CAPITOLO 44

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Victoria's pov
"Purtroppo Michael ha avuto un piccolo peggioramento. Nulla di grave in realtà. Ora si è stabilizzato, ma se sarà soggetto ad altri peggioramenti...io non potrò fare nulla per impedire ai miei colleghi di staccargli tutto. Mi dispiace..." quelle parole furono l'ennesimo colpo al cuore per me.
Improvvisamente, quel minimo di spensieratezza che stavo provando poco prima svaní completamente.
Era come se mi stessi rendendo conto che quello non fosse solo un incubo: presto avrei perso Michael, e quella era la realtà, la vita reale.
"E...e i suoi genitori sono d'accordo? Non hanno detto niente vedendolo in quelle condizioni?" non potevo credere che avessero accettato il tutto senza esitare.
Non ero ancora riuscita ad accettarlo io...ma forse aveva davvero ragione Michael quando diceva che a loro non importava di lui.
"Sì. L'hanno visto. Loro sono d'accordo sul fatto di staccare tutto se ci saranno altri peggioramenti. Abbiamo la loro autorizzazione, quindi così sarà." era inutile cercare di trattenere le lacrime...non ci riuscivo più ormai.
Odiavo i suoi genitori!
Erano delle persone orribili!
"E per quanto riguarda la ragazza che era qui?" Julia intervenne solo per cambiare discorso.
"Non mi piace per niente quella ragazza. Quindi non le ho permesso di entrare." evidentemente Julia ed io non eravamo le uniche ad odiarla.
Forse era anche a causa del modo in cui si era presentata.
"Quando è successo?" chiesi non facendo nemmeno caso a quale argomento avessero tirato fuori.
"Quando è successo cosa?" mi domandò il dottore, non capendo di cosa stessi parlando.
"Le complicazioni che ha avuto Michael. Quando le ha avute?" mi spiegai meglio, ma il mio tono era piatto e il mio sguardo perso nel vuoto.
"Dopo pochi minuti che sono entrati i suoi genitori." i miei sospetti sembravano fondati.
Forse Michael aveva percepito la loro presenza, e quello era un modo per far capire che non li voleva lì.
"Voglio vederlo! Adesso!" pretendevo di vederlo.
Non chiedevo altro.
"Sicura di essere pronta a vederlo in quello stato?" forse non ero davvero pronta, ma dovevo farlo.
Mi mancava...
"Sì! Voglio solo stare un po' con lui. Ne ho bisogno." dissi decisa, per poi alzarmi in piedi e aspettare il consenso del dottore.
Quando lo ottenni, esitai un po' prima di aprire la porta di quella stanza, ma alla fine mi feci coraggio e aprii.
Ciò che mi trovai davanti mi fece quasi sentire male.
Vidi Michael sdraiato su quel lettino, completamente incosciente, come se stesse dormendo, ma un sonno da cui probabilmente non si sarebbe mai svegliato.
Vidi tubicini collegati ovunque sul suo corpo, e macchinari che facevano strani rumori.
Mi avvicinai cautamente a lui dopo aver chiuso la porta alle mie spalle.
Avevo paura ad avvicinarmi troppo, come se potessi ferirlo in qualche modo.
Avevo paura della sua reazione: e se fosse stata la stessa che aveva avuto con i suoi genitori?
Forse adesso Michael odiava anche me.
Ma non potevo perdere l'occasione di vederlo se quelle sarebbero state le ultime volte che avrei potuto farlo.
Volevo anche parlargli, ma forse non avrebbe sentito ciò che avevo da dirgli.
Mi piaceva solo pensare che lui sentisse che ero lì...che lui sentisse la mia voce...la mia presenza.
"Mikey...sono io: Vicky. Appena ho saputo quello che ti è successo, sono tornata subito qui a Sydney, ma purtroppo...non mi hanno fatto entrare per vederti. Ma ora sono qui..." iniziai a parlare solo dopo essermi seduta su una sedia che era lì accanto al suo letto.
Non facevo altro che guardarlo.
Aveva il corpo ricoperto di graffi, tagli, lividi.
Non avevo neanche il coraggio di toccargli la mano per paura di fargli male.
Forse tutto questo avrebbe fatto più male a me che a lui.
