CAPITOLO 7

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Michael's pov
"Allora?" incitai Luke a parlare, e finalmente stavo per avere le mie rispose...o quasi.
"Ci sediamo sul divano?" mi propose.
"No, Luke. Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo qua. Adesso." insistetti imponendogli di andare avanti.
Non riuscivo a capire il suo stato d'animo: il suo sguardo sembrava triste, ma allo stesso tempo era come se la sua espressione fosse piena di rabbia.
Continuavo a non capire.
"Mike, dimmi la verità! Ti piace Vicky?" senza neanche pensarci, gli risi in faccia, ma mi accorsi che lui non stava ridendo affatto.
Era un brutto segno...
"Mike, sono serio. Rispondimi. Ti piace Vicky?" ripeté lui.
Quella volta guardandomi fisso negli occhi.
Era davvero serio.
"Assolutamente no! Siamo solo...amici...credo..." alla fine risposi non sapendo esattamente cosa dire.
Ma era la verità: Victoria ed io non eravamo niente.
"Credi? In che senso 'credi'? Cosa sta succedendo?" Luke non sembrava più arrabbiato, sembrava più che altro...preoccupato.
Ma di cosa?!
"Luke! Lo sai, e te l'ho già detto: abbiamo appena deciso di considerarci amici. Non sta succedendo proprio niente, okay?!" insistetti non riuscendo nemmeno a rimanere del tutto serio.
Mi sembrava tanto ridicolo.
"Ho visto come vi guardate, ho visto anche come vi comportate. Perché continuate a negare tutto?" se prima mi veniva solo da ridere, adesso stavo letteralmente ridendo.
Era assurdo che lo pensasse!
"Ma quali sguardi? Quali comportamenti? È già tanto se siamo riusciti ad andare d'accordo per una settimana!" la mia non era una bugia.
Avevamo faticato per arrivare dove eravamo arrivati, e ancora non avevamo raggiunto un punto di stabilità.
"E io dovrei anche crederci...?! Non sono nato ieri, Mike! Secondo te perché vi ho chiesto cosa avreste fatto oggi?! Credete davvero che io sia così scemo da non aver capito che avete intenzione di vedervi solo vuoi due? E chissà quante altre volte siete usciti insieme senza dirmi niente e negando tutto!" forse anche io l'avevo sottovalutato molto.
Non pensavo avesse capito tutto.
Beh...in realtà non proprio tutto, in quanto la maggior parte delle cose che pensava, fossero solo frutto della sua immaginazione.
"Luke. Mi dispiace, ma questi non sono affari tuoi. Stiamo solo cercando di conoscerci meglio...tutto qui. È l'unico modo che abbiamo per riuscire ad andare davvero d'accordo!" ovviamente non volevo dire nulla a Luke riguardo alle nostre uscite, anche perché neanche Victoria avrebbe voluto che lui lo sapesse.
"Non sono affari miei?! Michael! Sei il mio migliore amico! Sei come un fratello per me! Ho il diritto di sapere!" apprezzavo il fatto che io fossi così importante per lui, e la cosa era reciproca, ma non per questo dovevo dirgli tutto.
"Luke...dico davvero...fatti gli affari tuoi! Se vorrò dirti qualcosa, te lo dirò. Posso soltanto dirti che non c'è assolutamente nulla tra noi. Te lo assicuro. Come ti ho detto, vogliamo solo conoscerci meglio. Non ci sarà mai niente tra me e Vicky!" non volevo entrare troppo nel dettaglio.
Odiavo parlare di me, e odiavo ancora di più parlare di qualcosa riguardante qualcuno che non era presente.
"Mi chiedo perché ogni volta riesci a convincermi..." sbuffò lui cominciando a guardare il pavimento.
"Semplicemente...perché è la verità. Vicky ti direbbe la stessa cosa." gli risposi con soddisfazione, come se avessi vinto la battaglia...e l'avevo vinta!
"Ecco! Forse la conosci anche meglio di me! Non ci posso credere..." Luke stava esagerando: nessuno poteva conoscere Victoria meglio di lui.
Erano cresciuti insieme, e lei si era sempre confidata con Luke.
Loro erano davvero come fratello e sorella.
"Sei geloso, per caso?!" lo provocai sapendo già che la sua risposta sarebbe stata affermativa.
Luke era geloso di qualunque ragazzo le si avvicinasse, anche se fosse solo un semplice amico come me.
"Per niente! Mi fido di te." mi disse, dandomi una pacca sulla spalla.
Sapevo che il suo fosse un modo per chiedermi di proteggerla e di prendermi cura di lei, esattamente come aveva sempre fatto lui.
