Michael's pov
Ormai avevamo finito di mangiare da quasi due ore.
Avevamo già fatto la doccia e indossato il pigiama, e ormai non c'era più nulla da vedere nemmeno in televisione.
Probabilmente era ora di andare a dormire in quanto fosse già mezzanotte.
Soprattutto per Victoria che evidentemente sentiva già la stanchezza anche più di me.
Aveva la testa appoggiata sulla mia spalla, e i suoi occhi erano ancora aperti, ma si stavano chiudendo sempre di più.
Forse si vergognava a dire che era stanca.
"Hey...Vicky...adesso dormiamo, okay? Io vado a dormire sull'altro letto." le dissi a bassa voce, aiutandola a sdraiarsi.
Lei si limitò ad annuire, dopodiché chiuse gli occhi e si addormentò quasi subito.
Intanto io ero sdraiato sul letto di fronte al suo, e come al solito, non riuscivo a dormire.
Avevo sempre sofferto di insonnia, e ogni volta faticavo ad addormentarmi.
Così mi misi al cellulare e cominciai ad andare su tutti i social che avevo per farmi un po' gli affari degli altri.
Quando notai un messaggio che Luke mi aveva mandato parecchie ore prima.
*6:50 p.m.; mittente: Hemmo <3;
Ma che bella la mia sorellina! Dille che passo a prenderla in camera domani mattina. Insegnale bene a suonare! Divertitevi piccioncini :)*
Era la risposta alla foto che gli avevo mandato, ma visualizzai senza rispondere: ormai era troppo tardi.
E forse era anche piuttosto impegnato per guardare il cellulare: aveva detto che si sarebbe trovato qualche ragazza per la serata, e non avrei di certo voluto disturbarlo.
A quel punto, feci un altro giro veloce sui social, poi decisi di spegnere il cellulare, e di provare almeno a chiudere gli occhi anche se non sarei riuscito a dormire.
Restai lì ad occhi chiusi per...forse un'ora o poco più...senza neanche riuscire a prendere sonno.
Finché non sentii Victoria lamentarsi.
Continuava a mugugnare dei 'no', insieme ad altre parole che non capivo, e singhiozzava.
Sembrava stesse piangendo.
"Vicky! Vicky! Cosa succede?" chiesi subito, mettendomi seduto.
Ovviamente non mi rispose, stava ancora dormendo.
Così mi avvicinai a lei.
"Vicky! Svegliati! Va tutto bene!" cercai di svegliarla accarezzandole delicatamente il viso, e spostandole i capelli da davanti.
"Ci sono qua io...va tutto bene..." continuai, e finalmente si svegliò mettendosi seduta di colpo.
"Michael!" sussurrò, ed immediatamente mi abbracciò cominciando a piangere sulla mia spalla.
Io non dissi niente.
Le accarezzavo soltanto la schiena nel tentativo di tranquillizzarla.
"Non è successo niente...Vicky stai tranquilla...era solo un brutto sogno." forse le mie parole non erano abbastanza, ma speravo potessero essere d'aiuto.
Aspettai soltanto che lei si tranquillizzare almeno un po' prima parlare di nuovo.
"Stai meglio, adesso?" le chiesi.
Lei alzò la testa dalla mia spalla, e guardandomi negli occhi, annuì.
"Mikey....mi dispiace di averti svegliato..." disse tra i singhiozzi.
"Stai tranquilla, non mi hai svegliato. L'importante è che ora tu stia bene." le sorrisi, spostandole delle ciocche di capelli dietro le orecchie.
"Più o meno..." scrollò le spalle, per poi abbassare lo sguardo.
"Vuoi parlarne? Sai che se vuoi con me puoi farlo." era l'unica cosa che mi venne in mente di dire, in quanto io non fossi molto bravo ad affrontare quel genere di situazioni.
"Non me la sento di parlarne..." ammise non riuscendo nemmeno a guardarmi negli occhi.
"Mikey...posso dormire con te?" dovevo ammettere che non mi aspettavo me lo chiedesse.
E forse neanche lei si aspettava di avere la necessità di chiedermelo.
Infatti, il suo sguardo e il suo tono di voce sembravano così...intimiditi da me.
"Ma certo che puoi! Dai, vieni..." le sorrisi dolcemente, tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Victoria afferrò la mia mano, ma appena si alzò in piedi, avvolse le sue braccia attorno alla mia vita, stringendomi forte a sé come se avesse paura di qualcosa.
