CAPITOLO 73

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Victoria's pov
Tutto era pronto per la partenza, ma io non lo ero del tutto.
Non sapevo nemmeno se sarei realmente pertita per il Giappone, perché non avrei voluto andarci da sola.
Era principalmente per una questione sentimentale...una promessa.
Ero lì in aeroporto ormai da molte ore.
Fortunatamente ero con mia zia: aveva detto ai miei genitori che io avrei passato una settimana da lei a Melbourne, e se Michael non si fosse presentato, sarebbe stato esattamente ciò che avrei fatto.
Per questo motivo, anche lei sarebbe partita per tornare a casa sua, e l'avrebbe fatto in ogni caso.
"Dici che verrà?" domandai a mia zia.
"Vic...me l'hai già chiesto centinaia di volte! Io non lo so! Come faccio a saperlo?!" ero certa che prima o poi lei mi avrebbe mandato a quel paese: era da quando eravamo arrivate lì che le facevo in continuazione la stessa domanda, e la risposta era sempre la stessa.
Eppure pensavo sapesse qualcosa: stava costantemente al cellulare, e pensai che forse potesse essere Michael, ma sembrava proprio che io mi sbagliassi.
"Ehm...hey! Scusate il ritardo, mi ero perso e...ehm...posso ancora partire con te?" improvvisamente vidi Michael arrivare e fermarsi davanti a me chiedendomi se io lo volessi ancora con me, ed io non potei fare a meno di scattare in piedi e abbracciarlo forte.
"Mikey! Non pensavo venissi davvero! Stavo perdendo le speranze..." ammisi restando tra le sue braccia e appoggiando la testa sul suo petto.
Sentii immediatamente i suoi battiti accelerati, ed era bello sapere che ancora dopo tanto tempo gli provocavo quella reazione.
"Bene! Ora posso tornare a casa mia a Melbourne!" disse improvvisamente mia zia, e noi ci staccammo l'uno dall'altra.
"No! Kate! Non farlo..." Michael sembrava esserci rimasto davvero molto male per la decisione di mia zia.
Pensavo lo sapesse...
"Ma cosa vuoi?! Tu vai in Giappone con Vic! Prima o poi dovevo tornare, no? E comunque...sappiate che sarete sempre i benvenuti a casa mia. Venite quando volete! Io vi aspetto, okay?" sapevo che lei si stesse rivolgendo principalmente a Michael, ma la cosa incredibile era che mia zia continuasse a dare per scontato che Michael ed io saremmo tornati insieme.
"Ma ora non c'è bisogno che voi diciate altro! Andate, altrimenti perderete l'aereo. E tu, Mike...buona fortuna!" concluse lei dandogli una pacca sulla spalla.
Beh...come pensavo, lei si stava rivolgendo solo a Michael.
"Ne avrò bisogno!" rispose.
Nemmeno capivo di cosa stessero parlando...sembrava come un linguaggio in codice, che ovviamente io non ero in grado di capire, ma non avrei fatto domande.
Così, dopo aver salutato mia zia, andammo ad imbarcarci.
"Sai che il viaggio durerà più di dieci ore, vero?" appena l'aereo partì, Michael mi ricordò per quanto tempo avremmo dovuto restare lì.
Se ci pensavo...mi veniva solo voglia di buttarmi dall'aereo in volo, ma quel lungo viaggio avrebbe anche avuto i suoi vantaggi: la destinazione meritava davvero tutta quell'attesa.
"Non ricordarmelo...sarà un incubo..." risposi ridendo.
"Tranquilla, ho scaricato tantissimi film e serie TV sul computer. Sei pronta ad iniziare?" beh, fortunatamente aveva organizzato tutto.
"Allora sapremo cosa fare! Ma ti avverto...potrei addormentarmi da un momento all'altro." ero davvero stanca per essermi svegliata così presto, ma ne valeva la pena.
Così iniziammo a guardare la serie TV che avevamo sempre guardato insieme, e che forse non avremmo mai finito.
Riuscii a stare sveglia per circa due ore, o poco più.
Poi, come previsto, mi addormentatai sulla spalla di Michael.
