CAPITOLO 80

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Michael's pov
La cosa peggiore era che ormai erano giorni che Victoria stava male, ma fortunatamente aveva me al suo fianco: ero abituato a prendermi cura delle persone, in quanto i miei genitori non ci fossero mai stati né per me, né per mia sorella.
Infatti sapevo sempre come fare stare meglio la mia ragazza.
In ogni caso, continuavamo ad andare a lezione regolarmente anche se faticavo a concentrarmi per quanto fossi preoccupato per Victoria.
Non vedevo l'ora che le passasse quella dannatissima influenza.
Almeno non mi ero ammalato anch'io, il che era strano, ma era decisamente meglio così.
"Amore? Stai bene?" era già giunta l'ora di pranzo e come al solito eravamo al tavolo con i nostri amici, ed io non facevo altro che preoccuparmi per lei.
"S...sì. Sto bene." stava mentendo.
Ero consapevole del fatto che lo stesse dicendo solo perché c'erano i nostri amici: lei mi diceva sempre la verità.
"Sei sicura che riuscirai ad andare agli allenamenti di oggi? Non mi sembri in gran forma..." continuai sperando che ragionasse.
Non lo dicevo solo perché volevo che stesse con me, ma perché non volevo che peggiorasse la sua influenza.
"Certo che ci vado! Sai che non posso farne a meno. E tu, Grace? Verrai almeno questa volta? Non sei venuta a nessun allenamento da quando abbiamo cominciato! Posso sapere cosa sta succedendo?" Victoria decise di spostare l'attenzione sulla sua amica, e uno dei motivi era anche perché odiava parlare di sé stessa.
"No...mi dispiace ma ho da fare." Grace rispose abbassando lo sguardo.
Sembrava che qualcosa non andasse...o che stesse cercando di nascondere qualcosa.
"Perché non le dici la verità? Dille che vuoi lasciare la squadra e basta! Non girarci intorno!" Calum parlò al posto della sua ragazza.
Era ovvio che lui sapesse molte cose che noi non sapevamo.
"Che cosa?! Grace! Perché? Come puoi lasciare la squadra?" Victoria era stupita, e anche tutti noi lo eravamo.
Nessuno si aspettava che proprio Grace potesse lasciare la squadra.
"Io non...non ce la faccio! Vic...ne parleremo, okay? Giuro che verrò a parlare a te e alla squadra." la nostra amica si sentiva estremamente insicura, e questo era evidente.
Mi chiedevo solo cosa le stesse succedendo.
Non era da lei comportarsi così.
Ma forse l'avrei saputo appena ne avrebbe parlato con Victoria: lei mi diceva sempre tutto...o quasi.
"E va bene...allora ci vedremo domani pomeriggio se a te va bene. Comunque ci sentiamo in giornata. Mikey? Andiamo? La campanella sta per suonare. Luke? Vieni anche tu?" a quel punto Victoria si alzò prendendomi per mano per far alzare anche me.
Così, dopo aver salutato tutti i nostri amici, andammo via e Luke venne con noi.
Andammo direttamente in classe e siccome mancava ancora un po' di tempo, eravamo completamente da soli.
Come sempre, feci sedere Victoria sulle mie gambe, e mentre io parlavo con Luke, lei si mise a giocare con il suo cellulare e dopo un po' iniziò ad imprecare e muoversi nervosamente per mettersi comoda.
"Si può sapere a che cazzo di gioco stai giocando?" le chiesi mettendomi a ridere.
"A Call Of Duty. Stai zitto! Mi fai perdere! Voglio alzare il mio record!" ogni volta che giocava ai videogiochi non le si poteva parlare.
Beh...la capivo benissimo, in quanto io fossi anche peggio.
"Okay, ma se non la smetti di muovere il culo in questo modo...non sarà solo il record ad alzarsi!" il fatto che fosse seduta letteralmente sulle mie parti intime, non aiutava affatto.
Così le misi le mani sui fianchi sperando che smettesse di muoversi.
