CAPITOLO 77

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Victoria's pov
Il weekend era finito, ed io ancora non avevo né visto Michael, né parlato con lui.
Aveva provato molte volte a chiamarmi, e mi aveva anche mandato centinaia di messaggi, soprattutto messaggi di scuse, ma io non avevo ceduto, e non volevo farlo per nessun motivo.
Quel lunedì mi alzai controvoglia dal letto senza neanche rivolgere la parola a Isabelle.
Mi preparai e subito pensai al fatto che avrei rivisto Michael proprio nella mia stessa classe per ogni lezione della giornata.
Sapevo che sarebbe stata una cattiva idea iscriverci insieme a lezione.
"Ti ho aspettata. Ti va di passare un po' di tempo con me prima di andare a lezione?" sapevo che Isabelle lo facesse per me, così lei aprì la porta, ma si fermò immediatamente.
"Ehm...Vic, credo che ci sia qualcosa per te..." Isabelle mi fece cenno verso il pavimento dove vidi un'orchidea e un bigliettino con scritto 'Perdonami ~M' alzai gli occhi al cielo, poi diedi l'orchidea a Isabelle e presi il bigliettino mettendolo in tasca.
"È da parte di tuo fratello, quindi non mi interessa. Tienila tu. Mettila dove vuoi." detto questo, aspettai che Isabelle appoggiasse il fiore sulla scrivania, poi uscimmo dalla nostra stanza per andare agli armadietti.
Fortunatamente non commentò l'accaduto anche se sapevo che lei avesse apprezzato quel gesto che Michael aveva fatto nei miei confronti.
Ma quando aprii il mio armadietto, trovai un'altra orchidea con un altro bigliettino che diceva: 'So che sei arrabbiata, ma voglio dirti che ti amo ~M'.
Ero già stanca della sua insistenza.
Stava diventando insopportabile.
Se avessi potuto, avrei cambiato la combinazione dell'armadietto, almeno lui non l'avrebbe più aperto per farmi trovare baggianate come quelle.
"Tuo fratello sta rompendo i coglioni! Non lo sopporto più!" sbottai chiudendo con forza l'armadietto.
"Io lo trovo romantico..." disse Isabelle.
Forse era davvero romantico, ma aveva preso la persona sbagliata se voleva comportarsi in quel modo.
Non le risposi nemmeno.
Andai solo in classe a passo svelto sperando di non trovare Michael già lì.
Invece, quando entrai, oltre a Michael c'era anche Luke.
"Vicky! C'è qualcosa per te. È sul tuo banco." mi avvertì Luke facendomi notare l'ennesimo bigliettino.
"No. È per te, perché quello non è più il mio banco!" decisi di sedermi al posto di Luke perché vicino a Michael non ci volevo stare.
"Come può essere per me?! Almeno leggilo!" Luke insistette.
Nel frattempo Michael se ne stava lì con il cappuccio della felpa alzato sulla testa, e il cellulare in mano.
Come se stesse ignorando la situazione, ma stava fingendo, ed era evidente.
In ogni caso, lessi anche quel bigliettino.
'Amore...inizio col dirti che so bene di essere un coglione. So anche di aver sbagliato ogni cosa, e di averti fatto soffrire. Ma voglio scusarmi con te per ciò che ho fatto. Anche per non averti parlato. Ma sai bene che sono più bravo a scrivere. Tutto ciò ti sembrerà banale, ma per me è importante che tu sappia quanto mi manchi e quanto sono innamorato di te, perché qualunque scelta farai, i miei sentimenti per te non cambieranno. Ti amo Vicky ~M'
Per un momento provai tanta nostalgia, e anche della tenerezza nei suoi confronti, perché in fondo era stato carino.
Se solo non fossi stata così tanto arrabbiata con lui...
"Comunque hai una scrittura di merda!" tutto ciò che feci, fu sbattere sul banco di Michael quella lettera commentare la sua scrittura.
Lui alzò lo sguardo verso di me, e vidi i suoi occhi completamente arrossati e irritati.
Mi sentii in colpa ancora una volta, perché sapevo che fosse solo colpa mia.
"Potresti...potresti almeno rispondermi? Ti prego..." finalmente lui parlò, ma il suo tono era dolce, e triste allo stesso tempo...come se stesse per scoppiare a piangere un'altra volta.
"No! Non ho intenzione di perdonarti!" non aggiunsi altro.
Le mie parole furono ben chiare.
"Non vorrei intromettermi, ma...Vicky, lui ti ha chiesto scusa! Cosa deve fare per farsi perdonare?" Luke intervenne, e sembrava proprio essersi schierato dalla parte di Michael.
"Non c'è nulla che lui possa fare! Ha già fatto abbastanza. E tieniti questi stupidi bigliettini del cazzo!" risposi al mio migliore amico, poi misi sul banco di Michael anche gli altri bigliettini.