Doveva aver fatto davvero un brutto incubo per arrivare a comportarsi così: lei odiava ogni genere di contatto, esattamente come me.
Ma in quel caso ne aveva bisogno, e a me non dava affatto fastidio.
"Va tutto bene...sdraiati con me." le dissi a bassa voce.
Dopodiché, entrambi ci sdraiammo.
Fortunatamente il letto era abbastanza grande per entrambi.
"Grazie di tutto, Mikey..." sussurrò Victoria, dandomi le spalle e rannicchiandosi.
Io, istintivamente, la abbracciai da dietro e la presi per mano.
Ormai ci ritrovavamo sempre per mano ogni volta che ci addormentavamo insieme, e non c'era nulla di sbagliato in tutto ciò.
Nel frattempo, lei era già riuscita ad addormentarsi, mentre io ero ancora sveglio...strano.
Solo dopo quasi mezz'ora cominciai a sentire gli occhi stanchi.
Non potevo credere che finalmente mi stavo addormentando: per quella notte, riuscii a non soffrire di insonnia.
Stavo dormendo così bene.
Ed evidentemente anche Victoria.
Ma forse quella notte passò troppo in fretta.
Avrei voluto dormire così bene per delle ore.
Purtroppo, però, era già mattina, ma a svegliarci non fu la sveglia...
"Sveglia, piccioncini! È tardi!" qualcuno era entrato nella stanza e si era messo a gridare, ma ciò non bastava, perché ci stavano arrivando addosso anche dei cuscini.
Poteva essere solo Luke, lui era l'unico a chiamarci in quel modo, ed era l'unico così sfacciato da venire a rompere le palle in prima mattina.
"Luke! Stai zitto, cazzo! Non puoi gridare così in prima mattina!" mi lamentai subito.
Intanto, Victoria si alzò senza dire niente, prese dei vestiti puliti dal suo armadio e andò direttamente in bagno.
A quel punto mi coprii la faccia con un cuscino nel tentativo di andare avanti a dormire.
"Mike? Posso sapere cos'è successo?" Luke sembrava serio.
Era normale che fosse preoccupato, in quanto Victoria non avesse avuto nessuna reazione.
Solitamente, se chiunque la svegliava in quel modo, avrebbe ricevuto presto un'amara vendetta da parte sua.
"Ha avuto un incubo e non se la sentiva di dormire da sola. Ti giuro che non l'ho mai vista così...stava davvero male." gli raccontai.
Dopo ciò che era successo, nemmeno io avevo più voglia di sorridere, e nemmeno di parlare più di tanto.
"Oh cazzo! E...e tu...cos'hai fatto? Come te ne sei accorto? Ti prego, Mike...dimmi tutto..." mi chiese sedendosi sul letto accanto a me, e strfinandosi la faccia con frustrazione.
"Io ero sveglio. L'ho sentita lamentarsi e singhiozzare, così l'ho svegliata, e quando si è messa seduta mi ha abbracciato piangendo. Ho solo aspettato che si tranquillizzasse...ho reagito d'istinto. Poi mi ha chiesto se poteva dormire con me. E...e io come potevo dirle di no? Stava male, e tutto ciò che ho cercato di fare è stato farla sentire al sicuro, e...e spero di esserci riuscito..." non sapevo bene come spiegare la situazione a Luke.
Dovevo ammettere che la posizione in cui ci aveva trovati quella mattina era piuttosto compromettente, ma speravo avesse capito.
"Grazie Mike! Non potevi fare di meglio! Grazie davvero!" fortunatamente capí, e subito mi abbracciò.
"Però...non sembra che stia meglio..." commentai facendo un cenno verso il bagno.
"Fidati! Grazie a te sta decisamente meglio. Per un po' manterrà il silenzio, non vorrà né parlare, né stare con nessuno. Ma è solo a causa dei brutti ricordi. Le passerà." ovviamente Luke ne sapeva più di me perché forse non era la prima volta che accadeva.
"Le era già capitato?" non potei fare a meno di chiederglielo, anche se forse non sarebbe entrato nei dettagli.
"Sì...più di una volta. E a volte capita anche a me..." potei intuire che fosse un avvenimento accaduto realmente, e a quanto pareva erano presenti entrambi.
A quel punto calò il silenzio, ma fu proprio Luke a romperlo.
"Sapevo che saresti rimasto con Vicky anche per la notte..." Luke sorrise.
