Un porto sicuro, tra le tue braccia!

Inghilterra, Londra, 20 novembre, 1927

Newt aveva accettato di ospitare tutti coloro che né avessero bisogno. Aveva creato una stanza per le ragazze e aggiunto un letto nella sua per Jacob. Nagini si era preoccupata subito data la sua condizione, ma si era calmata quando aveva saputo che Newt lavorava con le creature magiche e che sarebbe stato un onore poter proteggerla per un po', fin tanto che Silente non avesse trovato una casa idonea per lei. Newt aveva incontrato altri Maledictus nella sua vita, ma questa ragazza era diversa, perché era in grado di controllare la trasformazione. Doveva essere una strega molto potente.

Theseus era tornato a casa sua, ma Newt sapeva che non gli avrebbe fatto bene. Appena si sarebbero sistemati, sarebbe andato dal fratello e lo avrebbe convinto a venire a stare da lui. Voleva tenerlo d'occhio: sicuramente si sarebbe gettato nel lavoro fino a sfinirsi... Si sarebbe ucciso, in poche parole.

Jacob si era offerto di preparare tutti i loro pasti, anche se Newt gli aveva detto che avrebbe potuto farlo la magia, ma il suo amico aveva ribattuto che aveva bisogno di fare qualcosa o sarebbe impazzito.

Nagini era la più tranquilla del gruppo e solitamente se né stava seduta sul divano, davanti al fuoco, a leggere il libro di Newt. Era talmente concentrata che nessuno aveva cuore di disturbarla e solo per ricordarle che il suo unico amico si era unito a Grindelwald. E poi era anche un modo per fare conversazione a tavola. Nagini si era talmente appassionata alla lettura che poi cercava di tirare fuori altri dettagli a Newt.

Tina aveva pregato il magizoologo di poterlo aiutare con le sue creature, visto che anche lei doveva fare qualcosa per non cadere nei pensieri cupi. Newt non aveva dovuto pensarci due volte e aveva subito accettato. Le aveva insegnato a prendersi cura di molte delle creature che abitavano il suo seminterrato. Chiaramente non la faceva avvicinare a quelle più pericolose come il Kelpie e alcuni carnivori abbastanza aggressivi verso le persone che non conoscevano.

Newt si sforzava di essere sempre attivo, sempre positivo e sempre pronto ad offrire il suo appoggio a tutti, ma la notte si svegliava in un bagno di sudore da incubi terribili che gli ricordavano che anche lui aveva perso molto. Il peso del suo stesso dolore stava diventando insopportabile e solo le sue creature sembravano in grado di percepirlo. Lo Zowou, non appena vedeva il suo padrone, gli si lanciava contro e si strusciava contro di lui, cercando di spingere via tutta la sua tristezza. La notte, quando era stufo di essere perseguitato dagli incubi, scendeva nel seminterrato e andava dallo Zowou e si lasciava andare alla sua personale tristezza. Le sue creature gli si avvicinavano. Dugal lo seguiva ovunque e lo abbracciava. Spesso si addormentava e almeno intorno alle sue creature non aveva incubi e riusciva a riposare per qualche ora. Gli altri non chiedevano perché la mattina non venisse fuori dalla sua stanza, ma invece uscisse dal seminterrato. Forse Tina aveva capito qualcosa, ma era inutile sovraccaricarla di altre preoccupazioni: lei doveva già fronteggiare il suo di dolore, non poteva aggiungere quello di Newt.

Quella mattina, quando Bunty entrò, salutando tutti, porse la posta a Newt, ma una lettera la diede a Tina. «Questa è per lei, signorina Goldstein.»

«Tina.» La corresse lei, con un debole sorriso. «Grazie, Bunty.»

Newt era curioso, anche se non né aveva il diritto, di sapere chi le avesse scritto. Quando girò la busta per aprirla, il magizoologo lesse il mittente e il suo cuore rischiò di andare in mille pezzi: Achilles Tolliver. Per qualche secondo il magizoologo non riuscì a respirare. Dovette costringersi a distogliere lo sguardo e posarlo sulla sua colazione. Che vorrà? Le chiederà di tornare a New York? Tina mi lascerà di nuovo? Domande su domande che per altro non aveva neanche il diritto di prosi. Lui e Tina erano solo amici... Il suo cuore affondò ancora di più, il peso di un sentimento a lui nuovo che rischiava di romperlo in mille pezzi.