Quando mi risvegliai, notai che anche lui si era addormentato, ma non lo svegliai.
Realizzai di aver dormito solo un paio d'ore, e per far passare il tempo più velocemente decisi di prendere il computer di Michael per guardare un film.
Anch'esso finì, e lui ancora dormiva, così decisi di provare a riprendere ancora sonno.
E fortunatamente ci riuscii.
Odiavo i viaggi lunghi...non sapevo mai cosa fare.
Oltretutto avevamo anche uno scalo da fare, ma fu abbastanza veloce.
Saliti sul secondo aereo, mi addormentai ancora.
Ero così stanca...
"Hey...svegliati principessa! Stiamo atterrando!" Michael mi svegliò dolcemente spostandomi i capelli dal viso e dandomi un bacio sulla guancia.
Era tanto che non lo faceva, ed era passato forse troppo tempo anche dall'ultima volta che mi aveva chiamato 'principessa'.
Forse significava qualcosa...o forse mi stavo solo illudendo...
"Che ore sono?" domandai strofinandomi gli occhi.
"È pomeriggio. Siamo indietro di solo un'ora rispetto a Sydney. Ora scendiamo. Dobbiamo andare a prendere i nostri bagagli." mi spiegò.
Beh...io nemmeno sapevo che in realtà c'era solo un'ora di differenza.
Così scendemmo dall'aereo e andammo ad aspettare i nostri bagagli.
"Mikey...mi aiuti a prendere la mia valigia, per favore? Pesa troppo..." mi stavo già pentendo di averla riempita così tanto.
"Ma che cazzo! Per soli sette giorni ti sei portata dietro una valigia che è quasi più grande di te?! Ma cosa ci hai messo dentro?! L'intera casa?!" lui si mise a ridere, e nel frattempo recuperò il mio bagaglio dal nastro trasportatore.
"Stai zitto! Sono una ragazza, e ho bisogno di ogni singola cosa che ho portato!" già sapevo che non avrei nemmeno usato tutti quei vestiti, ma ero quel tipo di persona che portava anche le cose più inutili pensando: "Non si sa mai", perché ogni cosa sarebbe potuta tornarmi utile prima o poi.
"Tu? Una ragazza? Ti piacerebbe..." lui scherzò prendendomi in giro come aveva sempre fatto.
"Credo proprio che tu più di chiunque altro sappia quanto io possa essere una vera ragazza. In caso contrario...se io non fossi una ragazza, mi verrebbe da chiederti se tu sia davvero etero." il mio ragionamento non faceva una piega, ed ero certa di avere ragione.
"E tu più di chiunque altro, sai quanto io sia etero. Devo ricordarti ogni dettaglio?" lui sorrise guardandomi con uno sguardo malizioso.
"Non ce n'è bisogno. Ricordo tutto alla perfezione." conclusi.
Altroché se ricordavo tutto!
E onestamente...avrei tanto voluto rivivere ogni singolo istante con lui.
"Posso dire lo stesso. Ora usciamo da qui: ci aspetta una macchina che ci porterà direttamente all'hotel. Sei pronta per la prima sorpresa?" a quel punto, lui mi prese per mano e mi portò all'esterno, e quando uscimmo da lì, ad aspettarci non c'era una semplice macchina, ma era una vera e propria limousine, ed era tutta nostra!
"Oh mio dio! Mikey! Tu sei pazzo! Io...io non so cosa dire..." non sapevo davvero cosa dire.
Non riuscivo a credere che avesse fatto tutto quello solo per me.
"Non dire niente. Sai che farei davvero di tutto per la mia principessa..." era come se lui si fosse dimenticato di aver rotto con me.
Era come se fosse ancora il mio ragazzo: usava lo stesso soprannome con cui mi chiamava sempre e mi trattava allo stesso modo.
Detto questo, io lo abbracciai ringraziandolo, poi entrammo nella limousine, e partimmo verso il nostro hotel.
Mi avvertì che ci aspettava un lungo viaggio, ma quella volta non mi sarebbe pesato: non mi sarei di certo annoiata lì con lui.