"E che cazzo! Andate in bagno! Prendetevi una stanza! Non puoi tenere a bada quel coso che hai in mezzo alle gambe?!" Luke sbottò, ma si mise a ridere.
"Sì! Cazzo ho vinto!" Victoria esultò, ed io le tolsi subito il cellulare dalle mani.
Nonostante le sue lamentele, le impedii di giocare ancora.
"Sei uno stronzo!" mi disse lei appoggiando la schiena contro il mio petto.
Così potevo abbracciarla meglio.
"Lo so. Ma tu mi ami lo stesso..." replicai ridendo e dandole un bacio sul collo.
Lei subito si voltò e iniziò a baciarmi.
Mi piaceva quando era lei a prendere l'iniziativa.
"Ho mai detto che odio fare il terzo in comodo? È ingiusto! Sempre io! Prima quando stavi con Ash, e anche adesso che stai con lui!" come sempre, Luke si lamentò di noi.
Cominciavo a pensare che ci odiasse.
"Con Ash era diverso." affermò Victoria.
"Ah sì? E cosa c'era di diverso? Era comunque il tuo ragazzo." replicò Luke.
In quel momento mi sentivo escluso, ma in fondo io nemmeno c'ero in quel periodo in cui Victoria frequentava Ashton.
"Tutto era diverso! E tu non eri il terzo in comodo. Stavo con Ash, ma era come se nel frattempo stessi anche con te. Non ricordi?" quella parte la conoscevo molto bene: mentre lei era fidanzata con Ashton, aveva anche una relazione con Luke...finché non erano stati beccati.
"Come posso dimenticarlo?! Me lo ricordo molto bene! Ma quando uscivamo tutti insieme...tu non facevi altro che limonare con Ash, e io stavo lì a guardare..." ancora una volta Luke si lamentò.
"E cosa avrei dovuto fare secondo te?! Dovevo baciarti davanti a lui? Ashton era il mio ragazzo!" disse ancora Victoria.
Iniziavo a spazientirmi.
"Possiamo smetterla di parlare dei tuoi ex?" mi stavo davvero innervosendo, e questo non andava affatto bene.
"Perché? Sei geloso? Sei geloso delle cose che facevo con Ash? E delle cose che facevo anche con Luke?" lei iniziò a provocarmi guardandomi con un sorrisetto di sfida.
"Vicky, smettila! Giuro che ti lascio all'istante! Sai che lo faccio!" in realtà non l'avrei fatto davvero, ma la minacciai comunque.
"Non lo faresti mai." e ovviamente lei lo sapeva: era consapevole di quanto io stessi male lontano da lei.
"Questo lo dici tu. Addio stronzetta!" cercai di essere il più serio possibile, infatti feci alzare Victoria dalle mie gambe in modo da potermi alzare anch'io, e poi feci finta di andarmene.
"No...dai...amore, torna qui! Non parlerò più di loro...te lo prometto." lei mi corse subito dietro per fermarmi, e prendendomi per un braccio mi fece voltare verso di lei abbracciandomi stretto a sé.
"Okay, resto. Ora puoi lasciarmi andare, per favore?" le dissi mettendomi a ridere.
"Mai! Sarai costretto a stare con me!" in realtà non mi stava costringendo perché l'avrei fatto comunque.
Era esattamente ciò che volevo.
Volevo stare con lei.
"Idioti! Venite a sedervi! Ora comincia la lezione..." Luke ci richiamò, e dopo avermi dato un veloce bacio a stampo, andammo a sederci.
La lezione cominciò noiosa come sempre, e finalmente la giornata finì.
"Amore, posso stare con te? Non ho niente da fare questo pomeriggio..." volevo stare con lei principalmente perché sapevo che non stava bene.
"Mikey...io adesso ho gli allenamenti, lo sai..." sapevo che doveva allenarsi, ma a me non importava.
