CAPITOLO 89

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Victoria's pov
Era già mattina, e fortunatamente avevamo trovato il modo di svegliarci in tempo.
Uscimmo di casa molto presto e la nostra prima tappa fu la casa del nostro amico Andy.
L'avevo perso di vista per tutti quegli anni, e ora sarabbe successo nuovamente.
Mi dispiaceva così tanto allontanarmi da lui ancora...ma era necessario per il suo bene e per il bene della sua famiglia.
"Hey! Siete già di ritorno?" ci domandò Andy appena aprì la porta con ancora la voce impastata dal sonno.
"Sì. Michael non sta molto bene qui, e...effettivamente questo non è neanche il posto adatto a me. Il mio posto è a Sydney. Anzi...il nostro..." spiegai lanciando uno sguardo a Michael.
Los Angeles era davvero una bella città, ma non faceva per me: aveva davvero una brutta influenza su di me.
Michael aveva ragione: la vecchia Victoria stava tornando, e la colpa era solo della città in cui mi trovavo.
"Ho già parlato con Mike. Capisco benissimo." Andy fu molto comprensivo ma non mi aspettavo che Michael avesse già fatto quel discorso anche con lui.
Ne aveva parlato prima a lui che a me...
"Quindi...ci salutiamo qui." aggiunse poi sorridendo.
Io non esitai a correre tra le sue braccia.
Ero stata bene con lui, e mi sarebbe mancato davvero tanto.
Era tutto così...triste!
Odiavo dire addio a qualcuno a cui tenevo.
Tutto ciò era straziante.
"Tornerai?" domandò senza sciogliere l'abbraccio.
"Se Michael in futuro mi vorrà ancora...magari un giorno tornerò qui per una vacanza." ovviamente non c'era nulla di certo: poteva capitare qualsiasi cosa, e anche se ci eravamo letteralmente promessi amore eterno, entrambi sapevamo che avremmo potuto lasciarci anche qualche ora dopo quel momento.
"Se ti vorrò ancora?! Mi prendi per il culo?" Michael si intromise fingendosi offeso...oppure lo era davvero?
"Tu stai zitto!" lo zittii subito mettendomi a ridere, poi tornai a rivolgermi al nostro amico.
"Beh...spero di rivedervi presto. Soprattutto te, cara Vic. Non ti vedevo da troppo tempo! Mi mancherai..." Andy mi abbracciò ancora sussurrandomi quelle parole per l'ennesima volta.
"Mi mancherai anche tu." risposi dandogli un bacio sulla guancia.
Poi mi allontanai da lui, e fu il turno di Michael.
Si salutarono velocemente, poi arrivò il momento di andare.
Michael fu costretto a trascinarmi via perché io non volevo lasciare Andy ancora una volta.
Oltretutto...non potevo dire a nessuno che lui fosse a Los Angeles...neanche a Luke.
Ma almeno avevo la certezza che l'avrei rivisto, con o senza Michael.
A quel punto, aspettammo un taxi che ci portò direttamente in aeroporto.
Aspettammo l'arrivo del nostro aereo ed io mi sentivo già stanca.
Infatti, Michael ed io non parlammo più di tanto.
Finalmente arrivò il momento di salire sul nostro aereo.
Ci aspettavano parecchie ore di volo, e saremmo arrivati per l'ora di cena del giorno successivo a causa del fusorario.
"Mikey? Domani andremo a lezione?" pensai che forse saremmo stati troppo stanchi per andarci, ma se lui voleva andare...allora l'avrei accontentato, oppure avrei lasciato andare solo lui.
"Se vuoi vai tu. Io non ho voglia...sono già stanco adesso...figurati domani..." lui si mise a ridere.
In fondo me lo aspettavo: se fosse stato per Michael, lui nemmeno si sarebbe iscritto al college.
"Immaginavo..." mi unii alla sua risata.
"Resterò a casa con te." aggiunsi poi dandogli un bacio sull'angolo delle labbra.
Detto questo, lui scrollò le spalle con un sorriso e appoggiò la testa sulla mia spalla chiudendo gli occhi.
Nel frattempo, io mi persi tra i miei pensieri.
"Mikey?" lo chiamai ancora dopo qualche minuto.
Lui mugugnò come se non avesse voglia di parlare, e forse era così, ma io parlai comunque.
"Come diremo ai nostri genitori che siamo tornati?" non riuscivo a pensare ad altro.
Sarebbe stato complicato, soprattutto se i miei genitori pensavano che Michael mi avesse fatto del male.
"Non lo so...andremo da loro." lui alzò un attimo lo sguardo verso di me, scrollò le spalle, e poi chiuse ancora gli occhi.
Inevitabilmente, io mi persi ancora tra i miei pensieri.
"Mikey?" lasciai passare forse un quarto d'ora, e lo richiamai per la terza volta.