"Vicky!" il tono di Luke era un tono di rimprovero, ma a me non importava nemmeno della sua opinione.
"Non devi difenderlo solo perché tu sei come lui! So quante volte hai tradito Jenna! Tutti lo sanno!" se Luke era solito tradire, non significava che anche Michael avrebbe dovuto fare lo stesso.
"Ma io non ti ho tradito!" improvvisamente Michael parlò difendendosi.
Non mi aspettavo lo facesse.
"Hai baciato Naomi! Se questo non è un tradimento, allora dimmi cos'è!" gli risposi.
Sapevo che quella discussione avrebbe portato ad un'altra litigata.
"Uno stupido errore! Ecco cos'è!" gli occhi di Michael si fecero lucidi, ed io abbassai lo sguardo solo perché altrimenti avrei ceduto.
"Vicky...per favore...credimi. Sono anche disposto a prendermi ogni colpa! Io ti amo! Ti amo davvero! Credimi! Rispondi almeno a ciò che ti ho scritto, ti prego..." quella di Michael era una supplica ma io ero troppo testarda e orgogliosa per cedere.
"Vuoi una risposta? Eccola!" a quel punto strappati un foglio dal quaderno di Luke che c'era sul banco, presi un pennarello e scrissi un semplice 'Fottiti'.
Michael prese in mano il foglio, lo lesse, poi prese il suo zaino e si alzò uscendo dalla classe.
Luke tentò di chiamarlo per non farlo andare via, ma lui lo ignorò totalmente.
Le ore successive passarono piuttosto lentamente senza Michael al mio fianco, ed io non facevo altro che pensare a lui.
Quando cominciò l'ora di pranzo, io nemmeno mi presentai al tavolo con i miei amici.
Andai direttamente nel cortile del college e passeggiai un po'.
Non sapevo perché l'avevo fatto, ma chiesi una sigaretta al primo ragazzo che vidi passare, e la accesi.
Non avevo mai fumato, ma ero talmente tanto nervosa che mi venne voglia di provare.
Pochi secondi dopo venni raggiunta da Calum.
C'era solo lui, e forse era meglio così.
"Questa la prendo io." disse subito prendendo la sigaretta che avevo tra le dita e iniziando a fumarla.
"Cosa fai qua? Perché non sei venuta al tavolo con noi?" mi chiese subito.
"Non voglio vedere Michael. Non dopo ciò che ha fatto." non aggiunsi altro, perché lui sapeva bene cosa fosse successo.
"Nemmeno lui si è presentato al tavolo." pensavo che almeno lui fosse andato a pranzo con i nostri amici, ma mi sbagliavo.
"Vi siete lasciati, vero?" mi domandò ancora Calum.
Non volevo parlarne, ma pensai che forse lui fosse l'unico con cui avrei potuto farlo.
"L'ho lasciato io. Anche se si è scusato mille volte...io non riesco a passarci sopra...non riesco a perdonarlo." ammisi abbassando lo sguardo.
Non avevo altro da dire, perché era quella l'unica verità.
"Premetto che io non ho più visto e neanche sentito Michael dal giorno della festa, ma forse sono io l'unico che può dirti come sono andate davvero le cose perché io ero proprio a fianco a lui quando è successo tutto. Naomi è davvero una brava seduttrice, e come sai...ci sono cascato anch'io. Ma non è questo il caso di Michael, perché appena lei ha provato a baciarlo, lui si è tirato indietro spingendola via. È così che sono andate le cose. E poi so che Michael è fedele, forse lo è più di tutti noi, quindi...pensaci bene, okay? Non te lo sto dicendo perché voglio che voi torniate insieme, e neanche perché mi ha chiesto lui di parlarti. Voglio solo che tu ci pensi bene, perché so cosa significa amare davvero qualcuno, ed io non ho mai visto nessuno amarsi come vi amate voi, nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli. Vedo quanto siete felici quando siete insieme, ed è questo ciò che conta veramente." quel suo lungo discorso non fece che incrementare il mio senso di colpa, e senza che nemmeno me ne accorgessi, mi misi a piangere.
Calum se ne accorse, e subito mi abbracciò stretta a sé accarezzandomi la schiena per tranquillizzarmi.
"Io lo amo, Cal...lo amo tantissimo..." singhiozzai sulla sua spalla.
"Perché non lo chiami? Sono sicuro che lui ti stia ancora aspettando, e lo farà per molto tempo." mi consigliò facendomi alzare il viso per guardarlo negli occhi.
Un consiglio decisamente inutile, perché non l'avrei ascoltato.
"Non voglio farlo. Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Michael che bacia Naomi. Non ci riesco!" quell'immagine continuava ad apparire nella mia mente come un insopportabile flash.
Forse era per quel motivo che non riuscivo a perdonare Michael.
