CAPITOLO 86

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Victoria's pov
Eravamo entrambi sotto le coperte a dormire ormai da ore, e dovevo ammettere che stavo dormendo davvero bene.
Finché non sentii un fortissimo rumore proveniente dal salotto.
Mi svegliai di soprassalto e subito mi voltai per vedere se Michael fosse ancora a letto...ed era lì con me.
Mi alzai in piedi sperando di essermi sbagliata, ma i rumori non cessavano.
Istintivamente presi in mano delle forbici avvicinandomi alla porta della nostra camera e appoggiai sopra l'orecchio per sentire meglio.
Sentii anche delle voci e mi spaventai.
Corsi subito verso Michael e lo svegliai scuotendolo per le spalle.
"Michael! Svegliati!" cercai di non fare troppo rumore, e speravo di riuscirci.
"Oh cazzo! Vicky...cosa...cosa vuoi fare con quelle?" appena mi vide, Michael si mise seduto allontanandosi da ma il più possibile.
Avevo ancora le forbici in mano: probabilmente si era spaventato.
"Michael...c'è qualcuno in casa...ho paura..." dissi sicura di ciò che avevo sentito.
"Ma vaffanculo! Tu sei pazza! Pensavo volessi uccidermi! Ora torna a letto..." non potevo credere che avesse pensato che io volessi ucciderlo.
Perché avrei dovuto farlo?!
"No! C'è qualcuno in casa! Cazzo, credimi!" proprio appena terminai quella frase, si sentì un altro forte rumore sempre proveniente dal salotto.
Avevo davvero molta paura.
"Ti prego...vai a guardare..." gli dissi, anche se in realtà non volevo lo facesse perché avevo paura per lui.
"Va bene...ma poi torniamo a letto, okay?" io annuii, ma qualcosa mi diceva che non saremo tornati a dormire.
Così lui si alzò con svogliatezza e si diresse verso la porta.
"Aspetta! Fai piano! Apri piano...non farti vedere..." Michael alzò gli occhi al cielo alla mia richiesta, ma alla fine mi ascoltò e aprì di qualche centimetro la porta, giusto lo spazio necessario per guardare cosa stesse succedendo fuori da quella stanza.
"Oh cazzo!" sbottò chiudendo immediatamente la porta a chiave.
"Mio dio...come cazzo è possibile che siano entrati in casa?! Non abbiamo nemmeno i cellulari per chiamare la polizia..." Michael si allarmò subito, ed io nemmeno sapevo cosa fare da quanta paura stessi provando.
"Io...io voglio provare a mandarli via!" volevo solo uscire da quella stanza: se mi avessero visto, probabilmente sarebbero scappati, no?
"Ma sei impazzita?! Ho visto che sono armati! Se vai di là, ti uccideranno! Per favore...qualunque cosa accada, tu stai dietro di me. Promettimelo!" ero talmente spaventata che riuscii solo ad annuire.
I rumori non cessavano, e all'ennesimo frastuono, io quasi lanciai un urlo, poi scoppiai a piangere.
"Mikey...ho tanta paura. Voglio andare via da qui..." dissi tra le lacrime, e lui venne subito ad abbracciarmi.
"Tranquilla...andrà tutto bene. Te lo prometto." mi parlò con estrema tranquillità, e sapevo che lo stava facendo solo per non farmi agitare ancora di più, ma non sarebbe servito a nulla.
"No! Ci...ci uccideranno..." era come se avessi avuto la sensazione che quella sarebbe stata la fine.
Forse la nostra vita serebbe finita lì.
"Hey...ti fidi di me?" lui mi mise le mani sulle spalle e cercò di guardarmi negli occhi nonostante io avessi la vista ormai offuscata dalle lacrime.
Ancora una volta non feci altro che annuire.
"Mettiti le scarpe e una giacca. Fai veloce." senza dire nulla, feci ciò che mi aveva detto di fare, ma ancora non capivo.
Forse ero troppo terrorizzata per capire.
Nel frattempo lui cominciò a girare per la stanza in cerca di qualcosa, ed io rimasi lì ferma.
