CAPITOLO 63

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Victoria's pov
Avevamo appena finito anche quella giornata al college, e Isabelle ed io andammo subito nella nostra stanza, in quanto lei dovesse prendere i suoi documenti prima di andare alla clinica.
Ma proprio quando arrivammo alla porta della nostra stanza, trovammo lì Ashton e Michael che evidentemente ci stavano aspettando.
"Cosa ci fate qui?" domandai subito con un po' di preoccupazione.
"Volevamo salutare le nostre ragazze..." rispose Ashton che subito andò da Isabelle e la baciò.
Michael invece, mi accarezzò il viso con una mano, poi scese fino al collo fermandosi e premendo sul succhiotto che mi aveva fatto la sera precedente.
"Sei uno stronzo!" sbottai mettendomi a ridere e tirandogli una leggere sberla sul braccio.
"Ringraziami che non te l'ho fatto in un punto visibile!" rise.
Effettivamente riuscivo benissimo a nasconderlo con i capelli: era un punto abbastanza nascosto.
"Ah! Adesso dovrei anche ringraziarti? Beh...non credo che lo farò." dissi fingendomi offesa.
"Come vuoi...allora me ne vado..." ovviamente, anche lui si finse offeso, ma conoscendolo, sapevo che se ne sarebbe andato veramente.
"Non ci provare..." non l'avrei lasciato andare così, infatti lo fermai prendendolo per un braccio, e riportandolo da me per poi baciarlo.
Finalmente potevamo mostrarci anche lì al college come coppia: in un solo giorno, le voci di corridoio si erano placate, e molti studenti guardavano Michael con occhi diversi sapendo che aveva salvato la vita a qualcuno.
"Vic! Andiamo? Le altre ci stanno aspettando!" improvvisamente Isabelle ci interruppe, e prendendomi per mano cercò di trascinarmi via.
Ebbi solo quei pochi secondi di tempo per dare un ultimo bacio a stampo a Michael e per salutare anche Ashton, poi andammo via a passo svelto.
"Ash mi ha raccontato cosa avete fatto tu e Mike ieri sera. Meno male che dormivo..." commentò lei mentre camminavamo verso il parcheggio.
"Non è come sembra! Ci stavamo solo baciando!" era la verità.
Michael ed io non ci eravamo spinti oltre i baci.
"Ash ha detto che vi sentiva ansimare..." e ora come le spiagavo che davvero non era come sembrava?!
"Mio dio...no! Isabelle, non l'avremmo mai fatto davanti a voi! Ma ti pare?!" ancora una volta mi sentivo in imbarazzo.
"Quello è un succhiotto?" domandò lei guardandomi il collo.
Evidentemente non era poi così nascosto come credevo, ma fino a quel momento, lei era stata l'unica ad accorgersene.
"Ehm...sì..." mentire era inutile.
Avrei solo negato l'evidenza.
"Complimenti a mio fratello! Ci sa fare con le ragazze..." mi aspettavo qualche altra sua strana supposizione, e invece scherzò sul fatto che suo fratello mi avesse fatto quel fottuto succhiotto.
"Altroché se ci sa fare! Ma non voglio aggiungere altro! Il mio fidanzato è anche tuo fratello, ed è...strano parlarne con te." in realtà non avevo davvero niente da aggiungere, in quanto Michael ed io non avessimo fatto assolutamente nulla.
"E io sono la tua migliore amica...e odio mio fratello, quindi puoi parlarne quanto vuoi." ammise Isabelle.
Sapevo che a lei potevo dire tutto, ma sarebbe stato troppo strano...era quello il problema.
A quel punto arrivammo alla mia auto, e le nostre amiche erano già lì.
Partimmo immediatamente, e durante il tragitto, loro non facevano altro che parlare di me e Michael come nuova coppia del gruppo.
Tutto ciò era insopportabile, ma le lasciai fare: non potevo impedire a Isabelle di parlare di suo fratello.
Poi, finalmente arrivammo a destinazione.
Entrando, anche Grace ci comunicò di avere una visita, e tutte noi sapevamo il motivo.
Così, entrambe presero le loro strade in studi diversi, mentre Jenna ed io aspettammo lì sedute all'ingresso.
