CAPITOLO 37

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Victoria's pov
"Vic! Sbrigati per favore!" si lamentò Grace mentre la stavo truccando.
Il giorno della tanto attesa competizione era arrivato.
Erano ore che eravamo lì nella mia camera del college a prepararci.
C'era tutta la squadra, e come ad ogni gara, io diventavo sempre la loro truccatrice e parrucchiera personale.
E come al solito, l'ansia si faceva sentire, ma non solo per Grace.
Eravamo tutte nel panico più totale.
Avevamo sempre paura di arrivare in ritardo a causa delle pettinature e del trucco che doveva essere per tutte identico ed impeccabile.
"Stai ferma! Ho quasi finito. Tu intento comincia a legarti i capelli. Ora arrivo." in men che non si dica finii con Grace.
Mancava solo una delle nostre compagne di squadra, che nel frattempo aveva già fatto ciò che le avevo detto.
"Riempitevi di lacca, poi mettetela in borsa. Ci servirà anche lì." mentre facevo l'acconciatura a una di loro, le altre iniziarono a riempirsi i capelli di lacca per tenere ogni capello al suo posto.
Era uno degli elementi essenziali in una competizione.
Passò quasi mezz'ora, e finalmente tutte eravamo pronte per uscire.
"Abbiamo preso tutto?" chiesi prima di chiudere definitivamente la stanza.
"La lacca c'è. Forcine di scorta...bottigliette d'acqua...sì! C'è tutto! Possiamo andare!" Grace diede un'ultima controllata nella borsa elencando tutto ciò che c'era dentro.
Sembrava esserci tutto.
Non avevamo dimenticato niente.
Così cominciammo ad avviarci verso la palestra dove avremmo fatto il riscaldamento e ripassato la coreografia.
Ovviamente per i primi dieci minuti restammo lì sedute in palestra a cercare di calmarci un po'.
Diedi un'occhiata al mio cellulare, e proprio in quel momento mi arrivò un messaggio con una fotografia in allegato.
*8:32 a.m.; mittente: Idiota<3;

Vi stiamo aspettandoooo! <3*

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Vi stiamo aspettandoooo! <3*

Appena vidi ciò che Michael mi aveva mandato, mi scappò un sorriso.
"Grace! Guarda..." subito richiamai Grace, in quanto anche il suo ragazzo fosse coinvolto.
"Sono già lì? Non pensavo che Michael sarebbe venuto qui davvero. E comunque rispondigli che lo odio! Non può inviare foto così del mio ragazzo! Ora ho voglia di stare con lui..." anche io non pensavo che Michael sarebbe riuscito a svegliarsi così presto nel weekend solo per venire a vederci, ma l'aveva fatto.
Ero così felice che lui fosse lì!
"Hey! Fateci vedere!" le nostre compagne di squadra vennero subito a guardare quella foto, ma non capivo cosa provassero a riguardo.
"C'è anche lui?" chiese una di loro.
"Comunque sono carini entrambi. Guardandolo bene...devo ammettere che anche il tuo amico non è per niente male: ha degli occhi stupendi!" nessuna di loro aveva mai visto Michael di buon occhio, ma forse cominciavano ad accettarlo.
"Sono pienamente d'accordo! Ora iniziamo a fare il riscaldamento. Stanno già arrivando le altre squadre." cercai subito di cambiare discorso, ma in fondo dovevamo cominciare, altrimenti non ci sarebbe più stato abbastanza spazio per noi in quella palestra.
Così tutte ci alzammo, e dopo aver messo via i nostri cellulari e le nostre cose, andammo in un angolo della palestra a provare.
"Ragazze...io mi fermo un attimo, voi andate avanti..." mentre provavamo dovetti fermarmi.
Non riuscivo a respirare.
Sapevo che fosse solo colpa dell'ansia.
Non era la prima volta che mi capitava.
"Stai tranquilla. Cerca di rilassarti, okay?" loro furono comprensibili con me, così rimasi lì seduta per un po'.
Mi alzai solo dieci minuti prima della sfilata di presentazione di tutte le squadre partecipanti.
La gara si sarebbe svolta all'aperto, nel campo da football del nostro college.