Di certo non mi sarei aspettato un sorriso da parte sua.
Pensavo che si sarebbe incazzato, o che si sarebbe ingelosito, ma era una cosa positiva che non l'avesse fatto.
"E tu come hai fatto ad entrare?" improvvisamente mi venne in mente che noi avevamo chiuso a chiave la porta.
Com'era possibile che fosse entrato?
"Ho beccato Isabelle per i corridoi e le ho chiesto le chiavi." scrollò le spalle, come se tutto ciò fosse normale.
La cosa strana era che lei gliele avesse date senza esitare.
Probabilmente conosceva Luke almeno di vista.
Ma in fondo, tutti lo conoscevano: era il ragazzo più popolare del college.
Stavo per rispondere a Luke, ma in quel momento Victoria uscì dal bagno già perfettamente truccata e vestita.
"Quella è la maglietta di Michael?" domandò subito Luke, ma Victoria non disse nulla.
Si limitò a scrollare le spalle e ad andare a preparare la sua borsa.
Luke aveva ragione riguardo a come si sarebbe comportata Victoria.
"Sì, Luke, è la mia maglietta." risposi io.
Dopodiché entrai in bagno a prepararmi.
Sapevo che era tardi, quindi feci veloce, e in circa cinque minuti uscii.
Luke non c'era.
Probabilmente aveva deciso di lasciarci soli, in quanto Victoria non avesse voglia di parlare nemmeno con lui.
"Alla fine hai messo davvero la mia maglietta." pensai che forse non era una buona idea chiederle come stava, così decisi di sdrammatizzare la situazione in quel modo.
"Sì...mi hai fatto sentire al sicuro questa notte. Non ti ringrazierò mai abbastanza." ammise ammiccando un sorriso e venendo a darmi un bacio sulla guancia.
"Hai parlato con Luke?" le chiesi, anche se forse avrei dovuto evitarlo.
Nel frattempo uscimmo dalla stanza facendo attenzione che non ci fosse nessuno fuori, perché non potevano vedermi lì.
"No...a volte non capisce quando è meglio lasciar perdere. Non mi va di parlarne..." capivo benissimo come si sentisse.
Perciò, io non parlai più.
Se voleva farlo, l'avrebbe fatto lei.
In ogni caso, le prime due ore di lezione non ce le avevo in comune con lei, ma la terza ora sì.
"Hey! Vicky! Aspetta un attimo." aspettai lei prima di entrare in classe.
Avevo una proposta da farle.
Così, la fermai tirandola per un braccio.
"Senti...so che vorresti solo stare sola e non parlare con nessuno, ma voglio proporti una cosa: ti va di uscire? Possiamo andare in centro, o...dove vuoi tu. Penso che sia la cosa migliore da fare per distrarti un po'. Ovviamente se sei d'accordo..." la verità era che io mi ero già stancato di stare lì al college, ed ero sicuro che anche lei la pensasse come me.
"Adesso?" domandò lei con aria sorpresa.
"Sì! Adesso! Ti va?" speravo accettasse, altrimenti sarei andato da solo.
Di certo non sarei rimasto lì.
Avrei voluto chiederlo anche a Luke, Ashton, o Calum...ma loro erano dei bravi ragazzi: non avrebbero mai saltato delle lezioni senza alcun motivo.
In realtà...Luke l'avrebbe anche fatto, ma aveva troppa paura di sua madre per comportarsi da ribelle anche solo per una volta.
"Andiamo!" mi sorrise, e subito mi trascinò di corsa fuori dal college.
"Guido io! Useremo la mia macchina!" appena arrivammo al parcheggio della, lei andò diretta alla sua auto, invitandomi a salire.
Dovevo fidarmi?
"Hey...con calma! Dove mi porti?" risi non capendo ancora cosa avesse in mente.
"Lo vedrai. Ti piacerà." insistere non sarebbe servito a nulla, dovevo solo provare a fidarmi.
Sapevo che in ogni caso non mi avrebbe detto dove eravamo diretti, e onestamente non mi preoccupavo affatto.
Conoscevo praticamente ogni angolo della città di Sydney, e sicuramente ero già stato anche nel posto in cui mi avrebbe portato.
E in effetti, mi resi conto di conoscere piuttosto bene quella strada, ma non dissi niente finché non arrivammo a destinazione.
"Ora posso confermare il fatto che ti adoro! Ecco perché posso considerarti mia amica!" affermai appena parcheggiò la macchina davanti alla sala giochi più grande e più bella in cui io fossi mai stato.
