Victoria's pov
Pensai molto a ciò che avevo fatto, e ancora ero indecisa se dirglielo o no.
Forse sarebbe stato irrilevante, ma mi sentivo in dovere di parlarne con Michael.
Tra noi non potevano esserci segreti.
"Mikey...io...credo di doverti dire una cosa." dissi con titubanza sciogliendo il nostro abbraccio.
Ormai era fatta.
Non potevo più tirarmi indietro nonostante avessi paura di una sua possibile reazione.
Michael mi fece un cenno per spingermi a parlare, e stranamente il suo sguardo era tranquillo e rilassato.
Non sembrava affatto preoccupato.
"Io...il giorno dopo il tuo compleanno...ti ricordi quando sei uscito a cena con Catherine?" non sapevo nemmeno come dirglielo anche se non fosse nulla di così tanto grave.
"Purtroppo mi ricordo. Ma...cosa c'entra questo?" mi domandò.
Così feci un respiro profondo e iniziai a parlare.
"Beh...io...quella sera ho dormito con Luke, e...in realtà non abbiamo fatto niente, però ci siamo lasciati andare ai ricordi: l'anno scorso avevamo una relazione proprio in questo periodo dell'anno, e...se non avessi pensato a te e a quanto ti amo...probabilmente avremmo fatto qualcosa che non avremmo dovuto fare." forse...detto in quel modo non suonava affatto bene, ma speravo capisse.
"Mio dio...credo che questa giornata non possa andare peggio di così..." commentò lui strofinandosi il viso con le mani.
"Comunque...non avete fatto niente, vero? Neanche un bacio?" aggiunse poi dopo aver respirato profondamente.
"No! Non potrei mai! Non facevo altro che pensare a te..." ero certa che se mai avessi anche solo baciato un altro ragazzo, ci avrei visto Michael.
Avrei pensato a lui e mi sarebbe mancato.
"Va bene. Grazie di avermelo detto." concluse non aggiungendo altro.
"Non sei arrabbiato, vero?" avevo paura che ora ce l'avesse con me.
"No, non preoccuparti. Non è nulla in confronto a ciò che ho fatto io. E poi...mi fido di Luke tanto quanto mi fido di te." fortunatamente sorrise e ciò mi rassicurò almeno un po'.
Per averne la certezza, mi sporsi verso di lui e ricominciammo a baciarci come se in casa fossimo stati soli.
Ogni volta che ci baciavano era come se il mondo intorno a noi sparisse.
C'eravamo solo lui ed io.
"Mi dispiace..." sussurrai interrompendo il bacio.
"È tutto a posto. Credo che ora siamo più o meno pari." disse sorridendo.
Forse aveva ragione: in fondo eravamo pari.
Avevamo sbagliato entrambi, ed io non avevo più motivo di avercela con lui.
"Eh va bene. Siamo pari. Ma mi permetterai di controllare ancora il tuo cellulare?" forse stavo chiedendo troppo, ma ne avevo bisogno.
"Per me non c'è problema, perché d'ora in poi non avrò più assolutamente nulla da nascondere." ero felice del fatto che per lui non ci sarebbero stati problemi.
"Grazie, amore. Giuro che presto non sentirò più il bisogno di farlo." ero certa che presto sarebbe successo...o almeno lo speravo.
"Non importa. Se vuoi puoi farlo sempre, anche quando avrai ricominciato a fidarti di me." pensavo che tutto ciò gli desse fastidio, e forse era così ma non lo dava a vedere.
Concluse dandomi un veloce bacio a stampo, poi si alzò in piedi prendendomi per mano e invitandomi a seguirlo per andare dai suoi genitori.
"Vi dispiace se porto Vicky a pranzo da qualche parte? So che è Natale, ma...ho davvero bisogno di stare un po' con lei." i suoi genitori sapevano esattamente cosa fosse successo, ma non sapevo se avrebbero accettato la proposta di Michael.
"Per questa volta ti è concesso. Dai! Andate e divertitevi!" sua madre ci sorrise.
Beh...non me lo aspettavo.
"Ah! E fateci sapere se tornerete per cena." a quel punto, andammo velocemente a prepararci e uscimmo di casa.
