CAPITOLO 97

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Victoria's pov
Quella mattina mi resi conto di aver dimenticato di impostare la sveglia, e quando mi svegliai, era già passata l'ora di pranzo.
Ma com'era possibile?!
Perché nessuno mi aveva svegliata?
In ogni caso, mi ributtai con la faccia sul cuscino e chiusi gli occhi.
Forse mi riaddormentai, perché un forte bussare alla porta mi fece sussultare.
Non risposi nemmeno, ma chiunque avesse bussato, ora era entrato in camera mia.
"Vicky! Ma che cazzo ci fai ancora a letto? Sai che ore sono? Dovevamo vederci! Ti avevo detto che sarei venuto qui dopo pranzo! E tu stai ancora dormendo! Sai almeno che ore sono? Perché non hai messo una cazzo di sveglia?!" era Michael, e improvvisamente mi ricordai che dovevo uscire con lui.
Evidentemente i miei genitori o zia Kate gli avevano aperto la porta, e fu meglio così...altrimenti avrebbe dovuto aspettare fuori al freddo per un bel po'.
"Mikey...non gridare! Mi sono appena svegliata..." mi lamentai coprendomi il viso con il cuscino per attutire il suono della sua voce.
"Alzati, cazzo!" sbottò togliendomi le coperte e il cuscino dal viso.
"Me la pagherai!" a quel punto non mi restava altro che alzarmi, così mi misi in piedi, spinsi via Michael e dopo aver preso i vestiti dal mio armadio, entrai in bagno.
Ci misi un po' a prepararmi, e dovevo ammettere che lo stavo facendo apposta solo per il fatto che Michael mi avesse svegliato in quel modo.
Uscii dal bagno con tutta tranquillità prendendo poi una felpa di Michael e indossandola.
Mi era sempre piaciuto mettere i suoi vestiti: oltre ad essere comodi, mi facevano sentire anche al sicuro.
"Vicky..." mi chiamò.
"Zitto!" non lo feci nemmeno parlare.
Intanto io giravo per la stanza buttando nella borsa il necessario per uscire.
Poi, senza neanche aspettarlo, scesi al piano inferiore e vidi che in casa c'era solo mia zia.
Meglio così.
"Vicky..." ancora una volta, mente mi allacciavo le scarpe davanti alla porta di casa, Michael cercò di attirare la mia attenzione.
"Stai zitto! Per favore, chiudi quella cazzo di bocca!" dissi a denti stretti senza neanche guardarlo.
"Hey! Cosa succede?" evidentemente mia zia mi aveva sentito e intervenne.
"Niente...l'ho svegliata e ora è incazzata con me..." alzai gli occhi al cielo per ciò che aveva detto Michael.
Ero sempre nervosa quando venivo svegliata.
"Sei un coglione!" ero così nervosa che non esitai a lanciargli addosso una scarpa.
"Le passerà...o almeno lo spero per te." mia zia si mise a ridere, ma io non ci trovavo nulla di divertente in tutto ciò.
Senza neanche salutare uscii di casa e entrai subito nell'auto di Michael.
"Vicky..." mi chiamò per l'ennesima volta selendo a bordo anche lui.
"Che cazzo vuoi?" sbottai ancora urlandogli contro.
"Volevo chiederti se ti va che ti porto a pranzo da qualche parte..." disse con titubanza.
Mi sentivo quasi in colpa per come l'avessi trattato.
Michael voleva solo offrirmi il pranzo.
"Ehm...no, grazie. Non ho fame." risposi cercando di calmarmi un po' perché così non potevo andare avanti.
Dovevo calmarmi perché in fondo ormai era passato: mi aveva svegliata, e ci stava un'arrabbiatura temporanea, ma ora era abbastanza.
"Un gelato al solito posto?" mi chiese poi, e a quella sua proposta, forse mi si illuminò lo sguardo.
Sapeva sempre come rendermi felice, così annuii con un accenno di sorriso.
Nel mio stomaco c'era sempre spazio per un gelato.
"Allora ti porto lì." detto questo, mi accarezzò il viso dandomi un bacio sulla guancia, e partì.
In poco tempo arrivammo a destinazione, e lasciando il gatto nella sua scatola in macchina, entrammo in gelateria dove ci accolse la solita signora che ormai conosceva bene anche me.
Venne subito a salutarci abbracciandoci calorosamente.
Poi, dopo averci chiesto come stessimo, ci portò i nostri soliti gelati.