Beh...in realtà ce n'erano di più grandi a Los Angeles, e soprattutto a Las Vegas, ma per me la migliore rimaneva quella di Sydney.
"Non penserai lo stesso quando ti avrò battuto ad ogni videogioco!" mi sfidò lei, per poi scendere dalla macchina e correre fino all'interno della sala giochi.
Ovviamente io la seguii, dopodiché cominciammo a giocare.
Non potevo negare che fosse abbastanza brava ai videogiochi, e di certo non me l'aspettavo.
Ma inutile dire che battere un nerd come me era difficile.
"La sconfitta brucia, vero Mikey?" mi provocò lei alla prima partita che vinse.
"Smettila! Non è possibile! Tu hai barato!" non potevo credere che fosse successo, e nemmeno Victoria riusciva a crederlo.
Sembrava così felice di avermi battuto.
"Non ho barato! Sono semplicemente più brava di te! Dai! Facciamo un'altra partita! Ci ho preso gusto!" era più che felice, e dopo ciò che era successo quella notte, era bello vederla sorridere in quel modo.
"Okay! Che vinca il migliore!" cominciammo un'altra partita, ma quella sarebbe stata diversa...
"Oh no...ho perso..." mi fini dispiaciuto, e subito Victoria mi guardò malissimo.
"Se mi hai fatto vincere, giuro che me ne vado..." evidentemente aveva capito che l'avevo fatto apposta.
Forse non sapevo mentire poi così bene, o forse era lei a capirmi fin troppo bene.
"Io non ti ho..." cercai di mentire ancora, ma lei mi interruppe.
"Michael...dico davvero...ti batto anche senza che tu faccia apposta a perdere." mi piaceva come la pensava su queste cose.
Anche io avrei odiato se qualcuno mi avesse lasciato vincere.
Volevo farlo con lei mie forze.
"E va bene. Ma non lamentarti se perderai ogni partita." a quel punto, entrambi cominciammo a giocare seriamente.
Inutile dire che la maggior parte delle partite le vinsi io, ma anche lei aveva vinto alcune volte.
Ma ciò che importava realmente, era che ci stavamo divertendo.
Finché non arrivò l'ora di pranzo.
"Vicky? Andiamo a mangiare?" le proposi, ma lei subito abbassò lo sguardo, ed era come se il suo sorriso si fosse spento improvvisamente.
"Non mi va...non ho fame. Ma ti accompagno, se vuoi. Dove vuoi andare?" mi chiese.
Non volevo insistere.
Se non se la sentiva di pranzare, allora non le avrei imposto niente.
Non quella volta.
Avrei rischiato di farla stare male veramente...
"Pollo fritto. Andiamo?" le sorrisi.
Così, entrambi uscimmo dalla sala giochi, e andai a comprare ciò che volevo.
Presi due secchielli di pollo fritto, in modo tale che se fosse venuta fame anche a lei, avrebbe potuto magiare.
Altrimenti...avrei finito tutto io in ogni caso.
Eravamo seduti su una panchina, e mentre io mangiavo, lei se ne stava al cellulare.
"Ne vuoi un po'?" le chiesi appoggiandole sulle gambe uno dei due secchielli.
"Ne prendo solo uno. Ti dispiace?" forse le era venuta fame, ma faceva la timida...come al solito.
"Mangiali anche tutti! Credo che siano troppi per me." le sorrisi.
E fortunatamente, lei mi ascoltò.
Anche se in realtà ne mangiò forse due pezzi, non di più.
"Finisci te. Io sono a posto così..." come già sapevo, avrei dovuto finirli io, e ovviamente non mi sarei affatto lamentato.
Quando finii, restammo un po' seduti sulla panchina, dopodiché ci alzammo.
"E ora? Cinema?" era la prima cosa che mi venne in mente, e forse l'unica che potevamo fare.
"E cinema sia!" approvò Victoria.
Ma proprio mentre stavamo per metterci in piedi, mi squillò il telefono.
Sapevo già chi mi stava cercando...o meglio...chi stava cercando entrambi.
"Hey Luke, dimmi." risposi, anche se in realtà...tutto ciò che avrei voluto fare, era ignorare la sua chiamata.
"Vicky è con te vero? Non vi ho visti a pranzo. Calum e Grace erano appartati da qualche parte, e Ashton ha cominciato a farmi domande. Mi sono inventato qualcosa, ma sai che non sono bravo a mentire..." non potei essere più felice del fatto che Luke non avesse detto niente ad Ashton.