"Lo so. Ma visto che vi allenate al campo di football...posso stare lì a guardarti dalle gradinate." sarei rimasto lì per ore e ore a guardarla.
"Stai tranquillo. Vai a casa. Io ti raggiungo appena finisco." disse rassicurandomi.
Non capivo se non mi volesse lì per qualche motivo, oppure se non volesse farmi stare lì per troppo tempo.
Probabilmente era la seconda opzione: non aveva motivo di non volere che io restassi a guardarla.
"E se io volessi restare?" continuai prendendola per i fianchi e attirandola contro il mio corpo.
La stavo provocando giusto un pochino in modo da farla cedere.
E ovviamente non potevano mancare i baci sul collo che la facevano impazzire.
Nemmeno mi rispose, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta della stanza e aprì.
"Hey Vic, andiamo? Oh...Mike, non pensavo fossi qui anche tu." era Calum ed io mi allontanai subito dalla mia ragazza.
Perché lui era lì?
"Sì, arrivo. Ora andiamo." Victoria prese una borsa, poi si avviò alla porta trascinandomi con sé.
"Non mi guardare male! Ho gli allenamenti gli stessi giorni che li ha lei e solitamente scendiamo insieme: abbiamo il campo da football in comune." non mi ero neanche reso conto di avergli lanciato un'occhiataccia.
Beh...non l'avevo fatto apposta, e nemmeno avevo intenzione di farlo.
"Tranquillo. Non mi preoccupo. Io starò a guardarvi dalle gradinate. Fammi il favore di tenere d'occhio Vicky." non mi riferivo solo al fatto di tenere i ragazzi lontani dalla mia fidanzata, ma anche al fatto che lei non si sentisse del tutto in forma.
"Va bene. Comunque lo faccio sempre." Calum mi rassicurò mentre scendevo le scale insieme a loro.
Poi, improvvisamente Victoria ci avvertì di aver bisogno del bagno, e corse via.
Ero sempre più preoccupato...
"Capisci cosa intendo quando ti chiedo di tenerla d'occhio? Non mi importa più dei ragazzi che ci provano con lei. Vicky sta male da troppo tempo." spiegai velocemente a Calum la situazione.
Volevo che lui le desse solo un'occhiata ogni tanto, in quanto fosse in campo con lei.
"Non sai cos'ha?" mi domandò sembrando anche lui dispiaciuto.
"Non lo so...lei dice che è solo influenza e che le passerà, ma io non sono per niente tranquillo." come potevo esserlo sapendo che la mia Vicky stava male?!
Calum non ebbe il tempo di rispondere, che proprio in quel momento tornò Victoria.
"Scusate...ora possiamo andare." lo vedevo che qualcosa non andava, ma lei voleva sembrare forte.
Non avrebbe mai ammesso di stare male.
"Amore, aspetta. Dimmi cos'hai!" le imposi fermandola.
"Te l'ho già detto: ho male alla pancia, ho la nausea e...mi sento debole. Mikey, è solo un'influenza stagionale. Non preoccuparti." Victoria sembrava essere piuttosto tranquilla a riguardo, ma io non lo ero affatto.
"Va bene. Fai ciò che vuoi, ma stai attenta, okay?" a quel punto la salutai con un bacio sulle labbra.
Lei e Calum andarono verso il campo, mentre io salii e andai a sedermi sulle gradinate.
Dopo un paio di minuti, venni raggiunto da Julia che si sedette accanto a me.
"Hey! Cosa ci fai qui?" le domandai subito dopo averla salutata.
"Se proprio vuoi saperlo...vengo spesso qui a guardare la squadra di football. Credo di essermi innamorata. Anzi...ne sono certa..." lei confessò tutto senza farsi troppi problemi.
Mi stupì il fatto che fosse stata del tutto sincera con me.
"Davvero? E chi è? Ti sei già fatta avanti?" forse stavo facendo troppe domande, ma ero davvero molto curioso.