Avevano già dato l'ordine di entrata delle squadre, e noi eravamo circa a metà della lista.
Dopo la sfilata, ogni squadra si sedette alla propria postazione ad aspettare.
"Che ansia ragazze! E se mi faccio male?" avevo davvero paura di farmi male un'altra volta: le mie caviglie erano troppo deboli da anni ormai.
Avevo solo paura di dovermi fermare e di dover lasciare tutto.
Non avevo affatto paura del dolore fisico, perché di quello non mi importava: ci ero abituata.
"Vic, non ti farai male. Non preoccuparti, non succederà! E in ogni caso, noi saremo con te. Siamo una squadra." loro cercarono subito di rassicurarmi, ed io mi sentii un po' meglio, ma non del tutto.
La cosa peggiore era che se avessi sbagliato qualcosa, ci avrebbe rimesso tutta la squadra, e non solo io.
"Anche noi ci stiamo cagando addosso dalla paura, ma è normale. È la prima volta che siamo passate in finale. L'importante è essere arrivate fino a qui." continuò un'altra strofinandomi una mano sulla schiena.
Non risposi.
Passai solo lo sguardo sugli spalti notando quante persone fossero lì a guardarci.
Anche se...forse non stavo guardando le persone in generale.
"Vic...sono dall'altra parte!" Grace se ne accorse subito, e mi indicò dove fossero seduti i suoi genitori, Calum e Michael.
Quando puntai lo sguardo verso di loro, vidi Michael sbracciarsi per farsi notare ed io mi alzai per salutarlo con le braccia alzate, finché Calum non costrinse Michael e tornare seduto.
"Credo che tu abbia un fan, cara Vic!" mi disse Grace ridendo e prendendomi in giro.
Ed io, insieme alle altre, mi unii alla sua risata.
"Anche tu ne hai uno. Anzi! Ne hai due! Michael è qui per tutte noi, non solo per me." spiegai, tenendo a dire anche alle altre che Michael avrebbe supportato la squadra, e non me in particolare.
"È questo quello che ti ha detto? E tu gli hai anche creduto? Mike è qui solo per te! Guardalo! Non ti toglie gli occhi di dosso...e guarda come sorride." avevo notato che Michael non avesse smesso un secondo di sorridere.
Sembrava davvero un nostro fan.
Era la prima volta che sentivo così tanto il supporto di qualcuno, ed ero ancora più felice sapendo che era proprio da parte del mio migliore amico.
"Dai! Ora basta! Dopo questa squadra tocca a noi. Cominciamo ad alzarci." ancora una volta volevo cambiare discorso, e il fatto che mancasse solo una squadra prima della nostra esibizione, fu il pretesto perfetto.
"Come tocca a noi? Di già? Oh mio dio che ansia!" Grace si alzò subito in piedi cominciando a saltellare sul posto per scaricare la tensione.
Anche noi ci alzammo, e ognuna trovò un modo diverso per cercare di mantenere la calma il più possibile.
Purtroppo fu fin troppo inutile, ma quando chiamarono il nome del nostro istituto, facemmo il nostro solito gesto scaramantico, ovvero quello di prenderci tutte per mano per poi abbracciarci.
Dopodiché entrammo in campo più cariche che mai, accompagnate dalle urla di tutta la gente sugli spalti.
Ci mettemmo in posizione di partenza, ci lanciammo sguardi di intesa, poi la musica partí e noi iniziammo la nostra esibizione.
Tra una acrobazia e l'altra, la coreografia finí.
Non ci restava che fare il saluto finale e uscire dal campo.
Non potevo credere che fosse già finito.
"Oh mio dio! Ragazze ce l'abbiamo fatta!" appena arrivate fuori dal campo ci abbracciammo forte.
Di errori ce n'erano stati davvero pochissimi, e non erano neanche poi così gravi.
Eravamo felicissime.
Non riuscivamo a contenere la gioia.
"Vi immaginate come dev'essere salire sul podio?" esultò una compagna di squadra.
"Me lo immagino...ma diciamo che qualche errore potevo benissimo evitarlo..." ero contenta dell'esibizione che avevamo fatto, ma pretendevo sempre troppo da me stessa.