"Allora...come vanno le cose con Luke?" domandai per rompere il ghiaccio.
"Vic, va tutto così bene...lui è fantastico! Ora mi permette anche di controllarlo di più, quindi sono tranquilla su ciò che fa." non potevo credere che Jenna sentisse la necessità di controllare Luke.
Proprio lei che era l'amica più simile a me che avevo...non me l'aspettavo proprio...
"Non dovresti fidarti di lui?" ora che anche io avevo una relazione, potevo capire, e forse anche dare consigli, ma non mi sarei spinta fino a quel punto.
"Sì, ma...sai com'è fatto Luke. Mi ha già tradito con Jessica una volta, e chi mi dice che non lo farebbe un'altra volta ancora? Per questo ogni tanto mi fa controllare le sue chat e i suoi profili social." messa in questo modo, aveva sicuramente più senso, ma trovai tutto ciò esagerato.
"Capisco che tu non ti fidi più come prima, ma...secondo me è troppo. Voglio dire...io non lo farei mai..." non avrei mai controllato il cellulare di Michael, e nemmeno mi interessava farlo.
Io mi fidavo di lui.
"Davvero non lo faresti? Non vorresti sapere se Mike ha ancora contatti con Catherine, o...se fa qualcosa che a te non sta bene?" mi chiese quasi con stupore.
"No! Non mi importa! Lui può fare ciò che vuole, e non ho bisogno di controllarlo per sapere che lui non farà nulla di sbagliato." poteva essere ancora molto legato a Catherine, e magari anche vederla a mia insaputa, ma ero certa che non le avrebbe mai detto le cose che diceva a me, e non avrebbe mai fatto con lei le stesse cose che faceva con me.
"A proposito di Michael...cosa avete fatto ieri sera?" Jenna mi sorrise con sguardo beffardo spostandomi i capelli per vedere cosa Michael mi avesse lasciato sul collo.
"Per l'ennesima volta: non abbiamo fatto niente! Ci siamo solo baciati, e...ci siamo fatti le coccole...diciamo così." ancora una volta, quella era la verità.
Non avevo nulla da nascondere.
In quel momento ci raggiunse Grace che aveva appena finito la sua visita, e subito le chiedemmo come fosse andata.
"Ancora niente. Non sono incinta...e non si riesce nemmeno a capire quale sia il problema. Potrebbe essere lo stress..." non era cambiato proprio nulla dall'ultima volta che eravamo andate lì.
Se davvero fosse stato lo stress, allora avrebbero dovuto riprovarci quando il college sarebbe finito, in quanto la maggior parte dello stress fosse causato proprio dalle lezioni.
E quello, fu proprio ciò che le dissi a riguardo, ma lei affermò che non avrebbe mai smesso di provarci in ogni caso.
Dopo un po', arrivò anche Isabelle che si sedette lì accanto a noi.
"Mi stanno facendo delle analisi, e ora dovrò aspettare qui per i risultati. Domani interverranno chirurgicamente. Quindi...sarò operata domani stesso a quest'ora." sapevamo che sarebbe andata a finire così.
"Verremo anche noi!" ovviamente mi offrii per accompagnarla, e parlai a nome di tutte dando per scontato che anche a Grace e Jenna andasse bene.
"Grazie...ne avrò bisogno..." era bello sapere che avesse davvero bisogno del nostro supporto, e noi glielo avremmo dato.
"Quindi lo dirai a tuo fratello?" domandò Grace.
"Sì...sarò costretta a dirglielo. Si arrabbierà tantissimo...già lo so. Quindi...scusa Vic, ma forse sarà meglio che tu gli stia alla larga per un po'." ovviamente non sarebbe stato ciò che avrei fatto.
Era proprio in momenti come quelli che dovevo stargli vicino, e l'avrei fatto.
"Non preoccuparti. So cosa fare con lui." dissi con sicurezza.
"Lo spero tanto...perché non voglio che lui se la prenda con te...non voglio che voi abbiate una discussione a causa mia. Perché so per certo che se la prenderà con te per il fatto di non avergli detto niente riguardo a ciò che mi sta succedendo. Se la prenderà perché tu sai tutto, e lo sai fin dall'inizio. Ma per favore...fai in modo di mantenere la calma. Cerca di farlo. Altrimenti...sarà così arrabbiato che potrebbe anche...rompere con te..." odiavo il fatto che ci sarei andata di mezzo anche io, ma cosa potevo farci?