"Michael! Non ti dirò chi è! Tu conosci tutti! E poi...non posso farmi avanti: lui è fidanzato..." beh...non era una novità: tutti i ragazzi della squadra erano fidanzati.
"Allora ti consiglio di lasciar perdere. Magari...potresti riprovarci quando si saranno lasciati." era brutto sperare che quel ragazzo lasciasse la fidanzata per mettersi con Julia?
Mi faceva davvero pena.
Si meritava una seconda possibilità.
"Non penso succederà, ma grazie del supporto. Tu invece sei qui per Vic, vero?" lei cambiò discorso, ed io cambiai subito umore ripensando a Victoria.
"Sì. Non sta molto bene..." anche a Julia raccontai ciò che mi preoccupava, poi andammo avanti a parlare per un po'.
"Se ti interessa...hanno finito il riscaldamento. Ora iniziano." Julia interruppe la nostra conversazione facendomi portare l'attenzione su Victoria.
La vidi iniziare a fare i classici esercizi acrobatici del suo sport, ed io non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
Sapevo che fosse bravissima, e per me sarebbe sempre stata la migliore.
Finché non la vidi cadere...
"Oh cazzo! Vicky!" scattai subito in piedi urlando il suo nome, poi Victoria mi fece un cenno per farmi capire che fosse tutto a posto, e le sue compagne di squadra la aiutarono ad alzarsi.
"Mike, stai tranquillo. Nel suo sport è normale cadere, e spesso è normale anche farsi male." Julia mi rassicurò, e nonostante io sapessi che avesse ragione, non potevo fare a meno di essere spaventato.
Non le risposi, e dopo poco vidi Victoria cadere un'altra volta, poi un'altra ancora, e non faceva altro che piegarsi in due toccandosi il ventre.
"Ma cosa le succede?! Non è da lei cadere così tante volte..." evidentemente Julia sapeva come si allenava Victoria, e sapeva anche che fosse molto brava.
Quel giorno qualcosa non andava.
"Non lo so...ma credo sia meglio che io non guardi. Sono estremamente a rischio infarto da quando sono qui..." ogni volta che la vedevo cadere, era come se il mio cuore perdesse un battito.
Andavo completamente nel panico.
"Victoria sa quello che fa. Fidati di lei!" mi fidavo di lei, ma era evidente che non sapesse ciò che stava facendo, altrimenti non sarebbe andata agli allenamenti.
In ogni caso, provai a mantenere la calma, ma dopo poco, vidi Victoria fare l'ennesima caduta.
Quella volta era stata davvero una brutta caduta, e per un attimo non la vidi alzarsi.
Fortunatamente poi si mise seduta, ma cominciò a guardarsi le gambe, e lei non si mosse da lì.
Ebbi subito un brutto presentimento, e senza nemmeno pensarci corsi fino alla gradinata più bassa e mi buttai in campo per correre da lei.
Non sapevo dove avessi trovato tutto quel coraggio e quella forza, ma lo feci.
"Mio dio! Vicky! Amore, cos'è successo?" la raggiunsi in pochi secondi spingendo via le sue compagne di squadra che nel frattempo si erano messe intorno a lei a cerchio.
Victoria non parlò abbassò solo lo sguardo facendomi notare che la parte inferiore del suo completo da cheerleader fosse totalmente ricoperta di sangue.
"Mi fa male...fa malissimo..." Victoria si piegò in due dal dolore ancora una volta e si mise a piangere.
Proprio in quel momento arrivò anche Calum.
"Amore...ti prometto che andrà tutto bene. Cal, chiama un'ambulanza! Ti prego, fai in fretta!" cercai di rassicurare la mia ragazza, poi diedi il mio cellulare a Calum che subito chiamò i soccorsi.
Poi venne anche Julia.
Ma io non mi mossi da lì.
Me ne stavo seduto accanto a Victoria stringendole la mano.
Dopo un po' arrivarono i soccorsi che portarono via la mia fidanzata, ed io rimasi lì senza neanche riuscire a dire o fare qualcosa.