"Sei sempre la solita! Sei stata bravissima! Più di me sicuramente..." mi rispose un'altra.
"Ma smettila! Abbiamo fatto tutte una bella gara. Soprattutto tu Grace." continuò un'altra ancora.
Grace era sempre stata la più brava della squadra, ma anche quella che soffriva di più per l'ansia.
"No, no...non è vero! Avevo troppa paura..." inutile dire che Grace era anche molto modesta.
"Non importa. Qualunque cosa abbiamo fatto, ormai è andata. Dobbiamo solo pregare che le altre squadre sbaglino qualcosa." la sportività non era mai stato il nostro forte.
Sapevamo che fosse sbagliato, ma chi non avrebbe sperato in un grave errore di altri per avere il successo per sé stessi?
Era egoistico, e lo sapevamo, ma non potevamo fare a meno di sperarci.
"Vic...c'è qualcuno che ti cerca..." dopo qualche minuto che ci eravamo sedute nuovamente, Grace mi diede una gomitata sorridendo e facendomi un cenno verso gli spalti dove erano seduti Michael e Calum.
Quando puntai lo sguardo sul mio migliore amico, cominciò a dire qualcosa che nemmeno capivo.
Fortunatamente lui se ne accorse, infatti mi fece segno di guardare il cellulare...che ovviamente non avevo lì con me.
"Credo che voglia chiamarti al cellulare..." Grace rise ancora.
"Lo so. Ma credo proprio che dovrà aspettare..." non potevo fare altro.
Eravamo tutte lì e le nostre borse erano in spogliatoio insieme a tutto il resto.
"Non so voi, ma io vado a fare una telefonata al mio ragazzo. Vic? Mi accompagni?" Grace si alzò invitandomi a fare lo stesso.
Lei andava sempre a chiamare Calum dopo ogni competizione...lo faceva sempre.
Ma appena mi alzai e lanciai ancora una volta uno sguardo a Michael, lo vidi fare dei gesti di disapprovazione verso di me.
Come infastidito da un mio comportamento.
Io non feci nulla.
Mi limitai ad uscire dal campo e seguire Grace.
"Ma cosa aveva Michael?!" dissi più tra me e me, che a Grace.
"Secondo me crede che tu te ne sia andata senza dirgli niente. Tieni conto che è la prima volta che vede una gara del genere. Non sa nulla a riguardo." forse aveva ragione lei.
Ma probabilmente Calum gli aveva spiegato come sarebbero andate le cose.
In fondo...lui veniva ad ogni nostra competizione.
"Dai, ora vai a chiamarlo. Io non vedo l'ora di sentire il mio Cal." lei esultò precipitandosi a prendere il suo cellulare dalla borsa, e telefonando immediatamente a Calum senza aggiungere altro.
Io feci lo stesso, ancora indecisa se chiamare Michael, oppure no.
Ma alla fine cedetti e feci partire la telefonata, mentre Grace stava già parlando con Calum.
"Vicky! Dove sei? Ti ho vista uscire con Grace! Io..." Michael iniziò subito a parlarmi con tono preoccupato, ed io mi misi a ridere.
"Mikey! Sono in spogliatoio. È qui che teniamo i cellulari. Come potrei andarmene senza dirti niente?" non avrei potuto farlo.
Oltretutto...non vedevo l'ora di abbracciarlo.
"Quel bastardo di Calum non mi ha spiegato niente! Comunque...posso raggiungerti? O...tu puoi raggiungere me?" mi domandò speranzoso in una risposta affermativa.
"Purtroppo non possiamo vederci adesso...dobbiamo aspettare la fine delle premiazioni. Ma se vuoi andare...vai pure." gli spiegai, anche se ero consapevole che in ogni caso, il podio l'avremmo visto solo con il binocolo.
"Col cazzo che me ne vado! Voglio vedervi salire sul quel cazzo di podio! Siete state fantastiche, porca merda! Tu sei stata la migliore, Vicky! Dico davvero, sei stata bravissima! Non ho parole per dirti quanto..." Michael cominciò a farmi mille complimenti imprecando anche più volte, ma io mi sentii in imbarazzo più che mai.
Ero io quella rimasta senza parole.
