Michael's pov
Finalmente eravamo in vacanza.
Le tanto attese vacanze di Natale erano arrivate, e ciò significava che quella mattina stessa saremmo partiti per andare in montagna dove avremmo ospitato Victoria anche per il giorno di Natale.
Anche quella volta lei aveva dormito a casa mia, e come al solito, quando suonò la sveglia, mi alzai solo io in modo da far riposare la mia fidanzata per qualche minuto in più.
Poi andai a svegliarla, e in poco tempo era pronta anche lei, in quanto i miei genitori fossero già arrivati lì per venirci a prendere.
Saremmo andati in macchina tutti insieme, e ci sarebbe stata anche mia sorella.
Presi io la valigia di Victoria, e nel frattempo la caricai nel portabagagli insieme alla mia.
Poi salimmo a bordo anche noi e partimmo.
Eravamo entrambi così emozionati!
"A chi stai scrivendo?" appena vidi mia sorella al cellulare, la domanda sorse spontanea.
Oltretutto...mi ero seduto in mezzo apposta per controllare entrambe le mie ragazze.
"Fatti gli affari tuoi." Isabelle mi zittì immediatamente.
Non me lo aspettavo...
"Fammi vedere!" non ci misi molto a prenderle il cellulare dalle mani.
Nonostante le sue proteste, sapeva che avrei vinto io.
Infatti riuscii a controllare ogni cosa.
"Ash?! Perché gli scrivi ancora? Sai che ha una nuova fidanzata, vero?" la verità era che volevo che smettesse di provarci con lui, perché ero certo che l'avrebbe fatto soffrire...ed io non potevo permetterlo.
"Sì! Lo so! Ed è anche più stupida di te!" sembrava che lei l'avesse già conosciuta e che si fosse già fatta un'idea della persona che fosse.
"Sei solo invidiosa..." replicai pensando a quanto a mia sorella potesse rodere il fatto che il suo ex ragazzo di cui era ancora innamorata, ora avesse un'altra fidanzata.
Chiunque al suo posto avrebbe cercato di trovare quanti più difetti possibili in quella ragazza.
"Lascia stare il fatto che io vorrei solo che scomparisse dalla faccia della terra! Ma credimi se ti dico che è stupida davvero. È la classica oca rifatta dalla testa ai piedi, ma forse era il cervello l'unica cosa che doveva rifarsi..." spiegò Isabelle.
Beh, sembrava convincente.
Forse era davvero così.
"Ne conosco un'altra così...quella troia..." improvvisamente Victoria intervenne parlando a denti stretti con la voce bassa, e con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino.
"Ti riferisci a C..." io avevo capito di chi stessero parlando, e appena Isabelle iniziò a parlare, io le misi subito una mano sulla bocca per evitare che dicesse quel nome.
Non sarebbe stata per niente una buona idea parlare di Catherine proprio davanti a mia madre.
"Sì Isabelle. Hai capito bene..." rispose ancora Victoria sapendo che mia sorella avesse capito.
"Già...comunque la ragazza di Ash non arriva a quei livelli. Credo che sia decisamente meglio di quell'altra." continuò Isabelle.
Ciò che aveva detto mi fece capire che probabilmente le cose che diceva riguardo alla nuova fidanzata di Ashton fossero vere, ma avrei dovuto conoscerla prima di giudicare.
"Possiamo parlare di altro?" domandai interrompendo qualsiasi cosa avrebbero aggiunto a riguardo.
Io non volevo neanche più sentire parlare di Catherine, sia per ciò che aveva fatto a me, e sia per ciò che aveva fatto a Victoria: ero ancora convinto che fosse stata lei a mandare tutti quei bigliettini che avevano portato la mia ragazza ad un gesto estremo, ma sarei andato a fondo alla questione.
Il colpevole doveva uscire allo scoperto, e ce l'avrei fatta, ma non era di certo quello il momento adatto per indagare.