"Michael, alzati! Ti porto da lei in ospedale!" Julia mi prese per un braccio facendomi alzare in piedi, e gliene fui estremamente grato.
"Aspettate! Vengo anch'io!" a quel punto, anche Calum si unì a noi, e Julia ci portò alla sua auto guidando fino all'ospedale dove avevano già portato Victoria.
Appena mi sedetti, iniziai a guardare il vuoto mentre le lacrime scendevano dai miei occhi.
"Mike...tu sai cosa le sta succedendo, vero?" Calum si rivolse subito a me e il suo sguardo sembrava come...arrabbiato.
Io scossi la testa in segno di negazione.
Non ero neanche nelle condizioni di pensare.
Pensavo soltanto a quanto la mia Vicky stesse male.
"Stai tranquillo. Ce lo diranno i dottori quando arriveremo. Calum, per favore non arrivare a conclusioni affrettate. Anche io probabilmente la penso come te, ma non dobbiamo essere noi a dirlo a Mike." non capivo nemmeno di cosa stessero parlando.
Smisi anche di ascoltarli.
"Devo chiamare sua zia!" diedi voce ai miei pensieri, e subito presi il mio cellulare.
"Mike! Ma sei impazzito?! Lei abita a Melbourne! E poi...cosa pensi di dirle?!" Calum tentò di fermarmi, ma io non lo ascoltai nemmeno.
"Pronto? Ciao Mike, come stai?" fortunatamente mi rispose subito, ed io mi trovai veramente a non sapere cosa dire.
"Zia Kate...devi venire qui subito. Ti prego...io...Vicky..." iniziai a singhiozzare sempre di più, e ovviamente neanche ero riuscito a spiegare cosa fosse successo.
"Oh mio dio...è successo qualcosa? Voi state bene?" zia Kate si preoccupò immediatamente.
"Lei è...è in ospedale, e...io non so cosa sia successo. Stava male già da un po', e...e..." non riuscii a parlare a causa del pianto, e lei se ne rese conto.
"Okay. Mike, tu stai tranquillo. Penso di arrivare entro tre ore." la conversazione terminò, ed io sapevo che non ci avrebbe messo troppo tempo ad arrivare, in quanto avesse un aereo privato.
Da quel momento in poi non parlai più.
Arrivammo in ospedale, e restammo in sala d'aspetto perché nessuno voleva darci notizie della mia fidanzata.
Poi, finalmente arrivò zia Kate, ed io scattai subito in piedi abbracciandola forte.
"Ora che sei in buone mani, Julia ed io ce ne andiamo, okay? Ma facci avere notizie di Victoria. Per favore...sono preoccupato anch'io." dopo aver salutato Kate, i miei amici se ne andarono.
Io intanto non riuscivo a smettere di piangere.
"Dai, vieni. Andiamo a chiedere dov'è Victoria." a quel punto, dopo aver ricevuto sue notizie, un medico ci portò in un'altra sala d'aspetto.
"Zia Kate...ho tanta paura. Perché non ci dicono nulla?" sembrava passato troppo tempo da quando eravamo lì, ed io ero sempre più spaventato.
"Andrà tutto bene. Non piangere..." lei mi asciugò le lacrime e mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla.
L'attesa sembrava fin troppo lunga, e finalmente dei dottori arrivarono.
"Siete voi i familiari di Victoria Brooks?" c'eravamo solo noi lì.
Zia Kate rispose subito che eravamo noi, e loro continuarono.
"L'intervento è andato a buon fine. La ragazza è nella sua stanza da quasi due ore. Dovevamo aspettare che svanisse l'effetto dell'anestesia." a quelle parole io rimasi letteralmente a bocca aperta.
"Che...che cosa? Quale intervento? Cosa le è successo?" intervenni immediatamente perché impazzivo all'idea di non sapere nulla.