"Andiamo via...ti prego...voglio andarmene da qui!" iniziai a pregarlo di fare qualcosa, perché io lì non ci volevo più stare.
"Ora ce ne andremo. Devo prendere delle cose." ancora una volta mi rassicurò, ma continuavo a chiedermi come avessimo fatto ad andare via.
"Fai veloce..." dissi tra le lacrime.
Proprio in quel momento la maniglia della porta si abbassò: qualcuno stava insistentemente cercando di entrare.
Gridai subito dallo spavento nascondendomi dietro a Michael che subito si mise a scudo davanti a me.
"Amore, tu vai. Esci dalla finestra. Io ti raggiungo." non dissi nulla, perché io sarei rimasta lì con lui qualunque cosa fosse accaduta.
Intanto si avvicinò alla finestra aprendola e guardando fuori.
"Okay, fuori non c'è nessuno. Esci! Corri più veloce che puoi! Ci vediamo al supermercato dove hai fatto la spesa oggi. Ora vai!" non potevo credere che Michael volesse restare.
"No! Io non ti lascio qui da solo!" appena dissi quelle parole, lui mi spinse con forza verso la finestra.
"Ho detto che devi andartene! Vattene!" mi urlò contro, ed io ci rimasi male.
Ero troppo spaventata anche per capire che lo stava facendo per me.
Così saltai giù.
"Mikey...ti prego...vieni anche tu. Lascia tutto lì! Non importa di cosa ruberanno! Ti prego..." lo supplicai di venire anche lui, ma non ci fu verso di fargli cambiare idea.
"Vai via! Corri! Io ti raggiungo! Non preoccuparti per me...arrivo." per l'ennesima volta mi mandò via, ed io non potei fare a meno di ascoltarlo.
Corsi velocissimo.
Corsi più veloce che potevo fermandomi esattamente davanti al supermercato.
Mi sedetti a terra e continuai a piangere sia per lo shock, sia perché avevo paura per Michael.
E se gli avessero fatto qualcosa?
Non avrei mai accettato che qualcuno potesse fargli del male.
Avevo paura che me lo portassero via.
Ero disperata.
Il tempo passava fin troppo lento mentre ero lì, e Michael non arrivava.
Pensai di tornare in quella casa, ma non potevo, e a me non restava che aspettare.
Non riuscivo nemmeno ad alzare lo sguardo perché la mia paura più grande era quella di non rivedere più Michael.
Forse ero troppo pessimista, ma quella era la realtà, e non il classico film a lieto fine.
"Hey...amore, sono qua." finalmente Michael arrivò ed io scattai in piedi abbracciandolo più forte che potevo e piangendo ancora di più sulla sua spalla.
Non l'avevo neanche sentito arrivare.
"Per favore...dimmi...dimmi che stai bene..." gli dissi singhiozzando e prendendogli il viso tra le mani per guardarlo negli occhi.
"Sto bene. Scusa se ti ho spinto in quel modo...volevo solo proteggerti. Ho avuto paura per te! Tu sei la mia priorità...avevo paura che ti facessero del male e...e io non potevo permetterlo!" ammise baciandomi la testa.
Sapevo che non l'avesse fatto con cattiveria, ed io non ce l'avevo affatto con lui.
"Perché sei rimasto lì? Dovevi venire con me!" era arrabbiata con lui solo per il fatto di aver rischiato la vita restando in quella casa con dei malintenzionati armati.
"Stavo cercando l'indirizzo di un mio amico. Non possiamo stare fuori tutta la notte." effettivamente aveva ragione, ma io restavo sempre dell'idea di voler andare via.
"Io mi sono stancata di questo posto di merda! Voglio tornare a casa! Non ce la faccio più..." eravamo lì da poche ore e già stavo impazzendo.
Inizialmente sembrava andare tutto così bene, ma poi...ogni cosa stava degenerando.
"Principessa...ora calmati. Stai tranquilla...è tutto a posto, okay?" a quel punto Michael mi fece sedere nuovamente per terra e lui si mise accanto a me.