Quella volta lui sbuffò seccato, ma alzò subito la testa.
"Che c'è?!" anche il suo tono di voce era seccato, e anche piuttosto innervosito.
"Starò da te per la notte?" domandai ancora sapendo che al college non sarei tornata, e a casa dei miei genitori ancora meno.
"E dove altro vorresti stare se non a casa mia?!" mi rispose.
Beh...aveva ragione.
"Comunque parleremo con i nostri genitori il giorno successivo. Se vuoi andremo insieme." andò avanti a parlare, e senza aspettare una mia risposta, lui si rimise con la testa sulla mia spalla cercando finalmente di dormire.
I minuti passavano, ed io nemmeno sapevo cosa fare.
"Mikey?" quella volta lo chiamai solo per noia...e per dargli fastidio.
Infatti, quando alzò il capo, mi guardò con sguardo assassino.
"Mi lascerai mai dormire, o andrai avanti a chiamarmi per tutto il viaggio?! Che cazzo vuoi ancora?" ci rimasi male per il tono che aveva usato con me, ma sapevo che lui era fatto così: quando dormiva, neanche il papa in persona avrebbe potuto svegliarlo senza ricevere insulti.
"Un bacio. Solo uno piccino piccino." chiedevo solo quello.
Niente di più.
"Amore...non ho voglia. Lasciami dormire..." Michael rifiutò rimettendosi nella posizione in cui avrebbe dormito ed io iniziai a dargli tanti baci a stampo sulle labbra, poi aggiunsi anche il solletico.
"Vicky! Smettila! Lasciami dormire!" nonostante le sue parole, lui continuò a ridere.
Inutile dire che non avrei smesso finché non mi avrebbe accontentato.
"Eh dai...dammi un bacio..." insistetti e lui sbuffò, ma alla fine cedette.
"Okay. Solo uno." così, lui si voltò verso di me dandomi solo un bacio a stampo, ma appena si stacco dalle mie labbra, io lo attirai ancora a me.
Quella volta gli chiesi l'accesso con la lingua: aveva ceduto totalmente.
Andammo avanti a baciarci per lunghi minuti, poi ci staccammo l'uno dall'altra.
"Ti amo. Ma ora lasciami riposare, okay?" sorrise.
Poi, senza nemmeno aspettare una mia risposta, Michael si mise a dormire sulla mia spalla.
Per un po' gli feci i grattini sul collo e giocherellai con i suoi capelli, poi decisi di mettermi a dormire anche io.
Mi svegliai quando eravamo appena a metà del viaggio.
Michael stava ancora dormendo, ma io mi alzai per sgranchirmi un po' le gambe e andare in bagno.
Solitamente evitavo di andarci, ma quando le ore di volo erano così tante, era davvero inevitabile, anche se ci sarebbe stato uno scalo non molto dopo.
Nel frattempo, essendoci coda per il bagno, una ragazza che aveva circa la mia età mi rivolse la parola e iniziammo a parlare.
Anche lei, come me si stava annoiando perché il suo fidanzato si era addormentato, ma almeno lei aveva un cellulare.
Dopo essere andate in bagno, ci rendemmo conto di avere i posti vicini, divisi solo dal corridoio centrale, così andammo avanti a parlare restando in piedi mentre i nostri fidanzati continuavano a dormire.
"Amore? Con chi parli?" dopo parecchio tempo, Michael si svegliò toccandomi un fianco per attirare la mia attenzione.
"Mikey, non preoccuparti. L'ho conosciuta mentre ero in fila per il bagno." gli dissi arruffando i suoi capelli.
Sembrava un piccolo bambino indifeso.
"Ma è possibile che tu quando ti annoi saresti capace di metterti a parlare anche con i sassi?!" beh...aveva ragione.
Soprattutto durante concerti, o competizioni...lì conoscevo sempre moltissima gente.
In ogni caso, ignorai Michael e andai avanti a conversare con quella ragazza anche durante lo scalo.
Arrivò il momento di prendere anche il secondo aereo, e quando finalmente arrivammo a Sydney, non ci restava altro da fare, se non andare a casa di Michael.
"Amore? Quando arriviamo, andremo subito a letto, vero? Mi sento stanca...non ho nemmeno voglia di mangiare..." era già ora di cena, ed io ero esausta, tanto che mi si era chiuso lo stomaco.
"Io ordinerò una pizza, ma se vuoi la mangio a letto con te." era prevedibile che lui fosse affamato, lo era sempre.
"No! Tu a letto non porti niente! Se vuoi mangi sul divano." protestai in quanto non volessi sentire briciole sul materasso mentre dormivo.
"Ma è camera mia..." puntualizzò lui.
"Sì, ma la pulisco sempre io." quella era la verità: lui distruggeva la sua stanza, e io rimettevo sempre tutto in ordine.
Era così ogni volta.