"La signorina Brooks era incinta e ha subito un aborto spontaneo causato da un eccessivo e prolungato sforzo fisico. Questo è il motivo per cui ha avuto una emorragia e aveva dei dolori così forti nel basso ventre. Abbiamo dovuto sottoporla a un raschiamento in quanto si presume che il concepimento sia avvenuto circa ad agosto." mi si gelò il sangue sentendo quelle parole.
Mi accasciai sulla sedia prendendomi il viso tra le mani.
Non potevo credere che fosse successo davvero.
Era solo colpa mia.
"Quando possiamo vederla?" Kate non disse nulla a riguardo, ed io avevo paura che da quel momento in poi avesse provato solo odio per me.
"Quando volete. Potete stare con lei fino all'ora di cena. La ragazza passerà qui la notte." detto questo, i dottori ci lasciarono soli.
Io rimasi zitto riportando la testa fra le mani.
"Sarebbe troppo imbarazzante se ti chiedessi com'è successo?" sapevo esattamente quando e come fosse accaduto il tutto: probabilmente mentre eravamo in Giappone...o i giorni successivi.
Avevamo fatto l'amore più volte senza alcuna protezione, e quelli erano i risultati.
Ma non l'avrei detto a sua zia.
Sarebbe stato davvero troppo.
Così, annuii senza aprire bocca.
"Posso almeno chiederti se era ciò che volevate? Voglio dire...voi volevate veramente un figlio?" a quella domanda potevo benissimo rispondere.
"Non proprio: lei ha sempre detto che se fosse accaduto l'avrebbe accettato, ed io mi sarei preso le mie responsabilità. Amo Victoria e farei davvero qualsiasi cosa per lei." quella non era altro che la verità.
La amavo veramente, e sarei stato disposto a tutto pur di non perderla e di essere felice con lei.
"Dai...vai dalla tua Vicky. Io vi raggiungo dopo. Avete molto di cui parlare." finalmente decise di permettermi di raggiungere Victoria.
Non vedevo l'ora di abbracciarla forte.
"Vicky! Amore, come stai? Va meglio?" appena la vidi, mi precipitai da lei, ma Victoria abbassò solo lo sguardo.
"Pensavo che dopo questo...tu non avresti più voluto avere niente a che fare con me..." ammise non osando alzare lo sguardo.
Mi chiedevo come potesse anche solo pensare una cosa simile.
"No! Io ti amo! Ho promesso che mi sarei preso le mie responsabilità, e così voglio fare!" quella era la verità.
Desideravo solo stare con lei.
Poi, il silenzio calò in quella maledetta stanza bianca, come se improvvisamente nessuno dei due volesse più parlare...ma avevamo molto da dirci.
"Potresti...potresti dirmi se tu...lo sapevi? Eri consapevole di essere incinta?" non avevo ancora capito il motivo per cui non me l'avesse detto.
Come poteva non essersi accorta di essere incinta?
"Ti giuro che non ne sapevo nulla. Il ciclo mi è sempre venuto regolarmente, e...e io pensavo di avere solo una semplice influenza stagionale. Se l'avessi saputo, sarei stata attenta. Avrei lasciato la squadra, e...e...Michael mi dispiace...io..." Victoria scoppiò a piangere, ed io feci fatica a trattenere le lacrime.
"Amore...non preoccuparti. Non è colpa tua..." cercai in ogni modo di rassicurarla.
Odiavo vederla piangere.
"Ho fatto una cosa orribile...ho ucciso il nostro bambino...era nostro figlio! Non è giusto che sia finita così!" non riusciva a smettere di piangere, e questo faceva stare molto male anche me.
"Ti prego...non dire così. È stato solo un incidente! Tu non sapevi di essere incinta, e...e la cosa più importante è che ora tu stia bene. Ho avuto così tanta paura..." provare a trattenere le lacrime ormai era inutile.
Scoppiai anch'io.
"Mi sento così tanto in colpa..." lei continuò come se non avesse ascoltato le mie parole.