"Non sarò io a dirti ciò che devi fare. Fai solo ciò che ti rende felice, e se hai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che io ci sono. Puoi parlare con me ogni volta che vuoi." concluse.
"Grazie, Cal. Lo apprezzo molto..." finalmente riuscii a sorridere, e per una volta era merito di Calum.
"Dai, ora andiamo a lezione!" mi disse ancora, poi entrambi rientrammo.
Anche quella giornata al college finì, ed io andai subito a rifugiarmi nella mia stanza, e Isabelle nemmeno c'era, ma era meglio così.
Ma purtroppo, dopo circa mezz'ora sentii bussare alla porta, e sperando che non fosse Michael, andai ad aprire.
Mi trovai davanti Grace, e fin lì andava tutto bene, ma poi vidi che non era sola: con lei c'era anche Naomi.
"Vic! Come stai? Calum mi ha detto che oggi avete parlato, e...mi dispiace davvero tanto." Grace mi abbracciò subito, e sapevo che almeno lei era sincera.
"Grace...sto una merda perché non so cosa fare, ma...ci sto pensando..." ammisi senza troppi giri di parole.
"Già...beh...riguardo a questo...ho portato mia sorella. Credo che ti debba delle scuse." quando sciolse l'abbraccio, Grace fece venire Naomi verso di me.
"Grace, ti prego...portala via, altrimenti giuro che le metto le mani addosso!" non riuscivo nemmeno a guardare in faccia quella ragazza.
Provavo solo odio.
"Vic, so di aver sbagliato. E onestamente nemmeno mi ricordo ciò che e successo: ero troppo ubriaca, ma so che tu e Michael vi siete lasciati per colpa mia, quindi...volevo scusarmi con te. Sono davvero dispiaciuta..." nonostante le mie minacce, Naomi parlò comunque.
"Non riesco ad accettare le tue scuse, io..." non riuscivo davvero a farlo, e non l'avrei mai perdonata.
Ma non riuscii nemmeno a finire di parlare, che proprio in quel momento entrò Isabelle.
"Vic! Ti prego, dimmi che sai qualcosa di mio fratello!" sembrava avesse corso per ore: era affannata, e evidentemente preoccupata.
"No, non so nulla. Non lo vedo da stamattina. Perché me lo chiedi?" le domandai perplessa.
Ma cosa stava succedendo?
"Michael è sparito! Non risponde al telefono! A casa dei nostri genitori non c'è, a casa di Luke nemmeno...non è nemmeno con Calum perché lui è con Ashton. Sono andata anche a casa sua, e non l'ho trovato nemmeno lì! Oltretutto...camera sua è completamente sottosopra. Sono preoccupata! Non lo trovo da nessuna parte..." per poco Isabelle non si metteva a piangere.
Era davvero molto preoccupata, e dopo il suo grave incidente stradale, forse faceva bene ad essere preoccupata.
"Che cosa?! Com'è possibile che non sia da nessuna parte?!" improvvisamente anche io ebbi paura.
E se gli fosse successo qualcosa?
"Non lo so! Io...io non so che fare! Come faccio a dire ai nostri genitori che Michael è sparito?!" Isabelle andò completamente in panico, e dovevo ammettere che anche io mi stavo facendo prendere dal panico, ma poi mi venne in mente una cosa.
"Okay. Forse un'idea ce l'avrei, ma...non sono sicura che sia lì. Io...devo andare!" a quel punto corsi via sapendo esattamente dove andare.
Non sapevo perché lo stavo facendo.
In fondo...io l'avevo lasciato ed ero ancora molto arrabbiata con lui, ma qualcosa mi diceva di andarlo a cercare.
Non sapevo nemmeno a cosa avrebbe portato tutto ciò.
Così presi la macchina, andai al parco, e dai lì andai correndo su per la collina fino ad arrivare in quel piccolo angolo di paradiso che Michael aveva sempre condiviso con me.
Lui era lì seduto a gambe incrociate.
La musica proveniente dal suo cellulare aveva il volume al massimo, sulle ginocchia aveva un quadernetto e la sua chitarra, e in mano una penna.
Davanti a lui c'era una sorta di falò: continuava a strappare fogli da quel quadernetto per alimentare il fuoco.
"Mikey!" dissi subito per attirare la sua attenzione.
Lui spense la musica, e smise di fare tutto ciò che stava facendo.
"E tu cosa ci fai qui?" mi chiese subito guardandomi con stupore.
"Sei sparito da questa mattina! Isabelle è spaventata! Ti cerca da ore!" appena gli spiegai il motivo per cui io fossi lì, Michael alzò gli occhi al cielo.
"Non me ne frega un cazzo di lei!" lui riportò l'attenzione sul suo quadernetto, e ricominciò a scrivere.
Dopo poco, strappò anche quel foglio e lo gettò nel fuoco.