"So che forse mi stai odiando, e so che forse lo farai per sempre. In fondo...è solo colpa mia se tu sei qui..." al solo pensiero che fossi io la causa di tutto, piansi ancora.
Presto avrei anche finito le lacrime...
"Non l'ho mai fatto, ma devo chiederti scusa, Mikey. Non mi sono mai scusata con nessuno, e questo tu lo sai bene. In fondo non siamo poi così diversi. La verità è che non avrei mai dovuto reagire in quel modo. Ora ho paura...ho tanta paura di perderti, e...e voglio che tu sappia che mi manchi..." non riuscivo a smettere di singhiozzare.
Sentivo il cuore andare in frantumi ad ogni parola che dicevo.
Ogni pezzettino di me si stava congelando un'altra volta.
Michael era riuscito a sciogliere quel ghiaccio che c'era dentro di me, ma senza di lui tutto stava tornando come prima.
"Io...io so che tu sei forte. Lo sei sempre stato! So che ce la puoi fare, Mikey. Sono certa che supererai tutto questo. E io...io ti starò accanto. Verrò qui ogni giorno. Posso giurartelo. Non ti lascerei mai da solo. Non più..." non avevo nemmeno finito di parlare che qualcuno aprì la porta.
Mi asciugai velocemente le lacrime prima di voltarmi e vedere Luke.
"Oh mio dio..." disse subito coprendosi la bocca con le mani dopo essersi guardato intorno.
"Lukey..." non riuscii a dire altro.
"Oh mio dio! Che cazzo è tutta questa roba?" Luke sbottò avvicinandosi ad un macchinario collegato al corpo di Michael.
"È ciò che lo tiene in vita...finché sarà possibile..." risposi, anche se sapevo che la domanda non fosse riferita direttamente a me.
"Ha avuto dei peggioramenti quando sono entrati qui i suoi genitori..." aggiunsi avvisandolo dell'accaduto.
"E...e tu è tanto che sei qui?" mi domandò venendo verso di me per appoggiarmi una mano sulla spalla.
"Un po'. Fortunatamente non ha avuto reazioni negative alla mia presenza..." ero ancora sicura che i suoi peggioramenti fossero dovuti ai suoi genitori.
"Come può averne? Lui ti vuole bene. Lo sente che sei qui..." mi disse Luke.
"Mi manchi così tanto, amico mio..." a quel punto Luke riportò la sua attenzione su Michael appoggiandogli una mano sul braccio.
Subito dopo si asciugò gli occhi con la manica della maglietta.
Era triste vedere tutto quello...
"Oggi al college...Vicky si è seduta accanto a me e...e spero che non ti dispiaccia." scherzò Luke, facendo scappare un sorriso anche a me.
"Per favore, Mike...torna da noi. Non pensavo di poterlo dire, ma mi mancano anche i tuoi insulti, tu che urli senza motivo, le nostre partite ai videogiochi dove inspiegabilmente vinci sempre tu...farei di tutto per riavere indietro quei momenti. Rivoglio il mio migliore amico..." era evidente che Luke soffrisse nel pronunciare quelle parole.
Stava anche piangendo, esattamente come me.
Forse aveva finito di parlare, ma io non osai dire nulla...finché Luke non tornò da me e mi prese la mano, come se dovessimo sostenerci a vicenda.
Anche se ormai era troppo tardi: entrambi eravamo già crollati.
"Ho troppa paura, Luke..." ammisi per poi alzarmi in piedi e abbracciarlo forte.
"Ce la farà. Non preoccuparti..." sapevo che non fosse vero.
Ancora una volta, Luke mi stava mentendo, ma era una bugia accettabile...una bugia che mi faceva piacere sentire.
"Il dottore...lui...ha detto che se ci saranno altri peggioramenti...gli staccheranno il respiratore molto prima! Hanno l'autorizzazione dei suoi genitori! Lo lasceranno morire, Luke! Io...io non voglio che succeda!" le lacrime scendevano ininterrottamente lungo le mie guance.
Ero disperata.
Non sapevo cosa fare.
Non sapevo cosa avrei fatto quando lui non ci sarebbe stato più.
Quella era decisamente la cosa peggiore che potesse capitarmi.
"Se i suoi genitori hanno deciso questo...noi non possiamo farci nulla." ero infastidita dal fatto che Luke si fosse già arreso.