"Stai tranquillo! Ci vediamo domani!" finalmente, era arrivato il momento di congedarlo.
Le domande erano finite.
Così, uscii dalla casa di Luke e tornai in macchina.
"Doveva parlarti, vero?" mi chiese subito Victoria appena mi misi al volante e partii verso il college.
"Sì. E ha capito tutto. Sa delle nostre uscite, e sa anche che passeremo il pomeriggio insieme. Ovviamente non sa che passeremo anche la notte insieme, e credo che sia meglio che continui a non saperlo." le spiegai velocemente.
"Come cazzo fa a saperlo?! Chi glielo ha detto?!" sbottò evidentemente infastidita.
Speravo solo che non volesse dare la colpa a me, perché io non c'entravo assolutamente nulla.
"È più sveglio di quanto pensassimo. Ha capito tutto da solo, e...inizialmente credeva che tra noi ci fosse qualcosa..." ammisi sospirando.
Avevo già paura della sua reazione.
"Cazzo! Non ci posso credere! E...cosa ti ha detto? Si è incazzato? Non se l'è presa con te, vero?" sembrava che per lei la cosa più importante fosse che Luke non si incazzasse con noi, ma a quel punto...a me importava ben poco.
Non avrei mai voluto avere Luke contro: era il mio migliore amico, mio fratello...ma se il suo obiettivo era allontanarmi da Victoria...beh, sarei anche stato disposto ad andargli contro.
Io mi trovavo bene con lei.
Volevo trascorrere un po' di tempo insieme a lei soprattutto per conoscerla meglio, e per convincere me stesso che la prima impressione che avevo avuto su di lei, fosse completamente sbagliata.
"No! Cioè...più o meno: voleva sapere la verità e non credeva al fatto che io gliela avessi già detta. Probabilmente si aspettava che io dicessi che sei la mia...la mia...non importa...hai capito cosa intendo..." non riuscivo nemmeno a pronunciare quella parola, soprattutto se riguardava Victoria: quasi non riuscivamo nemmeno a considerarci amici...
"Ma è assurdo! Sa benissimo che se tu fossi...beh, lo sai...in ogni caso glielo avremmo detto. E poi...cosa gli fa pensare che ci possa essere qualcosa?! Non abbiamo mai fatto niente di male!" evidentemente anche lei non riusciva nemmeno a pronunciare quella parola, ed entrambi ancora non capivamo come Luke potesse pensare qualcosa del genere di noi.
"Non lo so, Vicky! Ha cominciato a dire cose insensate riguardo a come ci comportiamo, o a come ci guardiamo...ma a me sembra che non sia cambiato nulla tra noi, a parte il fatto che non litighiamo più come prima..." era ovvio che le cose tra noi non fossero cambiate.
Luke non poteva aver visto qualcosa di diverso da ciò che continuavamo a vedere noi.
"Luke dice sempre cose insensate. Lasciamolo perdere e basta. Noi sappiamo la verità, e se lui ci vuole credere, allora va bene...altrimenti sono cazzi suoi. Sono abbastanza tranquilla riguardo a questo, perché so benissimo che Luke non andrebbe mai a raccontare in giro certe cose. Soprattutto se non ha la certezza che siano vere." Victoria cercò di chiudere l'argomento, e forse era meglio così.
"Già...finché resta solo una sua convinzione...va bene così..." conclusi.
Per i restanti minuti di viaggio verso il college, nessuno di noi due parlò.
Forse perché avevamo già sentito abbastanza.
Quando arrivammo a destinazione, portammo in camera sua tutte le nostre cose, compresa la mia chitarra, ovviamente.
Quando entrammo, mi buttai subito sul suo letto.
Finalmente potevo sdraiarmi.
"Già stanco? Hai dormito per tutto il viaggio..." commentò lei, mettendosi a ridere e lanciandomi un cuscino in faccia.
"Hey! Ho dovuto guidare per più di mezz'ora per arrivare qua!" mi lamentai, mettendomi ancora più comodo sul suo letto.
"Oh no! Poverino...dev'essere stato un enorme sforzo girare un volante e spingere sull'acceleratore..." mi prese in giro mentre apriva la sua valigia.
Evidentemente voleva prima mettere a posto le sue cose.
"Eh dai, Michael! Sei un pigro del cazzo! Alza il culo e vieni ad aiutarmi! E tieni la tua roba!" sembrava seria, ma io non avevo nessuna intenzione di alzarmi da lì, anche se aveva già tolto i miei vestiti dalla sua valigia, e me li stava porgendo.
La guardai come per farle capire le mie intenzioni, e già sapevo che avrebbe capito.
"Puoi lasciare le mie cose nel tuo armadio...tanto sono sempre qui..." sbuffò, lanciandomi subito un'occhiataccia.