Ormai ci ero dentro.
"Secondo me se la prenderà solo con Ashton. Vic non c'entra nulla..." disse Jenna.
Speravo avesse ragione, ma lei non conosceva Michael come lo conoscevamo Isabelle ed io: quando lui era arrabbiato, se la prendeva con ogni essere vivente che si trovasse attorno.
Probabilmente...se si fosse trovato davanti ad uno specchio, si sarebbe arrabbiato anche con sé stesso.
In quel momento sentii il mio cellulare vibrare, e sperando fosse Michael, lessi subito il messaggio.
*4:45 p.m.; mittente: Mikey<3 ;
Vic. Dobbiamo parlare. Ci vediamo per le sette al parco*
Quel messaggio non era affatto rassicurante.
Ero piuttosto spaventata, e le mie amiche se ne accorsero subito.
"Stai bene? Cosa succede?" Grace fu la prima a chiedere spiegazioni.
"Michael ha detto che deve parlarmi. È la classica frase da: 'Voglio rompere con te', e...cazzo! Non so nemmeno perché vuole farlo! Forse ci ha ripensato...forse non sono abbastanza per lui..." andai subito nel panico più totale.
Continuavo a ripensare ad ogni azione che avevo fatto e che avrebbe potuto infastidirlo, e la verità era che non mi veniva in mente nulla.
Penavo di essermi sempre comportata bene da quando stavo con lui.
"È lui a non essere abbastanza per te!" commentò Isabelle.
"Rispondigli. Prova a chiedergli cosa c'è che non va." propose Jenna.
Beh...avrei dovuto rispondere comunque.
*4:50 p.m.;
Va bene. Ma è tutto a posto? C'è qualcosa che non va?*
Cercai di calmarmi un po', ma non ci riuscivo affatto.
Avevo davvero paura che Michael volesse rompere con me.
*4:50 p.m.; mittente: Mikey<3 ;
No. Alle sette al parco*
Sembrava che Michael stesse usando un tono...arrabbiato, ma con un messaggio si potevano comunque fraintendere mille cose.
Così mostrai lo schermo del mio cellulare alle mie amiche per avere una loro opinione sulla risposta appena ricevuta.
"Okay...c'è decisamente qualcosa che non va!" disse Jenna.
"Io non la penso così. Calum mi scrive continuamente che vuole parlarmi, e ogni volta lo fa perché è indeciso su quale camicia comprare, o quali scarpe mettere...deve parlarmi sempre di cazzate come queste, quindi...fossi in te non mi preoccuperei." Grace cercò di rassicurarmi, e forse poteva anche avere ragione, ma io non riuscivo a togliermi quel forte senso di ansia e agitazione.
Nel frattempo, Isabelle venne richiamata per ricevere i risultati delle sue analisi che confermarono la possibilità di poter procedere con l'intervento chirurgico.
Quando uscimmo da lì, Isabelle sembrava decisamente più tranquilla.
"Ora torniamo tutte al college. Ti aiuteremo a prepararti." non sapevo cosa avessero in mente, ma senza esitare guidai fino al college, e appena arrivammo, le mie amiche cominciarono ad ispezionare il mio armadio.
"Ma state scherzando? Perché dovrei vestirmi bene, se il suo intento è lasciarmi?!" non capivo perché avrei dovuto farlo.
E poi...a lui non importava del mio aspetto fisico: non era quello il motivo per cui mi aveva chiesto di essere la sua ragazza...anche se probabilmente sarebbe durata ancora per poco.
"Perché così si renderà conto di ciò che si perde." rispose Jenna.
"Ma perché date per scontato che voglia rompere con lei?!" disse Grace spazientita.
Lei era l'unica che non si era nemmeno scomodata ad alzarsi dal letto per cercare dei vestiti per me come stavano facendo le altre.
"Per il tono che ha usato, e poi...quel 'dobbiamo parlare' vuole dire soltanto una cosa." continuò Isabelle.
