Oceano Indiano, Maldive, 11 novembre, 1928

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Si svegliò quando i raggi del sole gli colpirono gli occhi. Tina, che era voltata verso di lui, non ci fece caso e continuò a dormire. Quando Newt si stiracchiò, sua moglie si mosse a sua volta, ma solo per farsi più vicina. Si piegò su di lei e le baciò la fronte. Non voleva svegliarla, non ancora, poi però vide il suo ventre muoversi: il bambino si era già svegliato, come faceva spesso.

Newt rise piano, si chinò e le baciò lo stomaco. «Piccolo, calma, lasciala riposare ancora per un po'.» Suo figlio si calmò all'istante, ma ogni volta che Newt interrompeva le sue attenzioni, riprendeva con più energia di prima. «A volte sei più bisognoso di tua madre.» La cosa lo divertiva e gli piaceva il fatto di riuscire a calmarlo. «Ti amo tanto, mio piccolo grande tesoro.»

«Stai di nuovo parlando alla pancia?» Mormorò la voce insonnolita di Tina. «Si muoveva?»

«Era un diavolo!» Rise Newt, continuando con le sue attenzioni al figlio, ma anche concentrandosi sulla madre. «Ricomincia appena lo lascio in pace.» La guardò con occhi danzanti. «Mi ricorda qualcuno.»

Tina rise leggermente ed inarcò la schiena, affinché la pressione delle labbra di Newt sul suo ventre aumentasse. Le sue mani risalirono le gambe, i fianchi e le avvolsero la schiena, tenendola stretta a lui. Newt adorava portarla al limite, perché in realtà era lo stato in cui lui era costantemente immerso, ogni momento della loro vita. Bastava che lei lo guardasse, con quei suoi occhi come le Salamandre e Newt era perduto. Detestava essere l'unico a soffrire in questo modo, quindi quello era il suo modo per fargliela pagare.

Solo che questa volta fece durare la magnifica tortura un po' di più e Tina ovviamente se né accorse. «Newt...» Brontolò, tentando di tirarlo verso di sé. «Hai deciso di torturarmi per tutto il giorno, oggi?»

«Può darsi.» Rispose il magizoologo, che però, in realtà aveva in mente un piano diabolico.

Tina, alla fine, dopo l'ennesimo minuto passato solo a sorbirsi quella deliziosa tortura, decise di passare al contrattacco... Meno male: anche Newt stava cedendo. Gli afferrò con forza le spalle e lo girò di schiena, salendogli sopra e baciandolo con una passione appena controllata. Le loro labbra quasi non si sfiorarono, che i loro corpi erano già uniti. Newt sospirò di sollievo e la attirò a sé per baciarla. Le avvolse la schiena con le braccia e sentì distintamente le unghie di Tina penetrargli nella pelle delle spalle.

Gli affondò le dita nei capelli, facendogli scappare un cupo ringhio dalla gola. «Teenie, ti amo.»

Sentì le sue braccia avviluppargli il collo e stringersi di più a lui. Sentiva il bimbo scalciare contro il suo petto. Lasciò scivolare le mani sul ventre di Tina, prima di poggiarci sopra anche le labbra, tentando di calmarlo un po'. Il piccolo si quietò momentaneamente e sua madre sospirò di sollievo. Newt rise dolcemente e la baciò, quando lei gli sollevò il volto.

«Mi devi insegnare come fai.» Mormorò ad un certo punto. «Non te la prendere... Sono sfinita.»

Le avvolse la schiena con le braccia e la voltò, prendendo lui il controllo. «Rilassati, d'accordo?»

«Non chiedo altro.» Mormorò Tina, avviluppandogli la vita con le gambe, tentando di portarlo ancora più vicino.

Anche se i loro ritmi erano molto diversi l'uno dall'altro, riuscivano a seguire chi prendeva il controllo. Accadeva spesso che i ruoli si invertissero e ciò portava ad un cambiamento anche nel ritmo, ma non era mai un problema. Newt era tranquillo, calmo, dolce e delicato, Tina invece preferiva andare ad un passo più spedito che mettesse a dura prova il controllo di entrambi. Ma come succedeva sempre, anche in questo caso Tina non ebbe alcuna difficoltà a seguire il ritmo di Newt che anzi era molto meglio quando aveva bisogno di rilassarsi e di tranquillizzarsi un po'. Newt puntava ad alleviare la sua stanchezza, i livelli di stress, mentre lei preferiva far circolare nel corpo un po' di adrenalina. In entrambi i casi il risultato non lasciava nessuno dei due insoddisfatto.

«Qual è il tuo segreto?» Gli chiese, quando il suo cervello riuscì a mettere insieme una frase di senso corretto. «Perché con te si calma e invece con me no?»

«Non lo so...» Mormorò Newt, ancora a corto di aria. «Diciamo che ho studiato il comportamento delle mie creature, sapevo che fargli sentire la mia presenza lo avrebbe calmato, ma non so come funzioni per la madre.»

«Pensavo te lo avesse detto James.»

«No, alcune cose le so grazie al mio lavoro.»

«Sarai un ottimo padre...» Mormorò Tina, preoccupata. «Ma io?»

«Tu sarai la miglior madre che questo bambino possa avere.» La tranquillizzò Newt, girandosi su un fianco e accarezzandole una guancia. «Tranquilla, insieme ce la caveremo.» Poi sorrise dolcemente. «Quant'è bello sapere che non dobbiamo scendere nella mia valigia ad occuparci delle mie creature?»

«È magnifico, ma ammettilo: già ti mancano.»

«Perché a te no?»

«Da morire.» Rise Tina, affondando il volto nella sua spalla. «Mercy Lewis, Newt, siamo via da appena un giorno e già mi sembra passato un mese.»

«Riuscirai a resistere fino al primo di dicembre?»

«E tu?»

«Con te a farmi compagnia, credo di riuscire a farcela.» Scherzò il magizoologo baciandola dolcemente. «Troverò sicuramente altri modi per distrarmi.»

«Altri modi per distarti, eh?» Ripeté Tina, mentre Newt affondava il volto nel suo collo per baciarglielo. «Sono molto curiosa di conoscerli.»

Un porto sicuro, tra le tue braccia!Where stories live. Discover now