai un attimo alla sua affermazione così piena di verità, e in parte aveva ragione.
"Ma i nostri genitori sono obbligati a mantenerci. Noi ci siamo nati in questa condizione economica, e sappiamo che prima o poi dovremmo prendere il posto dei nostri genitori. Quindi...tutto questo non ci rende uguali a Catherine. Saremo anche viziati, ma noi non ci stimo approfittando di nessuno." avevamo entrambi ragione, almeno in parte.
Anzi...io avevo ragione su tutto.
"Ora possiamo smetterla di parlare di soldi, per favore?" odiavo parlare di questioni economiche.
I miei genitori lo facevano di continuo, e ogni volta io non vedevo l'ora di allontanarmi da loro per non sentirli più.
Succedeva sempre.
"Hai cominciato tu..." Luke mi accusò subito come fosse un bambino.
"Lo so...ma non è colpa mia se Jessica ti sta prosciugando il conto in banca..." risposi con aria presuntuosa.
Sapevo di non doverlo fare, ma sentivo delle provocazioni da parte sua, e io dovevo rispondere.
"Questo non è affatto vero, e te lo dimostrerò! Pensa al tuo Michael, piuttosto..." Luke cercò di spostare il discorso su di me, e in fondo era di me che avevamo iniziato a parlare.
"Ancora, Luke? Ci penso in continuazione a lui, ma è evidente che lui stia pensando a qualcun altro. Come te lo devo dire che non voglio insistere e nemmeno intromettermi?" avevo perso il conto di quante volte avessi già dato la stessa risposta, ma a Luke non entrava in testa il concetto.
"Giuro che se perderò il mio migliore amico per colpa tua, io me la prenderò con te!" sapevo che se avesse voluto, l'avrebbe fatto davvero.
Si era solo dimenticato di dire che era proprio Catherine il centro di tutti i problemi.
"E se invece perderai la tua migliore amica?" dissi senza pensarci.
"Cosa vuoi dire?" Luke mi guardò con uno sguardo strano.
"Nulla...lasciamo perdere..." molte volte avevo pensato di allontanarmi da quel posto per sempre...di trasferirmi e di andare lontano da Sydney per non vedere più nessuno.
Il motivo principale erano sempre stati i miei genitori, ma ora Michael era entrato a far parte di quei motivi.
Magari c'erano altre soluzioni.
Avrei solo voluto che le cose si sistemassero per tutti, e soprattutto per me.
Chiedevo tanto?!
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...