Mi trovavo in mezzo a due opinioni completamente opposte, e non sapevo più a chi credere.
"Mettiti questi!" disse poi Jenna lanciando dei vesti sul letto.
Appena vidi cosa le mie amiche avessero scelto, non potei fare a meno di guardarle male.
Avevano preso dei pantaloni neri di pelle, e una canottiera nera a collo alto.
"Seriamente?! Dovo solo parlare con Michael! Non devo girare un film a luci rosse, okay?" quell'abbinamento era decisamente troppo per me.
"Per una volta, prova ad essere sexy e provocante!" mi disse Isabelle.
"Parli con la persona sbagliata...sai che non so nemmeno cosa sia la femminilità..." mi misi a ridere perché ero consapevole di essere un maschiaccio con la finezza pari a quella di un camionista.
"Almeno provaci! Dai! Ora vai a metterti questi vestiti! Non fare storie!" ero infastidita, e non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo, ma alla fine diedi ascolto alle mie amiche.
Mi sentivo molto a mio agio vestita in quel modo, ma non era affatto necessario presentarmi in modo provocante.
"Ora vai! Altrimenti arriverai troppo in ritardo..." concluse Jenna spingendomi ad uscire.
Forse sarei arrivata con almeno dieci minuti di ritardo.
Così le salutai, e dopo averle ringraziate, uscii.
Raggiunsi il parco in macchina, poi mi inoltrai dove la vegetazione era fitta, perché sapevo che Michael mi avrebbe aspettato nel posto in cui tutto era cominciato.
Infatti, quando arrivai, lo vidi seduto sul prato, ma appena mi vide, si alzò in piedi restando lì fermo a guardarmi per qualche secondo.
"...porca merda..." lui imprecò, poi distolse lo sguardo da me.
"Dovevi parlarmi?" dissi cercando di farlo arrivare subito al punto.
Se doveva lasciarmi, volevo che lo facesse in fretta.
"Sì...beh...ecco...io...vorrei parlarti di ieri sera..." non capivo a cosa si riferisse.
Cos'era successa la sera precedente?
"Riguardo a cosa?" domandai.
"Ti ho sentito parlare con Ash, e..." appena lo disse, mi sentii ancora più agitata di quanto non lo fossi già.
Prima di parlare, avrei dovuto accertarmi che si fosse addormentato davvero.
"Oh cazzo! Michael, io..." volevo giustificarmi in qualche modo, ma non avevo giustificazioni.
"No! Aspetta! Lasciami finire..." lui mi interruppe, e forse fu molto meglio così.
"Ciò che voglio dirti è che ho sempre avuto paura fino ad oggi. Ho avuto paura di dirti la verità...di dirti cosa provo veramente per te..." iniziò.
Qualcosa mi diceva che non sarebbe stato nulla di positivo.
L'unica ad avere davvero paura, ero proprio io.
"...e tutto a causa di quella lettera che mi hai scritto mentre ero in coma. L'hai scritta molto tempo fa, e...e io non sapevo più se tutto ciò fosse ancora vero. Voglio dire...non sapevo se tu provassi ancora gli stessi sentimenti, oppure no, e per questo ero spaventato...fino a ieri sera..." non capivo perché non arrivasse al punto.
A cosa serviva girarci intorno così tanto?
Non poteva semplicemente rompere con me velocemente?
"...tu pensavi che io mi fossi addormentato, ma ero sveglio e ho sentito tutto. Ora ho capito...e ho capito che nulla è cambiato. La verità è che non ho bisogno di tempo per capire se provo qualcosa per te, perché ho già una risposta, e non sono mai stato così sicuro di qualcosa. Ma voglio essere io il primo a dirtelo! Non dovevi essere tu. Per questo voglio che tu sappia che io ti amo! Perché questa è la verità. Ti amo Victoria Brooks!" ero senza parole.
Non pensavo me l'avrebbe mai detto, perché sapevo che io sarei stata la prima per lui.
E in realtà...anche lui era stato il mio primo 'ti amo'.
Non l'avevo mai detto neanche a Zach.
"Vaffanculo Michael! Fottiti!" sbottai scoppiando a piangere.
Lo spinsi e gli tirai dei leggeri pugni sul petto a causa della rabbia.
"Mi aspettavo un 'ti amo anche io Michael', ma...va bene lo stesso..." rise abbracciandomi stretta a sé nel tentativo di fermarmi.
"Pensavo volessi rompere con me..." ammisi appoggiando la fronte sulla sua spalla.
"Perché avrei dovuto farlo? Non ho motivo di lasciarti!" lui cercò di rassicurarmi accarezzandomi la schiena e con dei baci sulla testa.
"Ho avuto così tanta paura..." ammisi stringendolo ancora di più a me.
"Perché non mi hai detto subito che eri sveglio? Perché non mi hai detto che avevi sentito tutto?" avrei voluto che me lo dicesse subito.
Avremmo potuto parlarne...o avrei potuto stare zitta...
"Volevo vedere dove saresti arrivata, e...quando Ashton ti ha chiesto se avevi dei dubbi sulla nostra relazione...ho avuto paura. Ma poi ho sentito la tua risposta e...ho capito che anche io avrei dovuto dirti cosa provo davvero per te." non avrei mai pensato che proprio Michael potesse essere così dolce e romantico con me, ma ero felice che lo fosse stato.
"Anche se...quando Ashton ti ha dato la buonanotte chiamandomi 'piccola'...avrei solo voluto alzarmi e urlare contro a quel coglione!" non pensavo si fosse ingelosito per così poco.
"Non preoccuparti. Lui chiama in quel modo anche Grace." gli dissi staccandomi da lui e prendendogli entrambe le mani.
"Non provare mai più a dire che dobbiamo parlare! Ti prego...non farlo..." aggiunsi dopo un po' guardandolo negli occhi.
"Hey! Non è colpa mia! Ne stavo parlando con i ragazzi, e ho dato ascolto a Calum perché lui è quello con più esperienza con le ragazze..." proprio in quel momento, mi resi conto che Grace avesse ragione.
Se era stato proprio Calum a dare quello stupido consiglio a Michael, allora l'ipotesi della mia amica era quella corretta.
"Ma quella è la classica frase che si dice quando si vuole rompere con qualcuno! Michael...stavo letteralmente impazzendo! Avevo paura..." cercai di fargli capire come mi fossi sentita, ma non riuscivo nemmeno ad essere arrabbiata con lui.
Non dopo avermi detto ciò che provava per me.
"Scusa Vicky...mi dispiace così tanto..." Michael si scusò asciugandomi le lacrime.
Sapevo che odiava vedermi piangere, ma non potevo farne a meno.
Era come un modo per scaricare tutta la tensione che avevo accumulato a causa di quella stupida frase.
A quel punto, Michael si abbassò per baciarmi, ed io mi lasciai andare completamente tra le sue braccia.
"Ti amo..." sussurrò lui mettendo fine a quel bacio così bello.
"Sai che sei la prima a cui lo dico?" gli credevo, ed ero certa che fosse così.
"Anche tu sei stato il mio primo 'ti amo'..." in realtà non glielo avevo ancora detto veramente: l'avevo fatto soltanto mentre era in coma, e la sera precedente mentre pensavo stesse dormendo.
"Mi fa piacere sentirtelo dire...ora sediamoci. Da qui si vede il tramonto sulla città..." detto questo, Michael mi prese per mano portandomi a sedermi sul prato, e lui fece lo stesso.
"Devi anche farmi capire perché ti sei vestita in questo modo così provocante. Mio dio...sei così sexy..." commentò lui appoggiando una mano sulla mia gamba, per poi baciarmi ancora.
Beh, dovevo dire che forse avevo fatto bene ad ascoltare il consiglio delle mie amiche.
"Ringrazia tua sorella. È lei che mi ha obbligata a vestirmi così..." dissi sorridendo.
"Per una volta sono d'accordo con ciò che ha fatto. E visto che sei già pronta...più tardi ti porterò a cena." non potei che accettare la sua proposta.
Così, dopo aver visto il tramonto da quel posto che sembrava magico, andammo alla mia macchina e lasciai guidare lui, in quanto io non avessi idea di cosa lui avesse in mente per quella serata.
Mi portò in un ristorante di sushi, ed io ne fui estremamente felice.