Era così carino da parte sua...e non mi sarei neanche mai aspettata tanto supporto.
"Mikey...ti ringrazio per la fiducia, e per tutto ciò che mi hai detto, ma ci sono squadre molto più forti di noi. Sarà difficile arrivare fino a lì." nonostante continuassimo a sperarci, noi sapevamo la verità.
E la verità era che non avremmo puntato troppo in alto per non rimanere deluse.
"Ma vaffanculo! Fidati di me! Vincerete!" insistette.
Sapevo che lo stava dicendo solo perché si sentiva in dovere di farlo.
Ero certa che anche lui sapesse che lì a gareggiare c'erano squadre molto più forti della nostra.
"Non lo so...ci sono ancora una ventina di squadre che devono esibirsi..." mancava ancora molto alla fine della competizione, e ora che l'ansia per l'esibizione era sparita...era presto subentrata l'ansia da podio.
"Che cosa?! Così tante? Verso che ora finirà?" avevo come l'impressione che lui non volesse essere lì, e non potevo dargli torto.
Non sapeva nulla del nostro sport, e probabilmente si stava annoiando a morte.
"Non saprei...sono le tre e mezza adesso. Finirà fra forse due ore comprese le premiazioni. So che è lunga, quindi vai pure a casa. Nel caso ci sentiamo stasera, o ci vediamo domani." cercai di congedarlo dicendogli di andare a casa, e speravo mi ascoltasse.
Non volevo si annoiasse a causa mia.
"Due ore non sono poi così tante! E comunque...starei qui per te anche tutta la giornata." sorrisi nel sentire le sue parole che a me suonavano quasi dolci.
Tutto ciò significava molto per me.
"Grazie Mikey...ti voglio bene, lo sai..." gli sussurrai per non farmi sentire da Grace, ma non mi avrebbe sentita in ogni caso: era troppo impegnata a parlare con il suo fidanzato.
"Ti voglio bene anche io..." detto questo, tra noi calò il silenzio, e solo dopo qualche secondo decisi di rompere di nuovo il ghiaccio introducendo un altro argomento.
"Come va tra tua sorella e Ash?" fu la prima cosa che mi venne in mente.
Speravo solo di non farlo innervosire.
"Fin troppo bene. Ash mi racconta praticamente ogni particolare, anche quando limona con mia sorella. Ora Isabelle è a casa di Ashton. Ogni tanto mi scrivono per assicurarmi che non stanno facendo nulla, ma io conosco abbastanza bene mia sorella da sapere che non è ancora pronta a fare questo passo. Quindi sono piuttosto tranquillo, diciamo così..." non mi aspettavo che Michael mi raccontasse tutto, e ancora meno mi aspettavo che Ashton fosse stato così sincero con lui.
"In ogni caso...questa è la tua giornata, non la loro. Quindi parleremo di te e di quanto tu sia stata fantastica. E siccome sono sicuro che vincerete, cosa ne dici se ti portassi a cena questa sera? Sarebbe solo per...festeggiare...nulla di più." Michael riusciva sempre a trasmettermi tutta la sua felicità.
Erano in momenti come quelli che capivo quanto lui mi volesse davvero bene...quanto lui tenesse a me.
"Mikey...mi dispiace, ma questa sera i miei vogliono che io torni a casa a cenare. Credimi se ti dico che preferirei stare con te, ma..." mi piangeva il cuore a rifiutare una sua proposta così dolce, ma se non fossi tornata a casa, non volevo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo...
"Non preoccuparti...ti capisco. Se vuoi possiamo fare domani, o...quando vuoi. Decidi tu. Sai che per me non ci sono problemi." mi rispose con lo stesso tono di voce dolce che aveva usato prima.
Apprezzavo il fatto che fosse stato così comprensivo con me.
"Se dopo cena riesco ad evadere, possiamo vederci. Altrimenti...facciamo domani come hai detto tu..." speravo di riuscire ad uscire di casa almeno dopo cena, ma già ne dubitavo.
Intanto, Grace aveva già finito di parlare con Calum, e mi fece segno di sbrigarmi, ma io le feci capire che avevo quasi finito.
In effetti, era un po' che eravamo lì.