Infatti, lui non rispose.
Probabilmente era consapevole del fatto che io avessi ragione.
Nel frattempo arrivammo a casa sua, ed io non vedevo l'ora di farmi una doccia e buttarmi sul letto.
Ma quando Michael aprì la porta...
"Oh mio dio! Mike! Vic! State bene!" Isabelle era rannicchiata sul divano a piangere e appena ci vide, corse verso di noi abbracciandoci forte.
"Cosa ci fai a casa mia?" Michael si rivolse a lei freddamente e con tono piuttosto nervoso.
Effettivamente non avrebbe dovuto entrare senza il suo permesso.
"Io...io vengo qui tutti i giorni da quando siete spariti nel nulla. Ero...ero spaventata. Avevo temuto il peggio, e...stavo qui sperando che un giorno vi avrei rivisto..." era carino da parte di Isabelle preoccuparsi per noi.
"Esagerata..." rispose Michael alzando gli occhi al cielo.
Trattava sempre male sua sorella.
"Ora vai fuori da casa mia. Vicky ed io abbiamo bisogno di riposarci." aggiunse proseguendo con le valige e lasciandole all'ingresso di camera sua.
"Mike! Tu non puoi capire! Devo assolutamente dire a mamma e papà che siete tornati!" in quel momento, Isabelle prese in mano il suo cellulare e appena stava per digitare il numero, Michael le bloccò i polsi.
"Se lo fai, giuro che ti metto le mani addosso. Devi farti i cazzi tuoi!" lui era evidentemente arrabbiato, ma io sapevo che le sue parole non valessero nulla, perché lui non avrebbe mai messo le mani addosso ad una ragazza, e tanto meno a sua sorella.
"Loro...loro hanno denunciato la vostra scomparsa alla polizia. Vi stanno ancora cercando..." balbettò Isabelle spiegandoci la situazione che si era creata in nostra assenza.
"Che cosa?! Dimmi che cazzo è successo!" ovviamente, come me, Michael voleva delle spiegazioni a riguardo.
Avevamo bisogno di più dettagli per capire.
"Nessuno di voi due rispondeva ai cellulari. I genitori di Vic hanno parlato con mamma e papà...o meglio: hanno litigato pesantemente con loro perché sono ancora convinti che tu...beh...lo sai..." era tutto esattamente come sospettavamo, infatti, Michael nemmeno risultò sorpreso da tutto ciò.
"Okay. Quindi...cosa dovremmo fare secondo te?" io mi intromisi anche se forse non avrei dovuto, ma c'entravo anch'io in tutto ciò.
"Io...io devo assolutamente chiamare mamma e papà." disse ancora.
Michael mi lanciò subito uno sguardo contrariato, ma io gli feci capire che a quel punto sarebbe stato più che necessario farlo, soprattutto perché avevano denunciato la nostra scomparsa e avrebbero dovuto ritirare la denuncia.
Così anche lui accettò, e Isabelle fece subito una telefonata ai suoi genitori spiegando la situazione e chiedendo di raggiungerci lì a casa di Michael.
Dopodiché, lui si buttò sul divano strofinandosi nervosamente il viso.
Io lo raggiunsi prendendogli la mano perché anche io, come lui, avevo bisogno di supporto.
"Questo è davvero un grosso guaio...io...io ho paura..." ammisi cercando il suo sguardo.
"Anche io. Ma non devi preoccuparti di nulla. Non succederà niente, ed io ti starò vicino." la sua sembrava una promessa, e io mi fidavo di lui.
Dopo un po', suonarono alla porta e fu Isabelle ad andare ad aprire, mentre Michael ed io scattammo in piedi aspettandoci il peggio.
Vidi subito che c'erano anche i miei genitori, e istintivamente mi aggrappai al braccio di Michael come per cercare una protezione.
"Vic! Tesoro! Come stai? Avevo temuto il peggio..." mia madre venne subito ad abbracciarmi, ma io nemmeno ricambiai perché ero stanca della sua falsità.
La madre di Michael fece lo stesso con suo figlio, mentre i nostri padri si avvicinarono a noi cautamente.
"Si può sapere dove siete stati per più di una settimana?! Siamo stati in pensiero per voi!" fu sua madre la prima a fare domande, e il suo tono era come di rimprovero.
"Eravamo a Los Angeles. Non credevo vi importasse di noi...non volete altro che vederci separati..." rispose Michael con freddezza, ed io mi strinsi ancora di più a lui.
"Perché l'avete fatto?" continuò mia madre.
"Per allontanarci da chi ci ostacola...per allontanarci da voi!" dissi.
Forse era fin troppo evidente che io fossi arrabbiata, ma non mi importava.
"...e saremo disposti anche a trasferirci lì se non accetterete il fatto che noi ci amiamo." Michael andò avanti con il discorso che avevo iniziato, ed io non potevo che essere d'accordo con lui.
