CAPITOLO 25

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Victoria's pov
Quella mattina, dire che ero furiosa era dir poco.
Nonostante avessi dormito a casa di Luke apposta per sbollire la rabbia, sembrava non aver affatto funzionato.
Continuavo a ripensare a come fosse finita l'amicizia tra me e Michael, e anche se cercavo di nasconderlo, faceva più male di quanto potessi pensare.
Oltretutto...Luke sarebbe uscito prima per andare a prendere Jenna.
Così, me la presi con più calma: mi alzai, andai a farmi la doccia, e andai a prendere i miei vestiti nell'armadio in camera di Luke.
Beh...era bello girare per la casa solo in mutande e reggiseno.
Ovviamente mi era permesso farlo solo perché il mio migliore amico era già uscito di casa.
Feci anche in tempo ad andare in cucina e mangiare alcuni pancakes alla Nutella che mi aveva lasciato Luke.
Non facevo mai colazione, ma come potevo rinunciare ai pancakes di sua madre?
Quando finii, presi la borsa, uscii e chiusi la porta di casa.
Poi salii sulla mia auto che avevo lasciato davanti a casa di Luke, e guidai fino al college.
Appena arrivai, non passai neanche dalla caffetteria.
Non volevo vedere nessuno.
Così mi recai direttamente nella mia stanza del college.
Prima di entrare, però, appoggiai l'orecchio alla porta per sentire se Michael fosse ancora lì.
C'era solo silenzio in quella stanza, così aprii.
Quando entrai, infatti, c'era solo Isabelle seduta sul suo letto con un libro in mano.
A volte mi chiedevo cosa la spingesse a passare tutto quel tempo a studiare...
"Ciao..." salutami Isabelle senza aggiungere altro, e il suo sguardo si alzò verso di me.
"Ciao Vic! Come stai?" mi chiese subito sorridendo.
"Odio tutti..." ammisi sbuffando e buttandomi sul mio letto.
Riuscivo ancora a sentire il profumo di Michael sul mio cuscino e tra le coperte, il che mi piaceva parecchio.
Era come...in qualche modo rassicurante, ma era anche così...strano.
Non capivo...
"Ah...come al solito quindi..." beh aveva ragione.
Io odiavo tutti in ogni caso, ogni singolo giorno dell'anno.
Anche se quel giorno sentivo quell'odio molto più del solito.
Ancora una volta, era colpa di Michael.
"E Michael?" domandai dopo qualche minuto di silenzio.
Forse non avrei dovuto chiederlo, più per una questione di orgoglio, ma volevo saperlo realmente.
Nonostante tutto, ero preoccupata per lui da quando avevo saputo come aveva reagito tornando nella nostra stanza.
"È uscito prima che arrivassi te. Non mi ha nemmeno rivolto la parola...ma non penso che stia bene." ammise sospirando e abbassando lo sguardo.
Ero certa che lei avesse provato a parlargli, e che lui si fosse limitato a guardarla male come faceva con chiunque lui non volesse parlare.
"Davvero? Pensavo fosse riuscito a dormire..." forse mi stavo interessando troppo alla sua salute.
In fondo...a lui non importava di me...
"Infatti è così! Oltretutto...ti ha anche rifatto il letto. Apprezzalo perché non ha mai rifatto nemmeno il mio quando glielo chiedevo. In ogni caso...non credo proprio che stia male fisicamente. È solo di pessimo umore. Diciamo...più del solito: lui è sempre di pessimo umore." mi spiegò.
Mi sembrava strano ciò che aveva detto: Michael non era mai stato di pessimo umore da quando l'avevo conosciuto.
"Ti ha detto che è colpa mia, vero?" le chiesi sospirando.
"No. Te l'ho già detto: non mi rivolge la parola da ieri sera. È solo entrato qui iniziando a tirare pugni al muro, mi ha chiesto scusa, e poi si è messo a dormire nel tuo letto. Non mi ha dato nemmeno il tempo di parlare. E comunque non penso che sia colpa tua. Cioè...in parte forse lo è, ma la maggior parte della colpa è mia. Sappiamo entrambe il motivo..." forse avrei dovuto sapere che Michael non sarebbe nemmeno riuscito a parlarle.