Continuavo a non capire.
"Posso sapere cosa stai facendo?" non potei fare a meno di chiederglielo.
Sembrava tutto cosi insensato.
"Non credo possa importarti: fino a stamattina non facevi altro che urlarmi contro e dirmi di stare lontano da te..." non alzò nemmeno la voce.
Sembrava completamente indifferente.
"Mi sono preoccupata per te! Eri sparito!" mi ero spaventata davvero, e lui neanche se ne rendeva conto.
"E quindi? Non era questo ciò che volevi?" mi stava provocando, ed io non sapevo se sarei riuscita a mantenere la calma.
"Senti...lascia perdere. Pensavo ti facesse piacere vedermi." la mia intenzione era quella di andare via.
Sembrava non fossi desiderata lì.
"E a te? A te fa davvero piacere vedermi?" mi domandò.
Non poteva farmi domanda più difficile di quella.
Ci misi un po' a rispondere perché continuavo a pensarci.
"Come immaginavo. Beh...allora puoi andare." ancora una volta, Michael non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
"Però non hai risposto a me. A te fa piacere che io sia qui?" per un secondo si voltò verso di me, poi scrollò le spalle, e tornò a guardare il fuoco.
A quel punto andai a sedermi accanto a lui nonostante sapessi di non essere coerente.
Ma in fondo...il discorso di Calum mi aveva convinto quasi del tutto, e forse...poteva esserci anche una minima possibilità che io potessi perdonarlo.
"Cosa stai bruciando?" aspettai un paio di minuti prima di parlare ancora.
"Canzoni. È tutto ciò che ho scritto fino ad oggi...o meglio...fino a poco prima che arrivassi tu. Non faccio altro che scrivere, e scrivere...ma penso che non abbia più senso farlo, quindi...brucio ogni cosa..." non sapevo che lui scrivesse ancora canzoni, e mi piangeva il cuore sapere che stava mandando in fumo tutto il suo lavoro.
"Beh...sembra che il fuoco apprezzi ciò che hai scritto." tentai di sdrammatizzare, e notai che sul suo viso si formò un accenno di sorriso.
"Di cosa parlavano quelle canzoni?" gli chiesi ancora.
"Di noi...di me...di ciò che sento. Sono solo stupide canzoni che parlano d'amore. Uno schifo..." non potevo credere che considerasse il nostro amore 'uno schifo'.
Come poteva farlo dopo tutto ciò che c'era stato tra noi?!
"Mi insegni a suonare la canzone che hai scritto per me?" feci passare ancora qualche minuto, poi gli chiesi di insegnarmi a suonare quella canzone che tanto mi aveva fatto piangere quando si era presentato alla porta di casa mia per poi chiedermi di essere la sua fidanzata.
Quella canzone che lui aveva intitolato: 'Amnesia'.
"È più facile di quanto sembra. Guarda..." senza neanche pensarci, lui prese la sua chitarra, me la appoggiò sulle gambe, e si mise dietro di me facendomi posizionare le dita sulle corde.
Quel leggero contatto mi fece venire i soliti brividi che provavo quando lui era con me, e lì mi resi conto che ciò che volevo era proprio Michael.
Mi aiutò a suonare cercando di insegnarmi i vari accordi, ma come al solito, io ero completamente negata.
Ormai era come se ci fossimo dimenticati di ogni cosa: ridevamo e scherzavamo come se nulla fosse successo.
Ad un certo punto smisi di suonare e mi voltai verso di lui guardandolo negli occhi.
Dopo poco, la distanza che c'era tra noi sparí, e inspiegabilmente mi ritrovai con le sue labbra sulle mie.
Iniziammo a baciarci facendo incontrare le nostre lingue.
Spostai la chitarra, e appena mi girai definitivamente nella sua direzione, lui mi abbracciò stendendosi sul prato e facendomi sdraiare sopra di lui.
Andammo avanti a baciarci, poi le sue mani scesero fino a posarsi sul mio sedere che strinse fra le sue mani.
Lo faceva sempre, e a me non dava affatto fastidio.
"Pensavo mi odiassi." sussurrò interrompendo il bacio per qualche secondo.
"Ci ho provato, ma non riesco ad odiarti. Sono così fottutamente innamorata di te! Cazzo...ti amo tantissimo..." ormai non riuscii più a nascondere la verità.
Lo amavo, e non ci potevo fare nulla.
"Ti amo anche io. Non ho mai smesso di farlo." ammise, poi ricominciò a baciarmi.
Istintivamente gli infilai le mani sotto la maglietta, e tutto ciò che avrei voluto era essere a casa e fare l'amore con lui.
Non lo facevamo da più di venti giorni ormai, e mi mancava sentirlo completamente mio.
"Che intenzioni hai?" mi chiese Michael con un sorrisetto provocatorio.