"Visto? Noi sapevamo che nostro figlio non è un assassino come avete insinuato voi fino a poco fa!" la madre di Michael lanciò una frecciatina ai miei genitori, e da quel momento iniziarono a discutere animatamente.
"Ora basta!" urlò Michael, e finalmente, dopo lunghi minuti di grida, il silenzio tornò a regnare in casa.
"Se volete restare della vostra idea, potete andarvene da qui tutti quanti!" in fondo quella era casa di Michael, ed era lui a decidere.
I nostri genitori non parlarono.
Restarono lì in silenzio lanciandosi sguardi, mentre io cercavo solo quello di Michael.
"Allora? Forza...parlate!" insistette lui.
"Quindi voi...vi amate davvero?" non capivo perché mia madre avesse fatto quella domanda, ma se avrebbe portato ad una conclusione, le avrei dato una risposta.
"È il motivo per cui siamo scappati insieme! Certo che lo amo! Sono follemente innamorata di lui, e...non saprei cosa fare senza Michael al mio fianco..." quella era solo la verità, e non avevo nient'altro da dire a riguardo.
"Anche io amo Victoria alla follia, e non mi importa di ciò che pensate, ma io sarei disposto a fare veramente qualsiasi cosa per lei. Passerei il resto della mia vita insieme a lei." anche lui confermò tutto.
"Lasciateci solo pensare un attimo..." a quel punto i nostri genitori si allontanarono da noi e iniziarono a parlare tra loro.
Avevo paura si uccidessero tra loro, ma sembravano piuttosto tranquilli...anche fin troppo.
Nel frattempo Isabelle rimase in disparte come se si stesse godendo la scena da fuori, e noi due invece cercavamo di stare vicini e di creare un contatto fisico tra noi per supportarci a vicenda.
"Qualunque cosa succederà, io starò con te. Ti amo." Michael si abbassò alla mia altezza sussurrandomi quelle parole all'orecchio.
Parole che probabilmente, oltre a me, le aveva sentite solo Isabelle.
"Mikey...mi sento stanca...ho la nausea..." lo avvertii.
Mi capitava spesso dopo lunghi viaggi in aereo, ma non perché soffrissi proprio l'aereo, ma a causa del jet-lag.
"Siediti sul divano. Tu non preoccuparti. Rilassati. Al resto ci penso io." così lui mi accompagnò a sedermi sistemandomi dei cuscini dietro la schiena.
"Potete sbrigarvi a prendere una decisione, per favore?" Michael sbottò invitando i nostri genitori a fare in fretta.
Prima prendevano una decisione, prima saremmo rimasti soli.
"Vic! Cos'hai? Non farmi preoccupare!" improvvisamente mia madre si accorse di me, ed io faticai a non ignorarla.
"È solo il jet-lag. Siamo arrivati qui da meno di un'ora..." spiegai velocemente.
"Vuoi venire a casa? Dai, forza andiamo." mia madre mi prese per un braccio quasi costringendomi a uscire da quella casa, ma opposi resistenza.
"No. Voglio restare." non aggiunsi altro.
Sarei stata meglio solo se fossi rimasta con Michael, e non di certo con i miei genitori.
"Diteci solo cosa avete deciso." a quel punto, anche la madre di Michael si avvicinò a noi.
Lanciò uno sguardo a mia madre, poi iniziò il suo discorso.
"Vogliamo che sia chiaro che noi non accettiamo il fatto che voi stiate insieme, ma se è questo ciò che volete...sembra che sia davvero impossibile separarvi. A questo punto non ci resta altro che concedervi di stare insieme senza più nascondervi, e..." eravamo felici, ma tutto ciò era semplicemente assurdo.
"Come scusa?! 'Concederci'?! Voi non dovete concederci proprio nulla! Non staremo alle vostre condizioni!" Michael interruppe subito sua madre, e anche se ero d'accordo con lui, gli feci comunque cenno di stare zitto, altrimenti avrebbe peggiorato le cose.
"Mike, lasciami finire." infatti, anche sua madre lo rimproverò.
"Dicevo che...siccome tra poco sarà Natale, e sappiamo che voi farete di tutto per stare insieme...pensavamo di trovare un compromesso." in realtà non avevamo ancora pensato al Natale, ma era chiaro che Michael ed io lo avremmo passato insieme, in quanto non volessimo nemmeno vedere le nostre famiglie che ci impedivano di essere felici.
"Che tipo di compromesso?" domandò lui quasi preoccupato.
"Avevamo intenzione di invitare Victoria nella nostra casa in montagna per la vigilia di Natale e Natale stesso. Almeno potete stare insieme. Invece, il giorno successivo lo passeremo a casa con i parenti. È una sorta di prova: vogliamo provare ad accettare il tutto. Sta a voi decidere..." a quella loro proposta, Michael ed io ci guardammo, poi scattai in piedi e lui mi abbracciò forte.