Appoggiai ancora la testa sulla sua spalla perché non riuscivo a smettere di piangere e lui mi consolò strofinandomi un mano sulla schiena.
"Voglio tornare a casa..." in quel momento non pensavo ad altro.
Volevo tornare a Sydney per eliminare dalla mia testa ciò che era appena successo.
"Se vuoi tornare, lo faremo al più presto. Faremo tutto ciò che vuoi tu. So che sei ancora spaventata, ma io sono qui con te, e non ho intenzione di lasciarti. Ora fai dei respiri profondi e cerca di rilassarti. Appena sarai più tranquilla, decideremo cosa fare." apprezzavo quella sua promessa, ed io gli credevo.
Così iniziai a respirare profondamente, mentre lui mi fece sdraiare con la testa sulla sue gambe.
Nel frattempo mi asciugava le lacrime con i pollici, mi accarezzava i capelli, e di tanto in tanto mi lasciava qualche bacio sulla fronte.
Stava davvero facendo di tutto per me.
"Stai meglio?" mi chiese Michael dopo un po' vedendo che avevo smesso di piangere.
Io mi limitai ad annuire, e lui mi aiutò ad alzarmi.
"Ora ti va di andare a casa del mio amico. Almeno dormiamo un po'...e non stiamo qui fuori al freddo." propose.
Ero ancora indecisa perché non volevo andare a casa di uno sconosciuto, ma non avevo altra scelta, così accettai.
Michael mi tenne stretta a sé per tutto il tragitto, ed io non osai aprire bocca finché non arrivammo.
Suonò più volte il campanello perché probabilmente quel povero ragazzo stava dormendo a quell'ora della notte.
Ma quella era un'emergenza.
Finalmente il suo amico venne ad aprirci, e appena lo vidi in faccia, rimasi stupita.
"Oh mio dio! Andy!" corsi subito ad abbracciarlo senza lasciargli il tempo di parlare.
Non lo vedevo da secoli e mi era mancato tanto.
"Vic! Non ci vediamo da secoli! Non ci posso credere...è così bello rivederti!" mi disse staccandosi da me e mettendomi le mani sulle spalle per guardarmi meglio in faccia.
"Sei diventata ancora più bella di come ti ricordavo." affermò lui, e io gli sorrisi ringraziandolo del complimento.
"Aspettate...voi due vi conoscete?! Come cazzo è possibile?" ci chiese poi Michael interrompendo i nostri calorosi saluti.
In realtà volevo fargliela io quella domanda.
"Hey Mike! Vieni qui che saluto anche te!" lui non rispose alla sua domanda e andò subito ad abbracciarlo.
Evidentemente anche loro non si vedevano da tempo.
"Dai entrate!" a quel punto entrammo in casa sua, e ci fece accomodare sul divano.
"Potrei sapere come fate a conoscervi voi due? Non siete stati insieme, vero?" ovviamente Michael continuava a volere delle spiegazioni.
Un po' mi infastidita il fatto che Michael credesse che io fossi stata con ogni ragazzo che conoscevo.
Io non ero quel tipo di persona!
Almeno...non più ormai.
"No! Era solo la fidanzata di Zach. Sai anche tu che uscivo spesso con loro due e un altro nostro amico." Andy era uno dei migliori amici di Zach, per questo lui e Luke uscivano spesso con noi.
A volte c'era anche Jenna, ma eravamo principalmente noi quattro.
"Tu...tu sai di Zach, vero?" mi resi conto che Andy avesse lasciato la città molto prima dalla morte di Zach, ma speravo fosse almeno a conoscenza dei fatti.
"Sì...sono venuto a saperlo. Avrei tanto voluto venire almeno al funerale per dargli un ultimo saluto, ma..." Andy era veramente dispiaciuto, e potei subito notare gli occhi diventargli lucidi.
"...ma non poteva." Michael concluse la frase di Andy.
Probabilmente sapeva molto di più di quanto potessi sapere io, e non ci voleva molto in quanto io non sapessi quasi nulla a riguardo.
"Esatto. Ho dovuto cambiare città, ma questo sarà Mike a dirtelo." lanciai subito uno sguardo a Michael aspettando una risposta.