C'era davvero ogni cosa in quella limousine, e oltre alla musica, c'era anche l'angolo bar dove potevamo bere champagne come delle vere star.
"Brindiamo a noi! Brindiamo a ciò che succederà nei prossimi giorni!" propose lui con il calice di champagne in mano.
"A noi, e ai nostri prossimi giorni!" brindai facendo tintinnare il mio calice contro il suo, e poi entrambi bevemmo.
Ero davvero curiosa di sapere cosa sarebbe successo nei giorni successivi.
Se ci pensavo...un po' ero agitata in quanto non sapessi assolutamente nulla, e soprattutto non c'era assolutamente nulla di programmato.
"Spero che...che ora tu ti senta a tuo agio con me. Voglio dire...noi non..." dopo un paio di minuti, lui ricominciò a parlare, e sapevo esattamente a cosa si stesse riferendo.
"Mikey...certo che mi sento a mio agio! Ciò che provo non è affatto cambiato, e questo tu lo sai!" forse non avrei dovuto essere così diretta con lui, ma non era nulla che Michael non sapesse già.
"Quindi...tu sei...sei ancora innamorata di me? Mi ami ancora?" non sapevo come rispondere a quella domanda.
Avrei dovuto dirgli la verità?
Oppure avrei solo dovuto restare in silenzio?
"Io...beh...cosa vuoi che ti dica? Credo che...la mia risposta potrebbe rovinare tutto..." ammisi abbassando lo sguardo.
"Voglio solo che tu mi dica la verità. Nulla potrà rovinare il nostro rapporto. Ormai siamo qui, e se i tuoi sentimenti per me non sono cambiati...lo accetterò. E accetterò anche se tu mi dirai che hai smesso di amarmi. Penso che entrambi siamo abbastanza maturi da superare anche questo per dare spazio ad un'amicizia. Accetterò ogni tua decisione, okay? Ma per favore...dimmi la verità..." non mi aspettavo che sarebbe stato così aperto e disposto a tutto, ma lo apprezzavo, e finalmente mi sentivo abbastanza sicura di me per dirgli la verità.
"Io...io ti amo ancora...ti amo da impazzire, e sono fottutamente innamorata di te. Non sono ancora riuscita ad andare oltre..." pensavo sapesse cosa provavo per lui, ma se così non fosse stato...beh, gli avevo appena rinfrescato la memoria.
Ma mi sentivo un po' in imbarazzo e quasi avevo paura.
Cercai di evitare il suo sguardo, ma sarebbe davvero servito?
"Hey...stai tranquilla! Vieni qui..." fortunatamente lui capì il mio imbarazzo, e subito mi invitò tra le sue braccia stringendomi a sé.
Solo a quel punto alzai lo sguardo, e vidi Michael avvicinarsi al mio viso.
Le nostre labbra si sfiorarono appena, ma nessuno di noi due voleva fare quel passo per eliminare definitivamente quella diatanza.
Fui proprio io a scostarmi da lui tornando ad appoggiare la testa sul suo petto.
Mi pentii immediatamente per ciò che avevo fatto, ma forse era davvero la cosa giusta.
Quando arrivammo a destinazione, Michael prese la mia valigia in quanto sapesse che io non ce l'avrei fatta a portarla, ed io presi la sua seguendolo all'interno dell'hotel.
Un dirigente ci accompagnò nella nostra suite presidenziale ed io ero già emozionata: non ne avevo mai vista una.
"Oh mio dio! Ma questa stanza è fantastica! È grande almeno quanto casa mia!" appena ci trovammo lì da soli, iniziai a girare per la stanza, ed era enorme!
"E non è finita qui! Apri quella porta!" mi disse indicandomi una porta.
Io la aprii e restai letteralmente a bocca aperta.
Era una stanza tutta dedicata ai videogiochi: un vero e proprio paradiso per me e soprattutto per Michael.
"Preparati a passare lunghe serate qui!" gli dissi ridendo.
Ero davvero stupita di tutto ciò che c'era lì.
"Vieni con me..." quando uscimmo da quella magnifica stanza, Michael mi trascinò in un'altra.