Ma almeno Isabelle era stata sincera dicendomi che in parte ero io la causa del malumore di Michael.
Non sapevo se sentirmi in colpa, oppure no.
Avrei solo voluto vederlo sorridere.
Ma in fondo, che senso aveva volerlo se nemmeno io riuscivo ad essere felice?
"In ogni caso...fra pochi minuti suonerà la campanella. Cosa ne dici di avviarci alle nostre classi?" Isabelle si alzò, mentre io rimasi ancora qualche secondo sdraiata sul letto, affondando il viso nel cuscino per sentire meglio il profumo di Michael.
"Allora? Vieni? O resti lì?" mi domandò ancora, in quanto non le avessi risposto.
"Non so...oggi ho praticamente tutte le lezioni in comune con tuo fratello..." la verità era che se ci fossimo incontrarti, avremmo sicuramente ricominciato a litigare.
"Cosa ti importa di lui?! Dai! Alzati a vai a lezione!" era strano che fosse proprio lei a dirmi di lasciare perdere suo fratello, ma forse dovevo farlo.
"Sì...arrivo..." alla fine cedetti.
Aveva ragione lei...anche se non l'avrei mai ammesso.
Pensai anche di interessare di più a Isabelle, piuttosto che a mia madre.
A quel punto mi alzai con svogliatezza, raggiunsi Isabelle, e insieme uscimmo dalla stanza per raggiungere la nostra classe.
Com'era possible che Isabelle si stesse rivelando un'amica?
Solitamente non la sopportavo...
"Io ho lezione all'ultimo piano. Ci vediamo dopo Vic." lei mi salutò, poi salí le scale, ed io rimasi su quel piano: fortunatamente non dovevo salire anch'io fino all'ultimo piano.
Quando entrai in classe, il professore non c'era ancora, ma entrò subito dopo di me.
"Michael! Levati da qui!" purtroppo, avevo la lezione in comune con lui, e con nessun altro.
Se solo ci fosse stato Luke...
"Che cazzo vuoi? Levati tu!" lui sbottò guardandomi negli occhi con rabbia.
Se pensava che in quel modo io avessi ceduto, si sbagliava di grosso.
"No! Non ho intenzione di cambiare posto solo perché ci sei tu qui! Vattene!" non volevo stare accanto a lui, e tantomeno avrei voluto discutere ancora con lui...anche se ormai lo stavo già facendo.
"E perché dovrei spostarmi io? Sono arrivato prima di te!" insistette lui con quella sua solita aria da menefreghista.
Già non lo sopportavo più...
"Sono qui in questo college da più anni di te, e questo è sempre stato il mio posto! Quindi levati dal cazzo!" continuai cercando di convincerlo a cambiare posto.
"Oh cara Victoria...ci sono molte cose che tu non sai su di me..." aveva uno sguardo di sfida.
Sapevo che mi stava nascondendo molte cose, ma nemmeno mi interessava.
"Non me ne frega un cazzo! Michael, togliti! Voglio solo sedermi al mio cazzo di posto! Lontano da te!" ero già stanca di litigare...non ne potevo più.
"Dove pensi che possa andare? Non ci sono altri posti liberi, e anche se ci fossero, non mi muoverei da qui comunque." in quel momento avrei tanto voluto prenderlo a pugni davanti a tutti.
E in effetti...cosa mi fermava dal farlo?
"Hey! Voi due! C'è qualche problema? La lezione è già cominciata!" ovviamente il professore ci interruppe.
Era sempre lo stesso.
Proprio quello che aveva sempre odiato me e Michael fin dal primo giorno.
"Sì! Il problema è che questo idiota non vuole levarsi dalle palle! E io non voglio stare
vicino a lui!" alzai la voce, cercando di spiegare al professore cosa stesse succedendo.
"Nemmeno io voglio stare vicino ad una stronza come te, ma devo per forza perché non c'è un altro cazzo di posto libero! Lo capisci?" Michael si alzò in piedi, sbattendo le mani sul banco, come se il professore non si fosse rivolto a lui.
"Moderate il linguaggio, tutti e due!" ancora una volta eravamo stati zittiti.