Probabilmente solo noi potevamo prendere un gelato in pieno inverno.
"Sei ancora arrabbiata?" mi chiese lui dopo un po'.
"No." non dissi altro.
Fino a quel momento eravamo rimasti in silenzio.
"Amore...non fare così. Mi dispiace di averti svegliata in quel momento. È che...dovevamo uscire e...e tu ti sei dimenticata e..." Michael si scusò e cercò di giustificarsi, ma in fondo ero io che non avevo giustificazioni per come lo avevo trattato.
"No! Hai ragione..." non potevo negarlo.
Ero io ad avere torto.
"Che cosa?" forse non si aspettava che io gli dessi ragione: solitamente non lo facevo mai per una questione di orgoglio.
"Ho detto che hai ragione. Sono solo un po' nervosa. Sai che odio essere svegliata..." lui lo sapeva bene.
Infatti, solitamente evitava di farlo.
Lo stesso valeva per lui: se l'avessi mai svegliato, mi avrebbe ucciso.
"Lo so...scusa." si scusò ancora una volta.
"Ti sei fatto perdonare con il gelato." gli sorrisi cercando di reprimere il nervosismo.
Presto mi sarebbe passato, già lo sapevo.
"Ora andiamo. Abbiamo l'appuntamento dal veterinario." appena anche io finii il gelato, tornammo in macchina e Michael si mise al volante.
Quando arrivammo, io presi il cucciolo, e seguii Michael all'interno della clinica.
Non vedevo l'ora di sapere se fosse maschio o femmina, almeno potevamo finalmente dargli un nome.
Fortunatamente il veterinario ci disse che il cucciolo stava bene, gli fece le vaccinazioni necessarie, e poi passò alla registrazione con i nostri dati.
Lasciai che fosse Michael il primo proprietario in quanto vivesse a casa sua, e poi...l'aveva trovato lui, ma io ero comunque la seconda proprietaria.
Infine ci disse che quel gattino fosse maschio.
Tanto meglio!
Sarebbe stato più facile trovare il nome.
Così, il veterinario ci fece accomodare fuori per lasciarci il tempo di decidere il nome.
"Dorme sempre...io direi di chiamarlo Snorlax." inutile dire che era il nome di un Pokemon.
Pensai fosse perfetto.
"Dorme sempre?! Stai scherzando?! Questo psicopatico è il signore della distruzione!" effettivamente aveva già fatto qualche disastro in camera di Michael, ma non quando c'ero io.
In ogni caso...se le cose stavano così, mi veniva in mente un solo nome.
"Beerus!" dopo esserci lanciati uno sguardo, dicemmo quel nome all'unisono.
Ancora una volta era come se ci fossimo letti nel pensiero.
"Lord Beerus! Grazie..." precisai.
Era uno dei personaggi principali di DragonBall Super, nonché il signore della distruzione.
"Hai ragione. Glielo dici tu al veterinario?" evidentemente provava imbarazzo a dire un nome così ridicolo a qualcuno.
"No! Hai voluto essere tu il primo proprietario, e tu glielo dirai." risposi ridendo.
Così lui sbuffò e aspettò il suo turno per rientrare.
Uscì dopo pochi minuti dicendomi che aveva fatto, poi tornammo in auto.
"Ora portiamo a casa Lord Beerus. Poi se vuoi usciamo. Decidi tu cosa fare." ci pensai su un attimo prima di rispondere.
Era inverno...il sole stava già calando...e faceva freddo.
Cosa potevamo fare?
"Stiamo a casa a guardare un film di Natale?" proposi.
Sentivo ancora una certa aria natalizia, e poi...era una cosa che ancora non avevamo fatto.
Sarebbe stato bello stare con lui sul divano, con una coperta e una bevanda calda davanti alla TV.
Così tornammo a casa.
Intanto che Michael portava il nostro cucciolo in camera sua, io mi accomodai sul divano prendendo delle coperte.
"Amore? Mi prepari una cioccolata calda?" gli domandai appena tornò in salotto.
Senza dire niente, lui andò direttamente in cucina e tornò dopo un po' con due tazze in mano.
"Hai scelto che film guardare?" mi chiese infilandosi sotto le coperte con me.
Io feci iniziare il film che avevo trovato su Netflix, così iniziai a sorseggiare la mia cioccolata e lui fece lo stesso.
Ci misi molto a finirla, tanto che la feci anche raffreddare, poi appoggiai la tazza sul tavolino davanti al divano insieme a quella di Michael.