"Sì, comunque è stato Ash a ricominciare a scrivermi quando siete spariti da Sydney. Ora continuiamo a scriverci, ma solo come amici...nulla di più. Adesso puoi ridarmi il cellulare?" non mi aspettavo che sarebbe stato proprio Ashton a ricominciare a scrivere a mia sorella, ma forse l'aveva fatto solo perché era preoccupato per noi in quanto improvvisamente non gli avessimo più risposto al telefono, e forse dava per scontato che Isabelle sapesse qualcosa.
"Va bene, ma non spingerti troppo oltre con lui. Ti tengo d'occhio!" la avvisai quasi minacciandola, poi portai finalmente tutta la mia attenzione a Victoria che nel frattempo scriveva a Luke.
"Salutami la mia puttanella." dissi a Victoria che scrisse a Luke testuali parole.
"Ha risposto 'Ciao amore mio, divertiti'...io non ho parole..." Victoria lesse il messaggio mettendosi a ridere, ma trovandosi allo stesso tempo un po' spiazzata.
Quello che lei non sapeva era che Luke ed io andavamo così tanto d'accordo che spesso parlavamo del fatto che se uno di noi due fosse stato una ragazza, molto probabilmente avremmo fatto coppia fissa.
"Amore? Ti va di guardare un film?" dopo un po', decisi che per far passare il tempo più velocemente, avremmo potuto guardare un film in quanto il viaggio sarebbe stato molto lungo.
Victoria accettò, così ci mettemmo le cuffie.
"Cosa guardate?" mia sorella si intromise subito, ed io alzai gli occhi al cielo infastidito.
Ma perché doveva sempre intromettersi?!
"Nulla che possa piacerti. Non ho nemmeno il doppio attacco per le cuffie." non le avevo mentito perché quella era solo la verità, ma anche se ci fosse stato un modo, di certo l'avrei esclusa da tutto ciò.
"Isabelle, lascia stare tuo fratello!" fortunatamente mio padre intervenne in mia difesa, ed io le feci il dito medio.
Ovviamente lei si vendicò dandomi uno schiaffo sul braccio, io tirandole i capelli...e così via.
Qualcosa mi diceva che in quei giorni Victoria avrebbe assistito a parecchie litigate tra me e Isabelle.
"Mikey! Basta! Lasciala in pace!" Victoria ci fermò, e aveva fatto bene perché la situazione stava decisamente degenerando.
Sembravamo due bambini.
"Ha iniziato lei!" replicai senza pensarci.
"Hey...basta, okay? Guardiamo il film." a quel punto, Victoria appoggio la testa sulla mia spalla ed io cedetti mettendole poi un braccio attorno alle spalle per tenerla il più vicino possibile a me.
Finalmente avevamo raggiunto l'equilibrio giusto che ci permetteva di stare tranquilli.
O almeno così credevo...perché dopo quasi mezz'ora, sul mio cellulare arrivò un messaggio che interruppe il film.
Fu inevitabile che Victoria lo leggesse, e subito mi guardò con sguardo assassino.
"Chi è questa? Perché ti ha scritto 'Mi manchi anche tu'?! Mi vuoi spiegare cosa significa?" improvvisamente provai tanta paura.
Non sapevo nemmeno cosa dire.
"Vicky...giuro che non è nulla. È solo una mia vecchia amica di Los Angeles." non era del tutto una bugia, ma anzi era proprio la verità.
"Allora non ti dispiacerà farmi leggere i messaggi, vero?" Victoria era già molto arrabbiata, ma cercò di non scomporsi davanti ai miei genitori.
"No Vicky, lascia stare...io..." non sapevo cosa dire.
Non aveva mai controllato il mio cellulare perché non ne aveva mai sentito l'esigenza, e lo stesso avevo sempre fatto con lei: mi fidavo.
"Ti conviene dirmi la verità. O parli tu, o lo scoprirò da sola." mi minacciò.
"Ne parliamo quando arriveremo, okay?" non volevo che i miei genitori ci sentissero discutere, anche perché a quel punto avrebbero avuto ragione loro riguardo alla nostra relazione.