"Tranquillo...lei sa già tutto. In poche parole...Andy ha dovuto cambiare città a causa delle minacce di morte che continuava a ricevere dopo aver testimoniato a mio favore al processo. La storia già la sai." non avevo la minima idea che fosse proprio Andy il ragazzo che aveva dovuto lasciare Sydney a causa di Michael.
Io sapevo solo che se ne fosse andato.
Non avevo avuto nessuna spiegazione.
Era sparito e basta.
"Scusa se non ho mai detto nulla né a te, né a Luke. Ma non potevo dire a nessuno dov'ero andato. Neanche Michael lo sapeva: ci siamo ritrovati per caso qui a Los Angeles nello stesso college. Altrimenti non avrei mai più visto nemmeno lui..." era...triste.
Era triste pensare che fosse stato obbligato ad abbandonare tutto e tutti così all'improvviso, senza neanche avere la possibilità di prepararsi mentalmente ad un cambiamento così radicale.
"Ma ora ditemi di voi! E soprattutto...che cazzo ci fate qui a casa mia nel cuore della notte?!" Andy cambiò discorso, ed effettivamente aveva tutto il diritto di domandarcelo: avevamo suonato alla sua porta in piena notte.
"Sono entrati i ladri in casa mia mentre stavamo dormendo. Erano armati e...abbiamo dovuto scappare dalla finestra. Scusa...non sapevo dove altro portarla..." Michael si spiegò subito ed io tornai a provare quel senso di paura e terrore che avevo avuto fino a poco prima.
Era una situazione a dir poco surreale.
"Che...che cosa?! Perché non me l'avete detto subito?! Voi state bene? Non siete feriti, vero? Avete chiamato la polizia?" in effetti...eravamo scappati lasciando che i ladri distruggessero casa.
"Io sto bene. Lei...è un po' spaventata, ma...starà bene anche lei." Michael rispose al posto mio, poi mi prese per mano per farmi alzare facendomi sedere sulle sue gambe.
Provai solo a trattenere le lacrime.
"Chiamo io la polizia! State qua." Andy andò subito a prendere il suo cellulare e chiamò.
Sapevo che ormai era troppo tardi, ma la polizia avrebbe comunque potuto fare qualcosa.
"Hanno detto che vanno a controllore comunque, ma ormai non possono più fare nulla. Credo che sia meglio che voi stiate qui da me almeno per un paio di giorni...se vi va..." dopo aver parlato con la polizia, lui si offrì di ospitarci.
Avremmo solo dovuto aspettare il giorno successivo per andare a prendere i nostri vestiti e ciò che ci serviva...quel poco che rimaneva.
"Amore...dimmi tu cosa vuoi fare. Vuoi fermarti qui? O vuoi tornare a Sydney?" Michael si rivolse a me, ed io ci pensai un po' su.
Volevo tornare alla nostra quotidianità?
Oppure volevo dare un'altra possibilità a quel posto restando sola con il ragazzo che amavo?
"Credo che...che possiamo restare..." risposi a bassa voce evitando il suo sguardo.
"Aspetta...come l'hai chiamata?!" improvvisamente Andy ci interruppe stupito di ciò che aveva sentito.
Non gli avevamo nemmeno detto che fossimo una coppia.
"Hai capito bene. Vicky è la mia fidanzata. È per questo che l'ho portata qui: i nostri genitori vogliono separarci, e...e noi siamo scappati." spiegò Michael spostandomi i capelli dietro le orecchie.
"Tu?! No, non ci credo! Com'è possibile che proprio tu abbia una ragazza?! Voglio dire...fino all'inizio di quest'anno odiavi l'amore, le coppie, le relazioni..." non era nulla di nuovo perché anche io, come Michael, odiavo ogni singola cosa riguardasse l'amore.
"Non che lei la pensasse diversamente..." disse Michael ridendo.
Anche io ridacchiai un po' nonostante continuassi a pensare a ciò che era successo poco prima.