Aveva capito benissimo le mie intenzioni.
"Dimmelo tu..." risposi dandogli poi un dolce bacio a stampo.
A quel punto, Michael ribaltò la situazione facendomi sdraiare sotto di lui e togliendomi la maglietta.
Sentii subito dei brividi dovuti anche al contatto della mia schiena con l'erba fredda.
"Mikey...non possiamo farlo qui! Qualcuno potrebbe vederci! Andiamo a casa tua..." non mi aspettavo che avrebbe davvero vuoto fare l'amore su un prato con l'aria fredda che ci accarezzava la pelle.
Soprattutto...perché chiunque avrebbe potuto venire lì e vederci.
"Nessuno sa dell'esistenza di questo posto, a parte noi due. Chi ci dovrebbe vedere?! Ma comunque...se vuoi andare a casa...va bene. Avremmo potuto provare sensazioni nuove. Qui tutti soli...con i suoni della natura...il venticello sulla pelle accaldata...l'erba fresca del prato..." lui continuava a provocarmi, poi strappò qualche filo d'erba con cui accarezzò il mio corpo senza maglietta.
Mi vennero i brividi.
"Fanculo! Facciamolo!" sbottai togliendogli la maglietta con un gesto veloce, poi slacciai i suoi pantaloni.
Ben presto ci ritrovammo senza vestiti, e tra un bacio e l'altro, lui entrò in me.
Era incredibile come ogni nostra litigata finisse sempre in quel modo, ma non potevo lamentarmi.
Ciò che stavo provando era qualcosa di indescrivibile.
Quando entrambi raggiungemmo il culmine del piacere, Michael si sdraiò sopra di me, e rimase lì un attimo per riprendere fiato, poi uscì dalla mia intimità e si stese al mio fianco iniziando a tracciare figure immaginarie sul mio stomaco.
"Mi eri mancata..." passarono un paio di minuti, poi lui mi sussurrò quelle parole all'orecchio, ed io non potei fare a meno di baciarlo ancora, e ancora.
"Voglio stare con te sempre. Promettimi che non mi farai più soffrire...ti prego...sono stata malissimo senza di te." volevo che me lo promettesse.
Sarebbe stata l'ennesima promessa, ma mi sarei fidata di lui.
"E tu promettimi che prima di rompere con me ti assicurerai che la colpa sia davvero mia. Sono stato più male di quanto tu possa credere." era stato lì praticamente tutto il giorno, ed ero consapevole del fatto che stesse male, ma io avevo pensato solo a me stessa e a quanto fossi arrabbiata con lui.
"Ma io cosa ne sapevo?! Ho visto che stavi baciando un'altra ragazza e sono letteralmente impazzita. Solo oggi ho parlato con Cal che alla festa era proprio di fianco a te e...mi ha detto come sono andate davvero le cose." ammisi evitando il suo sguardo.
"E hai creduto a lui e non a me?!" Michael era stupito, e in effetti lo ero anch'io, perché era vero.
Calum mi aveva aperto gli occhi.
"Ero arrabbiata con te! È ovvio che non ti ho creduto!" gli dissi con convinzione.
Quello era l'unico motivo per cui io non mi fossi fidata di lui: ero accecata dal fatto che lui mi avesse tradito.
"Ma ora mi credi, vero?" mi chiese con sguardo speranzoso.
"Sono venuta qui e ho scopato con te su un cazzo di prato...tu che dici?" era ovvio che io l'avessi perdonato, e pensavo l'avesse capito dopo tutto ciò che avevamo appena fatto.
"Lo prendo come un sì." sorrise dandomi un veloce bacio a stampo.
"Ora vestiamoci. Hai la pelle d'oca..." a quel punto Michael recuperò i nostri vestiti e li indossammo.
Prima di andare, lui sistemò tutte le sue cose, io spensi quel fuoco che ormai era già quasi spento, poi presi per mano Michael e andammo via, e passando per il parco, vidi qualcuno seduto ai piedi della grande quercia.
"Mikey, aspetta un attimo." trascinai subito Michael nella direzione della quercia, e già sapevo chi ci avrei trovato.
Infatti, vidi Luke con gli auricolari alle orecchie e lo sguardo sul suo cellulare.
Non ci pensai due volte ad abbassarmi per togliergli gli auricolari, e subito ottenni la sua attenzione.
"Lukey! È tutto a posto?" gli domandai subito.
"Vicky! Mike! Siete tornati insieme?" Luke ci invitò a sederci accanto a lui, e entrambi ci sedemmo.
"Direi di sì! Abbiamo scopato sul prato." rispose Michael senza troppi problemi.
Ma perché gli diceva sempre tutto?
Qual era il suo problema?!
"Sul prato? Cioè...qui al parco? Mi volete spiegare il perché voi fate sempre sesso nei posti più assurdi?!" Luke si mise a ridere, ed io mi nascosi il viso con le mani dall'imbarazzo che provavo.