"Solo tu riesci a sporcarti ovunque ogni volta." commentò Michael guardandomi in faccia.
Ogni volta che mangiavo il cioccolato mi sporcavo dappertutto.
"Dove? Sono ancora sporca?" cercai di pulirmi con le mani.
"Proprio qui..." disse indicandomi l'angolo della bocca.
"Lascia, faccio io..." aggiunse poi avvicinandosi a me leccando il punto in cui mi ero sporcata.
Perché trovavo tutto ciò sensuale ed eccitante?
Soprattutto quando poi passo alle mie labbra mordendole leggermente.
Se voleva provocarmi, ci stava riuscendo molto bene.
Poi scese lungo il mio collo lasciando dei baci e dei succhiotti di tanto in tanto.
"Amore...basta...per favore, fermati!" cercai di fermarlo perché sapevo dove voleva arrivare, ed io non volevo cedere.
"C'è qualcosa che non va?" mi chiese sembrando quasi preoccupato.
"Voglio solo guardare il film..." ammisi mettendomi a ridere.
Erano giorni che mi chiedeva di fare l'amore, ma lui sapeva che odiavo quando me lo chiedeva.
Per quel motivo l'avrei fatto aspettare.
"Okay...ma cambierai idea." a quel punto rinunciò e tornò a sedersi normalmente.
Inutile dire che io non riuscii a mantenere quella distanza, infatti mi avvicinai a lui appoggiando la testa sulla sua spalla e prendendolo per mano.
Dopo un po', però, si tolse la coperta lanciandomela letteralmente addosso, ed io lo guardai con sguardo perplesso.
"Ho caldo..." si giustificò.
"Allora spogliati." solo dopo pensai che la mia potesse suonare come una provocazione.
Ma lui prese alla lettera le mie parole e si alzò in piedi togliendosi sia il maglione, che la maglietta restando completamente a petto nudo.
Si poteva pensare che ormai io ci fossi abituata, in quanto lui dormisse sempre indossando solo i boxer, ma non era così.
Arrossivo ogni volta, e rimanevo anche come incantata per quanto fosse bello.
Ogni singola parte del suo corpo era perfetta per me.
"Ora tocca a te. Ti spogli anche tu?" mi chiese con un sorrisetto provocatorio.
"No! Io ho freddo!" protestai perché io avevo veramente freddo.
"Allora troviamo il modo di non farti sentire più freddo..." disse spegnendo la TV e mettendosi a cavalcioni su di me, facendomi sdraiare con la schiena sul divano.
Lui mi baciò, e le mie mani vagarono su tutto il suo corpo, sentendo la sua pelle liscia e eccessivamente bianca come la mia.
Mi soffermai sulle sue spalle, perché nonostante non fosse uno sportivo, e non avesse mai fatto palestra, dovevo ammettere che avesse davvero delle belle spalle.
Poi feci scendere le mani mettendole sul suo sedere, e inevitabilmente scoppiai a ridere nel bacio.
"Non dovrei essere io a farlo a te?" domandò ridendo a sua volta.
Aveva ragione, ma a me piaceva anche scherzare con lui.
"Tu lo fai sempre! Per una volta lascialo fare a me!" scherzai ancora ridendo e lasciando le mani sul suo sedere.
"Comunque hai davvero un bel culo." commentai non riuscendo a smettere di ridere.
"Quanto sei scema..." rise per poi tornare a baciarmi.
Andammo avanti finché non sentii il mio cellulare squillare.
All'inizio ignorai, ma sapevo che dovevo rispondere.
"Mikey...amore...aspetta un attimo. Devo rispondere." non mi lasciava nemmeno parlare...continuava a baciarmi.
"Amore! Stai fermo! Lasciami prendere il cellulare! È nella tasca dei miei jeans." dissi cercando di prendere il mio cellulare.
"Lo prendo io." sapevo che la sua era solo una scusa per toccarmi...oppure per vedere chi fosse.
Infatti mise la mano nella tasca posteriore dei miei jeans, e ci mise un po' prima di sfilare il callulare e darmelo.
"Zia Kate." finalmente mi diede il cellulare ed io risposi.
"Pronto? Ciao zia, dimmi." risposi, mente Michael ricominciò a darmi dei baci sul collo.
"Ciao Vic. I tuoi genitori vogliono sapere a che ora torni. Vieni a casa per cena?" mi chiese.
Intanto Michael non faceva altro che provocarmi, tanto che mi infilò anche una mano nei pantaloni iniziando a stuzzicare la mia intimità, per poi infilarci due dita dentro.