Inutile dire che quella suite non smetteva di stupirmi: c'era anche una stanza con un'enorme vasca idromassaggio.
Fortunatamente mi era venuta la geniale idea di portare il costume da bagno.
"Mikey! Sistemiamo i bagagli, e entriamoci subito! Ti prego...non vedo l'ora!" ero così euforica che non riuscii a contenere l'emozione.
Avrei voluto entrare in quella vasca immediatamente.
"Preferisci riposarti per questa sera?" ormai era quasi ora di cena, e dovevo ammettere di essere molto stanca, ma non volevo obbligare Michael a restare in camera.
"Per me è uguale. Se vuoi possiamo uscire, e...fare tutto ciò che vuoi." ero davvero disposta a fare tutto ciò che voleva, e non mi sarebbe pesato.
"Restiamo qua. Possiamo farci portare la cena qui in camera, e onestamente non vedo l'ora di provare a ordinare da qua. Guarda...c'è un telefono apposta per farlo senza muoversi dalla stanza. Non è fantastico?!" evidentemente lui era euforico almeno quanto lo ero io, ed era bello vederlo sorridere in quel modo.
"Lo è! Non mi aspettavo tutto questo, e...non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che hai fatto per me...per noi..." dissi abbracciandolo.
"Non devi ringraziarmi. Comunque...ora vado a farmi una doccia, okay? Ne ho proprio bisogno...ma forse ci metterò un po'..." lui mi avvertì, poi mi diede un bacio sulla guancia e si avviò verso il bagno.
"Va bene. Io intanto sistemo la mia valigia, e in caso sistemo anche la tua." detto questo, lui acconsentì ed entrò in bagno.
Come avevo già detto, io iniziai a sistemare tutto ciò che c'era nella mia valigia.
Poi aprii la sua.
"Vicky!" ma improvvisamente Michael mi chiamò, ed io mi precipitai da lui.
"Potresti prendermi dei boxer dalla mia valigia, per favore?" mi domandò.
Avrei dovuto immaginare che mi avesse chiamato solo perché si era dimenticato i vestiti.
"Sei sempre il solito!" risposi ridendo, ma poi andai a prendere ciò di cui aveva bisogno e glieli diedi aprendo di poco la porta.
Anche se in realtà...ormai ero abituata a vederlo girare completamente nudo per casa, ma quella volta non mi sembrava nemmeno il caso di entrare in bagno con lui.
Ma fu inutile, perché quando uscì, era comunque mezzo nudo: indossava solo i boxer.
Fu molto difficile non guardarlo, perché era così dannatamente bello!
"Stavo per...per sistemare anche la tua valigia..." cercai di dire cambiando discorso.
Era anche un modo per evitare di guardarlo con uno sguardo da completa creatina.
Avrebbe funzionato?
"Tranquilla, faccio io...almeno saprò dove trovare le mie cose..." lui scherzò mettendosi a ridere.
Beh...era vero: ogni volta che sistemavo le sue cose, poi si lamentava perché non trovava più niente.
Ma cosa potevo farci? Volevo solo che ogni cosa fosse in ordine, e lui non era affatto ordinato.
"Come vuoi. Ora vado a farmi anche io una doccia." conclusi andando a prendere dall'armadio un reggiseno e degli slip.
"Ah! Vicky! In bagno c'è una specie di botola per i panni sporchi. Ce li laveranno loro e domani mattina ce li porteranno qui." mi spiegò.
Non mi aspettavo che il bagno fosse dotato anche di quello, ed era fantastico soprattutto per una come me abituata a qualcuno che faceva la maggior parte delle faccende domestiche al posto mio.
Così lo ringraziai e andai a farmi una doccia che durò forse più di un'ora.
Dopodiché uscii dal bagno indossando solo indumenti intimi: ero anche io mezza nuda, ma non mi importava.
Michael, che stava ancora sistemando la sua valigia, si voltò subito a guardarmi mentre mi dirigevo all'armadio facendo finta di nulla.
"Vicky...ma cosa...cosa ti è successo?" lui venne subito verso di me con sguardo preoccupato.