"Michael...per favore...se siamo in due faremo più in fretta. Se rimando a domani, non potremo vederci al pomeriggio. Quindi...fammi il favore di alzare il culo da lì, e di darmi una mano!" come al solito, era riuscita a convincermi.
Continuavo a chiedermi come facesse.
Ma non potevo fare altrimenti: volevo passare con lei anche il pomeriggio successivo, e quella era sicuramente una buona scusante per aiutarla.
Così, con svogliatezza mi alzai, e iniziai a svuotare la sua valigia, passandole tutti i vestiti che nel frattempo lei sistemava nel suo armadio.
Avevo proprio ragione: aveva portato tutto ciò che aveva nel suo armadio...
"Grazie Mikey. Ma restano sempre le tue cose..." mi ricordò appoggiando i miei vestiti sul letto.
"Ho detto che lascio tutto qua. C'è solo un pigiama che userò per stanotte, un paio di pantaloni, tre magliette e un paio di scarpe. Non è molta roba, nel tuo armadio ci sta tutto!" speravo mi avrebbe dato ascolto.
Non sapevo nemmeno come riportare a casa quelle cose, in quanto nella mia valigia non entrasse più nulla.
"E va bene. Ma ti avverto: se lasci qua le tue magliette, le userò anche io!" probabilmente era fissata con le mie magliette.
Sapevo che erano belle, ma non fino a quel punto.
Beh...aveva sicuramente i suoi buoni motivi per volerle indossare nonostante fossero mie.
"Fai quello che vuoi. Io lascio tutto qua in ogni caso." le sorrisi, tornando a sdraiarmi sul suo letto.
Lei fece lo stesso, e si sdraiò sul letto di Isabelle.
"Vicky? Hai notizie di Jenna?" dopo un paio di minuti di silenzio, mi venne in mente ciò che stava pianificando riguardo a Jenna, così non potei fare a meno di chiederle come stava procedendo il piano.
"Ci ho messo un po' a convincerla, ma ha accettato. Ora devo solo convincere Luke, ma so che non accetterà mai, quindi credo che gli mentirò. Dovrò trovare un modo per trascinarlo da qualche parte." spiegò con tono totalmente inespressivo.
Detto da lei, sembrava tutto così facile e normale...ma non lo era affatto.
"Potresti semplicemente chiedere a Luke di uscire, poi tu non ti presenterai, e al posto tuo troverà Jenna. Semplice, no?!" anche io cercai di far sembrare tutto facile, ma non riuscivo nemmeno a convincere me stesso...
"Già...sembra la soluzione migliore. Domani parlerò con lei, e poi con Luke." non potevo credere che avesse davvero preso in considerazione la mia stupida idea.
Ma forse...era davvero l'unica soluzione.
O forse...guardavo troppi film.
"Dici davvero? Io non dicevo sul serio..." le dissi, dopodiché si voltò verso di me.
"È una buona idea. Perché non provarci?!" beh, se ne era convinta lei, di certo non avrei cercato di contraddirla.
Altrimenti sarebbe finita molto male, soprattutto per me.
"Come vuoi. Poi fammi sapere come va." conclusi, scrollando le spalle con indifferenza.
"Bene! Adesso mi fai provare la tua chitarra?" improvvisamente lei scattò mettendosi seduta e guardandomi con aria speranzosa.
La sua espressione mi faceva quasi ridere: sembrava una bambina in un negozio di giocattoli.
Sapevo che erano giorni che aspettava quel momento.
"Non vedi l'ora, eh?" sorrisi alzandomi in piedi e cominciando a collegare la mia chitarra all'amplificatore.
"Che chitarra è?" mi chiese incuriosita, avvicinandosi per guardarla meglio.
"È una Gibson Joan Jett Melody Maker. Penso che sia la chitarra più bella che si possa avere. Voglio dire...senti com'è leggera! Con questa posso saltare ovunque molto più facilmente!" amavo parlare della mia chitarra, e non mi importava di annoiare la gente con tutte le mie lezioncine.
"Perché? Tu salti mentre suoni la chitarra?" rise guardandomi in modo strano.
"È così che fanno le vere rock star! Anzi! Punk rock star!" mi vantai, facendo un salto e suonando un assolo che inventai al momento.
"Ma tu non sei una rock star, e tantomeno punk rock!" continuò lei.
Sapevo che l'avrebbe detto.
"Ma lo diventerò! Non infrangere i miei sogni! Altrimenti non ti faccio provare la mia piccolina..." la minacciai.
Non mi ero offeso davvero, in fondo lei nemmeno sapeva che quello era uno dei miei sogni più grandi.