Riuscii a trattenere un gremito con fatica.
"Io...sì. Torno a casa, ma...che ore sono?" fortunatamente mia zia non si accorse di nulla.
"Sono le sei e mezza. A che ora hai intenzione di tornare?" mi domandò ancora.
Nel frattempo lui ricominciò a baciarmi non smettendo di muovere le dita dentro e fuori la mia intimità.
"Potete smetterla di baciarvi per un attimo, e rispondere alla mia domanda?" a quel punto se ne accorse, e fu inevitabile.
"Sì...okay, io credo che..." proprio mentre parlavo, Michael aumentò il ritmo delle sue dita fino a farmi gemere.
"...cazzo..." imprecai sottovoce sperando che mia zia non sentisse.
"Vic! Ma cosa...?! Devo richiamare fra un'oretta?" beh...aveva sentito.
Era così imbarazzante...
"No!" sbottai chiudendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore per trattenere altri possibili gemiti.
"Cioè...io...tornerò..." dissi soltanto.
"E va bene...ho capito. Torna qando avete finito. Ma non oltre le otto! Intesi?" era sempre più imbarazzante.
"S...sì. A dopo..." a quel punto misi fine alla telefonata di mia zia e finalmente potevo parlare direttamente a Michael.
"Sei un pezzo di merda!" gli dissi ansimando.
Era stato davvero uno stronzo a farmi questo mentre ero al telefono con mia zia.
Lui non rispose.
Continuò soltanto con ciò che stava facendo baciandomi più e più volte...finché non raggiunsi il culmine del piacere.
Restammo lì sdraiati senza parlare, intanto io cercavo di riprendermi da ciò che Michael mi aveva appena fatto, e le solite coccole non potevano mancare.
"Amore, si è fatto tardi. Io devo andare." forse era già passata un'ora da quando mi aveva chiamato mia zia, e dovevo proprio andare.
"Ti accompagno?" propose poi rimettendosi almeno il maglione.
"Non oggi: mi hai già fatto fare una figura di merda più che sufficiente." gli risposi ridendo e alzandomi in piedi.
"Almeno ti è piaciuto..." commentò scherzando.
Beh, non potevo negare che mi fosse piaciuto, ma non doveva farlo comunque.
"Non dico nulla." risi per poi andare a mettermi la giacca e le scarpe davanti allo specchio all'ingresso.
"Mikey? Hai una sciarpa da prestarmi?" domandai vedendo i due succhiotti parecchio evidenti che Michael mi aveva lasciato sul collo.
Non potevo tornare a casa così.
"Credo di avere uno scalda-collo. Comunque questi succhiotti ti donano." lui mi prese in giro guardandomi con uno sguardo più che soddisfatto, e anche se mi unii alla sua risata, ciò non significava che ero felice che mi avesse fatto dei succhiotti così visibili.
Sapeva bene che non volessi che me li facesse.
"Vaffanculo!" risposi, poi lo seguii in camera sua, e mentre lui cercava nel suo armadio, io mi misi a giocare con il nostro Lord Beerus.
"Ehm...Mikey? Questo piccolo mostro ti ha distrutto un libro." lo avvertii vedendo che ai piedi della sua scrivania c'era un libro completamente distrutto.
Evidentemente Michael aveva ragione a dire che in realtà non fosse vero che dormiva sempre, ma io non l'avevo mai visto in azione.
"Che libro è?" mi domandò.
"Quello di storia." risposi guardando le pagine intatte che erano rimaste.
"Non importa. Non l'avrei usato comunque." mi misi a ridere in quanto la sua voglia di studiare fosse pari alla mia.
"Saremo costretti a studiare insieme." ora che non aveva più il libro, doveva studiare con me, e non mi sarebbe affatto dispiaciuto.
"Sai che andrà a finire che non studieremo, vero?" effettivamente aveva ragione: ogni volta che provavamo a studiare, o finivamo per fare l'amore, oppure giocavamo ai videogiochi.
"Già, ma trova il modo di non perdere l'anno. L'anno prossimo non verrò a prenderti al college." davo già per scontato che l'anno successivo Michael sarebbe stato ancora il mio fidanzato.
Forse lo pensavo perché non riuscivo ad immaginare un solo giorno senza di lui.
"Ci proverò. Comunque l'ho trovato. Tieni." concluse lanciandomi addosso il suo scalda-collo.