Così Victoria non disse più nulla, ma era comunque furiosa e lo capivo anche dal fatto che lei continuasse ad evitare ogni mio contatto.
Non mi permetteva neanche di sfiorarla.
In ogni caso, appena arrivammo a destinazione tutto era ricoperto di neve e Victoria sembrava aver cambiato umore: lei amava la neve e i paesaggi innevati.
"Oh mio dio! Qui è fantastico! C'è la neve e...wow...è così bello..." esultò appena scese dalla macchina.
Inutile dire che non si stava rivolgendo a me, ma solo a mia sorella e ai miei genitori che le sorrisero.
Io intanto presi la mia valigia e quella di Victoria per portarle in casa e lo stesso fecero anche gli altri.
"Andate pure a sistemarvi al piano di sopra. Ah! Mi raccomando...stanze separate, intesi?" prima di salire, mia madre trenette a puntualizzare le sue condizioni.
"Nessun problema! Isabelle non starà in camera con noi." risposi con fermezza.
"Michael! Intendevo tu e Victoria! Dividetevi le stanza come volete, ma voi due non insieme, per favore..." avevo capito benissimo quali fossero le intenzioni di mia madre, ma decisi di fare finta di niente e rigirare la sua richiesta.
"Sono d'accordo. Starò io con Isabelle." inaspettatamente Victoria diede ragione a mia madre, e sapevo che l'avesse fatto solo perché in quel momento era arrabbiata con me.
"Va bene. Dai! Andate a sistemarvi." detto questo, noi tre salimmo al piano superiore, e senza degnarmi neanche di uno sguardo, Victoria entrò in una camera con mia sorella, mentre io mi sdraiai sul letto riguardando i messaggi che forse avrei dovuto cancellare per non correre il rischio che Victoria li leggesse, ma sarebbe stato anche peggio.
Dopo un paio di minuti, lei entro in camera mia senza neanche bussare e con passo deciso verso di me.
Voleva parlarmi ed era giusto così.
"Vicky..." dissi soltanto non sapendo cosa dire.
"Fammi leggere i messaggi. Adesso." non era mai stata così seria, e nonostante io avessi almeno tentato di mettere in tasca il cellulare, lei riuscì a prendermelo dalle mani imponendomi di inserire il codice di sblocco.
Inizialmente ci fu silenzio, poi cominciò a leggere ad alta voce alcuni dei messaggi che io avevo inviato:
"Ogni tanto anche io ripenso ai bei vecchi tempi."
"A volte vorrei tornare a Los Angeles per uscire con te."
"Mi manchi tanto..."
Okay, letti ad alta voce avevano tutto un altro suono, ma in fondo non era come sembrava.
"Cosa cazzo significa?! Michael, dimmelo! Dimmi chi è questa ragazza!" Victoria sbottò puntandomi un dito contro.
Aveva ragione.
Non sapevo cosa dire.
"Lei è...è una mia vecchia...amica. È di Los Angeles." non aggiunsi altro.
Solo ciò che già le avevo detto.
"A una tua amica scrivi queste cose?! Michael, non prendermi per il culo, perché con me non attacca! Cosa c'è tra voi? Voglio la verità!" insistette avvicinandosi a me con il mio cellulare in mano.
"Okay...ammatto che c'è stato un piccolo flirt, ma..." non feci neanche in tempo a finire la frase che subito Victoria mi diede un forte schiaffo.
"Un piccolo flirt?! Michael! Stai con me da sette mesi! Abbiamo fatto sette mesi solo pochi giorni fa! Da quanto va avanti questa cosa?" lei continuava a spintonarmi, e forse mi meritavo tutto quanto.
"In realtà tra noi...c'è sempre stato una sorta di tira e molla, anche molto prima che conoscessi te, ma...con lei avevo perso ogni contatto perché mi sono innamorato di te. Mi ha scritto lei dopo che siamo tornati da Los Angeles perché ha detto di avermi visto, ma che non ha fatto in tempo a salutarmi. Così...abbiamo ricominciato a scriverci e..." cercai di spiegare cosa fosse realmente successo, ma venni interrotto ancora una volta.