"Se non vi vanno bene questi posti, potete benissimo accomodarvi fuori! Forza! Uscite!" come al solito quel professore ci mandò fuori dalla classe.
Che novità...
"Ma io che cazzo c'entro?! Ha fatto tutto lei!" Michael protestò.
"Quante cazzate! Sei solo un..." venni interrotta a metà della frase, e forse fu stato meglio così: avrei potuto cominciare a tirare fuori gli insulti peggiori.
"Adesso basta! Ho detto di andare fuori! Uscite!" a quel punto, io presi la mia borsa, lanciai un'occhiataccia a Michael, e uscii a passo svelto sbattendo la porta alle mie spalle.
Quando giunsi in corridoio, solo dopo pochi secondi sentii la porta sbattere nuovamente.
"Rischio l'espulsione, cazzo! Se succederà, sarà solo colpa tua! Sei una stronza!" lui sbottò venendo subito verso di me.
"Non puoi essere espulso solo perché ti hanno sbattuto fuori dalla classe! A me succede di continuo, eppure sono sempre qui! Se tu sei un coglione, non è colpa mia! Assumiti le tue responsabilità!" non poteva scaricare tutta la colpa su di me.
Non era solo colpa mia se venivamo sbattuti fuori ogni giorno.
"Vogliamo parlare di responsabilità?! Bene! Allora facciamolo! Ma forse dovresti essere tu ad iniziare ad assumertene un po', e sai perché? Ti ricordi quando siamo rimasti bloccati nell'aula abbandonata? Beh, ci hanno beccati in pieno! Era inevitabile che succedesse! E sai chi si è assunto la colpa di tutto? Io, Vicky! Io mi sono assunto la colpa! L'ho fatto per coprire te, e non ti ho detto niente fino ad ora per non farti sentire in colpa! Ma sai cosa? Me ne sto pentendo..." non mi sarei mai aspettata un gesto simile da parte sua.
Michael mi aveva coperto per tutto quel tempo rischiando anche l'espulsione...e io non ne sapevo niente.
Non sapevo neanche cosa dire...
"Già...non te lo aspettavi, vero?! Per una volta metti da parte l'orgoglio come ho fatto io..." il suo tono di voce si abbassò, forse anche lui si era stancato di litigare.
"Tu?! Tu non l'hai fatto! E i risultati si vedono su tua sorella! A causa del tuo orgoglio lei sta soffrendo! Impara ad ascoltarla!" non potei fare a meno di attaccarlo ancora.
Non potevo perdere.
Almeno io ero in grado di ammettere che non sarei mai riuscita ad accantonare il mio orgoglio.
"Ma cosa cazzo stai dicendo?! Mi sono scusato con lei!" sapevo che fosse vero, ma sapevo anche che quelle scuse non fossero sincere.
"Ed è servito a qualcosa? Le cose sono cambiate? Io non credo proprio!" anche se si era scusato, le cose non erano cambiate.
"È vero, non è cambiato nulla! Ma non permetterò a quella testa di cazzo di uscire con mia sorella!" Michael alzò ancora la voce.
Ogni volta che si parlava di Ashton, Michael impazziva letteralmente.
"Perché no? Non puoi semplicemente dargli una possibilità? Chi ti dice che lui non possa cambiare? Conoscerai amche Ashton da anni, ma non hai ancora capito chi è, e forse nemmeno io, ma so per certo che è una persona fantastica e..." ancora una volta cercai di difendere Ashton.
Era un mio amico, e nonostante fosse il mio ex ragazzo, ero ancora molto legata a lui.
"Non dirlo! Non aggiungere altro! Non me ne frega un cazzo di ciò che pensi di Ashton! Ne abbiamo già parlato ieri sera, e sai già qual è la mia risposta: vai da lui! Ti piace tanto? Allora non rompere i coglioni a me!" non capivo cosa volesse dire.
Il suo discorso non aveva senso...o forse si...
Magari pensava che se io fossi tornata con Ashton, lui avrebbe lasciato in pace sua sorella.
O forse era solo ciò che volevo che lui intendesse...