C'era solo un'altra cosa che amavo oltre alla pizza e il gelato, e quello era proprio il sushi.
Quando finimmo di cenare, Michael mi portò nella gelateria in cui andavamo sempre quando uscivamo insieme come amici.
La proprietaria venne subito ad accoglierci calorosamente salutandoci.
Ormai conosceva bene anche me, in quanto avessimo passato lì quasi ogni pomeriggio.
"È bello vedervi ancora insieme! Ho saputo cosa ti è successo, me l'hanno detto i tuoi genitori, e ora...sono così felice che tu ti sia ripreso così bene! Ma guardati! Diventi sempre più bello!" evidentemente quella donna era un'amica di famiglia, ma in fondo me l'aspettavo.
Io restai lì a sorridere guardando Michael.
"Questo non sarò io a confermarlo..." disse abbracciandomi da dietro.
Evidentemente voleva dare anche lei la bella notizia.
"Ora Vicky è la mia fidanzata, e...beh...abbiamo capito di essere follemente innamorati..." ammise Michael, e quelle parole mi fecero venire le farfalle nello stomaco...come il suo tocco d'altronde.
"L'intero mondo l'aveva capito molto prima di voi, ma...sono contenta che ora abbiate finalmente trovato la felicità." l'avevamo trovata davvero la felicità, ed era solo grazie a lui se ora stavo bene.
"Comunque...vi porto i soliti?" a quel punto, noi accettammo e prendemmo posto ad un tavolo.
E nel frattempo, mi venne in mente una cosa che ancora non avevo detto a Michael, ma non sapevo come l'avrebbe presa.
"Mikey...c'è una cosa che non ti ho detto..." parlai solo dopo aver finito il nostro gelato.
Lui subito si allarmò, ed io non sapevo più se dirglielo, oppure no.
Alla fine decisi di farlo...prima o poi l'avrebbe scoperto.
"Ho parlato con tuo padre mentre eri in coma. Giuro che avrei voluto evitarlo, ma Isabelle mi aveva già presentata come la tua ragazza, e...e io non..." quella era la verità.
Isabelle mi aveva presentato a loro padre come la fidanzata di Michael, ed io avrei voluto non succedesse.
"Aspetta...che cosa?! Hai conosciuto mio padre?" lui tornò improvvisamente serio, e mi sarei aspettata una litigata con lui.
"Sì...ma non l'ho voluto io! Ero all'ospedale con te, e...e tuo padre è arrivato, e...e Isabelle gli ha detto che io ero innamorata di te, e..." avevo davvero paura che si fosse arrabbiato con me per non averglielo detto prima, ma non mi era venuto in mente fino a quel momento.
"Cazzo! Come l'ha presa? Voglio dire...mio padre...cos'ha detto?" mi domandò ancora, strofinandosi il viso nervosamente.
"In realtà...lui non l'ha presa per niente male. Ha detto solo che è felice che ci sia qualcuno che ami davvero suo figlio, ma che tua madre...non l'avrebbe mai accettato. Per questo non le avrebbe detto nulla. Comunque...tuo padre è stato gentile...mi ha trattata benissimo." non avevo commenti su suo padre: era stato davvero comprensivo, e in fondo mi aveva solo messo in guardia sul fatto che la madre di Michael non avrebbe mai accettato la nostra relazione.
"Questo mi fa sentire decisamente sollevato. Pensavo ti avesse trattato male, urlato contro, e...detto che non avrebbe mai funzionato. Era questo ciò che mi preoccupava di più..." lui sospirò abbassando lo sguardo.
"Pensavo ti fossi arrabbiato con me..." ammisi confessando la mia paura.
Da quando stavo con lui, avevo la costante paura di fare, o dire qualcosa di sbagliato.
Ero solo terrorizzata all'idea di perderlo.
Era come se non riuscissi più a stare senza di lui.
"L'unica con cui dovrei essere arrabbiato è mia sorella. Ma non importa. Forse è meglio che tu abbia già conosciuto mio padre: prima o poi dovrò presentarti ai miei genitori." Michael voleva rendere ufficiale la nostra relazione, ma probabilmente io non sarei mai stata pronta.
"Michael...non credo che sia necessario. Tua madre..." non conoscevo sua madre, ma sapevo che mi avrebbe odiata.