"Tu ci hai provato con lei! Come hai potuto? Pensavo mi amassi! Che bisogno avevi di provarci con un'altra ragazza?! So di non essere abbastanza! So di essere sbagliata, ma io pensavo che mi avresti accettato per quella che sono! Forse non sono all'altezza..." in quel momento Victoria scoppiò in lacrime, ed io istintivamente mi alzai per abbracciarla.
Fortunatamente si lasciò abbracciare, forse perché non era più nelle condizioni di reagire.
"Amore...non dire queste cose. Sono io che non sono alla tua altezza. Continuo a fare cazzate su cazzate, e...e mi dispiace! Io...io non so perché l'ho fatto. Sai che non ti ho mai tradita, e mai lo farò, perché io ti amo...voglio passare la mia vita con te..." non era la prima volta che glielo dicevo, ma non ero mai stato così sincero con lei, perché mi ero davvero reso conto di ciò che avevo fatto.
"No! Vaffanculo Michael! Non toccarmi!" lei sbottò alzando la voce e spingendomi via ancora una volta.
"Amore...ti prego, non fare così..." mi trovai anch'io sul punto di piangere per la paura di perderla.
Lei aveva ragione su tutto, ed io mi ero comportato male.
"Hey...ragazzi va tutto bene?" proprio in quel momento mio padre entrò in camera in quanto avessimo lasciato la porta aperta.
Vide Victoria intenta ad asciugarsi le lacrime, e subito si precipitò da lei.
"Vic...perché piangi? Cos'è successo?" a quella domanda, lei mi lanciò subito uno sguardo come per farmi capire che non avrebbe detto niente.
"Io...io sto bene..." non aggiunse altro.
Cercò solo di sembrare forte e sicura di sé.
Era anche per questo che la amavo: era una vera guerriera...più di me.
"No...non è tutto a posto. Papà...ho fatto una cazzata, e...e mi sento così in colpa...è solo colpa mia!" decisi di parlare per togliermi un peso dal petto.
Ne avevo bisogno.
"Ho paura a chiederti cos'hai fatto stavolta..." mi disse lui abbracciando Victoria.
"Io...io ho avuto un flirt con un'altra ragazza...una mia vecchia compagna di classe di Los Angeles..." ammisi abbassando lo sguardo, mentre Victoria scoppiò nuovamente in lacrime.
Odiavo vederla così, soprattutto se la causa di quelle lacrime ero io.
"Michael, ma ti pare normale ciò che hai fatto? Sei fidanzato con Victoria da molti mesi! Prenditi le tue responsabilità!" mio padre non fece altro che rimproverarmi, e in realtà non ce n'era nemmeno bisogno perché avevo già capito i miei errori.
"Lo so! So di aver sbagliato, e non so nemmeno perché l'ho fatto! Io sto bene con Vicky, e voglio solo lei! Mi dispiace..." era la verità e volevo solo essere creduto.
"Pensi che delle scuse bastino? Michael, ti consiglio di fare qualcosa per sistemare tutto. Stai rovinando il Natale alla tua ragazza." a quel punto, mio padre ci congedò chiedendo a Victoria se volesse scendere al piano di sotto con loro, ma lei rifiutò.
"Vicky..." cercai di andare da lei, anche per riprendermi il telefono che aveva ancora in mano, ma soprattutto perché avevo bisogno di lei.
"Ho detto che non mi devi toccare!" sapevo che mi avrebbe allontanato.
"Ma amore, io..." iniziai a parlare, ma proprio in quel momento mi squillò il cellulare.
Victoria guardò subito chi fosse il mittente, ed era proprio lei: la ragazza dei messaggi.
Un'occhiataccia da parte sua fu inevitabile.
"Se tu non vuoi...non rispondo..." le dissi non sapendo come reagire davanti a una situazione simile.
"No, no...anzi, rispondo io." improvvisamente tornò ad essere forte...o almeno fingeva di esserlo.