"Amore, non devi sentirti in colpa. Ormai è successo. Non possiamo farci nulla. Pensa solo al fatto che l'intervento sia andato a buon fine, e che ora tu stia bene. Non so cosa farei senza di te..." le dissi abbracciandola e dandole un bacio sulla fronte.
"Ah! C'è qui tua zia. Ho dovuto chiamarla per forza..." quasi mi ero dimenticato di avvertirla.
Speravo capisse la ragione per cui l'avessi fatto.
Dovevo chiamare almeno qualcuno della sua famiglia, e sua zia era la scelta migliore.
Non potevo di certo chiamare i suoi genitori e dire che avevo messo incinta la loro unica figlia.
"Grazie per tutto ciò che hai fatto per me. Se vuoi...puoi farla entrare..." fortunatamente Victoria non mi urlò contro come mi aspettavo.
Forse non era neanche nelle condizioni di arrabbiarsi.
"Non devi ringraziarmi. A me basta vederti felice. Vorrei solo vederti sorridere..." senza volerlo, lei accennò un sorriso, ed io non potevo che essere contento.
Lasciai passare qualche minuto prima di ricominciare a parlare.
"Comunque credo che dovresti smetterla di farti trovare sempre ricoperta di sangue." era già la seconda volta che ritrovavo Victoria al college ricoperta di sangue, e questa storia doveva finire.
"E tu dovresti smetterla di piangere come un bambino per ogni minima cosa." io mi misi a ridere perché in parte aveva ragione: da quando mi ero reso conto di amarla, non facevo altro che piangere.
Eppure avevo sempre avuto un carattere forte...
"Nego tutto! Non hai le prove!" scherzai facendola ridere.
Era bello che avesse smesso di piangere.
"Dai, stronzetta...ora vado a chiamare tua zia. Tu stai qui tranquilla e non tentare di alzarti!" prima di uscire dalla stanza per chiamare Kate, la avvertii di stare ferma, perché sapevo che sarebbe stata davvero capace di alzarsi.
In ogni caso, quando sua zia ed io tornammo da Victoria, lei non parlò e evitò ogni contatto visivo.
"Sei...sei arrabbiata con me?" dopo un po', Victoria decise di parlare, e sembrava come una piccola bimba indifesa.
"Non posso dire di essere felice. Almeno stai bene adesso?" improvvisamente sembrava che zia Kate fosse diventata molto fredda nei confronti di sua nipote.
"Sì...credo..." ero davvero dispiaciuto per la situazione che si stava creando.
"Sapevi di essere incinta?" Kate le fece la stessa domanda che le avevo fatto io.
"No. Ma non è colpa di Michael. Ho sempre detto che se fosse successo, io l'avrei accettato, quindi...non prendertela con lui, per favore..." Victoria prese subito le mie difese ed io non potevo che ringraziarla.
Almeno aveva confermato ciò che anche io avevo detto a sua zia.
"Non me la prendo con nessuno di voi due. Voglio solo farvi capire quanto sia grande la responsabilità che richiederebbe un figlio! Se non eravate certi di volerlo, potevate almeno usare qualche precauzioni!" avevo come l'impressione che anche se lo negava, zia Kate si stesse arrabbando con entrambi.
"Le abbiamo usate, ma...è stato un incidente! E poi...ho cominciato a prendere la pillola..." per un secondo avevo temuto che lei le raccontasse tutto, ma non lo fece.
"Hai almeno letto le istruzioni? Non funziona come la pillola del giorno dopo! Ci vuole un po' prima che faccia effetto!" effettivamente nessuno di noi due aveva pensato al fatto che avessimo fatto l'amore per una settimana senza nessuna protezione.
"Ormai è andata così. Non c'è bisogno che tu continui con la tua ramanzina. Abbiamo sbagliato, okay? Ma ormai le cose non cambieranno." Victoria aveva pienamente ragione: arrabbiarsi non sarebbe servito.
Ormai quel che era fatto, era fatto.
"Già...ma fatemi il favore di stare attenti la prossima volta." zia Kate sembrava aver ceduto in qualche modo, ed io mi tranquillizzai un po'.