Anche se sapevo di non essere all'altezza per diventare una star...mi piaceva anche solo illudermi di questo.
"Non ho mai detto che non lo diventerai mai. Hai talento Mikey!" forse mi sbagliavo, ed era bello che almeno lei credesse in me.
"C'è sempre da migliorare. Ora provala tu!" conclusi, mettendole a tracolla la chitarra.
Lei sfiorò delicatamente le corde, dopodiché mi guardò.
"Non aver paura! Suonala! Prova una delle canzoni che hai imparato finora! So che lo sai fare!" sembrava avesse paura di rovinarla, o di romperla, ma sapevo che non sarebbe successo.
C'era un motivo se lei era l'unica persona a cui avevo fatto provare la mia chitarra.
Ce l'avevo ormai da un paio d'anni e nemmeno ad Ashton avevo mai permesso di avvicinarsi.
Eppure sapevo che lui sapeva suonare abbastanza bene.
Ovviamente, non bene quanto me.
Così, Victoria iniziò a suonare i primi accordi di una canzone, e come già sapevo, se la stava cavando piuttosto bene.
"Hai visto? Non è poi così male, vero?" le sorrisi cercando il suo sguardo.
"Non è poi così male?! Stai scherzando?! La adoro!" esclamò lei con una felicità che si poteva percepire a chilometri di distanza.
"Bene! Allora continua pure, io torno a sdraiarmi. Se hai bisogno, sono qua." in realtà avevo solo voglia di giocare un po' ai videogiochi.
Se la sarebbe cavata benissimo da sola.
Lei annuì, per poi riportare gli occhi sulla chitarra.
Dopodiché, cominciai a giocare.
Ma ad un certo punto, un messaggio interruppe il gioco:
*6:44 p.m.; mittente: Hemmo <3;
Hey piccioncini! Come sta andando il pomeriggio?*
Continuavo ad odiare quell'etichetta che Luke ci aveva dato, ma dovetti rispondere.
Ormai era facile che lui pensasse chissà che cosa.
Così, scattai una foto a Victoria, e la mandai a Luke.
Dovevo ammettere che era venuta anche molto bene.
"Hey! Mi hai fatto una foto?" speravo non se ne accorgesse, ma era inevitabile in quanto si fosse sentito chiaramente il click dello scatto.
"Luke mi ha chiesto cosa stavamo facendo, così...gli ho inviato una tua foto mentre suoni." le spiegai tranquillamente.
"Dai! Cancellala! Vengo sempre malissimo nelle foto!" si lamentò lasciando la mia chitarra sul letto di Isabelle, e avvicinandosi al mio cellulare per vedere la foto.
"Assolutamente no! Sei venuta benissimo, e poi...sei la prima persona in assoluto che prova la mia chitarra. Voglio tenere una foto ricordo!" protestai, volendo davvero tenere quella foto.
"E dai! Perché vuoi tenere una mia foto?! Cancellala! Sono orribile!" continuò a lamentarsi, tentando in ogni modo di prendermi il cellulare dalle mani.
Ma io prontamente mi sdraiati a pancia in giù, tenendo stretto il mio telefono sotto di me.
Ma ciò non bastò a fermarla.
Infatti, saltò sopra la mia schiena, e iniziò a farmi il solletico nel tentativo di farmi mollare la presa sul cellulare.
"Vicky! Smettila! Dai! È solo una foto!" urlai, non riuscendo a smettere di ridere.
Dovevo aspettarmelo da parte sua.
"Mikey! Smettila di gridare!" mi provocò.
In qualche modo, Victoria riuscì ad infilare le mani sotto al mio petto, e quasi riuscì ad ottenere ciò che voleva.
"Se non stai ferma, me lo infilo nelle mutande!" forse quella era l'unica soluzione per allontanarla...o forse no.
"Pensi che io non abbia il coraggio di infilarti la mano nelle mutande per prendere quel cazzo di cellulare?! Beh, ti sbagli!" rise lei restando immobile sopra di me.
Di certo, mi aspettavo una risposta del genere, ormai la conoscevo.
"Ah si? Allora prendilo! Avanti! Fallo!" la sfidai, infilando davvero il cellulare nelle mutande.
Sapevo che le sue erano solo parole, non l'avrebbe di certo fatto davvero.
Infatti, lei si alzò da me, ed io mi girai a pancia in su.
Era una sfida, e per una volta l'aveva persa.
"Come ti ho detto...ti sbagli a credere che io non abbia le palle per farlo!" mi disse seria, ed improvvisamente iniziò a slacciarmi la cintura dai pantaloni, ma subito mi tirai indietro mettendomi seduto.