Quasi non ci credevamo che i nostri genitori ci avessero dato una possibilità.
"Amore, tu sei d'accordo?" mi chiese Michael guardandomi poi negli occhi con un enorme sorriso stampato in faccia.
"Sì! Sì! Non posso crederci che passeremo il Natale insieme!" ero emozionata almeno quanto lui.
Avevo come l'impressione che quello sarebbe stato il Natale migliore della mia vita.
"Bene. Sembra che finalmente siate felici. Ma non fateci pentire della nostra decisione." aggiunse mia madre.
Lo eravamo davvero, ma sembrava tutto fin troppo facile.
E se ci fosse stato qualcosa sotto?
Sicuramente non l'avremmo saputo molto presto.
"Ora andiamo, che è tardi. Isabelle, vieni." finalmente avevano deciso di andare, almeno mi sarei riposata.
Intanto i miei genitori salutarono me e Michael, e poi andarono via rassegnati all'idea che io sarei rimasta a casa del mio fidanzato.
"Ma io voglio restare! Non vedo mio fratello da più di una settimana..." Isabelle si lamentò.
"Tesoro...io non penso che a tuo fratello faccia piacere averti qui se c'è anche la sua fidanzata." disse suo padre.
Mi sentivo parecchio in imbarazzo per ciò che aveva detto.
Ma perché dovevano sempre pensare tutti male?!
"Mike? Posso restare? Ti prego..." lei insistette.
Michael alzò gli occhi al cielo, perché evidentemente gli dava davvero fastidio averla tra i piedi.
"Va bene. Ma ti avverto: dormirai sul divano." lui la avvertì, ma lei sembrava contenta lo stesso.
"Non dare troppo fastidio a tuo fratello. Ci vediamo domani." a quel punto, anche loro se ne andarono.
Eravamo rimasti solo noi.
"Hai già cenato?" chiese Michael a sua sorella, e lei scosse la testa in segno di negazione.
"Vuoi che offro io?" evidentemente aveva capito dove Michael volesse arrivare.
"Esattamente. Vedo che hai capito. E tu, amore? Sicura di non volere niente?" lui si rivolse poi a me, ma io rifiutai dicendo che sarei andata a farmi una doccia, e che poi sarei andata a letto.
Feci esattamente così, ma dopo aver fatto la doccia mi sdraiai a letto in camera di Michael e iniziai a leggere un libro che avevo lasciato in sospeso da un po' di tempo.
Aspettavo solo che Michael venisse a letto per dormire con lui.
In ogni caso, il tempo passò velocemente in quanto mi fossi completamente persa nella lettura.
"Hey amore! Sei ancora sveglia?!" quando Michael entrò in camera, fu stupito del fatto che io non mi fossi messa a dormire.
"Aspettavo te..." gli risposi chiudendo il libro e sorridendogli.
"Sei così bella mentre leggi..." lui mi accarezzò il viso, poi mi diede un bacio.
Quando voleva sapeva essere così dolce con me...
"Ora riposati. Io vado a farmi una doccia e arrivo." così, lui entro in bagno, e dopo poco tornò indossando solo i boxer...come faceva sempre.
"Buonanotte principessa." lui si sdraiò accanto a me, mi diede un ultimo bacio, poi chiuse gli occhi.
Io gli presi la mano e appoggiando la testa sul suo petto, mi addormentai.
La mattina successiva non andammo a lezione, così avremmo potuto fare tutto con calma.
Come al solito, Michael si alzò prima di me, ma decise di non svegliarmi.
Ero così stanca che quando aprii gli occhi era già ora di pranzo.
Mi preparai velocemente poi uscii dalla camera e subito vidi Michael ai fornelli.
Che cosa?
Ai fornelli?
Da quando sapeva cucinare?
Mi avvicinai cautamente a lui che intanto continuava ad alzare il coperchio della pentola piena d'acqua, forse in attesa di vederla bollire.
"Hai intenzione di accendere il fornello?" gli dissi abbracciandolo da dietro e mettendomi a ridere.
Notai subito che il fornello fosse spento, ma forse lui non se ne era nemmeno accorto.
"Cazzo...sono qui da mezz'ora! Scusa amore...io ci provo, ma..." almeno aveva tentato di cucinare, ma era solo stato troppo distratto.
"Non importa. Sei così sexy quando fai finta di cucinare..." lo pensavo davvero, e non mi vergognavo a dirglielo.
"Hey...io non faccio finta di cucinare! Io ci provo davvero!" lui si voltò verso di me ridacchiando perché in fondo sapeva che avessi ragione.
"Andiamo di là..." a quel punto accesi il fornello e prendendo Michael per mano, lo portai a sedersi con me sul divano.