"Dico davvero Vicky. Come vuoi tu. Basta che mi chiami o mi mandi un messaggio, e io sarò da te." sorrisi alle sue parole.
Era diventato improvvisamente così sensibile...
"Va bene. Lo farò. Intanto aspettiamo di vederci dopo la gara." gli dissi ridendo.
"Quello era scontato! Non vedo l'ora! Scusa...adesso ti lascio perché c'è Cal che comincia a rompermi i coglioni. A dopo Vicky!" lui mi congedò, e dopo aver aspettato che io lo salutassi, mise fine alla telefonata.
"Era ora! Ci ho messo meno tempo io che ero al telefono con il mio ragazzo..." Grace venne subito a sedersi accanto a me sulla panca dello spogliatoio prendendomi in giro.
Forse lei non sapeva che ogni volta le mie telefonate con Michael duravano ore.
"Allora? Com'è andata? Cosa ti ha detto Mike?" mi domandò cambiando discorso.
"Bene! Mi ha fatto mille complimenti e...mi ha invitato a cena per festeggiare...solo io e lui..." confessai abbassando lo sguardo.
Non sapevo perché lo stavo facendo, ma sentii il bisogno di parlarne con lei.
"Ma è fantastico! Prevedo già una bella serata per voi..." Grace mi guardò con sguardo beffardo iniziando a tirarmi delle leggere gomitate sul braccio.
"No Grace! Ho dovuto rifiutare. Ti giuro che mi viene da piangere..." non ero mai stata così dispiaciuta nel rifiutare un invito.
La verità era che sapevo che tornando a casa sarei solo stata male.
Non mi faceva affatto bene passare del tempo con entrambi i miei genitori.
"Per i tuoi genitori, vero?" Grace intuì quale fosse il problema, ed io annuii confermando la sua ipotesi.
"Mi dispiace...ma guarda il lato positivo: lui è qui solo per te, e appena finiremo potrete vedervi." per un momento mi sentii come Isabelle quando non poteva vedere Ashton, ma poi mi resi conto che io non avrei potuto uscire con Michael solo per un'unica sera.
Non doveva essere la fine del mondo, giusto?
"Questo è sicuro..." sorrisi falsamente.
"Dai! Non lasciare che i tuoi genitori rovinino questo momento. Eri così felice fino a poco fa! Pensa solo a che gara fantastica abbiamo fatto e al fatto che presto vedrai Michael! Ora alzati e torniamo dalle altre." Grace cercò di rassicurarmi alzandosi in piedi e invitandomi a seguirla, ed io con un sorriso lo feci.
Aveva ragione: dovevo essere felice che tutto fosse andato per il meglio.
Quello era il nostro giorno.
Perché essere tristi quando c'era solo da festeggiare?!
Quando tornammo dalle altre, erano ancora tutte lì sedute a guardare le esibizioni delle altre squadre.
"Tutto bene con i vostri ragazzi?" ci chiese subito una di loro.
"Tutto bene. E qui? Come sta andando?" Grace capí che io non avessi nessuna intenzione di parlarne, e subito intervenne con un'altra domanda.
Non potei che ringraziarla per questo.
"Diciamo...abbastanza bene per noi: alcune squadre hanno sbagliato molto. Ci sono state parecchie cadute, quindi...possiamo essere felici...per ora." ci spiegarono mettendosi a ridere.
Non mi dispiaceva affatto per chi fosse caduto.
In quel momento mi importava solo della mia squadra.
"Tanto meglio! Quante squadre mancano?" continuò Grace.
"Forse una decina. Tra circa un'oretta faranno le premiazioni." ci dissero ancora le altre.
Davvero eravamo rimaste a parlare al telefono per quasi un'ora?!
Non potevo crederci.
Beh, almeno il tempo era passato, e ora sarebbe passato ancora più in fretta.
Mancava sempre meno al momento decisivo, e noi non facevamo altro che agitarci sempre di più.
Ma finalmente l'ultima squadra aveva appena finito di esibirsi.
Ora dovevamo solo aspettare che tirassero le somme dei punteggi.
Aspettammo forse ancora un quarto d'ora, poi arrivò il momento della sfilata finale.