"Sai? Forse dovrei, ma non sono io a dovermene andare! Perché non lo fai tu?" di certo non l'avrei lasciato vincere.
Non sarebbe mai successo.
Soprattutto perché non accettavo ordini da nessuno...tanto meno da lui.
"Non capisci un cazzo!" urlò dirigendosi nervosamente verso il muro.
Sapevo cosa avrebbe fatto, ma lo fermai in tempo prendendogli le braccia, e bloccandogliele subito.
"Lasciami!" sbottò lui dimenandosi.
Riuscì a liberarsi dalla mia presa senza tanto sforzo, ma io cercai comunque di non fargli fare cazzate afferrandogli il braccio.
Non potei fare a meno di guardare la sua mano: le nocche erano già tutte livide e tagliate.
Mi chiedevo con quale forza avesse colpito il muro la sera precedente, e soprattutto...quante volte l'avesse fatto...
"Guarda cos'hai fatto..." sussurrai, prendendogli la mano, e sfiorando delicatamente le sue nocche.
Vidi una smorfia di dolore sul suo volto, che ovviamente cercò di nascondere.
"Non sono cazzi tuoi! Non farmi la predica! Lo fai anche tu..." con un gesto brusco ritirò la mano, infilandola nella tasca della sua giacca in modo che io non potessi vederla.
Michael aveva ragione: lo facevo sempre anche io, e spesso anche io mi riducevo le mani così, ma non sapevo spiegarmi il motivo per cui facesse più male vederlo su di lui.
"Ah! Scusa tanto se mi preoccupo per te!" ricominciai ad attaccarlo con il solo scopo di farlo sentire in colpa, anche se non ci sarei sicuramente riuscita.
"Da quando ti preoccupi per me? Non te n'è mai fregato un cazzo! È già tanto se possiamo considerarci amici!" ci rimasi davvero male nel sentire quella sua ultima frase.
Forse avevo corso troppo.
Io lo consideravo uno dei miei migliori amici, ma sembrava che per lui non fossi niente...neanche una semplice amica.
Per qualche secondo ci guardammo dritti negli occhi, ed io avevo già paura di poter cedere.
"Senti Vicky...io non intendevo..." forse si era pentito di ciò che aveva detto...oppure era ricaduto nella falsità.
Ormai non capivo più se almeno con me fosse sincero, o se mi avesse sempre mentito...
"Troppo tardi. Delle tue scuse non me ne faccio un cazzo. Soprattutto se non pensi davvero ciò che dici." a quelle mie parole, Michael alzò gli occhi al cielo.
"Proprio come pensavo..." sospirai non abbassando lo sguardo nemmeno per un secondo.
Era una questione di orgoglio.
Come al solito.
"E che cazzo! Aspetta! Se solo tu sapessi che io..." lui iniziò a dire qualcosa quasi con aria indifferente.
Ancora mi chiedevo cosa ci facessimo lì...
"Fanculo..." dissi a bassa voce per poi voltarmi e camminare lungo il corridoio, pronta a recarmi alla lezione successiva.
Anche quella ce l'avevo in comune con Michael, ma almeno ci sarebbe stato anche Luke.
Non persi tempo ad entrare in classe appena suonò la campanella, così da poter prendere posto, e occupando anche quello a fianco a me dove si sarebbe seduto Luke.
"Hey Vicky! Posso sedermi qua?" Luke arrivò.
Sapeva che solitamente mi sedevo accanto a Michael, ma quel giorno non sarebbe successo.
"Secondo te? Ti ho tenuto il posto apposta per stare lontano da quell'idiota..." replicai.
Dopodiché Luke si sedette, pronto ad ascoltare ciò che avevo da dire, anche se non era molto, e in ogni caso avrei detto ben poco.
"È inutile chiederti se avete litigato ancora, vero?" aveva capito tutto.
Anche se non era tanto complicato intuirlo.
"Già...è ovvio che sia successo. In fondo...è già tanto se possiamo considerarci amici..." spiegai velocemente, ripetendo le esatte parole che Michael aveva detto a me.
Perché faceva così male?!
"Ti assicuro che non lo pensa davvero. È il mio migliore amico e so molto riguardo a voi." Luke cercò di difendere Michael, e ancora non capivo quali fossero le sue intenzioni.