"Che palle...non ha nemmeno il tuo profumo..." mi lamentai, poi andai in bagno, ci spruzzai sopra la sua colonia, e lo indossai.
Così era molto meglio.
"Tu hai qualche problema serio..." affermò lui che forse aveva ragione.
"Perché? Mi piace il tuo profumo! Mi fa sentire sempre vicina a te..." soprattutto quando Michael ed io non potevamo vederci per tanti giorni mi piaceva sentire il suo profumo, e questo mi permetteva di farmi sentire un po' meno la sua distanza.
Era così strano?
"Da quando sei così dolce?" alle mie parole, lui venne ad abbracciarmi da dietro dandomi un bacio sulla guancia.
"È solo colpa tua!" era colpa sua se improvvisamente ero diventata così sdolcinata.
Non lo ero mai stata.
"Me ne assumo le responsabilità." rise.
A quel punto dovevo proprio andare, così mi abbassai a fare le ultime coccole al gatto.
"Ci vediamo presto cucciolino mio. Fai il bravo, eh!" lo salutai.
"Okay, ma perché mi saluti adesso? Guarda che ti accompagno giù..." Michael si intromise, ed io gli lanciai un'occhiataccia.
"Idiota! Dicevo al gatto!" oltretutto non l'avevo mai chiamato con quel soprannome...
"Sei seria? Abbiamo Lord Beerus da soli due giorni e già vuoi più bene a lui, che a me?!" Michael sembrava sconcertato, ma ora come gli dicevo che aveva ragione?
"Certo! Io odio le persone! Però amo gli animali." ammisi senza troppi problemi.
"Hey! Io sono una persona!" sbottò alzando gli occhi al cielo.
"Appunto..." affermai con sicurezza.
Ovviamente stavo scherzando, ma lui ci sarebbe cascato come un cretino...come al solito.
"Aspetta...stai dicendo che mi odi?" lui si rese conto di cosa stessi dicendo, forse troppo tardi.
"Io ti ho sempre odiato." potevo dire che quella fosse la verità.
"Cosa?! Pensavo mi amassi!" si stupì delle mie parole.
"Sai quando si dice 'ti amo così tanto, ma talmente tanto da odiarti'? Beh, questo è il mio caso. È un modo di odiarti diverso da quello reale." la filosofa che c'era in me era appena uscita allo scoperto.
Ogni tanto capitava.
"Okay, questa me la scrivo. Mi piace questa tua teoria." sapevo che se la sarebbe scritta davvero, perché lui era così.
"Dai, ora devo andare a casa. Buona serata cucciolino mio..." quando arrivai all'ingresso, conclusi chiamandolo con lo stesso nomignolo che avevo usato per il gatto.
L'avevo fatto apposta, ma lui sembrava soddisfatto.
"Buona serata anche a te cucciolina mia. Scrivimi quando arrivi a casa! Ricordati di farlo, se no mi preoccupo e ti vengo a cercare!" a quel punto ci salutammo con un bacio, e uscii da casa sua.
Effettivamente era già molto buio e nella nostra zona poteva essere pericoloso girare da soli, ma a me non importava.
Anzi, ero piuttosto tranquilla.
Infatti arrivai a casa mia come se nulla fosse.
Fu mia zia ad aprire la porta, ed io evitai anche di guardarla in faccia per l'imbarazzo che provavo.
"Vi siete divertiti?" mi domandò subito con un sorrisetto.
"Non è come sembra! Siamo solo stati dal veterinario..." in effetti non era per niente come sembrava: non avevamo fatto l'amore.
"Sì...certo...dal veterinario..." commentò lei appena istintivamente mi tolsi lo scalda-collo che mi aveva prestato Michael, e toccando delicatamente i due evidenti succhiotti.
"Vai subito a metterti qualche indumento a collo alto, prima che i tuoi genitori vedano questa roba!" mia zia sembrava un po' contrariata, ma in fondo lei ci capiva ed era sempre dalla nostra parte.
"Ah! Un'altra cosa! La prossima volta non rispondere al cellulare: si sente tutto...anche certi respiri...affannosi..." non potevo credere che mia zia mi avesse sentito ansimare tanto.
Non pensavo si sentisse dall'altra parte del telefono.
Ero così imbarazzata che non mi voltai nemmeno verso di lei.
Aspettai solo che finisse di parlare, poi proseguii andando in camera mia.
La prima cosa che feci, fu quella di scrivere a Michael, altrimenti sarebbe impazzito all'idea di non sapere se fossi arrivata a casa.

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