"Vicky, per favore...non fare cazzate..." forse non avrei dovuto dirlo in quel modo, ma volevo che capisse che in ogni caso io tenessi all'amicizia di quella ragazza.
"Tu sei l'ultimo che può dirmi di non fare cazzate. Voglio solo parlare con la tua seconda fidanzata e fare un discorso da ragazza a ragazza. Che male c'è?" Victoria iniziò ad usare l'ironia, e ciò significava che non era solo arrabbiata, ma molto di più!
C'era aria di vendetta.
"Non è la mia seconda ragazza! Sei tu l'unica, lo capisci?" lei nemmeno mi ascoltò.
Scrollò solo le spalle e rispose al cellulare attivando il vivavoce.
Ero terrorizzato da ciò che avrebbero potuto dirsi quelle due.
Si sarebbero schierate entrambe contro di me, e a quel punto sarebbe stata la fine.
"Pronto?" rispose Victoria.
"Pronto? Scusa, ma chi sei? Ho sbagliato numero?" la mia amica era convinta di aver sbagliato numero, in quanto non avesse sentito la mia voce.
"No, no. Il numero è giusto. Cercavi Michael, dico bene?" e da lì sarebbero iniziati i guai.
Iniziavo ad agitarmi, tanto che mi sudavano le mani.
Ero stato beccato in pieno, ed era una sensazione orribile: un mix tra paura, sensi di colpa, tristezza...
"Sì, esatto. Lui mi aveva detto di chiamarlo verso quest'ora. Ma tu chi sei?" non potevo credere che lei avesse detto a Victoria che ero stato io a dirle di chiamarmi...anche se in realtà era vero.
Le avevo davvero detto io di farlo, ma non avevo pensato alla possibilità di essere beccato.
"Io sono la sua fidanzata, e tu?" le chiese Victoria lanciandomi uno sguardo di sfida.
"La sua fidanzata?! Che cosa?! Ma lui non mi ha mai detto nulla a riguardo..." non avevo mai parlato con lei di Victoria...avevo sempre evitato l'argomento.
"Bene...allora la cosa è ancora più grave..." commentò la mia ragazza.
"Senti...io non so se tu hai letto tutti i messaggi, ma se stiamo parlando adesso...probabilmente l'hai fatto. Voglio che tu sappia che se Michael mi avesse detto di essere fidanzato, io nemmeno gli avrei scritto. È una questione di rispetto, e mettendomi nei tuoi panni...posso capire benissimo la situazione." la mia amica risultò molto disponibile e aperta al dialogo, ma questo giocava decisamente a mio sfavore.
"Pensa che io l'ho scoperto solo oggi..." Victoria continuava a rispondere quasi a monosillabi, forse perché ancora dentro di sé stava male.
Ero certo che fosse così.
"Mi dispiace...posso solo immaginare quanto tu stia male in questo momento. Giuro che se lui mi avesse detto di te, io sarei stata dalla tua parte. Non posso crederci che sia successo tutto questo! Io...io non me l'aspettavo..." forse lei era anche più dispiaciuta di quanto potesse esserlo Victoria.
"Non preoccuparti. Non me la prendo con te che non sapevi nulla. Qui l'unico con cui dovrei incazzarmi è proprio Michael..." anche Victoria risultò comprensiva nei confronti della mia amica, ma chi sarebbe stato comprensivo con me?
"Già...ci sono rimasta davvero male. È proprio un coglione..." disse la mia amica, ed io mi sentii ancora di più una merda, perché ora avevo contro di me ben due ragazze.
"Posso chiederti se c'è mai stato qualcosa tra voi? Scusa per la domanda indiscreta...voglio solo ricollegare i pezzi..." domandò poi Victoria.
"No, non c'è mai stato nulla. Uscivamo inseme all'inizio del college l'anno scorso: io ci provavo con lui, e lui ci provava con me, ma...nulla. Né un bacio, né nient'altro. Poi lui si è trasferito a Sydney e...beh, non ho saputo più nulla di lui fino a poco tempo fa." con questo Victoria poteva stare tranquilla, perché già le avevo detto che lei era stata il mio primo vero amore, e lo era ancora.