"Ti parla di me? E perché dovrebbe?" ciò che mi stupiva di più era proprio il fatto che io nascondessi ogni cosa a Luke, mentre Michael gli raccontava tutto.
"Non mi parla di te. Mi parla di voi. Diciamo che...mi racconta come passate le giornate, ciò che fate...cose così. Per questo posso dirti con certezza che non pensa davvero ciò che ti ha detto. Sei l'unica persona a cui abbia mai detto anche un semplice 'ti voglio bene'. Lui tiene davvero a te." avevo come la sensazione che Luke si stesse inventando tutto per farci tornare amici, ma era davvero un illuso se pensava che avrei ceduto così facilmente.
"Quante cazzate...! Se tenesse davvero a me, non mi avrebbe trattata in quel modo. Ora, se la smettessimo di parlare di lui, sarebbe anche meglio." conclusi tirando fuori il necessario per la lezione, e ignorando Luke per qualunque cosa avesse avuto intenzione di dire.
La lezione era già cominciata, e fortunatamente Luke non parlò più.
Ne avevo abbastanza dei suoi discorsetti moralisti.
Cercavo di seguire la lezione, ma non potevo fare a meno di continuare a guardare la porta.
Michael non arrivava.
Pensavo fosse in ritardo, ma ormai la campanella era suonata da venti minuti.
"Non credo che verrà..." Luke notò subito che avevo smesso di seguire la lezione già da un po', e forse aveva anche capito il motivo.
"Può fare quel cazzo che vuole! Non mi importa di lui!" subito ricominciai a prendere appunti sul mio quaderno facendo credere a Luke che le sue supposizioni fossero sbagliate.
"Perché continui a mentire? Sono venti minuti che guardi la porta! Pensi che io sia scemo?" a volte mi chiedevo come Luke riuscisse a capire sempre come mi sentissi.
Ma fortunatamente non sempre era così...
"In realtà...sì!" già...pensavo davvero che fosse scemo, e non mi facevo problemi a dirglielo in faccia.
"Molto divertente Vicky! So che vuoi sapere di lui. Allora perché non gli scrivi?" nemmeno sapevo se volevo davvero saperlo.
Ma continuavo a pensare che sarebbe stato meglio non vederlo e non sentirlo.
"Chiudi quella cazzo di bocca!" non ne potevo più di sentirlo parlare.
Era semplicemente ridicolo!
In ogni caso, Luke rimase zitto lanciandomi qualche occhiata ogni tanto.
Intanto io non riuscivo a smettere di guardare il cellulare.
Perché ero così preoccupata?
Era come se avessi delle brutte sensazioni, ma ero certa di sbagliarmi.
Ero solo paranoica.
"Luke! Scrivi a Michael." dissi senza neanche pensarci.
Ero sempre così impulsiva!
Non potevo semplicemente stare zitta?!
"Ho il cellulare spento. Ma perché dovrei?" mi domandò subito, parlando con tono perplesso.
"Non importa..." non sapevo cosa dire.
Volevo solo ritirare tutto, ma continuavo a sentire quel senso di preoccupazione dentro di me.
Iniziai a mordicchiarmi le pellicine delle dita, e cominciai a muovere su e giù le gambe.
Come se l'ansia avesse preso il sopravvento.
"Vicky? Stai bene?" mi chiese Luke.
"No! Cioè...sì..." non sapevo nemmeno dargli una risposta.
Adesso quella ridicola e patetica ero proprio io.
"Se non te la senti di restare in classe, dillo al professore." Luke cercò di rassicurarmi accarezzandomi la schiena, ma funzionò ben poco.
Io gli lanciai un'occhiata, dopodiché alzai la mano per richiamare l'attenzione del professore.
Appena mi diede parola, gli dissi che non mi sentivo molto bene e che avevo bisogno di uscire.
Mi fu concesso di farlo, e dopo aver recuperato tutta la mia roba, salutai Luke, e uscii dalla classe.
Appena mi trovai tra i corridoi, diedi un'ennesima occhiata al cellulare.
Nessuna notifica.