Poteva fare ciò che voleva, ma io avrei lottato insieme a Michael fino alla fine.
Non volevo fare scenate proprio lì davanti a Michael, così mi alzai e uscii dalla stanza.
Luke mi corse subito dietro chiudendosi la porta alle spalle e prendendomi un braccio per fermarmi.
"Vicky! Aspetta!" Luke mi fermò.
"No! Non posso credere che tu sia d'accordo! Come puoi anche solo pensare che sia giusto così?!" alzai la voce lasciando scendere ancora le lacrime dai miei occhi.
"Cosa dovrei fare secondo te? I genitori di Mike hanno deciso di staccarlo, e noi non ci possiamo fare niente! Perché non vuoi capirlo?!" Luke si difese, e in quel momento si avvicinò a noi anche Julia, quasi intimorita da ciò che stava accadendo.
"Vic, vieni un attimo...guardami..." lei mi trascinò lontano da Luke spingendomi a guardarla negli occhi.
La lasciai fare.
In fondo...non avevo nemmeno la forza di ribellarmi.
"I genitori di Michael possono dire quello che vogliono, ma la loro autorizzazione non varrà nulla se lui si riprenderà. Perché sarà così. Sono sicura che starà ogni giorno meglio se verrai qui e parlerai un po' con lui. Ha bisogno di sentire che ci sei. Solo così riuscirà ad essere forte abbastanza per poter reagire. Capisci adesso?" se funzionava così, allora l'avrei fatto.
Sarei andata lì ogni giorno, anche a costo di passarci la notte.
"Sì...ma..." cercai di rispondere ma Julia non mi permise di farlo.
"Niente 'ma'. Ora torna da Luke. Anche lui ha bisogno di te." detto questo, Julia mi mise una mano sulla schiena, riaccompagnandomi da Luke e facendomi sedere accanto a lui sulla panchina.
"Scusa Vicky..." Luke si scusò, ma io scrollai solo le spalle senza dire nulla.
Restammo lì qualche minuto in silenzio, finché Julia non ricominciò a parlare.
"Vic? Posso vedere Michael? Non ti dispiace, vero? Però...voglio che tu venga con me. Ti va?" lei mi chiese addirittura il permesso per vedere Michael.
Era piacevole sentire che tutti mi considerassero già la sua ragazza...anche se forse non lo sarei mai stata.
"S...sì...certo..." risposi alzandomi.
Poi entrambe entrammo lasciando Luke da solo per un po'.
"Potresti dirgli che sono qui anche io? Credo che lui mi odi...e non voglio che abbia altri peggioramenti a causa mia..." alla sua richiesta mi limitai ad annuire.
Sapevo che a Michael non era mai andata a genio Julia, ma se gli avessi parlato forse avrebbe capito.
"Mikey...sono ancora io. Quando sono venuta qua, non sono venuta da sola. Prima che tu possa reagire male, voglio dirti che in questo momento è una persona che mi sta davvero aiutando. È lei che mi ha portata qui, ed è lei che oggi è riuscita a farmi sorridere anche solo per qualche secondo. So che non ti sta molto simpatica, ma è Julia. È qui. Voleva solo vederti. Spero che a te non dispiaccia..." Julia venne a darmi conforto strofinandomi una mano sulla schiena.
Cominciavo a sentirmi davvero stupida a parlare con lui.
Forse stavo semplicemente parlando da sola.
Forse nemmeno poteva sentirmi...
"Michael...sono Julia. So che mi odi, ma sono cambiata. Mi dispiace che tu sia in queste condizioni adesso, ma sono sicura che ti riprenderai presto. Sinceramente...tu non mi sei mai stato antipatico. Avevo solo paura...ero intimorita da te a causa di ciò che dice la gente...ma Victoria mi ha fatto capire che persona sei. Ti ho sempre giudicato male, e mi dispiace per questo..." ascoltai ogni sua parola lì in piedi, in silenzio.
Non pensavo che Julia avesse un cuore.
"Vorrei solo che tu ritornassi tra noi. Victoria ha bisogno di te! Sai? Le manchi tanto..." aggiunse, ed io la guardai con un sorriso, come per ringraziarla di avergli detto quelle cose totalmente vere.