"Non è vero! Di solito lo facciamo a casa mia...o nella doccia, nella vasca idromassaggio..." Michael iniziò ad elencare tutti i posti in cui avevamo fatto l'amore, ma io lo fermai immediatamente.
"Amore! Smettila!" sbottai tirando un leggero pugno sulla spalla di Michael.
Non lo chiamavo in quel modo da troppo tempo, e mi mancava.
"Vi ho già detto che siete troppo carini insieme?" Luke ce lo ripeteva di continuo, e a me faceva piacere che lo pensasse.
"Sì...beh...lo penso anch'io." ammisi sorridendo e dando un veloce bacio a stampo a Michael.
"In ogni caso...dicci perché sei qui." aggiunsi poi, curiosa di sapere il motivo per cui fosse lì da solo.
"Io...ho ripensato a quello che mi hai detto questa mattina riguardo a Jenna, e...sono venuto qui per pensare." spiegò Luke abbassando lo sguardo.
Ero felice del fatto che avesse deciso di pensare a ciò che gli avevo detto riguardo i suoi continui tradimenti nei confronti di Jenna.
"E...cos'hai deciso?" domandò Michael.
"Ho deciso che voglio cambiare veramente. Lo dico da sempre, ma fin'ora non ci sono mai riuscito. Penso che non abbia senso stare con una ragazza e tradirla in continuazione, quindi...voglio essere un buon fidanzato per lei. So che soffre quando le dico di essere stato con un'altra ragazza, e...ora voglio che lei sia felice con me, perché io la amo, e lei mi ama forse anche più di quanto possa amarla io...altrimenti mi avrebbe già mandato a fanculo e sarebbe andata con qualcun altro." era come se Luke stesse ragionando ad alta voce, e forse stava arrivando ad una conclusione sensata.
"Per questo motivo...Mike, ho bisogno che tu mi aiuti. Voglio diventare come te! Tu sei il fidanzato perfetto! Quello che ogni ragazza vorrebbe! Per favore Mike, ho bisogno del tuo aiuto..." quella di Luke sembrava quasi una vera dichiarazione d'amore, ma mi fece anche capire molte cose: Michael era davvero il ragazzo che tutte avrebbero voluto, perché ora sapevo che in realtà lui non mi avesse tradita.
Era stato davvero uno stupido errore.
"Hemmo...io non sono perfetto. Anche io sbaglio...lo faccio di continuo..." evidentemente Michael non si sentiva poi così sicuro.
"Non è vero! Amore...so che puoi aiutare Luke. Sei la persona giusta per farlo, e adesso lo so anch'io." sorrisi lanciando uno sguardo a Michael.
Solo in quel momento avevo capito quanto lui fosse perfetto nonostante tutto, nonostante il suo passato, e nonostante ogni tanto guardasse altre ragazze...ed io ero estremamente gelosa quando lo faceva.
"Beh...allora posso provarci. Ma tu impegnati!" alla fine Michael accettò, ed io ne fui felice.
Dopodiché, Luke tornò a casa sua, ed io chiesi a Michael di venire al college con me per tranquillizzare Isabelle del fatto che lui stesse bene.
Lei era molto preoccupata, e Michael nemmeno le aveva risposto ai messaggi.
"Amore? Posso stare qui al college per stasera? Mi manca dormire con te e...non mi importa se c'è mia sorella." appena lui scese dalla mia macchina nel parcheggio del college, Michael mi chiese di restare, ed io non potei che accettare.
Così, quando arrivammo alla mia stanza, io aprii la porta ma lì, oltre a Isabelle, c'erano ancora Grace e Naomi.
Non sarei di certo entrata lì con lui.
"Mike! Finalmente sei qui! Ho avuto così tanta paura!" Isabelle lo vide, e corse subito verso di lui ad abbracciarlo forte.
Naomi si alzò immediatamente, e la sua espressione era spaventata.
Forse lo era perché il mio sguardo assassino era puntato su di lei.
"Io...credo di dover andare." disse Naomi avvicinandosi alla porta.
"Ti conviene..." le conveniva davvero andarsene, altrimenti non sarei riuscita a mantenere la calma.
"Voglio scusarmi anche con te, Michael..." mentre Naomi usciva, si avvicinò a Michael, e istintivamente io mi misi davanti a lui.
Volevo solo che stesse alla larga da lui.
"Mi dispiace, ma non posso accettare le tue scuse: la mia fidanzata mi ha lasciato per colpa tua, ed io non posso perdonarti." ero soddisfatta della risposta che Michael avesse dato a quella ragazza.
Mi rendeva ancora più sicura del fatto che potessi fidarmi di lui.
"Michael...almeno tu...per favore..." Naomi tentò di avvicinarsi ulteriormente a Michael, ed io la spinsi via con forza.
