Luke's pov
"Amore? Andiamo a bere qualcosa?" mi domandò Jessica durante un pomeriggio.
Era passata un'altra settimana.
Una lunga settimana dal giorno in cui avevo promesso a Victoria che avrei rotto con Jessica, e ancora non l'avevo fatto.
Preferivo essere lasciato piuttosto che essere io a farlo.
Purtroppo però, mi risultava sempre più difficile stare al passo con Jessica e le sue continue richieste.
Victoria era riuscita a farmi aprire gli occhi, ma la verità era che nonostante tutto, io provassi sempre qualcosa per Jessica.
"Mi stai ascoltando? Ti ho chiesto se andiamo a bere qualcosa!" improvvisamente lei interruppe i miei pensieri con tono arrogante.
Non mi piaceva affatto quando faceva così.
"Ehm...no Jess...non mi va..." e se avessi trovato un pretesto per farmi lasciare?
Sarebbe stata una buona idea farlo apposta?
"Si può sapere cos'hai? Nell'ultima settimana sei stato così...distaccato..." lo ero stato davvero, e speravo se ne accorgesse.
Ma nonostante questo, dovevo ammettere di sentirmi un po' in colpa, perché in fondo non si meritava tutto ciò.
"Io...non ho niente...è tutto a posto." mentii.
Forse era meglio dirle la verità e finirla lì, ma come al solito non ne ero in grado.
"Sì...certo..." lei sbuffò, dopodiché prese una canna e la accese, per poi fumarsela come se niente fosse.
"Potresti spegnerla, per favore? Ti ricordo che questa è casa mia, e tra non molto arriverà mia madre." già...eravamo proprio nel salotto di casa mia.
Mia madre avrebbe scoperto ogni cosa.
Nemmeno sapeva della mia relazione con Jessica.
"E quindi? A me cosa importa?!" lei scrollò le spalle con indifferenza totale.
Non volevo litigare con Jessica, ma non volevo nemmeno farlo con mia madre.
"Ehm...sai che dovresti andare via prima che arrivi lei, e..." non sapevo come dirle che dovesse andarsene.
Era difficile farlo, ma dovevo se non volevo passare altri guai con mia madre.
"Mi stai cacciando da casa tua?! Luke! Come puoi farmi questo? Io sono la tua fidanzata!" Jessica aveva pienamente ragione.
Cosa potevo dirle?
"Senti...non importa. Me ne vado." lei si alzò subito prendendo le sue cose e avviandosi alla porta.
Avrei dovuto fermarla?
"Jess...mi dispiace, ma sai cosa pensa mia madre di te..." anche io mi alzai.
Non sapevo cosa dire, o cosa fare.
Era chiaro che fosse arrabbiata, e al suo posto anche io lo sarei stato.
"Prima o poi questo dovrà cambiare, oppure sarai costretto a prendere una decisione..." mi sentivo in colpa per come mi stavo comportando.
Lei era la mia fidanzata, e così, senza esitare la baciai.
Purtroppo però, era risaputo che fossi perseguitato dalla sfortunata, e anche quella volta la sfiga ci aveva visto benissimo.
Proprio in quel momento entrò mia madre in casa.
Mi staccai immediatamente da Jessica ma mia madre, senza dire nulla, andò al piano di sopra.
"Jess, ci sentiamo più tardi, okay?" lei nemmeno mi rispose.
Uscì da casa mia lanciandomi solo uno sguardo che diceva tutto.
Forse diceva che era finita...o forse no.
Ma in quel momento non mi importava, dovevo dare delle spiegazioni a mia madre.
Così corsi al piano di sopra per trovarla in camera mia.
"Mamma! Cosa stai facendo?" le chiesi spaventato.
"Preparo la tua valigia. Comincia a cercare un posto per la notte. Qua non torni. Ti avevo avvertito, Luke." il suo tono era totalmente freddo e distaccato che...mi veniva solo da piangere.
Non poteva buttarmi fuori di casa!
"No mamma! Ti prego...posso spiegare..." cercai in tutti i modi di richiamare la sua attenzione.
Volevo che smettesse di infilare i miei vestiti in quella dannata valigia.