"Ora...credo di dover andare. Ma tornerò se Victoria me lo permetterà. Non vedo l'ora di vederti di nuovo tra i corridoi mano nella mano con la tua Vicky. In fondo...siete sempre stati così carini insieme! Alla prossima Michael..." improvvisamente diventai rossa in viso.
Provavo un po' di imbarazzo nel sentire parlare Julia in quel modo di me e Michael.
"Ciao Mikey. Tornerò presto..." gli dissi anche io.
Poi uscimmo dalla stanza, trovando Luke in compagnia di Ashton.
Non ci pensai due volte a correre da lui per abbracciarlo forte.
In quel momento avevo bisogno anche di lui.
"Mi dispiace, Vic...mi dispiace..." Ashton ricambiò subito il mio abbraccio, e mi sussurrò quelle parole all'orecchio.
"Non serve dispiacersi..." risposi staccandomi da lui.
"Mi dispiace per ciò che ti ha detto Isabelle. So quanto tu tenga a Mike. Lei era solo arrabbiata." solo ora capivo perché si stesse scusando, ma non trovavo giusto che dovesse essere sempre Ashton a scusarsi al posto suo.
"Lei non c'è?" chiesi non vedendola lì.
Mi sembrava strano che Ashton fosse lì, ma lei no.
"Non se la sente di vedere suo fratello in quelle condizioni. Ha detto che se morirà...vuole ricordarlo con il sorriso, e non pieno di tubi..." anche io avevo pensato di farlo, ma la verità era che non potevo fare a meno di stargli accanto.
"Non ho parole..." sospirai andandomi a sedere accanto a Luke.
Non avevo parole per il comportamento di Isabelle.
Come poteva non volere nemmeno avvicinarsi a suo fratello quando sapeva che la possibilità di perderlo era così alta?
Ora ero io ad essere arrabbiata con lei.
"Julia! Scusa...non ti avevo vista..." a quel punto Ashton si accorse di Julia e andò a salutarla con un bacio sulla guancia.
"Vic...ti dicevo: non devi avercela con Isabelle. Ognuno reagisce a modo suo ad una perdita. Lei è molto più sensibile di noi, ed è così che ha reagito. Anche lei sta male...credimi." inutile dire che non credevo ad una sola delle sue parole.
Mi limitai a scuotere la testa per non dire altro.
"Vic...per favore, non fare così..." Ashton tornò da me, abbassandosi alla mia altezza, e cercando di farmi alzare lo sguardo verso di lui.
"E come dovrei reagire, secondo te? A Isabelle non importa di suo fratello! E vuole anche impedirmi di vederlo! Ma che cazzo di problemi ha?!" sbottai dando quasi la colpa ad Ashton di ogni cosa.
Cominciavo ad avercela anche con lui.
"A lei importa! Non puoi avercela con Isabelle per sempre! Oltre ad essere la tua compagna di stanza, è anche la mia ragazza!" era assurdo il fatto che io non potessi avercela con qualcuno solo perché era la fidanzata di uno dei miei migliori amici.
Io potevo odiare chi volevo!
"È anche la sorella del mio...del mio...migliore amico! E quindi? Cosa significa questo?" non sapevo nemmeno come definire Michael.
Chi era per me?
Potevo considerarlo ancora il mio migliore amico?
"Aspetta...ma quindi è vero che è la tua ragazza! Perché l'hai negato quando te l'abbiamo chiesto?" forse Julia si riferiva alla conversazione che avevo sentito qualche giorno prima sulle scale al college.
Quella dove ancora una volta avevo discusso con Ashton.
"Sì...certo che è vero! Ma...Julia, per favore, non dirlo a nessuno. Dico davvero...non dirlo..." evidentemente Ashton non aveva ancora superato quel blocco, e dopo tutto quel tempo, trovavo tutto ciò assurdo.
"Perché non dovrei dirlo? Non sei felice di aver trovato una ragazza?" gli chiese Julia.
"Lo sono! E la amo tanto, ma..." iniziò con titubanza, ma non riuscì a finire la frase.
Ormai io non avrei detto più niente a riguardo.
Ashton sapeva già come la pensavo.
"...ma ti vergogni di lei perché non è popolare, dico bene?" Julia finí la frase al posto di Ashton.
Non poteva spiegarsi meglio di così.
Lui non rispose...abbassò solo lo sguardo.