"Stai lontana da lui!" sbottai, e proprio in quel momento, anche Grace si mise in mezzo.
"Per favore, basta! Nini vai a casa!" sembrava che lei si fosse schierata dalla parte mia e di Michael, ma non ne ero sicura: in fondo Naomi era sua sorella.
Così lei se ne andò consapevole di aver rovinato tutto ancora una volta.
Eppure non mi dispiaceva affatto per lei.
Se lo meritava.
"Grace, scusa...Michael ed io non ce l'abbiamo con te, dico davvero." tenetti a dirle che la nostra amicizia non si sarebbe rovinata solo perché Naomi era sua sorella.
"Sono io che devo scusarmi con voi. Capisco bene la situazione. Mia sorella non fa altro che rovinare le coppie felici! La odio per questo! Ma non posso avercela con lei a vita...è mia sorella, e lo sarebbe in ogni caso." ero felice del fatto che la mia amica avesse capito.
"Ditemi solo che siete tornati insieme, per favore...non potrei sopportare di sapere che proprio mia sorella vi abbia fatti lasciare definitivamente." Grace era speranzosa, perché sapevamo quanto lei tenesse a noi come coppia: ce l'aveva sempre detto.
A quanto pareva, eravamo la coppia preferita di tutti i nostri amici.
Forse per il fatto di averne passate tante, o per tutto ciò che ci era successo.
"Sì, sì. Siamo tornati ad essere felici insieme perché mi sono resa conto che lui non ha fatto niente, e che non avrei dovuto rompere con lui senza sapere cosa fosse realmente successo. Quindi...sì. Siamo tornati ad essere una coppia." spiegai con un enorme sorriso stampato in faccia.
Adoravo parlare di me e Michael.
"Davvero?" mi chiese lui con stupore, ma allo stesso tempo con tanta felicità.
"Amore...secondo te? L'abbiamo fatto al parco! Ho detto che ti amo, e anche che non avrei dovuto lasciarti! Tu cosa credi?!" sbottai non potendo credere che Michael non l'avesse ancora capito dopo tutto ciò che era successo tra noi nelle ultime ore.
"Sì, ma non me l'hai detto! Non mi hai chiesto se volevo tornare ad essere il tuo fidanzato!" replicò lui.
"Dovevo mandarti una mail per fartelo capire? Un fax? Un piccione viaggiatore? Amore! Svegliati, cazzo! Dopo ciò che abbiamo fatto, pensavo fosse scontato che saremmo tornati insieme, no?" ironizzai il tutto perché la situazione era semplicemente ridicola.
Mi veniva solo da ridere.
"Volevo che tu me lo dicessi..." disse abbassando lo sguardo.
"E va bene. Allora te lo chiedo." dissi mettendogli una mano sulla spalla.
Sembrava banale, ma se quello era ciò che voleva, allora glielo avrei chiesto.
"Hey idiota! Ti va di tornare ad essere il mio fidanzato?" sì, quella era la mia proposta.
Meglio di così non potevo fare.
"Le mie due proposte sono state decisamente migliori di questa, ma...lo apprezzo e dico sì!" Michael aveva ragione: quando lui mi aveva chiesto di essere la sua ragazza, era stato tutto perfetto, come in un sogno...come in un film d'amore...come in un romanzo.
Invece io glielo avevo appena chiesto con il mio solito atteggiamento poco sofisticato, ma quella ero io.
Ero fatta così.
"Bravo. Hai fatto bene." conclusi ridendo, poi lui mi baciò intensamente per lunghi minuti.
"Comunque...posso sapere cosa avete fatto di tanto speciale al parco, che vi ha fatti tornare insieme?" appena ci staccammo, Isabelle iniziò a fare domande, e Michael ed io ci guardammo non sapendo cosa dire a riguardo.
"Isabelle, lascia perdere. Non penso proprio che tu voglio saperlo." Isabelle ricevette la risposta da Grace che si mise a ridere capendo esattamente cosa avessimo fatto al parco.
"Ancora non ho capito, ma non importa." a volte Isabelle era troppo ingenua, e a volte mi chiedevo come fosse possibile esserlo avendo un fratello come Michael.
"Te l'ho sempre detto che sei troppo piccola per capire certe cose..." le disse Michael.
"Mike, ho la stessa età di tua sorella..." ribadì Grace cercando di difendersi.
Effettivamente sembrava che non fosse un problema di età.
"Già...ma tu sei più sveglia di questa creatina." affermò, ed io mi trovai d'accordo con il mio ragazzo.
"Va bene! Ora smettiamola di parlare di ciò che abbiamo fatto! Non mi sembra il caso, okay?!" decisi di cambiare discorso perché alcune cose dovevano rimanere private.