Con Catherine invece...era stato un capitolo a parte.
"Capisco. Beh...ti ringrazio." concluse Victoria.
"Figurati! Forse dovrei essere io a ringraziarti. Ricordati che se hai bisogno anche solo di parlare con qualcuno...se vuoi puoi chiamarmi." a quel punto si salutarono e la telefonata terminò.
Era andata anche meglio di quanto mi aspettassi...finché Victoria non mi diede un altro schiaffo.
"Nemmeno le hai detto di essere fidanzato! Qual era il tuo obiettivo?! Che senso ha tutto questo?!" mi chiese alzando ancora la voce.
"Nulla! Lo so che non ha senso! Vicky, lo so! Ho sbagliato, e mi dispiace..." avevo come l'impressione che ciò che avevo fatto avrebbe reso il nostro rapporto irreparabile.
Ma non sarebbe dipeso da me.
"Cosa volevi da lei? Te la saresti davvero portata a letto nonostante tu sia il mio ragazzo?" mi chiese con ancora le lacrime agli occhi.
"No! Assolutamente no! Vicky, io non l'avrei mai fatto!" era la verità: quello che c'era stato era solo un semplice flirt che non avrebbe portato a nulla.
"Io...io non capisco, Michael. Pensavo fossi felice con me! Che bisogno avevi di desiderare un'altra? Viviamo praticamente insieme! Facciamo l'amore quasi tutti i giorni, usciamo, ci divertiamo...cosa vuoi di più?! Se per te non è abbastanza...io non saprei cos'altro fare per te, perché sto davvero dando tutto...sto dando tutta me stessa in questa relazione, e tu cosa fai?! Cerchi un'altra ragazza! Questo è troppo, Michael...è davvero troppo..." quel discorso mi fece tornare in mente mille ricordi di noi due insieme.
Ricordi belli, ma anche ricordi brutti.
"Amore...tu non devi fare nient'altro. Tu sei perfetta, e io ti amo così come sei. Non voglio che pensi certe cose...e mi fa male vederati piangere. Più di quanto tu possa credere. Sono io che non sto dando abbastanza per renderti felice, e mi dispiace. Non so cosa mi sia passato per la testa, ma giuro che non sarebbe successo niente in ogni caso. Te lo giuro Vicky...io amo solo te e non ti sostitutirei mai con nessun'altra al mondo. Credimi, ti prego..." mi trovai a supplicarla, perché sapevo cosa avrei rischiato: oltre ad un altro schiaffo, rischiavo la rottura con lei, ed era decisamente peggio.
"Io...mi dispiace...non riesco a passare sopra a ciò che hai fatto. Mi sento...presa in giro." ammise sembrando un po' più calma, forse perché piangere l'aveva sfinita e ormai non aveva più la forza nemmeno di urlarmi contro.
"Vicky...ti prego...dammi la possibilità di sistemare le cose. Io...non so cosa fare senza di te. Sarei completamente perso..." non potevo credere che avrei mai detto una cosa del genere, ma ora era quella la verità.
Senza di lei mi sarei sentito inutile, vuoto, del tutto solo...
"Ti ricordi quando ho cantato per te davanti a casa tua? E il nostro primo bacio sotto le stelle? È stato tutto così perfetto...poi quando siamo andati in Giappone...è lì che ho deciso che avrei voluto solo te come donna della mia vita, ed è lì che ho deciso di ufficializzare il nostro fidanzamento..." iniziai puntando sui ricordi, e vidi subito un accenno di sorriso sulle sue labbra.
Era un buon segno: anche lei stava ricordando quei momenti così belli e magici.
"Mikey...voglio stare sola. Esci...per favore..." mi chiese voltandosi di spalle e parlando con tono fermo e sicuro.
Non capivo il motivo per cui non mi volesse lì...