Evidentemente si sentiva in colpa.
"Ash! Davvero?! Come puoi fare questo a Mike?! Lui si è fidato di te!" anche Luke intervenne alzandosi subito in piedi e andando verso di lui.
"E fa bene a fidarsi! Ho solo bisogno di tempo, okay? Lei è...diversa..." odiavo il fatto che Ashton considerasse Isabelle diversa in modo così negativo.
E la cosa peggiore era che lei era ancora all'oscuro di tutto.
"Ma tu ti vergogni di lei! Capisci che è assurdo? Guarda Vicky, ad esempio: lei ti ha accettato fin da subito e non ha esitato neanche per un secondo a farsi vedere con te. E con Michael, invece? Non ha per caso fatto la stessa cosa? Anzi! Affronta tutti a testa alta pur di far valere le sue ragioni. Vogliamo parlare di Grace? È la tua migliore amica...e guardala! Sta con quello che è sempre stato considerato lo sfigato del quartiere, e non si è mai nascosta dagli sguardi degli altri! Potrei andare avanti all'infinito se volessi...devo farlo?!" Luke sembrava molto alterato a riguardo, e il fatto che avesse tirato in mezzo anche me e Grace mi faceva piacere.
In fondo...stava dicendo cose positive su di noi.
"Ma io non sono come voi! Se dico che ho bisogno del mio tempo, è perché ne ho bisogno davvero! Credimi...sto facendo del mio meglio." Ashton si giustificò, e forse cominciavo a capire le sue ragioni.
Ognuno era diverso...ognuno aveva i propri tempi.
Come me...io che ancora non avevo accettato il fatto di aver perso la testa per Michael.
E ovviamente non avrei mai accettato nemmeno il fatto di poterlo perdere per sempre.
"Davvero, Ash?! E credi che..." Luke iniziò a ribattere, ma io non lo lasciai neanche finire di parlare.
"Adesso basta! Siamo qui per Michael, non per litigare! Sedetevi!" la mia era un'impostazione.
Volevo che la smettessero.
Fortunatamente mi ascoltarono ed io mi ritrovai seduta in mezzo a loro due.
Ashton poi si strinse un po' per fare spazio anche a Julia.
Il silenzio calò tra noi per molti minuti.
Forse avevamo tutti bisogno di un po' di silenzio.
"Ash? Conosci una ragazza dai capelli scuri e gli occhi chiari che ha una sorta di legame con Michael?" in quel momento mi tornò in mente la ragazza che era lì da prima che arrivassimo noi.
Volevo saperne di più, e speravo che lui potesse aiutarmi.
"Di chi stai parlando?" mi chiese, ma quella ragazza non si era neanche presentata, e non sapevo nulla di lei.
"Non lo so. All'inizio si è presentata come la fidanzata di Michael..." sospirai abbasando lo sguardo per quanto mi facesse male dire quelle parole.
"Che cosa?! Catherine era qui?! Quella bastarda manipolatrice...!" Ashton sbottò alzandosi in piedi e cominciando a camminare nervosamente avanti e indietro.
"Vorrei sapere chi è..." dissi a bassa voce.
Ancora non mi aveva detto nulla di lei.
"Vic...quella non è la sua ragazza. È stata con Michael qualche anno fa. La sua famiglia l'ha sempre adorata anche dopo la loro rottura scaricando tutta la colpa su di lui, ma i suoi genitori non sanno nulla! Non sanno quanto Michael abbia sofferto quando stava con Catherine." finalmente sapevo qualcosa in più, ma non era abbastanza.
"Allora perché è stato con lei? Voglio dire...se soffriva, perché non l'ha lasciata prima?" non potevo credere che Michael non fosse riuscito a reagire prima.
Ma cosa gli aveva fatto?!
"Te l'ho detto! È una manipolatrice! È riuscita a far fare a Mike tutto ciò che voleva lei per quasi due anni! A lei non è mai importato di lui. Voleva solo visibilità, e lei era riuscita a manipolarlo così tanto da renderlo praticamente cieco. Lui non se ne accorgeva nemmeno..." non mi aspettavo tutto questo, e improvvisamente stavo male per lui.
"In effetti...quando era qua non sembrava affatto dispiaciuta dalle condizioni di Michael. Oltre che essere una gran troia, è anche una stronza! Lo sapevo!" Julia intervenne in quanto fosse stata lei a discutere con Catherine per la maggior parte del tempo.