"Ti avevo proibito di vedere ancora quella ragazza. Ti avevo anche proibito di portarla qui in casa, e tu cosa fai? Lo fai lo stesso! Pensi che essere il suo fidanzato ti possa portare da qualche parte? Stai cadendo in basso, Lucas...ti sta portando sulla cattiva strada, e me ne accorgo ogni giorno che passa. Ma ora basta! Se non vuoi ascoltarmi, queste sono le conseguenze. Ti sto lasciando libero di fare le tue scelte, ma lo farai fuori da qui." mia madre era stata chiara...anche fin troppo.
Sapevo che non avrei potuto dire o fare nulla per farle cambiare idea.
Mi misi seduto sul letto con il viso tra le mani.
Mi chiedevo come fosse potuto succedere tutto ciò.
A causa di Jessica, avevo perso tutto: avevo perso Jenna, mia madre, la mia casa...e non sapevo nemmeno dove passare la notte.
"Ecco! D'ora in poi puoi fare ciò che vuoi. Potrai tornare solo quando avrai rimesso la testa a posto. Lo faccio per il tuo bene, Luke..." sapevo che mia madre mi volesse bene, ma quella volta stava sbagliando.
Io avevo bisogno di lei.
Così, lei mi diede la valigia e uscì dalla mia stanza.
La prima cosa che mi venne in mente di fare fu quella di chiamare Victoria.
Era l'unica che poteva aiutarmi.
Fortunatamente mi rispose subito.
"Vicky...sono stato cacciato di casa..." le dissi subito cercando di trattenere le lacrime.
Victoria, però, scoppiò a ridere.
"No! No! Non c'è da ridere! Non so cosa fare, non so dove andare, e...e mia madre non mi pagherà una stanza al college! Cerca di capirmi, Vicky...quando è successo a te, io ti ho aiutata..." almeno i genitori di Victoria avevano avuto il buon senso di pagarle una stanza al college, invece io...io dovevo arrangiarmi da solo.
"Dovevi semplicemente lasciare Jessica quando ti avevo detto di farlo! In ogni caso...vieni qui al college. Per stanotte potrai dormire qua." ovviamente non esitai ad accettare la sua offerta.
Non avevo altra scelta.
Così andai subito da lei con la mia valigia.
Appena Victoria aprì la porta accogliendomi nella sua stanza, io la abbracciai.
Sapevo che non avrebbe ricambiato, ma era il mio modo per ringraziarla e lei ne era consapevole.
"Quindi...ti sei fatto beccare con Jessica a casa tua?" lei chiese spiegazioni, per poi farmi accomodare accanto a lei sul suo letto.
"Già...io le avevo detto di andarsene, ma poi ci siamo messi a discutere e..." abbassai lo sguardo in quanto mi dispiacesse di come fossero andate le cose.
"Te l'ho già detto: sei solo un coglione. Tua madre ha ragione. Lei vuole evitare che tu veda Jessica perché ha capito che ti sta sfruttando, e presto ti porterà sulla cattiva strada. Perché non l'hai ancora lasciata?" la domanda che mi fece alla fine di quel discorso, era proprio quella a cui non avrei voluto rispondere.
Non sapevo come spiegarglielo...non sapevo cosa dire.
"Voglio che sia lei a farlo. Io...io non ho il coraggio di dirle che non voglio più essere il suo ragazzo." il mio punto debole era proprio il coraggio.
Ero solo uno sfigato senza palle...lo avevo sempre saputo.
"Ma tu stai scherzando, vero? È molto meglio lasciare, piuttosto che essere lasciati! È una questione di orgoglio! Non puoi permetterle di prendere la decisione finale! Devi parlarle! Metti le cose in chiaro, cazzo! Svegliati una volta tanto!" sapevo quanto Victoria potesse essere orgogliosa, e forse il suo caratteraccio avrebbe potuto aiutarmi a tirare fuori le palle e affrontare i problemi.
"Lukey...io voglio solo spronarti perché ti voglio bene. Non lo dico con cattiveria. Io voglio solo che tu faccia la cosa giusta..." aggiunse Victoria guardandomi negli occhi e iniziando a giocherellare con i miei capelli.
"Io...io ho paura che sia la cosa sbagliata..." ammisi abbassando lo sguardo.
"Se ripensi a tutto ciò che ti ha fatto, capirai che non è la cosa sbagliata. Tu lo sai, Luke...sai a cosa ti porta essere il suo fidanzato. E per quanto difficile possa essere rompere con lei, devi farlo. Te lo dico da sorella...da migliore amica. Jessica non fa per te! Odio il modo in cui ti tratta: se c'è qualcuno che può sottometterti, quella sono solo io. Non permetterò mai a nessuno di toccare il mio fratellone, hai capito?" Victoria cercò di sdrammatizzare un po' la situazione, e dovevo ammettere che ci era riuscita: era stata in grado di strapparmi un sorriso.