Poi, senza alcuna ragione, mi diressi nel bagno dei maschi.
"Brooks? Credo proprio che tu abbia sbagliato bagno. O sei qui per qualcos'altro?" un ragazzo che nemmeno conoscevo mi provocò.
Ero abituata a certe battutine, ma spesso faceva male sentirle.
"Stai zitto, testa di cazzo!" lo ripresi con tono pieno di rabbia, per poi percorrere tutto il bagno e notare che lì eravamo solo in due.
Uscii senza neanche guardare in faccia quel ragazzo.
Tutto ciò che potevo fare era rinchiudermi nella mia stanza come facevo sempre, ma quel senso di ansia non voleva sparire.
Così, a passo svelto andai verso la mia camera.
Ma quando aprii la porta, subito mi resi conto di non essere sola.
"Scusa...la metto via subito." Michael era lì in mezzo alla stanza a suonare la mia chitarra, ma appena mi vide, staccò tutti i cavi e la ripose velocemente.
"Come hai fatto ad entrare?" fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Ero letteralmente bloccata lì davanti a lui, all'ingresso della camera.
"Ho chiesto le chiavi a mia sorella. Non pensavo che..." iniziò a giustificarsi, ma io lo interruppi subito e andai verso di lui.
"Michael...ma stai sanguinano! Cos'hai fatto?" gli presi immediatamente le mani, vedendo che le sue nocche erano messe molto peggio di prima.
"Lascia stare...non sono cazzi tuoi..." Michael ritirò subito le mani, e andò a sedersi sul mio letto.
Tutto ciò che fece fu strofinarsi il viso con le mani, dopodiché si sdraiò iniziando a fissare il soffitto.
"Michael! Alzati!" gli imposi ricevendo solo un secco 'no' come risposta.
"Ho detto di alzarti! È il mio letto e decido io! Alzati, cazzo!" finalmente mi diede ascolto, e si mise in piedi esattamente di fronte a me.
"E ora che ti ho ascoltato? Cos'hai intenzione di fare?" aveva un tono di sfida, e i suoi occhi erano puntati nei miei.
Non sapevo cosa si aspettasse da me, ma io ero sicura di ciò che facevo.
"Vai in bagno a pulirti. Il disinfettante sai dov'è." gli risposi con tono piatto.
Non lo stavo trattando così per cattiveria, ma solo perché tenevo a lui, ma lui non lo capiva.
"Fanculo! Ti odio!" a quel punto lui andò in bagno assicurandosi di sbattersi la porta alle spalle.
Non voleva cedere, ma sapevo che voleva solo farmelo crede: stava facendo tutto ciò che gli dicevo, e questo bastava.
Nel frattempo, vidi il computer portatile di Michael sul mio letto.
Era acceso con la schermata di Netflix già aperta.
Senza pensarci lo presi, mi stesi sul mio letto con la schiena appoggiata al muro, e misi il computer sulle mie gambe.
Subito cercai un film da guardare, e tra i consigliati c'erano decine di cartoni animati giapponesi.
Non potei non sorridere nel vedere quanto Michael fosse nerd.
In ogni caso, optai per un film completamente a caso.
Non sapevo cosa guardare...volevo solo distrarmi un po'.
"Hey! Cosa stai facendo con il mio computer?" Michael uscì dal bagno, e subito commentò ciò che stavo facendo.
"Nulla! Scusa...volevo solo vedere un film..." mi giustificai chiudendo il computer e porgendoglielo senza neanche alzarmi.
Avrei dovuto sapere che si sarebbe innervosito ancora di più, ma non mi importava più poi così tanto.
Poteva andare peggio di così?
"Cosa stavi guardando?! Almeno, cerca un film decente, no?!" non capivo cosa stesse facendo.
Lo vidi solo schiacciare dei tasti.
"Ecco! Guardiamo questo. Ti piacerà." detto questo, si sedette accanto a me posizionando in mezzo a noi due il suo PC.
A volte pensavo che fosse davvero strano: pochi minuti prima aveva detto di odiarmi, e ora mi permetteva di guardare un film con lui?!
Era strano...molto strano.
"Va meglio?" gli chiesi, guardandogli le mani.