"Posso confermare il fatto che sia troia. Ci sono passato anche io purtroppo: prima che diventasse la ragazza di Mike...lei stava con me." Ashton confessò che Catherine era stata anche la sua fidanzata, ma ancora non capivo.
"Se sapevi che era così, perché hai permesso a Michael di mettersi con lei?" mi stavo già innervosendo anche con Ashton.
Come se lui fosse stato il responsabile di tutto.
E forse lo era davvero.
"Ho provato ad impedirglielo! Ma lui non ne ha voluto sapere. Diceva che io ero solo geloso. Catherine l'ha anche spinto ad allontanarsi da me e da tutti i suoi amici." mi chiedevo come Michael potesse essere stato così stupido da cadere nella trappola di quella ragazza.
Non avrei mai immaginato che potesse succedere.
Pensavo che Michael avesse un carattere forte almeno quanto il mio.
"Ash, non vorrei interrompere la tua storia, ma devo farti presente che ha giurato di riprendersi Michael. Sembrava molto sicura di sé, e anche sicura del fatto che lui cadrà ancora ai suoi piedi. Non pensi che dovremmo fare qualcosa?" Julia interruppe il discorso di Ashton introducendone uno anche più importante.
"Non ci posso credere che voglia farlo davvero! Beh...in questo caso..." pensai subito che Ashton fosse troppo arrabbiato per pensare correttamente: non riusciva nemmeno a formulare un'idea...
"...in questo caso, Vicky dovrà conquistare Michael." Luke continuò la frase di Ashton, e subito sentii molta rabbia nei suoi confronti.
"Smettetela con queste cazzate! Volete capire che molto probabilmente Michael nemmeno si risveglierá dal coma?!" io mi lamentai con loro.
Non riuscivo a pensare ad altro.
Pensavo non avesse senso fare centinaia di progetti proprio in quel momento in cui nulla fosse certo.
Nessuno di loro mi rispose, e ancora una volta, per qualche minuto calò il silenzio.
"Seriamente ragazzi...dobbiamo trovare una soluzione. Catherine non può tornare con Mike..." Ashton sembrava aver pensato molto, prima di parlare nuovamente, ma la verità era che una soluzione non c'era ancora, e onestamente, a me importava più di rivederlo di nuovo in piedi e sorridente.
Volevo guardare ancora i suoi bellissimi occhi.
Al momento non mi importava delle scelte che avrebbe fatto in futuro.
Se solo ce ne sarebbe stato uno per lui.
"Io credo che l'unica che può fare qualcosa sia Victoria. Scusa...non ti incazzare, ma è la verità. È chiaro che tra voi ci sia qualcosa." disse Julia.
Non potei che sorridere alle sue parole, e subito iniziai a toccare la collana che mi aveva regalato lui.
Forse lo feci per sentirmi più vicina a Michael.
"Aspetta! Ma quella collana..." Ashton notò subito l'oggetto che avevo tra le mani.
"Sì...me l'ha regalata lui..." tenetti a dire accennando un sorriso.
"Ma...era con noi quando l'ha comprata! Era il giorno in cui Calum ha preso l'anello a Grace. Michael aveva detto che era per sua sorella!" evidentemente Michael aveva mentito ai suoi amici riguardo a quel regalo che mi aveva fatto.
Forse voleva tenere nascosto tutto quanto.
"Amico...credo che tu sia l'unico ad avergli creduto. Erano giorni che Mike discuteva con sua sorella. Davvero pensavi che le avrebbe preso un regalo?" Luke gli rispose accennando una risata.
Io, invece, rimasi solo in silenzio.
Non volevo dire nulla a riguardo.
"In ogni caso...è davvero bellissima. Ce l'hai da tanto tempo?" Julia si intromise.
Probabilmente voleva solo sciogliere la tensione che si stava creando tra Luke e Ashton.
"Dal giorno in cui...beh...dal giorno del nostro primo bacio. Nonostante io gli abbia detto più volte di non volerlo più vedere, e nonostante tutte le nostre litigate...io non l'ho mai tolta. Non riesco a farlo. Mi fa sentire vicina a lui, e proprio ora voglio esserlo più che mai." quella era la verità: non avevo mai tolto quella collana, e mai l'avrei fatto.