Era già abbastanza geloso...
"Tranquillo, penserò io ad Ash. Comunque Vicky è con me, non preoccuparti." gli spiegai freddamente.
"Ma cazzo! Perché dovete sempre scappare insieme senza dirmi niente?! Almeno lei sta meglio?" effettivamente aveva ragione.
Non dicevamo mai nulla quando andavamo via.
"Meglio di quanto tu possa credere. Del resto...non sono cazzi tuoi..." cercai di congedarlo, ma conoscevo abbastanza bene Luke da sapere che non avrebbe capito che stavo cercando di mettere fine alla chiamata.
"Strano...solitamente con me non è così..." commentò lui.
"Senti, Luke. È così e basta. Ora dobbiamo andare, a domani Hemmo!" alla fine agganciai senza nemmeno aspettare una sua risposta.
"Era Luke? Ti ha chiamato per sapere se eravamo insieme?" inevitabilmente, Victoria cominciò a fare domande, ma in fondo era di lei che stavamo parlando.
"Sì, voleva sapere come stai." volevo saperlo anche io, e quella era più una scusa per chiederglielo.
Ma lei scrollò soltanto le spalle con indifferenza, per poi distogliere lo sguardo da me per guardare un punto indefinito al di là della strada.
"Avrò mai una risposta?" aggiunsi, vedendo che non aveva intenzione di dire altro.
"Cosa vuoi che ti dica? Continuo a pensarci e ripensarci, e fa male...sto solo cercando di distrarmi, ed è anche grazie a te se ci sto riuscendo. " ero grato del fatto che stessi riuscendo ad aiutarla in qualche modo, ma ancora non mi guardava negli occhi.
"Solitamente Luke non fa altro che chiedermi se sto bene, o se voglio parlarne. Io gli voglio bene...è mio fratello. Ma non ha mai capito che in questo modo mi ricorda continuamente ciò che è successo. Ma con te è diverso. Tu cerchi di distrarmi e di evitare il discorso..." continuò lei.
Effettivamente era ciò che stavo cercando di fare.
Non volevo che continuasse a pensare a ciò che era successo...qualunque cosa fosse stata.
"...mi dispiace per ciò che ho fatto stanotte. Non volevo scoppiare a piangere in quel modo davanti a te. Nessuno mi ha mai visto così a parte Luke e Jenna...e...e mi dispiace anche di averti chiesto di dormire con me. So che odi ogni genere di contatto fisico...e...e...mi dispiace. Non volevo farti sentire obbligato ad assecondarmi..." aggiunse, ed io capii che forse lei non aveva capito nulla.
"Non devi scusarti. Se non avessi voluto farlo, non l'avrei fatto. È vero che odio il contatto fisico, ma mai quanto odio vederti piangere. Mi ha fatto solo piacere stare con te..." finalmente mi guardò, e dal suo sguardo potei capire che mi stava ringraziando a modo suo...senza dire nulla.
Forse era arrivato il momento di smettere di parlarne, così mi alzai.
"E ora..credo che sia arrivato il momento di andare a vedere un bel film. Dai! Alza il culo stronzetta!" l'unico modo per mettere fine a quella conversazione, era cercare di sdrammatizzare.
Andare avanti a parlare avrebbe solo peggiorato le cose, e come aveva detto lei: l'avrebbe fatta stare male ancora di più.
Così lei abbozzò un sorriso e mi seguì verso il cinema.
Passammo gran parte del pomeriggio lì, e riuscii anche a vederla ridere.
Quando uscimmo, era già ora di cena.
Andammo a mangiare, e le offrii una pizza.
Dopodiché tornammo al college dove avevo lasciato la mia macchina.
Fortunatamente avevo già caricato la mia valigia e la mia chitarra nell'auto, altrimenti avrei incontrato Isabelle.
Ma arrivò anche il momento di salutarci, e sarebbe stato parecchio strano in quanto ormai fosse più di una settimana che passavamo tutto il giorno e la notte insieme.
"Grazie di tutto Mikey. Ci vediamo domani." lei mi salutò con un bacio sulla guancia.
Rimase lì a guardarmi negli occhi per qualche secondo, dopodiché se ne andò.
Salii in macchina solo quando la vidi sparire all'interno del college, poi tornai a casa.
STAI LEGGENDO
Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...