Tutte le squadre si trovavano al centro del campo, in fila e in ordine di entrata, esattamente come all'inizio.
Iniziarono a chiamare le squadre vincitrici a partire dal decimo posto, per poi salire fino al primo.
"Ragazze...è stato bello, ma...mi sa che possiamo tornare a casa anche adesso..." affermai ridendo quando ormai erano già arrivati alla squadra che era arrivata al quinto posto.
Non avevamo più speranze ormai...
"Già...sono d'accordo. Speravo almeno in un quinto posto..." tutte noi eravamo già deluse, pronte a lasciare quel campo a mani vuote.
"Al secondo posto, troviamo la squadra dell'istituto che ha ospitato tutto questo! Un bell'applauso per loro!" annunciò una voce metallica al megafono.
Per qualche secondo ci guardammo negli occhi.
Nessuna di noi capiva cosa stesse succedendo, e nessuna di noi aveva capito che quel secondo posto fosse proprio il nostro.
Improvvisamente, quando realizzammo di essere proprio noi, urlammo forse un po' troppo forte, per poi abbracciarci forte e sfilare ordinatamente verso il podio.
Proprio durante quel tragitto che sembrava infinito, negli altoparlanti partí 'We Are The Champions' dei Queen.
Niente di più emozionante.
Finalmente salimmo sul secondo gradino del podio, e un giudice venne a portarci medaglie e trofeo.
Poi chiamarono la prima squadra classificata, e dopo che i fotografi finirono di scattare le loro mille fotografie, la canzone divenne solo un leggero suono di sottofondo.
Era arrivato il momento di scendere e di tornare in spogliatoio tra l'esultanza e le urla della gente.
"Oh mio dio! Non ci posso credere! Ce l'abbiamo fatta!" esultò una nostra compagna di squadra.
Per l'ennesima volta ci avvicinammo per l'ennesimo abbraccio di gruppo, e dovevo ammettere che qualche lacrima scappò anche a me, e non solo a loro, ma cercai di trattenermi.
"Siete le migliori! Non potrei desiderare una squadra e delle amiche migliori di voi!" dissi non tentando nemmeno di uscire da quell'abbraccio.
A quel punto, ognuna di noi recuperò le proprie cose, e mentre le altre se ne andarono, Grace ed io restammo lì ad aspettare che tutta la gente presente diminuisse.
Ero così felice ed emozionata!
Stavo provando troppe emozioni in quel momento.
"Credo che ora possiamo uscire. I ragazzi ci staranno aspettando fuori." Grace mi sorrise prendendomi per mano e trascinandomi letteralmente fuori da lì.
C'era meno gente di prima, ma si faceva comunque fatica a camminare.
Forse tenerci per mano era l'unico modo per non perderci.
"Vic? Tu li vedi?" ci fermammo fuori dal campo, nel punto in cui c'era meno gente.
Ci guardammo un po' attorno, ma non riuscivamo a vedere nessuno, né Michael, né Calum, né la famiglia di Grace.
Ad un certo punto sentii qualcuno arrivare da dietro e delle mani a coprirmi gli occhi.
Toccai quelle mani, e subito riconobbi di chi si trattasse.
Mi girai di scatto, e senza pensarci due volte saltai in braccio a Michael, avvinghiandomi completamente su di lui come un koala.
"Mikey!" urlai sentendo le sue braccia stringermi forte sulla mia schiena.
"Hey campionessa! Te l'avevo detto! Te l'avevo detto che ce l'avresti fatta! Bravissima! Complimenti!" lui continuò a complimentarsi con me facendomi sentire talmente tanto in imbarazzo che mi nascosi appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Grazie Mikey! Nessuno se lo aspettava..." era la verità: noi eravamo anche già pronte a tornare a casa prima della premiazione.
"Nessuno a parte me. Io sapevo che ce l'avresti fatta." sorrise.
"Ora vuoi che ti riporti a casa così?" mi chiese, facendomi notare che ero ancora in braccio a lui.
"Se ti fa piacere...perché no?" scherzai, stringendomi ancora di più a lui.
Stavo così bene in braccio a lui, perché avrei dovuto scendere?