Lui si precipitò subito sulle mie labbra baciandomi, ed io ricambiai senza esitare mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe.
"In questi giorni andiamo a comprare le decorazioni natalizie, ti va?" mi chiese dopo un po'.
Ero così felice che me l'avesse chiesto!
"Solo se poi faremo l'albero di Natale insieme." avrei tanto voluto condividere un momento del genere con lui.
Il Natale dava sempre una certa atmosfera romantica, e con chi potevo condividere quell'atmosfera se non con il ragazzo che amavo?
"La mia intenzione è quella." sorrise dandomi un altro bacio.
"Dai, ora alzati che vado a mettere la pasta." detto questo, Michael mi diede una pacca sul sedere spingendomi ad alzarmi dalle sue gambe, ma io non feci altro che stringermi a lui in modo da bloccarlo.
"No! Stai qua. Non ti libererai di me così facilmente." scherzai.
Così, lui si alzò lo stesso tenendomi in braccio.
A volte mi stupiva vedere quanto lui fosse forte...anche se non sembrava affatto.
"Amore, devo mettere la pasta. Scendi! Ho paura di bruciati!" mi costrinse a staccarmi, ed io lo feci.
Restai con lui, e quando finalmente la pasta era pronta, ci mettemmo a tavola a mangiare.
"Ah! Vicky, dobbiamo andare a comprare un nuovo cellulare per te. Ma tranquilla, te l'ho rotto io, e te lo pago io. Consideralo un regalo." quando finimmo, lo aiutai a sparecchiare e lui mi ricordò che avessi davvero bisogno di un cellulare nuovo: me l'aveva buttato fuori dal finestrino di un treno in corsa...
"Accetto tuoi consigli, ma lascia stare i soldi. Sai che non sono un mio problema." non mi piaceva quando era lui a pagare per me: io avevo alte possibilità economiche, mentre lui...di lui non sapevo nulla.
"Chi ti dice che per me sia un problema?! Fatti i cazzi tuoi. Ho detto che te lo compro io e basta." insistette, ed io non potevo che accettare...altrimenti sarebbe andato avanti a rompere le palle.
"Va bene...vado a prepararmi e usciamo." dissi andando poi in camera sua.
Lui mi seguì in quanto dovesse vestirsi anche lui, ma fece decisamente più in fretta di me.
Infatti, io ero ancora lì a rovistare nell'armadio.
"Oh mio dio! Ma è stupendo! Perché lo tenevi nascosto qui dentro?" improvvisamente trovai un peluche del mio Pokemon preferito dentro il suo armadio, e ancora mi chiedevo perché fosse lì.
"Cazzo...te l'avevo preso quando eravamo in Giappone. Doveva essere un regalo per i nostri sei mesi insieme, ma...mi sono dimenticato. Beh...è tuo." non mi aspettavo l'avesse davvero preso per me.
E soprattutto non mi aspettavo che si fosse dimenticato di darmelo.
"È bellissimo! Sappi che ora ti rimpizzerò con questo piccolo Charmander!" se fossi davvero capace di dormire con un peluche nonostante la mia età? Beh...certo che sì!
"Sì, ma giralo!" Michael mi fece notare che attorno al collo del peluche ci fosse un nastrino rosso a cui dietro era legata una scatolina.
Gli chiesi se potevo aprirla e lui non vedeva l'ora che io lo facessi.
Così slegai il nastrino, e quando aprii la scatolina, vidi dei meravigliosi orecchini.
"Wow..." non dissi altro perché non sapevo veramente cosa dire.
Erano stupendi.
"Tu sei fuori di testa! Amore...li adoro!" posai subito la scatolina sul comodino e saltai addosso a Michael facendolo cadere di schiena sul letto.
Mi misi sopra di lui baciandolo intensamente, mente Michael fece scendere le sue mani sul mio sedere.
"Se avessimo più tempo...ti scoperei all'istante." ammise stringendo la sua presa sul mio sedere.
"Non mi provocare..." mi lamenti in quanto anche io avessi voluto fare l'amore con lui in quel momento, ma non avevamo tempo, quindi mi alzai da lui dandogli un ultimo bacio.
"Grazie Mikey!" lo ringraziai ancora per il suo regalo, poi uscimmo di casa e andammo a comprare il mio cellulare.
Fece tutto lui, e finalmente era come riavere il mio vecchio cellulare con tutti i dati.
"Amore, ti chiama tua mamma." proprio mentre Michael stava sistemato le ultime cose, il telefono gli squillò tra le mani, e lui me lo diede in modo che io potessi rispondere.
"Hey mamma. Dimmi." risposi.
"Tesoro, sei ancora con Michael?" mi domandò, ed io ebbi subito paura che in ciò che volesse dirmi c'entrasse anche lui.
"Ehm...sì. Perché?" ero titubante nel parlare, e ne avevo tutto il diritto.