Pensavo che avrebbe ucciso entrambi.
"Potresti non dire niente a mamma e papà? Per favore..." Victoria decise di non rispondere alla richiesta di sua zia, ma fece a sua volta un'altra domanda decisamente più importante.
"Stai scherzando?! Se lo facessi, ci andrei di mezzo pure io! Loro nemmeno sanno che vi ho ospitati entrambi da me a Melbourne. E tanto meno sanno che io sono qui adesso." ci spiegò.
E fortunatamente era dalla nostra parte...o almeno lo speravamo.
Proprio in quel momento arrivò un dottore a dirci di andare via.
Era già l'ora di cena, e l'orario delle visite finiva lì.
"Vic, adesso noi dobbiamo andare. Verremo qui domani, okay?" disse zia Kate.
"Non c'è possibilità che io possa passare la notte qui, vero?" sperai ci fosse una soluzione, perché io volevo restare accanto a Victoria.
"So che vuoi starle vicino, ma non puoi..." lo sapevo bene, e a me non restava altro che arrendermi e stare alle regole di quel maledetto ospedale.
"Mikey..." Victoria mi chiamò cercando di mettersi seduta come per scendere dal letto, ed io andai subito da lei.
"Hey, stai sdraiata." era come una bambina che non riusciva a stare ferma, ed io la spinsi a restare sdraiata.
"Resti ancora un po'?" mi domandò guardandomi con sguardo dolce e speranzoso.
"Amore, non posso. Ma giuro che domani verrò qui il prima possibile, almeno ti porto via da questo posto di merda." non vedevo l'ora di riportarla a casa mia per poter dormire con lei tra le mie braccia.
"Ti amo." mi disse abbracciandomi forte.
"Ti amo Vicky." la salutai con un semplice bacio a stampo e mi allontanai da lei, ma subito mi prese la mano trascinandomi nuovamente verso di lei.
Allacciò le mani sulla mia nuca e facendomi abbassare alla sua altezza, mi baciò ancora chiedendomi l'accesso con la lingua che le concessi senza esitare.
Avrei voluto restare lì a baciarla per lunghi minuti, ma era davvero arrivato il momento di andare.
"A domani principessa. Ti amo." mi allontanai da lei ripetendole quanto io la amassi, poi uscii dall'ospedale con zia Kate.
"Dovrei avercela con voi, ma siete così belli insieme e...non ho mai visto nessuno amarsi così tanto come vi amate voi." zia Kate sorrise.
Era vero: avevamo superato talmente tanti ostacoli, che ormai nulla poteva buttarci giù un'altra volta.
"Non sai quanto! È come se...nulla avrebbe più senso senza di lei." forse non avrei dovuto dire alla zia della mia fidanzata che cosa provavo davvero, ma ero stato sincero.
"Sei un ragazzo meraviglioso. Grazie per tutto quello che fai per Victoria. Aveva davvero bisogno di qualcuno come te, e spero che lei ti stia facendo bene come tu lo stai facendo a lei." Kate nemmeno immaginava quanto Victoria mi avesse fatto bene da quando era entrata nella mia vita, ed ero felice che Victoria la pensasse allo stesso modo.
"Dovrei essere io ringraziarti: ci hai sempre supportato. Sei stata dalla nostra parte, e soprattutto...mi sei stata vicina nel momento del bisogno trattandomi come se anche io fossi tuo nipote..." mi aveva accolto in famiglia come se fossi stato uno di loro, e questo era importante per me.
Lei era come una madre...una madre vera.
Così la abbracciai e lei ricambiò.
"Zia Kate...se vuoi puoi stare a casa mia per la notte, così domani andremo insieme a prendere Vicky in ospedale." le proposi dopo un po', e lei accettò.
Non vedevo l'ora che arrivasse il giorno successivo.
Non vedevo l'ora di rivedere la mia Vicky.
Già mi mancava.

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