Lui fece due passi poi si fermò.
"Okay...non penso che sia una buona idea. Stavo già cadendo. Mi dispiace dirtelo, ma devi scendere." a volte mi chiedevo come facesse ad avere un equilibrio così scarso.
Ma non mi restava altro da fare che accontentarlo, e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, mi staccai da lui dando forse un po' troppa spinta indietro.
Infatti, entrambi cademmo con il sedere sul terreno, richiamando immediatamente l'attenzione di Calum e Grace.
"Ma che cazzo...?! Ma com'è successo?" Calum venne subito verso di noi porgendomi un mano per aiutarmi ad alzarmi, poi io feci lo stesso con Michael.
"Vi ho mai detto che siete due deficienti?" Calum rise, rivolgendosi principalmente a Michael.
"È colpa sua! Vicky! Io non faccio parte della tua squadra, se dai una spinta così quando sei in braccio a me, volo per terra! Le mie gambe non reggono come le vostre..." effettivamente non avevo pensato a questo, ma non pensavo potesse succedere.
"Comunque non ti sei fatta male, vero?" aggiunse lui.
"Se ti vedessero, ci toglierebbero il secondo posto..." Grace intervenne scherzando riguardo alla mia caduta, ma sapevo che forse aveva ragione, ed io mi misi a ridere.
"È probabile. Sono ancora sporca?" rialzandomi avevo cominciato a pulirmi i vestiti che forse si erano sporcati di terra, e chiesi a Grace se potesse controllare se fosse tutto a posto.
Così mi girai di schiena verso di lei per farle guardare meglio.
"Aspetta...ecco, ora sei a posto..." lei mi aiutò a pulirmi sul sedere, in quanto fosse la parte con cui ero caduta sulla terra.
"Perché non possiamo guardare anche noi?" intervenne Calum.
"Vicky, se vuoi ti aiuto io a pulirti, vieni qua!" aggiunse Michael.
"Michael! Tieni giù le mani!" sapevo che non mi avrebbe toccato, ma era meglio mettere le cose in chiaro scherzandoci un po' su.
"Tu invece vieni qua! Non hai nulla da guardare! Sappi che ti tengo d'occhio!" Grace rimproverò subito Calum per il suo commento che lei considerava inopportuno.
Effettivamente lo era, ma ormai non ci facevo più caso: ero talmente tanto abituata a quei commenti...
"Sì signora..." Calum sbuffò, per poi raggiungere la sua ragazza a testa bassa.
"...'si signora' un cazzo! Se fai il deficiente ci metto un attimo a rompere con te, sai?" lei continuava a minacciarlo, ma a lui sembravano non fare effetto le minacce di Grace.
Forse sapeva che lei non l'avrebbe mai lasciato.
"Non ce n'è bisogno. Io amo solo te, amore mio." Calum non esitò a baciarla, e Grace ricambiò senza problemi.
Il loro amore era evidente, ed io ero semplicemente schifata.
"Mikey...ti prego, andiamo via. Non posso più vedere questi due..." i due erano ancora lì a baciarsi, come se noi fossimo improvvisamente scomparsi.
Il mio essere single implicava odiare con tutta me stessa le coppie felici, soprattutto se si trattava di qualcuno dei miei amici.
L'amore mi faceva semplicemente schifo.
"Direi che è una buona idea. Andiamo. Ti accompagno a casa." Michael forse la pensava come me, così ce ne andammo raggiungendo poi la sua moto nel parcheggio del college.
"Mikey? Ti va di fare un giro? Magari anche solo una mezz'oretta...se ti va." sarei anche stata disposta ad arrivare tardi a casa pur di vedere il meno possibile i miei genitori.
"Va bene. Ma mettiti questa." Michael mi diede la sua giacca prima di salire in moto e mettersi il casco.
Io rimasi lì a guardarlo perplessa cercando una sua risposta.
"Perché? Non fa freddo..." non capivo perché insistesse tanto.
"Sei mezza nuda! Tu non vai in giro così neanche se sei con me!" non pensai nemmeno che stesse esagerando.
Aveva ragione, e infatti lo ascoltai.
La sua giacca era talmente lunga da coprirmi quasi fino alle ginocchia.