"Aspetta! Vicky! Lo stai facendo davvero?!" mi misi a ridere, pensando che quella ragazza fosse davvero impulsiva e estremamente coraggiosa.
"No, idiota! Non l'avrei fatto! Volevo solo fartelo credere...e tu ci hai creduto! Hai avuto paura, eh?!" lei scoppiò subito in una grossa risata.
Ormai non sapevo più cosa pensare.
"Paura io?! Ma scherzi?! In realtà non mi sarebbe dispiaciuto affatto." affermai senza neanche pensarci, per poi tirare fuori il cellulare che avevo nascosto.
"Eh dai, idiota! Sai che non sono la troia che tutti vogliono far credere che io sia!" io sapevo che non lo era.
Inizialmente lo pensavo, ma il mio era solo un pregiudizio.
Avevo cambiato idea dopo averla conosciuta veramente.
E questo lei lo sapeva bene.
Sapeva che qualsiasi cosa pensassi di lei, gliel'avrei detta senza problemi.
L'avevo sempre fatto.
"Non sto dicendo questo!" scherzai, ma evidentemente lei non aveva più voglia di scherzare.
Infatti, si girò dandomi le spalle, poi andò a riprendere la mia chitarra per continuare a suonare.
Non potei fare a meno di alzarmi e andare da Victoria.
"Hey...sai che non lo penso. Se lo pensassi te lo direi, esattamente come ho fatto la prima volta che ti ho vista qui al college." le ricordai, abbracciandola da dietro e sussurrandole quelle parole all'orecchio.
Non volevo che si sentisse a disagio, non con me.
"Lo so, Michael...so che tu non lo pensi, ma c'è chi continua a pensarlo. Ad esempio...tutti quelli che frequentano questo college di merda!" sbottò lei, liberandosi dal mio abbraccio e voltandosi verso di me.
"Loro non ti conoscono, e non sanno chi sei veramente. La loro opinione non conta affatto! Pensa solo a quello che pensiamo noi: i tuoi amici chi ti conosce davvero! E fidati...nessuno di noi ha pregiudizi su di te." speravo ascoltasse ciò che le stavo dicendo.
Ciò che contava davvero era la nostra opinione, non quella di chi non la conosceva.
"Ashton li ha..." sospirò lei abbassando lo sguardo.
Sapevo che si sbagliava, perché Ashton mi diceva sempre tutto e sicuramente pensava tutt'altro riguardo a lei.
"Ashton non ne ha! Te lo assicuro! Tu gli piaci, e questo lo sai. Forse dice certe cose quando è incazzato con te, o per gelosia, ma non le ha mai pensate davvero. E se mai dovesse pensarle, dovrà vedersela con me!" ero più che serio sul fatto che Ashton avrebbe dovuto vedersela con me se mai avesse giudicato Victoria.
Ormai lei era una mia amica, e i miei amici non andavano toccati.
Ma sapevo che Ashton non si sarebbe mai permesso di farlo.
Era il mio migliore amico e lo conoscevo da anni: sapevo che quando era arrabbiato con qualcuno diceva cose che nemmeno pensava, ma se ne pentiva subito dopo.
Lui era fatto così.
"Grazie Mikey..." sospirò ancora, guardandomi finalmente negli occhi.
"E visto che non hai intenzione di sorridere...ti va di suonare un po' insieme a me, e poi di ordinare qualcosa da McDonald's?" ormai sapevo come farle tornare il sorriso.
Anche se sapevo che ciò che la rendeva più felice in assoluto fosse la palestra, ma purtroppo non potevo fare niente a riguardo.
"Sì! Ma mi insegnerai qualcos'altro?" esultò lei, e finalmente le tornò anche il sorriso, e anche quel suo solito sguardo a volte un po' malizioso.
"Solo se continuerai a sorridere così." il mio non era un ricatto, ma una richiesta.
Mi era sempre piaciuto il suo sorriso...l'avevo sempre ammesso.
Lei annuì, e come le avevo chiesto, non smise di sorridere.
"Ti vengono le fossette quando ridi..." appena dissi quella frase, lei si coprí la faccia, come se provasse imbarazzo.
"Quasi nessuno le ha mai notate..." disse coprendosi le guance.
"Ma io sì. Sono carine. Non coprirle." le sorrisi, abbassandole le mani.
Odiavo quando copriva il suo corpo o il suo viso.
Volevo solo che imparasse ad essere più sicura di sé.
Non aveva motivo di nascondersi.
"Michael...tu devi smetterla! Non puoi farmi arrossire così ogni volta..." commentò tornando a ridere.
Mi chiedevo come una come lei potesse provare imbarazzo...
"Oh mio dio! Victoria Brooks che prova dei sentimenti?! Mi trovo in un universo parallelo?!" ovviamente non potevo non farglielo notare.
"Stai zitto! Io non provo sentimenti! Arrosiresti anche tu al mio posto!" tenette a precisare.
"Io non arrossisco mai!" mentii.
In realtà molte volte mi capitava di provare quello strano sentimento, ma era raro che capitasse.
E ovviamente, a lei non l'avrei detto.
"Ma davvero?! E se ti dicessi che mi piacciono i tuoi occhi e che starei qui a guardarti per ore? In realtà già lo sai...te l'ho sempre detto, ma non smetterò mai di ripetertelo perché è la verità..." evidentemente, aveva ragione lei, perché in quel momento sentii le mie guance diventare rosse, e nonostante stessi cercando in tutti i modi di evitarlo, non ci riuscii.
"Beh...è chiaro che io abbia ragione...come al solito. Ora andiamo a magiare?" fortunatamente lei mise un punto a quella conversazione.
Nessuno di noi due voleva continuare.
"Quindi non ce lo facciamo portare qua? Andiamo direttamente a mangiare al McDonald's?" non avevo molta voglia di uscire ancora, ma se lei voleva così, per una volta avrei potuto cedere, anche se mi costava molto farlo.
"Ho capito...ci facciamo portare tutto qua. In fondo nemmeno io ho molta voglia di uscire..." era incredibile!
Era come se mi avesse letto nel pensiero.
"Sei...sei sicura? Se vuoi possiamo uscire. Non c'è problema..." non volevo che si sentisse obbligata, così mi sentii in dovere di cercare di accontentarla in qualche modo.
"Michael! Stai zitto prima che io cambi idea." mi zittí per poi prendere il suo cellulare e chiamare subito per ordinare.
Lei sapeva anche cosa ordinare per me.
Ormai sapevamo tante cose l'uno dell'altra.
"Bene. Fatto. Non so fra quanto arrivi." annunciò, lanciando il suo telefono sul letto e riprendendo a suonare la chitarra.
"Perché non hai usato il mio cellulare?" non potei fare a meno di chiederglielo dopo ciò che era successo poco prima.
Infatti, subito mi guardò male, ma sotto, sotto stava ridendo.
"Ma scherzi?! Io non toccherò mai più il tuo cellulare!" sapevo che l'avrebbe detto.
"Però toccheresti qualcos'altro di mio..." le risposi senza neanche pensarci.
Non facevo apposta a trovare il doppio senso in ogni cosa.
Ero fatto così, e anche lei.
"Quello tutti i giorni, Michael. Ogni volta che vuoi." era esattamente ciò che intendevo dire.
E il bello era che nessuno di noi due era serio.
Infatti, entrambi ci guardammo per qualche secondo, dopodiché scoppiammo a ridere.
Successivamente, per un po' andammo avanti a suonare, ed io la aiutai come mi aveva chiesto.
"Mikey, ora devo scendere. Non so a che ora arriverà il tipo delle consegne." effettivamente non avevo pensato al fatto che non ci avrebbero portato il cibo direttamente in camera.
"Non preoccuparti, scendo io." dissi, dirigendomi verso la porta.
Era il minimo che potessi fare.
"No! No! Michael! Fermo! Non puoi uscire da qui così. Se ti vedono, finiremo entrambi nei guai. Questo è il dormitorio delle ragazze. Non dovresti nemmeno essere qui." lei mi fermò immediatamente tirandomi per un braccio.
Dovevo ammettere che ancora una volta non avevo pensato alle conseguenze.
Fortunatamente c'era lei che pensava sempre a tutto.
"Giusto...non ci avevo pensato...ma se hai bisogno chiamami. Non stare sulla strada!" Victoria non mi rispose nemmeno, uscì e chiuse la porta alle sue spalle.
Fuori era già piuttosto buio e stare lì sul ciglio della strada, completamente da sola, non era per niente una buona idea.
*8:20 p.m.;
Vicky? Tutto bene? È arrivato il cibo?*
Le inviai subito un messaggio per sapere se fosse tutto a posto, e la sua risposta non tardò ad arrivare:
*8:21 p.m.; mittente: Stronzetta <3;
Michael! Non starmi addosso! Quando arriva, arriva!*
A quel punto, decisi di non scriverle più.
Se ci fosse stato qualche problema, mi avrebbe scritto lei.
I minuti passavano e Victoria ancora non tornava.
Ma dov'era finita?! Avevo fame!
Se le avessi mandato un altro messaggio, probabilmente mi avrebbe ucciso.
Non mi restava che aspettare.
Era già passato quasi un quarto d'ora.
*20:33 p.m.;
Hey! Che succede? Stai ancora aspettando?*
Quella volta, però, non mi rispose.
Forse stava salendo le scale con i sacchetti del McDonald's in mano.
Ma non era così.
Passarono altri minuti, così decisi di chiamarla.
Ma ancora una volta, nemmeno rispose.
Ero già agitato.
Cominciai a camminare avanti e indietro per la stanza, accesi anche la TV per distrarmi, ma fu inutile.
Guardai anche fuori dalla finestra, nella speranza di vedere qualcosa, ma nulla.
Avrei tanto voluto uscire a cercarla, ma non potevo.
Victoria mi aveva detto di aspettare lì, altrimenti saremmo finiti nei guai.
Lasciai passare altri dieci minuti prima di chiamarla nuovamente, ma ancora una volta il cellulare squillava a vuoto.
*8:50 p.m.;
Porca merda! Vicky! Dove cazzo sei? Stai bene? Mi stai facendo preoccupare! Rispondimi!*
Com'era possibile che fosse sparita così senza dire niente?
Erano già quasi le nove, e ormai era più di mezz'ora che era fuori.
Ed era assolutamente impossibile che stesse ancora aspettando il fattorino: il McDonald's era a dieci minuti a piedi di distanza dal college.
Continuavo ad aspettare una sua risposta anche all'ultimo messaggio che le avevo inviato.
Pensai subito che fosse andata da Luke, ma era impossibile...avrei anche potuto chiamarlo, ma come gli avrei detto che la sua migliore amica era sparita nel nulla?!
Probabilmente mi avrebbe fatto fuori in un secondo.
Improvvisamente, però, sentii la porta aprirsi, e appena mi voltai, corsi verso Victoria ad abbracciarla.
Finalmente potevo tirare un sospiro di sollievo.
"Michael, sei un idiota!" sbuffò lei, allontanandosi da me, e appoggiando i sacchetti del McDonald's sulla scrivania.
"Vicky! Mi hai fatto preoccupare tantissimo, cazzo! Sei sparita nel nulla per più di mezz'ora! Non rispondevi ai messaggi, e nemmeno alle chiamate!" ammisi, appoggiandole le mani sulle spalle per guardarla negli occhi.
Lei sembrava stupita della mia reazione...lo capii dal suo sguardo.
Ma capii anche che c'era qualcosa che l'aveva fatta incazzare.
Forse era colpa mia...non dovevo starle troppo addosso.
"Per questo dico che sei un idiota. C'è un motivo se non ti ho risposto." lei alzò gli occhi al cielo, come se fosse infastidita da me, e da qualunque cosa.
"Ero preoccupato per te! Lo capisci? Quale sarebbe il motivo per cui non mi hai risposto, allora?" insistetti.
Non volevo davvero saperlo.
Volevo solo che capisse la situazione in cui mi trovavo.
Chiunque sarebbe stato spaventato non vedendo tornare la propria amica.
"Stavo spiando Tyler! Era nel parcheggio della scuola che parlava con una ragazza. Per poco non mi facevi scoprire con tutte quelle chiamate e messaggi! Fortunatamente avevo già messo il telefono in silenzioso..." mi spiegò.
"E io cosa cazzo ne potevo sapere?! Ma aspetta...era con una ragazza? Quindi ha tradito Jenna?" la mia domanda sorse spontanea.
Non sapevo se sperarci, oppure no: se l'avesse tradita, Luke avrebbe avuto il via libera su Jenna, ma mi sarebbe comunque dispiaciuto per lei.
Non si meritava di certo di essere tradita.
"È ciò che stavo cercando di scoprire...ma sono certa che non l'abbia fatto. So solo che stava parlando di qualcosa che Tyler avrebbe dovuto fare, e poi lei gli ha dato dei soldi. Non so quanti, e non so nemmeno chi fosse la ragazza. Era di spalle, ma la voce...non so...l'ho già sentita da qualche parte..." forse avevo già idea di cosa si potesse trattare tutto ciò, e speravo solo che non avessero scoperto Victoria.
"Cazzo! Vicky, devi starne fuori! Probabilmente lui le ha venduto della droga, e credo che sia meglio che tu non ti intrometta. Non ti hanno vista, vero?" era l'unica cosa che poteva essere successa.
E se si trattasse realmente di quello, sarebbe stato troppo pericoloso intromettersi.
Non ne sapevo molto a riguardo, ma essere a conoscenza di certe cose, non portava mai a nulla di buono.
"Ma quale droga?! Non credo proprio che riguardi questo! Come ti ho detto...non ho sentito molto. Ero parecchio distante da loro, e fortunatamente non mi hanno vista. In ogni caso devo dirlo a Jenna! Non posso fare finta di niente! Lei è mia amica!" avevo come la sensazione che quella storia sarebbe finita molto male.
Come faceva ad essere così tranquilla?!
"Non poi sapere cosa riguarda tutto ciò! Non conosci Tyler! Voglio solo che tu ne stia fuori. È pericoloso." qualunque cosa riguardasse, doveva lasciar perdere, anche se in mezzo c'era la sua migliore amica.
"Tu vuoi che io ne stia fuori? Davvero, Michael?! Tu non puoi dirmi cosa devo, o non devo fare!" come al solito, ricominciavamo a litigare, ma era inevitabile.
E tutto perché mi preoccupavo per lei.
"Questa volta devi darmi ascolto...dico davvero. So quanto tu possa essere testarda e orgogliosa, e che non faresti mai ciò che ti dicono di fare, ma per una volta...per una cazzo di volta, ascoltami!" cercai di convincerla, ma lei continuava a guardarmi con uno sguardo che mi faceva capire solo che avrebbe comunque agito di testa sua.
"Okay. Tu intanto inizia a mangiare. Io chiamo Jenna." per un secondo avevo creduto che avrebbe fatto ciò che le avevo detto, ma mi sbagliavo...come al solito.
In quel momento la sua conversazione con Jenna iniziò, e Vitoria attivò subito il vivavoce.
Speravo lo facesse.
"Hey, Jen! Senti, devo dirti delle cose..." cominciò.
"Vic. Dimmi! È successo qualcosa?" chiese subito Jenna.
"Ho visto Tyler poco fa nel parcheggio e..." Victoria non riuscì nemmeno a finire di parlare che Jenna la interruppe.
"Vic, so tutto. So già cosa vuoi dirmi: l'hai visto con una ragazza. Non preoccuparti, è tutto a posto. Mi ha detto che sarebbe andato al college perché doveva passare degli appunti ad una sua compagna di classe." era strano che Tyler l'avesse detto a Jenna.
Se avesse avuto qualcosa da nascondere, sicuramente non le avrebbe detto nulla.
"Che cosa? Lo sai? Va beh...in ogni caso non credo proprio che fosse lì per gli appunti. Lei gli ha dato dei soldi, e la loro conversazione era parecchio strana." in quel momento guardai male Victoria, ma lei mi ignorò totalmente.
Si stava cacciando nei guai da sola.
"Probabilmente era per sdebitarsi degli appunti. Non lo so, Vic. Ma sono sicura che non mi abbia tradito, io mi fido di lui." poteva fidarsi quanto voleva, ma i fatti parlavano da soli.
Anche se non avevo assistito alla scena, ero certo che quelli non fossero solo appunti.
"Jen, non sto parlando di tradimento! Potrebbe esserci dell'altro, quindi stai attenta, okay?" evidentemente Victoria era d'accordo con me.
Ormai l'aveva ammesso, anche se l'aveva fatto indirettamente.
"Che vuoi dire? Non so a cosa tu stia pensando, ma Tyler è un bravo ragazzo. So sempre ciò che fa, ed io mi fido ciecamente di lui." insistette difendendo il suo ragazzo.
"Fai male a difenderlo!" commentai io, senza neanche pensare al fatto che Jenna mi avrebbe sentito.
"Michael! Stai zitto!" sussurrò lei come per non farsi sentire dalla sua amica, ma ormai era inutile.
"Hai detto 'Michael'? Oh mio dio sei con lui? Credo che dovrai raccontarmi molte cose del vostro viaggio a Townsville!" perché non potevo semplicemente stare zitto?!
E come se non bastasse, Victoria mi guardò con uno sguardo che diceva un semplice e fastidioso 'te l'avevo detto'.
Odiavo quello sguardo.
"No, Jen! Io non sono con...cioè...io...okay. Ci hai beccati...ma giuro che non c'è nulla da raccontare! E comunque stavamo parlando di te, non di me!" ovviamente, Victoria cercò di nascondere i nostri incontri, ma ormai eravamo stati beccati, ed era già la seconda persona che ci scopriva.
"E va bene...ti credo. In ogni caso, come ti ho già detto, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Ora ti saluto. Devo uscire con mia madre." la telefonata ebbe fine proprio in quel momento.
"Ma porca troia!" sbottò improvvisamente Victoria lanciando il cellulare sul letto.
Era palesemente agitata.
"E con questo...mi stai dicendo che ho ragione...?!" sorrisi quasi provocandola per farle ammettere che io per una volta avessi ragione.
"Sai che non lo ammetterò mai! Dai...ora mangiamo. Si è già raffreddato tutto..." detto questo, entrambi ci sedemmo sul suo letto a mangiare e a guardare la TV.
Non c'erano serate migliori di quelle...

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