Era troppo importante per me...
"C'è stato anche un secondo bacio? Che cosa? Perché Isabelle non me l'ha detto?" mi infastidiva il fatto che Isabelle avesse raccontato ad Ashton ogni cosa.
Capivo che era il suo ragazzo, ma certe cose poteva benissimo tenersele per sé.
"Più o meno. È successo quando è venuto a Melbourne per parlarmi. Ma io l'ho allontanato, e subito dopo ho iniziato ad urlargli contro cose orribili. Io...io lo facevo per lui...ma...ma lui non mi ha mai capito...e ora...ora è lì per colpa mia..." al ricordo di ciò che era successo, scoppiai in lacrime un'altra volta ancora.
Era inevitabile.
Ero io la colpevole di tutto, e non me lo sarei mai perdonato.
"Vic...per favore...non è colpa tua, okay? Michael era ubriaco. È stato lui a bere troppo! Non sei di certo stata tu a avergli detto di farlo. Come può essere colpa tua?" Ashton cercò subito di consolarmi, ma non avrei mai smesso di sentirmi in colpa.
"E lo chiedi anche?! Secondo te perché è andato a bere? L'ha fatto dopo che io l'ho trattato di merda! Dovresti sapere meglio di me cosa fa Michael quando non vuole pensare a qualcosa: va a bere! Esattamente come fai tu, come fa Luke, e come faccio io! E lui l'ha fatto a causa di ciò che gli ho detto!" ero convinta di ciò che dicevo.
Non c'era nessun'altra spiegazione per ciò che aveva fatto.
"È stato comunque lui a mettersi al volante quando era completamente ubriaco!" ribattè Ashton.
"Stai davvero dando la colpa a lui?! Ash! Smettila, cazzo! Smettila di parlare di lui in questo modo! Forse ti stai dimenticando in che condizioni si trova il tuo migliore amico?!" non riuscii a lasciar perdere.
Non potevo permettere ad Ashton di dire quelle cose.
"E tu perché non ti rendi conto della stronzata che ha fatto?! Pensi che io non sia incazzato con lui? Beh, ti sbagli! Lo odio! Lo odio per quanto sia stato stupido ed incosciente! È stato lui a bere per poi mettersi al volante, quindi il coglione è solo lui! Non io, non tu, né nessun altro! Solo lui!" come potevo stare calma davanti a quella provocazione?
Non riuscivo nemmeno a sopportare il fatto che Michael venisse nominato.
Anche se in fondo...anche io pensavo che Michael fosse stato imprudente, ma la verità era che lui non avesse colpe, solo io ne avevo.
"Vattene Ash!" cercai di recuperare tutta la calma possibile per dirgli gentilmente di andarsene.
Era la soluzione migliore per non dover discutere ancora.
"Che cosa?" lui sembrava incredulo da ciò che gli avevo detto.
"Ho detto che devi andartene! Vattene da qua! Lascia in pace Michael!" sbottai, andando verso di lui.
Volevo davvero che sparisse.
Ce l'avevo con lui in quel momento.
E con tutto il resto del mondo.
A volte mi chiedevo come fosse possibile che con tutte le persone che c'erano al mondo, proprio a lui dovesse capitare qualcosa di così orribile.
"Perché io? Vattene tu! Se pensi di essere colpevole, allora che cazzo ci fai ancora qui?!" sapevo che quando Ashton si arrabbiava, diceva cose che a volte nemmeno pensava, ma la cosa peggiore era ciò che mi aveva appena detto.
"Voglio sistemare le cose, Ash! So che è impossibile farlo, ma lasciami provare! Voglio che tutto torni alla normalità! Non voglio che Michael pensi che ciò che gli ho detto sia vero! Lui non sa nulla! Lui non sa che in realtà io..." non sapevo nemmeno cosa stavo dicendo, ma mi fermai appena mi resi conto delle parole che mi stavano uscendo.
"Che in realtà tu cosa?" mi chiese Ashton, spingendomi ad andare avanti a parlare.
"Nulla..." a quel punto sospirai, e mi voltai di spalle.
Le lacrime continuavano a scendere anche a causa dei forti sensi di colpa che continuavano a crescere.
Stavo male.