"Comunque...se ora riesco a provare qualcosa, è solo colpa di questa stronzetta! Mi ha fatto perdere la testa! È colpa sua se sono follemente innamorato di lei!" Michael scherzò scaricando tutta la colpa su di me, ma io mi misi a ridere ancora una volta.
"Potrei dire lo stesso di te!" replicai appoggiandomi con la schiena contro il suo petto.
"State insieme da tanto?" il nostro amico sorrise interessato a saperne di più riguardo a noi, e a noi piaceva parlare della nostra storia.
"Da sei mesi. Ovviamente non contando alcuni periodi in cui ci siamo presi...delle pause. Ma non abbiamo mai smesso di amarci, e i risultati si vedono: sono scappata qui a Los Angeles con lui senza nessun preavviso..." non era una dimostrazione d'amore il fatto che io fossi partita con lui in quel modo solo per fuggire da chi non ci accettava come coppia?
Beh...io ero certa che lo fosse.
"Sono felice che tu sia riuscita a superare la morte di Zach. Meriti davvero di essere felice." Andy si rivolse a me sapendo che la morte di una persona cara poteva segnare la vita per sempre, ma io ero riuscita ad andare avanti.
"Sono riuscita a lasciarmi il passato alle spalle solo quando ho conosciuto lui. Quindi...solo all'inizio di quest'anno. E tu sai da quanti anni Zach ci ha lasciati! È grazie al mio Mikey se ho imparato ad amare veramente. Grazie a lui ho riscoperto cosa significa provare dei sentimenti..." iniziai a parlare lanciando ogni tanto qualche sguardo a Michael.
Lo amavo sempre di più.
"Ti amo principessa." Michael mi sussurrò all'orecchio come se non volesse farsi sentire da Andy, ma l'aveva sentito comunque.
"Ehm...comunque...potete stare nella camera degli ospiti. A patto che non vi venga in mente di scopare! Per favore...non fatelo qui, okay? Io ora torno a letto: fra poche ore devo svegliarmi per andare a lezione, ma voi state pure qui quanto volete." a quel punto, Andy ci lasciò lì, e Michael che evidentemente conosceva abbastanza bene quella casa, mi fece strada fino alla camera in cui avremmo dormito.
Io mi sdraiai subito su un fianco senza dire nulla.
Avevo solo bisogno di staccare per un po' dalla realtà.
"Amore...come stai?" mi chiese Michael sdraiandosi e abbracciandomi da dietro.
"Meglio..." ammisi.
Stavo davvero meglio ora che sapevo che il mio Michael stava bene, ma ero ancora sotto shock e lo sarei stata a lungo.
"Mi dispiace di averti messo in pericolo...scusa...mi sento così tanto in colpa..." Michael si sentì in dovere di scusarsi, ma io non avrei mai scaricato la colpa su di lui che era chiaro non c'entrasse nulla in tutto ciò.
"Non preoccuparti. Non è colpa tua." non mi voltai nemmeno verso di lui per parlargli, ma lo pensavo davvero e non ero affatto arrabbiata con lui.
"Cercherò un aereo di ritorno il più presto possibile...te lo prometto." lui mi rassicurò dandomi poi un delicato bacio sul collo.
Nel frattempo ripensai a ciò che c'era a Sydney, nella nostra città...a chi, e a cosa ci aspettava lì.
Sarebbe stato un incubo tornare.
"No! Voglio stare qui con te." solo in quel momento decisi di girarmi verso di lui appoggiando la fronte sulla sua.
Lo guardai negli occhi per qualche secondo, poi eliminai la distanza che c'era tra noi baciandolo.
"Sei sicura? Non devi farlo per me, okay? Fai ciò che ti senti. Basta che me lo dici." apprezzavo il fatto che lui stesse mettendo la mia felicità davanti alla sua, ma io ero certa di ciò che volevo.
"Sono sicura. Ora posso averti tutto per me, e non voglio rinunciare a questa bellissima opportunità." risposi sorridendo.
Finalmente potevamo stare soli, liberi da ogni vincolo e da ogni ostacolo che si opponeva alla nostra relazione.
"Ti voglio tanto bene Mikey..." aggiunsi poi abbracciandolo stretto a me.