"Vicky...ma questa è la mia stanza..." puntualizzai non sapendo dove altro andare.
"Ho detto che voglio stare sola!" sbottò ancora.
"Okay! Okay...scusa. Me ne vado." non mi restava che assecondarla, altrimenti avrei solo peggiorato le cose.
Così uscii dalla stanza andando al piano di sotto dai miei genitori.
Mi sedetti davanti al camino già accesso con le ginocchia al petto.
Cercai in tutti i modi di trattenere le lacrime, perché forse poteva non sembrare così, ma stavo malissimo.
Stavo davvero male per ciò che avevo fatto.
"Mike? Hai risolto?" mi chiese mio padre mettendomi le mani sulle spalle.
"No...è davvero molto arrabbiata...e fa bene ad esserlo. Ha ragione..." risposi sospirando.
Speravo che almeno lui potesse aiutarmi: in fondo...mio padre era sposato con mia madre da moltissimi anni, senza contare tutti gli anni di fidanzamento.
Questo significava che sapeva come comportarsi in situazioni come quelle, vero?
"Le hai chiesto scusa?" la sua domanda era stupida, perché era ovvio che io l'avessi fatto: mancava solo che io mi mettessi in ginocchio per farmi perdonare.
"Le ho provate tutte! Ogni cosa! Non so più cosa fare. Papà...io la amo. Ho paura di perderla..." non avevo mai parlato in quel modo con mio padre, ma sembrava essere arrivato il momento di farlo, e speravo che tutto ciò portasse a qualcosa.
"Devi trovare il modo di farti perdonare. Perché non la porti alle terme? Almeno vi rilassate un po' entrambi, e...credo che sia un buon modo per riavvicinarvi." sapevo che lì c'erano delle terme, ma non ci ero mai stato perché solitamente andavano i miei genitori.
"Non lo so...Vicky non è come le altre. Non posso 'comprarla' in questo modo. Non funzionerà mai..." quello era uno dei lati che più amavo di lei: non poteva essere comprata con regali costosi, o qualsiasi cosa che si potesse acquistare.
A lei piacevano i piccoli gesti e le dimostrazioni di fiducia, di affetto, e di amore.
Voleva questo e nient'altro.
"Tu provaci. Male che vada, ti farà affogare nella vasca idromassaggio." mio padre ci scherzò su, ma non conosceva abbastanza bene Victoria.
"Non è per niente rassicurante..." replicai.
"Dai, sto scherzando! Comunque...tieni! Ti lascio i soldi. Portala alle terme. Fidati di me." a quel punto, mio padre mi spinse ad alzarmi da lì per andare dalla mia ragazza, ed io gli diedi ascolto.
Quando andai al piano di sopra, prima di aprire la porta della mia camera, bussai sapendo che lì dentro ci fosse Victoria.
Come mi aspettavo, non ricevetti nessuna risposta, ma entrai comunque.
"Hey...principessa, ti va di venire con me?" lei era sdraiata sul letto rannicchiata con le ginocchia al petto, ed io mi sedetti sul bordo del letto spostandole poi i capelli dal viso.
Era così bella anche quando piangeva...ma stavo male a vederla così.
"No! Vai via!" singhiozzò.
"Dai, amore...è ancora mattina e abbiamo altri due giorni per stare qui. Davvero vuoi stare a letto finché non torneremo in città?" sperai di spronarla a reagire, anche perché mi sarebbe dispiaciuto se fosse rimasta in casa ogni giorno pur avendo a disposizione decine di attività diverse da poter fare insieme.
"Ora alzati da qui. Voglio portarti in un bel posto." senza dire niente, lei si alzò ed io le presi una mia felpa e la sua giacca.
"Copriti bene che qua fa molto freddo. Andiamo, vieni con me." così, dopo essermi assicurato che fosse coperta bene, la trascinai letteralmente fuori da casa.
Ancora evitava di parlarmi e di farsi prendere per mano, ma il fatto che fosse uscita con me era già un grande passo.