"Non preoccuparti. In questi giorni parlerò con lei e vedrò la sua reazione. Altrimenti aspetterò. Prima o poi capiranno che sei una ragazza meravigliosa, e ti accetteranno per quella che sei." sapevo bene che non sarebbe mai successo, ma mi piaceva credere alle sue parole.
"Io invece...stavao pensando...ti va di andare un weekend a Melbourne? L'idea sarebbe presentarti a mia zia..." mia zia Kate già lo adorava, e forse era l'unica della mia famiglia ad essere aperta a tutto.
Non era come i miei genitori.
"Già...mi ricordo molto bene quel posto..." rise rinfacciandomi il fatto che per noi non sarebbe stato un luogo di ricordi felici.
"Idiota! Dico sul serio! Voglio presentarti a mia zia! Lei ti adora, e anche se non sembra...anche lei ha fatto tanto per te." tenetti a precisare.
Ma lui mi guardò con aria perplessa.
Giustamente non poteva sapere nulla a riguardo.
"È lei che mi ha convinto a scendere quando ti sei presentato lì a casa sua, e ha cercato di convincermi in tutti i modi a tornare da te. Ovviamente io non le ho dato ascolto, ma almeno ci ha provato. E poi...quando ho saputo dell'incidente...mia zia mi ha prenotato un aereo privato, e poi anche un taxi che dall'aeroporto mi avrebbe portato direttamente in ospedale. Così in poco tempo sono riuscita a raggiungerti." tutto ciò che aveva fatto mia zia, non l'aveva fatto solo per me, ma soprattutto per lui.
Anche se non lo conosceva, lei gli voleva bene.
Ne ero certa, e l'aveva anche dimostrato.
"Un aereo privato? Wow! La tua famiglia è proprio ricca sfondata!" non mi aspettavo un commento simile da parte sua.
E dovevo ammettere che mi infastidita parecchio.
"Dobbiamo per forza parlare di questo?" domandai con tono sarcastico per poi alzare gli occhi al cielo.
"Scusa..." beh...almeno si era scusato subito.
"Comunque non mi hai ancora risposto: vuoi fare questo cazzo di weekend a Melbourne, o no?" glielo avevo già chiesto due volte.
Forse stava solo cercando di evitare la domanda.
"Se tua zia non mi prenderà a calci in culo per aver fatto soffrire sua nipote...allora potrei anche accettare." lui si mise a ridere.
"Ti ho detto che ti adora!" pensai che lui non credesse a questo, ma era solo la verità.
"Va bene! Ma prendiamo l'aereo...per favore..." capivo che lui non volesse prendere la macchina.
Più di otto ore di viaggio sarebbero state decisamente troppe, soprattutto per lui.
"In questo caso...potrei prenotare un altro aereo privato..." avrei davvero potuto farlo.
I soldi non erano un mio problema.
"Sei sicura di poterlo fare?" mi chiese lui sentendosi un po' in imbarazzo.
"Certo che sì! I miei genitori nemmeno se ne accorgeranno...fidati di me. Partiremo questo venerdì dopo il college e torneremo domenica, va bene?" non vedevo l'ora di fare quel mini viaggio da sola con lui.
Sarebbe stato davvero fantastico!
"Tutto ciò che vuoi..." Michael sorrise poi si alzò invitandomi a fare lo stesso, e mi baciò.
"Ragazzi...scusate...non vorrei interrompervi, ma...dovrei chiudere. Siete rimasti solo voi qui." improvvisamente la proprietaria della gelateria ci richiamò.
Era davvero così tardi?
"Non preoccuparti. Ora ce ne andiamo. Credo che ci vedrai più spesso d'ora in poi." a quel punto salutammo la signora, e uscimmo da lì dirigendoci verso la macchina.
"Ehm...Michael...sai che è mezzanotte e mezza?" gli dissi prima che potesse mettere in moto la mia macchina.
"Cazzo! E...e adesso...non puoi più entrare al college..." beh, una soluzione ci sarebbe stata.
"Un'idea ce l'avrei...andiamo a casa mia! I miei genitori tornano nel fine settimana, quindi possiamo stare tranquilli..." proposi provocandolo con dei baci sul collo.