In fondo...stava grande anche a lui.
"Così va meglio?" gli chiesi ridendo, e allargando le braccia per farmi vedere meglio da lui.
"No, ma sicuramente va meglio di prima. Se quando siamo in centro qualche ragazzo di guarda, lo uccido con le mie stesse mani!" improvvisamente diventò geloso.
Dovevo ammettere che non mi dispiaceva affatto quel suo comportamento protettivo nei miei confronti.
Solitamente mi avrebbe infastidito, ma non quella volta.
"Come se ne saresti realmente capace...! Dai, parti idiota!" a quel punto indossai il casco, salii, e senza aggiungere altro, lui partì.
Quando arrivammo, iniziammo a camminare per le vie del centro ridendo e scherzando.
"Se vuoi qualcosa dimmelo. Non posso offrirti la cena, quindi lascia che almeno io ti offra un gelato, o...qualsiasi cosa..." si offrì gentilmente.
Non sapevo cosa dire.
Non volevo fargli spendere neanche un centesimo per me.
Mi bastava passare del tempo con lui.
"No Michael...va bene così. Non preoccuparti. Comunque...grazie..." rifiutai anche perché sapevo che se avessi mangiato qualcosa a quell'ora, poi a cena non avrei mangiato più nulla.
E poi chi spiegava ai miei genitori che ero uscita con il mio nuovo migliore amico?
Ero certa che non avrebbero mai accettato Michael.
Forse lui non era come noi...non era nem il classico bravo ragazzo che i miei genitori avrebbero approvato.
Loro volevano qualcuno come Calum, o come Luke.
Non mi avrebbero permesso nemmeno di essere amica di Michael.
E in fondo era ciò che ero per lui.
"Che palle...dovremo rimandare anche questo a domani quindi?" entrambi eravamo dispiaciuti, ma non c'era altra soluzione.
"Mi dispiace..." non sapevo cosa dirgli se non scusarmi e abbassare lo sguardo in segno di sconfitta.
"Hey...ti ho detto che è tutto a posto, okay? Domani possiamo stare insieme anche per tutto il giorno. Ma promettimi che mi permetterai di portarti a festeggiare." a tutto ciò c'era una sola condizione, e quale migliore condizione di quella?
"Promesso! Questa sera ci metteremo d'accordo." se voleva festeggiare, non potevo impedirglielo.
"Allora aspetterò un tuo messaggio. Ora però ti riporto a casa. Non credi che si sia fatto tardi?" non mi ero accorta che fosse già così tardi.
Dovevo già tornare a casa...
"E va bene. La mia tortura comincia adesso..." confessai sbuffando e cominciando ad avviarmi con lui verso la sua moto.
"Adesso? Aspetta almeno mezz'oretta..." lui rise ricordandomi che in quel momento fossimo ancora solo lui ed io.
"In effetti...finché ci sei tu non posso considerarla tortura." con lui stavo bene...era inutile negarlo.
Ma appena salii sulla sua moto e partimmo verso casa mia, il mio umore cambiò radicalmente.
"Grazie per il passaggio." appena arrivammo scesi e lo ringraziai.
"Figurati. Te lo dovevo. Ci sentiamo dopo." mi sorrise.
In quel momento mi ricordai della sua giacca e subito me la tolsi per dargliela.
"Se vuoi tienila." mi rispose subito lui.
Avrei anche potuto accettare...anche se ormai nell'armadio avevo più vestiti suoi che miei...ma non potevo.
"Pensi davvero che sia il caso?" gli dissi, facendo un cenno verso casa mia.
Cosa avrebbero detto i miei genitori?
Avrebbero sicuramente pensato male, e avrebbero anche fatto di tutto per scoprire chi fosse quel ragazzo...e subito dopo mi avrebbero vietato di vederlo.
Era meglio non correre il rischio.
"Già...forse no. Allora...io vado. Ciao Vicky. E ancora complimenti per la gara." Michael mi abbracciò forte, poi risalí sulla sua moto e andò via.
Ora potevo davvero dire che la mia tortura sarebbe cominciata...o forse no.
Magari sarebbe stata una semplice e tranquilla serata.
Io ci speravo...

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