"No." lui sospirò per poi voltarsi a guardare un punto indefinito della stanza.
Continuavo a non capire cosa avesse...
"No? A me sembra che tu stia meglio..." ammisi guardandolo con un sorrisetto.
Ma cosa stavo facendo?
Dopo tutto ciò che era successo, gli stavo sorridendo?!
"Per niente, cazzo! Sono incazzato! Non doveva andare così!" Michael sospirò, e spostando il suo computer, si alzò iniziando a camminare nervosamente per la stanza.
"Cosa intendi dire? Cosa c'è che non va?" io lo seguii subito, fermandosi proprio davanti a lui.
Beh...qualcosa che non andava c'era: non stavamo più litigando...
"E me lo chiedi anche? Ho ceduto, cazzo! Non so nemmeno come tu abbia fatto, ma non riesco neanche a rimanere incazzato con te! Questo non va bene! Non va affatto bene! Cosa cazzo mi sta succedendo?!" la verità era che anche io mi stavo rendendo conto di non riuscire a rimanere arrabbiata con lui.
Non più ormai.
Eppure...quando avevo litigato con Luke, avevo passato più di un mese a non rivolgergli nemmeno la parola.
"Cosa cazzo ti devo dire?! Non riesco nemmeno io! E fidati...sono più incazzata con me stessa, che con te..." non mi era mai capitato di cedere in quel modo, e tanto meno di preoccuparmi davvero per qualcuno.
"Senti...lasciamo perdere, okay? Non possiamo cancellare tutto ciò che è successo e tutto ciò che ci siamo detti, ma ormai è andata così. Cos'altro possiamo fare, se non accettare il fatto di non riuscire più ad odiarci?!" ero felice del fatto che non mi avesse chiesto di dimenticare ogni cosa, perché anche io sapevo che sarebbe stato impossibile.
Forse dovevamo davvero smetterla di accusarci a vicenda e discutere per cose inutili, ma a volte sembrava così...inevitabile.
"Idiota, torniamo a guardare quel cazzo di film." a quel punto, non sapendo cosa rispondere, lo presi per mano e lo trascinai a sedersi nuovamente sul mio letto con me.
"Stasera andiamo a bere qualcosa?" mi propose dopo qualche minuto.
"Non c'è neanche bisogno di chiederlo." gli sorrisi, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Era così bello essere ritornati amici.
Sembravano essere passati giorni dall'ultima volta che eravamo andati d'accordo, eppure non erano passate neanche ventiquattro ore.
"Non volevo dire che non riesco nemmeno a considerarti un'amica. Sai che non è vero...è solo che..." ci fu silenzio per un bel po' di minuti, dopodiché Michael ritenne opportuno tirare ancora fuori il discorso riguardante il nostro litigio.
Ma io lo interruppi.
"Già...potrà sembrarti strano, ma volevo sentirtelo dire davvero. Pensavo fosse la verità e che..." quella volta fu lui ad interrompermi.
Non potevo non pensare che quella non fosse la verità.
A volte...quando si è molto arrabbiati, si dicono cose che si pensano davvero.
E se Michael mi avesse mentito?
Se quelle sue scuse fossero state false?
"...e nient'altro Vicky. Ti considero molto più che un'amica. E mi costa molto ammetterlo, ma tengo tanto a te. È per questo che ho reagito in quel modo: finalmente ho trovato una persona come me...tu mi capisci. E ho davvero paura di perderti..." Michael si stava aprendo tanto con me, ed era come se finalmente sapessi con certezza che non pensasse davvero quelle cose.
Forse era solo una sensazione, ma qualcosa mi diceva di credergli.
"Non succederà." gli risposi allungandomi per dargli un bacio sulla guancia.
Avrei tanto voluto prometterglielo, ma come potevo averne la certezza?!
"Mikey? Perché hai dormito nel mio letto?" passarono ancora i minuti ed io continuavo a chiedermi il motivo per cui la sera precedente non fosse tornato a casa sua, ma fosse andato direttamente in camera mia e di Isabelle a dormire sul mio letto.