"Mio dio...dimmi che ora stai bene! Per favore..." avrei dovuto sapere che l'avrebbe notato: da quando Michael mi aveva lasciato avevo perso parecchi chili, ma come facevo a dirgli che la causa era lui?
"Sto bene." non aggiunsi altro.
Andai solo a prendere una delle sue solite magliette e la indossai.
Quella mi avrebbe coperto abbastanza da evitare altri suoi commenti.
"No! Sai quanto mi fa stare male vederti così! Lo sai! Sai che se vuoi parlare con qualcuno, io ci sono..." sembrava davvero dispiaciuto, ed io sapevo che lo era davvero, ma non potevo parlarne con lui.
Non volevo farlo sentire in colpa per il fatto di aver rotto con me.
Era andata così, e basta.
La colpa non era di nessuno.
"Va bene così. Io sto bene, e ciò che conta adesso, è che noi siamo qui insieme. Ora potremmo smettere di parlare di me, per favore?" non ero arrabbiata, ma mi infastidiva.
Mi infastidita parlare di me, e soprattutto del mio aspetto fisico.
"Vicky...scusa...voglio solo che tu stia bene...mi preoccupo per te..." nonostante non fosse più il mio ragazzo, continuava a comportarsi come tale, e a me faceva solo piacere, ma fino a un certo punto.
"Ti ringrazio, ma non devi preoccuparti per me. So quello che faccio, okay?" lo rassicurai parlandogli dolcemente, perché solo così avrebbe capito.
"Va bene...ma non farlo più..." non risposi alle sue parole.
Feci solo finta di sistemare delle cose nell'armadio, anche se era già tutto sistemato.
"Io ho finito con la mia valigia. Ti va di farci portare qui la cena?" mi chiese Michael dopo parecchi minuti.
Io accettai, e dopo circa mezz'ora la cena arrivò in camera.
Mangiammo ad un tavolo che avevamo in stanza, e tutto sembrava andare per il meglio.
Come se improvvisamente ci fossimo dimenticati di quella piccola discussione che avevamo avuto poco prima.
Quando finimmo di mangiare, decidemmo di andare nella sala videogiochi.
Ci divertimmo davvero tanto, e forse il tempo era passato troppo veloce, perché mezzanotte era già passata.
"Facciamo l'ultima partita, e andiamo a dormire, okay? Ci aspetta una lunga giornata...davvero molto lunga." disse Michael.
Così vinsi l'ultima partita, e nonostante lui fosse contrariato per aver perso, andammo poi a dormire.
Il letto era enorme.
Prendeva gran parte della stanza, e forse era un bene che fosse così grande, almeno non sarei rimasta troppo vicino a lui, perché non era affatto il caso.
Gli diedi la buonanotte, e come previsto, mi girai dalla parte opposta per non vederlo, per fare almeno finta che lui non ci fosse.
Forse ero esagerata, ma non volevo cedere perché sarebbe stato sbagliato.
Fortunatamente lui non fece domande, ma la verità era che non riuscivo ad addormentarmi a causa della sua lontananza.
Fingere di essere da sola era inutile, perché sapevo che lui c'era...sapevo che era lì con me, ed era snervante non potermi nemmeno avvicinare a lui.
"Ti amo Vicky..." improvvisamente sentii Michael avvicinarsi a me per sussurrarmi quelle parole, ma io feci finta di dormire.
Evidentemente pensava mi fossi addormentata, ma non era così.
Tutto ciò era davvero assurdo!
Io ero follemente innamorata di lui, e lui mi amava.
E allora perché le cose non erano tornate alla normalità?!
Perché eravamo così distanti?
Sapevamo quanto il nostro amore fosse proibito, ma non potevamo andare avanti così.
Forse non saremmo mai riusciti ad essere amici, perché ci sarebbe sempre stato quel qualcosa in più tra noi, e ormai stava diventando sempre più difficile comportarci come se tra noi non ci fosse mai stato nulla.
Forse avremmo davvero dovuto smettere di vederci...di parlarci...dovevamo solo dimenticarci di ogni cosa...dovevamo tornare ad essere dei completi sconosciuti.
Solo così saremmo riusciti a stare bene davvero.

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