Sapevo quanto avesse ragione, ma decisi di non rispondere.
Cosa potevo dire oltre al fatto che ero un cretino?
A quel punto, lei capì che non avrei più detto nulla a riguardo, e che non volevo parlarne.
Così, mi diede il telecomando della televisione e fece scegliere a me cosa guardare.
Passarono lunghi minuti in cui nessuno di noi due osò parlare.
Finché qualcuno non aprì la porta della stanza.
"Ciao Vic! Luke? Cosa ci fai tu qui? E quella valigia?" era Isabelle che giustamente cominciò a fare domande.
"Sua madre l'ha beccato con Jessica ed è stato cacciato di casa." Victoria rispose al posto mio.
"Che deficiente..." commentò poi Isabelle andando a posare il suo zaino accanto alla scrivania.
"Già...lo sono. Spero che non ti dispiaccia se..." iniziai con l'intenzione di dirle che sarei rimasto lì, ma non mi fece nemmeno finire la frase.
"Aspetta...cosa?! Hai intenzione di restare? No Hemmings! Non se ne parla proprio! Puoi stare qui anche fino a stasera, ma non resterai a dormire!" Isabelle mi attaccò subito senza un motivo.
Dovevo ammettere di esserci rimasto parecchio male.
"Non preoccuparti. Dormirà con me. Capisci che non ha un posto dove andare? Non posso lasciarlo in mezzo alla strada..." fortunatamente Victoria mi difese, e non potevo che essergliene grato.
"Ma non hai degli amici? Capisco che tu non possa chiedere a Calum perché è sempre con Grace, ma non puoi dormire da mio fratello, o da Ash?" era come se la mia presenza stesse infastidendo Isabelle, e non ne capivo il motivo.
Eravamo sempre stati amici.
"Tuo fratello sta sempre con quella puttana...dovresti saperlo." sapevo che anche lei odiasse Catherine.
Tutti odiavamo quella ragazza, ma forse ero stato troppo cattivo chiamandola in quel modo.
"Sarebbe un buon motivo per evitare che succeda..." rispose non guardandomi nemmeno negli occhi, ma anzi...era addirittura girata di spalle.
"Dai Isabelle! Lascia stare. Ti ho detto che per stanotte starà con me. È il mio migliore amico! Devo farlo!" Victoria si intromise insistendo sul fatto che io dovessi restare.
"Ashton non sarebbe d'accordo." non capivo cosa potesse c'entrare Ashton in tutto ciò.
Era il suo fidanzato, ma cosa avrebbe potuto dire?
"Perché no? Non voglio mica provarci con te..." affermai, forse con troppa ironia nella mia voce.
Non volevo risultare offensivo, ma era la verità: non ci avrei mai provato con Isabelle.
"Forse perché non sono alla tua altezza? Pensi di essere troppo popolare per frequentare una sfigata come me? Oppure perché sono troppo brutta per 'il ragazzo più bello della scuola'?" lei sembrava aver preso molto male le mie parole.
Non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua, e onestamente mi fece abbastanza innervosire.
"Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto! E prima di tutto calmati! Hai il ciclo per caso?!" a quel punto anche io alzai la voce con lei.
Non avrei dovuto farlo, ma la mia pazienza aveva davvero un limite.
"No cazzo! Non ho il ciclo! Fatti i cazzi tuoi Luke!" lei urlò per poi andare a prendere dal suo zaino una confezione intera di merendine.
"Isabelle? Sicura di stare bene?" Victoria intervenne vedendo lo strano comportamento della sua amica.
"Non lo so...è che...mi fa incazzare così tanto, e...e questo mi fa venire una fame tremenda." confessò abbassando lo sguardo.
In fondo sembrava si sentisse in colpa.
Improvvisamente sembrava così fragile...
"Vicky? Posso parlarti un attimo in privato?" avevo davvero bisogno di scambiare due parole con la mia migliore amica.
C'era qualcosa che non andava, e questo lo sapeva anche lei.
"Arrivo subito, okay? Tu stai qui tranquilla." prima di trascinarmi fuori dalla stanza, Victoria rassicurò Isabelle.
"Quindi? Cosa devi dirmi?" mi domandò dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.
"Da quanto tempo va avanti questa storia?" le chiesi.
"Di cosa stai parlando?" forse dovevo spiegarmi meglio, in quanto Victoria non avesse capito.
"Riguarda Isabelle! Sbalzi di umore, attacchi di fame...sembra impazzita! Da quanto va avanti così?" speravo capisse dove volessi arrivare.
"Non lo so. Da quasi un mese...credo. Ma che importanza ha?" come sospettavo, non aveva capito nulla.
"Non pensi che possa essere incinta?" appena pronunciai quelle parole, Victoria mi guardò con un'espressione di stupore che sembrava quasi teatrale.
"Io...io non credo. So che lei e Ash vanno a letto insieme, ma...non penso che siano così stupidi da non prendere precauzioni..." era evidente che ci stesse pensando, ma forse ero io a sbagliarmi...o almeno lo speravo.
"Vicky! Sono chiari segni di una gravidanza! Dobbiamo aiutarla, o almeno dirglielo. Dovrebbe fare un test, o...quacosa del genere. Io non lo so! Non me ne intendo di queste cose." cercai di far riflettere anche lei riguardo a ciò che stava accadendo a Isabelle.
"Già...quindi...glielo diciamo?" Victoria sembrava intimorita, ma io non potei far altro che annuire.
Poi entrambi tornammo in camera.
Appena ci sedemmo sul letto, tirai una gomitata alla mia migliore amica per spingerla a parlare.
Non potevo farlo io: sembrava che Isabelle mi volesse morto in quel preciso istante.
"Cosa avete da guardare voi due?" fortunatamente fu proprio Isabelle a cominciare.
"Ehm...senti...volevo chiederti...quand'è stata l'ultima volta che hai avuto il ciclo?" lei ci pensò un attimo prima di rispondere.
"Non lo so. A volte non mi viene per mesi. Ora...credo che non mi venga da quasi due mesi. Ma perché questa domanda?" era normale che chiedesse spiegazioni sulla domanda di Victoria.
"Tu ti rendi conto di avere degli eccessivi sbalzi di umore ultimamente, vero?" continuò Victoria, ignorando totalmente la domanda posta da Isabelle.
"Beh...più o meno. Sono solo più irascibile del solito..." a quell'affermazione Victoria ed io ci guardammo.
Forse non sapeva più come andare avanti, ma purtroppo per lei, io non potevo dire una parola.
"E...quando tu e Ash fate...le vostre cose...usate...voglio dire...lui mette il..." solitamente Victoria era molto diretta quando parlava di queste cose, ma quella volta sembrava piuttosto imbarazzata.
Forse lo era per la delicatezza del momento.
"Vuoi chiedermi se usa il preservativo? Beh...no. Non l'ha mai usato perché a me dà fastidio che lui lo metta, ma..." spiegò lei.
"Cosa significa che ti dà fastidio?! Almeno prendi la pillola, vero?" Victoria sembrava già stupita del fatto che Ashton non avesse mai preso precauzioni con la sua fidanzata, e onestamente lo ero anche io.
"Io...no. Non l'ho mai presa..." Isabelle sembrava stesse pensando a qualcosa.
Forse aveva capito.
"Ma sei impazzita?! Isabelle! Ma cosa...? Perché no? Ciò che dici non ha assolutamente senso! Sai a quali rischi vai incontro?" Victoria sbottò cominciando ad urlare contro.
Cominciava ad attaccare la sua amica, e così facendo, la situazione poteva solo degenerare da un momento all'altro.
"Isabelle...ciò che Vicky intende dire è che...potresti essere incinta. Io credo che tu abbia i sintomi di una gravidanza, e...prima che tu cominci ad urlarmi addosso, voglio dirti che lo dico per il tuo bene, che tu ci creda o no. E...e penso che sia utile se tu faccia dei test." mi aspettavo una scenata da parte sua, ma Isabelle non fece altro che abbassare lo sguardo e giocherellare con le dita delle sue mani.
"Hey...tutto bene?" Victoria si precipitò da lei.
Era un momento difficile, ed era comprensibile.
"Non so cosa fare, Vic. Io...io non avevo mai pensato che sarebbe potuto succedere proprio a me. Non ci ho mai pensato, e ora...ora non so nemmeno se sia davvero come dite voi..." era come se avesse paura.
Non le si poteva dare torto: chiunque avrebbe avuto paura al suo posto.
Soprattutto per la nostra giovane età.
"Vuoi fare dei test?" le propose Victoria.
Isabelle ci pensò per qualche secondo.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
"S...sì...credo. È l'unica soluzione che ho per togliermi il pensiero..." beh, almeno era stata abbastanza coraggiosa da accettare.
Anche se in fondo...non aveva scelta.
"Luke? Andresti tu, per favore?" quella di Isabelle sembrava una supplica.
Non potevo dirle 'no'.
"Prendine almeno tre." mi consigliò Victoria.
"Perché tre? Non ne basta uno?" ovviamente io non sapevo nulla a riguardo, ma quella domanda mi uscì senza pensarci.
"Un test di gravidanza potrebbe sbagliarsi, ma con tre avremo una conferma..." mi spiegò Victoria.
Così, io mi alzai avviandomi alla porta.
"Luke! So che esistono delle pillole per l'aborto. Io...non so come si chiamino, ma...prendimi anche quelle per favore. Non si sa mai..." Isabelle concluse mettendomi in mano dei soldi, ma io non riuscii a muovermi da lì per ciò che aveva detto.
"Vuoi abortire? Isabelle...ne sei sicura?" Victoria iniziò subito a fare domande ipotizzando che lei fosse veramente incinta.
"Sì! Assolutamente sì! Ne sono sicura. Non posso permettermi un bambino proprio adesso. Io non lo voglio! Voglio solo andare avanti con gli studi, stare con i miei amici, con il mio fidanzato...e non sono pronta ad avere un figlio." inutile dire che anche se le sue ragioni fossero più che valide, io non ero affatto d'accordo con ciò che stava dicendo.
"Non pensi di doverne parlare con Ash? Voglio dire...è pur sempre il padre del bambino." Victoria si preoccupò subito del nostro migliore amico.
Anche lui avrebbe dovuto avere voce in capitolo.
"No! Non ne parlerò mai con lui! Ash non deve saperlo! Mai! Vi prego...non ditegli nulla. So che lui vorrebbe tenerlo in caso io fossi incinta veramente, ma io non voglio. Non sono pronta..." tutto ciò era totalmente sbagliato, ma Victoria ed io non potevamo dire nulla.
Era una sua scelta.
"Ora vai, Luke. Per favore..." ancora una volta Isabelle mi guardò supplicandomi.
Mi faceva così tanta tenerezza che senza dire nulla uscii, salii sulla mia moto e andai nella prima farmacia che trovai.
Ovviamente il più lontano possibile dal college.
Fortunatamente la farmacista non fece domande a riguardo.
Andò solo a prendere ciò che le avevo chiesto, per poi appoggiare il tutto sul bancone.
"Luke? Cosa ci fai qui?" improvvisamente sentii chiamare il mio nome, e non mi ci volle molto a riconoscere la voce.
Era Jenna.
"Ehm...ciao Jen! Io...ehm...nulla...è che..." non sapevo cosa dire.
Notai solo lo sguardo di Jenna sui prodotti che stavo comprando.
Non osava aprir bocca.
Poi mi lanciò un'occhiataccia e uscì a passo svelto.
Io presi velocemente il tutto, lasciai i soldi sul bancone, e poi le corsi dietro.
"Jen! Aspetta! Non è come sembra!" volevo solo spiegarle tutto.
"Fermati Jen! Per favore!" accelerai ancora il passo finché non la raggiunsi e la fermai prendendole un polso.
"Che cazzo vuoi? Credo che tu ti sia già divertito abbastanza, o sbaglio?" ancora una volta lanciò uno sguardo a ciò che avevo comprato in farmacia.
"No, Jen! Ti assicuro che Jessica non c'entra! Anzi... sto avendo parecchi problemi con lei, ma...queste cose non sono per lei!" cercai di spiegare.
"Prendi in giro qualcun altro, Luke. Non pensavo saresti arrivato addirittura a mettere incinta la tua ragazza..." era evidente che ci fosse rimasta male, ma come potevo convincerla che si stesse sbagliando?
"Ti dico che Jessica non c'entra! Dico davvero, Jen devi credermi!" insistetti.
"Lasciamo stare...ormai non mi importa più di te. Congratulazioni a te e alla tua ragazza..." Jenna concluse cercando di andarsene, ma io la bloccai nuovamente.
Non volevo perderla ancora.
"Jen, vieni con me." la supplicai.
"Dovrei fidarmi?!" il suo tono era decisamente sarcastico.
"Sì! Fidati di me! Per favore..." cercai di convincerla anche se sapevo che sarebbe stata un'impresa ardua.
"E va bene. Ma almeno dimmi dove vuoi portarmi!" mi impose guardandomi con aria di superbia e le braccia incrociate al petto.
Odiavo quando si comportava in quel modo.
"Al college. Voglio mostrarti la verità." dissi senza troppi problemi.
Forse stavo mettendo Isabelle in una brutta posizione, ma avrei fatto di tutto per riacquistare la fiducia di Jenna.
"Accetto! Sono tanto curiosa di sapere cosa ti inventerai per farmi credere che tu non abbia messo incinta Jessica." lei alzò gli occhi al cielo, e a quel punto decise di seguirmi al college.
Quando arrivammo, le chiesi di aspettare un attimo fuori dalla stanza, mentre io entrai.
"Isabelle...devo dirti una cosa. Io...ho portato qui Jenna perché c'è stato una specie di malinteso e..." speravo che capisse cosa potesse essere successo.
"Luke, è tutto a posto. Falla entrare. Non può che farmi piacere che ci sia anche lei." Isabelle mi sorrise, così andai a chiamare Jenna che andò subito ad abbracciare le sue amiche.
"Quindi...qualcuno potrebbe spiegarmi cosa sta succedendo, per favore?" Jenna iniziò poi a fare domande in quanto io non le avessi detto assolutamente nulla a riguardo.
"I test di gravidanza sono per me..." ammise Isabelle abbassando lo sguardo.
"Oh mio dio! Sei incinta?! Ma come è potuto succedere?!" sembrava parecchio preoccupata...forse più di quanto non lo fosse Isabelle stessa.
"Non so se lo sono. È che...Ash ed io non abbiamo mai usato precauzioni: lui non usa il preservativo, ed io nemmeno prendo la pillola. Non avevo mai pensato che potesse succedere..." a volte Isabelle era decisamente troppo ingenua.
Come poteva pensare che non potesse succedere?!
Mi stupivo solo del fatto che Ashton non ci avesse mai pensato.
Eppure lui era così maturo rispetto a tutti noi...
"Lasciamo perdere tutto questo, okay? Isabelle, fai questi test, così non ci pensi più!" Victoria interruppe il discorso sapendo che non avrebbe portato a nulla di buono.
Era chiaro che Isabelle fosse stata stupida, ma non era affatto il caso di continuare a ricordarglielo.
"Sì...hai ragione. Vi va di stare con me in bagno? Per favore...ho davvero bisogno del vostro supporto. Io...ho paura..." lei si rivolse alle sue amiche, in quanto fosse ovvio che io non potessi entrare in bagno con lei.
"Ma certo! Siamo tue amiche! È ovvio che ti staremo accanto." rispose Jenna.
Dopodiché mi lasciarono lì da solo.
Non sapevo cosa fare.
Avrei tanto voluto chiamare Ashton, o Michael, o Calum...ma non potevo.
Soprattutto non potevo dire nulla a Michael.
Come avrei potuto chiamarlo dicendogli che probabilmente sua sorella era incinta?!
Ci rinunciai.
Restai lì senza neanche accendere la TV, pensando a ciò che stava succedendo in quel bagno.
Sembrava essere passata quasi un'ora, ed io ero ancora lì ad aspettare.
Andai a bussare alla porta e chiesi se fosse tutto a posto, poi le ragazze uscirono dal bagno, ed io mi precipitai da loro con aria preoccupata.
"Allora? Cosa dicono i test?" domandai andando verso di loro.
"Per favore, Luke...guardali tu! Nessuna di noi ha il coraggio di farlo...." improvvisamente Victoria mi mise in mano i tre test di gravidanza.
La verità era che nemmeno sapevo come si leggessero quei test.
"Ehm...che cosa significa se ci sono due linee verticali su tutti e tre i test?" dopo aver guardato tutti i test di gravidanza che avevo in mano, vidi che davano tutti lo stesso risultato.
"Oh merda..." Isabelle si allontanò subito dalle sue amiche, si sedette sul suo letto e iniziò a piangere.
"Cosa? Che cosa significa? Qualcuno può spiegarmi, per favore?" continuavo a non capire.
Piangeva perché era incinta, o piangeva perché era dispiaciuta di non esserlo?
"Luke! Significa che è incinta!" mi disse Victoria, per poi riportare la sua attenzione su Isabelle.
"Cosa pensi di fare adesso?" Jenna intervenne non sapendo ancora nulla del discorso che ci aveva fatto Isabelle prima che io uscissi da lì.
"Abortire! Non posso tenerlo, e Ash non deve sapere nulla. So che lui lo vorrebbe tenere, ma io non me la sento." ancora una volta, Isabelle sembrava molto sicura di sé.
Andò subito a prendere le pillole che ero andato a comprarle poco prima.
Avrei tanto voluto fermarla...
"Aspetta! Capisco che tu voglia abortire...ma non credi che sia meglio consultare un medico prima di farlo? Non puoi cominciare a prendere delle pillole senza sapere nulla a riguardo." Victoria le diede un consiglio decisamente sensato.
Isabelle non poteva ricorrere ad un procedimento 'fai da te'.
"Ho paura che qualcuno possa riconoscermi..." non capivo come avrebbero potuto riconoscerla se anche al college era sempre stata invisibile agli occhi di tutti.
"So che ci sono degli ospedali che danno la possibilità di fare tutto anonimamente. Forse...potrebbe interessarti..." cercai di risultare utile in quanto io sapessi di quella cosa.
"Grazie Luke! Grazie per tutto ciò che stai facendo, e scusa se ho alzato la voce con te quando sei arrivato..." improvvisamente Isabelle corse ad abbracciarmi, ed io non esitai a ricambiare e stringerla forte a me.
D'altronde...le volevo parecchio bene, anche per il fatto che fosse la sorella del mio migliore amico.
In quel momento notai delle occhiate da parte di Jenna.
Non capivo il suo sguardo...non capivo perché mi guardasse così.
"Credo di doverti delle scuse anche io. Mi dispiace di non averti creduto...di non aver avuto fiducia in te, ma..." appena sciolsi l'abbraccio con Isabelle, Jenna parlò.
"Non importa...lo capisco. Mi sono comportato da stronzo...lo so. Scusa per come ti ho trattato. È che...non voglio che tu soffra: sai come sono fatto. E poi...cazzo! Mi manchi così tanto..." non riuscii più a tenere quel pensiero dentro la mia testa, dovevo dirglielo, e dovevo riacquistare la sua fiducia in qualche modo.
Mi sentivo così in colpa per come l'avessi trattata...
"Vorrei dire lo stesso, Luke...ma sinceramente mi sento presa in giro." ero dispiaciuto che lei si sentisse in quel modo, e in quel momento, i sensi di colpa non facevano che aumentare.
"So che ti ho detto di non provare nulla per te, ma sai che mentivo. Jen! Dovresti saperlo!" ormai non mi rendevo neanche più conto di ciò che stavo dicendo.
"E come faccio a saperlo? Mi hai chiaramente detto di uscire dalla tua vita! Come credi che io possa averla presa? Pensi che io possa perdonarti così dal nulla?" Jenna non osava nemmeno alzare la voce.
Tutto ciò faceva male.
Forse era così che si sentiva anche lei.
"Ma non era ciò che pensavo davvero! Come faccio a farmi perdonare? Voglio che tu ricominci a fidarti di me..." i miei tentativi di convincerla furono completamente inutili.
Speravo cedesse anche se sapevo che non sarebbe successo.
"No! Non pensare che io cada ai tuoi piedi solo perché me lo chiedi tu. So che non sei abituato a ricevere un 'no' come risposta, ma indovina un po'? Questa volta lo stai ricevendo proprio da me." effettivamente era raro che una ragazza mi rifiutasse, e Jenna lo faceva sempre.
Mi aveva sempre rifiutato anche quando era lei a provare dei sentimenti per me.
Beh, forse era per questo che volevo proprio lei.
"Jen...io non ti sto chiedendo di tornare con me! Vorrei solo che tu ti fidassi...vorrei che smettessi di evitarmi! Perché non torniamo ad essere quelli che siamo sempre stati?" domandai ingenuamente.
"Per due motivi, Luke: il primo è che tu ed io non potremo mai essere amici, e il secondo è perché...tu stai con Jessica, razza di cretino!" Jenna iniziò ad alzare la voce, ed io mi trovai a non sapere né cosa dire, né cosa fare.
Mi ero completamente dimenticato di Jessica prima che lei mi ricordasse che nonostante tutto, lei fosse ancora la mia ragazza.
"Mia madre mi ha cacciato di casa per colpa sua! Pensi che io abbia ancora intenzione di stare con lei?!" le feci notare indicando la valigia che avevo portato in quella stanza dove avrei passato la notte.
"Che...che cosa?!" sembrava che lei non credesse alle mie parole.
O forse era solo stupita del fatto che mia madre fosse arrivata a tanto.
"Sì, Jenna! Non ho più un posto dove stare, okay? Non so dove dormire la notte, e nemmeno dove mangiare. E tutto per colpa di Jessica. Ora ti è più chiara la situazione?" solo in quel momento realizzai che fossi diventato praticamente un senzatetto.
Mi chiedevo solo se mia madre mi avrebbe almeno lasciato i soldi che mi spettavano...
"Io...io...mi dispiace, Luke. Non ne ero al corrente. Quindi...dove starai per stanotte?" forse aveva capito in che situazione di merda mi trovassi.
Speravo che lo capisse.
Forse...così non mi avrebbe più attaccato sul fatto che io frequentassi Jessica.
"Luke starà qui per stanotte, ma da domani..." intervenne Victoria lanciandomi sguardi come per dirmi qualcosa.
Qualcosa che ovviamente non capivo.
"...da domani sarò praticamente in mezzo alla strada...se non trovo un altro posto dove andare. Dovrei farlo più o meno...entro subito..." aggiunsi abbassando lo sguardo.
La verità era che mi veniva una certa nostalgia di casa.
"Mio dio...ma...ma come hai fatto a farti cacciare di casa?!" forse Jenna voleva i dettagli solo per rinfacciarmi il fatto che l'avessi lasciata per stare con Jessica.
"Jen...c'è davvero bisogno che io te lo dica? Sai benissimo cosa mia madre pensa di Jessica, e sai anche che più volte mi ha minacciato di cacciarmi di casa se non avessi rotto con lei, e...beh...mi ha beccato. Eravamo insieme a casa mia e indovina un po'? Mia madre è entrata mentre Jessica si stava accendendo una canna!" spiegai, suscitando una sonora risata da parte di Victoria.
Non c'era proprio nulla da ridere...
"Tu non ridere, stronza!" la ripresi senza troppa cattiveria.
In fondo sapevo com'era fatta la mia migliore amica.
Cosa ci potevo fare?
Non sarebbe mai cambiata.
"Come faccio a non ridere? Sei senza una casa e anche senza cibo..." lei continuò a ridere, anche se era l'unica a farlo.
Isabelle non osava fiatare, forse perché aveva già fin troppi problemi per ascoltare anche i miei, mentre Jenna si guardava intorno con aria pensierosa.
"Luke, io...io non posso fare finta di niente, okay? Se...se vuoi puoi stare da me finché non si sistemeranno le cose con tua madre. Non voglio lasciarti in mezzo alla strada. Nonostante tutto...non te lo meriti." alla proposta di Jenna diventai rosso per l'imbarazzo.
Perché mi sentivo così?
Avrei solo dovuto essergliene grato!
"So che ultimamente non andiamo d'accordo, e capisco che tra noi le cose stiano andando piuttosto male, ma è il minimo che io possa fare in una situazione del genere." lei continuò abbassando lo sguardo.
Forse era imbarazzata almeno quanto me.
Infatti, tra noi calò il silenzio...finché non fu proprio Victoria a romperlo.
"Perché cazzo te ne stai lì zitto? Accetta la sua offerta, testa di cazzo!" urlò Victoria tirandomi un calcio per spingermi verso di lei.
"Io..." provai a dire qualcosa, ma non sapevo nemmeno cosa dire.
Cosa avrei dovuto fare?
Ero confuso...soltanto confuso.
"Luke! Non ti vogliamo qua! Vai a stare da lei! Faresti un favore a tutti, sai?" sapevo perché Victoria stava parlando in quel modo: lo capivo da quel sorrisetto malefico che aveva stampato in faccia.
Lei voleva che io passassi la notte con Jenna...voleva che io tornassi con lei...l'aveva sempre voluto.
Ma c'era ancora un problema: io ero ancora fidanzato con Jessica...
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Forbidden Love 2 // 5sos
Fiksi PenggemarOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...