"Non c'è problema! Vi lascio soli. Devo andare da Cal." a quel punto, Grace se ne andò salutandoci.
Così restammo solo Isabelle, Michael ed io.
"Ordino la cena?" quando entrammo in stanza, Michael propose di mangiare lì, e andò subito a stendersi sul mio letto.
"Offri tu?" chiese Isabelle.
"Offro la cena solo a Vicky, non a te." affermò Michael.
Sapevo che da quel momento in poi si sarebbero messi a discutere.
"Eh dai Mike! Non voglio spendere i miei soldi!" Isabelle non era tirchia, voleva solo approfittare di suo fratello maggiore.
L'aveva sempre fatto.
"Allora devo pagarti tutto io?! Se hai bisogno di soldi, chiedi a mamma e papà!" loro continuarono a discutere, ed io ne approfittai per ordinare la cena per tutti pagando io.
Almeno avrebbero smesso di litigare.
"Ho già ordinato io. Ora potete smetterla di discutere inutilmente." li avvertii, poi mi sdraiai accanto a Michael.
"Che cosa?! No! Non dovevi pagare tu! Volevo offrirti la cena!" inevitabilmente lui si arrabbiò con me.
Sapevo che gli dava fastidio quando pagavo io, ma per me i soldi non erano affatto un problema.
"Non importa. Mi ripagherai in un altro modo." gli dissi con un sorrisetto ammiccante, poi gli baciai dolcemente le labbra.
Sapeva che mi stessi riferendo al sesso.
Se mi avesse ripagato in quel modo, non mi sarei di certo lamentata.
"Ogni volta che vuoi. Non hai bisogno di chiedere." rispose sorridendo a sua volta dopo avermi baciata.
Dopo un po' arrivò la cena.
Andai a ritirarla, e iniziammo a mangiare.
Quando finimmo, decidemmo di giocare tutti insieme ai videogiochi anche se Michael non era d'accordo sul fatto che sua sorella giocasse con noi.
Andammo avanti forse per un paio d'ore, poi ci preparammo per andare a dormire.
"Ora che andiamo a dormire...evitate di scopare, ansimare, e ogni rumore molesto. Grazie, e buonanotte!" detto questo, Isabelle si mise a letto.
Michael ed io non potemmo evitare di metterci a ridere, ed era inutile dire che non l'avremmo ascoltata.
Ovviamente non avremmo fatto l'amore in presenza di Isabelle, ma le nostre solite effusioni erano ormai inevitabili.
Infatti, cominciammo a baciarci, e come al solito, Michael iniziò a toccare il mio sedere.
"Ti piace così tanto il mio culo?!" dissi scherzando.
Sembrava non potesse fare a meno di toccarlo in continuazione, ma a me non dava fastidio, ma anzi, era come...piacevole.
"Il più bello che abbia mai visto! Sai quanti ragazzi vorrebbero essere al mio posto per toccare ciò che tocco io?!" mi faceva piacere che lo dicesse, ma tutto ciò mi faceva ridere.
"E tu sai quanti ragazzi già lo fanno da quando sono entrata in questo college?! Soprattutto quei piccoletti del primo anno che toccano e scappano...non mi danno nemmeno il tempo di prenderli a calci." succedeva sempre, e ormai, dopo tutti quegli anni ci avevo fatto l'abitudine.
"Se vedo qualcuno toccarti un'altra volta, sappi che non la passerà liscia! Questo gran bel culo è di mia proprietà!" trenette a dire Michael tirandomi una pacca sul sedere.
"Hey! Intanto ti calmi! Anche io ho le mie proprietà..." dissi facendo scendere una mano fino ad arrivare in mezzo alle sue gambe insistendo sulle sue parti intime.
"Amore...ti prego, non farlo. C'è qui mia sorella..." Michael sussurrò al mio orecchio.
Non potevamo fare assolutamente nulla in quel momento, ma avremmo almeno potuto farci le coccole.
"Lo so. Mi basta stare qui con te." gli sorrisi, poi avvolsi le mie braccia attorno al suo corpo e appoggiai la testa sul suo petto ascoltando i battiti del suo cuore che improvvisamente si fecero un po' più accelerati.
Lui ricambiò accarezzandomi la schiena con una mano, e giocherellando con i miei capelli con l'altra.
Il suo tocco mi rilassata.
"Mi mancava farci le coccole a letto...ti amo Vicky..." mi baciò la fronte ed io non potei fare a meno di sorridere.
"Ti amo Mikey." conclusi dandogli un bacio sulle labbra, poi chiusi gli occhi e dopo un po' mi addormentai.
Finalmente mi sentivo ancora felice con lui, e quella volta avevo come un senso di certezza che nulla avrebbe potuto separarci ancora.
Stavo male senza di lui, e speravo che anche lui la pensasse come me perché io lo amavo veramente.

Forbidden Love 2 // 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora