CAPITOLO 4

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"Vic! Mike! Finalmente siete arrivati! Venite in acqua?" Calum era già in acqua, ma ci raggiunse sulla spiaggia appena vide che Michael ed io eravamo arrivati, e subito ci invitò a seguirlo per fare un bagno anche con Ashton che ci salutò dalla riva del mare.
Ci pensai un po' su: volevo andare con loro, ma era ancora troppo presto, e mi ero appena seduta...
"Grace, Luke? Voi cosa fate?" chiesi, sperando che qualcuno volesse rimanere lì con me.
"Io vado! Ero già in acqua prima di venirvi a prendere." annunciò Luke, per poi correre fino a tuffarsi proprio accanto ad Ashton.
"Vado anche io! Non vedo l'ora di entrare in acqua! Vicky? Tu vieni?" mi chiese Michael.
"Vi raggiungo dopo. Ora non mi va." ammisi per poi sdraiarmi sul mio asciugamano.
Magari avrei potuto prendere un po' di sole.
"Amore? Tu cosa fai?" Calum chiese anche alla sua ragazza che ancora non aveva risposto.
"Resto anche io qua." ero felice che anche lei avesse deciso di restare, almeno non sarei rimasta da sola.
Detto questo, si sdraiò anche lei.
A quel punto, Calum corse in acqua, ma Michael rimase lì in piedi davanti a me.
"Vicky? Perché non togli la maglietta? Se il tuo obiettivo è abbronzati...beh, in questo modo non funzionerà." sapevo che me l'avrebbe chiesto, ma sapevo anche che in realtà aveva capito benissimo il motivo.
"Credo che tu conosca già la risposta. In ogni caso...sto bene così." cercai di congedarlo, ma avrei dovuto immaginare che non avrebbe funzionato.
Infatti, si sedette accanto a me, ed io mi misi seduta.
"Credo di doverti fare un bel discorsetto, eh?! So benissimo come ti senti. Pensi che io stia bene con me stesso al cento per cento? Questo è ciò che voglio far credere, ma non è così. So di non avere un bel fisico, e so di non essere palestrato. Non sono come Ashton, Calum o Luke...ma sai cosa? Non mi importa di ciò che pensano gli altri. E poi...con tutta la gente che c'è, pensi davvero che si mettano a guardare e giudicare proprio noi? Tu non hai motivo di nasconderti! Hai più muscoli di me, porca merda! Hai il classico fisico da atleta! Ognuno di noi è diverso, ed io non ti sto chiedendo di accettati, perché so quanto sia difficile. Ti sto solo chiedendo di non pensare a ciò che direbbe la gente! Fregatene e basta!" quel lungo discorso mi fece pensare parecchio.
Era come se improvvisamente le sue parole mi avessero aperto gli occhi...oppure erano proprio i suoi occhi verdi puntati nei miei ad averlo fatto.
Abbassai lo sguardo, ma non dissi una parola...
"Ora mi fai il favore di toglierti quella cazzo di maglietta? Anzi! Alza il culo e vieni a fare il bagno, altrimenti in acqua ti ci butto io!" mi provocò lui sorridendomi dolcemente.
Ma nonostante tutte le sue parole, una parte di me continuava a dirmi di non ascoltarlo.
"Allora? Te la devo togliere io?" continuò Michael, iniziando a farmi il solletico con lo scopo di togliermi la maglietta.
"Va bene! La tolgo...ma smettila, per favore!" cedetti tra le risate.
Il solletico era il mio punto debole, e ormai anche Michael lo sapeva...per colpa di Luke.
"Così va meglio!" disse con soddisfazione appena vide che finalmente non indossavo più la maglietta.
Così, mi alzai in piedi, pronta a farmi un bel bagno.
"Andiamo?" gli chiesi sorridendo falsamente.
Ancora non mi sentivo a mio agio senza maglietta, infatti, tendevo a coprirmi con le braccia.
Era inevitabile, e Michael lo notò subito.
"Sì, ma il posto delle braccia è lungo i fianchi, non sulla pancia, okay?" puntuoalizzò, spostando delicatamente le mie braccia che coprivano il mio corpo.
"Ora possiamo raggiungere gli altri." aggiunse, mettendomi una mano sulla schiena, e spingendomi a camminare verso il mare.
"Oh mio dio! Michael! Come cazzo hai fatto?" appena arrivammo dagli altri, Luke fu il primo a parlare.
"A fare cosa?" domandò Michael confuso dall'improvvisa reazione di Luke.
"A far togliere la maglietta a Vicky! Sono anni che provo a convincerla, e non mi ha mai dato ascolto...mi sento offeso..." spiegò Luke.
Effettivamente era vero: erano anni che Luke faceva tentativi su tentativi per farmi togliere la maglietta al mare o in piscina, e non ci era mai riuscito.
"A quanto pare dà retta solo a me. Rassegnati, Hemmo!" Michael non esitò a prendersi gioco del nostro migliore amico.
Sembrava che ormai quello fosse il suo passatempo preferito.
Fortunatamente, ormai preferiva infastidire Luke piuttosto che me.
"La smettete di parlare di me?! E smettetela di fissarmi!" sapevo che sarebbe successo, e ancora una volta mi coprii con le braccia.
Mi sentivo estremamente a disagio.
"Vicky...ricordati ciò che ti ho detto." mi sussurrò Michael all'orecchio, quasi con tono di rimprovero.
Alzando gli occhi al cielo, però, gli diedi ascolto.
In fondo, non potevo fare altrimenti.
"Mike...tu mi stupisci sempre di più..." affermò ancora una volta Luke, non potendo credere ai propri occhi.
"Hemmo...te l'ho detto: lascia stare. Ci facciamo una nuotata?" fortunatamente Michael decise di cambiare discorso, e forse una nuotata non avrebbe fatto male a nessuno.
"Aspettate! Ma Grace? Non viene con noi?" ci fermò Ashton appena vide che tutti stavamo per tuffarci.
"No, Ash! Lei resta lì, me lo ha detto poco fa! Perché lo chiedi? Volevi baciarla un'altra volta a mia insaputa?! O questa volta l'avresti fatto proprio sotto ai miei occhi?!" sbottò Calum improvvisamente.
Sembrava proprio che quei due non avessero chiarito totalmente come volevano far credere a Grace.
"Smettila con questa storia! Sai benissimo che non sono stato io a baciarla! Ho solo chiesto! Sai che è la mia migliore amica..." rispose Ashton con tono gentile, con il tentativo di calmare le acque.
Era palese che Ashton stesse facendo di tutto per non discutere, ma Calum non avrebbe mantenuto la calma se di mezzo c'era la sua ragazza.
"Se aggiungi altro, ti annego con le mie stesse mani." come al solito Michael intervenne con una minaccia, ma sembrò funzionare.
Infatti, Calum non rispose nemmeno.
Si allontanò solo un po' da noi, per poi tuffarsi e nuotare verso il mare aperto.
Non potei stare lì ferma a guardare, così, mi tuffai anche io nonostante l'acqua fosse fredda, e raggiunsi velocemente il mio amico.
"Cal! Fermati!" dissi, bloccandolo per una spalla.
Lui subito si voltò verso di me.
Forse nemmeno aveva sentito la mia voce.
"Per quanto ancora farai andare avanti questa storia?" chiesi retoricamente appena ebbi la sua attenzione.
"Finché Ashton non lascerà in pace la mia ragazza! Perché non capisce che lei è mia?! Per quanto io ci stia provando, non riesco ad accettare il fatto che quei due si siano baciati!" Calum riusciva ad innervosirmi ogni minuto di più.
Non poteva pensarla realmente in quel modo.
"Per prima cosa: smettila di dire che Grace è tua! Non è di tua proprietà! È solo la tua ragazza!" iniziai, tenendo a specificare ciò che più mi dava fastidio del suo atteggiamento.
Non poteva sentirsi libero di dire che lei fosse solo e soltanto sua: così dicendo, era come negarle ogni tipo di libertà, e anche se a lei andava bene così, non era affatto giusto.
"Seconda cosa: hai rotto le palle! Stai rovinando la vacanza a tutti noi, oltre che a te stesso! Ti rendi conto almeno di questo? Sei sempre passato sopra a tutto, perché non passi sopra anche a questo?! Non è successo niente, okay? Dimentica!" avevo un tono pieno di rabbia, e forse non avrei dovuto trattarlo così, ma Calum doveva capire, con le buone, o con le cattive.
"Già! Solitamente mi faccio scivolare addosso ogni cosa, ma non se si tratta della ragazza che amo! Tu non sai cosa significa amare qualcuno, e fino a qualche mese fa nemmeno io non lo sapevo, ma adesso...adesso è tutto diverso!" lui insistette, guardandomi con il suo solito sguardo da vittima, come se chi ci stesse rimettendo fosse soltanto lui.
"Forse non so cosa voglia dire amare qualcuno, ma stai davvero esagerando, Cal! Così fai stare male anche Grace! Ashton è il suo migliore amico, e sono come fratelli, ormai. E tu pensi che lei non soffra a vedere il suo ragazzo discutere con il suo migliore amico? Secondo te, perché non è venuta in acqua con noi? L'ha fatto per evitare questo! Per evitare di sentirvi litigare un'altra volta!" non ero sicura che Grace non fosse venuta con noi per quel motivo.
Probabilmente non aveva voglia di fare il bagno.
Ma era meglio far credere a Calum che il motivo fosse quello che avevo detto io.
Lui non rispose.
Si limitò ad abbassare lo sguardo.
"Adesso mi faresti il favore di andare a chiarire con Ash? Anzi! Faresti un favore a tutti quanti noi. Se non vai a scusarti, ti spezzo le ossa! Così basta?!" con Calum funzionavano solo le minacce.
Solo così mi avrebbe dato ascolto.
Ma Calum non reagiva.
Rimaneva lì a fissare l'acqua, senza dire nulla.
"Allora? Cosa stai aspettando? Vai a sistemare le cose! O devo spezzati le ossa?" aggiunsi.
A quel punto, Calum tornò a guardarmi, e solo dopo aver alzato gli occhi al cielo, tornò verso Ashton.
Nel frattempo chiamai Luke e Michael per fare una nuotata in mare aperto.
Lasciare soli i due litiganti, era decisamente la cosa migliore da fare.
"Cosa hai detto a Cal?" appena entrambi mi raggiunsero, il primo a cominciare a fare domande, fu proprio Michael.
"Solo di andare a chiarire con Ash." risposi scrollando le spalle con indifferenza.
"Okay...questo significa che l'hai minacciato fino a farlo cedere. Dico bene?" tenette a dire Luke.
Entrambi si misero a ridere.
Evidentemente non capivano la gravità della situazione.
Se volevamo passare una bella settimana tutti insieme, non dovevano esserci attriti nel gruppo.
Se Michael ed io eravamo riusciti ad andare d'accordo, potevano benissimo farlo anche loro.
"Perché? Non funziona così?" ironizzai, sapendo che l'unico che poteva capirmi fosse Michael.
"Forse Michael è d'accordo con te, ma non funziona così, Vicky. In ogni caso, non importa...tanto non mi ascolterai mai..." Luke sapeva che qualunque cosa mi avesse detto, avrei fatto comunque di testa mia.
"L'unico a cui dà ascolto sono io. È così, Luke. Fattene una ragione!" Michael continuava a cercare di provocare Luke, e dovevo ammettere che ci stava riuscendo molto bene.
"Io non ascolto nessuno! Io faccio quello che voglio! E...a proposito...Luke! Mi vuoi spiegare perché cazzo ieri stavi piangendo?" ancora non ne avevo parlato con lui, ma avrei tanto voluto sapere il motivo del suo pianto del giorno precedente.
Volevo semplicemente fare qualcosa per non vedere più il mio migliore amico in quello stato.
"Ehm...io...non stavo piangendo..." lui negò tutto per poi abbassare lo sguardo quasi come se fosse in imbarazzo.
"Lukey...smettila!" lo ripresi, dopodiché tornò a guardare me e Michael.
Ci mise un po' prima di cominciare a parlare, probabilmente era indeciso se farlo o no, ma avrebbe ceduto piuttosto facilmente.
"E va bene! Pensavo a Jenna, okay?! Mi manca passare i pomeriggi con lei, mi manca il rapporto che avevamo. Noi...eravamo amici da tutta la vita e fa male pensare che tutto sia finito...che non avrò mai più indietro la mia migliore amica. E tutto per una stupida lettera!" sbottò Luke, quasi con voce spezzata.
Luke stava soffrendo da tempo per Jenna, e ogni volta mi chiedevo se potessi fare qualcosa, ma sembrava impossibile.
"Per una stupida lettera? Luke! Ti rendi conto di ciò che stai dicendo? Con quella cazzo di lettera, Jenna ha dichiarato i suoi sentimenti per te, e tu reagisci in questo modo? Non puoi essere davvero così cretino!" in quel momento ero davvero infastidita dal suo comportamento così superficiale.
Doveva essere stato davvero difficile per Jenna esprimere i suoi sentimenti, ma lui non voleva capirlo.
Non bastava Calum con tutti i suoi problemi e le sue fisse...?!
No! Doveva aggiungersi anche Luke...ed io cominviavo a non sopportare più quel posto.
Avrei solo voluto tornare a Sydney, e anche se sarei stata costretta a stare al college, non mi importava.
"Okay! Ma li ha dichiarati ad una cazzo di pagina di diario! Non a me! È questo ciò che mi fa incazzare di più! Se me l'avesse detto in faccia, adesso non starei così male per lei!" Luke alzò la voce contro di me, come se improvvisamente la colpa fosse stata mia.
"Non dire cazzate, Luke! Non sarebbe cambiato nulla! Sai? Dovresti aprire gli occhi ogni tanto e smetterla di fare il coglione con tutte!" a quel punto, anche io alzai la voce.
Forse non avrei dovuto dirgli quelle cose, ma volevo solo che capisse di provare dei sentimenti per Jenna.
Anche se purtroppo sapevo che non sarebbe mai successo.
"Cosa intendi dire? E poi...tu non dovresti dire assolutamente nulla! Anche tu fai la cogliona con tutti!" quelle sue parole non fecero altro che farmi innervosire maggiormente.
Odiavo quando mi giudicava in quel modo.
E poi...erano mesi che non mi comportavo più in quel modo: avevo smesso di andare alle feste, di andare a letto con i ragazzi...tutto stava cambiando.
"Qui stiamo parlando di te, non di me! Ciò che intendo dire è che devi riprenderti Jenna! Davvero vuoi lasciarla a Tyler?! Non è da te rinunciare in questo modo..." nonostante tutto, Luke era sempre stato abbastanza determinato.
Non quanto me ovviamente, ma cercava sempre di raggiungere i suoi obiettivi in un modo o nell'altro.
"Io non voglio essere il suo ragazzo! Rivoglio solo la mia migliore amica! Perché non volete capirlo?! Non mi importa il fatto che lei provi qualcosa per me, prima o poi le passerà. Ma mi manca! Mi manca ogni cosa di lei! Anche le piccole cose: i suoi continui tentativi di prendere il mio pinguino di peluche, o...i suoi sguardi, i suoi sorrisi...anche i suoi abbracci inaspettati in ogni momento della giornata..." mentre parlava sorrideva al ricordo dei momenti che passavano insieme, ma allo stesso tempo, delle lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi, e per un istante mi sentii in colpa.
Avevo fatto piangere Luke per l'ennesima volta...
"Ora basta! Luke! Non sopporto di vederti così." intervenne improvvisamente Michael che aveva assistito a tutta la scena, per poi andare ad abbracciare il suo amico stretto a sé.
Non mi aspettavo una reazione così da parte sua: Michael non aveva mai avuto dei sentimenti...almeno...da quando lo conoscevo io.
"Michael, potrai non sopportare tutto ciò, ma sai benissimo che ho ragione! Luke deve riavvicinarsi a Jenna!" Michael ed io ne avevamo parlato parecchie volte di questa cosa, ed entrambi eravamo sempre stati d'accordo nel fare di tutto per far riavvicinarsi Luke a Jenna, ma nulla sembrava funzionare.
Soprattutto ora che Michael si stava schierando dalla parte di Luke.
"Sí, ma non adesso. È ancora troppo presto. Non vedi quanto ci sta male?!" mi fece notare Michael, facendomi un cenno verso il suo migliore amico che ancora piangeva sulla sua spalla.
"Più passa il tempo, più le cose peggioreranno! Lo sai!" insistetti.
"Vicky...non mi va di fare questo passo...non me la sento...io...io..." Luke sollevò la testa dalla spalla di Michael, e la sua voce era più spezzata di quanto non lo fosse già prima.
Mi faceva davvero tenerezza, ma se volevo rivedere Luke felice, solare e ottimista, dovevo insistere...dovevo fare qualcosa.
"Luke...non importa, okay? Stai tranquillo. Quando te la sentirai di scriverle, basta che me lo dici. Ti aiuterò." non capivo perché Michael stesse facendo così...non aveva senso.
"Fottiti Michael!" ancora una volta mi ritrovai a dover litigare proprio con Michael.
Non c'era da stupirsi.
Ormai litigavamo da quando eravamo atterrati lì...e anche da prima.
Ma quella volta sarebbe finita lì.
Non sarei andata oltre, e non avrei aggiunto una parola di più.
Non ne valeva la pena.
Così, mi allontanai da loro, e in men che non si dica raggiunsi la riva.
Andai direttamente a stendermi sul mio asciugamano accanto a Grace che notò immediatamente il mio nervosismo.
"Hey...tutto bene?" mi chiese, nonostante io non l'avessi degnata nemmeno di uno sguardo.
"Tutto bene un cazzo! Voglio tornare a Sydney!" ammisi, senza neanche mettermi seduta.
"Qual è il problema? È così bello qui...guarda che bel mare! Guarda che bel sole! Qui è tutto fantastico!" mi aspettavo un'affermazione del genere da parte sua.
Lei era sempre stata positiva, sempre in grado di vedere il lato buono di ogni cosa.
A differenza mia...
"Non mi sto lamentando del posto! Mi sto solo lamentando di quei quattro! Non ne posso più! Non riesco più a sopportarli! Calum che continua a provocare Ashton per ciò che è successo tra voi. Io che litigo continuamente con Michael. Luke che piange per Jenna da giorni...per caso devo andare avanti?" mi lamentai elencando solo alcune delle problematiche che si erano create nel gruppo.
Avrei potuto andare avanti e aggiungere molte altre cose.
"Vic...non è vero! Cal ed io ora siamo tornati gli stessi di prima, con Ash è tutto a posto e...per il resto...beh...è sempre stato così. Il nostro gruppo è questo! Siamo semplicemente noi stessi..." come al solito, Grace cercò di mettere in luce solo i lati positivi, ma in quel caso non ce n'erano affatto.
"No! Non è questo il nostro gruppo! Perché non possiamo tornare quelli che siamo sempre stati? Io non ne posso più di tutto questo!" quella domanda la rivolsi più a me stessa che a lei, ma nessuno sarebbe stato in grado di rispondere.
"È solo una cosa temporanea, tutto si sistemerà! Dico davvero!" Grace cercò di rassicurarmi ma non sarebbe stato sufficiente, perché sapevo che si sbagliava.
"Come no..." conclusi a bassa voce.
Successivamente mi alzai, raccolsi il mio asciugamano, mi vestii e recuperai tutte le mie cose.
"Dove stai andando?" mi chiese subito, guardandomi con sguardo perplesso.
"Me ne vado. Forse torno all'appuntamento, o forse vado a fare un giro nel centro della città. Non lo so! Voglio solo essere lasciata in pace per un po'!" volevo solo stare un po' da sola.
Non chiedevo altro.
Qualunque altro posto sarebbe stato migliore di rimanere lì con quei quattro idioti.
Fortunatamente Grace non aggiunse altro, e non tentò nemmeno di fermarmi.
Sapeva che se mi avesse detto qualcosa, non l'avrei ascoltata in ogni caso.
Così mi allontanai, e a passo svelto raggiunsi la strata dal quale eravamo arrivati.
Finché proprio lì, sentii qualcuno alle mie spalle.
Una mano fredda e umida che mi fermò afferrandomi per un braccio.
"Vicky, dove stai andando?" avrei riconosciuto quella voce a chilometri di distanza: era Michael.
"Mikey...lasciami! Me ne vado, okay?! Lontano da voi! Avete rotto il cazzo tutti quanti!" sbottai, liberandomi dalla sua presa.
"Vengo con te." non capivo il motivo per cui Michael tenesse tanto a venire con me, ma non glielo avrei permesso.
"No! Ho detto che voglio stare sola!" forse non aveva ancora capito che non avevo bisogno né di lui, né di nessun altro.
"Ma la mia non era una domanda. Era un'affermazione. Vengo con te." sembrava più deciso che mai.
Cosa potevo fare per mandarlo via?
"Michael...sei appena uscito dall'acqua, non hai i vestiti, e pretendi di venire con me?! Scordatelo!" Michael era ancora fradicio, e non poteva andare in giro per la città in quel modo.
"Mi sono già asciugato, ho il mio zaino e ho anche i vestiti. Che tu voglia o no, verrò con te. Io faccio quello che voglio!" sapevo che non sarei riuscita a contraddirlo.
Michael era testardo almeno quanto me.
"Fai quel cazzo che ti pare..." sbuffai, per poi iniziare a percorrere il lungomare a passo lento.
"Hey! Almeno aspettami!" urlò lui.
In realtà lo stavo già aspettando, in quanto stessi camminando lentamente, ma non volevo fargli capire che avevo accettato il fatto che venisse anche lui.
Anche perché non avevo altra scelta.
"Non capisco perché tu ci tenga tanto a seguirmi. Ti avverto: non ti divertirai..." gli dissi appena mi raggiunge correndo.
Non avevo intenzione di divertirmi, e nemmeno di parlare, volevo solo la solitudine.
"Non puoi andare in giro da sola in una città come questa. E se gli altri non hanno voluto venire con te, lo farò io...anche se ti odio..." probabilmente, in parte aveva ragione.
In fondo nemmeno conoscevo la città, ma Google Maps serviva a questo, no?
"Quindi? Dove andiamo?" mi chiese ancora Michael, in quanto io l'avessi completamente ignorato.
"Non lo so! Non ne ho la minima idea! Chiedimelo un'altra volta, e puoi andare direttamente a fanculo!" sbuffai ancora infastidita dalla sua presenza.
"Oh...okay..." sussurrò, ed io continuai ad ignorarlo.
Da quel momento, la conversazione finí, e nessuno dei due parlò per un bel po' di tempo.
Anzi! Michael non esitò a prendere il suo cellulare per fare chissà cosa.
Poteva essere più fastidioso?!
"Se vuoi seguirmi...almeno evita di farti i cazzi tuoi al cellulare!" non sopportavo il fatto che si usasse il telefono mentre si era in compagnia.
Io non l'avevo mai fatto, e odiavo quando qualcuno lo faceva in mia presenza.
"In realtà sto cercando un posto dove portarti a pranzo..." beh...questo non me l'aspettavo.
"Lascia stare. Non mi va di mangiare." lo avvertii prima che potesse trovare veramente un posto.
Ero troppo nervosa.
Ormai mi si era chiuso lo stomaco, e se prima avevo un po' di fame, ora mi era passata completamente.
"Non ci provare! Lo sai che se sei con me devi mangiare." Michael me lo ripeteva ogni volta, e ogni volta mi ritrovavo costretta a cedere.
Ma in quel caso non risposi.
Magari, così facendo, non avrebbe insistito più di tanto.
"C'è un ristorante di Sushi a dieci minuti da qua. Ci stai?" evidentemente mi sbagliavo.
Ormai, non potevo neanche dirgli 'no', in quanto fossi stata proprio io a voler andare via dalla spiaggia per fare un giro per la città.
"Devo prenderlo come un 'si'?" aggiunse, notando che per l'ennesima volta non gli avevo risposto.
"Se accetto, la smetterai di rompere i coglioni?!" a quella mia domanda, Michael annuí con un enorme sorriso stampato in faccia.
Probabilmente lo faceva più per lui che per me, ma era comprensibile: in fondo mi aveva sempre odiato.
A quel punto, Michael cominciò a camminare davanti a me, facendomi strada per le vie di Townsville.
Forse era un bene che ci fosse lui con me, altrimenti mi sarei persa.