"Tu mi farai impazzire! Già lo so!" detto questo, lui partì e in pochi minuti arrivammo a destinazione.
Appena entrammo in casa, io nemmeno lo aspettai.
Andai direttamente in bagno a farmi una doccia per poi mettermi qualcosa per dormire.
Non a caso, decisi di mettere soltanto delle mutande e una sua maglietta che mi arrivava poco sopra le ginocchia.
Quando andai in camera mia, lui era già lì sdraiato a pancia in giù sul mio letto indossando solo dei pantaloncini.
Senza pensarci due volte, gli salti addosso sdraiandomi sopra di lui.
"Vicky! Ma che..." lui si mise a ridere, ma io non gli diedi nemmeno il tempo di parlare, che subito lo feci voltare e iniziai a baciarlo mordendogli poi il labbro inferiore.
"Che...che cosa fai?" mi chiese lui quasi in un sussurro.
"Mi vendico..." avevo intenzione di vendicarmi per il succhiotto che mi aveva fatto la sera precedente, e anche per aver fatto credere ad Ashton che noi stessimo facendo...qualcos'altro.
Così, iniziai a baciargli il collo, e subito gli feci un succhiotto, poi un altro, e un altro ancora scendendo lungo la clavicola.
La cosa più bella?
Era sicuramente sentirlo ansimare a causa mia.
Ma non avevo finito.
Se dovevo provocarlo, l'avrei fatto per bene.
Infatti, poi ricominciai a baciarlo sulle labbra, e quando le sue mani scesero fino al mio sedere, io gli accarezzai il petto con una mano, scendendo fino al suo stomaco, fino ad arrivare proprio in mezzo alle sue gambe.
E fermai la mano proprio lì.
"Oh...cazzo...Vicky..." ansimò.
Proprio in quel momento, il suo cellulare squillò.
Ma in fondo, non aveva interrotto proprio nulla: non mi sarei spinta oltre.
Non era il momento.
Era decisamente troppo presto per noi.
Così, io mi misi sdraiata accanto a lui che subito rispose.
"Hey..." il suo tono era ancora tremolante, ed io mi misi a ridere.
"Mike? Sei con Vic?" era sua sorella: sentivo perfettamente la sua voce attraverso il cellulare di Michael.
"Ehm...s..sì. Siamo a casa sua..." non riuscivo a smettere di ridere per il suo strano tono di voce.
"Oh mio dio! Ma che schifo! Mike, la prossima volta non rispondere se devi ansimare al telefono! Continuate a fare le vostre cose...tolgo il disturbo! Buonanotte!" ancora una volta eravamo stati beccati in pieno, anche se non era per niente come poteva sembrare.
"Ha agganciato..." Michael mi guardò con stupore.
Poi, non potendo fare altro, ripose il suo cellulare sul comodino a fianco al letto.
"Mikey...ha ragione tua sorella!" ero pienamente d'accordo con Isabelle.
Forse Michael nemmeno avrebbe dovuto rispondere.
"Sì...come no. Arrivo subito..." a quel punto, Michael si alzò e entrò in bagno.
"Porca merda!" sentii urlare dopo pochi secondi.
Subito scattai in piedi e mi precipitai da lui aprendo la porta.
Pensavo fosse successo qualcosa...
"Che cazzo hai da urlare tanto?!" sbottai notando che non fosse successo proprio nulla.
"Tre Vicky! Mi hai fatto tre succhiotti! Tu almeno hai i capelli lunghi per coprire quello che ti ho fatto io, ma...adesso io come faccio?" mi misi a ridere per ciò che avevo fatto, e dovevo ammettere di esserne piuttosto soddisfatta.
"Puoi anche non coprirli. Almeno tutti sapranno che sei il mio ragazzo." sorrisi ripetendo la stessa cosa che mi aveva detto lui il giorno prima.
Poi mi voltai per uscire dal bagno, ma lui mi fermò tirandomi verso di sé per i fianchi.
"Sappi che non finisce qui!" la sua era semplicemente una minaccia che accompagnò con dolce bacio.
Poi tornammo in camera e dopo poco ci addormentammo.
Era bello addormentarsi con il sorriso sulle labbra.

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