"Beh, perché...ehm...non so il motivo! L'istinto mi ha detto di fare così, e tu sai quanto io sia..." ultimamente l'istinto ci diceva di comportarci in modo strano.
"...impulsivo. Lo so...lo sono anch'io..." finii la frase che aveva cominciato lui, poi riportai lo sguardo sullo schermo del computer senza alzare la testa dalla sua spalla.
"Mikey? Facciamo qualcos'altro? Non ho capito un cazzo di questo film..." aggiunsi.
Era ovvio che non riuscissi a capirci nulla: avevamo passato tutto il tempo a parlare tra di noi...
"Okay. Posso continuare a suonare la tua chitarra?" mi chiese spegnendo il computer, e alzandosi in piedi.
"Dai...ero così comoda appoggiata sulla tua spalla...! Comunque...se proprio vuoi suonare...fai pure..." cos'altro potevo dirgli?
Oltretutto mi piaceva sentirlo suonare.
"Hai lì due cuscini. Usa quelli. Io voglio suonare..." Michael era sempre il solito.
Io volevo solo stare un po' con il mio amico...
"Eh va bene. Allora...intanto dormo. Buonanotte." sarebbe stato difficile dormire davvero con lui che suonava a pochi passi da me.
"Non torni a lezione?" mi domandò.
"No, e tu?" ormai ero già sdraiata...chi aveva voglia di alzarsi?
Ovviamente non ci sarei andata.
"Nemmeno io." rispose scrollando le spalle con indifferenza.
"Credo proprio che se continuiamo così, verremo bocciati..." risi scherzando, consapevole che quella non fosse una possibilità poi così remota.
"Spero proprio di no! Ho già perso un anno. Mi sono già rotto il cazzo di questo college di merda!" la sua ammissione mi lasciò senza parole.
Nemmeno sapevo che avesse perso un anno.
"Davvero? E quando è successo?" forse non me l'avrebbe detto, ma ero davvero curiosa di sapere qualcosa sul suo passato.
Sapevo solo che era più grande di me di un anno, ma come potevo sapere che era stato bocciato in passato?
Era un ribelle, ma non andava poi così male a lezione.
Se si impegnava riusciva ad essere anche molto bravo.
"Il mio primo anno qui. Sono stato espulso e ho dovuto ripetere l'anno altrove. È per questo che mi tengono d'occhio: rischio un'altra espulsione ad ogni minima cazzata che faccio. Bella merda, eh?!" non potevo credere che fosse stato davvero espulso.
Doveva aver fatto qualcosa di grave, ma avevo paura a domandarglielo.
Forse ciò di cui mi aveva avvertito Julia era vero.
Giravano molte voci su di lui, ma non sapevo di cosa si trattasse, e onestamente, nemmeno ci avrei creduto: doveva essere Michael a dirmelo.
"È per questo che ti sei trasferito a Los Angeles?" non riuscivo a smettere di fare domande.
Finalmente riuscivo a conoscerlo di più.
Sembrava proprio il momento giusto per chiedergli qualcosa riguardo al suo passato: Michael stava attraversando un momento di completa sincerità, e dovevo approfittarne.
"In un certo senso, sì. Diciamo che...quello è uno dei tanti motivi per cui ho lasciato Sydney." era ovvio che ci fossero mille altri motivi.
Motivi che forse non avrei mai saputo.
Ma ciò che mi stava dicendo era abbastanza.
Era bello che si sentisse a suo agio a parlare con me.
"Ti trovavi bene a Los Angeles?" continuai guadagnandomi subito un'occhiataccia da parte sua.
"Ti ho mai detto che odio troppe domande?" in realtà me l'aveva detto mille volte, e forse approfittarne era stato un errore.
"Più di una volta. Ora voglio dormire. Quindi continua a suonare e non rompermi i coglioni." conclusi, chiudendo definitivamente gli occhi.
Non riuscii a dormire, ma mi rilassai nel sentire quel bel suono provenire dalla mia chitarra.
Ed era incredibile l'attenzione che Michael mettesse nella scelta delle canzoni da suonare: si era assicu di scegliere qualcosa di non troppo rock per non disturbarmi.
Suonava piano, e melodie dolci.
Potevo desiderare di meglio?

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