"Ecco! Siamo arrivati! Entriamo subito? Ho una fame terribile!" non fui nemmeno sorpresa dalla sua affermazione.
Mi sarei preoccupata se avesse detto di non essere affamato, e in quel caso avrei pensato che ci fosse qualcosa che non andava in lui.
"Non ho altra scelta, quindi..." gli risposi con indifferenza, alzando gli occhi al cielo.
Dopodiché, entrambi entrammo in quel ristorante, e già c'era molta gente.
Speravo solo che ci fosse stato almeno un tavolo disponibile.
"Un tavolo per due, per favore." disse Michael al cameriere.
Per due? E gli altri?
"Michael...siamo in sei..." gli ricordai sussurrandogli all'orecchio.
"Non vedo nessun altro a parte noi due. Anzi! E per esserne sicuri..." in quel momento, mentre il cameriere controllava sul computer quali tavoli fossero ancora disponibili, Michael prese il suo cellulare e lo spense.
Sembrava proprio che non volesse essere rintracciato in nessun modo.
Mi chiedevo solo il motivo di quel gesto...
"Perché l'hai fatto? Pensavo preferissi stare con gli altri, piuttosto che con me." Michael continuava a stupirmi.
Certo che quel ragazzo era davvero strano, ma aveva sicuramente i suoi buoni motivi per fare ciò che stava facendo.
"Proprio per questo ho spento il telefono! Non credi che dovremmo passare più tempo insieme per cercare di andare davvero d'accordo? So che forse non accadrà mai, ma almeno proviamoci! Facciamolo per i nostri migliori amici!" confessò Michael, facendomi pensare a cosa potesse averlo spinto a prendere una decisione del genere.
Non era decisamente da lui.
"Te l'ha chiesto Luke, vero?" non c'era nessun'altra spiegazione.
Luke doveva avergli detto qualcosa.
Ne ero certa.
"E secondo te io ascolterei ciò che mi dice Luke? Lo prenderei a pugni, se lo facesse." beh...effettivamente Michael non era uno che prendeva ordini da qualcun altro.
Lui era come me.
"C'è un tavolo libero proprio accanto alla vetrata. Seguitemi pure." ci richiamò il cameriere.
Fortunatamente interruppe la nostra conversazione.
Non avrei proprio saputo come rispondere a ciò che aveva detto Michael.
Così seguimmo il cameriere, ed entrambi ci sedemmo al tavolo, poi ordinammo ciò che volevamo mangiare, e nell'attesa spensi anche io il cellulare, anche se non l'avrei usato in ogni caso.
"Visto? Senza cellulare è molto meglio!" disse Michael con soddisfazione.
"Non l'avrei usato comunque. Sei tu quello che non può mai farne a meno! Sei sempre lì a giocare ai videogiochi..." ovviamente non mi dava fastidio.
In fondo, non erano affari miei.
L'importante era che non lo faceva quando uscivamo insieme.
"Tutti i miei videogiochi sono sul computer. Sul cellulare ne ho solo uno, e non ci gioco così spesso. Solo al college quando mi annoio." si spiegava perché i suoi voti fossero peggiori dei miei.
Non c'era da stupirsi.
"Cioè sempre..." da quanto ne sapevo, Michael si annoiava sempre durante la lezione, quindi stava decisamente mentendo.
"No! Solitamente dormo! Poi i professori mi sbattono fuori dalla classe e...e quindi mi metto a giocare al computer nell'aula dove eravamo rimasti bloccati tempo fa..." non mi sarei mai scordata di quell'aula del college.
Quello strano rapporto tra me e Michael era iniziato proprio lì, e forse...si poteva considerare un luogo un po'...speciale per noi.
Anche se in realtà non significava nulla.
"...poi entri nella mia stanza perché Isabelle è sbadata e si dimentica sempre di chiudere la porta, e ti metti a suonare la mia chitarra. Direi che è questa la tua routine. Succede praticamente tutti i giorni..." risi prendendolo in giro.
Quasi ogni giorno, Isabelle era l'ultima ad uscire dalla stanza, e puntualmente si dimenticava di chiuderla a chiave.