Non sapevo nemmeno il motivo per cui l'avessi detto, ma almeno era la verità.
"Tutto qui, stronzetta?! Mi vuoi solo tanto bene?! Guarda che mi vendico con il solletico, eh!" Michael replicò fingendosi offeso, ma subito iniziò a farmi il solletico sui fianchi ed io risi contorcendomi dalle risate.
Quello era decisamente il mio punto debole.
"Smettila! Stai fermo!" mi lamentai tra le risate.
Non riuscivo a smettere di ridere per colpa sua.
"Ti amo! Ma ora smettila!" sapevo che era tutto ciò che voleva sentirsi dire, e a me non pesava affatto dirlo.
La verità era che nonostante ormai fossero mesi che ero la sua ragazza, ancora non mi ero totalmente abituata a dire 'ti amo'.
Quelle parole avevano un grande peso, e non volevo abusarne, ma con Michael era diverso, perché lo amavo veramente ed era giusto ricordarglielo.
"Ti amo piccolo gattino..." dissi ancora quando ormai tra noi si era ristabilita la calma.
Non mi ero nemmeno resa conto del nomignolo che avevo utilizzato, ma mi piaceva.
"Principessa...ti voglio ricordare che io sono più grande di te di un anno! Solo io posso chiamarti piccola!" protestò lui dandomi un bacio a stampo e mettendosi a ridere.
"Tu sarai anche più grande, ma resterai sempre il mio piccolo cucciolo di gatto." ancora non capivo da dove mi era uscita tutta quella dolcezza, ma improvvisamente sentivo come se la solita Victoria stronza e apatica si fosse messa da parte per un attimo lasciando spazio a quella sensibile e romantica che era rimasta chiusa in una scatola fino a quel giorno.
"Credo che mi sto innamorando di te sempre di più ogni momento che passa..." ammise lui sorridendo senza alcun imbarazzo.
"Ti amo principessa." aggiunse poi, ed io non potei fare a meno di baciarlo ancora, e ancora provando sempre le stesse emozioni così intense e forti.
Lo amavo.
Non avevo nient'altro da dire.
Restammo lì per un po' a farci le coccole, evidentemente anche perché Michael voleva ancora cercare di tranquillizzarmi dopo l'accaduto.
"Mikey? Non dovremmo almeno metterci in contatto con Luke?" dopo un po' pensai che mi sarebbe piaciuto dare almeno a Luke delle spiegazioni.
Eravamo andati via senza dire niente a nessuno.
Così dal nulla.
"Non lo so...potrebbe dirlo ai nostri genitori..." Michael non sembrava per niente a favore della mia proposta, ma forse ci avrebbe ripensato.
"Se gli diciamo di non dire niente a nessuno, lui non lo farà. Eh dai...sarà preoccupato..." a quel punto Michael sospirò distogliendo lo sguardo dal mio.
"Va bene...in mattinata lo chiameremo. Ora dormiamo. Hai bisogno di riposarti." finalmente accettò, e lui subito chiuse gli occhi.
"Mikey?" lo chiamai ancora, e lui aprì gli occhi facendomi cenno di continuare.
"Non mi hai dato il bacio della buonanotte..." mi lamentai fingendomi offesa.
Avevo davvero bisogno di un suo bacio prima di dormire.
"Già...scusa. Vieni qui piccolina mia..." detto questo, Michael mi attirò a sé e iniziò a baciarmi intensamente per lunghi minuti.
Mi veniva quasi da piangere ripensando a ciò che era successo, ma erano lacrime di felicità perché ora sapevo che Michael stava bene.
Avevo avuto così tanta paura di perderlo...
"Sei così bella..." dopo un po' lui interruppe il bacio, mi guardò negli occhi per qualche secondo, e mi disse sottovoce quelle dolci parole.
Io non feci altro che sorridere, perché nessuno mi aveva mai fatto dei complimenti come me li faceva lui.
Poi gli diedi un ultimo bacio a stampo, e dopo esserci dati la buonanotte, finalmente provammo a dormire...fino ad addormentarci totalmente.

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