Così, mentre camminavamo lungo il paesaggio innevato, tra noi c'era silenzio, e mentre io tenevo lo sguardo basso sulla neve bianca, lei si guardava intorno probabilmente in cerca di qualche attività da poter fare nei giorni successivi.
Finché non si fermò cambiando strada e facendo qualche basso verso un fitto bosco: lei amava i boschi, soprattutto di notte.
Non sapevo cosa la affascinasse tanto di quei posti quando era buio, ma lei era diversa: le piacevano tutte le cose che tutte le altre persone avrebbero trovato spaventose e inquietanti.
Io ero tra quelle persone...
"Vuoi andarci quando torniamo dalle terme?" le chiesi cercando un modo per accontentarla.
"Se non ti caghi sotto..." commentò lei alzando gli occhi al cielo.
Beh...almeno mi aveva rivolto la parola.
Così ricominciammo a camminare finché non arrivammo a destinazione.
Provammo ogni singola attività là dentro, dalla sauna, alle vasche idromassaggio...le mie preferite.
Era così rilassante stare lì immersi nell'acqua calda, circondati da vapore e luci soffuse...ma la cosa peggiore era che Victoria nemmeno mi rivolgeva la parola.
"Amore? Posso fare una cosa?" le domandai avvicinandomi a lei e mettendole un braccio attorno alle spalle.
Lei mi guardò un po' perplessa, poi annuì alzando gli occhi al cielo.
Esitai un po', ma alla fine decisi di farlo, e la baciai.
Fu incredibile il fatto che lei ricambiò senza esitare, anche quando decisi di chiederle l'accesso con la lingua.
Forse in fondo lei mi aveva già perdonato, ma era decisamente troppo orgogliosa per dirmelo, o farmelo capire.
"Ho sempre desiderato farlo! Lo vedevo fare solo nei film romantici..." il bacio alle terme era un classico dei film d'amore, ed io volevo farlo.
"Sei un idiota!" disse ridendo e schizzandomi l'acqua in faccia.
"Quindi me lo dai un altro bacio?" le domandai schizzandole a mia volta l'acqua in faccia.
"No! Piuttosto ti affogo qui e lo faccio passare per un incidente." beh...mio padre mi aveva avvisato.
"E poi come farai senza di me? Chi ti romperà i coglioni ogni giorno come faccio io?" il mio era un altro tentativo di far riemergere i bei ricordi, e sembrava funzionare: lo vedevo dal suo sorriso.
Poi lei alzò gli occhi al cielo, ed io ne approfittai per baciarla ancora.
"Ti odio." disse quando ormai avevamo smesso di baciarci.
"Mi perdonerai mai?" forse avevo sbagliato a farle quella domanda proprio in quel momento in cui non stava pensando a ciò che avevo fatto.
"Non lo so...è sbagliato sentire l'esigenza di controllarti di più? Perché io...non sono quel tipo di persona, e tu lo sai bene, ma...dopo ciò che hai fatto..." capivo benissimo cosa intendesse dire, ed ero anche consapevole del fatto che Victoria mi avesse sempre lasciato anche fin troppo libero: non mi aveva mai controllato, non mi aveva mai chiesto con chi uscissi...e lo stesso facevo io con lei, perché era giusto così.
"No...no, hai pienamente ragione. Capisco che ora tu non ti fidi più di me. Lo capisco benissimo. E...e se vorrai controllarmi, allora puoi farlo." glielo avrei permesso senza problemi, perché da quel momento in poi io non le avrei più mancato di rispetto in nessun modo.
Non ce l'avrei fatta a farlo ancora.
Non ce l'avrei fatta a vederla piangere e soffrire ancora a causa mia.
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Forbidden Love 2 // 5sos
FanfictionOrmai le cose stavano cambiando...io stavo cambiando. Pensavo non potesse accadere, ma forse mi sbagliavo. Dovevo solo capire quale fosse la causa di tutto questo, e non sarebbe stato facile, perché non lo sapevo nemmeno io, e probabilmente non l'av...