Continuare a ricordarglielo era inutile: quella ragazza viveva con la testa fra le nuvole.
"Però non ti dispiace trovarmi in camera tua quando torni dalle lezioni." in effetti non mi dispiaceva.
Almeno avrei saputo con chi passare il pomeriggio...anche se quel qualcuno era Michael.
"Dipende dai giorni. Ma tu non ce l'hai una cazzo di casa?! Devi sempre rompere le palle nella mia stanza?!" ciò che continuavo a chiedermi era il motivo per cui fosse sempre lì.
Eppure continuava a ripetere di odiarmi.
"O...semplicemente mi piace stare in quella stanza con te..." ammise sorridendo.
Beh, sicuramente non gli piaceva stare lì quando c'era la mia compagna di stanza: ogni volta mi chiedeva a che ora sarebbe tornata, apposta per andarsene almeno mezz'ora prima del suo rientro.
Probabilmente aveva qualche problema con quella ragazza, esattamente come tutti noi.
Anche se io ormai ci avevo fatto l'abitudine, e...Ashton sembrava stesse cambiando idea su di lei.
Diceva di averci parlato qualche volta e diceva anche di essere attratto dalla sua mentalità così intellettuale.
Ma fortunatamente, niente di più.
Sapevo che Ashton avrebbe voluto portarsi a letto ogni singola ragazza della scuola, e aggiungere Isabelle alla sua lista poteva essere uno dei suoi obiettivi, ma non glielo avrei permesso, non con Isabelle!
Lei era diversa da noi, e non si meritava di soffrire per qualcuno che l'avrebbe solo usata.
"Sì...finché ci sono solo io. Sai a chi mi sto riferendo..." non potei fare a meno di portare a galla l'argomento 'Isabelle'.
Non sapevo per quale motivo, ma in qualche modo mi interessava sapere cosa ne pensasse.
"Ho i miei buoni motivi per evitarla." come già sospettavo, Michael rimase sul vago, e sapevo che non avrebbe aggiunto altro.
"Addirittura? Sarà anche una sfigata, ma fare apposta ad evitarla completamente, mi sembra un po' eccessivo..." da quando ero al college, avevo imparato a conoscere quella ragazza, e dovevo ammettere che non era poi così male come pensavo.
Era solo un po'...secchiona.
Ma non era antipatica, era solo un po'...troppo normale.
Decisamente non il genere di persone che avrei frequentato io.
La normalità non faceva per me.
"Smettila di chiamarla in quel modo! Smettila di etichettare ogni singola persona! Se lo fanno con te, non significa che tu debba fare lo stesso con gli altri!" ancora una volta Michael difese Isabelle.
Capivo il fatto che lui volesse schierarsi dalla parte dei più deboli, magari ci era passato anche lui in precedenza.
In effetti...Michael era un vero e proprio nerd.
Ma lui era diverso...lui era uno di noi.
"Ma che ti prende?! Non sarà mica lei la tua ragazza, vero?" scherzai senza neanche pensare a ciò che avevo detto.
Solo dopo realizzai che effettivamente poteva esserci qualcosa.
"No! Ti ho detto che non ho una cazzo di ragazza! E lei..." Michael stava già alzando la voce, finché il cameriere non arrivò al nostro tavolo con i piatti che avevamo ordinato.
Forse era un bene che fosse arrivato a mettere fine a quella conversazione che stava decisamente degenerando.
L'unica cosa certa era che da lì a poco, avremmo cominciato ad urlarci contro fino a quando uno di noi due non se ne sarebbe andato via lasciando l'altro da solo.
Dovevamo solo ringraziare quel cameriere.
Infatti, dal momento del suo arrivo, nessuno di noi due osò aprire bocca.
Ci scambiavamo solo continui sguardi pieni di rabbia, come una sfida, come una guerra che non sarebbe mai finita.
Mi restavano solo mille dubbi riguardo a Michael, riguardo a Isabelle, e riguardo a tutto ciò che lui mi stava nascondendo.
Ero solo delusa dal fatto che non mi avesse mai detto la verità.
Ma come tutti sanno: prima o poi tutto viene a galla.
Avrei solo dovuto aspettare.
Ma quanto ancora, per sapere una banale verità?

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