Avevo tutto il diritto di essere preoccupata.
"Se avete già programmi per stasera, annullateli perché stasera andremo a cena con..." alzai gli occhi al cielo e nemmeno la lasciai finire di parlare perché sapevo che sarebbe stata una delle solite noiose e estenuanti cene di lavoro a cui mi trascinavano sempre.
"Sì, sì, okay, non mi interessa, ci sarò. Dimmi solo quando e dove, e soprattutto se è una cena di lavoro." non mi importava nemmeno con chi saremmo andati.
"...beh...in fondo lo è. Ma pensavo ti importasse. Anzi, dovrebbe importarti. Comunque vieni a casa per le sette." non sapevo nemmeno di cosa stesse parlando, ma finalmente mi diede gli ultimi dettagli...gli unici di cui avevo bisogno.
Quando la telefonata terminò, Michael mi lanciò uno sguardo come per chiedermi qualcosa, ed io gli spiegai che quella sera non avrei potuto passarla con lui.
"Tranquilla...anche i miei genitori hanno detto che devo andare a cena con loro. Avrei voluto stare con te..." si lamentò anche lui, perché era ovvio che entrambi avremmo voluto evitare di vedere i nostri genitori nonostante stessero cercando di accettare la nostra relazione.
"Vengo qui stasera?" proposi sapendo che la risposta sarebbe stata sì.
"Non c'è neanche bisogno di chiederlo. Ti lascio le chiavi di scorta in caso arrivassi prima tu." le andò a prendere e me le diede.
Poi andò a prendere la sua giacca e dopo averla indossata, prese anche la mia.
Lo guardai perplessa e lui mi diede subito delle spiegazioni.
"Ti va di andare da Luke?" mi domandò, ed io subito accettai estasiata all'idea di rivedere il mio fratellone dopo più di una settimana senza neanche poterlo sentire al telefono.
Quando arrivammo a casa sua, aprii la porta sapendo che lui la lasciasse sempre aperta, e vidi subito Luke sdraiato sul divano con lo sguardo al soffitto e una sigaretta tra le dita da cui stava fumando.
"Hey puttanella! Butta quella sigaretta!" fu Michael il primo a precipitarsi da lui, e Luke scattò in piedi.
"Mike?! Dannazione! Sei un pezzo di merda! Dove cazzo sei stato con Vicky?" Luke urlò abbracciando forte Michael, poi venne ad abbracciare anche me, ed io ricambiai molto volentieri.
Mi era mancato così tanto...
"Scusa Lukey...siamo scappati a Los Angeles perché i nostri genitori ci impedivano di stare insieme. Siamo rimasti tutto questo tempo lì senza cellulari perché avevamo paura di essere rintracciati e..." iniziai a spiegare parlando velocemente: non sapevo nemmeno come dirgli tutto ciò che era successo.
"Voi siete dei pazzi! Mi avete lasciato qui da solo! Sapete che non vado a lezione da giorni perché ero troppo preoccupato per voi?! Almeno a me potevate dirlo!" inevitabilmente lui si lamentò.
"Hemmo, lascia perdere. È tutto troppo complicato. Ora però siamo tornati ed è anche perché mi mancava la mia puttana." aggiunse Michael dando una pacca sulla spalla a Luke.
Risi per il modo in cui l'avesse chiamato, e in fondo lo faceva sempre, ma era sempre divertente.
"Mi sei mancata anche tu troietta..." rispose Luke, e intanto io andai a sedermi sul divano come se fosse casa mia.
Beh...forse un po' lo era.
"Allora? Cos'è successo nell'ultima settimana? Dai, racconta!" a quel punto, Michael si sedette accanto a me sul divano, e Luke fece lo stesso.
"A parte il mio infarto per la vostra scomparsa...sono successe molte altre cose..." Luke iniziò a raccontare, mentre Michael gli mise un braccio attorno alle spalle.
Dovevo ammettere di essere un po' gelosa, ma in fondo era solo Luke.
"Innanzitutto Grace è incinta da mesi." disse lui.
Ovviamente io già lo sapevo, ma non l'avevo nemmeno detto a Michael.
"Che cosa?! Cal diventerà padre! Oh mio dio! Perché non ne sapevo nulla? Vicky! Tu lo sapevi?" Michael era decisamente stupito e senza parole per la notizia appena ricevuta.
"Certo che lo sapevo! Sono stata la prima a cui l'ha detto, ma mi sono dimenticata di dirtelo." ammisi come se in fondo non mi importasse più di tanto.
"Non importa. Andiamo avanti. Sapevi che tua sorella ha ricominciato a parlare con Ash?" questo non lo sapevo, e quella volta ero io quella stupita.
Non potevo crederci.
"Ma che cazzo...?! Ma che problemi ha?! Domani mi sentirà! Non le permetterò di far soffrire ancora Ash!" come al solito Michael era dalla parte di Ashton.