Seguii Michael in quanto io non conoscessi il posto.
"Qua non c'è molto...credo che questo sia l'unico posto dove possiamo pranzare. A te va bene lo stesso?" mi domandò fermandosi davanti ad un classico ristorante di montagna.
"Mikey...a me andrebbe bene anche prendere un panino in uno street food." risi ricordandogli che io non fossi quel tipo di persona.
Non mi importava di frequentare luoghi di lusso.
Non mi importava dei regali costosi, e tanto meno dei soldi.
A me bastavano le piccole cose...i piccoli gesti.
"Sì, ma sai che voglio che tu sia la mia principessa, e vorrei trattarti come tale." sapevo che lui sarebbe stato disposto a qualsiasi cosa per me, ma io non volevo lo facesse.
"Idiota...entriamo che qui fa freddo." a quel punto lo spinsi ad entrare, e subito ci diedero un tavolo per due.
Avevamo mangiato davvero tanto, e tra chiacchiere e risate finimmo.
Forse era veramente stato un bene essere usciti solo noi due.
"Ora cosa facciamo?" domandai quando uscimmo dal ristorante.
In realtà lì non c'era praticamente nulla da fare: c'erano le terme, o la pista da sci...nient'altro.
"Purtroppo per te non ci sono castelli infestati o cimiteri abbandonati da visitare, quindi...non lo so." Michael sapeva ciò che volevo.
Mi conosceva davvero bene.
Ma almeno il giorno di Natale non avrei proposto nulla di inquietante.
"Presumo che tu sia felice di questo...comunque...possiamo tornare alle terme?" lì ci saremmo sicuramente rilassati un po' dopo una giornata così pesante come quella.
"Non posso lamentarmi della tua scelta. Dai, andiamo!" detto questo andammo alle terme e restammo lì fino a tardo pomeriggio.
Uscimmo da lì che eravamo come rigenerati.
Era una sensazione stupenda.
Ma sapevamo di dover tornare presto perché poi dovevamo partire.
Le valige erano già pronte, quindi la strada del ritorno la prendemmo con calma.
"Oh mio dio! Vicky! Guarda!" improvvisamente Michael si allontanò da me correndo per poi abbassarsi, quasi a sedersi sulla neve.
Quando mi avvicinai a lui, lo vidi alzarsi in piedi con un piccolo animale tra le braccia.
Ci misi un po' a capire cosa fosse.
"Che carino! Ma cosa ci fa un gattino così piccolo qui da solo in mezzo alla neve?" era strano vedere un cucciolo di soli pochi mesi senza la sua mamma.
"Non lo so, ma non possiamo lasciarlo qui...morirebbe..." disse coccolando quel cucciolo.
Era così piccolo che riusciva a tenerlo in un palmo di mano.
"È bellissimo! Guarda! Ha gli occhi verdi come i tuoi." appena quel gattino alzò il capo, vidi degli occhioni verdi che avrebbero conquistato chiunque.
"Dobbiamo tenerlo! Portiamolo a casa!" propose subito, mentre il gattino cominciò a miagolare con una vocina stridula che sembrava quasi un pianto.
"Ma non possiamo! Magari la sua mamma lo sta cercando..." Michael ed io iniziammo a guardarci intorno, ma in realtà sembrava non esserci nessun altro gatto.
Ma allora da dove era arrivato?!
"Io non credo. E dai...guarda quanto è carino e coccoloso! Lo lasceresti davvero qui al freddo?" lui mise il gattino di fianco al suo viso facendomi gli occhi dolci.
Come potevo dirgli di no davanti a una scena simile?!
"Va bene...portiamolo a casa." a quelle mie parole, lui esultò abbracciando il cucciolo, poi ci incamminammo verso casa.
Quando entrammo in casa, Michael corse subito dai suoi genitori con una rara emozione.
"Guardate cosa abbiamo trovato! Non è bellissimo? Possiamo tenerlo?" quasi urlò.
Io lo raggiunsi vedendo le facce perplesse dei suoi genitori.
"Mike...avevi già un gatto..." rispose sua madre.
Io guardai Michael perché non sapevo che avesse avuto un gatto...non me l'aveva mai detto.
"Ed è morto..." aggiunse suo padre.
Perché stavano guardando Michael?
"Cosa gli è successo?" domandai sperando che Michael non c'entrasse nulla.
"Una macchina l'ha investito, ma non è stata colpa mia! Vi prego...teniamolo! Anche Vicky è d'accordo." come al solito, Michael mise in mezzo anche me.
"Se lo terrai a casa tua, a noi va bene." disse sua madre.
Effettivamente non sarebbe stato un loro problema.
Così Michael esultò come mai prima d'allora.
Era così felice.
"Posso tenerlo un po' io?" volevo tenere anche io quel gattino.
In fondo non era suo, ma era nostro.
"Fai piano, okay? Io vado a prendergli qualcosa da mangiare." io presi in mano il cucciolo e andai a sedermi sul divano, mente lui andò in cucina.
Giocai un po' con il gattino ed era veramente carino, e quegli occhietti, visti alla luce erano ancora più simili a quelli di Michael.
"Vieni qua vicino al camino, almeno si scalda un po'. Poverino...avrà freddo." Michael tornò con la ciotola che posò davanti al camino ed io mi alzai.
"Non così vicino! E se si buttasse nel fuoco?!" avevo paura che quel piccolo gattino potesse essere così attratto dal calore da entrare addirittura nel camino.
"Non lo farà! Non è stupido! Dai...venite qua tutti e due." mi fidai di lui e cedetti.
Quando appoggiai il gattino sul pavimento, andò subito alla ciotola a bere.
Era così bello vedere che nonostante tutto stesse bene.
"Non credi che dovremmo dargli un nome?" gli chiesi dopo un po'.
Aveva davvero bisogno di un nome se volevamo tenerlo con noi.
"Non sappiamo nemmeno se è un maschio o una femmina! Nei prossimi giorni lo porteremo da un veterinario. Verrai con me?" forse sarebbe stata l'idea migliore anche perché non sapevamo nulla riguardo a quel cucciolo, e ovviamente aveva anche bisogno delle vaccinazioni.
"Devo! Anche perché i proprietari saranno due..." dissi con soddisfazione.
"E va bene...te lo concedo. Anche se l'ho trovato io..." commentò.
Ci rimasi male, ma sapevo come era fatto Michael.
"Dai! Sto scherzando! Sarà il nostro cucciolo. E poi...starà a casa mia, e tu ti sei praticamente trasferita da me." nonostante io avessi ancora la mia stanza del college, ormai stavo sempre da Michael.
"Ora che ci penso...sai che non potrai più far venire Ash a casa tua?" solo in quel momento mi ricordai di quel particolare.
"So bene che è allargico ai gatti, ma quando verrà da me...chiuderò il cucciolo in camera mia. Facevo così anche quando avevo l'altro gatto." mi spiegò.
Beh, allora non ci sarebbero stati problemi.
"Che cos'è?" improvvisamente Isabelle venne in salotto scendendo dal piano superiore dove probabilmente era rimasta per tutto il pomeriggio.
Non si avvicinò nemmeno a noi.
"Un gattino che abbiamo trovato sulla neve." Michael rispose freddamente.
Almeno le aveva rivolto la parola.
"Posso vederlo?" ci chiese restando sempre a debita distanza.
"No. Credo proprio che non voglia stare con persone che non sono della famiglia. Ma in fondo è anche di Vicky. Se lei vuole lasciarti avvicinare...allora non c'è problema." era inevitabile un frecciatina da parte di Michael.
Dovevo aspettarmelo.
"Sei un pezzo di merda!" Isabelle sbottò.
Ancora non capivo da dove le fosse uscita fuori tutta quella cattiveria soprattutto nei miei confronti.
Cosa le avevo fatto?!
"E tu chi sei per giudicare?" continuò Michael con estrema freddezza.
Era anche fin troppo tranquillo, tanto che avevo paura che presto sarebbe scoppiato.
"Sono tua...senti, vaffanculo, okay?!" detto questo, andò in cucina dai suoi genitori, e lì rimase.
"Non credi di stare esagerando con lei? Non dovresti trattarla in quel modo." tentai di farlo ragionare perché sapevo che in fondo, ma molto in fondo loro si volessero bene: lo aveva dimostrato il fatto che Michael fosse arrivato anche ad uccidere per lei.
"Nemmeno lei dovrebbe trattarti in quel modo...eppure lo fa lo stesso." disse scrollando le spalle e riportando la sua attenzione sul nostro cucciolo.
"Poi avercela con lei quanto vuoi, ma sarà sempre tua sorella. Anche se tu non vuoi, lo sarà lo stesso." questo era inevitabile, e volevo che lui lo capisse.
"Perché ora vuoi stare dalla sua parte? Io cerco di difenderti, e tu difendi lei?!" effettivamente poteva sembrare strano perché l'unica che doveva avercela con lei, probabilmente dovevo essere solo io.
Ma Michael era suo fratello, e questo non sarebbe mai cambiato.
"È che non voglio essere io la causa dei vostri litigi." quella era l'unica verità.
Mi sarei sentita troppo in colpa all'idea di essere io la causa di tutto.
"Ragazzi! La cena è pronta!" fortunatamente fummo interrotti dai suoi genitori, altrimenti era probabile che ci saremmo messi a discutere anche noi.
Così entrambi ci alzammo, e Michael prese nuovamente in braccio il gattino.
"Amore...non puoi portarlo a tavola." gli dissi dolcemente.
"Non posso neanche lasciarlo libero per casa..." effettivamente aveva ragione.
Ma dove potevamo lasciarlo?
"Questa scatola si può usare?" mi guardai un po' intorno finché non notai che fosse rimasta ancora una scatola vuota che fino a quella mattina conteneva qualche regalo di Natale.
"È perfetta! Prendi il mio maglione, almeno starà più comodo e al caldo." così, misi il maglione di Michael nella scatola e lui ci mise dentro il cucciolo.
"Non faresti tutto questo nemmeno per me..." scherzai mettendomi a ridere per tutte le attenzioni che stava dando a quel gattino.
"Amore...vuoi che ti ricordi quante volte ti ho dato la mia giacca mentre io restavo a congelare?" beh...su questo non potevo dire nulla: io avevo sempre freddo e lui era sempre disposto a togliersi la giacca per darla a me, mentre lui restava al freddo.
"Okay...hai vinto tu..." risi perché sapevo che avesse ragione.
"Ora andiamo a mangiare." concluse, poi entrambi andammo a metterci a tavola.
Facemmo veloce perché non vedevamo l'ora di tornare dal nostro gattino.
Così, dopo aver aiutato a sistemare, tornammo in salotto.
"Andate a prendere le vostre valige. Partiamo subito." a quel punto, Michael andò al piano di sopra prendendo anche la mia valigia, mentre io rimasi con il cucciolo.
Lui aiutò suo padre a caricare la macchina con i nostri begagli, dopodiché uscimmo da casa.
Io invece presi la scatola con il gattino.
Salii in auto sui sedili posteriori insieme a Michael mettendo la scatola sulle sue gambe in modo da poter stare più comoda io.
"Io mi siedo davanti. Non ho intenzione di stare dietro con loro." disse Isabelle andando direttamente a sedersi davanti.
"E va bene...mi siedo io dietro." io ero seduta al centro e la madre di Michael si sedette accanto a me.
Mi sentivo già in imbarazzo.
Per la prima parte del viaggio, Michael ed io restammo a giocare con il nostro gattino, poi come al solito io cominciai a sentirmi stanca: succedeva sempre quando viaggiavo.
Lui mi mise un braccio attorno alle spalle così da spingermi ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
Non ci misi molto ad addormentarmi.
"Amore! Svegliati! Siamo quasi arrivati." venni svegliata da Michael.
Evidentemente avevo dormito per tutto il viaggio.
"Che...che cosa? Mi dispiace Mikey...mi sono addormentata..." avrei voluto restare sveglia per poter chiacchierare con lui.
"Non preoccuparti. Mi sono addormentato anch'io. E a quanto pare non siamo gli unici." Michael mi fece notare che anche sua sorella e sua madre si fossero addormentate, e che lui si era svegliato da poco.
"Vuoi stare da me per stanotte?" mi domandò lui.
"Non posso...domani devo andare a pranzo con i miei parenti...e anche tu." era strano pensare che ormai faticavamo a stare lontani, anche se in realtà 'lontani' significava a cinque minuti di strada a piedi.
"Già...purtroppo. Comunque ci sentiamo, okay? Poi ci metteremo d'accordo per vederci, almeno porteremo dal vederinario questo piccolo dormiglione." mi disse facendo un cenno verso il gattino che per tutto il viaggio non aveva fatto altro che dormire.
"Visto? Avevo ragione: ti assomiglia anche fin troppo." risi prendendolo in giro.
Aveva gli occhi verdi, dormiva sempre, aveva sempre fame...era praticamente un mini Michael.
"Ecco perché è così bello!" si vantò con aria soddisfatta.
"Tu sei sempre bellissimo." sorrisi scompigliandogli i capelli.
"Mai quanto te..." forse stavamo diventando veramente insopportabili, ma ogni tanto ci voleva.
"Ragazzi, fra pochi minuti saremo arrivati. Vic, passiamo prima a casa tua." ci avvertì il padre di Michael.
Dovevamo cominciare a salutarci, e già mi dispiaceva.
"Ti amo..." disse Michael, poi iniziò a baciarmi finché non arrivammo a destinazione.
Era arrivato il momento di scendere dalla macchina, ma prima gli diedi un ultimo bacio.
Suo padre andò a suonare alla porta di casa mia sapendo che almeno mia madre sarebbe stata sveglia.
Nel frattempo io scesi e Michael andò a prendere la mia valigia accompagnandomi poi all'ingresso di casa mia.
Mia madre aprì la porta venendo subito a salutarci, e inaspettatamente salutò anche Michael dopo aver salutato suo padre.
"Allora? Vi siete divertiti?" ci chiese con un sorriso che io pensai fosse falso.
"Tantissimo! Non immagini quanto!" risposi lanciando uno sguardo a Michael.
"Posso dire che sono state giornate piuttosto piene. Le ragazze sono crollate..." aggiunse poi suo padre facendo un cenno verso l'auto in cui Isabelle e sua madre continuavano a dormire.
"Già...anche noi." ammisi sorridendo.
Era così evidente che stavo cercando di portare avanti una conversazione per stare un po' più tempo con Michael?
"Già...ora vai a riposarti, okay? Ci sentiamo. Ti scrivo io." Michael si rivolse a me.
Ora era lui a non voler andare via...anche se doveva.
"Allora aspetterò un tuo messaggio. Buonanotte Mikey." detto questo, Michael mi abbracciò forte.
Per un momento avevo avuto paura che mi baciasse proprio lì davanti a mia madre.
"Buonanotte principessa. Ti amo tanto." sussurrò nell'abbraccio.
"Ti amo." conclusi poi staccandomi da lui.
Ci guardammo negli occhi per qualche secondo, poi si allontanò da me rientrando in macchina.
Rimasi lì sulla soglia di casa a guardarlo finché non vidi l'auto sparire dietro l'angolo.
"Entra in casa. Fa freddo." mia madre mi spinse ad entrare in casa quasi trascinandomi.
Mi ero completamente persa tra i miei pensieri guardando Michael.
Mi limitai ad annuire, poi entrai.
"La valigia la prendo io?!" mia madre si mise a ridere: l'avevo dimenticata fuori.
"Sei proprio innamorata persa, eh?" scherzò.
Era la prima volta che scherzava su una cosa simile, ma evidentemente ormai si era rassegnata al fatto che io e Michael fossimo innamorati.
"È così evidente?!" risposi con ancora lo sguardo sognante, prendendo poi in mano il cellulare.
"Già vi scrivete? Vi siete visti fino a pochi minuti fa!" mia madre sembrava stupita, ma per noi era normale.
Non riuscivamo a farne a meno.
"Sì. Comunque ora vado di sopra. Buonanotte." a quel punto congedai mia madre, portai su la valigia e andai a farmi una doccia.
Successivamente mi misi a letto, e nonostante fosse tardi, continuai a scrivere a Michael.
*Mikey <3: amore...mi ha scritto Catherine...
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...