Sentivo un peso sul petto che non si sarebbe mai alleggerito.
"Senti, Vic...mi dispiace. Sai che a volte dico cose che non penso davvero. Forse non posso capire esattamente ciò che provi, ma voglio starti vicino. Voglio solo renderti consapevole del fatto che tu non sia colpevole. L'ultima cosa che voglio è litigare con uno dei miei migliori amici..." improvvisamente Ashton si rese conto di ciò che stava dicendo e si scusò.
Sembrava sincero, ed io non ero più abbastanza forte da poter opporre resistenza.
Lo perdonai subito.
"Mi promettete che cercheremo di rimanere uniti e di supportarci a vicenda per superare questo brutto momento? Dico davvero, ragazzi...mi sembra di vivere in un incubo, e...e io ho bisogno di voi..." aggiunse Ashton in quanto nessuno gli avesse risposto.
Luke ed io ci lanciammo uno sguardo come per capire cosa ne pensassimo a riguardo.
Sapevamo che Ashton aveva ragione.
"Io non lo supererei comunque..." ammisi cercando di non guardare nessuno di loro negli occhi.
Chiunque avrebbe potuto provare ad aiutarmi, ma non avrebbe funzionato.
L'unica cosa che avrebbe potuto farmi sentire meglio, era rivedere quel bellissimo verde degli occhi di Michael.
Mi mancava perdermi guardando i suoi occhi.
"Ma devi farlo! Almeno provaci, Vicky! Proviamoci insieme! Ash ha ragione: dobbiamo aiutarci a vicenda." Luke intervenne in favore del nostro amico.
Avrei voluto arrangiarmi da sola, ma continuavo a chiedermi se ce l'avrei fatta.
"Voglio starti accanto anche io. Sia a te, che a tutti voi..." Julia intervenne cercando di essere d'aiuto.
"No Julia...non ce n'è bisogno..." Luke rifiutò subito l'offerta di quella che ormai potevo considerare una mia amica.
Ma io non ero affatto d'accordo.
"Invece ce n'è bisogno, Luke. Se tu escludi Julia, io escluderò te!" dovevo dirlo.
Sapevo come potesse sentirsi Julia a riguardo.
Sapevo cosa significasse essere esclusi, e lei non se lo meritava: aveva solo intenzione di aiutarci.
"Vic ha ragione. Ormai anche lei è coinvolta. Julia vuole solo aiutarci. È un momento difficile per tutti noi, Luke..." fortunatamente Ashton si era schierato dalla mia parte, e dopo aver alzato gli occhi al cielo con disapprovazione, Luke accettò.
"Grazie Julia...grazie anche per avermi portato qua. Non eri obbligata a farlo..." non potei fare a meno di ringraziarla.
Continuavo ad avere la conferma che lei fosse cambiata, e quella nuova Julia non mi dispiaceva affatto.
"Non ringraziarmi. L'ho fatto volentieri. Anzi...forse dovrei essere io a ringraziare voi." accennai un sorriso alle sue parole, e Ashton si alzò per abbracciarla.
Lei ricambiò subito, e anche se Luke non approva tutto ciò, ormai era costretto a farlo.
In fondo, nemmeno aveva le forze di ribellarsi.
Tutti quanti noi eravamo sempre più distrutti a causa delle condizioni di Michael.
Soprattutto io che non riuscivo a pensare ad altro che ad una vita senza di lui.
Non ero pessimista, ero solo realista.
Solo un miracolo avrebbe fatto risvegliare Michael dal coma, e i miracoli non erano mai esistiti...almeno per me.
Era inutile sperare, anche se non potevo fare a meno di farlo.
Forse ancora non riuscivo a realizzare dove fosse Michael...nemmeno dove fossi io...e neanche cosa stessi vivendo in quel momento.
Sembrava di vivere in un incubo.
Aspettavo solo il momento in cui mi sarei svegliata sul mio letto di quella stanza del college, con Michael al mio fianco.
Ma purtroppo sapevo che tutto ciò non sarebbe mai successo.
Non mi sarei mai risvegliata da quell'incubo, e nemmeno Michael l'avrebbe mai fatto.
Non stavo dormendo.
Non stavo sognando.
Tutto era reale.
Tutto era perduto per sempre.
La mia vita era perduta.
Nulla aveva più senso...

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