Invece io non mi ero mai schierata dalla parte di nessuno dei due perché entrambi avevano in parte torto e in parte ragione allo stesso modo.
"Amore, stanne fuori. Sanno quello che fanno." cercai di dire.
Volevo solo che Michael non si intromettesse nelle relazioni di sua sorella.
"Già...perché Ash ora ha una nuova ragazza. Voleva fare un'uscita con noi per presentarcela, ma voi siete scomparsi..." in una settimana erano cambiate davvero molte cose!
Non potevo credere al fatto che tutto ciò fosse successo in così poco tempo.
"Ash ha una nuova ragazza?! Beh...sarà una troia come tutte le altre...compresa mia sorella..." a quelle parole di Michael, non potei fare a meno di lanciargli un'occhiataccia...e anche un cuscino.
Ma come si permetteva?!
"Fanculo Michael!" mi aveva dato della troia anche se indirettamente in quanto anche io fossi stata fidanzata con Ashton.
"È la verità. Un po' lo eri anche tu. Vorresti negarlo?" aggiunse Luke.
Forse aveva leggermente ragione, ma avevo tutto il diritto di incazzarmi se erano proprio il mio ragazzo e il mio migliore amico a dirmi quelle cose.
"Michael...se dici qualcosa, ti faccio così tanto male che te lo ricorderai per settimane!" lo minacciai iniziando a tirargli un pugno sulla spalla.
"Amore! Mi fai male!" si lamentò massaggiandosi la spalla.
"Te lo meriti!" non aggiunse altro, perché ero davvero arrabbiata.
"Hey! Lascialo stare! Non puoi arrabbiarti in questo modo! Secondo me hai il ciclo..." intervenne Luke.
Si notava così tanto che avessi il ciclo?!
Eppure ero anche più tranquilla del solito.
"Fatti i cazzi tuoi!" sbottai contro Luke.
"Che palle...non possiamo più scopare..." Michael si lamentò sapendo che quando avevo il ciclo non doveva neanche avvicinarsi a me.
"Figuriamoci! Tu pensi solo a questo! E poi io non dovrei incazzarmi? Mi hai dato della troia!" forse non mi sarei calmata tanto facilmente.
Quel commento riguardo le fidanzate di Ashton poteva benissimo evitarlo.
"Se lo pensassi davvero, nemmeno starei con te. Dai, amore...vieni qui..." disse lui cercando di avvicinarmi a sé per baciarmi.
Ma io opposti resistenza restando a braccia incrociate.
Non potevo cedere, e non l'avrei fatto.
"Amore...dammi un bacino..." lui tentò ancora di baciarmi, ma io mi voltai per evitarlo.
Lo lasciai fare solo quando cominciò a darmi dei baci sul collo: quelli mi facevano impazzire e non potevo rifiutarli.
"Fanculo!" imprecai ancora contro di lui.
"Mike...ci penso io. Vicky! Mia madre questa mattina ha preparato i pancake alla Nutella. Li vuoi?" appena sentii quelle parole cambiai subito umore e accettai l'offerta di Luke.
Infatti, quando iniziai a mangiare, mi dimenticai persino di aver discusso con Michael.
Nel frattempo, loro andarono avanti a parlare, ed io mangiavo.
"Okay, io ho finito. Ora devo andare. Ho una cena di lavoro con i miei genitori. Grazie Lukey. Ci vediamo domani a lezione." a quel punto notai che si stesse facendo tardi, così mi alzai e salutai Luke.
"Vado anche io. Noi ci sentiamo stasera, okay?" non mi aspettavo che Michael venisse con me, ma in fondo era a casa sua che dovevo andare.
"Sei ancora arrabbiata?" mi domandò lui mentre tornavamo.
Risposi con un semplice 'no'.
"Amore, per favore non avercela con me. Io non intendevo dire quelle cose e nemmeno le ho dette. Scusa...non voglio che tu sia ancora arrabbiata." lui si scusò, ed io non feci altro che cedere.
"Okay. Accetto le tue scuse. Ma ora non voglio più parlarne." ne avevo davvero abbastanza di quel discorso.
Era arrivato il momento di finirla.
"Sei sicura che sia tutto a posto?" mi domandò ancora.
"Sì amore, è tutto a posto. Vieni qui..." conclusi fermandomi e attirandolo a me per baciarlo.
Volevo che capisse che in fondo non mi importava più di ciò che aveva detto.
Dopodiché tornammo a casa sua.
Io mi preparai velocemente mentre lui fece lo stesso, e prima di uscire lo salutai con un intenso bacio che durò minuti.
Ne avevo bisogno.
Avevo bisogno di un suo supporto anche se sarebbe stato a distanza.
Ora non mi restava che andare a casa dai miei genitori e prepararmi per una noiosa serata.

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